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giovedì 6 settembre 2018

الوضع في اليمن خطير بشكل متزايد

لقد كانت الحرب في اليمن مستمر لمدة ثلاث سنوات، ولكن له صدى أقل من الحدود السورية. كان الشهر الأخير من أغسطس واحدة من أكثر مأساوية لحكايات محزنة من الضحايا الذين قدموا إلى الآن 981 قتيل، من بينهم أكثر من 300 طفل. الوفيات بين المدنيين هي حوادث يبررها الجيش السعودي كأعمال حرب مشروعة ، مع ممارسات بيروقراطية ساخرة وغير حساسة ، وهي جزء من الاستراتيجية المستخدمة ضد المتمردين الشيعة. التي وضعت موضع التنفيذ من قبل التحالف السني، أدى، بطبيعة الحال، والتي تشمل المملكة العربية السعودية والمغرب ومصر والسودان والأردن والإمارات العربية المتحدة والكويت والبحرين وقطر، هو السلوك الذي يجمع بين العمل العسكري، مع ما لا مفر منه الانتقام العشوائي، واستخدام الحصار شبه الكامل للجوع استخدام الإنساني والمرض كسلاح في الحرب. هذه الممارسة، ومع ذلك، يمكن أن توضع في إطار الجريمة جريمة حرب، لو كان موجودا إرادة ملموسة لمتابعة هذا الطريق من قبل الأمم المتحدة، وربما كنت قد يفتح حل لهذا الصراع. لكن الحرب ما زالت تتجاهلها الصحافة والمنظمات الدولية. فقط المنظمات غير الحكومية التي تسعى إلى المضي قدما عملهم في ظروف صعبة بشكل متزايد والخطر الحقيقي للعاملين فيها أن تتأثر الغارات الجوية للتحالف سني. الوضع الصحي في البلاد آخذ في الانهيار بسبب الكوليرا الذي أصاب نصف مليون شخص على الاقل وتسبب أكثر من ألفي قتيل في غضون الأشهر الثلاثة الماضية. هناك حقيقة مهمة هي الحالة الاقتصادية: اليمن هي أفقر دولة في الشرق الأوسط ، وفي ظل الظروف العادية ، يكون الإمداد بالغذاء أمراً صعباً ، مما يزيد من صعوبة العثور على الموارد الغذائية في حالة الحرب حيث تكون الإمدادات عالقة تقريباً ، من قبل الجيش ، أنه من حالة نظام طرق الاتصال ، التي تضررت عمليا في مجملها. سياسيا السعودية وحلفائها هو الحرب التي الانتقام ضد إيران، ولكن أيضا ضد روسيا، لتحقيق النصر في سوريا، والذي كان هدفا للدول السنية. A هزيمة المتمردين اليمنيين الشيعة يمكن أن يكون نقطة ضعف لطهران التي كانت تبحث عن قاعدة لمواجهة الملكيات السنية. في إطار المواجهة العلاقات بين طهران وواشنطن، كان موجودا، وإن كان نكسة، والدور الأمريكي في الصراع. بالفعل مع أوباما الولايات المتحدة قد امتنعت عن التدخل في الصراع، وتبقى محايدة، وليس لزيادة المسافة مع الرياض بسبب اتفاق بشأن القضية النووية الإيرانية، ولكن مع الرئيس ترامب الشعور هو أن الولايات المتحدة تعمل مع التحالف السني الخاصة في البصريات المعادية لإيران. فشل فرض عقوبات دولية من المملكة العربية السعودية لممارسات اليمن يمكن أيضا قراءة كعنصر استراتيجي ضد طهران. هذا يسمح للسعوديين بمعارضة فتح الممرات الإنسانية ، للاجئين ولإمدادات الأدوية والمواد الغذائية. واحد الذي تمارسه العزلة الرياض الكلية تقريبا، وأنه على الرغم من فشله في الفوز على القوة العسكرية للمتمردين، ويقلل من فرصة البقاء على قيد الحياة من المدنيين، وإجبارهم على معاناة كبيرة. وهناك عامل آخر يزيد من تفاقم الوضع ، وهو وجود بعض الجماعات في بلاد تنظيم القاعدة والدولة الإسلامية في بعض المناطق ، والتي تحرض السُنّة على السكان الشيعة. إذا لم تكن الأمم المتحدة تنفيذ وظيفتها، وربما لأنهم هم رهائن في الولايات المتحدة، ما يثير الدهشة هو صمت أوروبا، وهو ما يثبت مرة أخرى الجبان وغير قادرة على أن تصبح هيئة دولية موثوقة، ربما بسبب الاستثمارات العربية موجود في القارة. ويبقى طوارئ إنسانية خطيرة على نحو متزايد، لأن العنف العسكري نمت أيضا بانتهاك القانون الدولي الإنساني وفي جو من الصمت التام.

