La speculazione sul grano ucraino, per diminuire le carenze delle riserve dei paesi africani, nasconde una serie di problematiche che la rendono funzionale ad una serie di interessi contrastanti, non solo delle parti in causa, ma anche di attori internazionali, come la Turchia, che perseguono proprie finalità. La stampa russa dice che Mosca ed Ankara, grazie all’intervento di mediazione delle Nazioni Unite, avrebbero raggiunto un preliminare accordo per permettere l’esportazione del geno di Kiev attraverso un corridoio marittimo con partenza dal porto di Odessa. La prima condizione posta è lo sminamento del porto di Odessa, formalmente per garantire la massima sicurezza alle navi in uscita verso il Mar Nero, tuttavia l’intenzione del Cremlino appare evidente: liberare dalla minaccia degli ordigni marini il litorale di Odessa per preparare e favorire uno sbarco dei militari russi; inoltre un’altra regola imposta da Mosca è quella di ispezionare le navi mercantili per evitare eventuali trasporti di armi per le forze armate ucraine. I timori di Kiev non possono essere altro che fondati, Putin intende usare le future carestie in maniera strumentale per rimuovere le legittime difese ucraine di Odessa, si tratta di un metodo usato più volte dal Cremlino, che ormai è totalmente inattendibile sulle proprie promesse. Anche la Turchia di muove in maniera analoga: la pessima situazione economica impone strategie di distrazione verso il popolo turco, l’attivismo internazionale è funzionale a coprire la pessima amministrazione dell’economia del paese, per cercare una rilevanza diplomatica, che serve anche a coprire la sconfitta morale data dalla volontà statunitense di includere nell’Alleanza Atlantica i paesi di Svezia e Finlandia, a cui Ankara è contraria perché li ritiene rifugio di curdi. L’appoggio turco nel negoziato sul grano è fondamentale per un paese ormai isolato sulla scena internazionale come la Russia e proprio attraverso Ankara, Mosca cerca anche di addossare un eventuale fallimento del progetto all’opposizione dell’Ucraina, certamente non convinta dall’eventualità di sguarnire Odessa dalle difese marittime, in questo caso per il Cremlino sarebbe una naturale conseguenza addebitare la responsabilità a Kiev del mancato rifornimento di cereali verso i paesi africani; anche se l’evidenza dei fatti è sotto gli occhi di tutti occorre ricordare che gran parte dei paesi africani ed asiatici non hanno preso una posizione ufficiale contro Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina e probabilmente non riconoscerebbero la responsabilità russa delle mancate forniture di grano. Insieme a questa tattica, Putin sostiene che non può ricadere sull’operazione militare speciale la colpa del deficit alimentare, ma che ciò, oltre ad essere iniziato con l’epidemia del corona virus, è da addebitare alle sanzioni occidentali a carico della Russia. I numeri delle mancate esportazioni dicono, però, tutt’altro: l’Ucraina, prima del conflitto, deteneva una quota di mercato pari al dieci per cento del totale mondiale di grano e mais, una quota molto rilevante in una congiuntura alimentare globale già difficile a causa di scarsità delle acque per irrigazione e carestie. Attualmente sono 22,5 milioni di tonnellate di cereali, che sono bloccate da quando è cominciato il conflitto. I mezzi che consentono di fare uscire dal paese le derrate alimentari sono soltanto quelli su rotaia, specialmente attraverso la Polonia, ma esistono difficoltà oggettive che ne limitano i quantitativi di trasporto, tra cui la ridotta capienza dei treni e lo scartamento ridotto delle ferrovie ucraine, che costringe ad effettuare il trasbordo dei cereali, una volta arrivati in Europa. Il presidente ucraino ha previsto che, in caso di continuazione del conflitto, la quantità di cereali bloccati, potrebbe salire in autunno a circa 75 milioni di tonnellate ed ha ammesso che sono necessari corridoi marittimi per l’esportazione: al momento i colloqui di Kiev sull’argomento sono in corso non solo con la Turchia e Nazioni Unite, ma anche con Regno Unito, Polonia e nazioni baltiche, proprio per ridurre il trasporto su rotaia. Resta, comunque, l’assenza di un dialogo con la Russia, che, nemmeno, la gravità del problema della fame nel mondo, riesce a sbloccare. Al contrario, proprio questo argomento poteva costituire una base di partenza per sviluppare un discorso comune per avviarsi sulla strada, se non della pace, almeno del cessate il fuoco, ma la tracotanza russa ancora una volta ha mostrato la sua vera intenzione di non fermarsi di fronte a nulla per raggiungere i propri obiettivi illegali, secondo i principi del diritto internazionale.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
mercoledì 8 giugno 2022
The problem of Ukrainian wheat used by Russia for its own purposes.
