Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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giovedì 17 gennaio 2019
تحتاج كل من بروكسل ولندن إلى قرار سريع بشأن خروج المملكة المتحدة من الاتحاد
تبدو مسألة خروج المملكة المتحدة من أوروبا صعبة على نحو متزايد: فقد حصل التصويت المخصوم تقريبًا ضد الاتفاق الذي توصل إليه الطرفان ، على نسب أكبر من تلك التوقعات ، لأنه أضاف معارضة من يفضلون الخروج عمليا دون اتفاق مع بروكسل ضد أولئك الذين غادروا الاتحاد. وفي النهاية ، فإن الاتفاقية ، التي اعتبرت معتدلة أكثر من اللازم ، لم ترضي البرلمان الإنجليزي ، الذي ما زال محجوباً في نوع من عدم الانتماء الذاتي داخل نفسه. لقد تجنب رئيس الوزراء الإنجليزي اقتراح حجب الثقة ، حتى لو كان ذلك مقابل بضعة أصوات ، وهذا يمنع إمكانية إجراء استفتاء انتخابي جديد ، الأمر الذي قد يساعد على إعطاء مزيد من الوضوح للسيناريو. في الوقت الراهن ، الإجراء الوحيد الذي وضعه رئيس مجلس الدولة هو اجتماع بين الحكومة وزعماء المعارضة ، ولكن مع ترك حزب العمل ، أكبر حزب معارض للمحافظين. وإذا نحينا جانبا أي اعتبار ممكن بشأن فرصة هذا الاختيار ، فإن السؤال هو ما هي النتيجة التي يمكن أن تحصل على هذا الاجتماع ، الذي لم يتم التوصل إليه حتى الآن ؛ ويكشف هذا مرة أخرى كيف أن رئيس الوزراء غير قادر على إيجاد حل يمكن أن يفي بحل داخلي مشترك يتوافق مع الاحتياجات الأوروبية. وهذا لا يسمح لنا بالوصول إلى حل سريع ، وفي مواجهة هذه الصعوبات ، أظهرت بروكسل فهمًا للصعوبات الإنجليزية ، لكن في الوقت نفسه ، حثت لندن على إيجاد حل بحلول 29 مارس ، وهو الموعد النهائي الذي يجب عليها إنهاء عملية ترك الاتحاد. مسألة الحد الأقصى في 29 مارس ليست ثانوية لأنه في مايو ستجرى الانتخابات الأوروبية ، وإذا لم يتم إصدار المملكة المتحدة رسميًا بعد ، يمكن طرح السؤال على مشاركة عضو منتهية العضوية في المنافسة الانتخابية. والفكرة التي توحد جميع العواصم الأوروبية هي الاستفادة القصوى من الوقت المتبقي ، حتى مع وجود المرونة تجاه لندن. من وجهة النظر الداخلية ، لحل هذا الوضع ، يبدو الأمر أكثر ملاءمة ، بدلاً من الاستمرار في مفاوضات سياسية مطولة أو حتى انتخابات جديدة ، لتكرار الاستفتاء ، دون أن نكرر الأخطاء التي ارتكبت في المشاورات الأخيرة. السؤال الذي يطرح حصرا داخل أو خارج أوروبا هو سبب عدم اليقين العميق في الوضع الحالي. في الواقع ، لا يمكن أن يقتصر مصير أي بلد على مثل هذا السؤال الضيق ؛ وعلاوة على ذلك استغرق الاستفتاء الذي يعاقب الافراج عن المملكة المتحدة من أوروبا، ولكن مع وجود فجوة المحتوى بين تلك المؤيدة والمعارضة، المكان في حالة من التضليل كاملة، من جهة لأخذ أمرا مفروغا منه انتصار لمن أراد تبقى في الاتحاد ، من جهة أخرى لأن أنصار الخروج قد أبقى عمدا مخبأة عدة جوانب يمكن أن تكون قد عكس تصويت أولئك الذين قالوا أنهم كانوا يؤيدون الابتعاد عن بروكسل. من تاريخ الاستفتاء ، أدى النقاش حول نتائج الخروج من أوروبا إلى استقطاب المعلومات الإنجليزية ، وبالتالي ، يمكن القول إن المجتمع البريطاني الآن أكثر اطلاعاً ووعيًا بما ينطوي عليه الإبعاد من بروكسل. من أجل تسهيل الأمور ، يجب أن تكون طبيعة اتفاقية الفصل مع الاتحاد أكثر وضوحا ، وربما لن تكون قادرة على بنائها مرة أخرى من الصفر ، ولكن على الأقل لوقف بعض النقاط الأساسية. وقد بدأت إمكانية إجراء استفتاء جديد في العثور أيضاً على الفائزين بتأكيد الخروج ، الذين يرون في هذا السكون ضعفاً للبلاد وكيف أنهم تصوروا السيادة البريطانية الجديدة التي لم يفرضها الاتحاد. إذا تم اختيار هذا الخيار ، يبدو أنه من الصعب تنظيم استفتاء حول الاستفتاء في وقت قصير ، وعلى أي حال بحلول نهاية مارس ، في حين سيكون وضع المملكة المتحدة تجاه أوروبا؟ وإلى جانب توفر الدول الأوروبية ، يجب تحديد السؤال: حتى بالنسبة لأوروبا ، فإن عدم اليقين هذا محرج لأنه يتضمن سلسلة من الجوانب التنظيمية والاقتصادية. من وجهة النظر الفنية من حيث المبدأ، في الواقع، إذا كان لندن تريد الخروج ولا يمكن أن توصل إلى اتفاق داخلي، بروكسل لديها كل الحق في الحفاظ على سلامتها، خاصة أمام أعضاء مترددة، وفرض شروط متشددة، تبررها الصلابة الإنجليزية والامتيازات الممنوحة عندما تكون لندن داخل الاتحاد والتي لم تكن قادرة على تقديرها ، ومع ذلك فإن الآثار الاقتصادية المترتبة على الخروج من الاتحاد ، دون اتفاق ، لن تكون سلبية فقط بالنسبة للمملكة المتحدة ، ولكن أيضا لسوق السلع نحو الدولة الإنجليزية. في النهاية ، تكون المشكلة دائمًا ذات طبيعة اقتصادية ، وإذا كان هذا يمكن أن يمثل عقبة ، فقد يكون أيضًا سببًا يمكن أن يسهم في الحل
martedì 8 gennaio 2019
I dubbi sul ritiro americano dalla Siria
