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giovedì 9 marzo 2017

Corea del Nord: il pericolo di una guerra è sempre più consistente

Forse mai come ora è tanto concreto  il rischio di un conflitto nella penisola coreana. Il lancio dei quattro missili, partiti dalle basi nordcoreane, e caduti nelle acque facenti parte della zona economica esclusiva giapponese e, peraltro, a meno di 370 chilometri dalla sue coste, costituiscono una escalation della tensione, proprio per le modalità tecniche con cui è stato eseguito. Infatti il lancio dei missili avvenuto in modo simultaneo, significa, secondo gli analisti militari, la volontà di rendere più complessa la loro intercettazione, cercando così di rendere, almeno parzialmente, inoffensive le difese anti missile di Tokyo. Risulta chiaro che questa dimostrazione di forza è diretta contro gli Stati Uniti ed alle basi dove stazionano i suoi militari, presenti in Giappone e Corea del Sud. Nelle intenzioni di Kim Jong-un, che paiono quasi patologiche, vi è la volontà di creare un missile balistico, dotato di armamento nucleare, capace di coprire una distanza intercontinentale in grado di raggiungere gli Stati Uniti; d’altra parte il livello di provocazione sta aumentando con il progredire delle dimostrazioni di forza, tanto che in quest’ultima occasione del lancio dei missili verso il Giappone, il dittatore nordcoreano ha espressamente dichiarato che l’intenzione era quella di colpire le basi americane sul suolo nipponico. Pyongyang certamente approfitta delle deboli misure adottate nei suoi confronti, che, fino ad ora, hanno consistito nell’applicazione di sanzioni, in teoria sempre più dure, ma che sono state aggirate dal regime anche con complicità internazionali. Un altro fattore su cui si basa l’azione provocatrice di Pyongyang è la necessità dell’esistenza dello stato nordcoreano, funzionale per Pechino ad evitare l’unificazione delle Coree in un unico stato alleato degli americani. In questo modo la Cina troverebbe i suoi avversari, politici, militari e , sopratutto, commerciali, direttamente sui propri confini. L’esistenza di una sorta di zona cuscinetto tra gli americani, presenti in Corea del Sud e la frontiera cinese, assicura a Pechino una zona di sicurezza a cui non rinuncerà facilmente: questo, nonostante le relazioni problematiche con Pyongyang, di cui rimane l’unico alleato. La Cina, per mantenere in vita la Corea del Nord, oltre a sopportare dei costi economici, patisce anche dei costi politici, che sono rappresentati dalla continua instabilità della regione e dalla continua attenzione e presenza americana che Pechino tollera poco volentieri, in una regione del mondo, che considera una sua area di influenza di diritto. Tuttavia la Cina, pur con la sua grande potenza a disposizione, di fronte alle intemperanza di Kim Jong-un, sembra restare bloccata in un atteggiamento di passività. Alcuni analisti hanno accreditato a Pechino dei tentativi di rovesciare il regime, tutti puntualmente falliti e le stesse sanzioni adottate nei confronti di Pyongyang, l’ultima delle quali è stata l’interruzione delle forniture di  carbone, non sembrano intaccare la solidità del regime. Non sembra però possibile che in questo caso di politica internazionale la Cina possa limitarsi alla consueta politica di non ingerenza negli affari interni di un altro stato: la posizione della Corea del Nord per Pechino resta fondamentale e troppo importante per non occuparsi di quello che accade a Pyongyang, piuttosto la percezione fornita dagli avvenimenti sembra dimostrare per il governo cinese una incapacità di risolvere la questione a proprio favore.  Dall’altro fronte, quello degli Stati Uniti, il nuovo presidente trump, dopo le dichiarazioni  roboanti fatte in campagna elettorale ed immediatamente dopo essere stato eletto, non sembra in grado di comprendere in modo completo la pericolosità della situazione e, per il momento, si distingue di più per un atteggiamento che pare insolitamente cauto, probabilmente raccomandato direttamente dal Pentagono. Se nell’immediato il pericolo è rappresentato da Pyongyang, sembra essere comunque, ben più pericoloso un possibile confronto tra Washington e Pechino, nel caso gli americani dovesse rispondere con le armi alla Corea del Nord, in difesa di Tokyo e Seul: potrà la Cina tollerare una azione militare non solo contro un suo alleato ma, sopratutto in quella che considera la propria zona di influenza? Probabilmente sono queste le considerazioni che stanno alla base delle provocazioni nordcoreane tese, ancora una volta, ad ottenere qualche vantaggio economico per un paese in completo dissesto, il problema è fino a quanto vorrà spingersi Kim Jong-un.

