يوضح النشاط الصيني فيما يتعلق بالصراع بين روسيا وأوكرانيا مدى اهتمام بكين بالاعتراف بها كبطل في القضية ، رسميًا باسم المصالحة بين الطرفين. في الواقع ، لا يتم أخذ خطة السلام الصينية على محمل الجد من قبل الطرفين المتعارضين ، وبالتالي فهي استراتيجية تخفي أهدافًا أخرى وراء الرغبة في تمثيل عملية صنع السلام. من المؤكد أن هناك أيضًا الرغبة في أن تكون جزءًا نشطًا في وقف محتمل للأعمال العدائية ، شهادة على دور فعال في البحث عن السلام ، ولكن هذا ليس سوى المظهر الخارجي ، الذي يخفي خطة مدروسة جيدًا ، والتي تقع ضمن معارضة الولايات المتحدة والغرب بشكل عام. الأسباب مختلفة ومحاولة التعرف عليها يمكن أن تمثل مجرد تخمين بسيط ، ومع ذلك ، هناك العديد من الحقائق الملموسة التي يمكن أن تدعم هذه النظريات. إن الحاجة إلى خلق مجموعة أكبر من استقطاب المواجهة ، لتجنب الوضع الحالي متعدد الأقطاب على الساحة الدولية ، دفعت بكين إلى التخطيط لجعل موسكو في حالة تبعية للصين ، وهي مهمة سهلت ذلك حاجة روسيا لكسر العزلة. السياسية والاقتصادية التي تجد نفسها فيها. يمكن أن يعمل الإجراء الصيني على السماح للكرملين بكسب الوقت لإعادة تنظيمه ، وقبل كل شيء عسكريًا ، وهو عامل يجب دفعه غالياً ، مع نوع من الخضوع غير المعلن لرغبات الصين. ستسمح هذه الحقيقة للصين بتوسيع منطقة نفوذها العالمي بشريك مجهز بقوة ذرية: رادع مهم في مستقبل العلاقات مع واشنطن. إذا كان هذا العامل يتعلق بنظام دولي ، فربما يكون هناك عامل أكثر إثارة للقلق فيما يتعلق بالنظام الداخلي ، بالنسبة للصين ، المكون من مسألة تايوان. الغموض الصيني بشأن أوكرانيا ، على الرغم من كارثة صادرات بكين وتدهور الاقتصاد العالمي ، يرجع تحديدًا إلى سابقة الصراع الحالي الذي قامت به موسكو لاستعادة الأراضي التي طالما كانت تعتبرها جزءًا من أمتها. إلى جانب بعض التصريحات المرتجلة والمتطرفة من قبل المسؤولين الصينيين حول شرعية الإجراء الروسي ، حاول الرئيس شي جين بينغ الحفاظ رسميًا على موقف حذر بشأن الصراع ، بينما لم يعجبه توسع الحلف الأطلسي حتى حدود موسكو ، لكنه فعل ذلك. حذر مرارًا وتكرارًا من أن مسألة تايوان لا يمكن أن يعالجها الغرب بنفس الطريقة ، لأن جزيرة فورموزا تعتبر جزءًا لا يتجزأ من الأراضي الصينية ، على الرغم من أنها لم تكن أبدًا جزءًا من جمهورية الصين الشعبية ؛ وفي نفس الوقت كثفت التدريبات العسكرية ومحاكمات القوة كتهديدات حقيقية ضد تايبيه وضد أي طموحات غربية. اتخذ الحلف الأطلسي الإجراءات من خلال الرد بوجود السفن الأمريكية ، وكذلك الفرنسية والإنجليزية والإيطالية ، لكن من المفهوم أن هذه الإستراتيجية العسكرية البحتة ليست كافية إذا لم يتم دعمها بعمل سياسي أقوى بكثير. على الرغم من كل المخاطر التي قد ينطوي عليها ذلك ، فقد حان الوقت للاعتراف رسميًا بتايوان كدولة ذات سيادة وفتح تمثيل دبلوماسي معها ، ليس فقط كأداة لإقامة علاقات رسمية وملموسة ، ولكن كدفاع ضد جميع الأشكال الممكنة من العنف ضد تايبيه. بالتأكيد إذا حدث هذا الاحتمال ، فستحتج الصين بشدة وتزيد من سياستها لصالح روسيا ، لتهديد الغرب ، لكنها لن تستطيع الذهاب بعيدًا في الرد ، لأن شاغل بكين الرئيسي ، قبل كل شيء آخر ، هو النمو الاقتصادي الذي كأداة لتجنب الانجرافات ضد حكومة البلاد وللحفاظ على المعارضة عند مستوى منخفض للغاية. إن خسارة أغنى الأسواق على هذا الكوكب ستكون بمثابة رد فعل عنيف قادر على وضع النظام في مأزق ، وهو أمر أكثر خطورة بكثير من الفشل في ضم تايوان ؛ من المؤكد أن الاعتراف بتايوان يمكن أن يخلق مشاكل دبلوماسية مع الصين ، ولكن إذا تم تنفيذه بشكل جماعي من قبل الاتحاد الأوروبي بأكمله ، جنبًا إلى جنب مع الولايات المتحدة والمملكة المتحدة والأعضاء الغربيين الآخرين ، مثل أستراليا واليابان ، لجمهورية الصين الشعبية. الصين سيكون من الصعب للغاية مواجهة الحراك الدبلوماسي والعسكري أيضًا ، وبالتالي ، يجب تقليل التهديدات لتايوان ويمكن أن تنتهي الطموحات الصينية. على العكس من ذلك ، يمكن لمثل هذه الخطوة أن تسرع وتطلق العنان للتصعيد العسكري ضد تايبيه ، ولكن في هذه الحالة سيظل الاقتصاد الصيني منعزلاً فعليًا على الفور ، مع عدم إمكانية رؤية الناتج المحلي الإجمالي ينمو إلى الأرقام اللازمة لمواصلة احتواء المعارضة.
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martedì 2 maggio 2023
venerdì 21 aprile 2023
Ucraina sempre più vicina all'Alleanza Atlantica
