Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

giovedì 16 novembre 2017

欧州は公害との戦いにおいてより決定的な役割を果たすことを望んでいる

地球の未来は地球の気候と地球温暖化に密接に結びついています。温室効果によって温度感覚が上昇するため、地球が送信している信号は心配しています。この崖の劣化の明らかな証拠にもかかわらず、トランプ・アメリカはパリ気候協定から撤退し、短期間でより良い経済成果を追求しました。ホワイトハウスは彼らの選択の良さの怪しげな証拠以上のものを生産しているが、気候の改善にアメリカの参加に障害が発生したとしても道徳的な影響は、長期的にも中期的にだけでなく、マイナスの影響を与える可能性があります。このような状況を意識することは、欧州が気候変動に対抗する上で主導的役割を演じ、米国を置き換えるに過ぎない。ボン気候サミットでは、汚染に対する政策を変え、連邦政府以外のすべての州や共同体の行政を支援するために米国にさらに大きな圧力をかける必要性とともに、この必要性が強調された。ニューヨークトランプの環境方針に反しています。うまくいけば、これらの米国機関の主体は、連邦レベルでの増加を補うために、再生可能エネルギー源を通じたエネルギー生産を実施し、二酸化炭素排出量を削減することを決定することが望ましいでしょう。しかし、2017年の二酸化炭素排出量の全体的な予測は、再び上昇し、地球全体の気候状況にさらに影響を及ぼす可能性が高いため、マイナスである。工業化の過程におけるエネルギー消費や、より多くの量の商品生産を必要とする国のエネルギー消費は、石炭のように安くする必要のある原材料にはまだまだ結びついています。ヨーロッパでは、英語の例に従うと考えられています。トン当たりの石炭価格の上昇は、この燃料を電力生産に使用する発電所の閉鎖をもたらし、その結果、排出量が減少します。フランスでも2021ドイツ、石炭の他の主要な消費者がフランスの土壌に石炭発電所を閉鎖することであるフランス政府のコミットメントを満たすために、この方法に従わなければならない、彼らの困難を認めていますまた、報告書で欧州7カ国は、単にそれらの間、二酸化炭素の排出量をカットして、その背後に残っていることが示された気候と環境のための欧州委員を、改めて表明として、温室効果の低減にドイツは、まだ全体連合の国の中でより多くの温室効果ガスを放出する国のまま。ドイツの立場は非常に重要です。なぜならベルリンは汚染との戦いにおいて世界のリーダーとしての地位を強めたいからですが、実際にはその状況を解決することはできません。それは信じられないほどです。ヨーロッパは公害との戦いにおいて主導的な役割は、世界の残りの部分の前にデータを奨励して提示されなければならない行使したい場合は、値が経済のための式と明確かつ持続可能な対策を実現して、少なくとも部分的に他に複製すること惑星の領域。古い大陸は後に産業化し始めている、そのような最貧国の資金調達として、より大きな規模での政策のプロモーターを行うことができますし、より多くの長年の工業化と国とのギャップを埋めるために、原材料を使用した後より多くの汚染エネルギー。もし米国が汚染を減らそうとする欲望から離れているならば、北京がなければ結果を期待するのは妥当ではないので、中国との協力を増やし、消費を減らすようにする必要がある。ワシントンがこの問題についてより孤立している場合、傾向の逆転が起こる可能性があります。いずれにせよ、ヨーロッパでは、最初の人に魅力を感じることは、国際的な威信を実用的で名目上の方法で増やすことを妨げるものとなる。

