Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

giovedì 14 marzo 2019

離開聯盟的最後期限即將到來倫敦,完全不確定

也許任何政黨的英國議員都認為英國可以在沒有任何撤回協議的情況下獲得過渡的好處,但是,正如歐盟談判代表所規定的那樣,沒有協議就沒有過渡。第50條所預見的談判似乎已經失敗,英國在沒有達成協議的情況下退出歐洲聯盟的危險比以往任何時候都更加具體。現在下議院想要試圖核實新公投的提議可以獲得多少批准:注意,我們已經知道這個提案將被多數人拒絕,我們想要核實的只是有利的數量可以表明一條新的道路。去。這個事實是英語不確定性的象徵,而且它在3月29日截止日期前幾天發生的事實非常雄辯。在歐洲選舉之前,馬克龍的提議也將在技術時間到來,以允許英國人在極端情況下找到解決方案。這個解決方案似乎令倫敦政府感到高興,倫敦政府仍然希望找到一種方法允許與布魯塞爾商定退出。問題是這是否有意義。如果我們理解維持歐盟與英國之間特權關係的必要性,另一方面也不清楚如何在下議院達成協議。事實上,如果在大陸方面存在著以任何方式嘗試達成一致意見的解決方案的意識和確定性,那麼就不可能在英語頻道之外產生相互的感覺。人們認為,在布魯塞爾存在一定程度的刺激,而不是合理的,這導致談判可能繼續存在,這只能對其他潛在的會議產生負面影響。除了客觀評估之外,我們必須主要考慮二十七個歐洲國家的方向,這些國家必鬚根據倫敦想要提出的理由來決定是否給予可能的提議,這一決定必須一致,因此更難以實現。歐洲選舉的邊界對雙方來說都是一個障礙:布魯塞爾不想擁有英國代表,也不希望倫敦,歐洲選舉競爭的舉辦將代表公投投票的背叛和政治階層的官方無能為力。 。因此,決定必須在3月29日或歐洲大選之前以武力形式提出,而在此之前,歐洲大選是達成英國決定的基本日期。當然,這個截止日期迫使倫敦在緊迫的時間框架內作出決定,無論它是什麼,都沒有新的選舉可能有利於更清楚地了解情況。但是,必須記住,從公民投票的結果來看,時間足以及時做出決定,而不會以這種方式減少。對於歐洲其他地區來說,這個故事代表了一個教訓,希望沒有必要求助於這個教訓,但這對於那些不想分享歸屬聯盟感情的人來說可以保持較少的可用態度。英國已經享有比其他成員更廣泛的特權,並且在進一步的恩惠中揮之不去似乎對公共事業不公平甚至有用。

