Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
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mercoledì 29 luglio 2020
Lo sfruttamento riguarda dieci milioni di minorenni
Lo sfruttamento delle persone nel mondo riguarda oltre 40 milioni di persone, superiore al numero di abitanti di paesi come Canada e Polonia o Iraq. Si tratta di un fenomeno che, per lo più rimane nascosto ed alimenta lo sfruttamento del lavoro minorile o la tratta degli esseri umani, impiegati come schiavi in diversi settori produttivi, non solo in paesi senza alcuna tutela dei diritti, ma anche in democrazie occidentali. Certamente una delle cause di incremento di questo fenomeno sono le forzate emigrazioni delle popolazioni colpite da guerre, carestie e difficile situazione politica degli stati di provenienza. Queste emigrazioni, che avvengono senza alcuna tutela e protezioni da parte dei paesi ricchi, che anzi spesso le osteggiano in diversi modi, e delle organizzazioni internazionali mettono in condizione di debolezza persone abbandonate a se stesse e facile preda delle organizzazioni malavitose. Quindi sulla questione politica, ma anche sanitaria, si va ad innestare una questione legale che riguarda tutti, perché, oltre a favorire lo sfruttamento delle persone, favorisce la crescita delle organizzazioni criminali, che trovano con facilità una manodopera a costi bassissimi o nulli. Dei 40 milioni di persone che riempiono le statistiche dello sfruttamento, si stima che quelle sotto i 18 anni, i minorenni, siano circa dieci milioni, una percentuale, quindi, del 25%. Questo dato rende ancora più grave la rilevanza del fenomeno, soprattutto se si pensa che l’impiego che riguarda la maggioranza di questi minori è connesso con lo sfruttamento sessuale. La pandemia ed il conseguente lockdown, ha creato un incremento della domanda di servizi a contenuto erotico, con il consumo cresciuto anche del 30% in alcuni stati europei; questi servizi, profondamente connessi con il crimine cibernetico, impiegano sempre più minorenni, con una prevalenza, di circa il 68% del totale, un dato però fermo al 2016 per l’Europa, di persone di sesso femminile. Che il dato del 68% femminile del totale degli sfruttati minorenni non sia più stato aggiornato da quattro anni rappresenta un fattore eloquente anche per quanto riguarda le possibilità e le volontà di contrasto del fenomeno; occorre anche ricordare che la chiusura imposta dalle istituzioni delle scuole, seppure giustificata, ha eliminato un fattore di controllo e prevenzione sociale, che ha favorito l’utilizzo dei minorenni in impieghi nel lavoro sommerso ed illegale. La pandemia ha comunque accentuato un fenomeno già presente, che ha le sue basi in quelle comunità etniche dove gli introiti finanziari si basano sull’illegalità e che sfruttano lo stato di necessità e l’assoluta debolezza, rappresentata dal fatto di essere al di fuori dei propri paesi, delle vittime. L’aspetto dello sfruttamento minorile, pur se presente anche nelle nazionalità dell’Unione, ha logicamente una provenienza connessa con l’immigrazione, specialmente quella clandestina e la presenza dei movimenti contrari agli stranieri, sposta l’attenzione politica che sarebbe necessaria per la tutela dei minori a causa anche dei sempre minori investimenti in prevenzione e controllo, basata sulla rete che possono fornire gli enti locali, che si sono visti decurtare i contributi centrali. Sebbene il caso dello sfruttamento sessuale sia il più increscioso, per gli ovvi risvolti morali, i settori coinvolti sono anche altri e comprendono anche il commercio, la ristorazione ed il terziario. Risulta così essenziale che a livello europeo occorrano leggi preventive e repressive del fenomeno, ma anche un maggiore coordinamento delle polizie nazionali e, soprattutto, un atteggiamento univoco verso la questione migratoria, di cui questo fenomeno fa parte ed è ricompreso. Tollerare in Europa, che dovrebbe essere la patria del diritto, simili violazioni significa screditare l’intero impianto legale del vecchio continente. Non è facile conciliare le diverse posizioni sui migranti, ma, almeno, assumere una posizione unitaria sulle violazioni dell’infanzia e dell’adolescenza, anche di chi proviene dall’estero in maniera non legale, dovrebbe rappresentare un punto sul quale l’unità di vedute dovrebbe essere garantita. La questione rientra anche nel contrasto alle organizzazioni che sfruttano il traffico di esseri umani prima, durante e dopo l’arrivo dei migranti, guadagnando da proventi illeciti e quindi rinforzandosi sempre di più con maggiori entrate economiche. Legislazioni più severe con pene maggiori e prevenzione con strutture adeguate e capaci di intercettare i casi specifici saranno anche un investimento contro la malavita interna e proveniente dall’estero.
The exploitation affects ten million minors
The exploitation of people worldwide affects over 40 million people, higher than the number of inhabitants of countries such as Canada and Poland or Iraq. It is a phenomenon that, for the most part, remains hidden and feeds the exploitation of child labor or the trafficking of human beings, employed as slaves in various productive sectors, not only in countries without any protection of rights, but also in western democracies. Certainly one of the causes of an increase in this phenomenon is the forced emigration of populations affected by wars, famines and the difficult political situation of the states of origin. These emigrations, which take place without any protection and protection from the rich countries, which often even oppose them in different ways, and from international organizations put people in a position of weakness left to themselves and easy prey to criminal organizations. So on the political, but also health, issue, a legal issue that affects everyone is grafted, because, in addition to promoting the exploitation of people, it promotes the growth of criminal organizations, which easily find a workforce at very low or zero costs. Of the 40 million people who fill the exploitation statistics, it is estimated that those under the age of 18, minors, are around ten million, a percentage, therefore, of 25%. This data makes the relevance of the phenomenon even more serious, especially if we consider that the employment that affects the majority of these minors is connected with sexual exploitation. The pandemic and the consequent lockdown, has created an increase in the demand for erotic content services, with consumption increasing by 30% in some European states; these services, deeply connected with cybercrime, employ more and more minors, with a prevalence of approximately 68% of the total, a figure however firm in 2016 for Europe, of female persons. That the figure of 68% of the total number of under-exploited minors has not been updated for four years represents an eloquent factor also as regards the possibilities and the will to contrast the phenomenon; it should also be remembered that the closure imposed by school institutions, albeit justified, has eliminated a factor of control and social prevention, which has favored the use of minors in employment in undeclared and illegal work. The pandemic has however accentuated an already present phenomenon, which has its bases in those ethnic communities where the financial revenues are based on illegality and which exploit the state of need and the absolute weakness, represented by the fact of being outside the own countries, victims. The aspect of child exploitation, although present also in the nationalities of the Union, logically has an origin connected with immigration, especially illegal immigration and the presence of movements opposed to foreigners, shifts the political attention that would be necessary for the protection of minors also due to the ever-decreasing investments in prevention and control, based on the network that local authorities can provide, which have had their central contributions reduced. Although the case of sexual exploitation is the most regrettable, for the obvious moral implications, the sectors involved are also others and also include commerce, catering and the tertiary sector. It is therefore essential that at European level preventive and repressive laws of the phenomenon are needed, but also a greater coordination of national police forces and, above all, a univocal attitude towards the migratory question, of which this phenomenon is part and is included. Tolerating in Europe, which should be the homeland of law, such violations means discrediting the entire legal system of the old continent. It is not easy to reconcile the different positions on migrants, but, at least, to take a unified position on the violations of childhood and adolescence, even those who come from abroad in a non-legal way, should represent a point on which the unity of views should be guaranteed. The issue also falls in the contrast to organizations that exploit human trafficking before, during and after the arrival of migrants, gaining from illicit proceeds and therefore increasingly strengthening themselves with greater economic revenues. Stricter legislation with higher penalties and prevention with adequate structures capable of intercepting specific cases will also be an investment against domestic and foreign underworld.