North Korea: the danger of war is ever increasing

Perhaps never so much as it is now a real risk of a conflict on the Korean peninsula. The launch of four missiles, started from the North Korean bases, and fallen in the waters belonging to the Japanese exclusive economic zone and, moreover, less than 370 kilometers from its shores, constitute an escalation of the tension, because of the technical procedures with which it was executed. In fact, the launch of the missile took place simultaneously, means, according to military analysts, the desire to make more complex their interception, thus trying to make, at least partially, the harmless missile defenses in Tokyo. It is clear that this show of force is directed against the United States and bases where stationed its military, in Japan and South Korea. In the intentions of Kim Jong-un, which seem almost pathological, there is the desire to create a ballistic missile, equipped with nuclear weapons, able to cover a distance intercontinental capable of reaching the United States; on the other hand the level of provocation is increasing with the progress of the shows of force, so that in the latter the launch of the missiles to Japan, the North Korean dictator has expressly stated that the intention was to hit US bases on Japanese soil. Pyongyang will certainly take advantage of weak measures taken against him, which, until now, consisted in the application of sanctions, in increasingly harsh theory, but that have been bypassed by the regime even with international complicity. Another factor underpinning the provocative action of Pyongyang is the necessity of existence of the state of North Korea, functional for Beijing to prevent the unification of the Koreas into one was an ally of the Americans. In this way China would find his opponents, political, military and, above all, commercial, directly on its borders. The existence of a kind of buffer zone between the Americans, present in South Korea and the Chinese border, in Beijing ensures a safety zone that does not give up easily: this, despite the problematic relations with Pyongyang, which remains the ' only ally. China, to keep alive the DPRK, in addition to bear the economic costs, also suffers the political costs, which are represented by the continued instability in the region and the continuing American presence and attention that Beijing tolerates little willingly, in a region of world, which considers its right of influence. Yet China, despite its great power available, in front of the intemperance of Kim Jong-un seems to be stuck in an attitude of passivity. Some analysts have credited Beijing attempts to overthrow the regime, all promptly failed and the same sanctions adopted against Pyongyang, the last of which was the interruption of the supply of coal, they do not seem to affect the stability of the regime. But it does not seem possible that in this case of China International policy can be limited to the usual policy of non-interference in the internal affairs of another state: the position of North Korea to Beijing remains fundamental and too important not to deal with what happens to Pyongyang, rather the perception provided by the events seems to demonstrate to the Chinese government a failure to solve the issue in their favor. On the other front, the United States, the new president trump, after the bombastic statements made during the election campaign and immediately after being elected, does not seem able to fully understand for the moment, and danger of the situation, you distinguishes more to an attitude that seems unusually cautious, probably it recommended directly by the Pentagon. If the immediate danger is from Pyongyang, seems to be still, far more dangerous a possible confrontation between Washington and Beijing, if the Americans were to meet with the North Korean weapons, in defense of Tokyo and Seoul: will China tolerate military action against not only an ally but, especially in what it considers its sphere of influence? Probably these are the considerations that form the basis of North Korean provocations aimed, once again, to get some economic benefit to a country in complete collapse, the issue is how long it will go up to Kim Jong-un.