أوروبا تريد أن تلعب دورا أكثر حسما في مكافحة التلوث

ويرتبط مستقبل كوكب الأرض ارتباطا وثيقا بالمناخ العالمي والاحترار العالمي، إذ أن الإشارات التي ترسلها الأرض تثير القلق بسبب ارتفاع درجة حرارة الأحاسيس الناجمة عن ظاهرة الاحتباس الحراري. وعلى الرغم من الأدلة الواضحة على هذا التدهور الشديد، انسحبت ترامب الولايات المتحدة من اتفاق باريس بشأن المناخ من أجل تحقيق نتيجة اقتصادية أفضل على المدى القصير. وقد أنتجت البيت الأبيض أكثر من أدلة مشكوك فيها من الخير من اختيارهم، ولكن تأثير، حتى الأخلاقي، من عدم المشاركة الأميركية في تحسين المناخ، ومن المرجح أن يكون لها آثار سلبية ليس فقط على المدى الطويل ولكن أيضا على المدى المتوسط. إن الوعي بهذه الحالة يجب أن يقود أوروبا إلى القيام بدور قيادي في مكافحة تغير المناخ، بدلا من الولايات المتحدة. وقد أبرزت قمة المناخ في بون هذه الحاجة، وحقيقة أنه يجب ممارسة الضغط أكبر على البلاد الولايات المتحدة لتغيير سياستها بشأن التلوث وتلتزم بجميع لا الاتحادية، ولكن الدولة أو البلدية، أيضا مهم جدا كما فهد ، والتي تتعارض مع سياسة ترامب البيئية. ومن المأمول أن تقرر هذه الجهات الفاعلة في الولايات المتحدة تنفيذ إنتاج الطاقة من خلال مصادر الطاقة المتجددة، والحد من انبعاثات ثاني أكسيد الكربون، وذلك للتعويض عن الزيادة على المستوى الاتحادي. ومع ذلك، فإن التوقعات العامة لانبعاثات ثاني أكسيد الكربون لعام 2017 سلبية، لأنه من المرجح أن ترتفع مرة أخرى وتؤثر بشكل أكبر على الحالة المناخية العامة على كوكب الأرض. ولا يزال استهلاك الطاقة للبلدان التي تمر بمرحلة التصنيع أو التي تحتاج إلى كميات متزايدة من الإنتاج السلعي أكثر ارتباطا بالمواد الخام التي تحتاج إلى أن تكون رخيصة مثل الفحم، وذلك للحد من تكاليف الإنتاج. في أوروبا، يعتقد أنه يتبع المثال الإنكليزي، حيث أدت الزيادة في تكلفة الفحم للطن إلى إغلاق محطات توليد الطاقة باستخدام هذا الوقود لإنتاج الكهرباء، مما أدى إلى خفض الانبعاثات. وينبغي أن تتبع فرنسا هذا النهج أيضا من أجل الامتثال لالتزام حكومة باريس بإغلاق محطات توليد الطاقة التي تعمل بالفحم على الأراضي الفرنسية بحلول عام 2021. وأقرت ألمانيا، وهي مستهلك الفحم الرئيسي الآخر، بصعوباتها كما قال المفوض الأوروبي للمناخ والبيئة في تقرير أن سبعة بلدان أوروبية لا تزال متخلفة في الحد من انبعاثات ثاني أكسيد الكربون، ومن بينها، ولا تزال ألمانيا هي الأمة التي تنبعث منها المزيد من غازات الدفيئة بين بلدان الاتحاد بأسره. الموقف الألماني مهم جدا، لأن برلين تريد فرض نفسها كرائد عالمي في مكافحة التلوث، ولكن في الواقع فإنه فشل في حل وضعه، وهذا أمر لا يصدق. إذا أرادت أوروبا أن تمارس دورا قياديا في مكافحة التلوث يجب تقديمها مع تشجيع البيانات أمام بقية العالم، تكرارها القيم التي تحققت مع الصيغ وتدابير واضحة ومستدامة للاقتصاد و، جزئيا على الأقل في الآخر مناطق الكوكب؛ بعد القارة القديمة، سيكون من الممكن تعزيز سياسة أوسع نطاقا، مثل تمويل أفقر الولايات التي بدأت في مرحلة التصنيع في وقت لاحق، وجسر المسافة من البلدان ذات التصنيع الأقدم باستخدام المواد الخام المزيد من الطاقة الملوثة. إذا كانت الولايات المتحدة تنأى بنفسها عن الرغبة في الحد من التلوث، فمن الضروري زيادة التعاون مع الصين ودفعها نحو استهلاك أقل تلويثا، لأنه بدون بكين ليس من المعقول أن نأمل في تحقيق النتائج. وإذا كانت واشنطن أكثر عزلة من أي وقت مضى في هذه القضية، قد يكون هناك اتجاه الاتجاه. على أية حال، بالنسبة لأوروبا، يصبح الانخراط في أول شخص رادعا لزيادة مكانتها الدولية بطريقة عملية وليس فقط الاسمية.