完全な不確実性で、連合を離れるための期限はロンドンに近づいています

おそらく、どの国の英国議員も、脱退協定がなくても移行の恩恵を受けることができると考えていますが、EU交渉担当者が指定したように、合意がない移行はありません。第50条で予見された交渉は失敗に終わったようであり、合意なしにイギリスから欧州連合が離脱する危険性はこれまで以上に具体的です。今、下院は新しい国民投票の提案がどれほどの承認を得ることができるかを検証しようとしています。この提案は大多数によって却下されることはすでにわかっています。行きます。この事実は英語の決定論の象徴であり、それが3月29日の締め切りの数日前に起こるという事実はかなり雄弁です。マクロンの提案も、英国が極値で解決策を見つけることを可能にするために、ヨーロッパの選挙の前に技術的な時期に到着したでしょう。この解決策はロンドン政府には喜ばしいことのようであり、それはまだブリュッセルと合意した出口を許す方法を見つけることを望んでいます。問題はこれが理にかなっているかどうかです。一方、EUとイギリスの間に特権的関係を維持する必要性を理解しているのであれば、一方で、下院でどのように合意に達することができるのかは明らかではありません。実際、大陸側で合意された解決策を何らかの方法で試したことの認識と確実性がある場合、イギリス海峡を越えたところで相互の感覚を持つことは不可能です。ブリュッセルでは正当化される以上の一定の苛立ちがあり、それは交渉の継続の可能性に疲れをもたらし、これは他の潜在的な会議に悪影響を及ぼすことができるに過ぎないという認識です。客観的評価を超えて、ロンドンが提示したい理由に基づいて可能なオファーを与えるかどうかを決定しなければならないヨーロッパの27カ国のオリエンテーションを主に考慮に入れなければなりません。実現。ヨーロッパの選挙の境界は、双方にとって障害となる:イギリスの代議員を招きたくないブリュッセルにとっても、ヨーロッパの選挙競争の実施が国民投票の裏切りとその政治的階級の公式の無能力を表すために。そのため、3月29日か欧州選挙の前に決定が強制的に行われる必要がありますが、これは英国の決定に至るための基本的な日です。確かにこの期限により、ロンドンは状況をより明確に把握できるような新しい選挙の可能性がなくても、短期間で決定を下すことを余儀なくされています。しかし、国民投票の結果からは、このように短縮されることなくタイムリーな決定に達するのに十分な時間であったことを忘れないでください。ヨーロッパの他の国々にとって、この物語は教訓を表しています。うまくいけば、頼る必要はありませんが、連合に属しているという気持ちを共有したくない人たちとの態度を保つことはできます。イギリスはすでに他の加盟国よりも広範な特権を享受していて、それ以上の恩恵を受け続けていることが公正であること、あるいは共通の目的に対して有用であることすらないようです。