mercoledì 5 settembre 2018

Siria: verso l'attacco dell'ultima zona dei ribelli

Mentre l’aviazione russa avrebbe già iniziato il bombardamento della zona nord occidentale della Siria, l’ultima ancora presidiata da ribelli contrari ad Assad, la diplomazia cerca ancora di scongiurare l’ennesima catastrofe dovuta al conflitto siriano. La presenza di 70.000 combattenti, tra cui diversi componenti di Al Qaeda, pronti a tutto annuncia una possibile strage che sarebbe la naturale conseguenza dei combattimenti, nella quale il bilancio delle vittime civili sarebbe senz’altro molto alto. Nella zona sono presenti circa tre milioni di civili, molti dei  quali hanno raggiunto questa area in fuga da altre zone della Siria e, dunque, sono già nella condizione di profughi.  Dal punto di vista diplomatico, il paese che ha più interesse che la battaglia non si svolga è la Turchia, perché sarebbero ben 800.000 le persone che stanno già cercando rifugio nel territorio di Ankara, situato sul confine con questa regione siriana. Ma anche dal punto di vista diplomatico la Turchia è in una situazione non facile: la contiguità con i gruppi ribelli presenti nella zona ha provocato la richiesta di Russia, Iran e del regime di Damasco di una sorta di trattativa preventiva per evitare una battaglia già deplorata dalle Nazioni Unite e dagli USA. Ankara deve fare i conti con la sua tattica oscillante tra l’uso dei ribelli contro Assad ed il successivo dialogo con il regime siriano: un comportamento tenuto per tutelare i propri interessi particolari, in modo speciale contro i curdi, anziché guardare agli equilibri regionali. La prima conseguenza potrebbe essere, appunto, un ingente afflusso di profughi verso il suo territorio, un problema di difficile gestione, se unito alla già grande quantità di profughi che deve gestire. Gli interessi di Mosca, Teheran e Damasco vanno, però, in direzione contraria e mirano a risolvere al più presto la questione di Idlib. Per i Russi si tratta di porre fine al più presto all'impegno diretto nel teatro di guerra, che è stato giustificato dagli obiettivi geopolitici di Mosca, ma che non viene più visto benevolmente dalla società russa ed incomincia a provocare dissidio sull’operato di Putin in medio oriente. Teheran ha necessità di dare il colpo finale ai ribelli sunniti e di dare, attraverso questa operazione, un segnale chiaro ed inequivocabile alle monarchie del Golfo, che, con questa eventuale sconfitta, uscirebbero definitivamente perdenti dal conflitto siriano. Damasco, direttamente coinvolta, ha l’obiettivo di finire il conflitto e ristabilire la propria sovranità anche su questa regione, anche se si tratterà, verosimilmente, di una sovranità limitata a favore di Russia ed Iran. Se l’avvio delle operazioni sembra, quindi, impossibile da evitare, Iran, Russia e la stessa Siria auspicano di risolvere la situazione con il più basso costo umano possibile. Queste parole di circostanza sono in conflitto con i primi morti civili cuasati dai bombardieri russi. Mentre di delinea la catastrofe umanitaria ancora una volta non si può non registrare com gli Stati Uniti abbiano abdicato al loro ruolo di principale potenza internazionale, giacché il piano di Trump per il disimpegno dalla Siria andrà comunque avanti. Il presidente americano ha solo fatto un appello ai tre paesi impegnati nel conflitto per evitare la battaglia di Idlib, ma è parso soltanto un atto formale senza alcun vincolo o conseguenza. D’altra parte anche le Nazioni Unite si sono limitate ad appelli di circostanza ed a confermare una riunione del Consiglio di sicurezza che finirà in un nulla di fatto per il veto russo. Al resto del mondo, Europa inclusa, non resta che stare a guardare impotente quella che si annuncia l’ennesima strage di civili a cui seguirà una grave situazione umanitaria e le ovvie persecuzioni del sanguinario regime di Assad, rimasto comunque a ricoprire la massima carica politica del paese siriano.

