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mercoledì 26 ottobre 2016
Terrorismo e profughi, possibili conseguenze della battaglia di Mosul
I pericoli incombenti delle conseguenze della battaglia di Mosul, oltre alla situazione bellica contingente, riguardano essenzialmente due elementi: il primo consiste nel pericolo dei combattenti stranieri, che rischiano di ritornare in massa nei paesi di origine, il secondo riguarda la situazione umanitaria della popolazione civile, che rischia di ingrossare di un numero notevole gli sfollati, dando vita ad un esodo che potrebbe alterare la già precaria situazione irakena, aggiungendo un nuovo problema alla situazione generale. Per quanto riguarda il possibile rientro di una grande quantità di ex combattenti presenti nelle fila dello Stato islamico, occorre analizzare i numeri stimati. Si ritiene, infatti, che all’interno di Mosul siano presenti circa 2.500 combattenti provenienti dagli stati europei, bisogna ricordare che dopo la Siria, il contingente maggiore di uomini arruolati nelle forze del califfato è proprio l’Iraq, di cui Mosul è ritenuto una sorta di capitale. Si tratterebbe di uomini, per lo più di giovane età, spesso accompagnati da donne e bambini aventi passaporto dell’Unione Europea. Il calcolo del Centro Internazionale dell’Aia per l’antiterrorismo, valuta un numero di combattenti europei compreso tra i 3.900 ed i 4.300, di questi il 14% potrebbe essere deceduto, mentre, circa un terzo dovrebbe avere già fatto ritorno ai loro paesi di appartenenza, resterebbe, quindi, la quota consistente del 56% ancora attiva sui campi di battaglia, impegnata, non solo nelle fila dello Stato islamico, ma anche, di altre formazioni integraliste. Concentrandosi sugli sviluppi della battaglia per la riconquista di Mosul, non è ritenuto probabile che l’offensiva venga conclusa in un tempo breve, dato che l’impegno militare viene ritenuto possibile anche per diverse settimane o, nella peggiore delle ipotesi, anche diversi mesi. Questa eventualità, se negativa per la defintiva sconfitta del califfato, rappresenta una opportunità per gli stati europei al fine di organizzarsi in maniera preventiva per un controllo capillare dei possibili rientri e delle decisioni da prendere nei confronti di coloro che hanno militato nello Stato islamico in maniera sicura o probabile. Se diverse legislazioni europee, prevedono il divieto e, quindi, la sanzione per l’arruolamento in formazioni straniere, sopratutto se collegate al terrorismo, più difficile sarà dimostrare l’effettiva partecipazione militare al califfato; tuttavia questa prevenzione è indispensabile nei confronti di personale militarmente più o meno addestrato e fortemente motivato alla causa islamica: fattori che favorirebbero il reclutamento in formazioni europee. Uno dei possibili effetti della sconfitta del califfato è l’esportazione di una guerra asimmetrica su grande scala in occidente, sopratutto in Europa, ma non solo, dato che il fenomeno dei rientri dei combattenti riguarda anche la Russia e la Cina, oltre ad altri paesi. La possibile sconfitta militare dello Stato islamico sul territorio di cui rivendicava la sovranità potrebbe non essere sufficiente alla totale eliminazione dell’idea del califfato, che potrebbe abbracciare una tattica maggiormente orientata ad azioni terroristiche contro i paesi che l’hanno contrastato. In questa ottica non vi è alcuna nazione sicura di non rientrare in questa strategia ed essere, quindi , colpita dal terrorismo. Almeno gli stati europei dovrebbero sviluppare un approccio comune al problema, in grado di prevenire gli atti terroristici e prevedere una sorta di rieducazione e controllo di quei combattenti che faranno ritorno in patria. Si comprende come il problema sia intimamente connesso con la sicurezza, sia nazionale, che sovranazionale e che interessi stati appartenenti a schieramenti opposti, come Russia ed Europa. La prevenzione, comunque non dovrà essere fatta solo sugli stati di appartenenza del terroristi, ma da subito durante la riconquista di Mosul, dove sarà necessario uno sforzo parallelo all’azione militare, consistente nell’individuazione del più alto numero possibile di combattenti stranieri, anche per ricostruire i percorsi e le modalità di ingaggio dei combattenti stranieri. La sfida, insomma, si sposta maggiormente sul versante dell’intelligence già nei territori di guerra. Il secondo problema riguarda la nuova ondata di profughi, che si sta già formando e che conseguirà dalle distruzioni che seguiranno i combattimenti. I dintorni di Mosul hanno già visto un esodo incessante di quanti sono riusciti a sfuggire allo Stato islamico, per evitare, tra l’altro, il problema di essere costretti a diventare scudi umani. Secondo le stime dello stato irakeno il numero potenziale degli sfollati sarebbe intorno alle 700.000 persone, a fronte di una capacità dei campi profughi già organizzati, prevista intorno a 130.000 unità. Questi dati rischiano di provocare un nuovo problema per Bagdad, sia dal punto di vista umanitario, che politico, essendo i profughi, nella maggioranza sunniti. Una assistenza non adeguata potrebbe comportare per il governo irakeno, di matrice sciita, una ulteriore alterazione della situazione, favorendo sentimenti contrari alla riaffermazione della sovranità statale su Mosul ed il suo circondario. Inoltre si potrebbe assistere ad un incremento dell’emigrazione verso l’Europa, determinando una pressione ancora maggiore sul vecchio continente ed aggravando i contrasti tra gli stati. Si rende così necessario un maggiore supporto al governo irakeno per questa ulteriore emergenza da parte delle organizzazioni internazionali e dei singoli stati per fornire un aiuto adeguato alle popolazioni in fuga dal confronto militare, che possa permettere il supporto dello stato irakeno.
