Viktor Orban ha fatto un discorso ideologico, che lo pone più come potenziale alleato di Putin, che effettivo aderente all’Unione Europea, del resto il suo programma elettorale, che gli ha permesso la vittoria, è stato incentrato sulla contrarietà dell’Unione Europea, di cui, però, l’Ungheria gode dei robusti contributi. La mancanza di coerenza del politico magiaro, sembra coincidere con la maggioranza dei suoi concittadini, che sfruttano l’assurdo regolamento dell’Unione dell’approvazione dei provvedimenti sulla base dell’unanimità e non della maggioranza. Orban ha profetizzato prevedendo la dissoluzione dell’Unione Europea e la caduta degli USA; se il secondo sembra un augurio, per il primo la soluzione sarebbe facile: fare come la Gran Bretagna ed uscire da Bruxelles. Questa eventualità non rientra, però, nei piani di Orban, che, forse, si è dato il compito politico di facilitare la dissoluzione dall’interno, con i suoi assurdi comportamenti totalmente contrari ai valori fondativi dell’Unione Europea. Per Orban l’occidente è un insieme di stati ricchi ma deboli, che non hanno intenzione di affrontare la competizione con le potenze mondiali. Se, da un certo punto di vista, questa affermazione ha delle parti di verità, appare altrettanto vero che personaggi come il politico ungherese contribuiscono non poco ad una visione comune, che possa alzare il livello qualitativo di Bruxelles nei confronti delle maggiori potenze mondiali, infatti la visione di Orban definisce l’Europa come una sorta di ghetto economico, politico e culturale con un futuro di decadenza senza alcuna speranza, nonostante i consumi elevati, che la condurranno ad un destino di desolazione. L’accostamento con la previsione del Fondo Monetario Internazionale, che prevede l’uscita dalle prime dieci economie del mondo ed il passaggio della Germania da quarto a decimo entro il 2030, con il supposto degrado dell’Unione, riassunto nei valori: migrazione, LGBT e guerra, appare una infelice retorica, che va contro le tendenze mondiali ed una replica di basso livello di quanto viene detto nei luoghi di potere russi; anche l’atteggiamento persecutorio, messo in atto con la contrarietà all’ingresso nell’Alleanza Atlantica di Svezia e Finlandia, portato avanti solo perché i due paesi hanno contestato la deriva populista del governo di Orban, inquadra bene il basso valore politico del personaggio. L’avversione per gli Stati Uniti, sembra replicare le ragioni di Putin, la presunta perdita della posizione di leader mondiale di Washington nei confronti della Cina, può rischiare di portare il mondo ad un conflitto, senza ricordare che il suo amico di Mosca sta mettendo ben più in pericolo la pace mondiale. La posizione ungherese è la sola in Europa ad essere corretta, perché rifiuta i valori edonistici e non intende procedere sulla sostituzione della popolazione con gli immigrati che rifiutano i valori cristiani; non solo, riserva critiche sempre più insistenti verso la Romania, perché in Transilvania risiedono oltre 600.000 persone di lingua magiara e fedeli alle tradizioni, minacciando velatamente un diritto su questo territorio di un altro paese. Ce n’è abbastanza perché i vertici dell’Unione intervengano, come avrebbero dovuto fare già da molto tempo, in maniera dura contro questo personaggio e la maggioranza del paese, che, malgrado tutto lo sostiene. Non è possibile permettere a politici che non condividono i principi sui quali si basa l’Unione, consentire un comportamento di simile arroganza, che consegue alla negazione delle regole democratiche nel proprio paese, con l’introduzione della censura e della negazione al potere giudiziario di esercitare in autonomia la propria funzione. Appare anche inutile ricordare come Budapest, peraltro insieme ad altri paesi dell’ex blocco sovietico, abbia rifiutato il principio di mutualità e solidarietà nella divisione dei migranti e sia stato in totale disaccordo sulle politiche europee approvate dalla maggioranza degli stati. Una presenza del genere costituisce un freno all’azione politica comune e devono essere previste delle soluzioni automatiche ed immediate, che possano sanzionare dalla penalizzazione pecuniaria dei finanziamenti, fino alla sospensione ed anche all’espulsione dal consesso europeo. Le sfide attuali vanno affrontate sulla base degli ideali fondativi dell’Unione, senza permettere che questi siano alterati da visioni contrarie e retrograde, se non si può tenere insieme tutti i membri è meglio che quelli che non condividono l’azione politica comune vengano allontanati.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
martedì 25 luglio 2023
Orban deve uscire dall'Unione Europea
Orban must leave the European Union
Viktor Orban made an ideological speech, which places him more as a potential ally of Putin, than an actual member of the European Union, after all his electoral program, which allowed him to win, was focused on the opposition of the European Union, of which, however, Hungary enjoys robust contributions. The lack of coherence of the Magyar politician seems to coincide with the majority of his fellow citizens, who exploit the absurd regulation of the Union of the approval of measures on the basis of unanimity and not of the majority. Orban prophesied predicting the dissolution of the European Union and the fall of the USA; if the second seems like a wish, for the first the solution would be easy: do like Great Britain and get out of Brussels. However, this eventuality does not fall within Orban's plans, who, perhaps, has given himself the political task of facilitating the dissolution from within, with his absurd behavior totally contrary to the founding values of the European Union. For Orban, the West is a collection of rich but weak states, which have no intention of facing competition with world powers. If, from a certain point of view, this statement has parts of the truth, it seems equally true that characters such as the Hungarian politician contribute not a little to a common vision, which can raise the qualitative level of Brussels against the major world powers, in fact Orban's vision defines Europe as a sort of economic, political and cultural ghetto with a future of decadence without any hope, despite high consumption, which will lead it to a destiny of desolation. The juxtaposition with the forecast of the International Monetary Fund, which provides for the exit from the top ten economies in the world and the passage of Germany from fourth to tenth by 2030, with the supposed degradation of the Union, summarized in the values: migration, LGBT and war, appears an unfortunate rhetoric, which goes against world trends and a low-level replica of what is said in the Russian places of power; even the persecutory attitude, implemented with the opposition to the entry into the Atlantic Alliance of Sweden and Finland, carried forward only because the two countries contested the populist drift of Orban's government, well frames the low political value of the character. The aversion to the United States, seems to replicate Putin's reasons, the alleged loss of Washington's position as world leader towards China, could risk bringing the world into conflict, without remembering that his friend from Moscow is putting world peace in much greater danger. The Hungarian position is the only one in Europe to be correct, because it rejects hedonistic values and does not intend to proceed with the replacement of the population with immigrants who reject Christian values; not only that, he reserves increasingly insistent criticisms of Romania, because more than 600,000 Magyar-speaking people faithful to traditions reside in Transylvania, covertly threatening another country's right to this territory. There is enough for the leaders of the Union to intervene, as they should have done a long time ago, in a harsh manner against this character and the majority of the country, which, despite everything, supports him. It is not possible to allow politicians who do not share the principles on which the Union is based to allow such arrogance, which follows the denial of democratic rules in their own country, with the introduction of censorship and the denial of the judiciary to exercise its function autonomously. It also seems useless to recall how Budapest, together with other countries of the former Soviet bloc, has rejected the principle of mutuality and solidarity in the division of migrants and has been in total disagreement with the European policies approved by the majority of states. Such a presence constitutes a brake on common political action and automatic and immediate solutions must be envisaged, which can sanction from the pecuniary penalty of funding, up to suspension and even expulsion from the European assembly. The current challenges must be faced on the basis of the founding ideals of the Union, without allowing these to be altered by contrary and retrograde visions, if all the members cannot be kept together it is better that those who do not share the common political action are removed.
Orban debe abandonar la Unión Europea
Viktor Orban hizo un discurso ideológico, que lo ubica más como un aliado potencial de Putin, que como un miembro real de la Unión Europea, después de todo su programa electoral, que le permitió ganar, estaba enfocado en la oposición de la Unión Europea, de la cual, sin embargo, Hungría disfruta de contribuciones robustas. La falta de coherencia del político magiar parece coincidir con la mayoría de sus conciudadanos, que explotan la absurda regulación de la Unión de la aprobación de medidas sobre la base de la unanimidad y no de la mayoría. Orban profetizó vaticinando la disolución de la Unión Europea y la caída de EEUU; si lo segundo parece un deseo, para lo primero la solución sería fácil: hacer como Gran Bretaña y salir de Bruselas. Sin embargo, esta eventualidad no entra en los planes de Orban, quien, quizás, se ha dado a la tarea política de facilitar la disolución desde dentro, con su absurdo comportamiento totalmente contrario a los valores fundacionales de la Unión Europea. Para Orban, Occidente es una colección de estados ricos pero débiles, que no tienen intención de enfrentarse a la competencia con las potencias mundiales. Si desde cierto punto de vista esta afirmación tiene partes de verdad, parece igualmente cierto que personajes como el político húngaro contribuyen no poco a una visión común, que puede elevar el nivel cualitativo de Bruselas frente a las grandes potencias mundiales, de hecho la visión de Orban define a Europa como una especie de gueto económico, político y cultural con un futuro de decadencia sin esperanza alguna, a pesar del alto consumo, que la llevará a un destino de desolación. La yuxtaposición con la previsión del Fondo Monetario Internacional, que prevé la salida de las diez primeras economías del mundo y el paso de Alemania del cuarto al décimo para 2030, con la supuesta degradación de la Unión, resumida en los valores: migración, LGBT y guerra, aparece una desafortunada retórica, que va en contra de las tendencias mundiales y una réplica de bajo nivel de lo que se dice en los lugares de poder rusos; incluso la actitud persecutoria, implementada con la oposición a la entrada en la Alianza Atlántica de Suecia y Finlandia, llevada adelante sólo porque los dos países impugnaron la deriva populista del gobierno de Orban, enmarca bien el bajo valor político del personaje. La aversión a Estados Unidos, parece replicar las razones de Putin, la supuesta pérdida de la posición de Washington como líder mundial frente a China, podría correr el riesgo de llevar al mundo al conflicto, sin recordar que su amigo de Moscú está poniendo en mucho mayor peligro la paz mundial. La posición húngara es la única en Europa que es correcta, porque rechaza los valores hedonistas y no pretende proceder a la sustitución de la población por inmigrantes que rechazan los valores cristianos; no sólo eso, se reserva críticas cada vez más insistentes a Rumanía, porque más de 600.000 personas de habla magiar fieles a las tradiciones residen en Transilvania, amenazando de forma encubierta el derecho de otro país a este territorio. Basta con que los dirigentes de la Unión intervengan, como debieron hacerlo hace mucho tiempo, de manera dura contra este personaje y la mayoría del país que, a pesar de todo, lo apoya. No es posible permitir que políticos que no comparten los principios en los que se basa la Unión permitan tal arrogancia, que sigue a la negación de las reglas democráticas en su propio país, con la introducción de la censura y la negación del poder judicial para ejercer su función de forma autónoma. También parece inútil recordar cómo Budapest, junto con otros países del antiguo bloque soviético, ha rechazado el principio de reciprocidad y solidaridad en la división de los migrantes y ha estado en total desacuerdo con las políticas europeas aprobadas por la mayoría de los estados. Tal presencia constituye un freno a la acción política común y deben preverse soluciones automáticas e inmediatas, que pueden sancionar desde la sanción pecuniaria de financiación, hasta la suspensión e incluso la expulsión de la asamblea europea. Los desafíos actuales deben ser enfrentados sobre la base de los ideales fundacionales de la Unión, sin permitir que estos sean alterados por visiones contrarias y retrógradas, si no se pueden mantener unidos a todos los miembros es mejor que se eliminen aquellos que no comparten la acción política común.
