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martedì 10 novembre 2020

الوساطة الروسية تؤدي إلى وقف إطلاق النار في ناغورنو كاراباخ لصالح أذربيجان

 

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في نهاية المطاف ، أُجبرت روسيا على الانخراط بشكل شخصي في نزاع ناغورنو كاراباخ ، لكن ذلك لم يكن نوع المشاركة الذي كان يأمل الأرمن فيه. في الواقع ، في يريفان ، منذ بداية الصراع ، كان الأمل هو أن تنشر موسكو جنودها إلى جانب الأرمن ، لموازنة الدعم الذي يقدمه الأتراك للأذريين. هذا لم يحدث. الكثير من المصالح المتضاربة بحيث لا يفضل الكرملين سوى جانب واحد. إذا كانت روسيا حتى الآن هي الحليف الرئيسي للأرمن ، فهي أيضًا المورد الرئيسي للأسلحة إلى أذربيجان ، في حين أن المواجهة مع تركيا تعتبر بالفعل خطيرة ، دون الحاجة إلى مزيد من التدهور. كان الحل الوحيد القابل للتطبيق من روسيا ، إذن ، التزامًا دبلوماسيًا يهدف إلى وقف القتال ، لتجنب مشاركتها المباشرة ، من بين أمور أخرى غير مرحب بها من جانب جزء كبير من السكان ، والتي لا ترى بطريقة إيجابية الخطر المباشر للقتال. ومع ذلك ، لا يزال الجنود الروس منخرطين في سوريا. كان على بوتين أن يصنع فضيلة الضرورة وأن يوفق بين الجوانب السلبية العديدة للالتزام العسكري ، والتي يمكن أن تؤدي إلى تفاقم شعبيته بين السكان ، والنفقات المالية ، التي اعتبرت استثمارًا بدون عوائد كبيرة حتى من حيث المكانة الدولية. حتى المرحلة الاقتصادية الحالية ، المشروطة بالوباء ، أدت إلى خطر فقدان أحد عملاء صناعة الأسلحة ، مثل أذربيجان ، كثمن باهظ للغاية. أخيرًا ، بالنسبة للعلاقات مع أنقرة ، التي كانت بالفعل شديدة التسوية ، كان من المفضل عدم إحداث مزيد من التدهور. ومع ذلك ، مارست موسكو دور الوساطة ، مما سمح بتحقيق وقف إطلاق النار وبدء المحادثات بين طرفين بعيدين للغاية. وهكذا توقف التقدم الأذربيجاني بغزو ثاني أهم منطقة في ناغورنو كاراباخ ، على بعد 11 كيلومترًا فقط من العاصمة. بعد هذا الاتفاق ، سيتعين على الجيش الأرميني الانسحاب ليحل محله 2000 جندي روسي يعملون كخوذ زرق ، لضمان وقف إطلاق النار ولحراسة الممر الذي سيتم إنشاؤه لربط ناغورنو كاراباخ بالدولة