Speculation on Ukrainian wheat, to reduce the shortage of reserves of African countries, hides a series of problems that make it functional to a series of conflicting interests, not only of the parties involved, but also of international actors, such as Turkey, which pursue their own purposes. The Russian press says that Moscow and Ankara, thanks to the mediation intervention of the United Nations, have reached a preliminary agreement to allow the export of Kiev's genus through a maritime corridor departing from the port of Odessa. The first condition is the demining of the port of Odessa, formally to ensure maximum safety for ships leaving the Black Sea, however the Kremlin's intention is clear: to free the Odessa coast from the threat of marine bombs to prepare and favor a landing of the Russian military; in addition, another rule imposed by Moscow is to inspect merchant ships to avoid any transport of weapons for the Ukrainian armed forces. The fears of Kiev can only be founded, Putin intends to use future famines in an instrumental way to remove the legitimate Ukrainian defenses of Odessa, this is a method used several times by the Kremlin, which is now totally unreliable on its promises. Turkey also moves in a similar way: the bad economic situation imposes distraction strategies towards the Turkish people, international activism is functional to cover the poor administration of the country's economy, to seek diplomatic relevance, which also serves to cover the moral defeat given by the US willingness to include the countries of Sweden and Finland in the Atlantic Alliance, to which Ankara is against because it considers them a refuge for Kurds. Turkish support in the wheat negotiation is fundamental for a country now isolated on the international scene like Russia and precisely through Ankara, Moscow is also trying to blame a possible failure of the project on the opposition of Ukraine, certainly not convinced by the possibility of to discard Odessa from maritime defenses, in this case it would be a natural consequence for the Kremlin to blame Kiev for the failure to supply cereals to African countries; even if the evidence of the facts is there for all to see it should be remembered that most African and Asian countries did not take an official position against Moscow after the invasion of Ukraine and would probably not recognize Russian responsibility for the lack of grain supplies . Along with this tactic, Putin argues that the food deficit cannot fall on the special military operation, but that this, in addition to having started with the coronavirus epidemic, is due to Western sanctions against Russia. The numbers of lost exports, however, say quite the opposite: Ukraine, before the conflict, held a market share equal to ten per cent of the world total of wheat and corn, a very significant share in an already difficult global food situation. due to scarcity of water for irrigation and famine. There are currently 22.5 million tons of cereals, which have been blocked since the conflict began. The means that allow food to be taken out of the country are only those by rail, especially through Poland, but there are objective difficulties that limit the quantities of transport, including the reduced capacity of the trains and the narrow gauge of the Ukrainian railways, which forces the transshipment of cereals once they arrive in Europe. The Ukrainian president predicted that, should the conflict continue, the quantity of blocked cereals could rise to about 75 million tons in the autumn and admitted that maritime corridors are needed for export: at the moment the Kiev talks on the 'argument are underway not only with Turkey and the United Nations, but also with the United Kingdom, Poland and the Baltic nations, precisely to reduce rail transport. However, there remains the absence of a dialogue with Russia, which, not even the seriousness of the problem of hunger in the world, is able to unblock. On the contrary, this very argument could have constituted a starting point for developing a common discourse to start on the road, if not of peace, at least of the ceasefire, but the Russian arrogance once again showed its true intention not to stop. facing nothing to achieve their illegal goals, according to the principles of international law.