Orban muss die Europäische Union verlassen
Viktor Orban hielt eine ideologische Rede, die ihn eher als potenziellen Verbündeten Putins denn als tatsächliches Mitglied der Europäischen Union darstellt, schließlich konzentrierte sich sein Wahlprogramm, das ihm den Sieg ermöglichte, auf die Opposition der Europäischen Union, zu der Ungarn jedoch starke Beiträge leistet. Die mangelnde Kohärenz des ungarischen Politikers scheint mit der Mehrheit seiner Mitbürger zusammenzufallen, die die absurde Regelung der Union ausnutzen, dass die Genehmigung von Maßnahmen auf der Grundlage der Einstimmigkeit und nicht der Mehrheit erfolgt. Orban prophezeite die Auflösung der Europäischen Union und den Untergang der USA; Wenn das Zweite wie ein Wunsch erscheint, wäre die Lösung für das Erste einfach: Machen Sie es wie Großbritannien und raus aus Brüssel. Diese Möglichkeit fällt jedoch nicht in Orbans Pläne, der sich mit seinem absurden Verhalten, das völlig im Widerspruch zu den Grundwerten der Europäischen Union steht, vielleicht die politische Aufgabe gestellt hat, die Auflösung von innen heraus herbeizuführen. Für Orban ist der Westen eine Ansammlung reicher, aber schwacher Staaten, die nicht die Absicht haben, sich der Konkurrenz mit den Weltmächten zu stellen. Wenn diese Aussage unter einem bestimmten Gesichtspunkt einen Teil der Wahrheit enthält, so scheint es ebenso wahr zu sein, dass Charaktere wie der ungarische Politiker nicht wenig zu einer gemeinsamen Vision beitragen, die das qualitative Niveau Brüssels im Vergleich zu den großen Weltmächten anheben kann. Tatsächlich definiert Orbans Vision Europa als eine Art wirtschaftliches, politisches und kulturelles Ghetto mit einer hoffnungslosen Zukunft des Verfalls, trotz hohem Konsum, der es in ein Schicksal der Verwüstung führen wird. Die Gegenüberstellung mit der Prognose des Internationalen Währungsfonds, die den Ausstieg aus den Top-Ten-Volkswirtschaften der Welt und den Übergang Deutschlands vom vierten auf den zehnten Platz bis 2030 vorsieht, mit der angeblichen Verschlechterung der Union, zusammengefasst in den Werten: Migration, LGBT und Krieg, erscheint als unglückliche Rhetorik, die im Widerspruch zu den Welttrends steht und eine untergeordnete Nachbildung dessen ist, was an den russischen Machtorten gesagt wird; Sogar die Verfolgungshaltung, die mit der Opposition gegen den Beitritt Schwedens und Finnlands zum Atlantischen Bündnis umgesetzt wurde und nur deshalb vorangetrieben wurde, weil die beiden Länder die populistische Tendenz von Orbans Regierung bestritten, spiegelt den geringen politischen Wert der Figur gut wider. Die Abneigung gegen die Vereinigten Staaten scheint Putins Gründe zu widerspiegeln: Der angebliche Verlust von Washingtons Position als Weltführer gegenüber China könnte das Risiko eingehen, die Welt in einen Konflikt zu stürzen, ohne sich daran zu erinnern, dass sein Freund aus Moskau den Weltfrieden viel stärker gefährdet. Die ungarische Position ist die einzige in Europa, die richtig ist, denn sie lehnt hedonistische Werte ab und beabsichtigt nicht, die Bevölkerung durch Einwanderer zu ersetzen, die christliche Werte ablehnen; Darüber hinaus behält er sich eine immer eindringlichere Kritik an Rumänien vor, da in Siebenbürgen mehr als 600.000 magyarischsprachige, traditionstreue Menschen leben, die heimlich das Recht eines anderen Landes auf dieses Gebiet bedrohen. Es gibt genug, damit die Führer der Union, wie sie es schon längst hätten tun sollen, hart gegen diesen Charakter und die Mehrheit des Landes, die ihn trotz allem unterstützt, eingreifen können. Es ist nicht möglich, dass Politiker, die die Prinzipien, auf denen die Union basiert, nicht teilen, eine solche Arroganz zulassen, die auf die Verweigerung demokratischer Regeln im eigenen Land, die Einführung der Zensur und die Verweigerung der autonomen Ausübung der Funktion der Justiz folgt. Es scheint auch sinnlos, sich daran zu erinnern, wie Budapest zusammen mit anderen Ländern des ehemaligen Sowjetblocks das Prinzip der Gegenseitigkeit und Solidarität bei der Aufteilung der Migranten abgelehnt hat und mit der von der Mehrheit der Staaten gebilligten europäischen Politik völlig unzufrieden war. Eine solche Präsenz stellt ein Hemmnis für das gemeinsame politische Handeln dar und es müssen automatische und sofortige Lösungen ins Auge gefasst werden, die von der Geldstrafe der Finanzierung bis hin zur Suspendierung und sogar zum Ausschluss aus der Europäischen Versammlung reichen können. Die aktuellen Herausforderungen müssen auf der Grundlage der Gründungsideale der Union bewältigt werden, ohne dass diese durch gegensätzliche und rückschrittliche Visionen verändert werden dürfen. Wenn nicht alle Mitglieder zusammengehalten werden können, ist es besser, diejenigen zu entfernen, die das gemeinsame politische Handeln nicht teilen.
Orban doit quitter l'Union européenne
Viktor Orban a tenu un discours idéologique, qui le place davantage comme un allié potentiel de Poutine, que comme un membre effectif de l'Union européenne, après tout son programme électoral, qui lui a permis de gagner, était axé sur l'opposition à l'Union européenne, dont, pourtant, la Hongrie bénéficie de solides contributions. Le manque de cohérence de l'homme politique magyar semble coïncider avec la majorité de ses concitoyens, qui exploitent l'absurde régulation de l'Union de l'approbation des mesures à l'unanimité et non à la majorité. Orban a prophétisé en prédisant la dissolution de l'Union européenne et la chute des États-Unis ; si le second apparaît comme un souhait, pour le premier la solution serait simple : faire comme la Grande-Bretagne et sortir de Bruxelles. Cependant, cette éventualité ne rentre pas dans les plans d'Orban, qui, peut-être, s'est donné pour tâche politique de faciliter la dissolution de l'intérieur, avec son comportement absurde totalement contraire aux valeurs fondatrices de l'Union européenne. Pour Orban, l'Occident est un ensemble d'États riches mais faibles, qui n'ont aucune intention d'affronter la concurrence des puissances mondiales. Si, d'un certain point de vue, cette affirmation a des parts de vérité, il semble également vrai que des personnages comme l'homme politique hongrois ne contribuent pas peu à une vision commune, qui peut élever le niveau qualitatif de Bruxelles face aux grandes puissances mondiales, en fait la vision d'Orban définit l'Europe comme une sorte de ghetto économique, politique et culturel avec un avenir de décadence sans espoir, malgré une consommation élevée, qui la conduira à un destin de désolation. La juxtaposition avec la prévision du Fonds monétaire international, qui prévoit la sortie des dix premières économies mondiales et le passage de l'Allemagne de la quatrième à la dixième d'ici 2030, avec la supposée dégradation de l'Union, résumée dans les valeurs : migration, LGBT et guerre, apparaît comme une rhétorique malheureuse, qui va à contre-courant des tendances mondiales et une réplique bas de gamme de ce qui se dit dans les lieux de pouvoir russes ; même l'attitude persécutrice, mise en œuvre avec l'opposition à l'entrée dans l'Alliance atlantique de la Suède et de la Finlande, poursuivie uniquement parce que les deux pays contestaient la dérive populiste du gouvernement Orban, encadre bien la faible valeur politique du personnage. L'aversion pour les États-Unis, semble répliquer les raisons de Poutine, la prétendue perte de la position de Washington en tant que leader mondial vis-à-vis de la Chine, pourrait risquer de mettre le monde en conflit, sans se rappeler que son ami de Moscou met la paix mondiale en bien plus grand danger. La position hongroise est la seule en Europe à être correcte, car elle rejette les valeurs hédonistes et n'entend pas procéder au remplacement de la population par des immigrés qui rejettent les valeurs chrétiennes ; non seulement cela, il réserve des critiques de plus en plus insistantes à l'égard de la Roumanie, car plus de 600 000 personnes de langue magyare fidèles aux traditions résident en Transylvanie, menaçant secrètement le droit d'un autre pays sur ce territoire. Il y a de quoi que les dirigeants de l'Union interviennent, comme ils auraient dû le faire depuis longtemps, de manière dure contre ce personnage et la majorité du pays, qui, malgré tout, le soutient. Il n'est pas possible de permettre à des politiciens qui ne partagent pas les principes sur lesquels l'Union est fondée de permettre une telle arrogance, qui fait suite au déni des règles démocratiques dans leur propre pays, avec l'introduction de la censure et le refus du pouvoir judiciaire d'exercer sa fonction de manière autonome. Il semble également inutile de rappeler comment Budapest, avec d'autres pays de l'ancien bloc soviétique, a rejeté le principe de mutualité et de solidarité dans la répartition des migrants et a été en total désaccord avec les politiques européennes approuvées par la majorité des États. Une telle présence constitue un frein à l'action politique commune et des solutions automatiques et immédiates doivent être envisagées, pouvant sanctionner de la sanction pécuniaire de financement, jusqu'à la suspension voire l'expulsion de l'assemblée européenne. Les défis actuels doivent être affrontés sur la base des idéaux fondateurs de l'Union, sans permettre que ceux-ci soient altérés par des visions contraires et rétrogrades, si tous les membres ne peuvent être maintenus ensemble il vaut mieux que ceux qui ne partagent pas l'action politique commune en soient écartés.