الأرمينية. وستكون النتيجة الملموسة للاتفاقيات هي أن كلا الجانبين سيحتفظان بموقعهما الحالي وسيتم تقسيم ناغورنو كاراباخ إلى منطقتين ستشكلان شمال أرمينيا وجنوب أذربيجان ، بالإضافة إلى قطاع من الأراضي التي احتلتها القوات الأذربيجانية. ويقول رئيس الكرملين إن المفوضية السامية للأمم المتحدة لشؤون اللاجئين ستضمن عودة النازحين إلى ديارهم ، سواء الآذريين الذين فروا من المنطقة عام 1994 ، بعد حرب تلك الفترة ، والأرمن الذين هربوا من الماضي. قتال؛ وتشمل الاتفاقيات أيضا تبادل الأسرى واستعادة جثث القتلى من القوات المتصارعة. إذا كانت هذه الاتفاقات في باكو قد شهدت نشوة الانتصار العسكري ، الذي سمح باستعادة الأراضي التي كانت تعتبر دائمًا غير قانونية ، في يريفان كانت الهزيمة بمثابة استسلام عسكري له معنى الإذلال الوطني؛ وأثار ذلك مظاهرات من قبل السكان ، أعلن معظمهم تأييدهم لاستئناف القتال. بالنسبة للأرمن ، هو نوع من التشويه للأراضي الوطنية ، وقد عانى من استياء أكبر من الدور الحاسم للأعداء الأتراك الأبديين إلى جانب الأذريين. تبقى الحقيقة أن الحكومة الأرمينية لم يكن لديها بدائل واتخذت الخيار الوحيد الممكن لتجنب خسائر فادحة ، من ناحية أخرى ، كان الدعم التركي لأذربيجان حاسمًا لمصير الصراع ولم تستطع القوة الأرمينية التنافس. بالأسلحة التي قدمتها أنقرة. ما يقلق الأرمن بشكل أساسي ، وكذلك الرأي العام الدولي ، سيكون على وجه التحديد الدور الذي تريد تركيا أن تلعبه بعد هذا الاتفاق: تهديدات أردوغان بإبادة الأرمن خلال المراحل الأولى من الصراع حاضرة جيدًا. في ذاكرة الشعب الأرمني والرأي العام العالمي. تتواجد روسيا في الإقليم بفرقتها من الخوذ الزرق ، ولكن من المستحسن أن يكون التواجد الإضافي ، ويفضل أن يكون من الاتحاد الأوروبي للقضاء على أي طموحات للرئيس التركي ، الذي يكافح مع الفشل الاقتصادي المحتمل للبلاد ، يمكن الوقت ، حاول تشتيت الانتباه بعمليات رمزية ضد الشعب الأرمني. احتمال يجب تجنبه تمامًا ، سواء بالنسبة لخصوصية الحالة أو للانحراف الجيوسياسي الذي يمكن أن يتبعه ، والقادر على إشراك المواجهة الدينية وتجنب صراع محتمل آخر قادر على عكس نفسه بشكل كبير خارج التوازنات الإقليمية.

