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giovedì 3 gennaio 2019
L'incerto futuro degli USA con la coabitazione tra Trump ed i Democratici
L’insediamento alla Camera degli Stati Uniti, come presidente della democratica Nancy Pelosi è una brutta notizia per il capo della Casa Bianca, ma è anche un fatto che evidenzia come il paese americano stia per entrare in una fase di grande incertezza. La concomitanza con il blocco amministrativo del paese a causa del mancato finanziamento del muro lungo il confine con il Messico, appare una preoccupante coincidenza. L’opera era considerata da Trump uno dei punti fermi del suo programma elettorale e non è stata realizzata con l’assetto parlamentare precedente , che consentiva all’esecutivo una ampia maggioranza. Attualmente, al contrario, i democratici possono contare sulla maggioranza alla Camera, mentre i Repubblicani mantengono il maggiore numero di seggi al Senato, dove, tuttavia, vi sono molti critici verso il presidente degli Stati Uniti, pur essendo iscritti allo stesso partito. In questo scenario la costruzione del muro è pressochè impossbile, neanche alle condizioni meno dure proposte da Trump. Il proseguimento del blocco dell’attività amministrativa appare, quindi, una certezza. Se il partito repubblicano è tutt’altro che unito, anche in quello democratico sono presenti divisioni piuttosto evidenti; tra i nuovi deputati eletti, sopratutto tra quelli più giovani, ci sono diverse personalità fortemente critiche con i dirigenti che hanno guidato le ultime primarie presidenziali e che hanno poi condotto la campagna elettorale che si è conclusa con la sconfitta inattesa di Hillary Clinton. Molti di questi nuovi parlamentari provengono dalla parte più radicale del partito, quella che fa riferimento a Bernie Sanders, sconfitto alle primarie da brogli interni al partito democratico per favorire la candidatura di Hillary Clinton, vista come candidata del sistema finanziario e contro le istanze dei ceti più popolari. Proprio questi motivi sono stati individuati come una delle maggiori cause della sconfitta della candidata democratica e dello stesso partito, che ha così favorito l’ascesa di un outsider, fortemente inviso anche a larghi settori del suo partito, come Trump impreparato alla vittoria ed a governare . I nuovi esponenti del partito democratico non condividono tutta la politica che i ceti più conservatori dei democratici vogliono portare avanti, perchè la considerano troppo moderata, sopratutto nei confronti di un presidente di pessima qualità come Trump. Per queste ragioni concomitanti, il blocco amministrativo e la forte presenza di deputati radicali nelle fila democratiche, aumenta sempre più la possibilità che, per il presidente statunitense possa partire la procedura chiamat impeachement, che permette la messa in stato d'accusa del presidente USA. Nonostante questa procedura sia stata attuata soltanto due volte nella storia americana e non ci sia mai stata alcuna condanna, l’isolamento in cui si trova Trump potrebbe favorire il procedimento. I tanti abbandoni che la Casa Bianca sta collezionando tra i suoi ministri non depongono sulla credibilità del presidente, il quale teme fortemente le indagini sui suoi rapporti con la Russia, con l’Arabia Saudita, sulla politica dell’immigrazione e, sopratutto, sulla sua situazione patrimoniale, che ha sempre ostinatamente mantenuto segreta. Dal punto di vista politico una azione di questo tipo potrebbe rilanciare il partito democratico sul piano nazionale ed anche su quello interno, permettendo di superare le divisioni tra le sue correnti, mentre per la parte, non certo secondaria, dei repubblicani che sono contrari a Trump si presenterebbe l’occasione di liberarsi di uno scomodo invasore. Se questa possibilità dovesse concretizzarsi, i dubbi sulla capacità di gestione di Trump di essere sottoposto a queste inchieste continue non sono certo a favore del presidente, che ha dato prova, in situazioni più favorevoli di non essere all’altezza di subire pressioni da parte dell’opinione pubblica. Il futuro americano è quindi molto incerto, in una fase mondiale dove verrebbe richiesta una maggiore leadership da parte degli Stati Uniti, per gestire gli scenari del medio oriente e, sopratutto, della questione con la Cina, determinante per lo sviluppo economico del paese.
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