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mercoledì 20 settembre 2017

L'ambiguo silenzio di Bruxelles sulla questione catalana

La posizione dell’Unione Europea sulla questione catalana, anche dopo gli arresti della polizia spagnola di esponenti politici a favore del referendum sull’indipendenza della regione da Madrid, resta la stessa fissata fin dal 2004 dall’allora capo della Commissione, l’italiano Romano Prodi. In sostanza Bruxelles afferma che ogni territorio che si distacchi dallo stato membro dell’unione è automaticamente fuori dall’organizzazione di Bruxelles. In sostanza l’unione sostiene che il caso catalano rientra nelle esclusive competenze dello stato spagnolo e non può interferire con Madrid su una questione che le appartiene. Se questa posizione poteva avere alcune giustificazioni più di dieci anni indietro, nello scenario attuale devono essere considerate alcune variabili, che prima non si presentavano su questo piano. In primo luogo si ha l’esempio scozzese, nei confronti di Edimburgo non vi è stato l’analogo distacco, perchè per ragioni di opportunità, consistenti nel tentativo, poi fallito , di fare restare il Regno Unito all’interno dell’Europa, si minacciava implicitamente, una ammissione in europa della Scozia. L’atteggiamento di Bruxelles, sottoscritto da Juncker, sembra mirare a scongiurare altre prese di posizione come quella catalana, che esistono posso, potenzialmente, avere un percorso simile a quello di Barcellona. Tuttavia una legittima aspirazione all’indipendenza dei popoli, che hanno una particolare peculiarità storica non sembra debba essere negata, per mantenere equilibri istituzionali convenienti soltanto a non variare un assetto consolidato. Inoltre disinteressarsi di una eventuale condotta poco libertaria di uno stato membro dell’Europa, potrebbe aprire a soluzioni del genere anche per altre questioni. Bruxelles doveva interessarsi in maniera più particolare della questione ed eventualmente cercare di mediare tra le due parti. La Catalogna, con la decisione del referendum, esprime in modo chiaro un disagio, ma lo esprime in modo pacifico, anche se, secondo Madrid, in maniera anticostituzionale. Non è un mistero che i catalani abbiano una avversione al potere centrale spagnolo, anche perchè sono essenzialmente repubblicani; Madrid è vista come una usurpatrice e la questione economica, con il consistente drenaggio fiscale delle finanze catalane verso il centro, non fa che acuire il problema. Quello che qui importa è l’atteggiamento distaccato, ma anche imbarazzato, dei vertici europei, che si trovano davanti ad un problema che non sanno e non vogliono affrontare. L’Europa in tutti questi anni si è cristallizzata sulla posizione dell’unione di stati, senza tenere conto delle istanze di quei popoli che non si sentono parte di uno stato; il fatto grave che questo aspetto, presente in diversi casi, non è stato analizzato ne considerato, lasciandolo alla completa gestione della nazione interessata. Ciò, da un lato, è comprensibile, dato che avrebbe alterato degli equilibri, spesso non molto stabili, che concorrevano alla formazione della casa comune europea. Tuttavia pensare di superare l’Europa degli stati in favore di quella delle regioni, mantenendo cioè l’idea di Europa unita, ma al di fuori del vincolo dei confini statali, ma in favore di una autodeterminazione dei popoli, non sembra essere una idea che possa costituire un ostacolo al compimento dell’unione politica. Non è una strada agevole e certamente meno facile, ma poteva essere considerata, anche come alternativa, perchè rispondeva comunque agli ideali fondativi dell’Europa come organizzazione sovranazionale. Mantenere il silenzio sulla questione catalana per non offendere la Spagna, non aiuterà Bruxelles a guadagnare la fiducia di tutti i cittadini europei, ovvero non entrare nel merito della questione rappresenta una sorta di mancata partecipazione ad un problema che non può considerarsi soltanto nazionale, da qualunque parte stia, se possibile stabilirlo, la ragione. In conclusione l’Europa si dimostra ancora troppo debole, per potere affrontare in tutta imparzialità una questione di estrema rilevanza come questa, che potrebbe essere soltanto l’inizio di un dibattito dove sarà, prima o poi, assumere una posizione netta e decisa.