Orban não precisa mais ficar na União Europeia
Viktor Orban fez um discurso ideológico, que o coloca mais como potencial aliado de Putin, do que como membro efetivo da União Europeia, afinal o seu programa eleitoral, que lhe permitiu vencer, estava centrado na oposição da União Europeia, da qual, no entanto, a Hungria goza de robustos contributos. A falta de coerência do político húngaro parece coincidir com a maioria dos seus concidadãos, que exploram a absurda regulamentação da União da aprovação de medidas com base na unanimidade e não na maioria. Orban profetizou prevendo a dissolução da União Européia e a queda dos EUA; se a segunda parece um desejo, para a primeira a solução seria fácil: faça como a Grã-Bretanha e saia de Bruxelas. No entanto, esta eventualidade não está nos planos de Orban, que, talvez, tenha se dado a tarefa política de facilitar a dissolução por dentro, com seu comportamento absurdo totalmente contrário aos valores fundadores da União Europeia. Para Orban, o Ocidente é um conjunto de Estados ricos, mas fracos, que não pretendem enfrentar a concorrência das potências mundiais. Se, de um certo ponto de vista, esta afirmação tem partes de verdade, parece igualmente verdade que personagens como o político húngaro contribuem pouco para uma visão comum, que pode elevar o nível qualitativo de Bruxelas face às grandes potências mundiais, aliás a visão de Orban define a Europa como uma espécie de gueto económico, político e cultural com um futuro de decadência sem esperança, apesar do alto consumo, que a levará a um destino de desolação. A justaposição com a previsão do Fundo Monetário Internacional, que prevê a saída das dez maiores economias do mundo e a passagem da Alemanha do quarto para o décimo até 2030, com a suposta degradação da União, sintetizada nos valores: migração, LGBT e guerra, surge uma retórica infeliz, que vai contra as tendências mundiais e uma réplica de baixo nível do que se diz nos lugares de poder russos; mesmo a atitude persecutória, implementada com a oposição à entrada na Aliança Atlântica da Suécia e da Finlândia, levada adiante apenas porque os dois países contestaram a deriva populista do governo de Orbán, bem enquadra o baixo valor político do personagem. A aversão aos Estados Unidos, parece replicar as razões de Putin, a suposta perda da posição de líder mundial de Washington para a China, pode arriscar colocar o mundo em conflito, sem lembrar que seu amigo de Moscou está colocando a paz mundial em perigo muito maior. A posição húngara é a única correta na Europa, porque rejeita os valores hedonistas e não pretende proceder à substituição da população por imigrantes que rejeitam os valores cristãos; não só isso, ele reserva críticas cada vez mais insistentes à Romênia, porque mais de 600.000 pessoas de língua magiar fiéis às tradições residem na Transilvânia, ameaçando secretamente o direito de outro país a este território. Basta que os dirigentes do Sindicato intervenham, como já deveriam ter feito há muito tempo, de forma dura contra este personagem e contra a maioria do país, que apesar de tudo o apoia. Não é possível permitir que políticos que não comungam dos princípios em que assenta a União permitam tamanha arrogância, que decorre da negação das regras democráticas no seu próprio país, com a introdução da censura e a negação do poder judiciário de exercer a sua função de forma autónoma. Também parece inútil recordar como Budapeste, juntamente com outros países do antigo bloco soviético, rejeitou o princípio da mutualidade e da solidariedade na divisão dos migrantes e esteve em total desacordo com as políticas europeias aprovadas pela maioria dos Estados. Tal presença constitui um travão à ação política comum e devem ser encaradas soluções automáticas e imediatas, que podem sancionar desde a sanção pecuniária de financiamento, até à suspensão e mesmo expulsão da assembleia europeia. Os desafios atuais devem ser enfrentados com base nos ideais fundadores da União, sem permitir que estes sejam alterados por visões contrárias e retrógradas, se todos os membros não podem ser mantidos juntos é melhor que aqueles que não compartilham a ação política comum sejam afastados.
Орбану больше не нужно оставаться в Евросоюзе
Виктор Орбан выступил с идеологической речью, которая позиционирует его скорее как потенциального союзника Путина, чем как фактического члена Евросоюза, ведь его предвыборная программа, позволившая ему победить, была ориентирована на оппозицию Евросоюза, в которой, однако, Венгрия имеет солидный вклад. Непоследовательность мадьярского политика, похоже, совпадает с мнением большинства его сограждан, которые эксплуатируют абсурдное положение Союза об утверждении мер на основе единогласия, а не большинства. Орбан пророчествовал, предсказывая распад Евросоюза и падение США; если второе кажется желанием, то для первого решение будет простым: поступай, как Великобритания, и убирайся из Брюсселя. Однако такая возможность не входит в планы Орбана, который, возможно, поставил перед собой политическую задачу способствовать распаду изнутри, своим абсурдным поведением полностью противоречащим основополагающим ценностям Европейского Союза. Для Орбана Запад — это собрание богатых, но слабых государств, которые не собираются конкурировать с мировыми державами. Если, с определенной точки зрения, в этом утверждении есть доля правды, в равной степени верно и то, что такие персонажи, как венгерский политик, вносят немалый вклад в общее видение, которое может поднять качественный уровень Брюсселя по сравнению с основными мировыми державами, на самом деле видение Орбана определяет Европу как своего рода экономическое, политическое и культурное гетто с будущим упадка без всякой надежды, несмотря на высокое потребление, которое приведет ее к судьбе запустения. Сопоставление с прогнозом Международного валютного фонда, предусматривающим выход из первой десятки экономик мира и переход Германии с четвертой на десятую к 2030 г., с предполагаемой деградацией Союза, выраженной в ценностях: миграция, ЛГБТ и война, представляется неудачной риторикой, идущей вразрез с мировыми тенденциями, и низкоуровневой репликой того, что говорят в российских местах силы; даже преследовательная позиция, реализованная с противодействием вступлению Швеции и Финляндии в Атлантический альянс, продолжавшаяся только потому, что две страны оспаривали популистский уклон правительства Орбана, хорошо обрамляет низкую политическую ценность персонажа. Отвращение к Соединенным Штатам, кажется, повторяет причины Путина, предполагаемая потеря Вашингтоном позиции мирового лидера по отношению к Китаю может привести к конфликту в мире, не помня о том, что его друг из Москвы подвергает мир во всем мире гораздо большей опасности. Венгерская позиция является единственно правильной в Европе, поскольку она отвергает гедонистические ценности и не намерена приступать к замещению населения иммигрантами, отвергающими христианские ценности; мало того, он оставляет за собой все более настойчивую критику Румынии, потому что более 600 000 мадьяроязычных людей, верных традициям, проживают в Трансильвании, тайно угрожая праву другой страны на эту территорию. Руководителям Союза достаточно вмешаться, как они давно должны были сделать, в жесткой форме против этого персонажа и большинства страны, которое, несмотря ни на что, его поддерживает. Нельзя допустить, чтобы политики, не разделяющие принципы, на которых основан Союз, допускали такое высокомерие, которое следует за отрицанием демократических правил в их собственной стране, введением цензуры и отказом судебной власти выполнять свои функции автономно. Бесполезно также вспоминать, как Будапешт вместе с другими странами бывшего советского блока отвергал принцип взаимности и солидарности при разделении мигрантов и был в полном несогласии с одобренной большинством государств европейской политикой. Такое присутствие представляет собой тормоз для общих политических действий, и должны быть предусмотрены автоматические и немедленные решения, которые могут санкционировать от денежного штрафа в виде финансирования до приостановки и даже исключения из Европейской ассамблеи. Нынешние вызовы необходимо решать на основе основополагающих идеалов Союза, не допуская их изменения противоположными и ретроградными взглядами, если всех членов невозможно сохранить вместе, лучше удалить тех, кто не разделяет общих политических действий.