La visita del Segretario dell’Alleanza Atlantica a Kiev ha assunto subito una notevole rilevanza, sia per il fatto in sé, che per le rassicurazioni, anche se non immediate, che il posto del paese ucraino sarà di diventare membro della coalizione occidentale. Il presidente ucraino è sembrato più concentrato sui problemi del presente, chiedendo all’Alleanza Atlantica un sempre maggiore supporto militare per permettere al suo paese di contenere la Russia e di mantenere la sua unità nazionale. La visita a Kiev del Segretario generale ha provocato dure reazioni a Mosca, che ha ricordato come proprio uno dei motivi del conflitto, anzi dell’operazione militare speciale, sia proprio impedire l’integrazione tra l’Ucraina e la NATO. Lo scopo della visita di Stoltenberg è stato quello di ribadire il sostegno all’Ucraina, di fronte all’opinione pubblica mondiale, sia in passato, che nel presente ed anche nel futuro quando ci sarà da affrontare i problemi della ricostruzione, tuttavia dietro lo scopo ufficiale, vi era la necessità di concordare con l’Ucraina la completa operabilità con l’Alleanza in termini di standard militari e dottrine strategiche, per sostituire le tecnologie sovietiche, che costituivano ancora la base delle attrezzature militari di Kiev; il tutto per garantire una risposta più efficace agli attacchi russi. Per sopperire alle carenze dei propri armamenti l’Ucraina ha ricevuto materiali ex sovietici dai paesi della Cortina di ferro, che meglio si adattavano con la tecnologia degli armamenti di Kiev, ma con l’avanzare della guerra si è proceduto ad una progressiva sostituzione con armamenti NATO, per i quali è necessario un addestramento apposito. Se la contiguità tra Ucraina e NATO è sempre più intensa sul terreno militare, il presidente ucraino ha rivendicato anche un maggiore coinvolgimento politico ed ha chiesto di essere invitato al prossimo vertice di Vilnius a luglio: cosa che è stata sancita proprio nella visita di Stoltenberg. Mosca vive con apprensione questa integrazione, ma ne è stata quasi completamente responsabile; ora c’è da capire se questa adesione potrà provocare un rallentamento o un aggravamento del conflitto: perché un conto è minacciare Kiev di non entrare nell’area di influenza occidentale ed un altro conto è combattere contro un paese sempre più dentro alla sfera occidentale. Questo passo allontana un fattore possibile di interruzione delle ostilità, che era individuato proprio in una sorta di imparzialità di Kiev, configurando il paese ucraino come una sorta di nazione cuscinetto tra occidente e Russia. Con la visita di Stoltenberg questo scenario sembra essere, ormai, senza più alcuna possibilità, anche se l’ingresso a pieno titolo nell’Alleanza Atlantica non potrà essere che rimandato, per scongiurare un ingresso diretto nel conflitto delle truppe occidentali sul terreno ucraino. Il dato fondamentale, però, è che il futuro non potrà che essere quello a meno che Mosca non riesca a vincere in maniera completa la guerra conquistando tutta l’Ucraina, senza alcuna parte esclusa: cosa che non pare possibile per come si è sviluppato il conflitto. Il futuro dovrebbe, quindi, vedere le truppe NATO proprio sul confine tra Ucraina e Russia e non soltanto più sui confini con Mosca ed i paesi baltici e con la Finlandia. Si comprende come Putin abbia già fallito ogni intento di allontanare l’Alleanza Atlantica e quindi gli USA e l’Europa dalla propria linea di confine e come si stia concretizzando proprio il suo incubo più grande, quello da scongiurare avviando l’operazione militare, che sta rovinando il paese economicamente e provocando un gran numero di vittime tra i soldati russi. Da questo progressivo avvicinamento tra Bruxelles e Kiev, Mosca esce indebolita sia sul piano interno, che su quello esterno, perché i progetti del suo leader stanno tutti fallendo ed anche una cristallizzazione che si fermi ai territori conquistati, implica l’Ucraina ormai entrata definitivamente e stabilmente dell’orbita occidentale, con tutto quello che ne conseguirà per il prestigio del presidente russso.