Terrorism and refugees, the possible consequences of the battle of Mosul
The
dangers of the impending battle of Mosul consequences, in addition to
military contingent situation, essentially on two elements: the first is
the danger of foreign fighters, who are likely to return en masse to
their countries of origin, the second concerns the humanitarian
situation of the civilian population ,
which is likely to swell to a significant number IDPs, resulting in an
exodus that could alter the already precarious situation in Iraq, adding
a new problem to the general situation. As
for the possible return of a large number of ex-combatants present in
the ranks of the Islamic State, it is necessary to analyze the estimated
numbers. It
is believed, in fact, that in Mosul are around 2,500 fighters from
European states, we must remember that after Syria, the largest
contingent of men enrolled in the Caliphate forces is just Iraq, of
which Mosul is considered a sort of capital. This would be men, mostly young, often accompanied by women and children with the European Union passport. The
calculation of the Hague International Centre for Counter Terrorism,
evaluating a number of European fighters between 3900 and 4300, of these
14% could have died, while about a third should have already returned
to their countries of membership,
would remain, therefore, the substantial portion of the 56% still
active on the battlefields, committed, not only in the ranks of the
Islamic state, but also of other fundamentalist groups. Focusing
on the developments of the battle for the recapture of Mosul, it is not
considered probable that the offensive is concluded in a short time, as
the military engagement is considered also possible for several weeks
or, at worst, even several months. This
possibility, if negative for Definitive defeat of the Caliphate,
represents an opportunity for European states in order to organize
themselves in a preventive manner for widespread control of the possible
returns and of decisions to be taken against those who fought in the
Islamic state in a secure or probable. If
a number of European legislation, provide for the prohibition and,
therefore, the penalty for entry into foreign formations, especially if
linked to terrorism, the more difficult it will be to demonstrate the
effective military participation to the caliphate; However,
this prevention is essential against military personnel more or less
trained and highly motivated to the Islamic cause: factors that favor
the recruitment European formations. One
of the possible effects of the defeat of the caliphate is the export of
asymmetrical warfare on a large scale in the West, especially in
Europe, but not only, as the phenomenon of the fall of the fighters also
for Russia and China, as well as other countries . The
possible military defeat of the Islamic state on the territory of which
claimed sovereignty may not be enough to complete elimination of the
idea of the Caliphate, which could embrace a tactic more oriented to
terrorist actions against countries that have resisted. In this view there is no safe country do not fall into this strategy and therefore be affected by terrorism. At
least the European countries should develop a common approach to the
problem, able to prevent terrorist acts and to provide a kind of
re-education and control of those fighters who will return home. It
is understandable that the problem is intimately connected with the
security, both national and supranational interests and that states
belonging to opposing factions, such as Russia and Europe. Prevention,
however, must not only be made on the states of the terrorists
belonging, but immediately during the recapture of Mosul, where you will
need a parallel effort to military action, consisting in the
identification of the highest possible number of foreign fighters,
including to reconstruct the paths and ways of engagement of foreign fighters. The challenge, in short, more moves on the intelligence side already in war zones. The
second problem relates to the new wave of refugees, which is already in
formation, and which it will achieve by the destruction that followed
the fighting. The
area around Mosul have already seen a relentless exodus of those who
have managed to escape the Islamic State, to prevent, among other
things, the problem of being forced to become human shields. According
to the state of Iraq estimates the potential number of internally
displaced persons would be around 700,000 people, compared to a capacity
of already organized refugee camps, expected around 130,000 units. These
data are likely to cause a new problem for Baghdad, both from the
humanitarian point of view, politically, being refugees, the majority
Sunni. Substandard
care could lead to the Iraqi government, Shiite matrix, a further
deterioration of the situation, encouraging feelings against the
reassertion of state sovereignty of Mosul and its surroundings. Also
it could attend a migration to Europe increased, causing even greater
pressure on the old continent and exacerbating the conflicts between the
states. It
makes it so needed extra support to the Iraqi government for this
additional emergency by international organizations and individual
states to provide adequate help to people fleeing from military
confrontation, that would allow the state Iraqi support.