The ambiguous Brussels silence on the Catalan issue

The European Union's position on the Catalan issue, even after the arrests by the Spanish police of political figures in favor of the referendum on the independence of the region from Madrid, remains the same since 2004 by the then head of the Commission, the Italian Romano Prodi. In essence, Brussels states that any territory which is detached from the member state of the union is automatically outside the Brussels organization. In essence, the union argues that the Catalan case is part of the exclusive competence of the Spanish state and can not interfere with Madrid on a matter that belongs to it. If this position could have some justification more than ten years back, some variables must be considered in the current scenario, which did not appear on this plan before. First of all, there is the Scottish example, with regard to Edinburgh there was no similar posting, because for reasons of opportunity, consisted in attempting, then failing, to remain the United Kingdom within Europe, implicitly threatened, an admission to Scotland in Europe. Brussels's attitude, which Juncker has signed, seems to aim at avoiding other positions such as the Catalan one, which can potentially have a route similar to that of Barcelona. However, a legitimate aspiration to the independence of peoples, which have a particular historical peculiarity, does not seem to be denied, to keep institutional balances convenient only to not change a consolidated pattern. Also disinterested in a possible libertarian conduct of a member state of Europe could open such solutions to other issues as well. Brussels had to be more interested in the issue and possibly try to mediate between the two sides. Catalonia, with the decision of the referendum, clearly expresses a discomfort, but expresses it in a peaceful manner, though, according to Madrid, in an anti-constitutional way. It is not a mystery that the Catalans have an aversion to Spanish central power, also because they are essentially Republicans; Madrid is seen as a usurper and the economic issue, with the substantial tax drainage of Catalan finances towards the center, only makes the problem more acute. What matters here is the detached, but also embarrassed, European leaders who are facing a problem they do not know and do not want to face. In all these years, Europe has crystallized on the position of union of states, without taking into account the instances of those peoples who do not feel part of a state; the serious fact that this aspect, present in several cases, has not been analyzed, leaving it to the full management of the nation concerned. This, on the one hand, is understandable, since it would have altered the equilibriums, often not very stable, which complied with the formation of the European common home. However, thinking of overcoming the Europe of states in favor of the regions, keeping the idea of ​​united Europe, but outside the boundaries of the state borders, but in favor of self-determination of peoples, does not seem to be an idea that can be an obstacle to the fulfillment of political union. It is not a road that is easy and certainly less easy, but it could also be considered, as an alternative, because it nevertheless responded to the foundational ideals of Europe as a supranational organization. Keeping the silence on the Catalan issue so as not to offend Spain will not help Brussels gain the confidence of all European citizens, or not to enter into the merit of the issue is a sort of failure to participate in a problem that can not be considered only national, from any part is, if possible, to establish the reason. In conclusion, Europe is still too weak to face a question of extreme importance, such as this, which could only be the beginning of a debate where, sooner or later, it will take a firm and determined position.