歐爾班不再需要留在歐盟
維克多·歐爾班發表了一場意識形態演講,這使他更像是普京的潛在盟友,而不是歐盟的實際成員,因為他獲勝的所有選舉計劃都集中在歐盟的反對派上,而匈牙利在其中做出了巨大的貢獻。 馬扎爾政客的缺乏一致性似乎與他的大多數同胞的情況一致,他們利用了聯盟在一致同意而不是多數的基礎上批准措施的荒謬規定。 歐爾班預言歐盟解體和美國衰落; 如果第二個看起來像是一個願望,那麼第一個的解決方案很簡單:效仿英國,離開布魯塞爾。 然而,這種可能性並不在歐爾班的計劃之內,他或許給自己賦予了從內部推動解體的政治任務,他的荒唐行為完全違背了歐盟的創始價值觀。 對於歐爾班來說,西方是富強弱國的集合體,它們無意與世界強國競爭。 如果從某種角度來看,這種說法有一定道理,那麼匈牙利政治家等人物似乎也為共同願景做出了不小的貢獻,這可以提高布魯塞爾對抗世界主要強國的質量水平。事實上,歐爾班的願景將歐洲定義為一種經濟、政治和文化貧民區,儘管消費很高,但未來卻頹廢而沒有任何希望,這將導致其荒涼的命運。 國際貨幣基金組織的預測規定,到 2030 年,德國將退出世界十大經濟體,德國將從第四名升至第十名,而歐盟的所謂退化,概括為移民、LGBT 和戰爭等價值觀,這似乎是一種不幸的言論,違背了世界趨勢,也是俄羅斯權力機構言論的低級複製; 即使是因反對瑞典和芬蘭加入大西洋聯盟而採取的迫害態度,僅僅因為兩國對歐爾班政府的民粹主義傾向提出異議而繼續存在,也很好地體現了這個角色的低政治價值。 對美國的厭惡似乎複製了普京的理由,據稱華盛頓對中國失去了世界領導人的地位,可能會讓世界陷入衝突,而不記得他的莫斯科朋友正在將世界和平置於更大的危險之中。 匈牙利的立場是歐洲唯一正確的立場,因為它拒絕享樂主義價值觀,也不打算用拒絕基督教價值觀的移民取代人口; 不僅如此,他對羅馬尼亞保留了越來越強烈的批評,因為超過60萬忠實於傳統的馬扎爾語人民居住在特蘭西瓦尼亞,暗中威脅著另一個國家對這片領土的權利。 聯邦領導人有足夠的理由進行干預,就像他們很久以前就應該做的那樣,以嚴厲的方式反對這個人物和國家的大多數人,儘管如此,他們還是支持他。 不可能允許那些不認同歐盟所依據的原則的政治家允許這種傲慢的態度,這種傲慢是在他們自己的國家否定民主規則、引入審查制度和否定司法機構自主行使職能之後出現的。 回顧布達佩斯與前蘇聯集團的其他國家如何在移民劃分方面拒絕相互和團結的原則,並完全不同意大多數國家批准的歐洲政策,似乎也是無濟於事的。 這種存在構成了對共同政治行動的阻礙,必須設想自動和立即的解決方案,這可以製裁從提供資金的罰款到暫停甚至驅逐出歐洲議會。 必須在聯盟的創始理想的基礎上面對當前的挑戰,不允許這些理想被相反和倒退的願景所改變,如果所有成員不能保持在一起,最好將那些不認同共同政治行動的人清除。
オルバン氏はもはや欧州連合に留まる必要はない
ヴィクトル・オルバン氏はイデオロギー的な演説を行い、同氏を実際の欧州連合加盟国というよりも、プーチン大統領の潜在的な同盟者として位置付けるイデオロギー的な演説を行ったが、それは結局のところ、彼を勝利に導いた彼の選挙計画が欧州連合の反対に焦点を当てていたためであり、その中でハンガリーは強力な貢献を享受している。 マジャールの政治家の一貫性の欠如は、多数派ではなく全会一致に基づいて措置が承認されるという連邦の不条理な規制を悪用する同胞の大多数と一致しているようだ。 オルバンは欧州連合の解体と米国の崩壊を予言した。 2 番目が希望のように思えるなら、1 番目の解決策は簡単です。イギリスのように、ブリュッセルから出てください。 しかし、この事態はオルバン氏の計画の範囲内には入らない。オルバン氏はおそらく、欧州連合創設の価値観に全く反する不条理な行動で、内部から解散を促進するという政治的使命を自らに与えているのだろう。 オルバンにとって、西側諸国は裕福だが弱小国家の集合体であり、世界大国との競争に直面するつもりはない。 ある観点からこの声明に真実の一部分があるとすれば、ハンガリーの政治家のような登場人物が、世界の主要国に対してブリュッセルの質的レベルを高めることができる共通のビジョンに少なからず貢献していることも同様に真実であるように見えるが、実際、オルバンのビジョンは、ヨーロッパを一種の経済的、政治的、文化的ゲットーと定義しており、高消費にもかかわらず、希望のない退廃の未来があり、それが荒廃の運命につながるだろう。 2030年までに世界経済トップ10カ国からの脱退とドイツの4位から10位への転落を規定する国際通貨基金の予測と、移民、LGBT、戦争という価値観に要約される欧州連合の劣化との併置は、世界の潮流に反する不幸なレトリックであり、ロシア権力の座で言われていることの低レベルの再現に見える。 スウェーデンとフィンランドの大西洋同盟への加盟に反対して実施された迫害的な態度でさえ、両国がオルバン政権のポピュリスト的傾向に異議を唱えていたという理由だけで続けられ、このキャラクターの政治的価値の低さをよく表している。 米国への嫌悪感は、プーチン大統領の理由を再現しているようで、中国に対して世界の指導者としてのワシントンの地位を失ったとされるプーチン大統領の理由は、モスクワ出身の彼の友人が世界平和をより大きな危険にさらしていることを忘れずに、世界を紛争に陥らせる危険性があるというものだ。 ハンガリーの立場はヨーロッパで唯一正しいものである。ハンガリーは享楽的な価値観を拒否し、キリスト教的価値観を拒否する移民による人口の置き換えを進めるつもりはないからだ。 それだけでなく、トランシルヴァニアには伝統に忠実なマジャール語を話す60万人以上の人々が住んでおり、この領土に対する他国の権利を密かに脅かしているため、彼はルーマニアに対するますます執拗な批判を保留している。 北軍の指導者たちが、ずっと以前にそうすべきだったように、この人物と、何があっても彼を支持する国の大多数に対して厳しい態度で介入するだけで十分である。 欧州連合の基礎となる原則を共有しない政治家が、検閲の導入と司法の自律的機能の否定という、自国の民主的ルールの否定に続くこのような傲慢さを許すことは不可能である。 また、ブダペストが旧ソ連圏の他の国々とともに、移民の分断における相互主義と連帯の原則を拒否し、大多数の国が承認した欧州の政策に全く反対してきたことを思い出すことも無意味であるように思われる。 このような存在は共通の政治的行動に対するブレーキとなるため、資金提供の金銭的罰から欧州議会からの停職、さらには除名に至るまでの自動的かつ即時的な解決策を想定しなければならない。 現在の課題は、組合設立の理念に基づいて直面しなければならず、逆向きのビジョンによって変更されることを許すことなく、すべての組合員を団結させることができない場合は、共通の政治的行動を共有しない人々を排除する方がよいでしょう。
لم يعد على أوربان البقاء في الاتحاد الأوروبي
ألقى فيكتور أوربان خطابًا أيديولوجيًا ، يضعه على أنه حليف محتمل لبوتين ، أكثر من كونه عضوًا فعليًا في الاتحاد الأوروبي ، بعد أن ركز برنامجه الانتخابي ، الذي سمح له بالفوز ، على معارضة الاتحاد الأوروبي ، ومع ذلك ، تتمتع المجر بمساهمات قوية. يبدو أن عدم تماسك السياسي المجري يتطابق مع غالبية مواطنيه الذين يستغلون التنظيم العبثي للاتحاد للموافقة على الإجراءات على أساس الإجماع وليس على أساس الأغلبية. تنبأ أوربان بالتنبؤ بحل الاتحاد الأوروبي وسقوط الولايات المتحدة. إذا بدا الأمر الثاني وكأنه أمنية ، فسيكون الحل سهلاً لأول مرة: افعل مثل بريطانيا العظمى واخرج من بروكسل. ومع ذلك ، فإن هذا الاحتمال لا يقع ضمن خطط أوربان ، الذي ربما كلف نفسه بالمهمة السياسية المتمثلة في تسهيل التفكك من الداخل ، بسلوكه العبثي المخالف تمامًا للقيم التأسيسية للاتحاد الأوروبي. بالنسبة لأوربان ، الغرب عبارة عن مجموعة من الدول الغنية ولكن الضعيفة ، والتي ليس لديها نية لمواجهة المنافسة مع القوى العالمية. إذا كان هذا البيان ، من وجهة نظر معينة ، يحتوي على أجزاء من الحقيقة ، فإنه يبدو صحيحًا بنفس القدر أن شخصيات مثل السياسي المجري لا تساهم قليلاً في رؤية مشتركة ، والتي يمكن أن ترفع المستوى النوعي لبروكسل ضد القوى العالمية الكبرى ، في الواقع ، تُعرِّف رؤية أوربان أوروبا على أنها نوع من الغيتو الاقتصادي والسياسي والثقافي مع مستقبل من الانحطاط دون أي أمل ، على الرغم من الاستهلاك المرتفع ، مما سيؤدي إلى الخراب. يبدو التقارب مع توقعات صندوق النقد الدولي ، التي تتنبأ بالخروج من الاقتصادات العشرة الأولى في العالم ومرور ألمانيا من الرابع إلى العاشر بحلول عام 2030 ، مع التدهور المفترض للاتحاد ، والذي تم تلخيصه في القيم: الهجرة والمثليات والمثليين ومزدوجي الميل الجنسي ومغايري الهوية الجنسانية والحرب ، خطابًا مؤسفًا يتعارض مع الاتجاهات العالمية ونسخة روسية منخفضة المستوى لما يقال في الأماكن. حتى الموقف القمعي ، الذي تم تنفيذه مع معارضة الانضمام إلى التحالف الأطلسي للسويد وفنلندا ، تم المضي قدمًا فقط لأن البلدين اعترض على الانجراف الشعبوي لحكومة أوربان ، يؤطر جيدًا القيمة السياسية المنخفضة للشخصية. النفور من الولايات المتحدة ، يبدو أنه يكرر أسباب بوتين ، فإن الخسارة المزعومة لموقف واشنطن كزعيم عالمي تجاه الصين ، يمكن أن تخاطر بإدخال العالم في صراع ، دون أن يتذكر أن صديقه من موسكو يعرض السلام العالمي لخطر أكبر بكثير. الموقف المجري هو الوحيد الصحيح في أوروبا ، لأنه يرفض قيم المتعة ولا ينوي المضي قدمًا في استبدال السكان بالمهاجرين الذين يرفضون القيم المسيحية ؛ ليس هذا فقط ، فهو يحتفظ بانتقادات متزايدة الإصرار لرومانيا ، لأن أكثر من 600000 شخص يتحدثون المجرية مخلصون للتقاليد يقيمون في ترانسيلفانيا ، مما يهدد سراً حق بلد آخر في هذه المنطقة. هناك ما يكفي لقادة الاتحاد للتدخل ، كما كان ينبغي أن يتدخلوا منذ زمن طويل ، بطريقة قاسية ضد هذه الشخصية وأغلبية البلاد التي رغم كل شيء تدعمه. لا يمكن السماح للسياسيين الذين لا يشاركون في المبادئ التي يقوم عليها الاتحاد ، بالسماح بمثل هذه الغطرسة ، التي تتبع إنكار القواعد الديمقراطية في بلادهم ، مع إدخال الرقابة والحرمان من السلطة القضائية لممارسة وظيفتها بشكل مستقل. يبدو أيضًا أنه من غير المجدي أن نتذكر كيف رفضت بودابست ، مع دول أخرى في الكتلة السوفيتية السابقة ، مبدأ التبادلية والتضامن في تقسيم المهاجرين وكانت في خلاف تام مع السياسات الأوروبية التي أقرتها غالبية الدول. مثل هذا الوجود يشكل عائقا أمام العمل السياسي المشترك ويجب التفكير في حلول تلقائية وفورية ، والتي يمكن أن تفرض عقوبات مالية على التمويل ، حتى التعليق وحتى الطرد من الجمعية الأوروبية. يجب مواجهة التحديات الحالية على أساس المثل العليا التأسيسية للاتحاد ، دون السماح بتغييرها برؤى معاكسة ومتخلفة ، إذا لم يكن بالإمكان الاحتفاظ بجميع الأعضاء معًا ، فمن الأفضل استبعاد أولئك الذين لا يشاركون العمل السياسي المشترك.