El terrorismo y los refugiados, las posibles consecuencias de la batalla de Mosul
Los
peligros de la inminente batalla de consecuencias Mosul, además de la
situación contingente militar, esencialmente en dos elementos: el
primero es el peligro de combatientes extranjeros, que son propensos a
regresar en masa a sus países de origen, el segundo se refiere a la
situación humanitaria de la población civil ,
que es probable que aumente a un importante número PDI, lo que resulta
en un éxodo que podría alterar la ya precaria situación en Irak, la
adición de un nuevo problema a la situación general. En
cuanto al posible regreso de un gran número de ex combatientes
presentes en las filas del Estado Islámico, es necesario analizar los
números estimados. Se
cree, de hecho, que en Mosul son alrededor de 2.500 combatientes de los
estados europeos, hay que recordar que después de que Siria, el mayor
contingente de hombres inscritos en las fuerzas califales es sólo Irak,
de la cual Mosul es considerada una tipo de capital. Esto
sería, en su mayoría hombres jóvenes, acompañados a menudo por las
mujeres y los niños con el pasaporte de la Unión Europea. El
cálculo del Centro Internacional de La Haya para la lucha contra el
terrorismo, la evaluación de un número de combatientes europeos entre
3900 y 4300, de éstos el 14% podría haber muerto, mientras que alrededor
de un tercio ya debería haber regresado a sus países de membresía,
seguiría siendo, por lo tanto, la parte sustancial del 56% siguen
activos en los campos de batalla, comprometida, no sólo en las filas del
estado islámico, sino también de otros grupos fundamentalistas. Centrándose
en los acontecimientos de la batalla por la recuperación de Mosul, no
se considera probable que la ofensiva se concluye en un corto período de
tiempo, ya que el compromiso militar es considerado también es posible
durante varias semanas o, en el peor, incluso varios meses. Esta
posibilidad, si es negativo para la derrota definitiva del Califato,
representa una oportunidad para que los estados europeos con el fin de
organizarse de manera preventiva para el control generalizado de los
posibles rendimientos y de las decisiones que deben adoptarse contra los
que lucharon en el estado islámico en una segura o probable. Si
un número de la legislación europea, prevé la prohibición y, por lo
tanto, la pena por la entrada en formaciones extranjeras, especialmente
si vinculado con el terrorismo, más difícil será para demostrar la
participación militar efectiva al califato; Sin
embargo, esta prevención es esencial contra el personal militar más o
menos capacitados y muy motivados a la causa islámica: los factores que
favorecen las formaciones europeas de contratación. Uno
de los posibles efectos de la derrota del califato es la exportación de
guerra asimétrica en gran escala en Occidente, especialmente en Europa,
pero no sólo, como el fenómeno de la caída de los luchadores también
para Rusia y China, así como otros países . La
posible derrota militar del estado islámico en el territorio de la cual
se reivindica la soberanía no puede ser suficiente para completar la
eliminación de la idea del Califato, que podría adoptar una táctica más
orientado a las acciones terroristas contra los países que han
resistido. En este punto de vista no hay ningún país seguro no caer en esta estrategia y, por tanto, ser afectados por el terrorismo. Por
lo menos los países europeos deben desarrollar un enfoque común para el
problema, capaz de prevenir los actos terroristas y para proporcionar
una especie de re-educación y el control de esos luchadores que volverán
a casa. Es
comprensible que el problema está íntimamente relacionada con la
seguridad, tanto de los estados intereses nacionales y supranacionales y
que pertenecen a facciones opuestas, como Rusia y Europa. Prevención,
sin embargo, no sólo debe hacerse sobre los estados de los terroristas
que pertenecen, pero inmediatamente durante la recaptura de Mosul, donde
se necesita un esfuerzo paralelo a la acción militar, que consiste en
la identificación de la mayor cantidad posible de combatientes
extranjeros, incluyendo para reconstruir los caminos y formas de participación de combatientes extranjeros. El reto, en definitiva, más jugada por la inteligencia ya se encuentran en zonas de guerra. El
segundo problema se refiere a la nueva ola de refugiados, que ya está
en formación, y el que se va a lograr por la destrucción que siguió a la
lucha. El
área alrededor de Mosul ya han visto un éxodo implacable de los que han
conseguido escapar del Estado Islámico, para evitar, entre otras cosas,
el problema de ser obligado a convertirse en escudos humanos. De
acuerdo con el estado de Irak estima que el número potencial de
personas desplazadas en el interior sería de alrededor de 700.000
personas, en comparación con una capacidad de campamentos de refugiados
ya organizados, que se espera alrededor de 130.000 unidades. son
susceptibles de causar un nuevo problema para Bagdad, tanto desde el
punto de vista humanitario, político, siendo estos datos los refugiados,
la mayoría sunita. atención
deficiente podría dar lugar a que el gobierno iraquí, matriz chiita, un
mayor deterioro de la situación, fomentando sentimientos en contra de
la reafirmación de la soberanía del Estado de Mosul y sus alrededores. También
podría asistir a una migración a Europa aumentó, causando una presión
aún mayor en el viejo continente y exacerbar los conflictos entre los
estados. Se
hace así necesario un apoyo adicional para el gobierno iraquí para esta
emergencia adicional por las organizaciones internacionales y los
estados individuales para proporcionar ayuda adecuada a las personas que
huyen del enfrentamiento militar, que permitiría el apoyo iraquí
estado.
