Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
giovedì 23 maggio 2013
真主黨的敘利亞戰爭的解釋
真主黨是敘利亞危機的分析是,他犯了西方世界,美國和以色列的頭部,破壞被認為是由伊斯蘭民兵在黎巴嫩,這個國家的合法政府。讀數完全符合什麼是表示幾次阿薩德,誰不不考慮內戰不斷,企圖到刪除一個獨裁政權肯定在該國的民主改革,作為長期的恐怖行為提供其他國家的目的。事實上,這可能是真實的,只有部分:以色列特拉維夫和大馬士革之間的戰鬥開始失去一切阿薩德下降,儘管其與伊朗結盟,已經建立了一個非交戰狀態,以色列使該國可以輕鬆地控制邊境附近戈蘭。在另一方面阿薩德,而在與伊朗的密切接觸,有沒有興趣改變現狀。然而,對伊朗的戰爭的演變,他最有影響力的給予正規部隊的支持,和這導致以色列和美國的關注程度增加,但在開始時它是不是這樣:在阿拉伯之春之後,反對派呼籲改革沒有被授予企圖扼殺血騷亂引發了目前的情況。然而,更重要的是,可能是海灣國家的作用,旨在改變敘利亞政府,推動各界接納遜尼派,才能有緊密相連的國家沙特,尤其是在反伊朗的戰略盟友然後對斯基泰人。這一戰略也有助於抵消斯基泰人在伊拉克的行動,攻擊越來越頻繁,隔離部分的土地,其實是一個大增長,巴格達政府。正如真主黨,敘利亞將充當以色列自身優勢孵化的陰謀,似乎,因此,不正確的讀數或刻意的方式不是真的。使用以色列作為替罪羊的其餘部分是始終舒適的阿拉伯國家,更難以以參考公開一戰裡面伊斯蘭教,部分因為它是不以真主黨,尋求採取每一個機會來旋轉這個政策對特拉維夫的功能。作為一個必然結果分析,黎巴嫩什葉派民兵真主黨的黨副秘書長,納伊姆·卡西姆說,該組織將不會無動於衷的情況,發動反對猶太复國主義國家的威脅。沒有什麼新的聲明幾乎所有的情況下,這是一貫的沉默,與通常的編制準備好面對可能從黎巴嫩南部發射的火箭彈,以色列軍方在特拉維夫接受。動機是同時進行的真主黨,內戰不斷是虛假的,因為反對黨也沒有打算圍繞和平表坐,出現弱,因為由於缺乏談判是由於的拒絕的政權和缺乏團結叛軍,世俗主義和伊斯蘭主義者之間,後者承諾將在該國建立一個哈里發。真主黨的意圖是,然而,防止落入手中的叛軍或西方人全國,這樣做的動機是完全功能的運動非常生存,,沒有敘利亞的支持,會看到一個一定的情況在那裡,即使在聯盟伊朗將大幅減少,譴責運動前庭隔離,失敗和滅絕。有了這樣的背景下,它是非常可以理解的衷心呼籲黎巴嫩總統米歇爾·蘇萊曼在聯合國和阿拉伯國家聯盟,以保護他的國家從敘利亞戰爭發展的影響。
تفسير حرب حزب الله السوري
التحليل أن حزب الله هو الأزمة السورية هو الذي ارتكب العالم الغربي، والولايات المتحدة وإسرائيل في الرأس، لتدمير ما يعتبر من قبل الميليشيات الإسلامية في لبنان، الحكومة الشرعية للبلاد. وهي قراءة تتفق تماما مع ما ورد عدة مرات من قبل الأسد، الذي لا ينظر في الحرب الأهلية الدائرة، ومحاولة لحذف الدكتاتورية إلى تأكيد إصلاحات ديمقراطية في البلاد، كما عمل إرهابي لفترات طويلة تخدم أغراض دول أخرى. في الواقع هذا قد يكون صحيحا جزئيا فقط: ان اسرائيل كل شيء لانقاص وقبل سقوط الأسد في بداية القتال، على الرغم من تحالفها مع إيران، بين تل أبيب ودمشق قد أنشأت حالة من عدم اعتداء، والتي سمحت إسرائيل للسيطرة على البلاد بسهولة الحدود قرب الجولان. على ناحية أخرى، فإن الأسد، في حين على اتصال وثيق مع طهران، ليست لها مصلحة في تغيير الوضع الراهن. تطور الحرب على إيران، ومع ذلك، فقد جعلت منه الأكثر تأثيرا على الدعم الذي قدمه إلى القوات النظامية، وهذا أدى إلى زيادة في مستوى الاهتمام من إسرائيل