La explotación afecta a diez millones de menores.
La explotación de personas en todo el mundo afecta a más de 40 millones de personas, más que el número de habitantes de países como Canadá y Polonia o Irak. Es un fenómeno que, en su mayor parte, permanece oculto y alimenta la explotación del trabajo infantil o la trata de seres humanos, empleados como esclavos en diversos sectores productivos, no solo en países sin ninguna protección de derechos, sino también en las democracias occidentales. Ciertamente, una de las causas del aumento de este fenómeno es la emigración forzada de las poblaciones afectadas por guerras, hambrunas y la difícil situación política de los estados de origen. Estas emigraciones, que tienen lugar sin ninguna protección y protección de los países ricos, que a menudo incluso se oponen a ellas de diferentes maneras, y de las organizaciones internacionales ponen a las personas en una posición de debilidad dejada a sí mismas y presa fácil de las organizaciones criminales. Entonces, en el tema político, pero también de salud, se injerta un problema legal que afecta a todos, porque, además de promover la explotación de las personas, promueve el crecimiento de las organizaciones criminales, que fácilmente encuentran una fuerza laboral a costos muy bajos o cero. De los 40 millones de personas que llenan las estadísticas de explotación, se estima que los menores de 18 años, menores de edad, son alrededor de diez millones, un porcentaje, por lo tanto, del 25%. Estos datos hacen que la relevancia del fenómeno sea aún más grave, especialmente si consideramos que el empleo que afecta a la mayoría de estos menores está relacionado con la explotación sexual. La pandemia y el consiguiente bloqueo crearon un aumento en la demanda de servicios de contenido erótico, con un consumo que aumentó un 30% en algunos países europeos; Estos servicios, profundamente relacionados con el delito cibernético, emplean a más y más menores, con una prevalencia de aproximadamente el 68% del total, una cifra sin embargo firme en 2016 para Europa, de las mujeres. Que la cifra del 68% de mujeres del número total de menores subexplotados no se haya actualizado durante cuatro años es un factor elocuente también en cuanto a las posibilidades y la voluntad de contrastar el fenómeno; También debe recordarse que el cierre impuesto por las instituciones escolares, aunque justificado, ha eliminado un factor de control y prevención social, lo que ha favorecido el uso de menores en el empleo en trabajos no declarados e ilegales. Sin embargo, la pandemia ha acentuado un fenómeno ya presente, que tiene su base en aquellas comunidades étnicas donde los ingresos financieros se basan en la ilegalidad y que explotan el estado de necesidad y la debilidad absoluta, representada por el hecho de estar fuera del país. países propios, víctimas. El aspecto de la explotación infantil, aunque presente también en las nacionalidades de la Unión, lógicamente tiene un origen relacionado con la inmigración, especialmente la inmigración ilegal y la presencia de movimientos opuestos a los extranjeros, desplaza la atención política que sería necesaria para la protección. de menores también debido a las inversiones cada vez menores en prevención y control, basadas en la red que las autoridades locales pueden proporcionar, a las que se han reducido sus contribuciones centrales. Aunque el caso de explotación sexual es el más lamentable, por las obvias implicaciones morales, los sectores involucrados también son otros y también incluyen el comercio, la restauración y el sector terciario. Por lo tanto, es esencial que a nivel europeo se necesiten leyes preventivas y represivas del fenómeno, pero también una mayor coordinación de las fuerzas policiales nacionales y, sobre todo, una actitud unívoca hacia la cuestión migratoria, de la cual este fenómeno es parte y está incluido. Tolerar en Europa, que debería ser la patria de la ley, tales violaciones significa desacreditar todo el sistema legal del viejo continente. No es fácil conciliar las diferentes posiciones sobre los migrantes, pero, al menos, adoptar una posición unificada sobre las violaciones de la infancia y la adolescencia, incluso aquellas que vienen del extranjero de manera no legal, deben representar un punto en el que la unidad de Las vistas deben estar garantizadas. El problema también contrasta con las organizaciones que explotan la trata de personas antes, durante y después de la llegada de migrantes, obteniendo ganancias ilícitas y, por lo tanto, fortaleciéndose cada vez más con mayores ingresos económicos. Una legislación más estricta con sanciones y prevención más altas con estructuras adecuadas capaces de interceptar casos específicos también será una inversión contra el inframundo nacional y extranjero.