mercoledì 15 novembre 2017

USA meno rilevanti nel sud est asiatico

Per Obama l’importanza del sud est asiatico era centrale per la politica estera statunitense, soltanto l’emergenza dello Stato islamico costrinse il precedente inquilino della Casa Bianca a spostare l’attenzione dalla zona asiatica, ritenuta cruciale sia dal punto di vista strategico, che commerciale. Il minore impegno degli USA dell’amministrazione Obama ha lasciato una eredità difficile per Trump, una situazione peggiorata dalla crisi nordcoreana e dalla competitività cinese. Con questo scenario il presidente americano ha affrontato il viaggio nel sud est asiatico con il principale obiettivo di affermare il ruolo degli Stati Uniti nella regione. Per conseguire questo risultato Trump doveva riuscire a fare cambiare atteggiamento delle potenze dell’area per aumentare la pressione su Pyongyang, circa il programma dell’armamento nucleare ed ottenere un bilanciamento commerciale con i paesi che hanno un surplus di esportazioni verso gli USA. Se il primo obiettivo rientra in una logica di politica internazionale, che Trump ha sempre messo in secondo piano rispetto alla politica interna, il secondo aspetto rientra proprio in modo diretto nella questione dell’economia americana, che patisce di un disavanzo significativo negli scambi commerciali, che va ad influire sulla produzione interna e, quindi, sul tasso di occupazione: uno dei temi centrali della campagna elettorale e che ha procurato un gran numero di voti tra l’elettorato maschile, bianco ed operaio. Tuttavia questo tema è connesso alla necessità di ribadire il ruolo di prima potenza mondiale, che in questo contesto, si può solo esplicare, principalmente con una affermazione all’interno della questione nordcoreana. Ma su questo tema non si sono registrati progressi significativi, non si è andati oltre le dichiarazioni di prammatica e l’impressione è che il comportamento di Pyongyang sia conveniente per la Cina e la Russia, cioè sia strumentale per tenere gli Stati Uniti in uno stato di pressione continua, che potrebbe servire a provocare qualche sbaglio di Trump. In questo momento per la Cina è di vitale importanza riuscire ad accreditarsi come la potenza commerciale che guarda maggiormente al suo esterno, diventare il massimo rappresentante della globalizzazione e del libero scambio, in netta contrapposizione con la politica protezionistica inaugurata da Trump, che ha provocato l’inversione totale degli Stati Uniti sul tema dei commerci mondiali. Il sospetto è che la questione nordocoreana giochi in favore di questa strategia. Pechino ha promesso una maggiore apertura agli investimenti stranieri, ma ciò è  avvenuto solo in coincidenza con la visita di Trump, questa decisione, in realtà  non è derivata dalla visita di Trump, ma dall’obiettivo di diventare il leader della politica di globalizzazione. Dal lato russo la minaccia di Pyongyang obbliga gli USA ad una minore concentrazione sulle questioni che sono più importanti per Mosca: il problema ucraino e la strategia di destabilizzazione occidentale perseguita sulle reti informatiche. Se questi ragionamenti sono veri Washington dovrà risolvere con i suoi alleati abituali, Giappone e Corea del Sud il problema nordcoreano; ma la soluzione è difficile senza la partecipazione diretta di Pechino e proprio l’essenzialità di questo fattore sta alla base della teoria che la Cina non si impegni adeguatamente, usando in maniera strumentale l’ambiguità del suo comportamento. Trump è così ritornato alla Casa Bianca lasciando la percezione che gli Stati Uniti abbiano un ruolo sempre meno rilevante nel sud est asiatico, anche perchè nessun paese della regione ha stipulato nuovi accordi bilaterali con Washington ed , anzi undici nazioni hanno raggiunto un accordo di principio per rinnovare l’accordo commerciale del Pacifico, senza la presenza USA. Una ulteriore prova della diminuzione del prestigio americano nell’area è stato il raggiungimento di un accordo di massima per stilare un codice di condotta, per evitare possibili contrasti tra i paesi interessati alla questione delle isole contese, anche questo raggiunto senza l’intervento di Washington.