El ambiguo silencio de Bruselas sobre la cuestión catalana

La posición de la Unión Europea sobre la cuestión catalana, incluso después de las detenciones por parte de la policía española de figuras políticas a favor del referéndum sobre la independencia de la región de Madrid, sigue siendo la misma desde 2004 por el entonces jefe de la Comisión, el italiano Romano Prodi. En esencia, Bruselas declara que cualquier territorio que se desvincule del Estado miembro del sindicato está automáticamente fuera de la organización de Bruselas. En esencia, el sindicato sostiene que el caso catalán es parte de la competencia exclusiva del Estado español y no puede interferir con Madrid en un asunto que le pertenece. Si esta posición pudiera tener alguna justificación hace más de diez años, algunas variables deben ser consideradas en el escenario actual, el cual no apareció en este plan antes. En primer lugar, hay el ejemplo escocés, en lo que respecta a Edimburgo no hubo ninguna publicación similar, porque por razones de oportunidad, consistió en intentar, y luego no, seguir siendo el Reino Unido dentro de Europa, implícitamente amenazada, una admisión a Escocia en Europa. La actitud de Bruselas, que Juncker ha firmado, parece apuntar a evitar otras posiciones como la catalana, que puede tener una ruta similar a la de Barcelona. Sin embargo, una aspiración legítima a la independencia de los pueblos, que tienen una peculiaridad histórica particular, no parece ser negada, para mantener los saldos institucionales conveniente sólo para no cambiar un patrón consolidado. También desinteresado de una posible conducta libertaria de un Estado miembro de Europa podría abrir también esas soluciones a otras cuestiones. Bruselas tenía que estar más interesado en el tema y posiblemente tratar de mediar entre las dos partes. Cataluña, con la decisión del referéndum, expresa claramente un malestar, pero lo expresa de manera pacífica, aunque, según Madrid, de una manera anti-constitucional. No es un misterio que los catalanes tengan aversión al poder central español, también porque son esencialmente republicanos; Madrid es visto como un usurpador y la cuestión económica, con el importante saneamiento fiscal de las finanzas catalanas hacia el centro, sólo agudiza el problema. Lo que importa aquí son los líderes europeos desapegados, pero también avergonzados, que se enfrentan a un problema que no conocen y no quieren enfrentar. En todos estos años, Europa se cristalizó en la posición de unión de Estados, sin tener en cuenta las instancias de aquellos pueblos que no se sienten parte de un Estado; el hecho grave de que este aspecto, presente en varios casos, no ha sido analizado, dejándolo a la plena gestión de la nación en cuestión. Esto, por un lado, es comprensible, ya que habría alterado los equilibrios, a menudo no muy estables, que cumplían con la formación del hogar común europeo. Sin embargo, pensar en superar la Europa de los Estados en favor de las regiones, mantener la idea de una Europa unida, pero fuera de las fronteras estatales, pero en favor de la autodeterminación de los pueblos, no parece ser una idea que puede ser un obstáculo para el cumplimiento de la unión política. No es un camino fácil y ciertamente menos fácil, pero también podría considerarse, como alternativa, porque responde sin embargo a los ideales fundacionales de Europa como organización supranacional. Mantener el silencio sobre la cuestión catalana para no ofender a España no ayudará a que Bruselas gane la confianza de todos los ciudadanos europeos, o no entrar en el mérito de esta cuestión es una especie de fracaso en participar en un problema que no puede ser considerado nacional, parte es, si es posible, establecer la razón. En conclusión, Europa sigue siendo demasiado débil para afrontar una cuestión de extrema importancia, como ésta, que sólo podría ser el comienzo de un debate en el que, tarde o temprano, adoptará una posición firme y determinada.

Das zweideutige Brüsseler Schweigen auf der katalanischen Frage

Die Position der Europäischen Union zur katalanischen Frage, auch nach der Verhaftung durch die spanische Polizei der politischen Persönlichkeiten zugunsten des Referendums über die Unabhängigkeit der Region aus Madrid, bleibt seit 2004 von der damaligen Chef der Kommission, dem italienischen Romano, gleich Prodi. Im Wesentlichen stellt Brüssel fest, dass jedes Gebiet, das vom Mitgliedsstaat der Gewerkschaft abgelöst wird, automatisch außerhalb der Brüsseler Organisation liegt. Im Wesentlichen argumentiert die Gewerkschaft, dass der katalanische Fall Teil der ausschließlichen Zuständigkeit des spanischen Staates sei und sich nicht mit Madrid befassen könne, was zu ihm gehört. Wenn diese Position einige Begründungen mehr als zehn Jahre zurück haben könnte, müssen einige Variablen in dem aktuellen Szenario berücksichtigt werden, was bisher nicht auf diesem Plan erscheint. Zunächst einmal gibt es das schottische Beispiel, in Bezug auf Edinburgh gab es keine ähnliche Entsendung, weil aus Gründen der Gelegenheit bestand darin, zu versuchen, dann zu versagen, das Vereinigte Königreich innerhalb Europas zu bleiben, implizit bedroht, eine Aufnahme nach Schottland in Europa. Die Haltung von Brüssel, die Juncker unterschrieben hat, scheint darauf zu zielen, andere Positionen wie die katalanische zu vermeiden, die möglicherweise einen ähnlichen Weg wie Barcelona haben. Ein legitimes Streben nach der Unabhängigkeit der Völker, die eine besondere historische Eigentümlichkeit haben, scheint jedoch nicht zu leugnen, die institutionellen Gleichgewichte nur zu behalten, um ein konsolidiertes Muster nicht zu ändern. Auch uninteressiert an einem möglichen libertären Verhalten eines Mitgliedsstaates Europas könnte solche Lösungen auch für andere Themen eröffnen. Brüssel musste sich mehr für das Thema interessieren und vielleicht versuchen, zwischen den beiden Seiten zu vermitteln. Katalonien, mit der Entscheidung des Referendums, deutlich ein Unbehagen ausdrückt, aber drückt es in einer friedlichen Weise, obwohl, nach Madrid, in einer verfassungsrechtlichen Weise. Es ist kein Rätsel, dass die Katalanen eine Abneigung gegen die spanische Zentralmacht haben, auch weil sie im Wesentlichen Republikaner sind; Madrid wird als Usurpator gesehen und die ökonomische Frage, mit der erheblichen Steuerentwässerung der katalanischen Finanzen in Richtung Zentrum, macht nur das Problem akuter. Worauf es ankommt, ist die freistehende, aber auch peinlich, die europäischen Führer, die vor einem Problem stehen, das sie nicht kennen und nicht wollen. In all diesen Jahren hat sich Europa auf die Position der Vereinigung der Staaten gekristallisiert, ohne die Fälle jener Völker zu berücksichtigen, die keinen Teil eines Staates fühlen; die ernste Tatsache, dass dieser Aspekt, der in mehreren Fällen vorliegt, nicht analysiert wurde, so dass er die volle Verwaltung der betroffenen Nation verlässt. Dies ist einerseits verständlich, da es die Gleichgewichte verändert hätte, die oft nicht sehr stabil waren, was der Bildung des gemeinsamen europäischen Zuhauses entspricht. Wenn man jedoch daran denkt, das Europa der Staaten zugunsten der Regionen zu überwinden, die Idee des vereinten Europas zu bewahren, sondern außerhalb der Grenzen der Staatsgrenzen, aber für die Selbstbestimmung der Völker, scheint das nicht zu sein kann ein Hindernis für die Erfüllung der politischen Union sein. Es ist kein Weg, der einfach und sicherlich weniger einfach ist, aber es könnte auch als eine Alternative betrachtet werden, weil er dennoch auf die Grundideale Europas als supranationale Organisation reagierte. Halten Sie die Stille auf die katalanische Frage, um nicht zu beleidigen Spanien wird nicht helfen, Brüssel das Vertrauen aller europäischen Bürger zu gewinnen, oder nicht in den Verdienst dieser Frage eingehen ist eine Art von Versäumnis, an einem Problem teilzunehmen, das nicht nur als national, von jedem betrachtet werden kann Teil ist, wenn möglich, um den Grund zu begründen. Abschließend ist Europa noch zu schwach, um sich einer äußerst bedeutsamen Frage zu stellen, wie dies nur der Beginn einer Debatte sein könnte, wo sie früher oder später eine feste und entschlossene Position einnehmen wird.