venerdì 6 novembre 2020

Situazione incerta negli Stati Uniti

 La fine delle elezioni americane non è coincisa con la proclamazione del vincitore e ciò rischia di precipitare il paese in una crisi istituzionale peggiore anche di quella del 1974, culminata nelle dimissioni del presidente Nixon. Il primo rischio concreto è la paralisi istituzionale del paese fino al 14 dicembre, giorno in cui si riunirà il collegio elettorale per la ratifica del vincitore delle elezioni; fino ad ora questa riunione è stata una prassi formale, un passaggio istituzionale per la nomina del presidente, ma con la situazione attuale caratterizzata dalla strategia di Trump di esercitare ricorsi legali contro i risultati di alcuni stati. Questo comportamento è coerente con la storia del presidente americano, che, durante la sua vita professionale, ha intentato circa 1.600 cause legali, ricorrendo alla giustizia una volta ogni undici giorni; il ricorso alla giustizia, di solito procede parallelamente con una tattica di logoramento e rinvii, un vero e proprio insieme di tecniche per ritardare la definizione della causa, che hanno lo scopo di rimandare l’accadimento di  situazioni  potenzialmente sfavorevoli ai suoi obiettivi. Se questa è stata la condotta che ha contraddistinto la sua attività professionale, appare ragionevole credere che ciò sarà applicato anche per mantenere quella che è considerata la carica più importante del paese. Appare ovvio che Trump non voglia rendere un buon servizio al proprio paese, ma soltanto a se stesso; ciò rappresenta l’apice di una presidenza di pessimo valore e il punto peggiore, se possibile, di un anno già segnato dai più gravi disordini razziali dal 1968 e dalla pessima gestione della pandemia, che ha provocato ben 233.000 deceduti, un valore in netto contrasto con l’immagine degli USA, che lo stesso Trump vuole presentare; del resto anche la dichiarazione in cui si è proclamato vincitore della contesa elettorale e la definizione data al conteggio dei voti postali, possibilità riconosciuta ampiamente dalla legge in vigore, come una frode e la volontà di richiedere alla Corte Suprema, da lui precedentemente modellata a sua misura, non fa che confermare la pochezza del personaggio e la sua inadeguatezza a ricoprire il ruolo di presidente americano. Tuttavia, pur se attualmente in svantaggio, la sua sconfitta non è ancora sicura e l’esito del voto è effettivamente ancora in bilico, malgrado sconfitte in stati importanti dove Trump aveva costruito la propria vittoria nelle scorse elezioni. La partita si gioca tutta sui numeri dei grandi elettori visto che Biden con i suoi 69,5 milioni di voti è diventato il candidato presidente più votato in assoluto nella storia degli Stati Uniti, ma questa supremazia potrebbe non bastare e Trump potrebbe ripetere la performance delle scorse elezioni, quando diventò prevalse, nonostante i due milioni di voti in più della Clinton. Il clima di radicalizzazione della politica americana, con la divisione che da politica è diventata sociale, sta provocando una pericolosa deriva nel paese statunitense, che si presenta alla conclusione delle elezioni sempre più diviso e con il concreto pericolo che il confronto si sposti nelle vie e nelle piazze. I rispettivi sostenitori hanno già dato il via a manifestazioni di sostegno al proprio candidato e già alcuni scontri si sono verificati, sedati dalle forze dell’ordine. La condotta di Trump, che non sembra rassegnarsi alla possibile sconfitta, rischia di coinvolgere nel confronto i tanti gruppi autonomi dotati di armi, che lo sostengono e che si sentono defraudati della vittoria del proprio candidato. Lo scenario è quello di un paese spaccato dove potrebbe crearsi una spirale di violenza; se non fosse per la complessità delle strutture democratiche americane si potrebbero concretizzare tutti gli elementi per una sorta di guerra civile. Sul piano politico il Partito Repubblicano ha ottenuto un buon successo, che non permetterebbe a Biden di avere la maggioranza nei due rami del parlamento e questo dato politico, in contrasto con la possibile sconfitta di Trump, apre un solco tra la struttura dei repubblicani ed il loro candidato, che in questi anni è stato subito da buona parte del partito, talvolta in completo disaccordo con la politica ed i comportamenti del Presidente. Per i repubblicani, che in diversi casi hanno condannato la tattica usata da Trump per contestare il conteggio dei voti, potrebbe finalmente essere l’occasione per riorganizzare il partito secondo una politica più tradizionale e consona dei valori del partito, accantonando gli estremismi del Tea party, che hanno portato Trump fino alla Casa Bianca. Sarebbe un primo passo per la riconciliazione del paese e per permettere agli Stati Uniti una politica più consona al suo ruolo di prima potenza mondiale.

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Uncertain situation in the United States

 