Mentre il governo di Assad, grazie all’appoggio di Iran e Russia, ha riconquistato circa il 75% del paese siriano, la parte che comprende i giacimenti più preziosi, oltre ad avere mantenuto sempre lo sbocco al mare, la parte della Siria rimasta sotto il controllo americano comprende territori desertici ed i giacimenti petroliferi che contengono il greggio con qualità inferiore; questa motivazione, unita la fatto che il programma di rovesciare Assad è fallito, hanno determinato in Trump la decisione di ritirare i circa 2000 soldati americani ancora presenti sul territorio siriano. La questione, però ha sollevato obiezioni interne ed esterne, che potrebbero creare ripensamenti alla Casa Bianca. La ragione ufficiale sostenuta dal presidente statunitense è che la lotta allo Stato islamico è terminata con la sconfitta del califfato, tuttavia la presenza, seppure ridotta ed in alcune zone più remote, di alcuni gruppi non permette di affermare con la certezza di Trump, il completo annientamento dei miliziani dal territorio dove operano i militari americani. Dal punto di vista interno,le valutazioni dei vertici militari americani ritengono questa mossa un errore, analogo a quello, per ora scongiurato, del ritiro delle truppe dall’Iran, sia per ragioni contingenti, come la presenza residuale dello Stato islamico, sia per le ripercussioni sulle alleanze militari con i curdi, che per l’azione di contrasto all’Iran, sopratutto in ottica di difesa di Israele. La questione curda non permette un atteggiamento improntato soltanto alle valutazioni dell’esclusiva convenienza, sopratutto finanziaria, che stanno alla base della decisione di Trump (che ancora una volta si rivela come un politico miope sul lungo periodo ed anche scarso conoscitore delle dinamiche di politica internazionale). L’impegno dei combattenti curdi direttamente sul terreno ha permesso agli Stati Uniti di evitare lo schieramento diretto di soldati americani nel teatro di combattimento siriano, i curdi si sono rivelati, così come nell’occasione dell’invasione dell’Iraq di Saddam, i principali e più efficienti alleati degli USA, molto al di sopra dei combattenti appartenenti alle forze democratiche siriane, che non sono mai riusciti a fornire un aiuto adeguato ai militari del pentagono. La questione curda, però, prevede la profonda contrarietà di Ankara alla possibilità di una entità autonoma curda sui propri confini. La Turchia ha accolto con favore la possibile ritirata americana, intravvedendo la possibilità di una azione militare diretta contro i curdi siriani. Erdogan ha anche richiesto lo smantellamento delle basi militare allestite dagli Usa per i curdi per endere più deboli i combattenti curdi. L’azione turca sarebbe giustificata con la solita scusa di conbattere il terrorismo curdo. La strategia curda è stata allora quella di allacciare nuovamente i rapporti con Assad, con il quale i curdi avevano, comunque, una certa autonomia. I militari di Damasco si sono avvicinati alle zone curde, sulle quali è stata fatta sventolare la bandiera siriana, creando così i presupposti di un confronto con la Turchia, che, alla fine, ha minacciato una azione in territorio della Siria. Non occorre ricordare che ciò potrebbe implicare una risposta anche da Russia ed Iran, che sono presenti in forze sul territorio di Damasco. La decisione di Trump, quindi, potrebbe riaprire un nuovo capitolo della guerra siriana, interrompendo l’attuale fase di stallo. A poco sembrano valere le richieste americane verso la Turchia, per evitare una aggressione da parte di Ankara del territorio curdo: il governo turco ha già respinto queste richieste creando un evidente ed ulteriore problema al prestigio internazionale americano. Non meno importante è la questione posta da Israele sulla propria sicurezza, perchè la ritirata americana lascerebbe spazio all’Iran in Siria, sopratutto dal punto di vista logistico per rifornire le milizie sciite in Libano. A questo punto gli interrogativi sulla reale convenienza del ritiro delle truppe americane dalla Siria paiono essere troppi e ciò potrebbe costringere all’ennesimo cambiamento di programma il presidente Trump, che vedrebbe un altro impegno pronunciato in campagna elettorale, impossibile da mantenere.