L'ambiguïté de Bruxelles sur la question catalane

La position de l'Union européenne sur la question catalane, même après l'arrestation de la police espagnole aux politiciens en faveur du référendum sur l'indépendance de la région de Madrid, reste le même fixé depuis 2004 par l'ancien président de la Commission, Romano italienne Prodi. Essentiellement, Bruxelles déclare que tout territoire qui est détaché de l'état membre de l'union est automatiquement en dehors de l'organisation bruxelloise. Essentiellement, le syndicat soutient que l'affaire catalan relève de la compétence exclusive de l'État espagnol et ne peut pas interférer avec Madrid sur une question qui appartient. Si ce poste pourrait avoir une justification plus de dix ans, certaines variables doivent être prises en compte dans le scénario actuel, qui n'a pas été présenté précédemment sur ce plan. D'abord, vous avez l'exemple écossais, contre Edimbourg il y avait le même détachement, parce que pour des raisons d'opportunité, composé de la tentative avortée, de rester au Royaume-Uni en Europe, vous implicitement menacé, une admission en Ecosse en Europe. L'attitude de Bruxelles, signé par Juncker, semble viser à éviter une autre des positions telles que le catalan, qu'il peut y avoir potentiellement un chemin similaire à celui de Barcelone. Cependant, une aspiration légitime à l'indépendance des peuples, qui ont une particularité historique particulière ne semble pas se voir refuser, à maintenir les équilibres institutionnels pratiques non seulement de modifier une structure consolidée. Aussi désintéressé par une éventuelle conduite libertaire d'un Etat membre de l'Europe pourrait ouvrir de telles solutions à d'autres questions aussi. Bruxelles devait être plus intéressé par la question et peut-être tenter de faire la médiation entre les deux parties. Catalogne, avec la décision du référendum, exprime clairement un malaise, mais il exprime d'une manière pacifique, même si, selon Madrid, de manière contraire à la Constitution. Ce n'est pas un mystère que les Catalans ont une aversion pour le pouvoir central espagnol, aussi parce qu'ils sont essentiellement républicains; Madrid est considéré comme un usurpateur et enjeu économique, avec glisser fiscal important vers le centre des finances catalanes, ne fait qu'exacerber le problème. Ce qui importe ici, ce sont les leaders européens détachés, mais aussi embarrassés, qui sont confrontés à un problème qu'ils ne connaissent pas et ne veulent pas faire face. L'Europe dans toutes ces années a cristallisé les états de la position syndicale, sans tenir compte des exigences de ceux qui ne se sentent pas partie d'un Etat; le fait sérieux que cet aspect, présent dans plusieurs cas, n'a pas été analysé, ce qui laisse à la direction complète de la nation concernée. Ceci, d'une part, il est compréhensible, car elle modifierait l'équilibre, souvent pas très stable, ce qui a souscrit à la formation de la maison européenne commune. penser cependant à surmonter l'Europe des Etats en faveur des régions, à savoir, en gardant l'idée de l'Europe unie, mais en dehors des contraintes des frontières de l'Etat, mais en faveur de l'autodétermination, ne semble pas être une idée peut être un obstacle à l'accomplissement de l'union politique. Il n'est pas une route facile et certainement pas facile, mais il pourrait être considéré même comme une alternative, cependant, parce que répondu aux idéaux fondateurs de l'Europe comme une organisation supranationale. Maintenir le silence sur la question catalane ne pas offenser l'Espagne, ne va pas aider Bruxelles à gagner la confiance de tous les citoyens européens, ou ne pas entrer dans le fond de la question est une sorte de non-participation à un problème qui ne peut pas seulement être considérée à l'échelle nationale, de tout une partie est, si possible, d'établir la raison. En conclusion, l'Europe est encore trop faible se révèle être en mesure de traiter de manière impartiale une question d'une extrême importance de ce genre, qui pourrait être que le début d'un débat qui, tôt ou tard, prendre une position claire et décisive.