lunedì 24 luglio 2023
Putin minaccia la Polonia
Il dispiegamento militare della Polonia al confine della Bielorussia, ha innervosito Putin, che ha minacciato Varsavia ricorrendo anche a citare Stalin; per il capo del Cremlino la minaccia alla Polonia è dovuta in quanto il paese bielorusso compone con Mosca l’alleanza sovranazionale tra Russia e Bielorussia. Lo schieramento militare polacco è visto come una minaccia tangibile alla esistenza stessa della Bielorussia, perché operato da un paese dell’Alleanza Atlantica. La ragione del timore di Varsavia, risiede nella presenza del territorio di Minsk dei militari della milizia privata Wagner, che dopo il fallito colpo di stato, si sono rifugiati nel paese di Lukashenko con la sua autorizzazione. Una infelice battuta del dittatore bielorusso, sulla possibilità di attraversare il confine con la Polonia, ha innescato uno stato di tensione molto elevato, che avvicina sempre di più la possibilità di uno scontro tra l’Alleanza Atlantica, di cui la Polonia fa parte, e la Russia, di cui, di fatto, la Bielorussia, più che un alleato è uno stato vassallo. Naturalmente Putin ha specificato che un attacco contro Minsk equivarrebbe ad un attacco a Mosca. Il presidente russo ipotizza anche un invio congiunto di militari polacchi e lituani all’interno del territorio ucraino, nella zona di Leopoli, per Putin l’intenzione dei due paesi ex sovietici e divenuti avversari, non sarebbe quella di prestare aiuto agli ucraini, ma di sottrargli del territorio: si tratta, evidentemente, di un tentativo di portare disordine nella coalizione che sostiene Kiev con informazioni atte a destabilizzare i rapporti tra i tre governi. In realtà queste affermazioni non hanno alcun credito internazionale e sono rivolte, piuttosto, all’opinione pubblica russa, nell’estremo tentativo di rivitalizzare il gradimento della popolazione verso l’operazione militare speciale, che sembra riscuotere sempre meno consenso. Individuare sempre nuovi nemici e darne particolare risalto, anche distorcendo la storia, con narrazioni costruite a proprio uso e consumo, rivela che l’isolamento di Mosca è sempre più tangibile anche dentro le mura del Cremlino. L’enfasi che viene data alla prossima visita di Lukashenko, non certo un primo attore internazionale, ma un personaggio succube di Putin, costituisce una informazione in più di come la Russia accusi la propria solitudine internazionale e cerchi di aggirarla, sfruttando ogni minima occasione. Dal punto di vista militare, però, è un fatto che la decisione di Varsavia, peraltro legittima, perché operata entro i propri confini, costituisca un aggravamento della situazione, per la possibilità concreta di un allargamento del conflitto, sia come quantità ed entità degli attori coinvolti, che, anche per l’allargamento del territorio coinvolto. Uno sviluppo della guerra nella parte settentrionale del paese ucraino, quello al confine con la Bielorussia, potrebbe alleggerire la pressione di Kiev sull’esercito russo, che sta faticando a contenere lo sfondamento dell’esercito di Zelensky nelle zone occupate dall’Armata rossa. Ora un allargamento del conflitto in quelle zone potrebbe coinvolgere anche la frontiera con la Polonia, mentre più remote sono le possibilità di un allargamento verso le frontiere di Lituania ed Estonia. Il timore occidentale è che questa sia una strategia che Putin intenda adottare, usando l’alleato bielorusso e la milizia Wagner, per ora impegnata soltanto nell’addestramento dei soldati di Minsk, ma che potrebbe riabilitarsi agli occhi del Cremlino, rendendosi protagonista di azioni contro l’Ucraina condotte dalla Bielorussia. Uno scenario possibile, dal quale difficilmente l’Ucraina potrebbe uscire vincente; tuttavia in questo possibile schema il punto debole è proprio la vicinanza della Polonia, che non potrebbe tollerare nei pressi dei suoi confini la presenza di invasori all’interno delle regione dell’Ucraina vicine ai territori polacchi. Qui sta il dilemma, quale sarà la volontà di Putin di portare avanti un piano così rischioso da obbligare l’Alleanza Atlantica ad essere coinvolta direttamente nel conflitto. Si tratta di un’ipotesi che rischia di essere sempre più vicina e di portare allo scoppio della terza guerra mondiale, con tutte le conseguenze ben immaginabili. Per ora gli USA tacciono, ma per impedire un avanzamento verso ovest del conflitto occorrerà mantenere il maggiore equilibrio possibile in uno scenario non certo facile, dove la guida dovrà essere che una guerra mondiale non può convenire ad alcun attore in gioco.
Putin threatens Poland
Poland's military deployment on the Belarusian border unnerved Putin, who threatened Warsaw, even quoting Stalin; for the head of the Kremlin, the threat to Poland is due to the fact that the Belarusian country forms the supranational alliance between Russia and Belarus with Moscow. The Polish military deployment is seen as a tangible threat to the very existence of Belarus, because it is operated by a country of the Atlantic Alliance. The reason for the fear of Warsaw lies in the presence in the Minsk area of the Wagner private militia, who after the failed coup d'état, took refuge in Lukashenko's country with his authorization. An unfortunate joke by the Belarusian dictator, about the possibility of crossing the border with Poland, has triggered a very high state of tension, which brings ever closer the possibility of a clash between the Atlantic Alliance, of which Poland is a part, and Russia, of which, in fact, Belarus is more a vassal state than an ally. Of course, Putin specified that an attack on Minsk would be equivalent to an attack on Moscow. The Russian president also hypothesizes a joint dispatch of Polish and Lithuanian soldiers within Ukrainian territory, in the Lviv area. According to Putin, the intention of the two ex-Soviet countries that have become adversaries would not be to lend aid to the Ukrainians, but to deprive them of territory: this is, evidently, an attempt to bring disorder to the coalition that supports Kiev with information capable of destabilizing relations between the three governments. In reality, these statements have no international credit and are rather aimed at Russian public opinion, in an extreme attempt to revitalize the popularity of the population towards the special military operation, which seems to be receiving less and less consensus. Always identifying new enemies and giving particular prominence, even by distorting history, with narratives constructed for one's own use and consumption, reveals that the isolation of Moscow is increasingly tangible even within the walls of the Kremlin. The emphasis that is given to the next visit of Lukashenko, certainly not a leading international actor, but a character dominated by Putin, constitutes further information on how Russia accuses its international solitude and tries to circumvent it, exploiting every slightest opportunity. From a military point of view, however, it is a fact that Warsaw's decision, however legitimate, because it was made within its own borders, constitutes an aggravation of the situation, due to the concrete possibility of an expansion of the conflict, both in terms of the number and entity of the actors involved, and also due to the enlargement of the territory involved. A development of the war in the northern part of the Ukrainian country, the one on the border with Belarus, could ease the pressure of Kiev on the Russian army, which is struggling to contain the breakthrough of Zelensky's army in the areas occupied by the Red Army. Now an expansion of the conflict in those areas could also involve the border with Poland, while the possibilities of an expansion towards the borders of Lithuania and Estonia are more remote. The Western fear is that this is a strategy that Putin intends to adopt, using his Belarusian ally and the Wagner militia, currently engaged only in training the soldiers of Minsk, but which could rehabilitate itself in the eyes of the Kremlin, becoming the protagonist of actions against Ukraine led by Belarus. A possible scenario, from which Ukraine could hardly emerge victorious; however, in this possible scheme, the weak point is precisely the proximity of Poland, which could not tolerate the presence of invaders within the regions of Ukraine close to Polish territories near its borders. Herein lies the dilemma, what will be Putin's willingness to carry out such a risky plan as to oblige the Atlantic Alliance to be directly involved in the conflict. It is a hypothesis that risks being ever closer and leading to the outbreak of the third world war, with all the imaginable consequences. For now, the USA is silent, but to prevent the conflict from advancing westward, it will be necessary to maintain the greatest possible balance in a scenario that is certainly not easy, where the guide must be that a world war cannot be beneficial to any actor involved.
Putin amenaza a Polonia
El despliegue militar de Polonia en la frontera con Bielorrusia desconcertó a Putin, quien amenazó a Varsovia, citando incluso a Stalin; para el jefe del Kremlin, la amenaza para Polonia se debe a que el país bielorruso forma la alianza supranacional entre Rusia y Bielorrusia con Moscú. El despliegue militar polaco se ve como una amenaza tangible a la existencia misma de Bielorrusia, porque es operado por un país de la Alianza Atlántica. El motivo del miedo a Varsovia radica en la presencia en la zona de Minsk de la milicia privada Wagner, que tras el fallido golpe de Estado se refugió en el país de Lukashenko con su autorización. Una desafortunada broma del dictador bielorruso, sobre la posibilidad de cruzar la frontera con Polonia, ha desencadenado un altísimo estado de tensión, que acerca cada vez más la posibilidad de un choque entre la Alianza Atlántica, de la que Polonia forma parte, y Rusia, de la que, de hecho, Bielorrusia es más un estado vasallo que un aliado. Por supuesto, Putin especificó que un ataque a Minsk sería equivalente a un ataque a Moscú. El presidente ruso también plantea la hipótesis de un envío conjunto de soldados polacos y lituanos dentro del territorio ucraniano, en la zona de Lviv. Según Putin, la intención de los dos países exsoviéticos que se han convertido en adversarios no sería prestar ayuda a los ucranianos, sino despojarlos de territorio: se trata, evidentemente, de un intento de desordenar la coalición que apoya a Kiev con información capaz de desestabilizar las relaciones entre los tres gobiernos. En realidad, estas declaraciones no tienen crédito internacional y están más bien dirigidas a la opinión pública rusa, en un intento extremo de revitalizar la popularidad de la población hacia la operación militar especial, que parece tener cada vez menos consenso. Siempre identificando nuevos enemigos y dándole especial protagonismo, incluso tergiversando la historia, con relatos construidos para el propio uso y consumo, revela que el aislamiento de Moscú es cada vez más tangible incluso dentro de los muros del Kremlin. El énfasis que se le da a la próxima visita de Lukashenko, ciertamente no un actor internacional de primer orden, pero sí un personaje dominado por Putin, constituye un dato más de cómo Rusia acusa su soledad internacional y trata de sortearla, aprovechando cada mínima oportunidad. Sin embargo, desde un punto de vista militar, es un hecho que la decisión de Varsovia, aunque legítima, porque se tomó dentro de sus propias fronteras, constituye un agravamiento de la situación, debido a la posibilidad concreta de una expansión del conflicto, tanto en términos del número y la entidad de los actores involucrados, como por la ampliación del territorio involucrado. Un desarrollo de la guerra en la zona norte del país ucraniano, en la frontera con Bielorrusia, podría aliviar la presión de Kiev sobre el ejército ruso, que lucha por contener el avance del ejército de Zelensky en las zonas ocupadas por el Ejército Rojo. Ahora una expansión del conflicto en esas zonas podría pasar también por la frontera con Polonia, mientras que las posibilidades de una expansión hacia las fronteras de Lituania y Estonia son más remotas. El temor occidental es que esta sea una estrategia que pretenda adoptar Putin, utilizando a su aliado bielorruso y a la milicia Wagner, actualmente dedicada únicamente al entrenamiento de los soldados de Minsk, pero que podría rehabilitarse a los ojos del Kremlin, convirtiéndose en protagonista de acciones contra Ucrania lideradas por Bielorrusia. Un escenario posible, del que Ucrania difícilmente podría salir victoriosa; sin embargo, en este posible esquema, el punto débil es precisamente la proximidad de Polonia, que no podría tolerar la presencia de invasores dentro de las regiones de Ucrania cercanas a los territorios polacos cercanos a sus fronteras. Aquí está el dilema, cuál será la voluntad de Putin de llevar a cabo un plan tan arriesgado como para obligar a la Alianza Atlántica a involucrarse directamente en el conflicto. Es una hipótesis que corre el riesgo de estar cada vez más cerca y conducir al estallido de la tercera guerra mundial, con todas las consecuencias imaginables. Por ahora EE.UU. guarda silencio, pero para evitar que el conflicto avance hacia el oeste será necesario mantener el mayor equilibrio posible en un escenario que ciertamente no es fácil, donde la guía debe ser que una guerra mundial no puede ser beneficiosa para ningún actor involucrado.