Die Ausbeutung betrifft zehn Millionen Minderjährige
Die Ausbeutung von Menschen weltweit betrifft über 40 Millionen Menschen, mehr als die Einwohnerzahl von Ländern wie Kanada, Polen oder dem Irak. Es ist ein Phänomen, das größtenteils verborgen bleibt und die Ausbeutung von Kinderarbeit oder den Menschenhandel fördert, der als Sklaven in verschiedenen produktiven Sektoren eingesetzt wird, nicht nur in Ländern ohne Schutz der Rechte, sondern auch in westlichen Demokratien. Eine der Ursachen für die Zunahme dieses Phänomens ist sicherlich die erzwungene Auswanderung der von Kriegen, Hungersnöten betroffenen Bevölkerung und die schwierige politische Situation der Herkunftsstaaten. Diese Auswanderungen, die ohne Schutz und Schutz vor den reichen Ländern stattfinden, die sich ihnen oft sogar auf unterschiedliche Weise widersetzen, und vor internationalen Organisationen bringen die Menschen in eine Position der Schwäche, die sie sich selbst überlassen und kriminellen Organisationen leicht zum Opfer fallen. In politischer, aber auch gesundheitlicher Hinsicht wird eine rechtliche Frage, die alle betrifft, aufgepfropft, da sie nicht nur die Ausbeutung von Menschen fördert, sondern auch das Wachstum krimineller Organisationen fördert, die leicht Arbeitskräfte zu sehr niedrigen oder null Kosten finden. Von den 40 Millionen Menschen, die die Ausbeutungsstatistik ausfüllen, sind schätzungsweise Minderjährige unter 18 Jahren etwa zehn Millionen, was einem Prozentsatz von 25% entspricht. Diese Daten machen die Relevanz des Phänomens noch ernster, insbesondere wenn wir bedenken, dass die Beschäftigung, von der die Mehrheit dieser Minderjährigen betroffen ist, mit sexueller Ausbeutung zusammenhängt. Die Pandemie und die daraus resultierende Sperrung führten zu einem Anstieg der Nachfrage nach erotischen Inhaltsdiensten, wobei der Verbrauch in einigen europäischen Ländern um 30% stieg. Diese Dienste, die eng mit der Internetkriminalität verbunden sind, beschäftigen immer mehr Minderjährige mit einer Prävalenz von etwa 68% der Gesamtzahl weiblicher Personen, die 2016 für Europa jedoch fest waren. Dass die Zahl von 68% Frauen der Gesamtzahl der unterausgebeuteten Minderjährigen seit vier Jahren nicht mehr aktualisiert wurde, ist auch im Hinblick auf die Möglichkeiten und den Willen, dem Phänomen entgegenzuwirken, ein beredter Faktor. Es sei auch daran erinnert, dass die von den Schulinstitutionen verhängte Schließung, obwohl gerechtfertigt, einen Kontroll- und Sozialpräventionsfaktor beseitigt hat, der den Einsatz von Minderjährigen in der Beschäftigung bei nicht angemeldeter und illegaler Arbeit begünstigt hat. Die Pandemie hat jedoch ein bereits vorhandenes Phänomen verstärkt, das seine Basis in jenen ethnischen Gemeinschaften hat, in denen die finanziellen Einnahmen auf Illegalität beruhen und die den Zustand der Not und die absolute Schwäche ausnutzen, die durch die Tatsache dargestellt werden, außerhalb des Landes zu sein eigene Länder, Opfer. Der Aspekt der Ausbeutung von Kindern, obwohl er auch in den Nationalitäten der Union vorhanden ist, hat logischerweise einen Ursprung im Zusammenhang mit der Einwanderung, insbesondere der illegalen Einwanderung und der Anwesenheit von Bewegungen gegen Ausländer, verschiebt die politische Aufmerksamkeit, die für den Schutz notwendig wäre von Minderjährigen auch wegen der immer geringer werdenden Investitionen in Prävention und Kontrolle, basierend auf dem Netzwerk, das die lokalen Behörden bereitstellen können und dessen zentrale Beiträge reduziert wurden. Obwohl der Fall der sexuellen Ausbeutung am bedauerlichsten ist, sind die beteiligten Sektoren aufgrund der offensichtlichen moralischen Implikationen auch andere und umfassen auch Handel, Gastronomie und den tertiären Sektor. Es ist daher wichtig, dass auf europäischer Ebene präventive und repressive Gesetze des Phänomens erforderlich sind, aber auch eine stärkere Koordinierung der nationalen Polizeikräfte und vor allem eine eindeutige Haltung gegenüber der Migrationsfrage, zu der dieses Phänomen gehört und die darin enthalten ist. Solche Verstöße in Europa, das die Heimat des Rechts sein sollte, zu tolerieren, bedeutet, das gesamte Rechtssystem des alten Kontinents zu diskreditieren. Es ist nicht einfach, die unterschiedlichen Positionen zu Migranten in Einklang zu bringen, aber zumindest eine einheitliche Position zu den Verstößen gegen Kindheit und Jugend einzunehmen, selbst wenn diejenigen, die auf nicht legale Weise aus dem Ausland kommen, einen Punkt darstellen sollten, an dem die Einheit von Ansichten sollten garantiert werden. Das Problem steht auch im Gegensatz zu Organisationen, die den Menschenhandel vor, während und nach der Ankunft von Migranten ausnutzen, von illegalen Erträgen profitieren und sich daher zunehmend mit höheren wirtschaftlichen Einnahmen stärken. Eine strengere Gesetzgebung mit höheren Strafen und Prävention mit angemessenen Strukturen, die in der Lage sind, bestimmte Fälle abzufangen, wird auch eine Investition gegen die in- und ausländische Unterwelt sein.
L'exploitation touche dix millions de mineurs
L'exploitation des personnes dans le monde touche plus de 40 millions de personnes, plus que le nombre d'habitants de pays comme le Canada et la Pologne ou l'Irak. C'est un phénomène qui, pour la plupart, reste caché et alimente l'exploitation du travail des enfants ou la traite des êtres humains, employés comme esclaves dans divers secteurs productifs, non seulement dans les pays sans aucune protection des droits, mais aussi dans les démocraties occidentales. L'une des causes de l'augmentation de ce phénomène est certainement l'émigration forcée des populations touchées par les guerres, les famines et la situation politique difficile des États d'origine. Ces émigrations, qui se déroulent sans aucune protection ni protection de la part des pays riches, souvent même opposés à eux de différentes manières, et des organisations internationales mettent les gens dans une position de faiblesse abandonnés à eux-mêmes et en proie facile aux organisations criminelles. Donc sur la question politique, mais aussi sanitaire, une question juridique qui touche tout le monde se greffe, car, en plus de favoriser l'exploitation des personnes, elle favorise la croissance des organisations criminelles, qui trouvent facilement une main-d'œuvre à des coûts très bas voire nuls. Sur les 40 millions de personnes qui remplissent les statistiques d'exploitation, on estime que les moins de 18 ans, mineurs, sont environ dix millions, soit un pourcentage donc de 25%. Ces données rendent la pertinence du phénomène encore plus grave, surtout si l'on considère que l'emploi qui affecte la majorité de ces mineurs est lié à l'exploitation sexuelle. La pandémie et le verrouillage qui en a résulté ont créé une augmentation de la demande de services de contenu érotique, la consommation augmentant de 30% dans certains États européens; ces services, profondément liés à la cybercriminalité, emploient de plus en plus de mineurs, avec une prévalence d'environ 68% du total, un chiffre pourtant ferme en 2016 pour l'Europe, de femmes. Que le chiffre de 68% de femmes sur le nombre total de mineurs sous-exploités n'ait pas été actualisé depuis quatre ans est un élément éloquent également en ce qui concerne les possibilités et la volonté de contraster le phénomène; il faut aussi rappeler que la fermeture imposée par les établissements scolaires, bien que justifiée, a éliminé un facteur de contrôle et de prévention sociale, qui a favorisé l'utilisation des mineurs dans l'emploi dans le travail non déclaré et illégal. La pandémie a cependant accentué un phénomène déjà présent, qui a ses bases dans ces communautés ethniques où les revenus financiers sont fondés sur l'illégalité et qui exploitent l'état de besoin et la faiblesse absolue, représentée par le fait d'être en dehors du territoire. propres pays, victimes. L'aspect de l'exploitation des enfants, bien que présent également dans les nationalités de l'Union, a logiquement une origine liée à l'immigration, notamment l'immigration clandestine et la présence de mouvements opposés aux étrangers, déplace l'attention politique qui serait nécessaire pour la protection des mineurs également en raison des investissements de plus en plus faibles dans la prévention et le contrôle, basés sur le réseau que les collectivités locales peuvent fournir, dont les contributions centrales ont été réduites. Bien que le cas de l'exploitation sexuelle soit le plus regrettable, pour les implications morales évidentes, les secteurs concernés sont également d'autres et incluent également le commerce, la restauration et le secteur tertiaire. Il est donc essentiel qu'au niveau européen des lois préventives et répressives du phénomène soient nécessaires, mais aussi une plus grande coordination des forces de police nationales et, surtout, une attitude univoque à l'égard de la question migratoire, dont ce phénomène fait partie et fait partie. Tolérer en Europe, qui devrait être la patrie du droit, de telles violations signifie discréditer tout le système juridique du vieux continent. Il n'est pas facile de concilier les différentes positions sur les migrants, mais, au moins, de prendre une position unifiée sur les violations de l'enfance et de l'adolescence, même celles qui viennent de l'étranger de manière non légale, devrait représenter un point sur lequel l'unité des les vues doivent être garanties. La question se situe également dans le contraste avec les organisations qui exploitent la traite des êtres humains avant, pendant et après l'arrivée des migrants, en tirant des bénéfices illicites et donc en se renforçant de plus en plus avec des revenus économiques plus importants. Une législation plus stricte avec des sanctions plus sévères et une prévention avec des structures adéquates capables d'intercepter des cas spécifiques constitueront également un investissement contre la pègre nationale et étrangère.