Corea del Norte: el peligro de guerra es cada vez mayor

Tal vez nunca tanto como ahora es un verdadero riesgo de un conflicto en la península coreana. El lanzamiento de cuatro misiles, comenzó a partir de las bases de Corea del Norte, y caído en las aguas pertenecientes a la zona económica exclusiva de Japón y, por otra parte, a menos de 370 kilómetros de sus costas, constituyen una escalada de la tensión, debido a los procedimientos técnicos con que se ejecutado. De hecho, el lanzamiento del misil se llevó a cabo al mismo tiempo, significa, según los analistas militares, el deseo de hacer más compleja su intercepción, tratando así de que, al menos en parte, las defensas de misiles inofensivos en Tokio. Está claro que esta demostración de fuerza se dirige contra los Estados Unidos y bases donde colocó su ejército, en Japón y Corea del Sur. En las intenciones de Kim Jong-un, que parecen casi patológico, existe el deseo de crear una misil balístico, equipado con armas nucleares, capaz de cubrir una distancia intercontinental capaz de llegar a los Estados Unidos; por el contrario el nivel de provocación está aumentando con el progreso de las demostraciones de fuerza, por lo que en este último el lanzamiento de los misiles a Japón, el dictador de Corea del Norte ha declarado expresamente que la intención era golpear las bases de EE.UU. en suelo japonés. Pyongyang por supuesto, tendrá la ventaja de las medidas adoptadas contra él débiles, que, hasta ahora, consistió en la aplicación de las sanciones, en teoría cada vez más dura, pero que se han pasado por alto por el régimen, incluso con la complicidad internacional. Otro factor que sustenta la acción de provocación de Pyongyang es la necesidad de la existencia del estado de Corea del Norte, funcional para Beijing para prevenir la unificación de las dos Coreas en uno era un aliado de los americanos. De esta manera, China se encuentra a sus oponentes, políticos, militares y, sobre todo, comerciales, directamente en sus fronteras. La existencia de una especie de zona de amortiguación entre los estadounidenses, presentes en Corea del Sur y la frontera con China, en Pekín asegura una zona de seguridad que no se rinde fácilmente: esto, a pesar de las problemáticas relaciones con Pyongyang, que sigue siendo el ' único aliado. China, para mantener viva la RPDC, además de asumir los costes económicos, también sufre los costos políticos, que están representados por la continua inestabilidad en la región y la continua presencia de Estados Unidos y la atención que Pekín tolera poco de buen grado, en una región de mundo, que considera su derecho de influencia. Sin embargo, China, a pesar de su gran potencia disponible, frente a la intemperancia de Kim Jong-un parece estar atascado en una actitud de pasividad. Algunos analistas han acreditado Pekín intenta derrocar al régimen, toda prontitud fracasado y las mismas sanciones adoptadas contra Pyongyang, la última de las cuales fue la interrupción del suministro de carbón, que no parecen afectar a la estabilidad del régimen. Sin embargo, no parece posible que en este caso de la política de China International puede limitarse a la política habitual de no interferencia en los asuntos internos de otro estado: la posición de Corea del Norte a Beijing sigue siendo fundamental y demasiado importante para no hacer frente a lo que ocurre con Pyongyang, más bien la percepción proporcionada por los acontecimientos parece demostrar al gobierno chino un fracaso para resolver la cuestión en su favor. En el otro frente, los Estados Unidos, el nuevo presidente de triunfo, después de las declaraciones rimbombantes hechas durante la campaña electoral e inmediatamente después de ser elegido, no parece capaz de entender completamente por el momento, y el peligro de la situación, distingue más a una actitud que parece inusualmente prudente, probablemente, se recomienda directamente por el Pentágono. Si el peligro inmediato es de Pyongyang, que parece ser todavía, mucho más peligroso un posible enfrentamiento entre Washington y Pekín, si los americanos eran para cumplir con las armas de Corea del Norte, en defensa de Tokio y Seúl: ¿China tolerar la acción militar no sólo contra un aliado, pero, sobre todo en lo que considera su esfera de influencia? Probablemente, estas son las consideraciones que forman la base de provocaciones de Corea del Norte dirigidas, una vez más, para obtener algún beneficio económico a un país en el colapso completo, el problema es el tiempo que va a subir a Kim Jong-un.

