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mercoledì 6 settembre 2017
La Corea del Sud chiede aiuto alla Russia
La richiesta di aiuto della Corea del Sud alla Russia, nell’ambito della crisi nordcoreana, segna una novità nello scenario diplomatico mondiale. Seul, tradizionale alleato di Washington, contatta Mosca per allargare le possibilità di una soluzione pacifica alla situazione che ha creato Pyongyang. Il primo dato è che il rapporto tra USA e Corea del Sud non è più esclusivo, il secondo è che la richiesta di aiuto di Seul è diretta ad un paese avversario degli Stati Uniti ed il terzo è la maggiore importanza che acquista la Russia nella vicenda. Questo scenario non è improvviso: dall’elezione di Trump la distanza tra il paese statunitense e quello sudcoreano è aumentata a causa di dissidi sui rapporti commerciali e tensioni politiche dovute alla profonda differenza tra i due capi di stato. Anche nella gestione della crisi nordcoreana, Seul avrebbe preferito un atteggiamento diverso da quello adottato dal Presidente americano, più improntato alla cautela ed alla prudenza. Per la Corea del Sud, il paese, che in caso di conflitto, anche di tipo convenzionale, sarebbe quello maggiormente coinvolto, è importante cercare comunque un confronto di tipo diplomatico con Pyongyang: l’imperativo principale è il colloquio; le risposte e l’atteggiamento di Trump, al momento solo a parole, sono andati nella direzione opposta, fino a contemplare la soluzione militare, ipotesi da sempre scartata dai sudcoreani. Nonostante tutto i due paesi sono obbligati a mantenere rapporti molto stretti ed in questo scenario si inquadra la decisione della Casa Bianca di vendere armi più sofisticate a Seul, oltre che a Tokyo, ed a continuare le esercitazioni militari congiunte, che tanto irritano Kim Jong-un..Tuttavia per Seul la necessità di trovare dei partner alternativi, che appoggino la linea esclusiva del dialogo, ha permesso alla Russia di inserirsi in uno scenario che potrebbe portare anche a sviluppi economici rilevanti. Putin è riuscito ad accreditarsi come fattore di possibile stabilizzazione della crisi agli occhi dei sudcoreani e giocare un ruolo potenzialmente di sicura importanza in ottica di risoluzione della crisi. L’idea del Cremlino, che comunque non riconosce la Corea del Nord come potenza nucleare, è che con le sole sanzioni l’atteggiamento di Pyongyang non subirà variazioni; al contrario è importante non isolare la Corea del Nord, ma occorre coinvolgerla in relazioni trilaterali, cioè tra Seul, Pyongyang e Mosca, che possano sviluppare il dialogo attraverso accordi economici. Putin cerca così di cogliere due risultati in una sola volta: l’accesso alle ricchezze in materie prime nordcoreane, carbone e, sopratutto, i ricchi giacimenti di terre rare, e la fornitura del gas e dell’energia elettrica russa, di cui Pyongyang è carente, alla Corea del Nord. Inoltre la proposta del leader del Cremlino di incentra sulle infrastrutture, proponendo uno sviluppo dell’integrazione delle vie di comunicazione tra i due paesi. Come si vede la Russia vorrebbe adottare una soluzione opposta a quella delle sanzioni, e quindi degli Stati Uniti, e propone di fornire a Pyongyang elementi di sviluppo economico in grado di risollevare l’economia del paese in cambio di un diverso atteggiamento internazionale di Kim Jong-un. Putin si accrediterebbe così al livello di uno statista illuminato, andando anche contro la sua immagine di uomo forte, ma ciò potrebbe permettere di entrare in modo soft in una regione che è cruciale per i traffici economici mondiali. Bisognerà vedere come questa novità sarà accolta, oltre che dagli USA, dalla Cina, che ritiene questa zona come suo terreno di influenza esclusiva. Se Pechino era già maldisposta ad una presenza americana, proprio in virtù delle alleanze, non solo con la Corea del Sud ed il Giappone, ma anche dei crescenti contatti con il Vietnam, la possibilità che Mosca si inserisca nella regione, potrebbe costituire un nuovo elemento di contrasto ed un allontamento tra Russia e Cina, fino ad ora alleate soltanto di comodo. La considerazione finale è che Trump ancora una volta danneggia il suo paese con la sua politica miope e senza un progetto organico, ma fatta soltanto di reazioni del momento.
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