والولايات المتحدة، ولكن في البداية لم يكن ذلك: في أعقاب الربيع العربي المعارضة قد دعت إلى الإصلاحات التي لم يتم منحهم وأثارت محاولة لخنق الشغب الدم السيناريو الحالي. الأهم من ذلك، ومع ذلك، وربما كان دور دول الخليج، تهدف إلى تغيير الحكومة في سوريا، لتعزيز القبول من أهل السنة، من أجل أن يكون حليفا استراتيجيا مرتبطا بقوة إلى البلدان السعوديين، خصوصا في مكافحة إيران ومن ثم ضد السكيثيين. يخدم هذه الاستراتيجية أيضا لمواجهة الإجراءات التي السكيثيين تبذل في العراق، الهجمات التي تصبح أكثر تكرارا، إلى عزل أجزاء من الأراضي، في الواقع نمو الأغلبية، حكومة بغداد. وكما ذكر من قبل حزب الله، سوريا التي ستعمل في مؤامرة تحاك من قبل إسرائيل لمصلحتها الخاصة، على ما يبدو، بالتالي، على قراءة غير صحيحة أو قدم عمدا بطريقة غير صحيحة. بقية استخدام إسرائيل ككبش فداء هو دائما مريحة في البلدان العربية، من الصعب أن أشير صراحة إلى حرب داخل الإسلام، في جزء منه لأنها ليست وظيفية لأغراض حزب الله، الذي يسعى إلى انتهاز كل فرصة لزيادة ونقصان هذه السياسة ضد تل أبيب. وكنتيجة طبيعية لهذا التحليل، نائب الأمين العام للحزب من حزب الله الشيعي اللبناني، وقال نعيم قاسم أن المنظمة لن تبقى غير مبالية بالوضع، وإطلاق التهديدات ضد الدولة الصهيونية. شيئا جديدا وإعلانات ظرف تقريبا، والتي قبلت في تل أبيب مع الصمت المعتاد ومع إعداد المعتادة من الجيش الإسرائيلي على استعداد لمواجهة اطلاق النار ممكن من الصواريخ من جنوب لبنان. ويتم الدافع أيضا من قبل حزب الله أن الحرب الأهلية الدائرة هو زائف، لأن أحزاب المعارضة لا تنوي الجلوس حول طاولة للسلام، يبدو ضعيفا، لأن نتيجة لمفاوضات نقص يرجع إلى رفض النظام وعدم وجود وحدة المتمردين، وتنقسم بين العلمانيين والإسلاميين، مع هذا الأخير تعهد لإنشاء الخلافة في البلاد. نية حزب الله هو، ومع ذلك، لمنع البلاد من الوقوع في أيدي المتمردين أو للغربيين، وهذا الدافع هو وظيفي تماما لبقاء الحركة، أنه من دون دعم من سوريا، ستشهد حالة معينة حيث حتى التحالف مع إيران ستنخفض بشكل كبير، تدين الحركة إلى العزلة، الدهليز من الهزيمة والانقراض. مع هذه الخلفية من المفهوم جدا نداء القلبية من الرئيس اللبناني ميشال سليمان في الأمم المتحدة وجامعة الدول العربية لحماية بلاده من آثار التطورات في الحرب السورية.