Nordkorea : Die Gefahr eines Krieges wird immer größer werd

Vielleicht noch nie so viel, wie es jetzt eine reale Gefahr eines Konflikts auf der koreanischen Halbinsel ist. Die Markteinführung von vier Raketen, gestartet von den nordkoreanischen Basen und in den Gewässern gehört zur japanischen ausschließlichen Wirtschaftszone und darüber hinaus weniger als 370 Kilometer von der Küste, bilden eine Eskalation der Spannungen wegen der technischen Verfahren gefallen, mit denen es war ausgeführt. In der Tat nahm der Start der Rakete gleichzeitig statt, bedeutet nach Militäranalysten, der Wunsch, komplexere ihre Abfangen machen, damit zumindest teilweise, die harmlosen Raketenabwehr in Tokio zu machen versuchen. Es ist klar, dass diese Demonstration der Stärke gegen die Vereinigten Staaten gerichtet ist, und Basen, wo die militärische stationiert, in Japan und Südkorea. In den Absichten von Kim Jong-un, die fast pathologische scheinen, gibt es den Wunsch, eine zu schaffen ballistische Raketen, ausgerüstet mit Kernwaffen, in der Lage eine Entfernung interkontinentale Lage zu erreichen, die Vereinigten Staaten zu decken; auf der anderen Seite wird die Höhe der Provokation mit dem Fortschritt der Shows von Kraft erhöht wird, so dass in der zweiten die Einführung der Raketen nach Japan, den nordkoreanischen Diktator ausdrücklich, dass die Absicht der US-Basen zu schlagen war festgestellt hat auf japanischem Boden. Pjöngjang nehmen sicherlich Vorteil schwacher Maßnahmen gegen ihn ergriffen, die bis jetzt in der Anwendung von Sanktionen bestand, in immer schärferen Theorie, aber das durch das Regime auch mit internationalen Mitschuld umgangen wurden. Ein weiterer Faktor, der die Provokation von Pjöngjang untermauern die Notwendigkeit der Existenz des Staates Nordkorea, funktional für Peking, um die Vereinigung der koreanischen Staaten in einem war ein Verbündeter der Amerikaner zu verhindern. Auf diese Weise seine Gegner, politische, militärische und vor allem kommerziellen, direkt an seinen Grenzen China finden würde. Die Existenz einer Art Pufferzone zwischen den Amerikanern, in Südkorea und der chinesischen Grenze, in Peking eine Sicherheitszone sorgt dafür, dass aufgeben nicht leicht: dies trotz der problematischen Beziehungen zu Pjöngjang, die nach wie vor die " nur Verbündeter. China, am Leben zu halten die DVRK, zusätzlich die wirtschaftlichen Kosten zu tragen, leidet auch die politischen Kosten, die durch die fortgesetzte Instabilität in der Region und die anhaltende amerikanische Präsenz und Aufmerksamkeit vertreten sind, dass Peking duldet wenig willig, in einer Region Welt, die ihr Recht auf Einfluss hält. Doch China, trotz seiner großen Leistung zur Verfügung, vor der Unmäßigkeit von Kim Jong-un scheint in einer Haltung der Passivität stecken. Einige Analysten haben gutgeschrieben Peking versucht, das Regime zu stürzen, alle prompt gescheitert ist und die gleichen Sanktionen erlassen gegen Pjöngjang, von denen die letzte die Unterbrechung der Versorgung mit Kohle war, scheinen sie nicht die Stabilität des Regimes zu beeinflussen. Aber es scheint nicht möglich, dass in diesem Fall von China International Politik in die inneren Angelegenheiten eines anderen Staates auf die übliche Politik der Nichteinmischung beschränkt: die Position von Nordkorea nach Peking vor von grundlegender Bedeutung und zu wichtig, nicht mit dem, was passiert Pjöngjang, sondern die Wahrnehmung durch die Ereignisse zur Verfügung gestellt scheint die chinesische Regierung einen Fehler zu demonstrieren, um das Problem zu ihren Gunsten zu lösen. Auf der anderen Front, den Vereinigten Staaten, der neue Präsident Trumpf, nach dem bombastischen Aussagen während der Wahlkampagne gemacht und unmittelbar nach der Wahl zum, scheinen in der Lage nicht in vollem Umfang für den Moment zu verstehen, und die Gefahr der Situation, Sie unterscheidet mehr zu einer Haltung, die ungewöhnlich vorsichtig, wahrscheinlich scheint es vom Pentagon direkt empfohlen. Wenn die unmittelbare Gefahr von Pjöngjang ist, scheint immer noch zu sein, weit gefährlicher eine mögliche Konfrontation zwischen Washington und Peking, wenn die Amerikaner waren mit den nordkoreanischen Waffen gerecht zu werden, in der Verteidigung von Tokio und Seoul: Wird China tolerieren militärisches Vorgehen gegen nicht nur ein Verbündeter, sondern vor allem in dem, was sie ihren Einflussbereich hält? Wahrscheinlich sind dies die Überlegungen, die die Grundlage der nordkoreanischen Provokationen Ziel bilden, noch einmal, einige wirtschaftliche Nutzen in ein Land, in völligen Zusammenbruch zu bekommen, ist die Frage, wie lange es zu Kim Jong-un steigen.