Terrorismus und Flüchtlinge, die möglichen Folgen der Schlacht von Mosul
Die
Gefahren der bevorstehenden Schlacht von Mosul Folgen, zusätzlich zu
militärischen Kontingents Situation im Wesentlichen auf zwei Elemente:
die erste ist die Gefahr von ausländischen Kämpfer, die in Massen zu
ihren Herkunftsländern wahrscheinlich zurückkehren werden, die zweite
betrifft die humanitäre Lage der Zivilbevölkerung ,
die wahrscheinlich zu einer erheblichen Zahl IDPs anschwellen, in einem
Exodus führt, die die ohnehin schwierige Situation im Irak verändern
könnten, ein neues Problem auf die allgemeine Situation hinzuzufügen. Was
die mögliche Rückkehr von einer großen Anzahl von Ex-Kombattanten in
den Reihen des Islamischen Staates, ist es notwendig, die geschätzten
Zahlen zu analysieren. Es
wird angenommen, in der Tat, dass in Mosul sind rund 2.500 Kämpfer aus
europäischen Staaten, müssen wir uns daran erinnern, dass nach Syrien,
das größte Kontingent der in den Kalifat Kräfte eingeschrieben Männer
nur um den Irak ist, von denen Mosul gilt als Art des Kapitals. Dies würde Menschen sein, meist junge, oft begleitet von Frauen und Kindern mit der Europäischen Union Pass. Die
Berechnung des Haager Internationalen Zentrums für
Terrorismusbekämpfung, eine Reihe von europäischen Kämpfer zwischen 3900
und 4300, davon 14% die Bewertung haben könnte starb, während etwa ein
Drittel bereits in ihre Heimatländer zurückgekehrt sind, sollten Mitgliedschaft
bliebe daher den wesentlichen Teil der 56% immer noch aktiv auf dem
Schlachtfeld, hat sich verpflichtet, nicht nur in den Reihen des
islamischen Staates, sondern auch von anderen fundamentalistischen
Gruppen. Die
Konzentration auf die Entwicklungen der Kampf um die Rückeroberung von
Mosul, ist es nicht wahrscheinlich, dass die Offensive in kurzer Zeit
abgeschlossen wird, als das militärische Engagement auch für möglich
gehalten wird für mehrere Wochen oder, im schlimmsten Fall, sogar
mehrere Monate. Diese
Möglichkeit, wenn sie negativ ist für endgültige Niederlage des
Kalifats, ist eine Chance für die europäischen Staaten, um sich in
präventiv für eine breite Kontrolle der möglichen Renditen zu
organisieren und Entscheidungen gegen diejenigen zu ergreifen, die im
islamischen Staat in eine gekämpft sicher oder wahrscheinlich ist. Wenn
eine Reihe von europäischen Gesetzgebung, sorgen für das Verbot und
daher, wenn die Strafe für den Eintritt in ausländische Formationen, vor
allem mit dem Terrorismus verbunden ist, desto schwieriger wird es
sein, die effektive militärische Beteiligung an dem Kalifat zu
demonstrieren; Allerdings
ist diese Prävention wesentlich gegen Angehörige der Streitkräfte mehr
oder weniger ausgebildete und hoch motivierte der islamischen Ursache:
Faktoren, die die Rekrutierung europäischen Formationen begünstigen. Eine
der möglichen Auswirkungen der Niederlage des Kalifats ist der Export
von asymmetrischen Kriegsführung in großem Umfang im Westen, vor allem
in Europa, aber nicht nur, wie das Phänomen des Rückgangs der Kämpfer
auch für Russland und China sowie anderen Ländern . Die
mögliche militärische Niederlage des islamischen Staates auf dem Gebiet
die Souveränität beansprucht nicht ausreichen, um Beseitigung der Idee
des Kalifats zu vervollständigen, die eine Taktik, um terroristische
Aktionen gegen Länder orientiert mehr umarmen könnte, die widerstanden
haben. In dieser Ansicht ist es kein sicheres Land fallen nicht in diese Strategie und wird daher von Terrorismus betroffen sein. Zumindest
die europäischen Länder sollten ein gemeinsames Konzept für das
Problem, in der Lage zu verhindern, dass terroristische Handlungen zu
entwickeln und eine Art Umerziehung und Kontrolle dieser Kämpfer zur
Verfügung zu stellen, die nach Hause zurückkehren. Es
ist verständlich, dass das Problem eng mit der Sicherheit, sowohl auf