Less relevant US in Southeast Asia

For Obama, the importance of Southeast Asia was central to US foreign policy, only the emergence of the Islamic state forced the former White House tenant to shift attention from the Asian area, considered crucial by both the strategic point of view commercial. The Obama administration's lesser commitment to the Obama administration has left a difficult legacy for Trump, a situation worsened by the North Korean crisis and Chinese competitiveness. With this scenario, the US President has dealt with the trip to Southeast Asia with the main goal of affirming the US role in the region. To achieve this, Trump must be able to change the attitude of the powers of the area to increase pressure on Pyongyang, about the nuclear weapon program, and to get trade balance with countries that have a surplus of exports to the USA. If the first objective falls within an international policy logic, which Trump has always put in the background of domestic policy, the second aspect is directly on the issue of the US economy, which is suffering from a significant trade deficit, affecting domestic production and, therefore, the rate of employment: one of the central themes of the election campaign and that has resulted in a large number of votes between male, white and worker electorate. However, this issue is related to the need to reaffirm the role of the world's first power, which in this context can only be explained, chiefly with an affirmation within the North Korean question. But no significant progress has been made on this subject, no prammatic statements have gone past, and the impression is that Pyongyang's behavior is convenient for China and Russia, that is, it is instrumental in keeping the United States in a state of continuous pressure, which could serve to trigger some Trump mistake. At this time for China it is vitally important to be able to become accredited as the commercial power that looks more to the outside, to become the highest representative of globalization and free trade, in sharp contrast to the protectionist policy launched by Trump, which provoked the United States' total reversal of the world trade. The suspicion is that the North Korean question plays in favor of this strategy. Beijing has pledged greater openness to foreign investment, but this was only coinciding with Trump's visit, this decision was not actually derived from Trump's visit, but from the goal of becoming the leader of globalization policy. On the Russian side, the threat of Pyongyang forces the US to focus less on issues that are more important for Moscow: the Ukrainian problem and the Western destabilization strategy pursued on computer networks. If these arguments are true Washington will have to solve the North Korean problem with its usual allies, Japan and South Korea; but the solution is difficult without the direct participation of Beijing and the very essence of this factor is the basis of the theory that China does not engage properly, using the ambiguity of its behavior instrumentally. Trump has returned to the White House, leaving the perception that the United States plays an increasingly less important role in Southeast Asia, also because no country in the region has entered into new bilateral agreements with Washington, and indeed eleven nations have reached an agreement in principle renewing the Pacific trade agreement, without the US presence. A further demonstration of the decline in US prestige in the area was the achievement of a major agreement to draft a code of conduct to avoid possible conflicts between the countries affected by the issue of the controversial islands, even this without the intervention of Washington .