Doubts about the American withdrawal from Syria
While the Assad government, thanks to the support of Iran and Russia, has reconquered about 75% of the Syrian country, the part that includes the most precious deposits, in addition to having always maintained the outlet to the sea, the part of Syria remained under American control includes desert territories and oil fields that contain crude oil with lower quality; this motivation, together with the fact that the program to overthrow Assad has failed, has determined in Trump the decision to withdraw the approximately 2,000 American soldiers still present in the Syrian territory. The question, however, has raised internal and external objections, which could create changes in the White House. The official reason supported by the US president is that the fight against the Islamic State ended with the defeat of the caliphate, but the presence, though small and in some remote areas, of some groups does not allow to state with Trump's certainty, the complete annihilation of the militia from the territory where the US military operates. From the internal point of view, the assessments of the American military leaders consider this move to be a mistake, similar to the one, for now prevented, of the withdrawal of the troops from Iran, both for contingent reasons, such as the residual presence of the Islamic State, and for the repercussions on military alliances with the Kurds, which for the action against Iran, especially in defense of Israel. The Kurdish question does not allow an attitude based only on the evaluations of the exclusive convenience, above all financial, which are at the base of Trump's decision (which once again reveals itself as a short-sighted politician in the long run and also a poor connoisseur of international political dynamics ). The commitment of the Kurdish fighters directly on the ground has allowed the United States to avoid the direct deployment of American soldiers in the Syrian fighting theater, the Kurds have revealed themselves, as well as on the occasion of the invasion of Saddam's Iraq, the main and more efficient US allies, far above the fighters belonging to the Syrian democratic forces, who have never managed to provide adequate assistance to the Pentagon's military. The Kurdish question, however, provides Ankara's profound opposition to the possibility of an autonomous Kurdish entity on its borders. Turkey welcomed the possible US retreat, glimpsing the possibility of a direct military action against Syrian Kurds. Erdogan has also requested the dismantling of the military bases set up by the US for the Kurds to end the Kurdish fighters weaker. Turkish action would be justified with the usual excuse to fight Kurdish terrorism. The Kurdish strategy was then to re-establish relations with Assad, with whom the Kurds had, however, a certain autonomy. The military of Damascus approached the Kurdish areas, on which the Syrian flag was waved, thus creating the conditions for a confrontation with Turkey, which, in the end, threatened an action in the territory of Syria. It is not necessary to remember that this could also imply a response from Russia and Iran, which are present in force on the territory of Damascus. Trump's decision, therefore, could reopen a new chapter in the Syrian war, interrupting the current deadlock. The American requests to Turkey seem to have little, to avoid Ankara's aggression of Kurdish territory: the Turkish government has already rejected these requests, creating a clear and further problem to the American international prestige. No less important is the question posed by Israel on its own security, because the American retreat would leave space for Iran in Syria, especially from the logistical point of view to supply the Shiite militias in Lebanon. At this point the questions on the real convenience of the withdrawal of American troops from Syria seem to be too many and this could force the next program change President Trump, who would see another commitment made in the election campaign, impossible to maintain.