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The end of the American elections did not coincide with the proclamation of the winner and this risks plunging the country into an institutional crisis even worse than that of 1974, which culminated in the resignation of President Nixon. The first concrete risk is the institutional paralysis of the country until 14 December, the day on which the electoral college will meet to ratify the winner of the elections; up to now this meeting has been a formal practice, an institutional passage for the appointment of the president, but with the current situation characterized by Trump's strategy of exercising legal recourse against the results of some states. This behavior is consistent with the story of the American president, who, during his professional life, filed about 1,600 lawsuits, appealing to justice once every eleven days; recourse to justice usually proceeds in parallel with a tactic of attrition and postponements, a real set of techniques to delay the definition of the cause, which have the purpose of postponing the occurrence of situations potentially unfavorable to his objectives. If this was the conduct that marked his professional activity, it seems reasonable to believe that this will also be applied to retain what is considered the most important position in the country. It seems obvious that Trump does not want to do his country a good service, but only to himself; this represents the pinnacle of a very bad presidency and the worst point, if possible, of a year already marked by the most serious racial unrest since 1968 and by the poor management of the pandemic, which resulted in as many as 233,000 deaths, a figure in stark contrast with the image of the USA, which Trump himself wants to present; after all, also the declaration in which he proclaimed himself the winner of the electoral contest and the definition given to the counting of postal votes, a possibility widely recognized by the law in force, as a fraud and the desire to request the Supreme Court, which he previously modeled in his measure, does nothing but confirm the paucity of the character and his inadequacy to fill the role of American president. However, although currently at a disadvantage, his defeat is still not certain and the outcome of the vote is still in the balance, despite defeats in important states where Trump had built his victory in the last elections. The game is all about the numbers of the big voters as Biden with his 69.5 million votes has become the most voted presidential candidate ever in the history of the United States, but this supremacy may not be enough and Trump could repeat the performance of the last election, when it became prevailed, despite Clinton's two million more votes. The climate of radicalization of American politics, with the division that has changed from politics to social, is causing a dangerous drift in the US country, which presents itself at the end of the elections increasingly divided and with the concrete danger that the confrontation will shift to the streets and in the squares. The respective supporters have already started demonstrations of support for their candidate and some clashes have already occurred, quelled by the police. Trump's conduct, which does not seem to resign himself to the possible defeat, risks involving in the confrontation the many autonomous groups with weapons, which support him and who feel cheated of the victory of their candidate. The scenario is that of a split country where a spiral of violence could be created; were it not for the complexity of American democratic structures, all the elements for a sort of civil war could be concretized. On the political level, the Republican Party has achieved a good success, which would not allow Biden to have a majority in the two branches of parliament and this political data, in contrast with the possible defeat of Trump, opens a gap between the structure of the Republicans and the their candidate, who in recent years has been suffered by a large part of the party, sometimes in complete disagreement with the policy and behavior of the President. For the Republicans, who in several cases have condemned the tactics used by Trump to contest the counting of the votes, it could finally be an opportunity to reorganize the party according to a more traditional policy and in keeping with the values ​​of the party, setting aside the extremisms of the Tea party , which took Trump to the White House. It would be a first step for the reconciliation of the country and to allow the United States a policy more in keeping with its role as the first world power.

Situación incierta en los Estados Unidos