El problema del trigo ucraniano utilizado por Rusia para sus propios fines.
La especulación con el trigo ucraniano, para reducir la escasez de reservas de los países africanos, esconde una serie de problemas que lo hacen funcional a una serie de intereses contrapuestos, no solo de las partes involucradas, sino también de actores internacionales, como Turquía, que persiguen sus propios propósitos. La prensa rusa asegura que Moscú y Ankara, gracias a la intervención de mediación de las Naciones Unidas, han llegado a un acuerdo preliminar para permitir la exportación del género de Kiev a través de un corredor marítimo con salida desde el puerto de Odessa. La primera condición es el desminado del puerto de Odessa, formalmente para garantizar la máxima seguridad de los barcos que parten hacia el Mar Negro, sin embargo la intención del Kremlin es clara: liberar la costa de Odessa de la amenaza de las bombas marinas para preparar y favorecer un desembarco de el ejército ruso; además, otra regla impuesta por Moscú es inspeccionar los buques mercantes para evitar cualquier transporte de armas para las fuerzas armadas ucranianas. Los temores de Kiev no pueden ser más que fundados, Putin tiene la intención de utilizar futuras hambrunas de manera instrumental para eliminar las legítimas defensas ucranianas de Odessa, este es un método utilizado varias veces por el Kremlin, que ahora es totalmente poco fiable en sus promesas. Turquía también se mueve de manera similar: la mala situación económica impone estrategias de distracción hacia el pueblo turco, el activismo internacional es funcional para encubrir la mala administración de la economía del país, para buscar relevancia diplomática, que sirve también para encubrir la derrota moral dada por el Voluntad de EEUU de incluir a los países de Suecia y Finlandia en la Alianza Atlántica, a lo que Ankara se opone por considerarlos un refugio para los kurdos. El apoyo turco en la negociación del trigo es fundamental para un país ahora aislado en la escena internacional como Rusia y precisamente a través de Ankara, Moscú también intenta culpar de un posible fracaso del proyecto a la oposición de Ucrania, ciertamente no convencida por la posibilidad de descartar Odessa de las defensas marítimas, en este caso sería una consecuencia natural que el Kremlin culpara a Kiev por la falta de suministro de cereales a los países africanos; incluso si la evidencia está a la vista de todos, debe recordarse que la mayoría de los países africanos y asiáticos no tomaron una posición oficial contra Moscú después de la invasión de Ucrania y probablemente no reconocerían la responsabilidad rusa por la falta de suministros de cereales. Junto a esta táctica, Putin argumenta que el déficit alimentario no puede recaer en la operación militar especial, sino que ésta, además de haber comenzado con la epidemia de coronavirus, se debe a las sanciones de Occidente contra Rusia. Las cifras de exportaciones perdidas, sin embargo, dicen todo lo contrario: Ucrania, antes del conflicto, tenía una cuota de mercado equivalente al diez por ciento del total mundial de trigo y maíz, una cuota muy significativa en una situación alimentaria mundial ya de por sí difícil. a la escasez de agua para riego y al hambre. Actualmente hay 22,5 millones de toneladas de cereales, que están bloqueadas desde que comenzó el conflicto. Los medios que permiten sacar alimentos del país son únicamente los ferroviarios, especialmente a través de Polonia, pero existen dificultades objetivas que limitan las cantidades de transporte, incluida la capacidad reducida de los trenes y la vía estrecha de los ferrocarriles ucranianos, que obliga al transbordo de cereales una vez que llegan a Europa. El presidente ucraniano pronosticó que, de continuar el conflicto, la cantidad de cereales bloqueados podría ascender a unos 75 millones de toneladas en otoño y admitió que se necesitan corredores marítimos para exportar: en este momento las conversaciones de Kiev sobre el 'argumento están en marcha no solo con Turquía y las Naciones Unidas, pero también con el Reino Unido, Polonia y los países bálticos, precisamente para reducir el transporte ferroviario. Sin embargo, queda la ausencia de un diálogo con Rusia, que ni siquiera la gravedad del problema del hambre en el mundo es capaz de desbloquear. Por el contrario, este mismo argumento podría haber constituido un punto de partida para desarrollar un discurso común para emprender el camino, si no de la paz, al menos del alto el fuego, pero la soberbia rusa volvió a mostrar su verdadera intención de no detenerse. nada para lograr sus objetivos ilegales, según los principios del derecho internacional.