Dudas sobre la retirada estadounidense de Siria
Mientras que el gobierno de Assad, gracias al apoyo de Irán y Rusia, ha reconquistado alrededor del 75% del país sirio, la parte que incluye los depósitos más preciados, además de haber mantenido siempre la salida al mar, la parte de Siria se mantuvo bajo El control estadounidense incluye territorios desérticos y campos petroleros que contienen petróleo crudo de menor calidad; Esta motivación, junto con el hecho de que el programa para derrocar a Assad ha fracasado, ha determinado en Trump la decisión de retirar a los aproximadamente 2.000 soldados estadounidenses que todavía están presentes en el territorio sirio. La pregunta, sin embargo, ha planteado objeciones internas y externas, que podrían crear cambios en la Casa Blanca. La razón oficial apoyada por el presidente de los Estados Unidos es que la lucha contra el Estado Islámico terminó con la derrota del califato, pero la presencia, aunque pequeña y en algunas áreas remotas, de algunos grupos no permite declarar con la certeza de Trump, la completa aniquilación de la milicia del territorio donde operan los militares de los Estados Unidos. Desde el punto de vista interno, las evaluaciones de los líderes militares estadounidenses consideran que este movimiento es un error, similar al de ahora prevenido, de la retirada de las tropas de Irán, tanto por razones contingentes, como la presencia residual del Estado Islámico, y por la Repercusiones en las alianzas militares con los kurdos, que por la acción contra Irán, especialmente en defensa de Israel. La cuestión kurda no permite una actitud basada solo en las evaluaciones de la conveniencia exclusiva, sobre todo financiera, que están en la base de la decisión de Trump (que una vez más se revela como un político miope a largo plazo y también un pobre conocedor de la dinámica política internacional. ). El compromiso de los combatientes kurdos directamente en el terreno ha permitido a Estados Unidos evitar el despliegue directo de soldados estadounidenses en el teatro de combate sirio, los kurdos se han revelado, así como con motivo de la invasión del Irak de Saddam, el principal y aliados de EE. UU. más eficientes, muy por encima de los combatientes pertenecientes a las fuerzas democráticas sirias, que nunca han logrado brindar asistencia adecuada a los militares del Pentágono. La cuestión kurda, sin embargo, proporciona la profunda oposición de Ankara a la posibilidad de una entidad kurda autónoma en sus fronteras. Turquía acogió con satisfacción la posible retirada de Estados Unidos, vislumbrando la posibilidad de una acción militar directa contra los kurdos sirios. Erdogan también ha solicitado el desmantelamiento de las bases militares establecidas por los Estados Unidos para que los kurdos acaben con los combatientes kurdos más débiles. La acción turca se justificaría con la excusa habitual para luchar contra el terrorismo kurdo. La estrategia kurda fue entonces restablecer las relaciones con Assad, con quien los kurdos tenían, sin embargo, cierta autonomía. Los militares de Damasco se acercaron a las áreas kurdas, en las que se ondeaba la bandera siria, creando así las condiciones para un enfrentamiento con Turquía, que, al final, amenazó con una acción en el territorio de Siria. No es necesario recordar que esto también podría implicar una respuesta de Rusia e Irán, que están presentes en vigor en el territorio de Damasco. La decisión de Trump, por lo tanto, podría reabrir un nuevo capítulo en la guerra siria, interrumpiendo el actual punto muerto. Las solicitudes estadounidenses a Turquía parecen tener poco, para evitar la agresión de Ankara al territorio kurdo: el gobierno turco ya ha rechazado estas solicitudes, creando un problema claro y adicional para el prestigio internacional estadounidense. No menos importante es la pregunta planteada por Israel sobre su propia seguridad, porque la retirada estadounidense dejaría un espacio para Irán en Siria, especialmente desde el punto de vista logístico para abastecer a las milicias chiítas en el Líbano. En este punto, las preguntas sobre la conveniencia real de la retirada de las tropas estadounidenses de Siria parecen ser demasiadas y esto podría forzar el próximo cambio de programa del Presidente Trump, quien vería otro compromiso hecho en la campaña electoral, imposible de mantener.