 El final de las elecciones estadounidenses no coincidió con la proclamación del ganador y esto corre el riesgo de sumir al país en una crisis institucional aún peor que la de 1974, que culminó con la renuncia del presidente Nixon. El primer riesgo concreto es la parálisis institucional del país hasta el 14 de diciembre, día en que se reunirá el colegio electoral para ratificar al ganador de las elecciones; hasta ahora esta reunión ha sido una práctica formal, un paso institucional para el nombramiento del presidente, pero con la situación actual caracterizada por la estrategia de Trump de ejercitar los recursos legales contra los resultados de algunos estados. Este comportamiento es coherente con la historia del presidente estadounidense, quien durante su vida profesional interpuso alrededor de 1.600 demandas, apelando a la justicia una vez cada once días; la apelación a la justicia suele proceder paralelamente a una táctica de desgaste y aplazamientos, un verdadero conjunto de técnicas para retrasar la definición de la causa, que tienen como objetivo aplazar la ocurrencia de situaciones potencialmente desfavorables a sus objetivos. Si esta ha sido la conducta que ha caracterizado su actividad profesional, parece razonable creer que también se aplicará para mantener el que se considera el puesto más importante del país. Parece obvio que Trump no quiere hacerle un buen servicio a su país, sino solo a sí mismo; Esto representa el pináculo de una mala presidencia y lo peor, si es posible, de un año ya marcado por el malestar racial más grave desde 1968 y por la mala gestión de la pandemia, que resultó en hasta 233.000 muertes, una cifra en marcado contraste. con la imagen de Estados Unidos, que el propio Trump quiere presentar; al fin y al cabo, también la declaración en la que se proclamó vencedor de la contienda electoral y la definición que se le dio al escrutinio de los votos por correo, posibilidad ampliamente reconocida por la ley vigente, como un fraude y el deseo de solicitar a la Corte Suprema, que previamente modeló en su medida, solo confirma la falta de carácter y su insuficiencia para ocupar el cargo de presidente estadounidense. Sin embargo, aunque actualmente en desventaja, su derrota aún no es segura y el resultado de la votación aún está en la balanza, a pesar de derrotas en estados importantes donde Trump construyó su victoria en las últimas elecciones. El juego tiene que ver con los números de los grandes votantes, ya que Biden con sus 69,5 millones de votos se ha convertido en el candidato presidencial más votado en la historia de los Estados Unidos, pero esta supremacía puede no ser suficiente y Trump podría repetir la actuación del en las últimas elecciones, cuando se impuso, a pesar de los dos millones de votos más de Clinton. El clima de radicalización de la política estadounidense, con la división que de la política se ha vuelto social, está provocando una deriva peligrosa en el país estadounidense, que se presenta al final de las elecciones cada vez más dividido y con el peligro concreto de que el enfrentamiento se traslade a las calles. en los cuadrados. Los respectivos simpatizantes ya iniciaron manifestaciones de apoyo a su candidato y ya se han producido algunos enfrentamientos, sofocados por la policía. La conducta de Trump, que no parece resignarse a la posible derrota, corre el riesgo de involucrar en el enfrentamiento a los muchos grupos autónomos dotados de armas, que lo apoyan y que se sienten defraudados de la victoria de su candidato. El escenario es el de un país dividido donde podría crearse una espiral de violencia; si no fuera por la complejidad de las estructuras democráticas estadounidenses, todos los elementos para una especie de guerra civil podrían concretarse. En el plano político, el Partido Republicano ha logrado un buen éxito, que no permitiría que Biden tuviera mayoría en los dos poderes del parlamento y este dato político, en contraste con la posible derrota de Trump, abre una brecha entre la estructura de los republicanos y la su candidato, que en los últimos años ha sufrido por gran parte del partido, a veces en total desacuerdo con la política y el comportamiento del presidente. Para los republicanos, que en varios casos han condenado las tácticas empleadas por Trump para impugnar el escrutinio de los votos, finalmente podría ser una oportunidad para reorganizar el partido según una política más tradicional y acorde con los valores del partido, dejando de lado los extremismos del Tea party. , que llevó a Trump a la Casa Blanca. Sería un primer paso para la reconciliación del país y permitiría a Estados Unidos una política más acorde con su rol de primera potencia mundial.