Das Problem des ukrainischen Weizens, der von Russland für seine eigenen Zwecke verwendet wird.
Die Spekulation auf ukrainischen Weizen, um die Reservenknappheit afrikanischer Länder zu verringern, verbirgt eine Reihe von Problemen, die eine Reihe widersprüchlicher Interessen nicht nur der beteiligten Parteien, sondern auch internationaler Akteure wie der Türkei verfolgen ihre eigenen Zwecke. Die russische Presse sagt, dass Moskau und Ankara dank der Vermittlungsintervention der Vereinten Nationen eine vorläufige Vereinbarung getroffen haben, um den Export der Gattung Kiew über einen vom Hafen von Odessa ausgehenden Seekorridor zu ermöglichen. Die erste Bedingung ist die Minenräumung des Hafens von Odessa, formal um maximale Sicherheit für Schiffe zu gewährleisten, die in Richtung Schwarzes Meer auslaufen, jedoch ist die Absicht des Kreml klar: die Küste von Odessa von der Bedrohung durch Seebomben zu befreien, eine Landung vorzubereiten und zu begünstigen das russische Militär; Darüber hinaus besteht eine weitere von Moskau auferlegte Regel darin, Handelsschiffe zu inspizieren, um jeglichen Waffentransport für die ukrainischen Streitkräfte zu vermeiden. Die Befürchtungen von Kiew sind nur begründet, Putin beabsichtigt, zukünftige Hungersnöte instrumentell zu nutzen, um die legitimen ukrainischen Verteidigungsanlagen von Odessa zu beseitigen, eine Methode, die der Kreml mehrmals anwendet, der sich jetzt völlig unzuverlässig auf seine Versprechen hält. Auch die Türkei bewegt sich in ähnlicher Weise: Die schlechte Wirtschaftslage zwingt dem türkischen Volk Ablenkungsstrategien auf, internationaler Aktivismus dient dazu, die schlechte Verwaltung der Wirtschaft des Landes zu kaschieren, diplomatische Relevanz zu suchen, die auch dazu dient, die moralische Niederlage zu vertuschen, die ihm zugefügt wurde Die Bereitschaft der USA, die Länder Schweden und Finnland in das Atlantische Bündnis aufzunehmen, wogegen Ankara ist, weil es sie als Zufluchtsort für Kurden betrachtet. Die türkische Unterstützung bei den Weizenverhandlungen ist für ein Land, das jetzt auf der internationalen Bühne wie Russland isoliert ist, von entscheidender Bedeutung, und genau über Ankara versucht Moskau auch, ein mögliches Scheitern des Projekts der Opposition der Ukraine anzulasten, die sicherlich nicht von der Möglichkeit überzeugt ist Odessa aus der Seeverteidigung zu entlassen, in diesem Fall wäre es eine natürliche Konsequenz für den Kreml, Kiew für das Versäumnis, Getreide an afrikanische Länder zu liefern, verantwortlich zu machen; Auch wenn die Beweise für alle sichtbar sind, sollte daran erinnert werden, dass die meisten afrikanischen und asiatischen Länder nach dem Einmarsch in die Ukraine keine offizielle Position gegen Moskau bezogen und wahrscheinlich die russische Verantwortung für den Mangel an Getreide nicht anerkennen würden. Zusammen mit dieser Taktik argumentiert Putin, dass das Nahrungsmitteldefizit nicht auf die spezielle Militäroperation zurückzuführen sein kann, sondern dass dies zusätzlich zu dem Beginn der Coronavirus-Epidemie auf westliche Sanktionen gegen Russland zurückzuführen ist. Die Zahlen der verlorenen Exporte sagen jedoch genau das Gegenteil: Die Ukraine hatte vor dem Konflikt einen