Estados Unidos menos relevantes en el sudeste de Asia

Para Obama la importancia del sudeste de Asia fue central en la política exterior, sólo el surgimiento del Estado Islámico obligó al anterior ocupante de la Casa Blanca para desviar la atención de la región asiática, que se considera crucial, tanto desde un punto de vista estratégico, comercial. El menor compromiso de la administración de Obama con el gobierno de Obama ha dejado un legado difícil para Trump, una situación empeorada por la crisis de Corea del Norte y la competitividad de China. Con este escenario, el presidente de EE. UU. Se ha ocupado del viaje al sudeste asiático con el objetivo principal de afirmar el papel de los EE. UU. En la región. Para lograr este resultado, Trump fue capaz de hacer para cambiar la actitud de los poderes para aumentar la presión sobre Pyongyang, sobre el programa de armas nucleares y obtener una balanza comercial con los países que tienen un excedente de exportaciones a los EE.UU.. Si el primer gol es parte de una lógica política internacional que Trump ha puesto siempre en segundo lugar a la política interna, el segundo aspecto es parte de su propia directamente en el tema de la economía estadounidense, que sufre de un déficit significativo en el comercio, va a afectar a la producción nacional y, por lo tanto, el nivel de empleo en un tema central de la campaña electoral y que ha causado un gran número de votos entre el electorado masculino, y los trabajadores blancos. Sin embargo, este problema está relacionado con la necesidad de reafirmar el papel de potencia mundial, que en este contexto, sólo se puede ejercer, sobre todo con un reclamo dentro de la cuestión de Corea del Norte. Sin embargo, en esta edición se han presentado avances significativos no ha ido más allá de las declaraciones habituales y la impresión es que el comportamiento de Pyongyang es conveniente para China y Rusia, que es fundamental para mantener a Estados Unidos en un estado de presión continua, que podría servir para desencadenar algún error de Trump. En este momento para que China es vital para poder establecerse como la fuerza comercial que se ve mejor en el exterior, convirtiéndose en el máximo representante de la globalización y el libre comercio, en contraste con la política proteccionista inaugurado por Trump, que causó la inversión total de los Estados Unidos del comercio mundial. La sospecha es que la pregunta de Corea del Norte juega a favor de esta estrategia. Pekín ha prometido una mayor apertura a la inversión extranjera, pero eso sólo ocurrió en coincidencia con la visita de Trump, esta decisión realmente no se deriva de la visita de Trump, pero el objetivo de convertirse en el líder de la globalización política. De la parte rusa la amenaza de Pyongyang obliga a los EE.UU. a una menor concentración en los temas que son más importantes para Moscú: el problema de Ucrania y la desestabilización de la estrategia occidental perseguido en las redes informáticas. Si estos argumentos son ciertos, Washington tendrá que resolver el problema norcoreano con sus aliados habituales, Japón y Corea del Sur; pero la solución es difícil sin la participación directa de Beijing y la esencia misma de este factor es la base de la teoría de que China no se conecten adecuadamente, instrumentalmente usando la ambigüedad de su comportamiento. Trump está tan regresó a la Casa Blanca, dejando la percepción de que Estados Unidos tiene un papel cada vez más importante en el sudeste asiático, también porque ningún país de la región ha entrado en nuevos acuerdos bilaterales con Washington y, de hecho once naciones han llegado a un principio de acuerdo para renovando el acuerdo comercial del Pacífico, sin la presencia de los Estados Unidos. Otra prueba de la decadencia del prestigio estadounidense en la zona era la consecución de un principio de acuerdo para elaborar un código de conducta, para evitar posibles conflictos entre los países interesados ​​en el tema de las islas en disputa, también lo logró sin la intervención de Washington .