nationaler und supranationalen Interessen und dass die Staaten angehören
gegnerischen Fraktionen, wie Russland und Europa verbunden ist. Prävention
muss jedoch nicht nur auf die Zustände der Terroristen gemacht werden,
gehören, aber sofort während der Rückeroberung von Mosul, wo Sie eine
parallele Anstrengung zu militärischen Handlungen müssen, bei der
Identifizierung von einer möglichst großen Anzahl von ausländischen
Kämpfern besteht, einschließlich die Pfade und Wege der Einbeziehung von ausländischen Kämpfer zu rekonstruieren. Die Herausforderung, kurz gesagt, mehr Züge auf die Intelligenz Seite bereits in Kriegsgebieten. Das
zweite Problem bezieht sich auf die neue Welle der Flüchtlinge, die
sich bereits in der Ausbildung ist, und die es durch die Zerstörung
erreichen, dass die Kämpfe folgten. Das
Gebiet um Mossul haben bereits einen unerbittlichen Exodus derer, die
den islamischen Staat zu entkommen, haben es geschafft, gesehen zu
verhindern, unter anderem werden das Problem ist, menschliche
Schutzschilde gezwungen. Nach
dem Stand der Irak schätzt die potenzielle Zahl der Binnenvertriebenen
rund 700.000 Menschen im Vergleich wäre, zu einer Kapazität von bereits
organisierten Flüchtlingslagern rund 130.000 Einheiten erwartet. Diese
Daten sind wahrscheinlich ein neues Problem für Bagdad zu verursachen,
die beide aus dem humanitären Sicht politisch, wobei Flüchtlinge, die
meisten Sunniten. Substandard
Versorgung an die irakische Regierung, schiitische Matrix, einer
weiteren Verschlechterung der Situation führen könnte, die Förderung der
Gefühle gegen die Bekräftigung der staatlichen Souveränität von Mosul
und seine Umgebung. Es
könnte auch eine Migration nach Europa erhöht, was zu noch größeren
Druck auf dem alten Kontinent und verschärft die Konflikte zwischen den
Staaten teilnehmen. Das
macht es so eine zusätzliche Unterstützung für die irakische Regierung
für diese zusätzliche Notfall von internationalen Organisationen und
einzelner Staaten benötigt adäquate Hilfe, um Menschen aus der
militärischen Konfrontation der Flucht zur Verfügung zu stellen, dass
der Staat irakische Unterstützung ermöglichen würde.
Le terrorisme et les réfugiés, les conséquences possibles de la bataille de Mossoul
Les
dangers de la bataille imminente des conséquences de Mossoul, en plus
de la situation de contingent militaire, essentiellement sur deux
éléments: le premier est le danger de combattants étrangers, qui sont
susceptibles de revenir en masse dans leur pays d'origine, la seconde
concerne la situation humanitaire de la population civile ,
qui est susceptible de gonfler à une importante PDI nombre, ce qui
entraîne un exode qui pourrait modifier la situation déjà précaire en
Irak, en ajoutant un nouveau problème à la situation générale. En
ce qui concerne le retour possible d'un grand nombre d'ex-combattants
présents dans les rangs de l'Etat islamique, il est nécessaire
d'analyser les chiffres estimés. On
pense, en effet, que, à Mossoul sont environ 2.500 combattants des
Etats européens, nous devons nous rappeler que, après la Syrie, le plus
grand contingent d'hommes inscrits dans les forces Califat est juste
l'Irak, dont Mossoul est considéré comme un sorte de capital. Ce
serait les hommes, la plupart des jeunes, souvent accompagnés par des
femmes et des enfants avec le passeport de l'Union européenne. Le
calcul du Centre international de La Haye pour lutter contre le
terrorisme, l'évaluation d'un certain nombre de combattants européens
entre 3900 et 4300, de ces 14% aurait pu mourir, alors qu'environ un
tiers aurait déjà regagné leur pays d' membres,
resterait, par conséquent, la partie importante des 56% encore en
activité sur les champs de bataille, engagé, non seulement dans les
rangs de l'Etat islamique, mais aussi d'autres groupes fondamentalistes.