mercoledì 22 maggio 2013
L'Iran alla vigilia delle elezioni
In un Iran alla vigilia delle elezioni si è delineata la griglia dei concorrenti che concorreranno alla carica di Presidente del paese. La difficile situazione economica iraniana, dovuta alla pressione delle sanzioni internazionali per la questione nucleare e la posizione della nazione sulla scena internazionale saranno gli argomenti cardine sui quali verterà il dibattito elettorale che condurrà alle elezioni del 14 giugno. Per ora i temi elettorali sono però meno centrali rispetto alla rosa dei candidati a cui sarà consentito partecipare alla competizione elettorale. L'esclusione di Akbar Hashemi Rafsanjani e Esfandiar Rahim Mashaie è attualmente l'elemento predominante del dibattito nel paese, che segna un grosso punto a favore dell'ala conservatrice del paese, tesa a mantenere lo status quo vigente in Iran. Già la situazione della parte riformista appare molto debole ed i quattro anni passati dalle proteste dalla rielezione di Ahmadinejad sono serviti ai settori più conservatori del paese, i veri detentori del potere, a fiaccare ancora di più i tentativi di fare emergere una alternativa progressista al vigente clima incentrato sulla teocrazia più esasperata. La situazione dei gruppi di opposizione è quella di una semi clandestinità, che li ha posti al margine del sistema politico ed amministrativo iraniano, isolandoli dalla società civile con operazioni di polizia. La cittadinanza è generalmente fiaccata dalla grave situazione economica ed il sentimento più diffuso è quello di una cupa rassegnazione. Nonostante questa situazione, sono stati ben due i candidati riformisti che si sono presentati alle elezioni, Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi, ma le loro denuncie relative alle frodi elettorali ne hanno determinato la condanna agli arresti domiciliari. L'esclusione di Rafsanjani, già presidente del paese nel periodo 1989-1997, è stata giustificata, anche se in modo velato, con l'età avanzata, in realtà i 78 anni del candidato escluso, sono soltanto una scusa che segnala quale è la reale volontà dei guardiani dell'ortodossia: l'Iran attuale, nell'insieme degli strati sociali, non è quel sistema monolitico che si vuole fare credere ed una possibile affermazione o, peggio, una sconfitta di misura di Rafsanjani, potrebbero riportare il paese verso proteste di piazza come quattro anni prima. Occorre ricordare che Rafsanjani non è un vero e proprio riformista, tuttavia il suo indirizzo potenziale è interpretato dal Consiglio dei Guardiani, verso un pragmatismo che potrebbe portare ad aperture significative nella vita dello stato, come era accaduto negli anni novanta del secolo scorso. Per Mashaei grande alleato del presidente uscente, invece si tratta di una bocciatura rivolta ad Ahmadinejad, che non può ripresentarsi per legge dopo il secondo mandato consecutivo, del quale è un uomo di fiducia. Le élites dominanti del paese non hanno gradito l'impostazione conservatrice ma populista del presidente uscente, che ha alterato la supposta purezza dello stato fondato su base religiosa. Entrambi gli esclusi rappresentavano un elemento di timore per gli ultraconservatori che hanno inteso preservare il paese da ogni più piccolo segno di rinnovamento, questa esclusione, avvenuta ai danni di due personalità tutt'altro che riformiste in senso assoluto, ma che potevano apportare qualche variazione in questa direzione in senso relativo, dimostra come gli ambienti ortodossi del regime temano qualunque cambiamento, anche il più piccolo, per la paura che questo possa provocare lo smottamento del castello di argilla su cui poggia l'impianto dello stato iraniano. La necessità di porre confini sempre più stretti al mantenimento dell'ordine costituito, ed anzi di aumentarlo, segnala la grande preoccupazione dei ceti dominanti della necessità di precludere ogni possibile possibilità di variazione dello status quo, perchè ciò potrebbe provocare immediatamente forme di degenerazione, per la visione dominante, del sistema verso la costruzione di istituzioni di segno completamente opposto. A dimostrazione di ciò è sufficiente osservare gli otto candidati alla carica presidenziale a cui è stato permesso di concorrere, tra di loro figurano Saeed Jalili, il capo negoziatore della questione nucleare, Mohammad Qalibaf, sindaco di Teheran, Gholam-Ali Haddad-Adel, ex speaker del parlamento iraniano, Ali Akbar Velayati, già ministro degli esteri, Mohsen Rezai, ex capo dei Pasdaran. Questi personaggi sono tutti conservatori dichiarati e di sicura fedeltà per la Guida suprema Ali Khamenei. Gli altri tre candidati sono personaggi oscuri senza alcuna possibilità di vittoria per mancanza manifesta del sostegno popolare necessario e sono stati inseriti per dare alla competizione elettorale una parvenza di pluralità essendo anziani membri dell'era riformista di Khatami: l'ex capo negoziatore nucleare Hasan Ruhani, l'ex vice presidente delle telecomunicazioni Mohammad Reza Aref e l'ex ministro Mohammad Gharazi. In realtà i voti riformisti potrebbero concentrarsi su Mohammad Reza Aref, che aveva annunciato il ritiro della candidatura se fosse stata consentita la partecipazione di Rafsanjani, ma si tratta di un candidato ritenuto troppo debole per puntare ad una affermazione e ciò conferma l'impressione che il suo inserimento sia stato dettato da una volontà di presentare una griglia di candidature dove non si potesse contestare la mancanza della rappresentanza di tutti gli indirizzi politici, almeno a grandi linee. Quindi quello che si delinea per l'Iran è ancora un futuro dove l'affermazione del conservatorismo teocratico è visto come la continuazione delle posizioni che hanno segnato la storia recente del paese, un paese chiuso verso l'esterno ed arrocato nella difesa di una visione troppo basata sull'aspetto religioso visto come elemento regolatore della vita comune della nazione e distintivo nella politica internazionale, capace di esaltare all'eccesso l'importanza di considerarsi, ed essere, la nazione capofila degli sciti nel mondo.