Syria: towards the attack of the last rebel area

While the Russian aviation had already begun the bombing of the north-western part of Syria, the last still guarded by rebels against Assad, diplomacy still tries to avert the umpteenth catastrophe due to the Syrian conflict. The presence of 70,000 fighters, including several members of Al Qaeda, ready to announce a possible massacre that would be the natural consequence of the fighting, in which the death toll of civilians would certainly be very high. In the area there are about three million civilians, many of whom have reached this area fleeing from other areas of Syria and, therefore, are already in the condition of refugees. From the diplomatic point of view, the country that has more interest than the battle does not take place is Turkey, because there would be 800,000 people already seeking refuge in the territory of Ankara, located on the border with this Syrian region. But even from a diplomatic point of view Turkey is in a difficult situation: the contiguity with the rebel groups present in the area has provoked the request of Russia, Iran and the Damascus regime for a sort of preventive negotiation to avoid an already deplored battle. from the United Nations and the USA. Ankara has to deal with its tactic oscillating between the use of rebels against Assad and the subsequent dialogue with the Syrian regime: a behavior held to protect their particular interests, especially against the Kurds, rather than looking at the regional balance. The first consequence could be, in fact, a huge influx of refugees to its territory, a problem of difficult management, if combined with the already large amount of refugees that must manage. The interests of Moscow, Teheran and Damascus, however, go in the opposite direction and aim to resolve the issue of Idlib as soon as possible. For the Russians it is a question of ending as soon as possible a direct commitment to the theater of war, which has been justified by the geopolitical objectives of Moscow, but which is no longer seen benevolently by Russian society and begins to cause disagreement over the work of Putin in the middle east. Tehran needs to give the final blow to the Sunni insurgents and to give, through this operation, a clear and unequivocal signal to the Gulf monarchies, which, with this possible defeat, would definitely come out losers from the Syrian conflict. Damascus, directly involved, aims to end the conflict and re-establish its sovereignty over this region, even if it is likely to be a limited sovereignty in favor of Russia and Iran. If the start of operations seems, therefore, impossible to avoid, Iran, Russia and Syria itself wish to resolve the situation with the lowest possible human cost. These words of circumstance are in conflict with the first civilian deaths burned by Russian bombers. While outlining the humanitarian catastrophe, once again we can not fail to register as the United States abdicates its role as the main international power, since Trump's plan for disengagement from Syria will go ahead anyway. The American president has only made an appeal to the three countries involved in the conflict to avoid the battle of Idlib, but it seemed only a formal act without any constraints or consequences. On the other hand, even the United Nations has limited itself to appeals of circumstance and to confirm a meeting of the Security Council that will end in a void for the Russian veto. The rest of the world, including Europe, is left to watch helplessly what is announced yet another massacre of civilians that will follow a serious humanitarian situation and the obvious persecution of the bloody Assad regime, still remained to hold the highest political office of the Syrian country.