En
se concentrant sur les développements de la bataille pour la reprise de
Mossoul, il est jugé probable que l'offensive est conclu dans un court
laps de temps, que l'engagement militaire est considéré également
possible pendant plusieurs semaines ou, au pire, voire plusieurs mois. Cette
possibilité, si elle est négative pour la défaite définitive du
Califat, représente une opportunité pour les Etats européens afin de
s'organiser de manière préventive pour le contrôle généralisé des
rendements possibles et des décisions à prendre contre ceux qui ont
combattu dans l'Etat islamique dans un sécurisé ou probable. Si
un certain nombre de la législation européenne, prévoit l'interdiction
et, par conséquent, la peine d'entrée dans les formations étrangères,
surtout si liée au terrorisme, plus il sera difficile de démontrer la
participation militaire efficace au califat; Cependant,
cette prévention est essentielle contre le personnel militaire plus ou
moins formés et très motivés à la cause islamique: les facteurs qui
favorisent les recrutement formations européennes. L'un
des effets possibles de la défaite du Califat est l'exportation de la
guerre asymétrique à grande échelle dans l'Ouest, en particulier en
Europe, mais pas seulement, comme le phénomène de la chute des
combattants aussi pour la Russie et la Chine, ainsi que d'autres pays . La
possible défaite militaire de l'Etat islamique sur le territoire duquel
revendiqué la souveraineté ne peut pas être suffisant pour
l'élimination complète de l'idée du Califat, qui pourrait adopter une
tactique plus orientée vers des actions terroristes contre les pays qui
ont résisté. Dans ce point de vue il n'y a pas de pays sûrs ne tombent pas dans cette stratégie et donc être affectées par le terrorisme. Au
moins, les pays européens devraient développer une approche commune du
problème, en mesure de prévenir les actes terroristes et de fournir une
sorte de rééducation et de contrôle de ces combattants qui retourneront
chez eux. Il
est compréhensible que le problème est intimement lié à la sécurité,
les Etats à la fois les intérêts nationaux et supranationaux et que
appartenant à des factions opposées, comme la Russie et l'Europe. La
prévention, cependant, ne doit pas seulement être faite sur les états
des terroristes appartenant, mais tout de suite au cours de la recapture
de Mossoul, où vous aurez besoin d'un effort parallèle à l'action
militaire, consistant à identifier le plus grand nombre possible de
combattants étrangers, y compris pour reconstruire les chemins et les moyens d'engagement des combattants étrangers. Le défi, en bref, plus de mouvements du côté de l'intelligence déjà dans les zones de guerre. Le
deuxième problème concerne la nouvelle vague de réfugiés, qui est déjà
en formation, et qu'il réalisera par la destruction qui a suivi les
combats. La
zone autour de Mossoul ont déjà vu un exode implacable de ceux qui ont
réussi à échapper à l'État islamique, pour prévenir, entre autres
choses, le problème d'être forcé de devenir des boucliers humains. Selon
l'état de l'Irak estime le nombre potentiel de personnes déplacées à
l'intérieur serait d'environ 700 000 personnes, par rapport à une
capacité de camps de réfugiés déjà organisés, prévu autour de 130.000
unités. Ces
données sont susceptibles de provoquer un nouveau problème pour Bagdad,
tant du point de vue humanitaire, politique, étant réfugiés, la
majorité sunnite. Des
soins de pourrait conduire au gouvernement irakien, matrice chiite, une
nouvelle détérioration de la situation, en encourageant les sentiments
contre la réaffirmation de la souveraineté étatique de Mossoul et ses
environs. En
outre, il pourrait assister à une migration vers l'Europe a augmenté,
causant encore plus de pression sur le vieux continent et d'exacerber
les conflits entre les Etats. Il
rend si nécessaire un soutien supplémentaire au gouvernement irakien
pour cette urgence supplémentaire par les organisations internationales
et les États individuels à fournir une aide adéquate aux personnes
fuyant la confrontation militaire, qui permettrait le soutien irakien de
l'Etat.