Iran on the eve of the election
In Iran on the eve of elections have outlined the grid of the competitors who will compete for the office of President of the country. The difficult economic situation in Iran, due to the pressure of international sanctions for the nuclear issue and the position of the nation in the international arena will be the key topics which will focus on the election debate that will lead to the elections of 14 June. For now, the election issues, however, are less central to the list of candidates that will be allowed to participate in the electoral competition. The exclusion of Akbar Hashemi Rafsanjani, and Esfandiar Rahim Mashaie is currently the predominant element of the debate in the country, which marks a major point in favor of the conservative wing of the country, aimed at maintaining the status quo existing in Iran. Already the situation of the reformist appears very weak and the past four years by protests from the re-election of Ahmadinejad are served at the most conservative sectors of the country, the real holders of power, to weaken even more attempts to move towards a progressive alternative to the existing focused on the more extreme climate theocracy. The situation of the opposition groups is that of a half-secret, which has placed them at the edge of the political and administrative Iran, isolating them from civil society with police operations. Citizenship is generally weakened by the severe economic situation and the most common feeling is that of a grim resignation. Despite this situation, were two reformist candidates who showed up to the elections, Mir Hossein Mousavi and Mehdi Karroubi, but their complaints about the electoral fraud have been convicted under house arrest. The exclusion of Rafsanjani, former president of the country in the period 1989-1997, was justified, although in a veiled way, with advanced age, in fact the 78 years of the excluded candidate, are only an excuse that indicates which is the real will of the guardians of orthodoxy: Iran present in all the social strata, is not monolithic system that you want to do and believe a possible claim, or worse, a narrow defeat Rafsanjani, could push the country towards protests as four years earlier. It should be noted that Rafsanjani is not a real reformer, but his address potential is interpreted by the Guardian Council, to a pragmatism that could lead to significant openings in the life of the state, as had happened in the nineties of the last century. For Mashaei great ally of the outgoing president, instead it is a rejection addressed to Ahmadinejad, who can not participate for the second consecutive term after the law, which is a man of faith. The ruling elites of the country did not like the setting of the populist conservative but outgoing president, which has altered the supposed purity of the state founded on a religious basis. Both the excluded were an element of fear to the ultra-conservative who sought to preserve the country from the smallest sign of renewal, this exclusion, which took place at the expense of two personalities anything but reformist in an absolute sense, but they could make some variation in this direction in a relative sense, it reflects how the Orthodox circles of the regime fear any change, even the smallest, for fear that this will cause the landslide of the castle of clay on which the system of the Iranian state. The need to put boundaries ever closer to the maintenance of the established order, and even to increase it, noted the great concern of the dominant groups of the need to foreclose every possible opportunity to change the status quo, or it may cause immediately forms of degeneration, for the dominant view, the system towards building institutions completely opposite sign. A demonstration of this is sufficient to observe the eight candidates for president who was not allowed to compete, among them include Saeed Jalili, the chief negotiator on the nuclear issue, Mohammad Qalibaf, mayor of Tehran, Gholam-Ali Haddad-Adel, a former speaker of the Iranian parliament, Ali Akbar Velayati, former foreign minister, Mohsen Rezai, former chief of the Pasdaran. These characters are all conservatives declared safe and loyalty to the Supreme Leader Ali Khamenei. The three other candidates are obscure characters with no chance of victory if it is manifestly popular support needed and have been included to give a semblance of electoral competition plurality being older members era reformist Khatami's former chief nuclear negotiator Hasan Ruhani , the former Vice President Mohammad Reza Aref telecommunications and former minister Mohammad Gharazi. In fact, the votes could focus on reformist Mohammad Reza Aref, who had announced the withdrawal of candidacy if it had been allowed to participate Rafsanjani, but it is a candidate deemed too weak to point to a statement, and this confirms the impression that the its inclusion has been dictated by a desire to present a grid of applications where it is not possible to criticize the lack of representation of all the political spectrum, at least in broad outline. So what is emerging for Iran is still a future where the affirmation of the theocratic conservatism is seen as a continuation of the positions that have marked the recent history of the country, a country closed to the outside and Perched in the defense of a vision based too much on the religious aspect seen as a factor regulating the common life of the nation and distinctive in international politics, able to enhance the excess of the importance of considering, and be the lead nation of the Scythians in the world.