Zweifel am Rückzug der Amerikaner aus Syrien
Während der Assad-Regierung mit Unterstützung des Irans und Russlands hat etwa 75% des syrischen Landes, das Teil wieder, die die wertvollsten Einlagen umfassen, sowie mit dem Zugang zum Meer immer aufrechterhalten blieb der Teil Syriens unter Die amerikanische Kontrolle umfasst Wüstengebiete und Ölfelder, die Rohöl von geringerer Qualität enthalten. diese Motivation, kombiniert mit der Tatsache, dass das Programm nicht Assad zu stürzen, hat in Trumps Entscheidung erlassen etwa 2000 amerikanische Truppen noch auf syrisches Territorium zurückzuziehen. Die Frage hat jedoch interne und externe Einwände erhoben, die zu Änderungen im Weißen Haus führen könnten. Der offizielle Grund des US-Präsident unterstützt wird, ist, dass der Kampf gegen den islamischen Staat mit der Niederlage des Kalifats endete, aber die Gegenwart, wenn auch reduziert, und in einigen entlegenen Gebieten, einige Gruppen nicht erlaubt, mit Sicherheit zu sagen, Trump, komplett Vernichtung der Miliz aus dem Gebiet, in dem das US-Militär operiert. Aus der internen Sicht, die Einschätzungen der amerikanischen militärischen Führer glauben, dass dies ein Fehler, ähnlich der Bewegung für jetzt den Rückzug der Truppen aus dem Iran abgewendet, und für ungewisse Gründen, wie die Rest Anwesenheit des Islamischen Staates, sowohl für Auswirkungen auf militärische Allianzen mit den Kurden, die für die Aktion gegen den Iran, insbesondere zur Verteidigung Israels. Die kurdische Frage nicht erlaubt, eine Haltung von nur exklusiven Einschätzungen Informationen, insbesondere finanzieller Art, die die Grundlage für die Entscheidung zu Trump sind (wer beweist einmal eine kurzsichtige Politik auf lange Sicht zu sein und auch die Kenntnis der internationalen politischen Dynamik fehlt ). Das Engagement der kurdische Kämpfer direkt auf dem Boden der Vereinigten Staaten direkte Stationierung amerikanischer Soldaten zu vermeiden, in der syrischen Drama kämpfen, die Kurden haben sich, ebenso wie die Invasion des Irak im Rahmen von Saddam erlaubt hat, die Haupt und effizient US-Verbündete, die weit über die Kämpfer zu den syrischen demokratischen Kräften gehören, die nie versäumt haben, angemessene Hilfe für das Militär des Fünfecks zu liefern. Die kurdische Frage stellt Ankara jedoch gegen die Möglichkeit einer autonomen kurdischen Entität an ihren Grenzen. Die Türkei begrüßte den möglichen Rückzug der USA und sah die Möglichkeit einer direkten Militäraktion gegen syrische Kurden. Erdogan auch erforderlich, den Abbau von Militärbasen durch die USA für die Kurden eingerichtet, um schwächeren kurdischen Kämpfer nter. Das Vorgehen der Türkei wäre mit der üblichen Ausrede zur Bekämpfung des kurdischen Terrorismus gerechtfertigt. Die kurdische Strategie bestand dann darin, die Beziehungen zu Assad wieder herzustellen, mit dem die Kurden jedoch eine gewisse Autonomie hatten. Soldaten von Damaskus haben die kurdischen Gebiete näherten, an dem die Welle syrische Flagge gemacht wurde, damit die Voraussetzungen für eine Konfrontation mit der Türkei zu schaffen, die am Ende eine Aktion Gebiet von Syrien bedroht. Es ist nicht notwendig, sich daran zu erinnern, dass dies auch eine Reaktion von Russland und Iran bedeuten könnte, die auf dem Territorium von Damaskus in Kraft sind. Trumps Entscheidung könnte daher ein neues Kapitel im Syrienkrieg wiederaufnehmen und die gegenwärtige Sackgasse unterbrechen. Wenig scheint zu sein, im Wert von US Türkei verlangt, einen Angriff von Ankara des Kurdengebietes zu verhindern: Die türkische Regierung hat bereits diese Forderungen zurückgewiesen durch ein weiteres Problem evident und das amerikanische internationale Ansehen zu schaffen. Nicht weniger wichtig ist die Frage von Israel auf seiner Sicherheit, weil der amerikanische Rückzug Raum in dem Irans in Syrien verlassen würde, vor allem aus logistischer Sicht schiitische Milizen im Libanon zu versorgen. An dieser Stelle Fragen über die wirkliche Bequemlichkeit des Abzugs der amerikanischen Truppen aus Syrien scheinen zu viele zu sein, und dies könnte ein weitere Änderung der Pläne President Trump zwingt noch, die ein stärkeres Engagement im Wahlkampf sehen würde, wartbaren.