Siria: hacia el ataque de la última área rebelde

Mientras que la fuerza aérea rusa ya ha comenzado a bombardear el noroeste de Siria, el último siendo atendido por los rebeldes que se oponen a Assad, la diplomacia sigue tratando de evitar otra catástrofe como resultado del conflicto sirio. La presencia de 70.000 combatientes, entre ellos varios miembros de Al Qaeda, dispuestos a todo anuncia una posible matanza que sería el resultado natural de la lucha, en la que el número de muertos civiles sin duda sería muy alto. En el área hay alrededor de tres millones de civiles, muchos de los cuales han llegado a esta área huyendo de otras áreas de Siria y, por lo tanto, ya están en condición de refugiados. Desde el punto de vista diplomático, el país que tiene más interés que la batalla no se llevará a cabo Turquía, porque tendría 800.000 personas que ahora buscan refugio en la zona de Ankara, situado en la frontera con la región de Siria. Sino también desde el punto de vista diplomático, Turquía se encuentra en una situación difícil: la contigüidad con los grupos rebeldes en la zona provocó la petición de Rusia, Irán y el régimen sirio emplear algún tipo de acuerdo para evitar una batalla ya deplorado de las Naciones Unidas y los Estados Unidos. Ankara tiene que lidiar con sus tácticas oscilando entre el uso de los rebeldes contra Assad y el posterior diálogo con el régimen sirio: una conducta para proteger sus intereses, especialmente contra los kurdos, en lugar de mirar hacia el equilibrio regional. La primera consecuencia podría ser, de hecho, una gran afluencia de refugiados a su territorio, un problema de gestión difícil, si se combina con la ya gran cantidad de refugiados que debe manejar. Los intereses de Moscú, Teherán y Damasco, sin embargo, van en la dirección opuesta y apuntan a resolver el problema de Idlib lo antes posible. Para los rusos se trata de un fin tan pronto como los esfuerzos directos en el escenario de la guerra, que fue justificado por objetivos geopolíticos en Moscú, pero que no se ve amablemente por la empresa rusa y comienza a causar discordia en el trabajo de Putin en el medio oriente Teherán tiene necesidad de dar el golpe final a los insurgentes sunitas y dar, a través de esta operación, una señal clara e inequívoca a las monarquías del Golfo, que, con este posible derrota Definitivamente, los perdedores de salida desde el conflicto sirio. Damasco, directamente involucrado, tiene como objetivo poner fin al conflicto y restablecer su soberanía sobre esta región, incluso si es probable que sea una soberanía limitada a favor de Rusia e Irán. Si el comienzo de las operaciones parece, por lo tanto, imposible de evitar, Irán, Rusia y Siria desean resolver la situación con el menor costo humano posible. Estas palabras de circunstancias están en conflicto con las primeras muertes civiles quemadas por los bombarderos rusos. Mientras esbozar la catástrofe humanitaria que una vez más no se puede grabar con Estados Unidos han renunciado a su papel como el principal potencia internacional, debido a que el plan de Trump para la retirada de Siria seguirá adelante de todos modos. El presidente estadounidense solo hizo un llamamiento a los tres países involucrados en el conflicto para evitar la batalla de Idlib, pero parecía solo un acto formal sin restricciones ni consecuencias. Por otro lado, incluso las Naciones Unidas se han limitado a apelaciones de circunstancias y a confirmar una reunión del Consejo de Seguridad que terminará en un vacío para el veto ruso. En el resto del mundo, incluida Europa, sólo hay que esperar y ver con impotencia lo que promete ser otra matanza de civiles será seguida por una grave situación humanitaria y las persecuciones sangrientas evidentes del régimen de Assad, sin embargo, fue la realización de la más alta oficina política del país sirio.