Corée du Nord: le danger de guerre ne cesse d'augmenter

Peut-être jamais autant qu'il est maintenant un risque réel d'un conflit dans la péninsule coréenne. Le lancement de quatre missiles, a commencé à partir des bases nord-coréennes, et tombé dans les eaux appartenant à la zone économique exclusive du Japon et, en outre, à moins de 370 kilomètres de ses côtes, constituent une escalade de la tension, en raison des procédures techniques avec lesquelles il était exécutée. En fait, le lancement du missile a eu lieu en même temps, des moyens, selon les analystes militaires, le désir de faire plus complexe leur interception, essayant ainsi de faire, au moins partiellement, les défenses anti-missiles inoffensifs à Tokyo. Il est clair que cette démonstration de force est dirigée contre les Etats-Unis et les bases où stationné son armée, au Japon et en Corée du Sud. Dans les intentions de Kim Jong-un, qui semblent presque pathologique, il y a le désir de créer un missile balistique, équipé d'armes nucléaires, en mesure de couvrir une distance intercontinental capable d'atteindre les États-Unis; d'autre part le niveau de provocation augmente avec le progrès des démonstrations de force, de sorte que dans ce dernier le lancement des missiles vers le Japon, le dictateur nord-coréen a expressément déclaré que l'intention était de US frappé bases sur le sol japonais. Pyongyang va certainement tirer parti des mesures faibles prises contre lui, qui, jusqu'à présent, consistait dans l'application des sanctions, en théorie de plus en plus sévère, mais qui ont été contournées par le régime même avec la complicité internationale. Un autre facteur qui sous-tend l'action provocatrice de Pyongyang est la nécessité de l'existence de l'état de la Corée du Nord, fonctionnel pour Pékin pour empêcher l'unification des deux Corées en un seul était un allié des Américains. De cette façon, la Chine trouverait ses adversaires, politiques, militaires et, surtout, commerciales, directement sur ses frontières. L'existence d'une sorte de zone tampon entre les Américains, présents en Corée du Sud et la frontière chinoise, à Beijing assure une zone de sécurité qui ne donne pas facilement: cela, en dépit des relations problématiques avec Pyongyang, qui reste le ' seul allié. Chine, pour maintenir en vie la RPDC, en plus de supporter les coûts économiques, souffre également les coûts politiques, qui sont représentés par l'instabilité persistante dans la région et la présence américaine continue et l'attention que Pékin tolère peu volontiers, dans une région de monde, qui considère son droit d'influence. Pourtant, la Chine, malgré sa grande puissance disponible, en face de l'intempérance de Kim Jong-un semble être coincé dans une attitude de passivité. Certains analystes ont crédité Pékin tente de renverser le régime, tous échoué rapidement et les mêmes sanctions adoptées à l'encontre de Pyongyang, dont le dernier était l'interruption de l'approvisionnement en charbon, ils ne semblent pas affecter la stabilité du régime. Mais il ne semble pas possible que, dans ce cas, de la politique internationale de Chine peut être limitée à la politique habituelle de non-ingérence dans les affaires intérieures d'un autre État: la position de la Corée du Nord à Pékin reste fondamental et trop important de ne pas faire face à ce qui se passe à Pyongyang, plutôt la perception fournie par les événements semble démontrer au gouvernement chinois un échec pour résoudre le problème en leur faveur. Sur l'autre front, les Etats-Unis, la nouvelle maîtresse de président, après les déclarations pompeuses faites au cours de la campagne électorale et immédiatement après avoir été élu, ne semble pas en mesure de comprendre pour le moment, et le danger de la situation, vous distingue plus à une attitude qui semble particulièrement prudente, probablement recommandé directement par le Pentagone. Si le danger immédiat est de Pyongyang, semble être encore beaucoup plus dangereux d'une possible confrontation entre Washington et Pékin, si les Américains devaient rencontrer les armes nord-coréennes, dans la défense de Tokyo et Séoul: La Chine tolérer une action militaire contre non seulement un allié, mais, surtout dans ce qu'elle considère comme sa sphère d'influence? Probablement ce sont les considérations qui forment la base de provocations nord-coréennes destinées, une fois de plus, pour obtenir un avantage économique à un pays dans l'effondrement complet, la question est combien de temps il va monter à Kim Jong-un.