Ukraine ever closer to the Atlantic Alliance
The visit of the Secretary of the Atlantic Alliance to Kiev immediately assumed considerable importance, both for the fact itself and for the reassurances, even if not immediate, that the place of the Ukrainian country will be to become a member of the Western coalition. The Ukrainian president seemed more focused on the problems of the present, asking the Atlantic Alliance for ever greater military support to allow his country to contain Russia and maintain its national unity. The Secretary General's visit to Kiev provoked harsh reactions in Moscow, which recalled that one of the reasons for the conflict, indeed for the special military operation, is precisely to prevent the integration between Ukraine and NATO. The purpose of Stoltenberg's visit was to reiterate support for Ukraine, in the face of world public opinion, both in the past, in the present and also in the future when there will be problems of reconstruction to be addressed, however behind the purpose official, there was a need to agree with Ukraine on full operability with the Alliance in terms of military standards and strategic doctrines, to replace Soviet technologies, which still formed the basis of Kiev's military equipment; all to ensure a more effective response to Russian attacks. To make up for the shortages of its armaments, Ukraine received ex-Soviet materials from the Iron Curtain countries, which were better suited to Kiev's armaments technology, but as the war progressed this was progressively replaced with armaments NATO, for which special training is required. If the contiguity between Ukraine and NATO is increasingly intense on the military field, the Ukrainian president has also claimed greater political involvement and has asked to be invited to the next Vilnius summit in July: something that was ratified precisely in Stoltenberg's visit. Moscow experiences this integration with apprehension, but was almost completely responsible for it; now it is to be understood whether this accession will be able to cause a slowdown or an aggravation of the conflict: because it is one thing to threaten Kiev not to enter the Western area of influence and another thing to fight against a country increasingly within the Western sphere. This step removes a possible factor for interrupting hostilities, which was identified precisely in a sort of impartiality of Kiev, configuring the Ukrainian country as a sort of buffer nation between the West and Russia. With Stoltenberg's visit this scenario seems to be, by now, without any possibility, even if the full entry into the Atlantic Alliance can only be postponed, to avoid a direct entry into the conflict of Western troops on Ukrainian soil. The fundamental fact, however, is that the future can only be that unless Moscow manages to win the war completely by conquering all of Ukraine, with no part excluded: something that does not seem possible given how the country has developed conflict. The future should therefore see NATO troops right on the border between Ukraine and Russia and not only on the borders with Moscow and the Baltic countries and Finland. It is understandable how Putin has already failed in any attempt to remove the Atlantic Alliance and therefore the USA and Europe from his own border line and how his greatest nightmare is materializing, the one to be averted by launching the military operation, which it is ruining the country economically and causing a large number of casualties among Russian soldiers. From this progressive rapprochement between Brussels and Kiev, Moscow emerges weakened both internally and externally, because the projects of its leader are all failing and even a crystallization that stops at the conquered territories implies Ukraine by now definitively entered and permanently in the western orbit, with all that will follow for the prestige of the Russian president.