Putin bedroht Polen
Der Militäreinsatz Polens an der weißrussischen Grenze verunsicherte Putin, der Warschau drohte und sogar Stalin zitierte; Für den Kremlchef liegt die Bedrohung Polens darin begründet, dass das weißrussische Land mit Moskau das supranationale Bündnis zwischen Russland und Weißrussland bildet. Der polnische Militäreinsatz wird als handfeste Bedrohung für die Existenz Weißrusslands angesehen, da er von einem Land des Atlantischen Bündnisses betrieben wird. Der Grund für die Angst vor Warschau liegt in der Präsenz der Privatmiliz Wagner im Raum Minsk, die nach dem gescheiterten Putsch mit seiner Genehmigung in Lukaschenkos Land Zuflucht suchte. Ein unglücklicher Scherz des belarussischen Diktators über die Möglichkeit, die Grenze zu Polen zu überschreiten, hat eine sehr hohe Spannung ausgelöst, die die Möglichkeit eines Zusammenstoßes zwischen dem Atlantischen Bündnis, zu dem Polen gehört, und Russland, zu dem Weißrussland in Wirklichkeit eher ein Vasallenstaat als ein Verbündeter ist, immer näher rückt. Natürlich hat Putin klargestellt, dass ein Angriff auf Minsk einem Angriff auf Moskau gleichkäme. Der russische Präsident vermutet auch eine gemeinsame Entsendung polnischer und litauischer Soldaten auf ukrainischem Territorium, in der Gegend von Lemberg. Laut Putin besteht die Absicht der beiden ehemaligen Sowjetländer, die zu Gegnern geworden sind, nicht darin, den Ukrainern Hilfe zu leisten, sondern ihnen Gebiete zu entziehen: Dies ist offensichtlich ein Versuch, Unruhe in die Koalition zu bringen, die Kiew mit Informationen unterstützt, die die Beziehungen zwischen den drei Regierungen destabilisieren können. In Wirklichkeit haben diese Aussagen keine internationale Glaubwürdigkeit und richten sich eher an die öffentliche Meinung Russlands, in einem extremen Versuch, die Popularität der Bevölkerung für die spezielle Militäroperation wiederzubeleben, die immer weniger Konsens zu finden scheint. Das ständige Erkennen neuer Feinde und die besondere Hervorhebung, auch durch Verzerrung der Geschichte, mit Narrativen, die für den eigenen Gebrauch und Konsum konstruiert werden, zeigt, dass die Isolation Moskaus auch innerhalb der Mauern des Kremls zunehmend spürbar wird. Die Betonung des nächsten Besuchs von Lukaschenko, sicherlich kein führender internationaler Akteur, sondern eine von Putin dominierte Figur, ist ein weiterer Hinweis darauf, wie Russland seine internationale Einsamkeit anklagt und versucht, diese zu umgehen, indem es jede noch so kleine Gelegenheit ausnutzt. Aus militärischer Sicht ist es jedoch eine Tatsache, dass die Entscheidung Warschaus, so legitim sie auch sein mag, weil sie innerhalb seiner eigenen Grenzen getroffen wurde, eine Verschärfung der Situation darstellt, und zwar aufgrund der konkreten Möglichkeit einer Ausweitung des Konflikts, sowohl im Hinblick auf die Anzahl und Größe der beteiligten Akteure als auch aufgrund der Vergrößerung des betroffenen Territoriums. Eine Ausweitung des Krieges im nördlichen Teil des ukrainischen Landes an der Grenze zu Weißrussland könnte den Druck Kiews auf die russische Armee verringern, die darum kämpft, den Durchbruch von Selenskyjs Armee in den von der Roten Armee besetzten Gebieten einzudämmen. Nun könnte eine Ausweitung des Konflikts in diesen Gebieten auch die Grenze zu Polen betreffen, während die Möglichkeiten einer Ausweitung in Richtung der Grenzen Litauens und Estlands eher unwahrscheinlich sind. Der Westen befürchtet, dass dies eine Strategie ist, die Putin verfolgen will, indem er seinen weißrussischen Verbündeten und die Wagner-Miliz nutzt, die derzeit nur die Soldaten von Minsk ausbildet, sich aber in den Augen des Kremls rehabilitieren und zum Protagonisten der von Weißrussland angeführten Aktionen gegen die Ukraine werden könnte. Ein mögliches Szenario, aus dem die Ukraine kaum als Sieger hervorgehen könnte; Der Schwachpunkt dieses möglichen Plans liegt jedoch gerade in der Nähe Polens, das die Anwesenheit von Eindringlingen in den Regionen der Ukraine in der Nähe polnischer Gebiete in der Nähe seiner Grenzen nicht tolerieren konnte. Hierin liegt das Dilemma, wie groß die Bereitschaft Putins sein wird, einen solch riskanten Plan umzusetzen, der die Atlantische Allianz dazu zwingt, direkt in den Konflikt verwickelt zu werden. Es ist eine Hypothese, die Gefahr läuft, immer näher zu kommen und zum Ausbruch des Dritten Weltkriegs mit allen erdenklichen Konsequenzen zu führen. Die USA schweigen vorerst, aber um zu verhindern, dass der Konflikt nach Westen vordringt, wird es notwendig sein, ein größtmögliches Gleichgewicht in einem Szenario zu wahren, das sicherlich nicht einfach ist und in dem sich die Orientierung daran orientieren muss, dass ein Weltkrieg für keinen der beteiligten Akteure von Vorteil sein kann.
Poutine menace la Pologne
Le déploiement militaire de la Pologne à la frontière biélorusse a énervé Poutine, qui a menacé Varsovie, citant même Staline ; pour le chef du Kremlin, la menace pour la Pologne est due au fait que le pays biélorusse forme l'alliance supranationale entre la Russie et la Biélorussie avec Moscou. Le déploiement militaire polonais est considéré comme une menace tangible pour l'existence même de la Biélorussie, car il est opéré par un pays de l'Alliance atlantique. La raison de la peur de Varsovie réside dans la présence dans la région de Minsk de la milice privée de Wagner, qui, après le coup d'État manqué, s'est réfugiée dans le pays de Loukachenko avec son autorisation. Une plaisanterie malheureuse du dictateur biélorusse, sur la possibilité de franchir la frontière avec la Pologne, a déclenché un état de tension très élevé, qui rapproche de plus en plus la possibilité d'un affrontement entre l'Alliance atlantique, dont la Pologne fait partie, et la Russie, dont, en fait, la Biélorussie est plus un État vassal qu'un allié. Bien sûr, Poutine a précisé qu'une attaque contre Minsk équivaudrait à une attaque contre Moscou. Le président russe fait également l'hypothèse d'un envoi conjoint de soldats polonais et lituaniens en territoire ukrainien, dans la région de Lviv.Selon Poutine, l'intention des deux pays ex-soviétiques devenus adversaires ne serait pas d'aider les Ukrainiens, mais de les priver de territoire : il s'agit, à l'évidence, d'une tentative de semer le trouble dans la coalition qui soutient Kiev avec des informations susceptibles de déstabiliser les relations entre les trois gouvernements. En réalité, ces déclarations n'ont aucun crédit international et s'adressent plutôt à l'opinion publique russe, dans une tentative extrême de revitaliser la popularité de la population envers l'opération militaire spéciale, qui semble faire de moins en moins consensus. Toujours identifier de nouveaux ennemis et donner une importance particulière, même en déformant l'histoire, avec des récits construits pour son propre usage et sa propre consommation, révèle que l'isolement de Moscou est de plus en plus tangible même à l'intérieur des murs du Kremlin. L'accent mis sur la prochaine visite de Loukachenko, certes pas un acteur international de premier plan, mais un personnage dominé par Poutine, constitue un complément d'information sur la façon dont la Russie accuse sa solitude internationale et tente de la contourner, exploitant la moindre opportunité. D'un point de vue militaire, cependant, il est un fait que la décision de Varsovie, aussi légitime soit-elle, parce qu'elle a été prise à l'intérieur de ses propres frontières, constitue une aggravation de la situation, en raison de la possibilité concrète d'une extension du conflit, tant en termes de nombre et d'entité des acteurs impliqués, qu'en raison de l'élargissement du territoire impliqué. Un développement de la guerre dans la partie nord du pays ukrainien, celle à la frontière avec la Biélorussie, pourrait atténuer la pression de Kiev sur l'armée russe, qui peine à contenir la percée de l'armée de Zelensky dans les zones occupées par l'Armée rouge. Désormais, une extension du conflit dans ces zones pourrait également impliquer la frontière avec la Pologne, tandis que les possibilités d'une extension vers les frontières de la Lituanie et de l'Estonie sont plus éloignées. La crainte occidentale est qu'il s'agisse d'une stratégie que Poutine entend adopter, en utilisant son allié biélorusse et la milice Wagner, actuellement engagée uniquement dans la formation des soldats de Minsk, mais qui pourrait se réhabiliter aux yeux du Kremlin, en devenant le protagoniste des actions contre l'Ukraine menées par la Biélorussie. Un scénario possible, dont l'Ukraine pourrait difficilement sortir victorieuse ; or, dans ce schéma possible, le point faible est précisément la proximité de la Pologne, qui ne pouvait tolérer la présence d'envahisseurs dans les régions de l'Ukraine proches des territoires polonais proches de ses frontières. C'est là que réside le dilemme, quelle sera la volonté de Poutine de mener à bien un plan si risqué qu'il obligerait l'Alliance atlantique à être directement impliquée dans le conflit. C'est une hypothèse qui risque d'être de plus en plus proche et de conduire au déclenchement de la troisième guerre mondiale, avec toutes les conséquences imaginables. Pour l'instant, les USA se taisent, mais pour empêcher le conflit d'avancer vers l'ouest, il faudra maintenir le plus grand équilibre possible dans un scénario qui n'est certes pas facile, où le guide doit être qu'une guerre mondiale ne peut être bénéfique à aucun acteur impliqué.