O ambíguo silêncio de Bruxelas sobre a questão catalã

A posição da União Europeia sobre a questão catalã, mesmo após as prisões de polícia espanhola a políticos em favor do referendo sobre a independência da região de Madrid, continua a mesma fixa desde 2004 pelo então chefe da Comissão, o Romano italiano Prodi. Em essência, Bruxelas afirma que qualquer território que está separado do estado-membro da união é automaticamente fora da organização de Bruxelas. Em essência, a união argumenta que o caso catalão é parte da competência exclusiva do Estado espanhol e não pode interferir com Madrid sobre uma questão que lhe pertence. Se esta posição pudesse ter alguma justificativa há mais de dez anos, algumas variáveis ​​devem ser consideradas no cenário atual, que não apareceu neste plano antes. Primeiro você tem o exemplo da Escócia, contra Edinburgh houve o mesmo desprendimento, porque por razões de conveniência, que consiste na tentativa falhou, para permanecer no Reino Unido na Europa, você implicitamente ameaçada, uma admissão na Escócia na Europa. A atitude de Bruxelas, que a Juncker assinou, parece apontar para evitar outros cargos, como o catalão, que potencialmente pode ter uma rota semelhante à de Barcelona. No entanto, uma legítima aspiração à independência dos povos, que tem uma particular peculiaridade histórica, não parece ser negada, para manter os equilíbrios institucionais práticos apenas para não mudar um padrão consolidado. Também desinteressado em uma possível condução libertária de um estado membro da Europa poderia abrir tais soluções para outras questões também. Bruxelas teve que estar mais interessada na questão e possivelmente tentar mediar entre os dois lados. A Catalunha, com a decisão do referendo, expressa claramente um desconforto, mas expressa de forma pacífica, porém, de acordo com Madrid, de forma anti-constitucional. Não é um mistério que os catalães tenham uma aversão ao poder central espanhol, também porque são essencialmente republicanos; Madrid é visto como um usurpador e a questão econômica, com a substancial drenagem fiscal das finanças catalãs para o centro, torna o problema mais agudo. O que importa aqui é os líderes europeus destacados, mas também envergonhados, que estão enfrentando um problema que eles não conhecem e não querem enfrentar. Em todos esses anos, a Europa cristalizou sobre a posição de união de estados, sem levar em conta as instâncias daqueles povos que não se sentem parte de um estado; o fato serio de que esse aspecto, presente em vários casos, não foi analisado, deixando-o para a gestão total da nação em questão. Isto, por um lado, é compreensível, uma vez que teria alterado os equilíbrios, muitas vezes não muito estável, o que cumpre com a formação do lar comum europeu. No entanto pensar para superar a Europa dos estados em favor das regiões, ou seja, mantendo a ideia da Europa unida, mas fora das restrições das fronteiras do Estado, mas a favor da autodeterminação, não parece ser uma ideia que pode ser um obstáculo para o cumprimento da união política. Não é uma estrada fácil e certamente menos fácil, mas também pode ser considerada, como alternativa, porque, no entanto, respondeu aos ideais fundamentais da Europa como uma organização supranacional. Manter o silêncio sobre a questão catalã não ofender a Espanha, não vai ajudar a Bruxelas para ganhar a confiança de todos os cidadãos europeus, ou não entrar no mérito da questão é uma espécie de não-participação para um problema que não pode ser considerado meramente nacional, a partir de qualquer parte é, se possível, estabelecer o motivo. Em conclusão, a Europa ainda é muito fraca para enfrentar uma questão de extrema importância, como essa, que só poderia ser o início de um debate onde, mais cedo ou mais tarde, levará uma posição firme e determinada.