Coreia do Norte: o perigo de guerra é cada vez maior

Talvez nunca tanto como agora é um verdadeiro risco de um conflito na península coreana. O lançamento de quatro mísseis, começou a partir das bases norte-coreanos, e caído nas águas pertencentes à zona económica exclusiva japonesa e, além disso, a menos de 370 quilômetros da costa e constituem uma escalada da tensão, por causa dos procedimentos técnicos com o qual foi executado. Na verdade, o lançamento do míssil ocorreu simultaneamente, significa, de acordo com analistas militares, o desejo de tornar mais complexa a sua intercepção, tentando assim fazer, pelo menos parcialmente, as defesas de mísseis inofensivos em Tóquio. É claro que esta demonstração de força é dirigida contra os Estados Unidos e bases onde estacionados suas forças armadas, no Japão e na Coreia do Sul. Nas intenções de Kim Jong-un, que parecem quase patológica, há o desejo de criar uma mísseis balísticos, equipado com armas nucleares, capazes de cobrir uma distância intercontinental capaz de atingir os Estados Unidos; por outro lado, o nível de provocação está aumentando com o avanço das demonstrações de força, de modo que nesta última o lançamento dos mísseis para o Japão, o ditador norte-coreano declarou expressamente que a intenção era atingir bases dos EUA em solo japonês. Pyongyang certamente vai tirar proveito das medidas fracas tomadas contra ele, que, até agora, consistiram na aplicação de sanções, em teoria cada vez mais dura, mas que foram ignorados pelo regime, mesmo com a cumplicidade internacional. Outro fator que sustenta a ação provocativa de Pyongyang é a necessidade de existência do Estado da Coreia do Norte, funcional para Pequim para impedir a unificação das Coréias em um era um aliado dos americanos. Desta forma, a China iria encontrar os seus adversários, políticos, militares e, acima de tudo, comerciais, diretamente em suas fronteiras. A existência de uma espécie de zona tampão entre os norte-americanos, presentes na Coreia do Sul e da fronteira chinesa, em Pequim garante uma zona de segurança que não desiste facilmente: esta, apesar das relações problemáticas com Pyongyang, que continua a ser o ' único aliado. China, para manter viva a Coreia do Norte, além de arcar com os custos econômicos, também sofre os custos políticos, que são representados pela instabilidade continuou na região e a presença americana contínua e atenção que Pequim tolera pouco de boa vontade, em uma região de mundo, que considera o seu direito de influência. Mas a China, apesar de sua grande potência disponível, na frente da intemperança de Kim Jong-un parece estar preso em uma atitude de passividade. Alguns analistas têm creditado Pequim tenta derrubar o regime, todos prontamente falhou e as mesmas sanções adoptadas contra Pyongyang, a última das quais foi a interrupção do fornecimento de carvão, eles não parecem afectar a estabilidade do regime. Mas isso não parece possível que, neste caso da política China International pode ser limitado à política habitual de não-interferência nos assuntos internos de outro estado: a posição da Coreia do Norte para Pequim continua a ser fundamental e importante demais para não lidar com o que acontece com Pyongyang, em vez da percepção proporcionada pelos acontecimentos parece demonstrar ao governo chinês uma falha para resolver a questão a seu favor. Na outra frente, os Estados Unidos, o novo presidente trunfo, após as declarações bombásticas feitas durante a campanha eleitoral e imediatamente depois de ser eleito, não parece capaz de entender completamente para o momento, e o perigo da situação, você distingue mais a uma atitude que parece invulgarmente cauteloso, provavelmente recomendou diretamente pelo Pentágono. Se o perigo imediato é de Pyongyang, parece ser, ainda assim, muito mais perigoso um possível confronto entre Washington e Pequim, se os americanos estavam a reunir-se com as armas da Coreia do Norte, em defesa de Tóquio e Seul: será que a China tolerar uma ação militar contra não só um aliado, mas, especialmente no que considera sua esfera de influência? Provavelmente estas são as considerações que formam a base de provocações norte-coreanas que visam, mais uma vez, para obter algum benefício económico para um país em colapso completo, a questão é quanto tempo ele vai subir para Kim Jong-un.