O terrorismo e refugiados, as possíveis consequências da batalha de Mosul
Os
perigos da batalha iminente de consequências Mosul, além da situação
contingente militar, essencialmente, em dois elementos: o primeiro é o
perigo de combatentes estrangeiros, que estão propensos a retornar em
massa para os seus países de origem, a segunda diz respeito à situação
humanitária da população civil ,
que é susceptível de inchar a uma significativa deslocados número,
resultando em um êxodo que pudesse alterar a situação já precária no
Iraque, acrescentando um novo problema para a situação geral. Quanto
ao possível retorno de um grande número de ex-combatentes presentes nas
fileiras do Estado Islâmico, é necessário analisar os números
estimados. Acredita-se,
de fato, que em Mosul são cerca de 2.500 combatentes de Estados
europeus, devemos lembrar que depois que a Síria, o maior contingente de
homens inscritos nas forças Califado é apenas o Iraque, da qual Mosul é
considerada uma tipo de capital. Isso seria homens, na maioria jovens, muitas vezes acompanhados por mulheres e crianças com o passaporte da União Europeia. O
cálculo do Centro Internacional de Haia para Counter Terrorism,
avaliando uma série de lutadores europeus entre 3900 e 4300, destes 14%
poderia ter morrido, enquanto que cerca de um terço já deveria ter
retornado aos seus países de filiação,
permaneceria, portanto, a parcela substancial dos 56% ainda ativo nos
campos de batalha, comprometido, não só nas fileiras do estado islâmico,
mas também de outros grupos fundamentalistas. Concentrando-se
sobre a evolução da batalha para a recaptura de Mosul, não se considera
provável que a ofensiva é concluído em um curto espaço de tempo, como o
envolvimento militar também é considerada possível por várias semanas
ou, na pior das hipóteses, até mesmo vários meses. Esta
possibilidade, se for negativo para a derrota definitiva do Califado,
representa uma oportunidade para os países europeus, a fim de
organizar-se de forma preventiva para o controle generalizado dos
possíveis retornos e das decisões a serem tomadas contra aqueles que
lutaram no estado islâmico em um seguro ou provável. Se
uma série de legislação europeia, prevê a proibição e, portanto, a pena
para entrada em formações estrangeiras, especialmente se ligadas ao
terrorismo, o mais difícil será para demonstrar a participação militar
eficaz para o califado; No
entanto, isso a prevenção é essencial contra militares mais ou menos
treinados e altamente motivados para a causa islâmica: fatores que
favorecem as formações europeias de recrutamento. Um
dos possíveis efeitos da derrota do califado é a exportação de guerra
assimétrica em larga escala no Ocidente, especialmente na Europa, mas
não só, como o fenômeno da queda dos combatentes também para a Rússia ea
China, bem como outros países . A
possível derrota militar do Estado islâmico no território dos quais
reclama a soberania pode não ser suficiente para completar a eliminação
da ideia do Califado, o que poderia abraçar uma tática mais orientada
para ações terroristas contra países que resistiram. Neste ponto de vista não há nenhum país seguro não cair nessa estratégia e, portanto, ser afetada por terrorismo. Pelo
menos, os países europeus devem desenvolver uma abordagem comum para o
problema, capaz de prevenir atos terroristas e para fornecer uma espécie
de re-educação e controle daqueles lutadores que irão retornar para
casa. É
compreensível que o problema está intimamente ligado com a segurança,
estados, tanto os interesses nacionais e supranacionais e que pertencem a
facções opostas, como a Rússia e Europa. A
prevenção, no entanto, não deve apenas ser feita sobre os estados dos
terroristas que pertencem, mas imediatamente durante a recaptura de
Mosul, onde você vai precisar de um esforço paralelo à ação militar, que
consiste na identificação do maior número possível de combatentes
estrangeiros, incluindo para reconstruir os caminhos e formas de engajamento de combatentes estrangeiros. O desafio, em suma, mais movimentos do lado da inteligência já em zonas de guerra. O
segundo problema refere-se à nova onda de refugiados, que já está em
formação, e que pretende atingir com a destruição que se seguiu à luta. A
área em torno Mosul já vimos um êxodo implacável daqueles que
conseguiram escapar do Estado Islâmico, para evitar, entre outras
coisas, o problema de ser forçado a tornar-se escudos humanos. De
acordo com o estado do Iraque estima que o número potencial de pessoas
deslocadas internamente seria de cerca de 700.000 pessoas, em comparação
com uma capacidade de campos de refugiados já organizados, espera cerca
de 130.000 unidades. Estes
dados são susceptíveis de causar um novo problema para Bagdá, tanto do
ponto de vista humanitário, politicamente, sendo os refugiados, a
maioria sunita. atendimento
abaixo poderia levar ao governo iraquiano, matriz xiita, uma nova
deterioração da situação, encorajando sentimentos contra a reafirmação
da soberania do Estado de Mossul e seus arredores. Também
poderia participar de uma migração para a Europa aumentaram, causando
uma pressão ainda maior no velho continente e exacerbando os conflitos
entre os estados. Torna-se
assim necessário um apoio extra para o governo iraquiano para esta
emergência adicional por organizações internacionais e Estados
individuais para fornecer ajuda adequada às populações que fogem do
confronto militar, que permitiria o apoio iraquiano estado.