Doutes sur le retrait américain de la Syrie
Alors que le gouvernement Assad, grâce au soutien de l'Iran et de la Russie, a reconquis environ 75% du pays syrien, la partie qui comprend les gisements les plus précieux, en plus d'avoir toujours maintenu le débouché sur la mer, la partie de la Syrie est restée sous Le contrôle américain comprend les territoires désertiques et les champs de pétrole contenant du pétrole brut de moindre qualité; Cette motivation, ajoutée au fait que le programme de renversement d'Assad a échoué, a déterminé à Trump la décision de retirer les quelque 2 000 soldats américains encore présents sur le territoire syrien. La question a cependant soulevé des objections internes et externes, qui pourraient créer des changements à la Maison Blanche. La raison officielle soutenue par le président américain est que la lutte contre l'État islamique a pris fin avec la défaite du califat, mais la présence, bien que petite et dans certaines régions éloignées, de certains groupes ne permet pas de déclarer avec la certitude de Trump l'anéantissement de la milice du territoire où l'armée américaine opère. Du point de vue interne, les évaluations des chefs militaires américains considèrent cette démarche comme une erreur, similaire à celle, pour le moment empêchée, du retrait des troupes d’Iran, à la fois pour des raisons éventuelles, telles que la présence résiduelle de l’État islamique, et pour le maintien de la paix. répercussions sur les alliances militaires avec les Kurdes, notamment en ce qui concerne l'action contre l'Iran, notamment pour la défense d'Israël. La question kurde ne permet pas une attitude basée uniquement sur les évaluations de la commodité exclusive, avant tout financière, qui sont à la base de la décision de Trump (qui se révèle une fois de plus comme un politicien à courte vue et à la longue connaisseur des dynamiques politiques internationales ). L’engagement des combattants kurdes directement sur le terrain a permis aux États-Unis d’éviter le déploiement direct de soldats américains sur le théâtre des combats syriens, ont révélé les Kurdes, ainsi que lors de l’invasion de l’Irak de Saddam, principal et des alliés américains plus efficaces, bien au-dessus des combattants appartenant aux forces démocratiques syriennes, qui n'ont jamais réussi à fournir une assistance adéquate à l'armée du Pentagone. La question kurde, cependant, constitue la profonde opposition d’Ankara à la possibilité d’une entité autonome kurde à ses frontières. La Turquie s'est félicitée de la possibilité d'une retraite américaine, entrevoyant la possibilité d'une action militaire directe contre les Kurdes syriens. Erdogan a également demandé le démantèlement des bases militaires créées par les États-Unis pour permettre aux Kurdes de mettre fin aux combattants kurdes plus faibles. L'action turque serait justifiée avec l'excuse habituelle pour lutter contre le terrorisme kurde. La stratégie kurde consistait alors à rétablir des relations avec Assad, avec lequel les Kurdes jouissaient toutefois d'une certaine autonomie. L'armée de Damas s'est approchée des zones kurdes sur lesquelles le drapeau syrien a été brandi, créant ainsi les conditions d'un affrontement avec la Turquie, qui a finalement menacé de mener une action sur le territoire syrien. Il n'est pas nécessaire de rappeler que cela pourrait également impliquer une réponse de la part de la Russie et de l'Iran, qui sont présents en vigueur sur le territoire de Damas. La décision de Trump pourrait donc rouvrir un nouveau chapitre de la guerre en Syrie, interrompant ainsi l’impasse actuelle. Les demandes américaines adressées à la Turquie semblent avoir peu pour éviter l'agression d'Ankara contre le territoire kurde: le gouvernement turc a déjà rejeté ces demandes, ce qui crée un problème clair et supplémentaire pour le prestige international américain. Non moins importante est la question posée par Israël sur sa propre sécurité, car le retrait américain laisserait la place à l’Iran en Syrie, notamment du point de vue logistique pour approvisionner les milices chiites au Liban. À ce stade, le nombre de questions relatives à la commodité du retrait des troupes américaines de Syrie semble trop important, ce qui pourrait forcer le prochain changement de programme, le président Trump, qui verrait un autre engagement pris dans la campagne électorale impossible à tenir.