Putin ameaça a Polônia
O posicionamento militar da Polônia na fronteira com a Bielo-Rússia enervou Putin, que ameaçou Varsóvia, citando até mesmo Stalin; para o chefe do Kremlin, a ameaça à Polônia se deve ao fato de o país bielorrusso formar a aliança supranacional entre a Rússia e a Bielo-Rússia com Moscou. O destacamento militar polaco é visto como uma ameaça tangível à própria existência da Bielorrússia, porque é operado por um país da Aliança Atlântica. A razão do medo de Varsóvia reside na presença na área de Minsk da milícia privada Wagner, que, após o golpe fracassado, se refugiou no país de Lukashenko com sua autorização. Uma piada infeliz do ditador bielorrusso, sobre a possibilidade de cruzar a fronteira com a Polónia, desencadeou um estado de tensão muito elevado, que aproxima cada vez mais a possibilidade de um embate entre a Aliança Atlântica, da qual a Polónia faz parte, e a Rússia, da qual, aliás, a Bielorrússia é mais um estado vassalo do que um aliado. Claro, Putin especificou que um ataque a Minsk seria equivalente a um ataque a Moscou. O presidente russo também levanta a hipótese de um envio conjunto de soldados poloneses e lituanos para dentro do território ucraniano, na área de Lviv. Na realidade, estas declarações não têm crédito internacional e dirigem-se antes à opinião pública russa, numa tentativa extrema de revitalizar a popularidade da população para a operação militar especial, que parece receber cada vez menos consenso. Sempre identificando novos inimigos e dando particular destaque, até distorcendo a história, com narrativas construídas para uso e consumo próprio, revela que o isolamento de Moscou é cada vez mais tangível mesmo dentro dos muros do Kremlin. O destaque dado à próxima visita de Lukashenko, certamente não um ator internacional de destaque, mas um personagem dominado por Putin, constitui mais uma informação sobre como a Rússia acusa sua solidão internacional e tenta contorná-la, explorando todas as oportunidades. Do ponto de vista militar, porém, é fato que a decisão de Varsóvia, por mais legítima que seja, por ter sido tomada dentro de suas próprias fronteiras, constitui um agravamento da situação, pela possibilidade concreta de expansão do conflito, tanto em número e entidade dos atores envolvidos, quanto pelo alargamento do território envolvido. Um desenvolvimento da guerra na parte norte do país ucraniano, aquele na fronteira com a Bielo-Rússia, poderia aliviar a pressão de Kiev sobre o exército russo, que luta para conter o avanço do exército de Zelensky nas áreas ocupadas pelo Exército Vermelho. Agora uma expansão do conflito nessas áreas também pode envolver a fronteira com a Polônia, enquanto as possibilidades de uma expansão para as fronteiras da Lituânia e da Estônia são mais remotas. O receio ocidental é que esta seja uma estratégia que Putin pretende adotar, recorrendo ao seu aliado bielorrusso e à milícia Wagner, atualmente empenhada apenas na formação dos soldados de Minsk, mas que poderá reabilitar-se aos olhos do Kremlin, tornando-se protagonista de ações contra a Ucrânia lideradas pela Bielorrússia. Um cenário possível, do qual a Ucrânia dificilmente sairia vitoriosa; porém, nesse possível esquema, o ponto fraco é justamente a proximidade da Polônia, que não toleraria a presença de invasores nas regiões da Ucrânia próximas aos territórios poloneses próximos às suas fronteiras. Aqui reside o dilema, qual será a vontade de Putin de levar a cabo um plano tão arriscado que obrigue a Aliança Atlântica a envolver-se directamente no conflito. É uma hipótese que corre o risco de estar cada vez mais próxima e levar à eclosão da terceira guerra mundial, com todas as consequências imagináveis. Para já, os EUA estão calados, mas para evitar que o conflito avance para ocidente, será necessário manter o maior equilíbrio possível num cenário que certamente não é fácil, onde a pauta deve ser que uma guerra mundial não pode ser benéfica para nenhum dos intervenientes envolvidos.
Путин угрожает Польше
Размещение польских войск на белорусской границе обеспокоило Путина, который угрожал Варшаве, даже цитируя Сталина; для главы Кремля угроза для Польши связана с тем, что белорусская страна образует наднациональный союз России и Беларуси с Москвой. Развертывание польских войск рассматривается как реальная угроза самому существованию Беларуси, поскольку им управляет страна Атлантического альянса. Причина страха Варшавы кроется в присутствии в районе Минска вагнеровской частной милиции, которая после неудавшегося переворота укрылась в стране Лукашенко с его санкции. Неудачная шутка белорусского диктатора о возможности пересечения границы с Польшей спровоцировала состояние очень высокой напряженности, что еще больше приближает возможность столкновения между Атлантическим альянсом, частью которого является Польша, и Россией, по отношению к которой, по сути, Беларусь является скорее вассальным государством, чем союзником. Конечно, Путин уточнил, что атака на Минск будет равносильна атаке на Москву. Российский президент также предполагает совместную отправку польских и литовских военных в пределах украинской территории, в районе Львова.По словам Путина, намерением двух бывших советских стран, ставших противниками, будет не оказание помощи украинцам, а лишение их территории: это, очевидно, попытка внести разлад в коалицию, поддерживающую Киев, информацией, способной дестабилизировать отношения трех правительств. На самом деле эти заявления не пользуются международным доверием и скорее нацелены на российское общественное мнение, в крайней попытке оживить популярность среди населения специальной военной операции, которая, похоже, получает все меньше и меньше консенсуса. Всегда выявляя новых врагов и уделяя особое внимание, даже искажая историю, с нарративами, построенными для собственного использования и потребления, показывает, что изоляция Москвы становится все более ощутимой даже в стенах Кремля. Акцент, который делается на очередном визите Лукашенко, конечно, не ведущего международного актора, а персонажа, в котором доминирует Путин, представляет собой дополнительную информацию о том, как Россия обвиняет свое международное одиночество и пытается его обойти, используя любую малейшую возможность. Однако с военной точки зрения фактом является то, что решение Варшавы, каким бы законным оно ни было, поскольку оно было принято в ее собственных границах, представляет собой обострение ситуации в связи с конкретной возможностью расширения конфликта как с точки зрения количества и состава вовлеченных акторов, так и с точки зрения расширения вовлеченной территории. Развитие войны в северной части украинской страны, на границе с Белоруссией, могло бы ослабить давление Киева на российскую армию, которая пытается сдержать прорыв армии Зеленского в районы, оккупированные Красной армией. Теперь расширение конфликта в этих районах может коснуться и границы с Польшей, а возможности расширения к границам Литвы и Эстонии более отдалены. Запад опасается, что это стратегия, которую намерен принять Путин, используя своего белорусского союзника и вагнеровское ополчение, которое в настоящее время занимается только обучением солдат Минска, но которое может реабилитироваться в глазах Кремля, став главным действующим лицом действий против Украины во главе с Беларусью. Возможный сценарий, из которого Украине вряд ли удастся выйти победителем; однако в этой возможной схеме слабым местом является именно близость Польши, которая не могла мириться с присутствием оккупантов в пределах близких к польским территориям у ее границ областей Украины. В этом и заключается дилемма, какова будет готовность Путина осуществить столь рискованный план, чтобы заставить Атлантический альянс принять непосредственное участие в конфликте. Это гипотеза, которая рискует стать еще ближе и привести к началу третьей мировой войны со всеми мыслимыми последствиями. Пока США хранят молчание, но для предотвращения продвижения конфликта на запад необходимо будет сохранить максимально возможный баланс в сценарии, который, безусловно, непрост, где ориентиром должно быть то, что мировая война не может быть выгодна ни одному участнику.