En Irán, en vísperas de las elecciones han esbozado la red de los competidores que competirán para el cargo de Presidente del país. La difícil situación económica en Irán, debido a la presión de las sanciones internacionales para el problema nuclear y la posición de la nación en el ámbito internacional serán los temas clave que se centrará en el debate electoral que conducirá a las elecciones del 14 de junio. Por ahora, los problemas de la elección, sin embargo, son menos importantes que la lista de candidatos que se les permitirá participar en la competencia electoral. La exclusión de Akbar Hashemi Rafsanjani y Esfandiar Rahim Mashaie es actualmente el elemento predominante del debate en el país, lo que marca un punto importante a favor del ala conservadora del país, destinada a mantener el statu quo existente en Irán. Ya la situación del reformista parece muy débil y los últimos cuatro años por las protestas de la reelección de Ahmadinejad se sirven en los sectores más conservadores del país, los titulares reales de poder, para debilitar aún más los intentos de avanzar hacia una alternativa progresista a la existente centrado en la teocracia clima más extremo. La situación de los grupos de la oposición es la de un medio secreto, que los ha colocado al borde de la guerra Irán política y administrativa, aislándolos de la sociedad civil en las operaciones policiales. La ciudadanía en general se debilitó por la grave situación económica y el sentimiento más común es el de una sombría resignación. A pesar de esta situación, los dos candidatos reformistas que se presentaron a las elecciones, Mir Hossein Mousavi y Mehdi Karroubi, pero sus quejas sobre el fraude electoral ha sido condenado a arresto domiciliario. La exclusión de Rafsanjani, ex presidente del país en el período 1989-1997, se justificaba, aunque de forma velada, con la edad avanzada, de hecho, los 78 años del candidato excluido, son sólo una excusa que indica que es el voluntad real de los guardianes de la ortodoxia: Irán presente en todos los estratos sociales, no es un sistema monolítico que desea hacer y creer en una posible reclamación, o peor, una derrota por la mínima Rafsanjani, podría empujar al país hacia protestas como cuatro años antes. Cabe señalar que Rafsanjani no es un verdadero reformador, pero su potencial de dirección es interpretado por el Consejo de Guardianes, a un pragmatismo que podría dar lugar a oportunidades significativas en la vida del Estado, como había ocurrido en los años noventa del siglo pasado. Para Mashaei gran aliado del presidente saliente, sino que es un rechazo dirigida a Ahmadinejad, que no pueden participar por segunda vez consecutiva después de la ley, que es un hombre de fe. Las elites gobernantes del país no les gustaba el ajuste del presidente conservador saliente pero populista, que ha alterado la supuesta pureza del Estado fundado sobre una base religiosa. Tanto los excluidos eran un elemento de miedo a la ultra-conservador que trató de preservar al país de la más mínima señal de la renovación, esta exclusión, que tuvo lugar a expensas de dos personalidades de todo menos reformista en un sentido absoluto, pero se podría hacer alguna variación en esta dirección en un sentido relativo, que refleja cómo los círculos ortodoxos del régimen temen que cualquier cambio, incluso el más pequeño, por temor a que esto hará que el derrumbe del castillo de arcilla en la que el sistema del Estado iraní. La necesidad de poner límites cada vez más estrecha con el mantenimiento del orden establecido, e incluso aumentarla, tomó nota de la gran preocupación de los grupos dominantes de la necesidad de excluir todas las oportunidades posibles para cambiar el status quo, o se producirá inmediatamente formas de degeneración, por la visión dominante, el sistema para crear instituciones signo totalmente opuesto. Una demostración de esto es suficiente para observar los ocho candidatos a la presidencia que no se le permitió competir, entre ellos incluyen Saeed Jalili, el negociador jefe en la cuestión nuclear, Mohammad Qalibaf, alcalde de Teherán, Gholam-Ali Haddad-Adel, un ex presidente del Parlamento iraní, Ali Akbar Velayati, ex ministro de Relaciones Exteriores, Mohsen Rezai, ex jefe de los Pasdaran. Estos personajes son todos los conservadores declarados seguros y lealtad al líder supremo, Ali Jamenei. Los otros tres candidatos son personajes oscuros que no tienen posibilidad de victoria si es manifiestamente apoyo popular necesario y se han incluido para dar una apariencia de pluralidad competencia electoral de ser miembros de más edad era reformista de Jatami, ex jefe negociador nuclear Hasan Ruhani , el ex vicepresidente Mohammad Reza Aref telecomunicaciones y ex ministro Mohammad Gharazi. De hecho, los votos podrían centrarse en reformista Mohammad Reza Aref, que había anunciado la retirada de la candidatura si se hubiera permitido participar Rafsanjani, pero es un candidato considerado demasiado débil para que apunte a una declaración, y esto confirma la impresión de que el su inclusión se ha dictado por el deseo de presentar una red de aplicaciones en las que no es posible criticar la falta de representación de todo el espectro político, al menos en sus líneas generales. Así que lo que está emergiendo para que Irán sigue siendo un futuro en el que la afirmación del conservadurismo teocrático es vista como una continuación de las posiciones que han marcado la historia reciente del país, un país cerrado al exterior y se posó en la defensa de una visión basado demasiado en el aspecto religioso considerado como un factor de regulación de la vida común de la nación y distintivo en la política internacional, capaz de mejorar el exceso de la importancia de considerar, y ser el país líder de los escitas en el mundo.