Неоднозначное молчание в Брюсселе по каталонскому вопросу

Позиция Европейского союза по каталонскому вопросу, даже после арестов испанской полиции политических деятелей в пользу референдума о независимости региона от Мадрида, остается неизменной с 2004 года тогдашним главой Комиссии, итальянским Романо Проди. По сути, Брюссель утверждает, что любая территория, которая отделена от государства-члена профсоюза, автоматически выходит за пределы брюссельской организации. По сути, профсоюз утверждает, что каталанский случай является частью исключительной компетенции испанского государства и не может вмешиваться в Мадрид по вопросу, который ему принадлежит. Если эта позиция может иметь некоторое обоснование более чем на десять лет назад, некоторые переменные должны рассматриваться в текущем сценарии, которые раньше не фигурировали в этом плане. Прежде всего, есть шотландский пример, поскольку в отношении Эдинбурга не было подобного сообщения, поскольку по соображениям возможности он состоял в попытке, а затем неспособности оставаться Соединенным Королевством в Европе, неявно угрожаемый, прием в Шотландию в Европе. Отношение Брюсселя, которое подписал Юнкер, похоже, направлено на то, чтобы избегать других позиций, таких как каталанский, который потенциально может иметь маршрут, аналогичный таковому в Барселоне. Однако легитимное стремление к независимости народов, которые имеют определенную историческую особенность, похоже, не отрицается, чтобы сохранить институциональные балансы удобными только для того, чтобы не изменить консолидированную модель. Также незаинтересованность в возможном либертарианском поведении государства-члена Европы может открыть такие решения и по другим вопросам. Брюсселю пришлось больше интересоваться этим вопросом и, возможно, попытаться посредничать между двумя сторонами. Каталония, с референдумом, явно выражает дискомфорт, но выражает это мирным образом, хотя, согласно Мадриду, антиконституционным образом. Не секрет, что каталонцы испытывают отвращение к центральной власти Испании, также потому, что они по сути являются республиканцами; Мадрид рассматривается как узурпатор, и экономическая проблема с существенным налоговым дренажем каталонских финансов в центр, только делает проблему более острой. Здесь важны обособленные, но и смущенные европейские лидеры, которые сталкиваются с проблемой, которую они не знают и не хотят сталкиваться. За все эти годы Европа кристаллизовалась на позиции союза государств, не принимая во внимание случаи тех народов, которые не чувствуют себя частью государства; серьезный факт, что этот аспект, присутствующий в нескольких случаях, не анализировался, оставив его в полном управлении соответствующей нацией. Это, с одной стороны, понятно, поскольку это изменило бы равновесие, часто не очень стабильное, что соответствовало формированию общего европейского дома. Однако мысль о преодолении Европы государств в пользу регионов, сохраняющих идею объединенной Европы, но за пределами государственных границ, но в пользу самоопределения народов, не кажется идеей о том, что может стать препятствием для выполнения политического союза. Это не дорога, которая легка и, конечно, менее легка, но ее можно также рассматривать как альтернативу, потому что она тем не менее откликнулась на основополагающие идеалы Европы как наднациональной организации. Сохранение молчания по каталонскому вопросу, чтобы не оскорбить Испанию, не поможет Брюсселю обрести уверенность всех европейских граждан или не вникать в достоинство этого вопроса, это своего рода отказ от участия в проблеме, которая не может считаться только национальной, от любого часть, если возможно, установить причину. В заключение, Европа все еще слишком слаба, чтобы столкнуться с вопросом чрезвычайной важности, таким как это, что может быть только началом дебатов, когда рано или поздно он займет твердую и решительную позицию.