Marktanteil von zehn Prozent an der weltweiten Gesamtmenge an Weizen und Mais, ein sehr bedeutender Anteil in einer ohnehin schwierigen globalen Ernährungssituation zu Wasserknappheit für die Bewässerung und Hungersnot. Derzeit gibt es 22,5 Millionen Tonnen Getreide, die seit Beginn des Konflikts blockiert wurden. Lebensmittel können nur mit der Eisenbahn außer Landes gebracht werden, insbesondere über Polen, aber es gibt objektive Schwierigkeiten, die die Transportmengen begrenzen, darunter die verringerte Kapazität der Züge und die Schmalspur der ukrainischen Eisenbahnen, das den Umschlag von Getreide erzwingt, sobald es in Europa ankommt. Der ukrainische Präsident prognostizierte, dass die Menge des blockierten Getreides im Herbst auf etwa 75 Millionen Tonnen steigen könnte, sollte der Konflikt andauern, und räumte ein, dass für den Export Seekorridore benötigt werden: Derzeit laufen nicht nur die Kiewer Gespräche über das Argument mit der Türkei und den Vereinten Nationen, aber auch mit dem Vereinigten Königreich, Polen und den baltischen Staaten, gerade um den Schienenverkehr zu reduzieren. Es bleibt jedoch das Fehlen eines Dialogs mit Russland, den nicht einmal die Ernsthaftigkeit des Hungerproblems in der Welt lösen kann. Im Gegenteil, genau dieses Argument hätte einen Ausgangspunkt für die Entwicklung eines gemeinsamen Diskurses darstellen können, um den Weg, wenn nicht des Friedens, so doch zumindest des Waffenstillstands zu beschreiten, aber die russische Arroganz zeigte einmal mehr ihre wahre Absicht, nicht aufzuhören nichts, um ihre illegalen Ziele nach den Grundsätzen des Völkerrechts zu erreichen.
Le problème du blé ukrainien utilisé par la Russie à ses propres fins.
La spéculation sur le blé ukrainien, pour réduire la pénurie de réserves des pays africains, cache une série de problèmes qui le rendent fonctionnel à une série d'intérêts conflictuels, non seulement des parties concernées, mais aussi des acteurs internationaux, comme la Turquie, qui poursuivent leurs propres fins. La presse russe affirme que Moscou et Ankara, grâce à l'intervention de médiation des Nations Unies, sont parvenus à un accord préliminaire pour permettre l'exportation du genre de Kiev par un corridor maritime au départ du port d'Odessa. La première condition est le déminage du port d'Odessa, formellement pour assurer une sécurité maximale aux navires partant pour la mer Noire, mais l'intention du Kremlin est claire : libérer la côte d'Odessa de la menace des bombes marines pour préparer et favoriser un débarquement de l'armée russe ; en outre, une autre règle imposée par Moscou est d'inspecter les navires marchands pour éviter tout transport d'armes pour les forces armées ukrainiennes. Les craintes de Kiev ne peuvent être que fondées, Poutine entend utiliser les famines futures de manière instrumentale pour supprimer les légitimes défenses ukrainiennes d'Odessa, c'est une méthode utilisée à plusieurs reprises par le Kremlin, qui est désormais totalement incertain sur ses promesses. La Turquie évolue également de manière similaire : la mauvaise situation économique impose des stratégies de distraction envers le peuple turc, l'activisme international est fonctionnel pour couvrir la mauvaise administration de