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Unsichere Situation in den Vereinigten Staaten

 Das Ende der amerikanischen Wahlen fiel nicht mit der Bekanntgabe des Siegers zusammen, und dies könnte das Land in eine noch schlimmere institutionelle Krise stürzen als 1974, die zum Rücktritt von Präsident Nixon führte. Das erste konkrete Risiko ist die institutionelle Lähmung des Landes bis zum 14. Dezember, dem Tag, an dem sich das Wahlkollegium zur Ratifizierung des Wahlsiegers treffen wird. Bisher war dieses Treffen eine formelle Praxis, ein institutioneller Schritt für die Ernennung des Präsidenten, aber angesichts der gegenwärtigen Situation, die von Trumps Strategie geprägt ist, gegen die Ergebnisse einiger Staaten Rechtsmittel einzulegen. Dieses Verhalten steht im Einklang mit der Geschichte des amerikanischen Präsidenten, der während seines Berufslebens etwa 1.600 Klagen einbrachte und alle elf Tage vor Gericht appellierte. Der Rückgriff auf Gerechtigkeit erfolgt normalerweise parallel zu einer Taktik der Abnutzung und Verschiebung, einer Reihe von Techniken zur Verzögerung der Definition der Ursache, die das Auftreten von Situationen verschieben sollen, die für ihre Ziele möglicherweise ungünstig sind. Wenn dies das Verhalten war, das seine berufliche Tätigkeit geprägt hat, erscheint es vernünftig zu glauben, dass dies auch angewendet wird, um die als wichtigste Position im Land geltende Position beizubehalten. Es scheint offensichtlich, dass Trump seinem Land keinen guten Dienst erweisen will, sondern nur sich selbst; Dies ist der Höhepunkt einer schlechten Präsidentschaft und, wenn möglich, das schlimmste eines Jahres, das bereits von den schwersten Rassenunruhen seit 1968 und dem schlechten Management der Pandemie geprägt war, die bis zu 233.000 Todesfälle zur Folge hatte mit dem Bild der USA, das Trump selbst präsentieren will; Schließlich auch die Erklärung, in der er sich zum Gewinner des Wahlkampfs erklärte, und die Definition der Auszählung von Briefstimmen, eine vom geltenden Gesetz weithin anerkannte Möglichkeit, als Betrug und der Wille, den Obersten Gerichtshof zu ersuchen, den er zuvor in seinem Maßnahme, bestätigt nur den Mangel an Charakter und seine Unzulänglichkeit, die Rolle des amerikanischen Präsidenten zu erfüllen. Obwohl er derzeit im Nachteil ist, ist seine Niederlage immer noch nicht sicher und das Ergebnis der Abstimmung ist trotz der Niederlagen in wichtigen Staaten, in denen Trump seinen Sieg bei den letzten Wahlen errungen hat, immer noch im Gleichgewicht. Das Spiel dreht sich alles um die Anzahl der großen Wähler, da Biden mit seinen 69,5 Millionen Stimmen der am meisten gewählte Präsidentschaftskandidat in der Geschichte der Vereinigten Staaten geworden ist, aber diese Vormachtstellung reicht möglicherweise nicht aus und Trump könnte die Aufführung wiederholen letzte Wahl, als sie sich durchgesetzt hat, trotz Clintons zwei Millionen mehr Stimmen. Das Klima der Radikalisierung der amerikanischen Politik mit der Spaltung, die sich von Politik zu Gesellschaft gewandelt hat, verursacht eine gefährliche Abwanderung im US-Land, die sich am Ende der Wahlen zunehmend gespalten und mit der konkreten Gefahr darstellt, dass sich die Konfrontation auf die Straße verlagert und auf den Plätzen. Die jeweiligen Unterstützer haben bereits Demonstrationen zur Unterstützung ihres Kandidaten gestartet, und es sind bereits einige Zusammenstöße aufgetreten, die von der Polizei unterdrückt wurden. Trumps Verhalten, das sich nicht mit der möglichen Niederlage abzufinden scheint, birgt das Risiko, dass viele autonome Gruppen, die mit Waffen ausgerüstet sind, ihn unterstützen und sich um den Sieg ihres Kandidaten betrogen fühlen, in die Konfrontation verwickelt werden. Das Szenario ist das eines gespaltenen Landes, in dem eine Spirale der Gewalt entstehen könnte; Ohne die Komplexität der amerikanischen demokratischen Strukturen könnten alle Elemente für eine Art Bürgerkrieg konkretisiert werden. Auf politischer Ebene hat die Republikanische Partei einen guten Erfolg erzielt, der es Biden nicht erlauben würde, eine Mehrheit in den beiden Zweigen des Parlaments zu haben, und diese politischen Daten öffnen im Gegensatz zur möglichen Niederlage von Trump eine Lücke zwischen der Struktur der Republikaner und der ihr Kandidat, der in den letzten Jahren von einem großen Teil der Partei gelitten wurde, manchmal in völliger Uneinigkeit mit der Politik und dem Verhalten des Präsidenten. Für die Republikaner, die in mehreren Fällen die Taktik verurteilt haben, mit der Trump die Auszählung der Stimmen angefochten hat, könnte es endlich eine Gelegenheit sein, die Partei nach einer traditionelleren Politik und im Einklang mit den Werten der Partei neu zu organisieren und die Extremismen der Tea-Party beiseite zu lassen , die Trump ins Weiße Haus brachte. Es wäre ein erster Schritt zur Versöhnung des Landes und um den Vereinigten Staaten eine Politik zu ermöglichen, die ihrer Rolle als erste Weltmacht besser entspricht.