Dúvidas sobre a retirada americana da Síria
Enquanto o governo Assad, com o apoio do Irã e Rússia, recuperou cerca de 75% do território nacional sírio, a parte que inclui os depósitos mais valiosos, bem como ter sempre mantido a saída para o mar, a parte da Síria permaneceu sob O controle americano inclui territórios desérticos e campos de petróleo que contêm petróleo bruto com menor qualidade; esta motivação, juntamente com o fato de que o programa para derrubar Assad falhou, determinou em Trump a decisão de retirar os cerca de 2.000 soldados americanos ainda presentes no território sírio. A questão, no entanto, levantou objeções internas e externas, o que poderia criar mudanças na Casa Branca. A razão oficial apoiado pelo presidente dos Estados Unidos é de que a luta contra o Estado islâmico terminou com a derrota do califado, mas a presença, ainda que reduzida, e em algumas áreas remotas, alguns grupos não permite dizer com certeza Trump, completa aniquilação da milícia do território onde o exército dos EUA opera. Do ponto de vista interno, as avaliações de líderes militares americanos acreditam que este mover um erro, semelhante ao que por agora evitado, a retirada das tropas do Irã, e por razões contingentes, como a presença residual do Estado Islâmico, tanto para repercussões nas alianças militares com os curdos, que pela ação contra o Irã, especialmente na defesa de Israel. A questão curda não permite uma atitude de apenas a conveniência avaliações exclusivo, especialmente financeira, que são a base da decisão de Trump (que mais uma vez demonstra ser uma política míope no longo prazo e também não têm conhecimento da dinâmica política internacional ). O compromisso de combatentes curdos diretamente sobre o solo permitiu que os Estados Unidos para evitar a implantação direta de soldados americanos que lutam no drama sírio, os curdos têm-se revelado, assim como a invasão do Iraque por ocasião de Saddam, o principal e aliados mais eficientes dos EUA, muito acima dos combatentes pertencentes às forças democráticas sírias, que nunca conseguiram prestar assistência adequada aos militares do Pentágono. A questão curda, no entanto, fornece a profunda oposição de Ancara à possibilidade de uma entidade curda autônoma em suas fronteiras. A Turquia saudou a possível retirada dos EUA, vislumbrando a possibilidade de uma ação militar direta contra os sírios curdos. Erdogan também solicitou o desmantelamento das bases militares instaladas pelos EUA para que os curdos acabassem com os combatentes curdos mais fracos. A ação turca seria justificada com a habitual desculpa para combater o terrorismo curdo. A estratégia curda era então restabelecer relações com Assad, com quem os curdos tinham, no entanto, certa autonomia. Os militares de Damasco aproximaram-se das áreas curdas, nas quais a bandeira síria foi agitada, criando assim as condições para um confronto com a Turquia, que, no final, ameaçou uma ação no território da Síria. Não é necessário lembrar que isso também poderia implicar uma resposta da Rússia e do Irã, que estão presentes em vigor no território de Damasco. A decisão de Trump, portanto, poderia reabrir um novo capítulo na guerra da Síria, interrompendo o atual impasse. Os pedidos americanos à Turquia parecem ter pouco, para evitar a agressão de território curdo por Ancara: o governo turco já rejeitou esses pedidos, criando um claro e adicional problema ao prestígio internacional americano. Não menos importante é a questão colocada por Israel sobre sua própria segurança, porque a retirada americana deixaria espaço para o Irã na Síria, especialmente do ponto de vista logístico para abastecer as milícias xiitas no Líbano. Neste ponto, as perguntas sobre a conveniência real da retirada das tropas americanas da Síria parecem ser demais e isso pode forçar a próxima mudança do programa. O presidente Trump, que veria outro compromisso assumido na campanha eleitoral, era impossível de manter.
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