l'économie du pays, pour rechercher la pertinence diplomatique, qui sert également à couvrir la défaite morale donnée par le Volonté américaine d'inclure les pays de la Suède et de la Finlande dans l'Alliance atlantique, à laquelle Ankara s'oppose car elle les considère comme un refuge pour les Kurdes. Le soutien de la Turquie dans la négociation du blé est essentiel pour un pays désormais isolé sur la scène internationale comme la Russie et précisément à travers Ankara, Moscou tente également de rejeter la responsabilité d'un éventuel échec du projet sur l'opposition de l'Ukraine, certainement pas convaincue par la possibilité de écarter Odessa des défenses maritimes, dans ce cas, ce serait une conséquence naturelle pour le Kremlin de blâmer Kiev pour l'échec de l'approvisionnement en céréales des pays africains ; même si les preuves sont là pour tous, il faut rappeler que la plupart des pays africains et asiatiques n'ont pas pris de position officielle contre Moscou après l'invasion de l'Ukraine et ne reconnaîtraient probablement pas la responsabilité de la Russie dans le manque d'approvisionnement en céréales. Parallèlement à cette tactique, Poutine soutient que le déficit alimentaire ne peut pas tomber sur l'opération militaire spéciale, mais que cela, en plus d'avoir commencé avec l'épidémie de coronavirus, est dû aux sanctions occidentales contre la Russie. Les chiffres des exportations perdues disent cependant tout le contraire : l'Ukraine, avant le conflit, détenait une part de marché égale à dix pour cent du total mondial de blé et de maïs, une part très importante dans une situation alimentaire mondiale déjà difficile. à la rareté de l'eau pour l'irrigation et à la famine. Il y a actuellement 22,5 millions de tonnes de céréales bloquées depuis le début du conflit. Les moyens qui permettent de faire sortir la nourriture du pays ne sont que ceux par chemin de fer, notamment à travers la Pologne, mais il existe des difficultés objectives qui limitent les quantités de transport, notamment la capacité réduite des trains et l'écartement étroit des chemins de fer ukrainiens, ce qui oblige au transbordement des céréales une fois arrivées en Europe. Le président ukrainien a prédit que, si le conflit se poursuivait, la quantité de céréales bloquées pourrait atteindre environ 75 millions de tonnes à l'automne et a admis que des corridors maritimes étaient nécessaires pour l'exportation : en ce moment, les pourparlers de Kiev sur « l'argument sont en cours non seulement avec la Turquie et les Nations unies, mais aussi avec le Royaume-Uni, la Pologne et les pays baltes, précisément pour réduire le transport ferroviaire. Cependant, il reste l'absence d'un dialogue avec la Russie, qui, même pas la gravité du problème de la faim dans le monde, n'arrive à débloquer. Au contraire, cet argument même aurait pu constituer un point de départ pour élaborer un discours commun pour s'engager sur la voie, sinon de la paix, du moins du cessez-le-feu, mais l'arrogance russe a une fois de plus montré sa véritable intention de ne pas s'arrêter face. rien pour atteindre leurs objectifs illégaux, selon les principes du droit international.
O problema do trigo ucraniano usado pela Rússia para seus próprios fins.