Iran am Vorabend der Wahl
In Iran am Vorabend der Wahlen haben die Gitter von den Wettbewerbern, die für das Amt des Präsidenten des Landes konkurrieren skizziert. Die schwierige wirtschaftliche Lage im Iran durch den Druck der internationalen Sanktionen für die Atomfrage und die Lage der Nation in der internationalen Arena werden die wichtigsten Themen, über die Wahl Debatte, die zu den Wahlen vom 14. Juni führen wird, konzentrieren sollte. Denn jetzt, die Wahlthemen, sind jedoch weniger im Mittelpunkt der Liste der Kandidaten, die erlaubt, an den Wahlen Wettbewerb teilnehmen werden. Der Ausschluss von Akbar Hashemi Rafsanjani und Esfandiar Rahim Mashaie ist derzeit das vorherrschende Element der Debatte in dem Land, das ein wichtiger Punkt zu Gunsten des konservativen Flügel des Landes, an der Aufrechterhaltung des Status quo in den Iran gerichtet markiert. Bereits die Situation der reformistischen erscheint sehr schwach und die letzten vier Jahre von Protesten aus der Wiederwahl von Ahmadinejad sind an den meisten konservativen Sektoren des Landes, die wirklichen Machthaber gedient, noch mehr Versuche, zu einer progressiven Alternative zu bewegen, um das bestehende schwächen konzentrierte sich auf die extremen Klima Theokratie. Die Situation für Oppositionsgruppen ist, dass von einer halben Geheimnis, das sie gelegt hat am Rande des politischen und administrativen Iran, sie zu isolieren aus der Zivilgesellschaft mit polizeilichen Maßnahmen. Citizenship ist in der Regel von der schweren wirtschaftlichen Situation geschwächt und die häufigste Gefühl ist, dass von einem grimmigen Resignation. Trotz dieser Situation waren zwei reformistischen Kandidaten, die bis zu den Wahlen, Mir Hossein Mussawi und Mehdi Karroubi zeigte, aber ihre Beschwerden über den Wahlbetrug haben unter Hausarrest verurteilt worden. Der Ausschluss von Rafsandschani, ehemaliger Präsident des Landes im Zeitraum 1989-1997, gerechtfertigt war, wenn auch in verschleierter Weise mit fortgeschrittenem Alter, in der Tat die 78 Jahre des ausgeschlossenen Kandidaten, nur ein Vorwand, der angibt, welche ist die zeigt echten Willen der Erziehungsberechtigten der Orthodoxie: Iran in allen sozialen Schichten, ist nicht monolithisch, das Sie zu tun und zu glauben, dass ein eventueller Anspruch, oder noch schlimmer, eine knappe Niederlage Rafsanjani, wollen drücken könnte das Land in Richtung Proteste als vier Jahre zuvor. Es sollte angemerkt werden, dass Rafsanjani nicht ist eine echte Reformer, aber seine Adresse Potential wird durch den Wächterrat interpretiert, zu einem Pragmatismus, die zu erheblichen Öffnungen im Leben des Staates führen könnte, wie es in den neunziger Jahren des letzten Jahrhunderts geschehen war werden. Für Mashaei großer Verbündeter des scheidenden Präsidenten, sondern es ist eine Ablehnung adressiert an Ahmadinejad, die nicht für die zweite Amtszeit nach dem Gesetz, das ein Mann des Glaubens ist, kann teilnehmen. Die herrschenden Eliten des Landes nicht gefallen hat die Einstellung des populistischen konservativ, aber scheidenden Präsidenten, der die vermeintliche Reinheit des