A exploração afeta dez milhões de menores
A exploração de pessoas em todo o mundo afeta mais de 40 milhões de pessoas, superior ao número de habitantes de países como Canadá, Polônia e Iraque. É um fenômeno que, na maioria das vezes, permanece oculto e alimenta a exploração do trabalho infantil ou o tráfico de seres humanos, empregados como escravos em vários setores produtivos, não apenas em países sem proteção de direitos, mas também nas democracias ocidentais. Certamente uma das causas do aumento desse fenômeno é a emigração forçada das populações afetadas por guerras, fome e a difícil situação política dos estados de origem. Essas emigrações, que ocorrem sem nenhuma proteção e proteção dos países ricos, que muitas vezes até se opõem a eles de maneiras diferentes, e de organizações internacionais colocam as pessoas em uma posição de fraqueza deixada para si e presa fácil para organizações criminosas. Assim, na questão política, mas também na saúde, uma questão legal que afeta a todos é enxertada, porque, além de promover a exploração de pessoas, promove o crescimento de organizações criminosas, que encontram facilmente uma força de trabalho a custos muito baixos ou nulos. Dos 40 milhões de pessoas que preenchem as estatísticas de exploração, estima-se que aqueles com menos de 18 anos de idade sejam menores de dez milhões, uma porcentagem, portanto, de 25%. Esses dados tornam a relevância do fenômeno ainda mais grave, especialmente se considerarmos que o emprego que afeta a maioria desses menores está relacionado à exploração sexual. A pandemia e o consequente bloqueio criaram um aumento na demanda por serviços de conteúdo erótico, com o consumo crescendo 30% em alguns países europeus; esses serviços, profundamente ligados ao crime cibernético, empregam cada vez mais menores, com uma prevalência de aproximadamente 68% do total, um número, porém firme em 2016 para a Europa, de mulheres. Que o número de 68% mulheres do número total de menores subexplorados não seja atualizado há quatro anos é um fator eloquente também no que diz respeito às possibilidades e à vontade de contrastar o fenômeno; deve-se lembrar também que o fechamento imposto pelas instituições escolares, embora justificado, eliminou um fator de controle e prevenção social, que favoreceu o uso de menores no emprego em trabalhos não declarados e ilegais. A pandemia, no entanto, acentuou um fenômeno já presente, que se baseia naquelas comunidades étnicas em que as receitas financeiras se baseiam na ilegalidade e que exploram o estado de necessidade e a fraqueza absoluta, representada pelo fato de estar fora do país. próprios países, vítimas. O aspecto da exploração infantil, embora presente também nas nacionalidades da União, logicamente tem uma origem ligada à imigração, especialmente a imigração ilegal e a presença de movimentos de oposição a estrangeiros, desloca a atenção política que seria necessária para a proteção. dos menores também por causa dos investimentos cada vez menores em prevenção e controle, com base na rede que as autoridades locais podem fornecer, que tiveram suas contribuições centrais reduzidas. Embora o caso da exploração sexual seja o mais lamentável, pelas implicações morais óbvias, os setores envolvidos também são outros e incluem também o comércio, a restauração e o setor terciário. Portanto, é essencial que, a nível europeu, sejam necessárias leis preventivas e repressivas do fenômeno, mas também uma maior coordenação das forças policiais nacionais e, acima de tudo, uma atitude unívoca em relação à questão migratória, da qual esse fenômeno faz parte e está incluído. Tolerar na Europa, que deveria ser a pátria da lei, essas violações significam desacreditar todo o sistema jurídico do velho continente. Não é fácil conciliar as diferentes posições sobre os migrantes, mas, pelo menos, assumir uma posição unificada sobre as violações da infância e da adolescência, mesmo aquelas que vêm do exterior de maneira não legal, devem representar um ponto em que a unidade de visualizações devem ser garantidas. A questão também contrasta com as organizações que exploram o tráfico de seres humanos antes, durante e após a chegada dos migrantes, obtendo lucros ilícitos e, portanto, fortalecendo-se cada vez mais com maiores receitas econômicas. Uma legislação mais rigorosa, com maiores penalidades e prevenção, com estruturas adequadas, capazes de interceptar casos específicos, também será um investimento contra o submundo doméstico e estrangeiro.