Ucrania cada vez más cerca de la Alianza Atlántica
La visita del secretario de la Alianza Atlántica a Kiev adquirió inmediatamente una importancia considerable, tanto por el hecho mismo como por las garantías, aunque no inmediatas, de que el lugar del país ucraniano será convertirse en miembro de la coalición occidental. El presidente ucraniano se mostró más centrado en los problemas del presente, pidiendo a la Alianza Atlántica un apoyo militar cada vez mayor para permitir a su país contener a Rusia y mantener su unidad nacional. La visita del secretario general a Kiev provocó duras reacciones en Moscú, que recordó que uno de los motivos del conflicto, incluso de la operación militar especial, es precisamente impedir la integración entre Ucrania y la OTAN. El propósito de la visita de Stoltenberg fue reiterar el apoyo a Ucrania, frente a la opinión pública mundial, tanto en el pasado, en el presente y también en el futuro cuando habrá problemas de reconstrucción que abordar, sin embargo detrás del propósito oficial, era necesario acordar con Ucrania la plena operatividad con la Alianza en términos de estándares militares y doctrinas estratégicas, para reemplazar las tecnologías soviéticas, que aún formaban la base del equipo militar de Kiev; todo para garantizar una respuesta más eficaz a los ataques rusos. Para compensar la escasez de sus armamentos, Ucrania recibió materiales exsoviéticos de los países del Telón de Acero, que se adaptaban mejor a la tecnología armamentista de Kiev, pero a medida que avanzaba la guerra, estos fueron reemplazados progresivamente por armamentos de la OTAN, para los cuales se requiere un entrenamiento especial. . Si en el terreno militar la contigüidad entre Ucrania y la OTAN es cada vez más intensa, el presidente ucraniano también ha reclamado una mayor implicación política y ha pedido ser invitado a la próxima cumbre de Vilnius en julio: algo que se ratificó precisamente en la visita de Stoltenberg. Moscú experimenta esta integración con aprensión, pero fue casi completamente responsable de ella; ahora está por entender si esta adhesión podrá provocar un freno o un agravamiento del conflicto: porque una cosa es amenazar a Kiev para que no entre en la zona de influencia occidental y otra pelear contra un país cada vez más dentro del ámbito occidental. Este paso elimina un posible factor de interrupción de las hostilidades, que se identificó precisamente en una suerte de imparcialidad de Kiev, configurando al país ucraniano como una suerte de nación tapón entre Occidente y Rusia. Con la visita de Stoltenberg este escenario parece ser, a estas alturas, sin posibilidad alguna, aunque la entrada completa en la Alianza Atlántica sólo puede posponerse, para evitar una entrada directa en el conflicto de las tropas occidentales en suelo ucraniano. El hecho fundamental, sin embargo, es que el futuro solo puede ser ese a menos que Moscú logre ganar la guerra por completo conquistando toda Ucrania, sin excluir ninguna parte: algo que no parece posible dada la forma en que el país ha desarrollado el conflicto. Por lo tanto, el futuro debería ver tropas de la OTAN justo en la frontera entre Ucrania y Rusia y no solo en las fronteras con Moscú y los países bálticos y Finlandia. Es comprensible que Putin haya fracasado ya en cualquier intento de sacar a la Alianza Atlántica y por tanto a EE. económicamente al país y causando un gran número de bajas entre los soldados rusos. De este progresivo acercamiento entre Bruselas y Kiev, Moscú sale debilitado tanto interna como externamente, porque los proyectos de su líder están todos fracasando e incluso una cristalización que se detiene en los territorios conquistados implica que Ucrania ya entró definitivamente y de forma permanente en la órbita occidental, con todo eso seguirá por el prestigio del presidente ruso.