Staates auf religiöser Grundlage gegründet verändert hat. Sowohl die ausgeschlossen waren ein Element der Angst an den ultra-konservativen, die das Land von der kleinsten Zeichen der Erneuerung, diese Ausgrenzung, die auf Kosten von zwei Persönlichkeiten alles andere als reformistische in einem absoluten Sinn nahm zu bewahren suchte, aber sie konnten eine gewisse Variation in machen diese Richtung in einem relativen Sinn, es spiegelt, wie die orthodoxen Kreise des Regimes jede Änderung, auch die kleinste, fürchten aus Angst, dass dies den Erdrutsch von der Burg aus Lehm verursachen, auf denen das System des iranischen Staates. Die Notwendigkeit, die Grenzen immer enger setzen, um die Aufrechterhaltung der bestehenden Ordnung und sogar zu erhöhen, stellte die große Sorge der herrschenden Gruppen von der Notwendigkeit, jede Möglichkeit auszuschließen, um den Status quo zu ändern, oder es kann sofort Formen der Degeneration verursachen, für die vorherrschende Meinung, das System beim Aufbau von Institutionen völlig entgegengesetzten Vorzeichen. Eine Demonstration ist dies ausreichend, um die acht Kandidaten für das Präsidentenamt, die nicht erlaubt war, konkurrieren zu beobachten, unter ihnen gehören Saeed Jalili, der Chefunterhändler in der Atomfrage, Mohammad Qalibaf, Bürgermeister von Teheran, Gholam-Ali Haddad-Adel, ein ehemaliger Sprecher des iranischen Parlaments, Ali Akbar Velayati, ehemaliger Außenminister, Mohsen Rezai, ehemaliger Chef der Pasdaran. Diese Zeichen sind alle Konservativen sicher erklärt und Loyalität gegenüber dem Obersten Führer Ali Khamenei. Die drei anderen Kandidaten sind unverständliche Zeichen ohne Chance auf den Sieg, wenn es offensichtlich ist die Unterstützung der Bevölkerung benötigt und wurden aufgenommen, um einen Anschein von Wahlkampf Vielzahl wobei ältere Mitglieder Ära Khatami reformistischen ehemalige Atom-Chefunterhändler Hasan Ruhani geben , der ehemalige Vizepräsident Mohammad Reza Aref Telekommunikation und ehemaliger Minister Mohammad Gharazi. Tatsächlich sind die Stimmen Reformisten auf Mohammad Reza Aref, der den Rückzug der Kandidatur angekündigt hatte, wenn es erlaubt worden war, Rafsanjani teilnehmen zu konzentrieren, aber es könnte ein Kandidat gilt zu schwach, um einer Erklärung darauf, und dies bestätigt den Eindruck, dass die seine Aufnahme wurde von dem Wunsch, ein Raster von Anwendungen präsentieren, wo es nicht möglich ist, die mangelnde Vertretung aller politischen Spektrums kritisieren, zumindest in groben Zügen diktiert worden. Also, was ist für Iran Schwellenländern ist immer noch eine Zukunft, in der die Bestätigung des theokratischen Konservatismus als eine Fortsetzung der Positionen, die die jüngste Geschichte des Landes geprägt haben gesehen wird, geschlossen ein Land nach außen und thront in der Verteidigung von einer Vision zu sehr auf den religiösen Aspekt als Regulativ für das gemeinsame Leben der Nation und unverwechselbar in der internationalen Politik, in der Lage, den Überschuss der Bedeutung der Berücksichtigung zu verbessern, und als lead nation der Skythen in der Welt gesehen basiert.