A especulação sobre o trigo ucraniano, para diminuir a escassez de reservas dos países africanos, esconde uma série de problemas que a tornam funcional a uma série de interesses conflitantes, não só das partes envolvidas, mas também de atores internacionais, como a Turquia, que perseguem seus próprios propósitos. A imprensa russa diz que Moscou e Ancara, graças à intervenção de mediação das Nações Unidas, chegaram a um acordo preliminar para permitir a exportação do gênero de Kiev através de um corredor marítimo a partir do porto de Odessa. A primeira condição é a desminagem do porto de Odessa, formalmente para garantir a máxima segurança aos navios que partem para o Mar Negro, mas a intenção do Kremlin é clara: libertar a costa de Odessa da ameaça de bombas marítimas para preparar e favorecer o desembarque de os militares russos; além disso, outra regra imposta por Moscou é inspecionar navios mercantes para evitar qualquer transporte de armas para as forças armadas ucranianas. Os temores de Kiev não podem ser mais do que fundados, Putin pretende usar as fomes futuras de forma instrumental para remover as legítimas defesas ucranianas de Odessa, este é um método usado várias vezes pelo Kremlin, que agora não é totalmente confiável em suas promessas. A Turquia também se move de forma semelhante: a má situação econômica impõe estratégias de distração ao povo turco, o ativismo internacional é funcional para encobrir a má administração da economia do país, buscar relevância diplomática, que serve também para encobrir a derrota moral dada pelo Disposição dos EUA de incluir os países da Suécia e da Finlândia na Aliança Atlântica, à qual Ancara se opõe porque os considera um refúgio para os curdos. O apoio turco na negociação do trigo é essencial para um país agora isolado no cenário internacional como a Rússia e justamente por meio de Ancara, Moscou também tenta culpar a oposição da Ucrânia por um possível fracasso do projeto, certamente não convencida pela possibilidade de descartar Odessa das defesas marítimas, neste caso seria uma consequência natural para o Kremlin culpar Kiev pelo fracasso no fornecimento de cereais aos países africanos; mesmo que a evidência esteja à vista de todos, deve-se lembrar que a maioria dos países africanos e asiáticos não assumiu uma posição oficial contra Moscou após a invasão da Ucrânia e provavelmente não reconheceria a responsabilidade russa pela falta de suprimentos de grãos. Junto com essa tática, Putin argumenta que o déficit alimentar não pode recair sobre a operação militar especial, mas que isso, além de ter começado com a epidemia de coronavírus, se deve às sanções ocidentais contra a Rússia. Os números de exportações perdidas, no entanto, dizem exatamente o contrário: a Ucrânia, antes do conflito, detinha uma participação de mercado igual a dez por cento do total mundial de trigo e milho, uma participação muito significativa em uma situação alimentar global já difícil. à escassez de água para irrigação e à fome. Existem atualmente 22,5 milhões de toneladas de cereais, que estão bloqueadas desde o início do conflito. Os meios que permitem a saída de alimentos do país são apenas os ferroviários, sobretudo através da Polónia, mas existem dificuldades objectivas que limitam as quantidades de transporte, nomeadamente a capacidade reduzida dos comboios e a bitola estreita dos caminhos-de-ferro ucranianos, que obriga ao transbordo dos cereais assim que chegam à Europa. O presidente ucraniano previu que, caso o conflito continue, a quantidade de cereais bloqueados poderá subir para cerca de 75 milhões de toneladas no outono e admitiu que são necessários corredores marítimos para a exportação: neste momento as negociações de Kiev sobre o 'argumento estão em andamento não apenas com a Turquia e as Nações Unidas, mas também com o Reino Unido, a Polónia e os países bálticos, precisamente para reduzir o transporte ferroviário. No entanto, permanece a ausência de um diálogo com a Rússia, que nem mesmo a gravidade do problema da fome no mundo consegue desbloquear. Pelo contrário, esse mesmo argumento poderia ter constituído um ponto de partida para desenvolver um discurso comum para começar na estrada, se não de paz, pelo menos de cessar-fogo, mas a arrogância russa mais uma vez mostrou sua verdadeira intenção de não parar. nada para atingir seus objetivos ilegais, de acordo com os princípios do direito internacional.
Проблема украинской пшеницы, используемой Россией в своих целях.