Die Ukraine immer näher an die Atlantische Allianz
Der Besuch des Sekretärs des Atlantischen Bündnisses in Kiew erlangte sofort große Bedeutung, sowohl wegen der Tatsache selbst als auch wegen der Zusicherungen, wenn auch nicht unmittelbar, dass der Platz des ukrainischen Landes darin bestehen wird, Mitglied der westlichen Koalition zu werden. Der ukrainische Präsident schien sich mehr auf die Probleme der Gegenwart zu konzentrieren und bat die Atlantische Allianz um immer größere militärische Unterstützung, um seinem Land zu ermöglichen, Russland einzudämmen und seine nationale Einheit aufrechtzuerhalten. Der Besuch des Generalsekretärs in Kiew rief scharfe Reaktionen in Moskau hervor, die daran erinnerten, dass einer der Gründe für den Konflikt, ja für die spezielle Militäroperation genau darin besteht, die Integration zwischen der Ukraine und der NATO zu verhindern. Der Zweck des Besuchs von Stoltenberg bestand darin, die Unterstützung für die Ukraine angesichts der Weltöffentlichkeit sowohl in der Vergangenheit als auch in der Gegenwart und auch in der Zukunft zu bekräftigen, wenn Probleme des Wiederaufbaus angegangen werden müssen, jedoch hinter dem offiziellen Zweck, es war notwendig, sich mit der Ukraine auf eine vollständige Funktionsfähigkeit mit dem Bündnis in Bezug auf militärische Standards und strategische Doktrinen zu einigen, um sowjetische Technologien zu ersetzen, die immer noch die Grundlage der militärischen Ausrüstung Kiews bildeten; alles um eine effektivere Reaktion auf russische Angriffe zu gewährleisten. Um den Mangel an Rüstung auszugleichen, erhielt die Ukraine ex-sowjetisches Material aus den Ländern des Eisernen Vorhangs, das für Kiews Rüstungstechnologie besser geeignet war, aber im Verlauf des Krieges wurde dies nach und nach durch NATO-Rüstung ersetzt, für die eine spezielle Ausbildung erforderlich ist . Während die Kontiguität zwischen der Ukraine und der NATO auf militärischem Gebiet immer intensiver wird, hat der ukrainische Präsident auch ein größeres politisches Engagement beansprucht und um Einladung zum nächsten Gipfel in Vilnius im Juli gebeten, was gerade bei Stoltenbergs Besuch bestätigt wurde. Moskau erlebt diese Integration mit Besorgnis, war aber fast vollständig dafür verantwortlich; Nun ist abzuklären, ob dieser Beitritt eine Verlangsamung oder Verschärfung des Konflikts bewirken kann: Denn es ist eine Sache, Kiew zu drohen, nicht in das westliche Einflussgebiet vorzudringen, und eine andere, ein Land verstärkt zu bekämpfen innerhalb der westlichen Sphäre. Dieser Schritt beseitigt einen möglichen Faktor für die Unterbrechung der Feindseligkeiten, der genau in einer Art Unparteilichkeit Kiews identifiziert wurde, die das ukrainische Land als eine Art Puffernation zwischen dem Westen und Russland konfiguriert. Mit Stoltenbergs Besuch scheint dieses Szenario inzwischen ohne jede Möglichkeit, auch wenn der vollständige Eintritt in das Atlantische Bündnis nur verschoben werden kann, einen direkten Eintritt westlicher Truppen in den Konflikt auf ukrainischem Boden zu vermeiden. Die grundlegende Tatsache ist jedoch, dass die Zukunft nur so aussehen kann, es sei denn, Moskau schafft es, den Krieg vollständig zu gewinnen, indem es die gesamte Ukraine erobert, ohne einen Teil davon auszuschließen: etwas, das angesichts der Konfliktentwicklung im Land nicht möglich erscheint. Nato-Truppen sollen daher künftig direkt an der Grenze zwischen der Ukraine und Russland stehen und nicht nur an den Grenzen zu Moskau und den baltischen Staaten und Finnland. Es ist verständlich, wie Putin bereits bei jedem Versuch gescheitert ist, das Atlantische Bündnis und damit die USA und Europa von seiner eigenen Grenzlinie zu entfernen, und wie sein größter Alptraum Wirklichkeit wird, der durch die Einleitung der Militäroperation abgewendet werden soll, die er ruiniert das Land wirtschaftlich und verursacht eine große Zahl von Opfern unter den russischen Soldaten. Aus dieser fortschreitenden Annäherung zwischen Brüssel und Kiew geht Moskau sowohl nach innen als auch nach außen geschwächt hervor, weil die Projekte seines Führers alle scheitern und selbst eine Kristallisation, die bei den eroberten Gebieten aufhört, impliziert, dass die Ukraine inzwischen endgültig und dauerhaft in den westlichen Orbit eingetreten ist all das wird für das Prestige des russischen Präsidenten folgen.