Weniger relevante US in Südostasien

Für Obama war die Bedeutung Südostasiens von zentraler Bedeutung für die US-Außenpolitik, nur das Auftauchen des islamischen Staates zwang den ehemaligen Pächter des Weißen Hauses, die Aufmerksamkeit vom asiatischen Raum abzulenken, der sowohl aus strategischer Sicht als entscheidend angesehen wurde. kommerziell. Das geringere Engagement der Obama-Regierung gegenüber der Obama-Regierung hat für Trump ein schweres Erbe hinterlassen, eine Situation, die durch die nordkoreanische Krise und die chinesische Wettbewerbsfähigkeit noch verschärft wurde. Mit diesem Szenario hat sich der US-Präsident mit der Reise nach Südostasien beschäftigt, mit dem Hauptziel, die Rolle der USA in der Region zu bestätigen. Um dieses Ergebnis zu erzielen, wäre Trump Lage zu tun, die Haltung der Kräfte zu verändern Druck auf Pjöngjang zu erhöhen, über das Atomwaffenprogramm und eine Handelsbilanz mit den Ländern, die einen Überschuss von Exporten in den USA haben. Wenn das erste Ziel in eine internationale politische Logik fällt, die Trump immer in den Hintergrund der Innenpolitik gestellt hat, steht der zweite Aspekt direkt in der Frage der US-Wirtschaft, die unter einem erheblichen Handelsdefizit leidet, die einheimische Produktion und somit die Beschäftigungsquote beeinflussen: eines der zentralen Themen des Wahlkampfs, der zu einer großen Zahl von Abstimmungen zwischen männlichen, weißen und arbeitenden Wählern geführt hat. Diese Frage hängt jedoch mit der Notwendigkeit zusammen, die Rolle der ersten Macht der Welt zu bekräftigen, die in diesem Zusammenhang hauptsächlich mit einer Bestätigung innerhalb der nordkoreanischen Frage erklärt werden kann. Aber in dieser Frage gibt es keine nennenswerten Fortschritte nicht über die üblichen Erklärungen gegangen und der Eindruck ist, dass das Verhalten von Pjöngjang ist bequem für China und Russland, das ist instrumental in einem Zustand, in den Vereinigten Staaten zu halten von Dauerdruck, der dazu dienen könnte, einige Trump-Fehler auszulösen. Zu diesem Zeitpunkt für China ist es wichtig, die Lage sein, mich zu etablieren als die kommerzielle Stärke, die besser auf der Außenseite sieht, der höchste Vertreter der Globalisierung und Freihandels immer, im Gegensatz zu der protektionistischen Politik von Trump eingeweiht, die verursacht die totale Umkehrung des Welthandels durch die Vereinigten Staaten. Der Verdacht ist, dass die nordkoreanische Frage zugunsten dieser Strategie spielt. Peking hat eine größere Offenheit für ausländische Investitionen zugesagt, aber dies traf nur mit Trumps Besuch zusammen. Diese Entscheidung wurde nicht von Trumps Besuch abgeleitet, sondern von dem Ziel, der Führer der Globalisierungspolitik zu werden. Auf russischer Seite zwingt die Bedrohung durch Pjöngjang die USA, sich weniger auf Themen zu konzentrieren, die für Moskau wichtiger sind: das ukrainische Problem und die westliche Destabilisierungsstrategie in Computernetzwerken. Wenn diese Argumente zutreffen, wird Washington das nordkoreanische Problem mit seinen üblichen Verbündeten, Japan und Südkorea lösen müssen; Aber die Lösung ist ohne die direkte Beteiligung von Peking schwierig, und das Wesen dieses Faktors ist die Grundlage der Theorie, dass China nicht richtig handelt, indem es die Zweideutigkeit seines Verhaltens instrumental nutzt. Trump wird so zum Weißen Haus zurückkehrte, um die Wahrnehmung zu verlassen, dass die Vereinigten Staaten eine zunehmend wichtige Rolle bei Südostasien hat, auch, weil kein Land in der Region hat sich in neuen bilateralen Abkommen mit Washington eingegeben und in der Tat elf Nationen haben eine grundsätzliche Einigung erreicht Erneuerung des pazifischen Handelsabkommens ohne die US-Präsenz. Ein weiterer Beweis für den Rückgang der amerikanischen Prestige im Bereich der Erreichung einer Einigung im Prinzip war, ein Verhaltenskodex zu erarbeiten mögliche Konflikte zwischen den Ländern interessiert an dem Thema umstrittenen Inseln zu vermeiden, dies ohne das Eingreifen von Washington erreicht .