Эксплуатация затрагивает десять миллионов несовершеннолетних
От эксплуатации людей во всем мире страдает более 40 миллионов человек, что превышает количество жителей таких стран, как Канада, Польша или Ирак. Это явление, которое по большей части остается скрытым и подпитывает эксплуатацию детского труда или торговлю людьми, работающими в качестве рабов в различных производственных секторах, не только в странах без какой-либо защиты прав, но и в западных демократиях. Безусловно, одной из причин усиления этого явления является вынужденная эмиграция населения, пострадавшего от войн, голода и сложной политической ситуации в государствах происхождения. Эти эмиграции, которые происходят без какой-либо защиты и защиты со стороны богатых стран, которые часто даже по-разному противостоят им, и со стороны международных организаций, ставят людей в положение слабости, предоставленную им самим, и легкой добычей для преступных организаций. Таким образом, по политическим, а также по вопросам здравоохранения, правовая проблема, затрагивающая каждого, прививается, потому что, помимо поощрения эксплуатации людей, она способствует росту преступных организаций, которые легко находят рабочую силу с очень низкими или нулевыми затратами. По оценкам, из 40 миллионов человек, которые заполняют статистику эксплуатации, несовершеннолетние в возрасте до 18 лет составляют около десяти миллионов, что составляет 25%. Эти данные делают актуальность этого явления еще более серьезной, особенно если учесть, что занятость, которая затрагивает большинство из этих несовершеннолетних, связана с сексуальной эксплуатацией. Пандемия и последующая блокировка привели к увеличению спроса на услуги эротического контента, при этом потребление в некоторых европейских странах увеличилось на 30%; в этих службах, тесно связанных с киберпреступностью, работает все больше и больше несовершеннолетних, причем их распространенность составляет около 68% от общего числа, хотя в 2016 году этот показатель в Европе остается неизменным среди женщин. То, что показатель 68% женщин из общего числа несовершеннолетних, не подвергшихся эксплуатации, не обновлялся в течение четырех лет, является красноречивым фактором также в отношении возможностей и желания противопоставить это явление; Следует также помнить, что закрытие, введенное школьными учреждениями, хотя и оправдано, устранило фактор социального контроля и предотвращения, который способствовал использованию несовершеннолетних в сфере занятости на незаявленной и незаконной работе. Пандемия, однако, обострила уже существующее явление, которое имеет свои основания в тех этнических общинах, где финансовые доходы основаны на незаконности и которые используют состояние потребности и абсолютную слабость, представленную фактом нахождения за пределами собственные страны, жертвы. Аспект эксплуатации детей, хотя он присутствует и в национальности Союза, логически имеет происхождение, связанное с иммиграцией, особенно нелегальной иммиграцией и наличием движений против иностранцев, смещает политическое внимание, которое будет необходимо для защиты несовершеннолетних также из-за постоянно уменьшающихся инвестиций в профилактику и контроль, основанных на сети, которую могут предоставить местные органы власти, чей центральный вклад сократился. Хотя случай сексуальной эксплуатации является наиболее прискорбным, из-за очевидных моральных последствий участвуют и другие сектора, включая коммерцию, общественное питание и третичный сектор. Поэтому крайне важно, чтобы на европейском уровне были необходимы превентивные и репрессивные законы этого явления, а также усиление координации действий национальных полицейских сил и, прежде всего, однозначное отношение к миграционному вопросу, частью которого является это явление и которое включено в него. Терпение в Европе, которая должна быть родиной закона, таких нарушений означает дискредитацию всей правовой системы старого континента. Нелегко примирить различные позиции в отношении мигрантов, но, по крайней мере, занять единую позицию в отношении нарушений детства и юности, даже тех, кто приезжает из-за границы нелегальным образом, должно представлять точку, в которой единство взгляды должны быть гарантированы. Эта проблема также является частью противоречия с организациями, которые используют торговлю людьми до, во время и после прибытия мигрантов, извлекают выгоду из незаконных доходов и, следовательно, все больше укрепляют себя за счет увеличения экономических доходов. Более строгое законодательство с более строгими мерами наказания и предотвращения с адекватными структурами, способными перехватывать конкретные дела, также будет инвестицией против внутреннего и зарубежного преступного мира.
剝削影響一千萬未成年人
全世界對人類的剝削影響了超過4000萬人,高於加拿大,波蘭或伊拉克等國家的居民數量。這種現像在大多數情況下仍然處於隱蔽狀態,並為剝削童工或販運人口提供了便利,這些童工不僅在沒有任何權利保護的國家而且在西方民主國家,還是各個生產部門的奴隸。造成這種現象增加的原因之一當然是受戰爭,飢荒和原籍國政治局勢艱難影響的人口被迫移民。這些移民沒有受到富國的保護和保護,富國甚至常常以不同的方式反對這些移民,也沒有受到國際組織的保護,這使人們處於弱勢地位,容易被犯罪組織捕食。因此,在政治問題和衛生問題上,嫁接了一個影響到每個人的法律問題,因為除了促進對人的剝削之外,它還促進了犯罪組織的發展,犯罪組織很容易以非常低的成本或零成本找到勞動力。在填滿剝削統計數字的4000萬人中,估計未滿18歲的未成年人約為1000萬人,因此佔25%的百分比。這些數據使這種現象的相關性更加嚴重,特別是如果我們認為影響這些未成年人多數的就業與性剝削有關。大流行和隨之而來的封鎖導致對色情內容服務的需求增加,在某些歐洲國家,消費量增長了30%;這些與網絡犯罪息息相關的服務僱用了越來越多的未成年人,約佔總數的68%,儘管這一數字在2016年對於歐洲來說還是堅挺的。在未充分利用的未成年人總數中,有68%的女性人數四年沒有更新,這也是一個雄辯的因素,也就這種現象的可能性和意願形成了對比;還應記住,學校機構的關閉,儘管是有道理的,卻消除了控制和社會預防的因素,這有利於在未申報和非法工作中僱用未成年人。然而,這種流行病加劇了一種已經存在的現象,這種現象的根源是那些以非法收入為基礎的財政收入,並利用了需求狀況和絕對弱點的族裔社區,這一事實以不在世界上的事實為代表。本國,受害者。剝削兒童的方面雖然也存在於聯盟各民族中,但從邏輯上講與移民有關,特別是非法移民以及反對外國人的運動的起源,這改變了保護兒童所必需的政治關注的未成年人也是由於根據地方當局可以提供的網絡在預防和控制方面的投資不斷減少,因而減少了他們的主要貢獻。儘管最令人遺憾的是性剝削案,但從明顯的道德意義上講,涉及的部門也是其他部門,還包括商業,飲食業和第三產業。因此,至關重要的是,需要在歐洲一級預防和製止這種現象的法律,而且還需要加強國家警察部隊的協調,最重要的是,必須對移民問題採取明確的態度,這種現像是其中的一部分,也包括在內。容忍在歐洲應該是法律的故鄉,這種侵犯意味著破壞了舊大陸的整個法律體系。調和移民的不同立場並不容易,但至少要就侵犯兒童和青少年的行為採取統一立場,即使是那些非法地來自國外的人,也應該代表一個統一點。意見應得到保證。與那些在移民到達之前,之中和之後利用人口販運,從非法收益中獲取收益並因此以越來越多的經濟收入日益壯大自己的組織形成對比。更加嚴厲的立法和更嚴厲的刑罰和預防措施,以及能夠攔截特定案件的適當結構,也將是對國內外黑社會的一項投資。