L'Ukraine toujours plus proche de l'Alliance atlantique
La visite du secrétaire de l'Alliance atlantique à Kiev a immédiatement pris une importance considérable, tant pour le fait lui-même que pour les assurances, même si elles ne sont pas immédiates, que la place du pays ukrainien sera de devenir membre de la coalition occidentale. Le président ukrainien semblait plus concentré sur les problèmes du présent, demandant à l'Alliance atlantique un soutien militaire toujours plus important pour permettre à son pays de contenir la Russie et de maintenir son unité nationale. La visite du secrétaire général à Kiev a provoqué de vives réactions à Moscou, qui a rappelé que l'une des raisons du conflit, voire de l'opération militaire spéciale, est précisément d'empêcher l'intégration entre l'Ukraine et l'OTAN. Le but de la visite de Stoltenberg était de réitérer le soutien à l'Ukraine, face à l'opinion publique mondiale, à la fois dans le passé, dans le présent et aussi dans le futur où il y aura des problèmes de reconstruction à régler, cependant derrière le but officiel, il était nécessaire de s'entendre avec l'Ukraine sur la pleine opérabilité avec l'Alliance en termes de normes militaires et de doctrines stratégiques, pour remplacer les technologies soviétiques, qui constituaient encore la base de l'équipement militaire de Kiev ; tout cela pour assurer une réponse plus efficace aux attaques russes. Pour compenser la pénurie de ses armements, l'Ukraine a reçu des matériaux ex-soviétiques des pays du rideau de fer, qui étaient mieux adaptés à la technologie d'armement de Kiev, mais au fur et à mesure que la guerre progressait, cela a été progressivement remplacé par des armements de l'OTAN, pour lesquels une formation spéciale est nécessaire. . Si la contiguïté entre l'Ukraine et l'OTAN est de plus en plus intense sur le terrain militaire, le président ukrainien a également revendiqué une plus grande implication politique et a demandé à être invité au prochain sommet de Vilnius en juillet : ce qui a été entériné justement lors de la visite de Stoltenberg. Moscou vit cette intégration avec appréhension, mais en est presque totalement responsable ; maintenant il faut comprendre si cette adhésion pourra provoquer un ralentissement ou une aggravation du conflit : car c'est une chose de menacer Kiev de ne pas entrer dans la zone d'influence occidentale et une autre chose de lutter contre un pays de plus en plus au sein de la sphère occidentale. Cette étape supprime un facteur possible d'interruption des hostilités, identifié précisément dans une sorte d'impartialité de Kiev, configurant le pays ukrainien comme une sorte de nation tampon entre l'Occident et la Russie. Avec la visite de Stoltenberg, ce scénario semble désormais exclu, même si l'entrée totale dans l'Alliance atlantique ne peut être que reportée, pour éviter une entrée directe dans le conflit des troupes occidentales sur le sol ukrainien. Le fait fondamental, cependant, est que l'avenir ne peut être que si Moscou ne parvient pas à gagner complètement la guerre en conquérant toute l'Ukraine, sans aucune partie exclue : ce qui ne semble pas possible compte tenu de la façon dont le pays a développé le conflit. L'avenir devrait donc voir des troupes de l'Otan juste à la frontière entre l'Ukraine et la Russie et pas seulement aux frontières avec Moscou et les pays baltes et la Finlande. On comprend comment Poutine a déjà échoué dans toute tentative de retirer l'Alliance atlantique et donc les États-Unis et l'Europe de sa propre frontière et comment se matérialise son plus grand cauchemar, celui qu'il faut éviter en lançant l'opération militaire, qu'il ruine économiquement le pays et causant un grand nombre de victimes parmi les soldats russes. De ce rapprochement progressif entre Bruxelles et Kiev, Moscou sort fragilisée tant à l'intérieur qu'à l'extérieur, car les projets de son chef sont tous défaillants et même une cristallisation qui s'arrête aux territoires conquis implique que l'Ukraine est désormais définitivement entrée et définitivement dans l'orbite occidentale, avec tout cela suivra pour le prestige du président russe.