Iran à la veille de l'élection
En Iran, à la veille des élections ont souligné la grille des concurrents qui s'affronteront pour le poste de président du pays. La situation économique difficile en Iran, en raison de la pression des sanctions internationales pour la question nucléaire et la position de la nation sur la scène internationale seront les thèmes principaux qui seront axés sur le débat électoral qui mènera aux élections du 14 Juin. Pour l'instant, les questions électorales, cependant, sont moins essentielles à la liste des candidats qui seront autorisés à participer à la compétition électorale. L'exclusion des Akbar Hashemi Rafsanjani, et Esfandiar Rahim Mashaie est actuellement l'élément prédominant du débat dans le pays, qui marque un point important en faveur de l'aile conservatrice du pays, visant à maintenir le statu quo existant en Iran. Déjà, la situation de l'réformiste semble très faible et les quatre dernières années par les protestations de la réélection d'Ahmadinejad sont servis dans les secteurs les plus conservateurs du pays, les vrais détenteurs du pouvoir, d'affaiblir encore plus les tentatives de s'orienter vers une alternative progressiste à l'actuel axée sur la théocratie climatiques plus extrêmes. La situation des groupes d'opposition, c'est que d'un demi-secret, qui les a placés au bord de l'Iran politique et administrative, de les isoler de la société civile dans les opérations policières. La citoyenneté est généralement affaibli par la grave situation économique et le sentiment le plus commun est celui d'une démission sombre. Malgré cette situation, avait deux candidats réformistes qui se sont présentés aux élections, Mir Hossein Mousavi et Mehdi Karroubi, mais leurs plaintes au sujet de la fraude électorale ont été condamnés en résidence surveillée. L'exclusion de Rafsandjani, ancien président du pays pour la période 1989-1997, était justifiée, bien que de façon voilée, à un âge avancé, ce sont les 78 ans de la candidate exclue, ne sont qu'une excuse qui indique qui est le volonté réelle des gardiens de l'orthodoxie: l'Iran présente dans toutes les couches sociales, n'est pas monolithique système que vous voulez faire et croire une réclamation possible, ou pire, une courte défaite Rafsandjani, pourrait pousser le pays vers protestations que quatre ans plus tôt. Il convient de noter que Rafsandjani n'est pas un vrai réformateur, mais son potentiel d'adresse est interprétée par le Conseil des gardiens, à un pragmatisme qui pourrait conduire à des ouvertures importantes dans la vie de l'Etat, comme cela s'était produit dans les années nonante du siècle dernier. Pour Mashaei grand allié du président sortant, il s'agit plutôt d'un rejet adressée à Ahmadinejad, qui ne peuvent participer pour la deuxième fois consécutive après la loi, qui est un homme de foi. Les élites dirigeantes du pays n'aimaient pas le réglage du président conservateur sortant, mais populiste, qui a altéré la pureté supposée de l'Etat fondé sur une base religieuse. Tant les exclus étaient un élément de peur à l'ultra-conservateur qui a cherché à préserver le pays du plus petit signe de renouveau, cette exclusion, qui a eu lieu au détriment des deux personnalités rien mais réformiste dans un sens absolu, mais ils pourraient faire une certaine variation dans cette direction dans un sens relatif, il reflète la façon dont les milieux orthodoxes du régime craignent tout changement, même la plus petite, de crainte que cela va provoquer l'éboulement du château d'argile sur lequel le système de l'Etat iranien. La nécessité de mettre des limites sans cesse plus étroite au maintien de l'ordre établi, et même de l'augmenter, a souligné la grande préoccupation des groupes dominants de la nécessité d'exclure toute occasion possible de changer le statu quo, ou il peut provoquer immédiatement formes de dégénérescence, pour l'opinion dominante, le système en place d'institutions signe complètement à l'opposé. Une démonstration de cela est suffisant pour observer les huit candidats à la présidence qui n'a pas été admis à concourir, parmi eux comprennent Saïd Jalili, le négociateur en chef sur la question nucléaire, Mohammad Qalibaf, maire de Téhéran, Gholam-Ali Haddad-Adel, un ancien président du parlement iranien, Ali Akbar Velayati, ancien ministre des Affaires étrangères, Mohsen Rezai, ancien chef des Pasdaran. Ces personnages sont tous des conservateurs déclarés sûrs et la loyauté envers le Guide suprême Ali Khamenei. Les trois autres candidats sont des personnages obscurs qui n'ont aucune chance de victoire si elle est manifestement le soutien populaire nécessaire et ont été inclus pour donner un semblant de pluralité de compétition électorale étant membres plus âgés ancien négociateur nucléaire en chef Hasan Ruhani de l'ère réformiste Khatami , l'ancien vice-président Mohammad Reza Aref télécommunications et ancien ministre Mohammad Gharazi. En fait, les votes pourraient se concentrer sur réformateur Mohammad Reza Aref, qui a annoncé le retrait de la demande si elle avait été autorisé à participer Rafsandjani, mais il est un candidat jugé trop faible pour pointer vers un communiqué, confirmant l'impression que l' son inclusion a été dicté par le désir de présenter une grille d'applications où il n'est pas possible de critiquer le manque de représentation de tout le spectre politique, au moins dans ses grandes lignes. Donc, ce qui se dessine pour l'Iran est encore un avenir où l'affirmation du conservatisme théocratique est considérée comme une continuation des positions qui ont marqué l'histoire récente du pays, un pays fermé à l'extérieur et Perché dans la défense d'une vision base trop sur l'aspect religieux considérée comme un facteur de régulation de la vie commune de la nation et distinctif dans la politique internationale, en mesure d'améliorer l'excédent de l'importance de considérer, et le pays chef de file des Scythes dans le monde.
Iscriviti a:
Post (Atom)