Терроризм и беженцы, возможные последствия битвы Мосул
Опасности
предстоящего сражения последствий Мосул, в дополнение к воинского
контингента ситуации, по существу, на двух элементах: первая опасность
иностранных боевиков, которые, вероятно, вернутся в массовом порядке в
страны их происхождения, второй касается гуманитарной ситуации
гражданского населения ,
который, вероятно, набухают до значительного числа перемещенных лиц,
что привело к исходу, который может привести к изменению без того
сложную ситуацию в Ираке, добавив новую задачу к общей ситуации. Что
касается возможного возвращения большого числа бывших комбатантов,
присутствующих в рядах Исламского государства, необходимо
проанализировать оценки его численности. Считается,
на самом деле, что в Мосуле находятся около 2500 бойцов из европейских
государств, мы должны помнить, что после того, как Сирия, самый большой
контингент людей, включенных в программу сил халифата лишь Ирак, из
которых Мосул считается вид капитала. Это было бы мужчины, в основном молодые, часто в сопровождении женщин и детей с паспортом Европейского Союза. Расчет
Международного центра по Гаагской борьбе с терроризмом, оценивая ряд
европейских истребителей между 3900 и 4300, из них 14% мог бы умереть, в
то время как около трети должны уже вернулись в свои страны членство,
осталось бы, таким образом, значительную часть 56% по-прежнему активны
на полях сражений, совершенные не только в рядах исламского государства,
но и других фундаменталистских групп. Сосредоточив
внимание на событиях битвы за повторного захвата Мосула, не считается
вероятным, что наступление заключен в течение короткого времени,
поскольку военное взаимодействие рассматривается также возможно в
течение нескольких недель или, в худшем случае, даже несколько месяцев. Эта
возможность, если отрицательна для Definitive поражения халифата,
представляет собой возможность для европейских государств, чтобы
организовать себя в превентивном порядке для широкого контроля возможных
деклараций и решений, которые будут приняты в отношении тех, кто воевал
в исламском государстве в безопасным или вероятным. Если
ряд европейского законодательства, предусматривают запрещение и,
следовательно, наказание за вступление в иностранных формирований,
особенно если они связаны с терроризмом, тем труднее будет
демонстрировать эффективное военное участие в халифате; Тем
не менее, это профилактика имеет важное значение в отношении
военнослужащих, более или менее подготовленных и мотивированных к
исламскому делу: факторы, которые способствуют набору персонала
европейских образований. Одним
из возможных последствий поражения халифата является экспорт
ассиметричной войны в больших масштабах на Западе, особенно в Европе, но
не только, как явление падения истребителей и для России и Китая, а
также в других странах , Возможное
военное поражение исламского государства на территории которого
испрашивается суверенитет не может быть достаточно для полной ликвидации
идеи халифата, который мог бы включать тактику более ориентированной на
террористические действия против стран, которые сопротивлялись. С
этой точки зрения не существует безопасная страна не не попадают в эту
стратегию и, следовательно, будут затронуты терроризмом. По
крайней мере, европейские страны должны выработать общий подход к
проблеме, способной предотвратить террористические акты и обеспечить
своего рода переобучения и контроля тех бойцов, которые вернутся домой. Вполне
понятно, что эта проблема тесно связана с безопасностью, как
национальные и наднациональные интересы, и что государства,
принадлежащие к противоборствующих фракций, таких как Россия и Европа. Профилактика,
однако, не должны быть сделаны только на государствах террористов,
принадлежащих, но сразу же во время повторного захвата Мосула, где вам
потребуется параллельные усилия для военных действий, заключающийся в
определении максимально возможного числа иностранных боевиков, в том
числе реконструировать пути и способы привлечения иностранных боевиков. Задача, в общем, больше ходов на стороне разведки уже в зонах боевых действий. Вторая
проблема связана с новой волной беженцев, которая уже в строю, и
который будет достичь путем разрушения, которые последовали боевые
действия. Территория
вокруг Мосула уже видели упорную исход тех, кто сумел избежать
исламского государства, чтобы предотвратить, помимо всего прочего,
проблема вынуждены стать живыми щитами. По
состоянию Ирака оценивает потенциальное число внутренне перемещенных
лиц будет составлять около 700 000 человек, по сравнению с мощностью,
уже организованных лагерей беженцев, ожидается около 130 000 единиц. Эти
данные могут вызвать новую проблему для Багдада, как с гуманитарной
точки зрения, политически, будучи беженцами, большинство сунниты. Некачественного
лечения может привести к иракскому правительству, шиитского матрицы,
дальнейшего ухудшения ситуации, поощряя чувства против возрождением
государственного суверенитета Мосула и его окрестностей. Кроме
того, может присутствовать на миграцию в Европе увеличилось, вызывая
еще большее давление на старом континенте и обострению конфликтов между
государствами. Это
делает его настолько необходима дополнительная поддержка иракского
правительства для этой дополнительной чрезвычайной ситуации со стороны
международных организаций и отдельных государств оказывать адекватную
помощь людям, бегущим от военной конфронтации, которая позволила бы
иракскую государственную поддержку.
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