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Situation incertaine aux États-Unis

 

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La fin des élections américaines n'a pas coïncidé avec la proclamation du vainqueur et cela risque de plonger le pays dans une crise institutionnelle encore pire que celle de 1974, qui a abouti à la démission du président Nixon. Le premier risque concret est la paralysie institutionnelle du pays jusqu'au 14 décembre, jour où le collège électoral se réunira pour ratifier le vainqueur des élections; jusqu'à présent, cette réunion a été une pratique formelle, un passage institutionnel pour la nomination du président, mais avec la situation actuelle caractérisée par la stratégie de Trump d'exercer un recours juridique contre les résultats de certains États. Ce comportement est cohérent avec l'histoire du président américain qui, au cours de sa vie professionnelle, a déposé environ 1 600 poursuites, en appelant à la justice une fois tous les onze jours; l'appel à la justice se déroule généralement en parallèle avec une tactique d'usure et de report, véritable ensemble de techniques pour retarder la définition de la cause, qui visent à différer la survenance de situations potentiellement défavorables à ses objectifs. Si tel est le comportement qui a caractérisé son activité professionnelle, il semble raisonnable de croire que cela sera également appliqué pour maintenir ce qui est considéré comme la position la plus importante dans le pays. Il semble évident que Trump ne veut pas rendre un bon service à son pays, mais seulement à lui-même; cela représente l'apogée d'une présidence médiocre et la pire, si possible, d'une année déjà marquée par les troubles raciaux les plus graves depuis 1968 et par la mauvaise gestion de la pandémie, qui a fait jusqu'à 233000 morts, un chiffre qui contraste fortement avec l'image des États-Unis, que Trump lui-même veut présenter; après tout, aussi la déclaration dans laquelle il s'est proclamé vainqueur du concours électoral et la définition donnée au dépouillement des votes par correspondance, possibilité largement reconnue par la loi en vigueur, comme une fraude et la volonté de solliciter la Cour suprême, qu'il a précédemment modelée dans son mesure, ne fait que confirmer le manque de caractère et son incapacité à remplir le rôle de président américain. Cependant, bien qu'actuellement désavantagé, sa défaite n'est toujours pas certaine et le résultat du vote est toujours en jeu, malgré les défaites dans des États importants où Trump a construit sa victoire aux dernières élections. Le jeu est tout au sujet du nombre des grands électeurs car Biden avec ses 69,5 millions de voix est devenu le candidat présidentiel le plus voté de l'histoire des États-Unis, mais cette suprématie peut ne pas suffire et Trump pourrait répéter la performance du la dernière élection, quand elle a été emportée, malgré les deux millions de voix supplémentaires de Clinton. Le climat de radicalisation de la politique américaine, avec la division qui est passée du politique au social, provoque une dangereuse dérive dans le pays américain, qui se présente à l'issue des élections de plus en plus divisé et avec le danger concret que l'affrontement se déplace vers la rue et dans les carrés. Les partisans respectifs ont déjà entamé des manifestations de soutien à leur candidat et des affrontements ont déjà eu lieu, réprimés par la police. La conduite de Trump, qui ne semble pas se résigner à l'éventuelle défaite, risque d'entraîner dans l'affrontement les nombreux groupes autonomes équipés d'armes, qui le soutiennent et qui se sentent floués par la victoire de leur candidat. Le scénario est celui d'un pays scindé où une spirale de violence pourrait se créer; sans la complexité des structures démocratiques américaines, tous les éléments d'une sorte de guerre civile pourraient se concrétiser. Sur le plan politique, le Parti républicain a obtenu un bon succès, qui ne permettrait pas à Biden d'avoir une majorité dans les deux branches du parlement et ces données politiques, en contraste avec la possible défaite de Trump, ouvrent un fossé entre la structure républicaine et le leur candidat, qui a souffert ces dernières années d'une grande partie du parti, parfois en désaccord total avec la politique et le comportement du président. Pour les républicains, qui dans plusieurs cas ont condamné la tactique utilisée par Trump pour contester le décompte des voix, cela pourrait enfin être l'occasion de réorganiser le parti selon une politique plus traditionnelle et en accord avec les valeurs du parti, mettant de côté les extrémismes du Tea party. , qui a emmené Trump à la Maison Blanche. Ce serait un premier pas pour la réconciliation du pays et pour permettre aux Etats-Unis une politique plus conforme à son rôle de première puissance mondiale.

