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giovedì 11 luglio 2019

Taiwan nuovo elemento di contrasto tra USA e Cina

La Casa Bianca ha deciso di innalzare il livello dello scontro con Pechino, attraverso la fornitura di armi, per un valore di due miliardi di euro, a favore di Taiwan. La Cina considera Taiwan come parte integrante del proprio territorio, nella visione della Cina unica, e, pertanto, considera ogni intromissione in questo argomento come una interferenza nei propri affari interni. L’azione degli USA è stata percepita con profondo fastidio dall’amministrazione cinese, che è arrivata a configurare la violazione della propria sovranità da parte di Washington. Pechino ha espressamente richiesto agli Stati Uniti di annullare la fornitura, che, materialmente non è stata ancora formalizzata, perchè manca la ratifica del parlamento americano; tuttavia non sembra ci sia probabilità alcuna che questa ratifica venga respinta. La Cina considera Taiwan un territorio ribelle rispetto alla madre patria, ma anche, un argomento che costituisce una sorta di confine da non oltrepassare da parte di  altri stati esteri. La marina militare cinese, negli ultimi tempi, ha intensificato le manovre militari nei pressi dell’isola di Taiwan suscitando profonda apprensione nel governo di Taipei, ciò ha provocato la richiesta di aiuto a Washington per una prima fornitura militare, di circa 500 milioni di dollari. I contatti tra Taiwan e Stati Uniti  si sono intensificati ed è imminente una visita ufficiale del presidente taiwanese nel territorio americano. Ciò contribuisce ad innalzare l’irritazione cinese e diventa un fattore di ulteriore tensione per le relazioni tra le due super potenze, già messe a dura prova dalla questione dei dazi commerciali. Occorre ricordare che esiste un programma cinese che si prefigge di riunificare la Cina come nell’epoca imperiale e questo piano di risorgimento della nazione dovrebbe compiersi nel 2050 per il centenario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese; per quell’anno, quindi, Taiwan dovrebbe ritornare sotto il controllo di Pechino. Per ora un attacco militare non è previsto ed, anzi, la tattica dovrebbe essere quella della diplomazia, ma l’imperialismo cinese ha registrato livelli di crescita notevoli e l’approccio morbido alla questione di Taiwan potrebbe cambiare proprio per la provocazione americana. Quale sia la reale intenzione di Washington non è chiaro; certamente la richiesta di aiuto di Taiwan ha offerto una occasione per inserirsi in una questione che la Cina considera di importanza nazionale. Washington potrebbe cercare di allargare la sua azione proprio in quella che Pechino considera la sua area di influenza esclusiva: dopo Giappone e Corea del Sud, gli USA entrerebbero praticamente sul territoro cinese; questa interpretazione potrebbe anche essere letta come una sorta di azione preventiva per evitare un potenziale attacco cinese contro Taiwan. Negli equilibri diplomatici dell’area non bisogna scordare che la visione giapponese è pefettamente coincidente con quella americana nella volontà di contenere l’espansionismo cinese. Ci sono, quindi, diversi fattori che propendono per una sorta di equilibrio del terrore, basato, per ora, sulla presenza di armamenti convenzionali, che, però, determinano un innalzamento del pericolo di uno scontro, anche fortuito, che può produrre conseguenze peggiori. Un’altra possibilità potrebbe essere la ripetizione del solito schema di Trump, che prevede una serie di minacce per ottenere un vantaggio economico. Questa lettura potrebbe rientrare nella difficile dialettica dellea questione dei dazi commerciali; tuttavia la tutela di Taiwan appare strategica per troppi soggetti presenti nell’area e non sembra sacrificabile per eventuali vantaggi economici immediati.  Il fatto più importante da registrare è l’incremento dell’avversione americana verso la Cina, che viene sempre più identificata nel nemico principale dall’amministrazione del presidente Trump. Un miglioramento dei rapporti tra i due stati, al momento, è difficilmente prevedibile e ciò rende la situazione mondiale sempre più instabile.

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