搾取は1000万人の未成年者に影響を与えます
世界中の人々の搾取は4000万人以上の人々に影響を与えており、カナダやポーランドやイラクなどの国の住民の数よりも多いです。それは、ほとんどの部分が隠されたままであり、権利の保護されていない国だけでなく、西側の民主主義でも、様々な生産部門で奴隷として雇われている児童労働の搾取や人身売買を食い物にしている現象です。確かに、この現象の増加の原因の1つは、戦争、飢饉、および原産国の困難な政治状況の影響を受けた人口の強制移住です。これらの移民は、保護と豊かな国からの保護なしで行われ、しばしば異なる方法で反対しさえし、国際機関からは、人々を弱体化させ、犯罪組織の餌食にしています。政治問題だけでなく、健康問題についても、人々の搾取を促進するだけでなく、非常に低コストまたはゼロのコストで労働力を容易に見つけられる犯罪組織の成長を促進するため、すべての人に影響を与える法的問題が根付いています。搾取統計を埋める4000万人のうち、18歳未満の未成年者は約1000万人であり、その割合は25%と推定されています。このデータは、特にこれらの未成年者の大多数に影響を与える雇用が性的搾取に関連していると考える場合に、現象の関連性をさらに深刻にします。パンデミックとそれに伴うロックダウンにより、エロティックコンテンツサービスの需要が高まり、一部のヨーロッパの州では消費が30%増加しました。これらのサービスはサイバー犯罪と深く結びついており、未成年者がますます多く、全体の約68%を占めていますが、2016年にはヨーロッパでは女性の数が増えています。搾取されていない未成年者の総数の68%の女性の数字が4年間更新されていないことは、現象の可能性と対照的な意志に関しても雄弁な要因です。学校施設によって課された閉鎖は、正当化されたとしても、制御および社会的防止の要因を排除し、未申告および違法な仕事での未成年者の雇用への利用を促進したことも覚えておく必要があります。しかし、パンデミックはすでに存在している現象を強調しています。これは、財政収入が違法に基づいている民族コミュニティに根拠があり、ニーズの状態と絶対的な弱点を利用するものです。自国、犠牲者。児童搾取の側面は、連合の国籍にも存在しますが、論理的には移民、特に不法移民と外国人に反対する運動の存在に関連する起源を持ち、保護に必要な政治的注意をシフトさせますまた、地方自治体が提供できるネットワークに基づいて、予防と管理への投資がますます減少しているため、未成年者の割合も減少しています。性的搾取のケースが最も遺憾ですが、明らかな道徳的意味合いのために、関係するセクターは他にもあり、商業、ケータリング、および第三次セクターも含まれます。したがって、ヨーロッパレベルでは、現象の予防法と抑圧法が必要であるだけでなく、国の警察力と、とりわけ、この現象の一部であり含まれている移住問題に対する一義的な態度も必要です。法の本拠地となるはずのヨーロッパで容認されるこのような違反は、古い大陸の法制度全体の信用を落とすことを意味します。移民に関するさまざまな立場を調整することは容易ではありませんが、少なくとも、子供時代と思春期の違反について統一された立場を取ることは、外国から非法的な方法で来た人々でさえ、ビューは保証されるべきです。この問題は、移民の到着前、到着中、到着後に人身売買を利用し、違法な収入を得て、経済的収入を増やして組織を強化している組織とは対照的です。より大きな罰則と特定の事件を阻止することができる適切な構造を備えた防止を伴うより厳格な法律も、国内および海外のアンダーワールドに対する投資となります。
الاستغلال يؤثر على عشرة ملايين قاصر
يؤثر استغلال الناس في جميع أنحاء العالم على أكثر من 40 مليون شخص ، وهو أعلى من عدد سكان دول مثل كندا وبولندا أو العراق. إنها ظاهرة تظل في الغالب مخفية وتغذي استغلال عمل الأطفال أو الاتجار بالبشر ، الذين يستخدمون كعبيد في مختلف القطاعات الإنتاجية ، ليس فقط في البلدان التي لا تتمتع بأي حماية للحقوق ، ولكن أيضًا في الديمقراطيات الغربية. من المؤكد أن أحد أسباب الزيادة في هذه الظاهرة هو الهجرة القسرية للسكان المتضررين من الحروب والمجاعات والوضع السياسي الصعب لدول المنشأ. هذه الهجرات ، التي تتم دون أي حماية وحماية من الدول الغنية ، والتي غالباً ما تعارضها بطرق مختلفة ، ومن المنظمات الدولية تضع الناس في موقف ضعف يُتركون لأنفسهم وفريسة سهلة للمنظمات الإجرامية. إذن ، فيما يتعلق بالقضية السياسية ، ولكن أيضًا الصحية ، فإن القضية القانونية التي تؤثر على الجميع يتم تطعيمها ، لأنها ، بالإضافة إلى تعزيز استغلال الناس ، تعزز نمو المنظمات الإجرامية ، التي تجد بسهولة القوى العاملة بتكلفة منخفضة جدًا أو صفر. من بين 40 مليون شخص يملؤون إحصاءات الاستغلال ، يقدر أن أولئك الذين تقل أعمارهم عن 18 عامًا ، القصر ، هم حوالي عشرة ملايين ، بنسبة مئوية ، وبالتالي ، 25 ٪. هذه البيانات تجعل أهمية الظاهرة أكثر خطورة ، خاصة إذا اعتبرنا أن العمالة التي تؤثر على غالبية هؤلاء القاصرين مرتبطة بالاستغلال الجنسي. أدى الوباء وما تلاه من قفل إلى زيادة الطلب على خدمات المحتوى الجنسي ، مع نمو الاستهلاك بنسبة 30٪ في بعض البلدان الأوروبية ؛ هذه الخدمات ، المرتبطة ارتباطًا وثيقًا بالجرائم الإلكترونية ، توظف المزيد والمزيد من القاصرين ، مع انتشار حوالي 68 ٪ من المجموع ، وهو رقم ثابت في أوروبا لعام 2016 ، من الإناث. إن نسبة 68٪ من الإناث من إجمالي عدد القاصرين غير المستغلين لم يتم تحديثها منذ أربع سنوات هو عامل بليغ أيضًا فيما يتعلق بالإمكانيات والإرادة لمقارنة هذه الظاهرة ؛ كما يجب أن نتذكر أن الإغلاق الذي تفرضه المؤسسات المدرسية ، وإن كان مبررًا ، قد قضى على عامل السيطرة والوقاية الاجتماعية ، والذي فضل استخدام القاصرين في العمل في العمل غير المعلن وغير القانوني. لكن الوباء قد أبرز ظاهرة موجودة بالفعل ، ولها قواعدها في تلك المجتمعات العرقية حيث تستند الإيرادات المالية على عدم الشرعية والتي تستغل حالة الحاجة والضعف المطلق ، ممثلة بكونها خارج البلدان نفسها ، الضحايا. إن جانب استغلال الأطفال ، على الرغم من وجوده أيضًا في جنسيات الاتحاد ، له أصل منطقي مرتبط بالهجرة ، وخاصة الهجرة غير الشرعية ووجود حركات معارضة للأجانب ، يحول الاهتمام السياسي الذي قد يكون ضروريًا للحماية من القصر أيضا بسبب الاستثمارات المتناقصة باستمرار في الوقاية والسيطرة ، على أساس الشبكة التي يمكن للسلطات المحلية توفيرها ، والتي تم تخفيض مساهماتها المركزية. على الرغم من أن حالة الاستغلال الجنسي هي الأكثر مؤسفة ، بسبب الآثار الأخلاقية الواضحة ، فإن القطاعات المعنية هي أيضًا قطاعات أخرى وتشمل أيضًا التجارة والمطاعم والقطاع الثالث. لذلك ، من الضروري أن تكون هناك حاجة إلى قوانين وقائية وقمعية للظاهرة على المستوى الأوروبي ، ولكن أيضًا تنسيق أكبر لقوات الشرطة الوطنية ، وقبل كل شيء ، موقف لا لبس فيه تجاه مسألة الهجرة ، التي تعد هذه الظاهرة جزءًا منها ومضمنة. التسامح في أوروبا ، التي ينبغي أن تكون وطنًا قانونيًا ، تعني هذه الانتهاكات تشويه سمعة النظام القانوني بأكمله في القارة القديمة. ليس من السهل التوفيق بين المواقف المختلفة بشأن المهاجرين ، ولكن ، على الأقل ، اتخاذ موقف موحد من انتهاكات الطفولة والمراهقة ، حتى أولئك الذين يأتون من الخارج بطريقة غير قانونية ، يجب أن يمثل نقطة يجب أن تمثل وحدة يجب ضمان وجهات النظر. وتندرج القضية أيضًا على النقيض من المنظمات التي تستغل الاتجار بالبشر قبل وأثناء وبعد وصول المهاجرين ، والتي تحصل عليها من عائدات غير مشروعة وبالتالي تعزز نفسها بشكل متزايد مع عائدات اقتصادية أكبر. إن التشريع الأكثر صرامة مع عقوبات أكبر والوقاية مع الهياكل المناسبة القادرة على اعتراض حالات محددة سيكون أيضًا استثمارًا ضد العالم السفلي المحلي والأجنبي.