الموعد النهائي لمغادرة الاتحاد يقترب من لندن ، في حالة من عدم اليقين التام

ربما يعتقد البرلمانيون البريطانيون ، من أي حزب ، أن المملكة المتحدة يمكنها الوصول إلى فوائد الانتقال دون أي اتفاق انسحاب ، ولكن ، كما هو محدد من قبل مفاوض الاتحاد الأوروبي ، لا يوجد انتقال دون اتفاق. يبدو أن المفاوضات التي نصت عليها المادة 50 قد فشلت ، وخطر خروج بريطانيا من الاتحاد الأوروبي دون اتفاق أكثر واقعية من أي وقت مضى. يريد مجلس العموم الآن محاولة التحقق من مقدار الموافقة التي يمكن أن يحصل عليها اقتراح الاستفتاء الجديد: الاهتمام ، نعلم بالفعل أن هذا الاقتراح سيتم رفضه بالأغلبية ، ما نريد التحقق منه هو فقط إذا كان عدد الاقتراحات المواتية يمكن أن يشير إلى طريق جديد إلى تذهب. هذه الحقيقة هي رمز الغموض في اللغة الإنجليزية وحقيقة أنه يحدث قبل بضعة أيام من الموعد النهائي 29 مارس بليغة تماما. كان اقتراح ماكرون قد وصل أيضًا لفترة فنية ، ولكن قبل الانتخابات الأوروبية ، للسماح للبريطانيين بإيجاد حل في أقصى الحدود. يبدو أن هذا الحل يرضي حكومة لندن ، التي ما زالت تأمل في إيجاد طريقة للسماح بالخروج المتفق عليه مع بروكسل. والسؤال هو ما إذا كان هذا منطقيًا. إذا فهمنا الحاجة إلى الحفاظ على علاقة مميزة بين الاتحاد الأوروبي والمملكة المتحدة ، فمن ناحية أخرى ، ليس من الواضح كيف يمكن التوصل إلى اتفاق داخل مجلس العموم. في الواقع ، إذا كان هناك على الجانب القاري الوعي واليقين أيضًا من المحاولة بأي شكل من الأشكال لحل متفق عليه ، فمن غير الممكن أن يكون هناك إحساس متبادل من جانب ما وراء القناة الإنجليزية. التصور هو أنه في بروكسل هناك بعض الانزعاج أكثر من مبرر ، الأمر الذي يؤدي إلى التعب في استمرار محتمل للمفاوضات وهذا يمكن أن يؤثر سلبًا على الاجتماعات المحتملة الأخرى. بالإضافة إلى التقييمات الموضوعية ، يجب أن نأخذ في الاعتبار بشكل أساسي اتجاه الدول الأوروبية السبعة والعشرين ، والتي سيتعين عليها أن تقرر ما إذا كانت ستقدم عرضًا ممكنًا على أساس الأسباب التي تريد لندن تقديمها ، وهو قرار يجب أن يكون بالإجماع وبالتالي أكثر صعوبة في تحقيق. تمثل حدود الانتخابات الأوروبية عقبة أمام كلا الطرفين: بالنسبة لبروكسل ، التي لا تريد أن يكون لها نواب إنجليزيون ، ولا لندن ، حيث يمثل إجراء المنافسة الانتخابية الأوروبية خيانة تصويت الاستفتاء والعجز الرسمي لطبقتها السياسية. . لذلك يجب اتخاذ قرار بالقوة إما في 29 مارس أو قبل الانتخابات الأوروبية ، والتي ، في هذه المرحلة ، هي تاريخ أساسي ، للوصول إلى القرار البريطاني. من المؤكد أن هذا الموعد النهائي يُلزم لندن باتخاذ قرار في إطار زمني ضيق ، مهما كان ، دون أن تكون هناك إمكانية لإجراء انتخابات جديدة قد تفضل صورة أوضح للوضع. ومع ذلك ، يجب أن نتذكر أن وقت الاستفتاء كان كافيًا للتوصل إلى قرار في الوقت المناسب دون تقليصه بهذه الطريقة. بالنسبة لبقية أوروبا ، تمثل هذه القصة درسًا ، نأمل ألا تكون هناك حاجة إلى اللجوء إليه ، ولكن يمكن أن يساعد في الحفاظ على موقف أقل إتاحة مع أولئك الذين لا يرغبون في مشاركة مشاعر الانتماء إلى الاتحاد. تمتعت المملكة المتحدة بالفعل بامتيازات أكثر شمولاً من الأعضاء الآخرين ، ولا يبدو أن منحازة لمصالح أخرى عادلة أو حتى مفيدة للقضية المشتركة.