États-Unis moins pertinents en Asie du Sud-Est

Pour Obama l'importance de l'Asie du Sud-est au cœur de la politique étrangère américaine, seule l'émergence de l'Etat islamique forcé l'occupant précédent de la Maison Blanche pour détourner l'attention de la région asiatique, qui est considéré comme essentiel à la fois d'un point de vue stratégique, commercial. Le moindre engagement de l'administration Obama envers l'administration Obama a laissé un héritage difficile pour Trump, une situation aggravée par la crise nord-coréenne et la compétitivité chinoise. Avec ce scénario, le président américain s'est occupé du voyage en Asie du Sud-Est avec l'objectif principal d'affirmer le rôle des États-Unis dans la région. Pour parvenir à ce résultat, Trump a pu faire pour changer l'attitude des pouvoirs pour augmenter la pression sur Pyongyang, au sujet du programme d'armes nucléaires et d'obtenir une balance commerciale avec les pays qui ont un excédent des exportations aux États-Unis. Si le premier but fait partie d'une logique politique internationale que Trump a toujours mis à la deuxième place à la politique intérieure, le deuxième aspect fait partie de leur propre directement en cause de l'économie américaine, qui souffre d'un déficit important dans le commerce, affectant la production nationale et, par conséquent, le taux d'emploi: l'un des thèmes centraux de la campagne électorale et qui a abouti à un grand nombre de votes entre les hommes, les blancs et l'électorat ouvrier. Cependant, cette question est liée à la nécessité de réaffirmer le rôle du premier pouvoir mondial, qui dans ce contexte ne peut s'expliquer que par une affirmation dans la question nord-coréenne. Mais sur cette question, il y a eu aucun progrès significatif n'a pas été au-delà des déclarations habituelles et l'impression est que le comportement de Pyongyang est pratique pour la Chine et la Russie, qui joue un rôle important de garder les Etats-Unis dans un état de pression continue, ce qui pourrait servir à déclencher une erreur Trump. A cette époque, pour la Chine, il est essentiel de pouvoir se positionner comme la force commerciale qui semble mieux à l'extérieur, devenant ainsi le plus haut représentant de la mondialisation et du libre-échange, contrairement à la politique protectionniste inaugurée par Trump, qui a causé le renversement total du commerce mondial des États-Unis. Le soupçon est que la question nord-coréenne joue en faveur de cette stratégie. Pékin a promis une plus grande ouverture aux investissements étrangers, mais ce ne est arrivé à l'occasion de la visite du Trump, cette décision est vraiment pas dérivé de la visite du Trump, mais l'objectif de devenir le leader de la mondialisation politique. Du côté russe, la menace de Pyongyang oblige les Etats-Unis à se concentrer moins sur des questions plus importantes pour Moscou: le problème ukrainien et la stratégie de déstabilisation occidentale poursuivie sur les réseaux informatiques. Si ces arguments sont vrais, Washington devra résoudre le problème nord-coréen avec ses alliés habituels, le Japon et la Corée du Sud; mais la solution est difficile sans la participation directe de Pékin et l'essence même de ce facteur est la base de la théorie selon laquelle la Chine ne s'engage pas correctement, utilisant l'ambiguïté de son comportement de manière instrumentale. Trump est si retourné à la Maison Blanche, laissant la perception que les Etats-Unis ont un rôle plus important en Asie du Sud, aussi parce qu'aucun pays de la région a conclu de nouveaux accords bilatéraux avec Washington et, en fait onze nations sont parvenus à un accord de principe le renouvellement de l'accord commercial du Pacifique, sans la présence des États-Unis. Une preuve supplémentaire de la baisse du prestige américain dans la région a été la réalisation d'un accord de principe pour établir un code de conduite pour éviter d'éventuels conflits entre les pays intéressés par la question des îles contestées, atteint également ce sans l'intervention de Washington .