Situação incerta nos Estados Unidos

 

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O fim das eleições americanas não coincidiu com a proclamação do vencedor e corre-se o risco de mergulhar o país numa crise institucional ainda pior do que a de 1974, que culminou na renúncia do Presidente Nixon. O primeiro risco concreto é a paralisia institucional do país até 14 de dezembro, data em que o colégio eleitoral se reunirá para a homologação do vencedor das eleições; até agora esta reunião tem sido uma prática formal, um passo institucional para a nomeação do presidente, mas com a situação atual caracterizada pela estratégia de Trump de exercer o recurso judicial contra os resultados de alguns estados. Esse comportamento é consistente com a história do presidente americano, que, durante sua vida profissional, moveu cerca de 1.600 ações judiciais, apelando à justiça uma vez a cada onze dias; o recurso à justiça costuma proceder paralelamente a uma tática de atrito e adiamentos, verdadeiro conjunto de técnicas para retardar a definição da causa, que se destinam a adiar a ocorrência de situações potencialmente desfavoráveis ​​aos seus objetivos. Se esta tem sido a conduta que tem caracterizado a sua atividade profissional, parece razoável crer que também se aplicará para manter o que é considerado a posição mais importante do país. Parece óbvio que Trump não quer prestar um bom serviço a seu país, mas apenas a si mesmo; isso representa o ápice de uma presidência pobre e o pior, se possível, de um ano já marcado pela mais séria agitação racial desde 1968 e pela má gestão da pandemia, que resultou em até 233.000 mortes, um número em nítido contraste com a imagem dos EUA, que o próprio Trump quer apresentar; afinal, também a declaração em que se autoproclamou vencedor do concurso eleitoral e a definição dada à contagem dos votos por correspondência, possibilidade amplamente reconhecida pela lei em vigor, como fraude e vontade de requerer ao STF, que anteriormente modelou no seu medida, não faz nada além de confirmar a escassez do personagem e sua inadequação para preencher o papel de presidente americano. No entanto, embora atualmente em desvantagem, sua derrota ainda não é certa e o resultado da votação ainda está equilibrado, apesar das derrotas em importantes estados onde Trump construiu sua vitória nas últimas eleições. O jogo gira em torno dos números dos grandes eleitores, já que Biden com seus 69,5 milhões de votos se tornou o candidato presidencial mais votado da história dos Estados Unidos, mas essa supremacia pode não ser suficiente e Trump poderia repetir o desempenho do última eleição, quando prevaleceu, apesar dos dois milhões de votos a mais de Clinton. O clima de radicalização da política americana, com a divisão que mudou da política para a social, está causando uma perigosa deriva no país dos Estados Unidos, que se apresenta ao final das eleições cada vez mais dividida e com o perigo concreto de que o confronto vá para as ruas e nas praças. Os respectivos apoiantes já lançaram manifestações de apoio ao seu candidato e já ocorreram alguns confrontos, reprimidos pela polícia. A conduta de Trump, que não parece resignar-se à possível derrota, corre o risco de envolver no confronto os muitos grupos autónomos munidos de armas, que o apóiam e que se sentem enganados com a vitória do seu candidato. O cenário é o de um país dividido onde uma espiral de violência poderia ser criada; se não fosse pela complexidade das estruturas democráticas americanas, todos os elementos para uma espécie de guerra civil poderiam ser concretizados. No plano político, o Partido Republicano alcançou um bom sucesso, o que não permitiria a Biden ter maioria nos dois poderes do parlamento e esses dados políticos, ao contrário da possível derrota de Trump, abre um fosso entre a estrutura dos republicanos e do seu candidato, que nos últimos anos tem sido sofrido por grande parte do partido, às vezes em total desacordo com a política e o comportamento do presidente. Para os republicanos, que em vários casos condenaram a tática usada por Trump para contestar a contagem dos votos, poderia finalmente ser uma oportunidade de reorganizar o partido segundo uma política mais tradicional e de acordo com os valores do partido, deixando de lado os extremismos do Tea Party , que levou Trump à Casa Branca. Seria um primeiro passo para a reconciliação do país e para permitir aos Estados Unidos uma política mais condizente com seu papel de primeira potência mundial.