mercoledì 13 marzo 2019

l'Iran cerca di essere l'alleato privilegiato dell'Iraq, rispetto agli USA

La visita del presidente iraniano Rohani in Iraq segnala un punto di svolta nella strategia di Teheran, sia in campo diplomatico, che economico, per fronteggiare le sanzioni americane. I due paesi dividono una frontiera comune di circa 1.500 chilometri ed, al momento, sembrano avere superato la storica rivalità presente quando Saddam Hussein era al potere. Il paese irakeno è composto da una alta percentuale di sciiti, circa il novanta per cento, ed ha per questa caratteristica una notevole affinità con l’Iran. Teheran ha individuato nel paese vicino una possibilità per superare le sanzioni statunitensi, che stanno condizionando pesantemente l’economia iraniana.  Il progetto è quello di incrementare gli scambi tra i due paesi, che ora ammontano a circa 12.000 milioni di dollari, fino a 20.000 milioni di dollari; per fare ciò sono stati firmati accordi in settori importanti per entrambi i paesi, quali: energia, trasporti, agricoltura e industria. Tuttavia, il problema che più assilla l’Iran è quello di aggirare gli effetti che le sanzioni producono sul sistema dei pagamenti verso Teheran. Washington ha costruito un sistema sanzionatorio che si basa molto sulle transazioni di denaro verso il paese iraniano, penalizzando gli istituti bancari che consentono il flusso di denaro verso la repubblica degli Ayatollah. Le rispettive banche centrali avrebbero pensato un sistema di esportazione degli idrocarburi iraniani  in Iraq e da qui venduti a paesi terzi mediante pagamento non più in dollari ma in euro. Se gli Stati Uniti hanno già minacciato Bagdad ed i suoi istituti bancari, occorre, però, tenere presente le esigenze del paese irakeno, che dipende in maniera molto forte dagli approvigionamenti di gas dell’Iran. Le sollecitazioni di Washington a diversificare i fornitori si scontrano con la maggiore economicità del gas iraniano, dovuta ai minori costi di trasporto, proprio per la contiguità tra i due paesi. L’Irak si trova, però, nella scomoda situazione di avere come principali alleati due paesi che sono profondamente nemici tra di loro, questa difficoltà potrebbe essere convertita in una opportunità dal governo di Bagdad, che non può rinunciare al rapporto con gli Stati Uniti, ma nemmeno, proprio per le ragioni espresse prima, può allontanarsi dall’Iran. L’Irak potrebbe giocare un ruolo, se non di pacificazione tra le due parti, almeno tentare di ridurre la tensione: occorre ricordare che esiste il punto di partenza della guerra allo Stato islamico, dove il ruolo fondamentale di Teheran è stato riconosciuto, seppure implicitamente, anche da Washington. Gli USA, malgrado le minacce, non possono sottoporre a sanzioni il paese irakeno, perchè le conseguenze sarebbero l’impoverimento di una nazione già in sofferenza economica e  ciò potrebbe comportare un ritorno dell’estremismo islamico. Dal punto di vista diplomatico la visita del Presidente Rohani potrebbe avere come obiettivo proprio  quello di rendere maggiormente privilegiato il rapporto tra Irak ed Iran, rispetto a quello tra Irak ed USA; ciò potrebbe rientrare nella strategia di contrastare la coalizione delle monarchie sunnite con gli USA (ed Israele) e rompere l’accerchiamento internazionale in cui si trova Teheran. Resta il fatto che a Washington un interlocutore di matrice sciita è essenziale nello scacchiere mediorientale, tuttavia Bagdad potrebbe avere non gradito la direzione data da Trump alla politica estera americana, che ha interrotto l’equidistanza di Obama tra sciiti e sunniti, per favorire i rapporti con questi ultimi. Questo sbilanciamento, però, obbliga Washington alla maggiore cautela possibile nei confronti di Bagdad, ma offre anche l’occasione a Teheran, vittima delle sanzioni Usa a seguito del ritiro unilaterale della Casa Bianca dal trattato sul nucleare, di sfruttare le maggiori affinità con l’Irak. La questione non è secondaria perchè l’amicizia con l’Irak serve agli Stati Uniti per presentarsi in una sorta di equidistanza di fronte alla questione religiosa che divide l’Islam, ma è anche importante dal punto di vista geopolitico, perchè permette di mantenere le sue truppe fin sui confini con l’Iran.  La sensazione è che questa visita apra ad una varietà di scenari diversi, ma tutti in grado di influenzare il futuro della regione.