Syrien: Auf den Angriff des letzten Rebellengebiets

Während die russische Luftwaffe bereits im Nordwesten Syriens zu bombardieren begonnen hat, die letzte von den Rebellen besetzt nach wie vor zu Assad gegenüber, versucht Diplomatie noch eine weitere Katastrophe abzuwenden von dem syrischen Konflikt führt. Die Anwesenheit von 70.000 Kämpfern, darunter mehrere Mitglieder der Al-Qaida, war bereit, ein mögliches Massaker anzukündigen, das die natürliche Folge der Kämpfe sein würde, bei denen die Zahl der Zivilisten sicherlich sehr hoch sein würde. In der Gegend leben etwa drei Millionen Zivilisten, von denen viele aus anderen Gebieten Syriens geflohen sind und daher bereits in der Verfassung von Flüchtlingen sind. Aus diplomatischer Sicht ist das Land, das mehr Interesse als die Schlacht hat, nicht die Türkei, weil es 800.000 Menschen geben würde, die bereits auf dem Territorium Ankaras Zuflucht suchen, das an der Grenze zu dieser syrischen Region liegt. Aber auch aus der diplomatischen Sicht ist die Türkei in einer schwierigen Situation: die Kontiguität mit Rebellengruppen in der Region verursachte die Anfrage nach Russland, Iran und dem syrischen Regime eine Art von Geschäft zu beschäftigen, eine Schlacht zu vermeiden, bereits beklagte von den Vereinten Nationen und den USA. Ankara hat mit seiner Taktik Oszillieren zwischen der Verwendung der Rebellen gegen Assad und den anschließenden Dialog mit dem syrischen Regime umgehen: ein Verhalten, ihre Interessen zu schützen, vor allem gegen die Kurden, anstatt auf der Suche auf die regionale Balance. Die erste Konsequenz könnte tatsächlich ein enormer Zustrom von Flüchtlingen auf sein Territorium sein, ein Problem des schwierigen Managements, wenn es mit der bereits großen Anzahl von Flüchtlingen kombiniert wird, die es zu bewältigen gilt. Die Interessen Moskaus, Teherans und Damaskus gehen jedoch in die entgegengesetzte Richtung und zielen darauf ab, das Problem von Idlib so schnell wie möglich zu lösen. Für die Russen kommt es zu Ende, sobald die direkten Bemühungen im Krieg Theater, das von geopolitischen Zielen in Moskau gerechtfertigt war, aber das ist nicht freundlicherweise von der russischen Gesellschaft zu sehen und beginnt Zwietracht auf der Arbeit von Putin zu verursachen im mittleren Osten. Teheran hat müssen den letzten Schlag zu sunnitischen Aufständischen und gibt durch diesen Betrieb geben, ein klares und eindeutiges Signal an die Golfmonarchien, die, mit dieser möglichen Niederlage würde definitiv für Verlierer von dem syrischen Konflikt. Damaskus, direkt involviert, zielt darauf ab, den Konflikt zu beenden und seine Souveränität über diese Region wieder herzustellen, selbst wenn es wahrscheinlich eine begrenzte Souveränität zugunsten von Russland und dem Iran sein wird. Wenn der Beginn der Operationen daher nicht zu vermeiden ist, wollen Iran, Russland und Syrien selbst die Situation mit den geringstmöglichen menschlichen Kosten lösen. Diese Worte der Umstände stehen im Widerspruch zu den ersten zivilen Todesfällen, die russische Bomber verbrannten. Während wir die humanitäre Katastrophe skizzieren, können wir es nicht versäumen, uns zu registrieren, da die Vereinigten Staaten ihre Rolle als wichtigste internationale Macht aufgeben, da Trumps Plan für den Abzug aus Syrien ohnehin weitergehen wird. Der amerikanische Präsident hat nur an die drei am Konflikt beteiligten Länder appelliert, die Schlacht von Idlib zu vermeiden, aber es schien nur eine formale Handlung ohne irgendwelche Zwänge oder Konsequenzen zu sein. Auf der anderen Seite haben sich selbst die Vereinten Nationen auf Appelle der Umstände beschränkt und ein Treffen des Sicherheitsrates bestätigt, das in einer Lücke für das russische Veto enden wird. Auf dem Rest der Welt, Europa eingeschlossen, die Sie gerade durch stehen müssen und hilflos zusehen, was ein weiteres Massaker an Zivilisten zu werden verspricht wird durch eine ernste humanitäre Lage und die offensichtlichen blutigen Verfolgungen des Assad-Regimes verfolgt werden, war jedoch die höchsten politischen Ämter bekleiden 

