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venerdì 8 aprile 2011
La tattica israeliana per il riconoscimento della Palestina
Israele ottiene dalla Germania che non ci sarà nessun riconoscimento ufficiale, da parte dello stato tedesco, di uno stato palestinese autoproclamato. Netanyahu teme molto che una eventuale proclamazione unilaterale da parte dell'ANP provochi una serie di riconoscimenti statali, che obblighino Israele nell'angolo; per Tel Aviv vorrebbe dire essere scavalcato nel ruolo di protagonista assoluto ed unico gestore della situazione. L'appoggio tedesco garantisce ad Israele un partner di primaria importanza e permette di risolvere un antico contrasto con la Germania. La Merkel ha espressamente dichiarato che il presupposto per il riconoscimento dello stato palestinese deve essere una soluzione condivisa tra ANP ed Israele. Incassato questo successo Israele non ha in realtà, battuto la pista giusta. L'accordo con la Germania assicura una visibilità notevole, tuttavia non è un paese arabo e l'influenza tedesca sulla regione è pressochè nulla. Netanyahu insiste nella sua strategia che non pone al centro delle trattative i paesi confinanti con l'area israelo-palestinese, continuare ad evitare interlocutori arabi o comunque favorevoli alla costruzione di uno stato palestinese non fa partire alcuna trattativa costruttiva sull'annoso problema. Tel Aviv gioca una partita soltanto dove è facile ottenere risultati, ciò fa parte del più complesso programma che intende rimandare sine die la questione palestinese in attesa di eventi più favorevoli. Il punto debole è che questa strategia è stata elaborata prima delle rivolte arabe, quando Israele poteva contare su punti fermi di sicuro affidamento. Il ribaltamento della situazione in Egitto, la rivolta in Siria ed in Giordania, dovrebbero avere cambiato i piani di Israele, che, invece procede imperterrito sulla condotta intrapresa. La mancanza di flessibilità nella diplomazia israeliana potrebbe creare un grave fattore, dannoso per la stabilità regionale e per lo stesso destino della nazione della stella di Davide.
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