Iran tries to be the privileged ally of Iraq, compared to the USA

Iran's President Rohani's visit to Iraq signals a turning point in Tehran's strategy, both in the diplomatic and economic fields, to face US sanctions. The two countries share a common border of about 1,500 kilometers and, at the moment, seem to have overcome the historic rivalry present when Saddam Hussein was in power. The Iraqi country is composed of a high percentage of Shiites, about ninety percent, and for this characteristic it has a remarkable affinity with Iran. Tehran has identified a possibility in the neighboring country to overcome US sanctions, which are heavily affecting the Iranian economy. The project is to increase trade between the two countries, which now amount to about 12,000 million dollars, up to 20,000 million dollars; to do this, agreements have been signed in important sectors for both countries, such as: energy, transport, agriculture and industry. However, the problem that most haunts Iran is that of circumventing the effects sanctions produce on the payment system to Tehran. Washington has built a sanctioning system that relies heavily on money transactions to the Iranian country, penalizing banking institutions that allow the flow of money to the Ayatollah republic. The respective central banks would have thought up a system for exporting Iranian hydrocarbons to Iraq and from there sold to third countries by paying no more in dollars but in euros. If the United States has already threatened Baghdad and its banking institutions, it is necessary, however, to keep in mind the needs of the Iraqi country, which depends very strongly on Iran's gas supplies. Washington's requests to diversify suppliers clash with the greater economic viability of Iranian gas, due to lower transport costs, precisely because of the proximity between the two countries. Iraq finds itself, however, in the awkward situation of having two countries that are deeply enemy to each other as its main allies, this difficulty could be converted into an opportunity by the Baghdad government, which cannot renounce its relationship with the United States, but even, precisely because of the reasons expressed above, he can move away from Iran. Iraq could play a role, if not of pacification between the two sides, at least try to reduce the tension: it should be remembered that the starting point of the war against the Islamic State exists, where Tehran's fundamental role has been recognized, albeit implicitly , also from Washington. The US, despite the threats, cannot subject the Iraqi country to sanctions, because the consequences would be the impoverishment of a nation already in economic suffering and this could lead to a return to Islamic extremism. From a diplomatic point of view, President Rohani's visit could have the objective of making the relationship between Iraq and Iran more privileged than that between Iraq and the USA; this could be part of the strategy to counter the coalition of Sunni monarchies with the US (and Israel) and break the international encirclement in which Tehran is. The fact remains that in Washington a Shiite-speaking interlocutor is essential in the Middle Eastern chessboard, however Baghdad may not have liked Trump's direction in American foreign policy, which interrupted Obama's equidistance between Shiites and Sunnis, to favor relations with the latter. This imbalance, however, forces Washington to take the greatest possible caution against Baghdad, but it also offers the opportunity in Tehran, a victim of US sanctions following the unilateral withdrawal of the White House from the nuclear treaty, to exploit the greater affinities with the Iraq. The question is not secondary because the friendship with Iraq serves the United States to present itself in a sort of equidistance in the face of the religious question that divides Islam, but it is also important from the geopolitical point of view, because it allows us to maintain the his troops on the borders with Iran. The feeling is that this visit opens up to a variety of different scenarios, but all of them can influence the future of the region.

Irán trata de ser el aliado privilegiado de Irak, comparado con Estados Unidos.