martedì 28 luglio 2020
USA e Cina verso la nuova guerra fredda
Dunque il destino del mondo è quello di vivere una nuova guerra fredda, che rischia di protrarsi molti anni. Però le analogie con il conflitto a distanza tra USA ed URSS sono molto poche, a parte il confronto tra una democrazia ed un regime non democratico. Dal punto di vista economico tra la Pechino attuale e la Mosca degli anni che vanno dal secondo dopoguerra fino alla caduta del muro di Berlino, non ci sono similitudini. Ora la Cina sta giocando un ruolo praticamente paritario con gli USA sulla scena economica, ed anzi questa competizione è ritenuta la vera causa del confronto a distanza. Certamente esistono i problemi legati alla svolta sempre più autoritaria di Pechino, con l’intensificazione della repressione dei musulmani, la sempre maggiore negazione dei diritti civili ed umanitari e la lotta con il dissenso ingaggiata ad Hong Kong, effettuata, tra l’altro, con il mancato rispetto di un trattato internazionale. Ma se la controparte è rappresentata da Trump e dalla sua politica di supremazia americana, soprattutto in economia, questi argomenti, seppure validi e condivisibili, paiono una sorta di pretesto per inasprire il rapporto con Pechino. Sicuramente il comportamento cinese è deprecabile, fatto di provocazioni, di un uso sempre più consistente dello spionaggio industriale, di comportamenti equivoci, come nel caso della pandemia partita proprio dai territori della Cina. Washington ha sfruttato tutto questo contesto, non agendo da prima potenza mondiale, cercando di coinvolgere gli alleati sul piano politico per un contrasto efficace, basato su programmi e principi, ma ha dato l’impressione di volere tutelare la sua supremazia economica per esclusivi vantaggi nazionali. Trump invidia al presidente cinese la grande autonomia e la capacità decisionale praticamente illimitata e questo non ne fa il campione degli interessi del campo occidentale, anche perché predilige i risultati economici rispetto a quelli politici, come il rispetto dei diritti, proprio come succede a Pechino. Questa è anche la ragione del timido atteggiamento degli europei verso l’attuale amministrazione della Casa Bianca, che, inoltre, sono lontani in senso geografico, dalle dispute che hanno maggiormente coinvolto paesi del campo occidentale, come Giappone, Australia o anche l’India nei confronti di Pechino. Al contrario nelle popolazioni di USA e Cina esiste un dato comune molto sconfortante: in entrambi i popoli ed in maniera simmetrica vi è una avversione verso l’altro paese (66% degli americani hanno una opinione sfavorevole sulla Cina, bilanciata dal 62% dei cinesi che hanno la medesima opinione verso gli USA), che rappresenta un elemento che non può essere tenuto in considerazione ed anche sfruttato dalle rispettive amministrazioni. Una prova è che il concorrente di Trump alle prossime elezioni presidenziali americane, Joe Biden, ha già espresso tutta la sua contrarietà alla politica cinese; l’unica speranza è che sposti l’attenzione dall’economia a temi politici di più ampio respiro. Tuttavia il problema contingente è che le due economie sono fortemente interconnesse, infatti da entrambe le parti vi è bisogno di materie prime e prodotti lavorati che sono prodotte dal paese avversario; Trump ha adottato la strategia dei dazi commerciali (peraltro imposti anche agli alleati) per ridurre il divario della bilancia commerciale con la Cina, una strategia miope, che non ha tenuto conto della bilancia commerciale globale degli Stati Uniti e che ha innescato analoghe contromisure cinesi. Procedere su questa strada non conviene a nessuno dei due contendenti, ma restano le incognite militari legate agli aspetti geopolitici, che sono in stretta relazione con le vie di comunicazioni marittime delle merci nei mari del Pacifico e del confronto sulla crescita degli armamenti. La situazione attuale, pur con un livello di pericolosità elevato, non sembra potere trasformarsi in un conflitto armato, anche se le occasioni potenziali di scontri non mancano, quanto assestarsi su di un conflitto non tradizionale basato sull’uso delle tecnologie per influenzare le rispettive opinioni pubbliche, un incremento dello spionaggio ed, eventualmente, lo sfruttamento di conflitti locali a bassa intensità. Se questo può sembrare un buon segnale per la pace mondiale, ma non per tutti, è anche vero che è la situazione migliore per mantenere alto il livello di una guerra che si può definire fredda, con tutti i rischi del caso: dal ritorno dell’equilibrio del terrore e della proliferazione nucleare, fino a pesanti ripercussioni mondiali sull’economia, con aumento dei prezzi e limitazione della circolazione di prodotti e servizi e quindi ritorno di fenomeni come quello dell’inflazione. Non è facile dirimere questa situazione, soprattutto pensando alla costante mancanza di diritti nel paese cinese e nella volontà di Pechino di esportare il proprio modello, un pericolo dal quale l’Europa deve assolutamente preservarsi.