Северная Корея: опасность войны постоянно растет

Пожалуй, никогда так много, как сейчас реальный риск конфликта на Корейском полуострове. Запуск четырех ракет, исходили из Северной Кореи баз, и упал в водах, принадлежащих к японской исключительной экономической зоне и, кроме того, менее чем в 370 км от его берегов, представляют собой эскалацию напряженности, из-за технических процедур, с которыми она казнены. На самом деле, запуск ракеты имели место одновременно, значит, по мнению военных аналитиков, желание сделать более сложным их перехват, таким образом, пытается сделать, по крайней мере частично, безобидные ПРО в Токио. Понятно, что эта демонстрация силы направлена ​​против Соединенных Штатов и баз, где дислоцированного свои вооруженные силы, в Японии и Южной Корее. В намерения Ким Чен Уна, которые кажутся почти патологическая, есть желание создать баллистических ракет, оснащенных ядерным оружием, в состоянии покрыть расстояние межконтинентальной способный достигать Соединенных Штатов; с другой стороны, уровень провокации возрастает с прогрессом показывает силы, так что в последнем запуске ракеты в Японию, северокорейский диктатор прямо заявил, что намерение состояло в том, чтобы поразить американские базы на японской земле. Пхеньян, безусловно, воспользоваться слабыми меры, принятые против него, которые, до сих пор, состоящими во применении санкций, в более жесткой теории, но которые были обойдены режимом даже с международным соучастии. Другим фактором, лежащим в основе провокационных действий Пхеньяна является необходимость существования государства Северной Кореи, функциональной для Пекин, чтобы помешать объединению Кореями в один был союзником американцев. Таким образом, Китай найдет своих противников, политические, военные и, прежде всего, коммерческие, непосредственно на ее границах. Существование рода буферной зоны между американцами, присутствует в Южной Корее и на китайской границе, в Пекине обеспечивает зону безопасности, которая не сдается легко: это, несмотря на проблемные отношения с Пхеньяном, которая остается " единственный союзник. Китай, чтобы сохранить жизнь КНДР, в дополнение нести экономические издержки, страдает также политические издержки, которые представлены на сохраняющейся нестабильности в регионе и продолжающееся американское присутствие и внимание, что Пекин охотно терпит мало, в регионе мир, который считает свое право влияния. Тем не менее, Китай, несмотря на его большой мощности, доступной, перед невоздержанности Ким Чен Уна, кажется, застревает в позе пассивности. Некоторые аналитики приписывают Пекин пытается свергнуть режим, все сразу не удалось, и те же санкции, принятые в отношении Пхеньяна, последний из которых был перерыв в поставках угля, они, похоже, не влияют на стабильность режима. Но это не представляется возможным, что в данном случае Китайской международной политики может быть ограничена обычной политикой невмешательства во внутренние дела другого государства: позиция Северной Кореи в Пекине остается фундаментальной и слишком важно, чтобы не иметь дело с тем, что происходит с в Пхеньяне, а восприятие обеспечивается событий, кажется, чтобы продемонстрировать китайскому правительству неспособность решить вопрос в свою пользу. На другом фронте, Соединенные Штаты Америки, новый президент козырь, после высокопарных заявлений, сделанных в ходе избирательной кампании и сразу после избрания, как представляется, не в состоянии полностью понять, на данный момент, и опасность ситуации, вам отличает больше отношение, которое кажется необычно осторожным, вероятно, он рекомендовал непосредственно Пентагоном. Если непосредственная опасность от Пхеньяна, кажется, до сих пор, гораздо более опасным возможное противостояние между Вашингтоном и Пекином, если американцы должны были встретиться с северокорейским оружием, в защиту Токио и Сеул: будет Китай терпеть военные действия не только против союзника, но, особенно в том, что он считает свою сферу влияния? Вероятно, эти соображения, которые составляют основу северокорейских провокаций, направленных, в очередной раз, чтобы получить некоторую экономическую выгоду для страны в полный крах, вопрос в том, как долго он будет идти до Ким Чен Уна.