La visita del presidente de Irán, Rohani, a Irak marca un punto de inflexión en la estrategia de Teherán, tanto en el campo diplomático como económico, para enfrentar las sanciones de Estados Unidos. Los dos países comparten una frontera común de unos 1.500 kilómetros y, en este momento, parecen haber superado la histórica rivalidad presente cuando Saddam Hussein estaba en el poder. El país iraquí está compuesto por un alto porcentaje de chiítas, alrededor del noventa por ciento, y por esta característica tiene una afinidad notable con Irán. Teherán ha identificado una posibilidad en el país vecino de superar las sanciones de Estados Unidos, que están afectando gravemente a la economía iraní. El proyecto consiste en aumentar el comercio entre los dos países, que ahora ascienden a unos 12,000 millones de dólares, hasta 20,000 millones de dólares; para ello, se han firmado acuerdos en sectores importantes para ambos países, tales como: energía, transporte, agricultura e industria. Sin embargo, el problema que más acosa a Irán es el de eludir los efectos que producen las sanciones en el sistema de pago a Teherán. Washington ha construido un sistema de sanciones que se basa en gran medida en las transacciones de dinero con el país iraní, penalizando a las instituciones bancarias que permiten el flujo de dinero a la república del ayatolá. Los respectivos bancos centrales habrían ideado un sistema para exportar hidrocarburos iraníes a Irak y desde allí se venderían a terceros países pagando no más en dólares sino en euros. Si Estados Unidos ya ha amenazado a Bagdad y sus instituciones bancarias, es necesario, sin embargo, tener en cuenta las necesidades del país iraquí, que depende en gran medida de los suministros de gas de Irán. Las solicitudes de Washington para diversificar proveedores chocan con la mayor viabilidad económica del gas iraní, debido a los menores costos de transporte, precisamente debido a la proximidad entre los dos países. Sin embargo, Irak se encuentra en la situación incómoda de tener dos países que son profundamente enemigos entre sí como sus principales aliados, esta dificultad podría convertirse en una oportunidad para el gobierno de Bagdad, que no puede renunciar a su relación con los Estados Unidos. pero incluso, precisamente por las razones expresadas anteriormente, puede alejarse de Irán. Irak podría desempeñar un papel, si no de pacificación entre las dos partes, al menos tratar de reducir la tensión: debe recordarse que el punto de partida de la guerra contra el Estado Islámico existe, donde se ha reconocido el papel fundamental de Teherán, aunque implícitamente , también de washington. EE. UU., A pesar de las amenazas, no puede someter al país iraquí a sanciones, ya que las consecuencias serían el empobrecimiento de una nación que ya está sufriendo económicamente y esto podría llevar a un retorno al extremismo islámico. Desde el punto de vista diplomático, la visita del presidente Rohani podría tener el objetivo de hacer que la relación entre Irak e Irán sea más privilegiada que la de Irak y los Estados Unidos; esto podría ser parte de la estrategia para contrarrestar la coalición de monarquías sunitas con los Estados Unidos (e Israel) y romper el cerco internacional en el que se encuentra Teherán. El hecho es que en Washington un interlocutor de habla chií es esencial en el tablero de ajedrez del Medio Oriente, sin embargo a Bagdad no le ha gustado la dirección de Trump en la política exterior estadounidense, que interrumpió la equidistancia de Obama entre chiítas y sunitas, para favorecer las relaciones con este último. Este desequilibrio, sin embargo, obliga a Washington a tomar la mayor precaución posible contra Bagdad, pero también ofrece la oportunidad en Teherán, una víctima de las sanciones de EE. UU. Tras el retiro unilateral de la Casa Blanca del tratado nuclear, para explotar las mayores afinidades con los Estados Unidos. Irak. La pregunta no es secundaria porque la amistad con Irak sirve a los Estados Unidos para presentarse en una especie de equidistancia frente a la cuestión religiosa que divide al Islam, pero también es importante desde el punto de vista geopolítico, porque nos permite mantener la Sus tropas en las fronteras con Irán. La sensación es que esta visita se abre a una variedad de escenarios diferentes, pero todos ellos pueden influir en el futuro de la región.

Der Iran versucht im Vergleich zu den USA der bevorzugte Verbündete des Irak zu sein