Syrie: vers l'attaque de la dernière zone rebelle

Alors que la force aérienne russe a déjà commencé à bombarder le nord-ouest de la Syrie, le dernier encore habité par des rebelles opposés à Assad, la diplomatie tente toujours d'éviter une autre catastrophe résultant du conflit syrien. La présence de 70.000 combattants, dont plusieurs membres d'Al-Qaïda, prêts à tout annonce un éventuel massacre qui serait le résultat naturel des combats, où le nombre de victimes civiles serait certainement très élevé. Dans la région il y a environ trois millions de civils, dont beaucoup ont atteint cette zone fuyant d'autres régions de la Syrie et, par conséquent, sont déjà dans la condition des réfugiés. Du point de vue diplomatique, le pays qui a plus d'intérêt que la bataille n'a pas lieu en Turquie, car il aurait 800.000 personnes qui cherchent maintenant refuge dans la région d'Ankara, situé à la frontière avec la région syrienne. Mais aussi du point de vue diplomatique, la Turquie est dans une situation difficile: la contiguïté avec les groupes rebelles dans la région a provoqué la demande à la Russie, l'Iran et le régime syrien d'employer une sorte d'accord pour éviter une bataille déjà déplorée des Nations Unies et des États-Unis. Ankara doit faire face à ses tactiques oscillant entre l'utilisation des rebelles contre Assad et le dialogue ultérieur avec le régime syrien: une conduite pour protéger ses intérêts, en particulier contre les Kurdes, plutôt que de chercher à l'équilibre régional. La première conséquence serait, en fait, un afflux massif de réfugiés sur son territoire, un problème de gestion difficile, si elle est combinée avec le nombre déjà important de réfugiés qui doit gérer. Les intérêts de Moscou, Téhéran et Damas vont cependant dans la direction opposée et visent à résoudre le problème d'Idlib le plus rapidement possible. Pour les Russes, il se termine dès que les efforts directs dans le théâtre de la guerre, qui a été justifiée par des objectifs géopolitiques à Moscou, mais qu'on ne voit pas bien voulu par la société russe et commence à provoquer des dissensions sur le travail de Poutine au moyen-orient. Téhéran a besoin de donner le coup final aux insurgés sunnites et donner, par cette opération, un signal clair et sans ambiguïté aux monarchies du Golfe, qui, avec cette défaite possible serait certainement perdants de sortie du conflit syrien. Damas directement impliqué, vise à mettre fin au conflit et à rétablir sa souveraineté même dans cette région, même si elle sera, très probablement, de la souveraineté limitée en faveur de la Russie et de l'Iran. Si le début des opérations semble, par conséquent, impossible à éviter, l'Iran, la Russie et la Syrie elle-même souhaitent résoudre la situation avec le coût humain le plus bas possible. Ces circonstances sont en conflit avec les premières victimes civiles brûlées par les bombardiers russes. Tout en soulignant la catastrophe humanitaire une fois de plus, vous ne pouvez pas enregistrer avec les États-Unis ont abdiqué leur rôle en tant que principale puissance internationale, parce que le plan Trump pour le désengagement de la Syrie ira de l'avant de toute façon. Le président américain vient de faire un appel aux trois pays impliqués dans le conflit pour éviter la bataille de Idlib, mais il semblait un acte formel sans aucune restriction ni conséquence. D'autre part, même les Nations Unies étaient limitées aux appels occasionnels et confirmant une réunion du Conseil de sécurité qui prendra fin dans une impasse pour le veto russe. Sur le reste du monde, y compris l'Europe, il vous suffit de rester là à regarder, impuissants, ce qui promet d'être encore un autre massacre de civils sera suivi d'une situation humanitaire grave et les persécutions sanglantes évidentes du régime Assad, cependant, était de tenir le plus haut bureau politique du pays syrien.