Спекуляции на украинской пшенице, направленные на сокращение дефицита запасов африканских стран, скрывают ряд проблем, которые делают ее функциональной для ряда конфликтующих интересов не только вовлеченных сторон, но и международных акторов, таких как Турция, которые преследуют их собственные цели. Российская пресса сообщает, что Москва и Анкара, благодаря посредническому вмешательству ООН, достигли предварительной договоренности о разрешении вывоза киевлян через морской коридор, выходящий из Одесского порта. Первое условие - разминирование Одесского порта, формально для обеспечения максимальной безопасности кораблей, уходящих в Черное море, однако намерение Кремля ясно: освободить одесское побережье от угрозы морских бомб, подготовить и благоприятствовать высадке десанта. российские военные; Кроме того, еще одно правило, введенное Москвой, заключается в том, чтобы досматривать торговые суда, чтобы избежать перевозки оружия для украинских вооруженных сил. Опасения Киева не могут быть иными, чем обоснованными, Путин намерен инструментально использовать будущие голодоморы для снятия законной украинской обороны Одессы, это метод, который несколько раз использовал Кремль, который теперь совершенно не надеется на свои обещания. Аналогичным образом действует и Турция: плохая экономическая ситуация навязывает отвлекающие стратегии по отношению к турецкому народу, международная активность служит для прикрытия плохого управления экономикой страны, поиска дипломатической значимости, которая также служит для прикрытия морального поражения, нанесенного Готовность США включить страны Швеции и Финляндии в Атлантический альянс, против чего выступает Анкара, поскольку считает их убежищем для курдов. Поддержка Турции в переговорах по пшенице необходима для страны, которая в настоящее время изолирована на международной арене, как Россия, и именно через Анкару Москва также пытается обвинить в возможном провале проекта оппозицию Украины, явно не убежденную в возможности отбросить Одессу от морской обороны, в этом случае для Кремля было бы естественным следствием обвинить Киев в невыполнении поставок зерновых в африканские страны; даже если доказательства налицо, следует помнить, что большинство африканских и азиатских стран не занимали официальной позиции против Москвы после вторжения в Украину и, вероятно, не признали бы ответственность России за отсутствие поставок зерна. Наряду с этой тактикой Путин утверждает, что дефицит продовольствия не может приходиться на спецоперацию, а что это, помимо того, что началось с эпидемией коронавируса, связано с западными санкциями против России. Однако цифры потерянного экспорта говорят об обратном: Украина до конфликта занимала долю рынка, равную десяти процентам мирового объема пшеницы и кукурузы, что является очень значительной долей в и без того сложной глобальной продовольственной ситуации. к нехватке воды для орошения и голоду. В настоящее время есть 22,5 миллиона тонн зерновых, которые были заблокированы с начала конфликта. Средства, позволяющие вывозить продовольствие из страны, только по железной дороге, особенно через Польшу, но есть объективные трудности, ограничивающие количество транспорта, в том числе уменьшенная вместимость поездов и узкая колея украинских железных дорог, что вынуждает перегружать зерновые, как только они прибывают в Европу. Украинский президент спрогнозировал, что в случае продолжения конфликта количество заблокированных зерновых может вырасти до осени примерно до 75 млн тонн, и признал, что для экспорта нужны морские коридоры: на данный момент в Киеве ведутся переговоры по «аргументу не только с Турцией и Организацией Объединенных Наций, а также с Великобританией, Польшей и странами Балтии именно для сокращения железнодорожных перевозок. Однако остается отсутствие диалога с Россией, который не способна разблокировать даже серьезность проблемы голода в мире. Наоборот, именно этот аргумент мог бы стать отправной точкой для развития общего дискурса встать на путь если не мира, то хотя бы прекращения огня, но российская наглость лишний раз показала свое истинное намерение не останавливаться на достигнутом. ничего для достижения своих незаконных целей, согласно принципам международного права.