Der Besuch des iranischen Präsidenten Rohani im Irak signalisiert einen Wendepunkt in Teherans Strategie, sowohl auf diplomatischem als auch auf wirtschaftlichem Gebiet, gegen US-Sanktionen. Die beiden Länder teilen sich eine gemeinsame Grenze von etwa 1.500 Kilometern und scheinen momentan die historische Rivalität zu überwinden, zu der Saddam Hussein an der Macht war. Das irakische Land besteht aus einem hohen Prozentsatz von Schiiten, etwa neunzig Prozent, und für dieses Merkmal hat es eine bemerkenswerte Affinität mit dem Iran. Teheran hat im Nachbarland eine Möglichkeit gefunden, die Sanktionen der USA zu überwinden, die die iranische Wirtschaft stark beeinträchtigen. Das Projekt sieht vor, den Handel zwischen den beiden Ländern, der sich jetzt auf rund 12.000 Millionen Dollar beläuft, auf bis zu 20.000 Millionen Dollar zu erhöhen. Zu diesem Zweck wurden für beide Länder Abkommen in wichtigen Sektoren unterzeichnet, beispielsweise in den Bereichen Energie, Verkehr, Landwirtschaft und Industrie. Das Problem, das den Iran am meisten verfolgt, besteht jedoch darin, die Auswirkungen der Sanktionen auf das Zahlungssystem in Teheran zu umgehen. Washington hat ein Sanktionssystem aufgebaut, das stark auf Geldgeschäfte mit dem iranischen Land angewiesen ist und Banken bestraft, die den Geldfluss in die Republik Ayatollah ermöglichen. Die jeweiligen Zentralbanken hätten sich ein System für den Export iranischer Kohlenwasserstoffe in den Irak ausgedacht und von dort an Drittländer verkauft, indem sie nicht mehr in Dollar, sondern in Euro zahlten. Wenn die Vereinigten Staaten Bagdad und seine Bankinstitute bereits bedroht haben, ist es jedoch notwendig, die Bedürfnisse des irakischen Landes zu berücksichtigen, das sehr stark von den Gaslieferungen im Iran abhängt. Washingtons Forderungen nach einer Diversifizierung der Zulieferer stoßen aufgrund der niedrigeren Transportkosten gerade wegen der Nähe zwischen den beiden Ländern auf eine größere wirtschaftliche Tragfähigkeit des iranischen Gases. Der Irak befindet sich jedoch in der unangenehmen Situation, dass sich zwei Länder als Hauptverbündete tief feindlich gegenüberstehen. Diese Schwierigkeit könnte von der Bagdad-Regierung in eine Chance umgewandelt werden, die ihre Beziehung zu den Vereinigten Staaten nicht aufgeben kann. Aber gerade aus den oben genannten Gründen kann er sich vom Iran entfernen. Der Irak könnte eine Rolle spielen, wenn nicht die Befriedung zwischen den beiden Seiten, und zumindest versuchen, die Spannung abzubauen: Es sollte daran erinnert werden, dass der Ausgangspunkt des Krieges gegen den islamischen Staat gegeben ist, wo Teherans grundlegende Rolle anerkannt wurde, wenn auch implizit auch aus Washington. Die USA können das irakische Land trotz der Drohungen nicht mit Sanktionen belegen, weil die Verarmung einer bereits im wirtschaftlichen Leid befindlichen Nation die Folge sein würde und dies zu einer Rückkehr zum islamischen Extremismus führen könnte. Aus diplomatischer Sicht könnte der Besuch von Präsident Rohani das Ziel haben, die Beziehung zwischen dem Irak und dem Iran privilegierter zu gestalten als zwischen dem Irak und den USA. Dies könnte Teil der Strategie sein, der Koalition sunnitischer Monarchien mit den USA (und Israel) entgegenzuwirken und die internationale Umzingelung zu brechen, in der sich Teheran befindet. Tatsache ist, dass in Washington ein schiitisch sprechender Gesprächspartner für das Schachbrett im Nahen Osten unverzichtbar ist. Bagdad mag die Richtung von Trump in der amerikanischen Außenpolitik, die Obamas Äquidistanz zwischen Schiiten und Sunniten unterbrochen hat, nicht gefallen haben, um die Beziehungen zu fördern mit dem letzteren. Dieses Ungleichgewicht zwingt Washington jedoch zu größtmöglicher Vorsicht gegen Bagdad. Es bietet jedoch auch die Möglichkeit, dass Teheran, ein Opfer amerikanischer Sanktionen nach dem einseitigen Rückzug des Weißen Hauses aus dem Atomvertrag, die größeren Affinitäten mit dem US-Militär ausnutzt Irak. Die Frage ist nicht zweitrangig, weil die Freundschaft mit dem Irak den Vereinigten Staaten dient, sich angesichts der religiösen Frage, die den Islam spaltet, in einer Art Äquidistanz zu präsentieren, aber sie ist auch aus geopolitischer Sicht wichtig, weil sie uns die Wahrung des Konflikts ermöglicht seine Truppen an den Grenzen zum Iran. Das Gefühl ist, dass sich dieser Besuch für verschiedene Szenarien öffnet, die jedoch alle die Zukunft der Region beeinflussen können.