Síria: em direção ao ataque da última área rebelde

Enquanto a força aérea russa já começou a bombardear a noroeste da Síria, o último ainda ocupado por rebeldes que se opõem à Assad, a diplomacia ainda tentando evitar outra catástrofe resultante do conflito sírio. A presença de 70.000 combatentes, incluindo vários membros da Al Qaeda, pronto para qualquer coisa anuncia um possível massacre que seria o resultado natural dos combates, em que o número de civis mortos seria certamente muito elevada. Na área há cerca de três milhões de civis, muitos dos quais chegaram a esta área fugindo de outras áreas da Síria e, portanto, já estão na condição de refugiados. Do ponto de vista diplomático, o país que tem mais interesse que a batalha não tem lugar na Turquia, porque teria 800.000 pessoas que agora estão em busca de refúgio na área de Ankara, localizado na fronteira com a região síria. Mas também do ponto de vista diplomático, a Turquia está em uma situação difícil: a contiguidade com grupos rebeldes na área fez com que o pedido para a Rússia, o Irão e o regime sírio para empregar algum tipo de acordo para evitar uma batalha já lamentou das Nações Unidas e dos EUA. Ancara tem de lidar com suas táticas oscilando entre o uso dos rebeldes contra Assad eo subsequente diálogo com o regime sírio: a conduta para proteger seus interesses, especialmente contra os curdos, ao invés de olhar para o equilíbrio regional. A primeira conseqüência poderia ser, na verdade, um enorme afluxo de refugiados para o seu território, um problema de difícil gestão, se combinado com a já grande quantidade de refugiados que deve administrar. Os interesses de Moscou, Teerã e Damasco, no entanto, vão na direção oposta e visam resolver a questão do Idlib o mais rápido possível. Para os russos se trata de um fim tão logo os esforços diretos no teatro de guerra, que foi justificada por objectivos geopolíticos em Moscou, mas que não é visto gentilmente pela empresa russa e começa a causar dissensão no trabalho de Putin no Oriente Médio. Teerã tem precisa dar o golpe final para os insurgentes sunitas e dar, através desta operação, um sinal claro e inequívoco para as monarquias do Golfo, que, com este possível derrota sairiam definitivamente perdedores do conflito sírio. Damasco diretamente envolvidos, tem como objetivo acabar com o conflito e restaurar sua soberania, mesmo nesta região, mesmo que ele vai, muito provavelmente, de soberania limitada em favor da Rússia e do Irã. Se o início das operações parece, portanto, impossível de evitar, o Irã, a Rússia e a própria Síria desejam resolver a situação com o menor custo humano possível. Estas palavras de circunstância estão em conflito com as primeiras mortes de civis queimadas por bombardeiros russos. Enquanto delineando a catástrofe humanitária, mais uma vez você não pode gravar com os Estados Unidos abdicaram de seu papel como a principal potência internacional, porque o plano de Trump para a retirada da Síria irá adiante de qualquer maneira. O presidente americano só fez um apelo aos três países envolvidos no conflito para evitar a batalha de Idlib, mas pareceu apenas um ato formal sem quaisquer restrições ou conseqüências. Por outro lado, mesmo as Nações Unidas foram limitados aos apelos ocasionais e confirmando uma reunião do Conselho de Segurança que vai terminar em um impasse para o veto russo. No resto do mundo, incluindo a Europa, você só tem que ficar parado e assistir, impotente que promete ser mais um massacre de civis será seguido por uma grave situação humanitária e as perseguições sangrentas óbvios do regime de Assad, no entanto, foi a realização de mais alto cargo político do país sírio.