普京威脅波蘭
波蘭在白俄羅斯邊境的軍事部署讓普京感到不安,他威脅華沙,甚至引用了斯大林的話; 對於克里姆林宮首腦來說,對波蘭的威脅是由於白俄羅斯國家與莫斯科組成了俄羅斯和白俄羅斯之間的超國家聯盟。 波蘭的軍事部署被視為對白俄羅斯生存的切實威脅,因為它是由大西洋聯盟國家實施的。 華沙恐懼的原因在於明斯克地區存在瓦格納私人民兵,他們在政變失敗後在盧卡申科的授權下避難到盧卡申科的國家。 白俄羅斯獨裁者關於跨越波蘭邊境的可能性的一個不幸的笑話引發了高度緊張的狀態,這使得波蘭所屬的大西洋聯盟與俄羅斯之間發生衝突的可能性越來越大,而事實上,白俄羅斯更多的是俄羅斯的附庸國而不是盟友。 當然,普京明確表示,對明斯克的襲擊相當於對莫斯科的襲擊。 俄羅斯總統還假設波蘭和立陶宛將在烏克蘭領土利沃夫地區聯合派遣士兵。根據普京的說法,這兩個已成為對手的前蘇聯國家的意圖不是向烏克蘭人提供援助,而是剝奪他們的領土:這顯然是企圖通過能夠破壞三個政府之間關係穩定的信息來擾亂支持基輔的聯盟。 事實上,這些言論沒有任何國際信譽,而是針對俄羅斯輿論,極端試圖重振民眾對特種軍事行動的支持,而這一行動似乎越來越得不到共識。 總是找出新的敵人並特別突出,甚至通過歪曲歷史、為自己的使用和消費而構建的敘事,表明即使在克里姆林宮的圍牆內,莫斯科的孤立也越來越明顯。 對盧卡申科下次訪問的強調,當然不是一個主要的國際演員,而是一個由普京主導的角色,進一步說明了俄羅斯如何指責其在國際上的孤獨,並試圖利用每一個微小的機會來規避它。 然而,從軍事角度來看,事實上,華沙的決定無論多麼合法,因為它是在自己的境內做出的,但由於衝突有可能擴大,無論是在所涉行為者的數量和實體方面,還是由於所涉領土的擴大,都構成了局勢的惡化。 烏克蘭北部與白俄羅斯接壤的地區戰事的發展可能會緩解基輔對俄羅斯軍隊的壓力,俄羅斯軍隊正在努力遏制澤連斯基軍隊在紅軍佔領地區的突破。 現在,這些地區的衝突擴大還可能涉及與波蘭的邊界,而向立陶宛和愛沙尼亞邊界擴大的可能性則更加渺茫。 西方擔心,這是普京打算採取的策略,利用他的白俄羅斯盟友和瓦格納民兵,目前只從事訓練明斯克的士兵,但它可能會在克里姆林宮眼中恢復正常,成為白俄羅斯領導的針對烏克蘭行動的主角。 烏克蘭很難取得勝利的可能情況; 然而,在這個可能的計劃中,弱點恰恰是波蘭的鄰近性,它不能容忍入侵者出現在烏克蘭靠近其邊境的波蘭領土的地區。 困境就在這裡,普京是否願意執行如此冒險的計劃,迫使大西洋聯盟直接捲入衝突。 這一假設有可能變得越來越接近並導致第三次世界大戰爆發,並帶來各種可以想像的後果。 目前,美國保持沉默,但為了防止衝突向西推進,有必要在一個肯定不容易的情況下保持最大可能的平衡,其中的指導方針必須是世界大戰不會對任何參與者有利。
プーチン大統領、ポーランドを脅す
ポーランドのベラルーシ国境への軍事展開はプーチン大統領を動揺させ、スターリンの言葉を引用してワルシャワを脅迫した。 クレムリンのトップにとって、ポーランドに対する脅威は、ベラルーシの国がモスクワとロシア・ベラルーシ間の超国家同盟を結んでいるという事実によるものである。 ポーランドの軍事配備は、大西洋同盟国によって運営されているため、ベラルーシの存在そのものに対する明白な脅威とみなされている。 ワルシャワに対する恐怖の理由は、クーデター失敗後、ルカシェンコの許可を得てルカシェンコの国に避難したワグナー民間民兵組織がミンスク地域に存在していることにある。 ポーランドとの国境を越える可能性についてのベラルーシの独裁者による不幸なジョークが非常に高い緊張状態を引き起こし、ポーランドもその一員である大西洋同盟と、事実上ベラルーシは同盟国というより属国であるロシアとの間で衝突の可能性がますます近づいている。 もちろん、プーチン大統領は、ミンスクへの攻撃はモスクワへの攻撃と同等であると明記した。 プーチン大統領はまた、ウクライナ領土内、リヴィウ地域にポーランド軍とリトアニア軍を共同派遣するという仮説を立てているが、プーチン大統領によれば、敵対関係となった旧ソ連2カ国の意図はウクライナ人に援助を与えることではなく、領土を奪うことであり、これは明らかに3政府間の関係を不安定化させる可能性のある情報でキエフを支援する連合軍に混乱をもたらす試みであるとしている。 実際には、これらの声明には国際的な信用はなく、むしろロシアの世論に向けられており、ますますコンセンサスが得られなくなっているように見える特別軍事作戦に対する国民の人気を再活性化しようとする極端な試みである。 常に新たな敵を特定し、自分自身の利用と消費のために構築された物語によって歴史を歪曲してさえも特別な目立った存在を与えることは、モスクワの孤立がクレムリンの壁の中でもますます明白になっていることを明らかにしている。 ルカシェンコ氏の次回訪問が強調されているのは、確かに主要な国際的俳優ではなく、プーチン大統領に支配された人物であり、ロシアがどのようにして国際的な孤立を非難し、あらゆるわずかな機会を利用してそれを回避しようとしているのかについての更なる情報となる。 しかし、軍事的な観点から見ると、ワルシャワの決定は、たとえそれが自国の国境内でなされたものであっても正当なものであっても、関与する主体の数と主体の両方の点において紛争が拡大する具体的な可能性があること、また関与する領土の拡大により、状況の悪化を構成することは事実である。 ベラルーシとの国境にあるウクライナ北部での戦争の進展は、赤軍占領地域でのゼレンスキー軍の突破を阻止しようと奮闘しているロシア軍に対するキエフの圧力を和らげる可能性がある。 現在、これらの地域での紛争の拡大にはポーランドとの国境も含まれる可能性があるが、リトアニアとエストニアの国境に向けて拡大する可能性はさらに遠い。 西側諸国が懸念しているのは、これがプーチン大統領がベラルーシの同盟国とワグナー民兵組織を利用して採用しようとしている戦略であり、現在はミンスク兵士の訓練のみに従事しているが、クレムリンの目の前で更生し、ベラルーシ主導の対ウクライナ行動の主人公になる可能性があるということだ。 考えられるシナリオでは、ウクライナが勝利することはほとんどあり得ない。 しかし、この考えられる計画の弱点はまさにポーランドに近いことであり、ポーランドは国境付近のポーランド領土に近いウクライナ地域内への侵略者の存在を容認できなかった。 ここにジレンマがある。大西洋同盟に紛争への直接関与を強いるような危険な計画をプーチン大統領がどう実行するつもりなのかということである。 それは、これまで以上に接近し、第三次世界大戦の勃発につながり、考えられるあらゆる結果をもたらす危険性を秘めた仮説です。 今のところ米国は沈黙しているが、紛争が西側に進むのを防ぐには、決して容易ではないシナリオの中で可能な限りのバランスを維持する必要があり、世界大戦は関係者にとって利益になり得ないという指針がなければならない。
بوتين يهدد بولندا
أثار الانتشار العسكري البولندي على الحدود البيلاروسية قلق بوتين ، الذي هدد وارسو ، حتى نقلاً عن ستالين ؛ بالنسبة لرئيس الكرملين ، فإن التهديد الذي يواجه بولندا يرجع إلى حقيقة أن الدولة البيلاروسية تشكل تحالفًا فوق وطنيًا بين روسيا وبيلاروسيا مع موسكو. يُنظر إلى الانتشار العسكري البولندي على أنه تهديد ملموس لوجود بيلاروسيا ، لأنه يتم تشغيله من قبل دولة من دول الحلف الأطلسي. يكمن سبب الخوف من وارسو في وجود ميليشيا فاغنر الخاصة في منطقة مينسك ، والتي لجأت بعد الانقلاب الفاشل إلى بلد لوكاشينكو بتفويض منه. تسببت نكتة مؤسفة للديكتاتور البيلاروسي ، حول إمكانية عبور الحدود مع بولندا ، في حالة توتر عالية جدًا ، مما يزيد من احتمالية حدوث صدام بين الحلف الأطلسي ، الذي تعد بولندا جزءًا منه ، وروسيا ، التي تعتبر بيلاروسيا في الواقع دولة تابعة لها أكثر من كونها حليفًا. بالطبع ، حدد بوتين أن الهجوم على مينسك سيكون بمثابة هجوم على موسكو. يفترض الرئيس الروسي أيضًا إرسال جنود بولنديين وليتوانيين مشتركين داخل الأراضي الأوكرانية ، في منطقة لفيف. ووفقًا لبوتين ، فإن نية البلدين السوفياتي السابقين اللتين أصبحتا خصمين لن يكون تقديم المساعدة إلى الأوكرانيين ، بل حرمانهم من الأراضي: من الواضح أن هذه محاولة لإحداث اضطراب في التحالف الذي يدعم كييف بمعلومات قادرة على زعزعة الاستقرار بين الحكومات الثلاث. في الواقع ، هذه التصريحات ليس لها أي مصداقية دولية وهي بالأحرى موجهة للرأي العام الروسي ، في محاولة متطرفة لتنشيط شعبية السكان تجاه العملية العسكرية الخاصة ، والتي يبدو أنها تحظى بإجماع أقل فأقل. إن تحديد الأعداء الجدد دائمًا وإعطاء أهمية خاصة ، حتى من خلال تشويه التاريخ ، بروايات مبنية للاستخدام والاستهلاك الشخصي ، يكشف أن عزلة موسكو ملموسة بشكل متزايد حتى داخل جدران الكرملين. إن التركيز الذي يُعطى للزيارة القادمة للوكاشينكو ، ليس بالتأكيد لاعبًا دوليًا رائدًا ، ولكن شخصية يسيطر عليها بوتين ، يشكل معلومات إضافية حول كيفية اتهام روسيا بعزلة دولية ومحاولة الالتفاف عليها ، مستغلة كل فرصة ضئيلة. لكن من وجهة النظر العسكرية ، من المؤكد أن قرار وارسو ، مهما كان شرعياً ، لأنه تم اتخاذه داخل حدودها ، يشكل تفاقمًا للوضع ، بسبب الاحتمال الملموس لتوسيع الصراع ، سواء من حيث عدد وكيان الأطراف المعنية ، وأيضًا بسبب توسيع المنطقة المعنية. تطور الحرب في الجزء الشمالي من الدولة الأوكرانية ، على الحدود مع بيلاروسيا ، يمكن أن يخفف من ضغط كييف على الجيش الروسي ، الذي يكافح لاحتواء اختراق جيش زيلينسكي في المناطق التي يحتلها الجيش الأحمر. الآن يمكن أن يشمل توسع الصراع في تلك المناطق الحدود مع بولندا ، في حين أن احتمالات التوسع نحو حدود ليتوانيا وإستونيا أبعد ما تكون. يخشى الغرب من أن هذه استراتيجية ينوي بوتين تبنيها ، مستخدماً حليفه البيلاروسي وميليشيا فاجنر ، التي تعمل حاليًا فقط في تدريب جنود مينسك ، لكنها يمكن أن تعيد تأهيل نفسها في نظر الكرملين ، لتصبح بطل الأعمال ضد أوكرانيا بقيادة بيلاروسيا. سيناريو محتمل ، من الصعب أن تخرج أوكرانيا منه منتصرة ؛ ومع ذلك ، في هذا المخطط المحتمل ، فإن نقطة الضعف هي على وجه التحديد قرب بولندا ، التي لا يمكن أن تتسامح مع وجود الغزاة داخل مناطق أوكرانيا القريبة من الأراضي البولندية بالقرب من حدودها. هنا تكمن المعضلة ، ما هو استعداد بوتين لتنفيذ مثل هذه الخطة المحفوفة بالمخاطر لإلزام حلف الأطلسي بالانخراط مباشرة في الصراع. إنها فرضية تخاطر بالاقتراب أكثر من أي وقت مضى وتؤدي إلى اندلاع الحرب العالمية الثالثة ، مع كل العواقب التي يمكن تخيلها. في الوقت الحالي ، الولايات المتحدة صامتة ، ولكن لمنع الصراع من التقدم غربًا ، سيكون من الضروري الحفاظ على أكبر توازن ممكن في سيناريو ليس سهلاً بالتأكيد ، حيث يجب أن يكون الدليل هو أن الحرب العالمية لا يمكن أن تكون مفيدة لأي طرف مشارك.