Ucrânia cada vez mais perto da Aliança Atlântica
A visita do Secretário da Aliança Atlântica a Kiev assumiu desde logo uma importância considerável, quer pelo facto em si, quer pelas garantias, ainda que não imediatas, de que o lugar do país ucraniano será o de se tornar membro da coligação ocidental. O presidente ucraniano parecia mais voltado para os problemas do presente, pedindo à Aliança Atlântica um apoio militar cada vez maior para permitir ao seu país conter a Rússia e manter a unidade nacional. A visita do secretário-geral a Kiev provocou duras reações em Moscovo, que lembrou que uma das razões do conflito, aliás da operação militar especial, é precisamente impedir a integração entre a Ucrânia e a NATO. O objetivo da visita de Stoltenberg foi reiterar o apoio à Ucrânia, perante a opinião pública mundial, tanto no passado, como no presente e também no futuro, quando haverá problemas de reconstrução a serem resolvidos, porém por trás do objetivo oficial, era necessário chegar a acordo com a Ucrânia sobre a operacionalidade total com a Aliança em termos de padrões militares e doutrinas estratégicas, para substituir as tecnologias soviéticas, que ainda formavam a base do equipamento militar de Kiev; tudo para garantir uma resposta mais eficaz aos ataques russos. Para compensar a escassez de seus armamentos, a Ucrânia recebeu materiais ex-soviéticos dos países da Cortina de Ferro, que eram mais adequados à tecnologia de armamentos de Kiev, mas à medida que a guerra avançava, isso foi progressivamente substituído por armamentos da OTAN, para os quais é necessário treinamento especial. . Se a contiguidade entre a Ucrânia e a NATO é cada vez mais intensa no plano militar, o presidente ucraniano também tem reclamado maior envolvimento político e pedido para ser convidado para a próxima cimeira de Vilnius, em julho: algo que foi ratificado precisamente na visita de Stoltenberg. Moscou experimenta essa integração com apreensão, mas foi quase inteiramente responsável por ela; agora resta saber se esta adesão poderá provocar um abrandamento ou um agravamento do conflito: porque uma coisa é ameaçar Kiev para não entrar na zona de influência ocidental e outra é lutar contra um país cada vez mais dentro da esfera ocidental. Esse passo afasta um possível fator de interrupção das hostilidades, que foi identificado justamente em uma espécie de imparcialidade de Kiev, configurando o país ucraniano como uma espécie de nação tampão entre o Ocidente e a Rússia. Com a visita de Stoltenberg este cenário parece estar, por agora, sem qualquer possibilidade, ainda que a entrada plena na Aliança Atlântica apenas possa ser adiada, para evitar uma entrada direta no conflito de tropas ocidentais em solo ucraniano. O fato fundamental, no entanto, é que o futuro só pode ser isso, a menos que Moscou consiga vencer a guerra completamente conquistando toda a Ucrânia, sem nenhuma parte excluída: algo que não parece possível, dada a forma como o país desenvolveu o conflito. O futuro deve, portanto, ver as tropas da OTAN bem na fronteira entre a Ucrânia e a Rússia e não apenas nas fronteiras com Moscou e os países bálticos e a Finlândia. É compreensível que Putin já tenha falhado em qualquer tentativa de afastar a Aliança Atlântica e, portanto, os EUA e a Europa da sua própria linha de fronteira e como se materializa o seu maior pesadelo, aquele a evitar com o lançamento da operação militar, que está a arruinar o país economicamente e causando um grande número de baixas entre os soldados russos. Desta aproximação progressiva entre Bruxelas e Kiev, Moscovo sai enfraquecida interna e externamente, porque os projetos do seu líder estão todos a falhar e mesmo uma cristalização que se detém nos territórios conquistados implica a Ucrânia já inserida definitivamente e permanentemente na órbita ocidental, com tudo isso seguirá para o prestígio do presidente russo.