USA and China towards the new cold war
So the fate of the world is to live a new cold war, which is likely to last many years. But the analogies with the remote conflict between the US and the USSR are very few, apart from the comparison between a democracy and an undemocratic regime. From the economic point of view between the current Beijing and the Moscow of the years from the second post-war period until the fall of the Berlin wall, there are no similarities. Now China is playing a practically equal role with the USA on the economic scene, and indeed this competition is considered the real cause of the confrontation at a distance. Certainly there are problems related to the increasingly authoritarian turn of Beijing, with the intensification of the repression of Muslims, the increasing denial of civil and humanitarian rights and the struggle with dissent engaged in Hong Kong, carried out, inter alia, with failure to comply with an international treaty. But if the counterpart is represented by Trump and his American supremacy policy, especially in economics, these arguments, although valid and shareable, seem a sort of pretext to tighten the relationship with Beijing. Certainly the Chinese behavior is regrettable, made of provocations, of an increasingly consistent use of industrial espionage, of equivocal behaviors, as in the case of the pandemic that started precisely from the territories of China. Washington has exploited all this context, not acting as the first world power, trying to involve allies on a political level for an effective contrast based on programs and principles, but has given the impression of wanting to protect its economic supremacy for exclusive national advantages . Trump envies the Chinese president for his great autonomy and practically unlimited decision-making capacity and this does not make him the champion of the interests of the western field, also because he favors economic results over political ones, such as respect for rights, just like in Beijing. This is also the reason for the timid attitude of the Europeans towards the current administration of the White House, which, moreover, are geographically distant from the disputes that have most involved countries in the western field, such as Japan, Australia or even India in the against Beijing. On the contrary in the populations of USA and China there is a very disheartening common datum: in both peoples and in a symmetrical way there is an aversion to the other country (66% of Americans have an unfavorable opinion on China, balanced by 62% of Chinese who have the same opinion towards the USA), which represents an element that cannot be taken into consideration and also exploited by the respective administrations. One proof is that Trump's contender in the upcoming US presidential election, Joe Biden, has already expressed his opposition to Chinese politics; the only hope is that it will shift attention from the economy to broader political issues. However, the contingent problem is that the two economies are strongly interconnected, in fact on both sides there is a need for raw materials and processed products that are produced by the opposing country; Trump adopted the strategy of trade tariffs (also imposed on allies) to reduce the trade balance gap with China, a short-sighted strategy, which did not take into account the United States' global trade balance and which triggered similar Chinese countermeasures. Proceeding on this path does not suit either of the two contenders, but the military unknowns related to the geopolitical aspects remain, which are in close relationship with the maritime communication routes of goods in the Pacific seas and the confrontation on the growth of armaments. The current situation, albeit with a high level of danger, does not seem to be able to turn into an armed conflict, even if the potential opportunities for clashes are not lacking, but rather to settle on a non-traditional conflict based on the use of technologies to influence the respective opinions public, an increase in espionage and, possibly, the exploitation of low intensity local conflicts. If this may seem a good signal for world peace, but not for everyone, it is also true that it is the best situation to keep up the level of a war that can be defined as cold, with all the risks involved: from the return of the balance of terror and nuclear proliferation, up to heavy global repercussions on the economy, with rising prices and limiting the circulation of products and services and therefore the return of phenomena such as that of inflation. It is not easy to resolve this situation, especially considering the constant lack of rights in the Chinese country and Beijing's willingness to export its model, a danger from which Europe must absolutely preserve itself.
EE. UU. Y China hacia la nueva guerra fría
Entonces, el destino del mundo es vivir una nueva guerra fría, que probablemente dure muchos años. Pero las analogías con el conflicto remoto entre los EE. UU. Y la URSS son muy pocas, aparte de la comparación entre una democracia y un régimen antidemocrático. Desde el punto de vista económico entre el actual Beijing y el Moscú de los años desde el segundo período de posguerra hasta la caída del muro de Berlín, no hay similitudes. Ahora China está jugando un papel prácticamente igual con los EE. UU. En la escena económica, y de hecho esta competencia se considera la verdadera causa del enfrentamiento a distancia. Ciertamente, hay problemas relacionados con el giro cada vez más autoritario de Beijing, con la intensificación de la represión de los musulmanes, la creciente negación de los derechos civiles y humanitarios y la lucha con la disidencia en Hong Kong, llevada a cabo, entre otras cosas, con incumplimiento de un tratado internacional. Pero si la contraparte está representada por Trump y su política de supremacía estadounidense, especialmente en economía, estos argumentos, aunque válidos y compartibles, parecen una especie de pretexto para estrechar la relación con Beijing. Ciertamente, el comportamiento chino es lamentable, hecho de provocaciones, de un uso cada vez más consistente del espionaje industrial, de comportamientos equívocos, como en el caso de la pandemia que comenzó precisamente desde los territorios de China. Washington ha explotado todo este contexto, no actuando como la primera potencia mundial, tratando de involucrar a los aliados a nivel político para un contraste efectivo basado en programas y principios, pero ha dado la impresión de querer proteger su supremacía económica para obtener ventajas nacionales exclusivas . Trump envidia al presidente chino por su gran autonomía y su capacidad de toma de decisiones prácticamente ilimitada y esto no lo convierte en el defensor de los intereses del campo occidental, también porque favorece los resultados económicos sobre los políticos, como el respeto a los derechos, al igual que en Beijing. Esta es también la razón de la actitud tímida de los europeos hacia la administración actual de la Casa Blanca, que, además, están geográficamente distantes de las disputas que más han involucrado a los países en el campo occidental, como Japón, Australia o incluso India en el contra Beijing Por el contrario, en las poblaciones de EE. UU. Y China hay un dato común muy desalentador: en ambos pueblos y de manera simétrica existe una aversión hacia el otro país (el 66% de los estadounidenses tiene una opinión desfavorable sobre China, equilibrada por el 62% de los chinos que tienen la misma opinión hacia los EE. UU.), lo que representa un elemento que no puede ser tomado en cuenta y también explotado por las administraciones respectivas. Una prueba es que el contendiente de Trump en las próximas elecciones presidenciales de EE. UU., Joe Biden, ya ha expresado su oposición a la política china; La única esperanza es que desviará la atención de la economía a cuestiones políticas más amplias. Sin embargo, el problema contingente es que las dos economías están fuertemente interconectadas, de hecho, en ambos lados hay una necesidad de materias primas y productos procesados que son producidos por el país contrario; Trump adoptó la estrategia de aranceles comerciales (también impuestos a los aliados) para reducir la brecha en la balanza comercial con China, una estrategia miope, que no tuvo en cuenta la balanza comercial global de los Estados Unidos y que provocó contramedidas similares en China. Continuar por este camino no es conveniente para ninguno de los dos contendientes, pero las incógnitas militares relacionadas con los aspectos geopolíticos permanecen, que están en estrecha relación con las rutas de comunicación marítima de mercancías en los mares del Pacífico y la confrontación sobre el crecimiento de armamentos. La situación actual, aunque con un alto nivel de peligro, no parece ser capaz de convertirse en un conflicto armado, incluso si no faltan las posibles oportunidades de enfrentamientos, sino más bien resolver un conflicto no tradicional basado en el uso de tecnologías para influir en las opiniones respectivas. público, un aumento en el espionaje y, posiblemente, la explotación de conflictos locales de baja intensidad. Si esto puede parecer una buena señal para la paz mundial, pero no para todos, también es cierto que es la mejor situación para mantener el nivel de una guerra que puede definirse como fría, con todos los riesgos involucrados: desde el regreso de la guerra mundial. equilibrio del terror y la proliferación nuclear, hasta fuertes repercusiones globales en la economía, con el aumento de los precios y la limitación de la circulación de productos y servicios y, por lo tanto, el retorno de fenómenos como el de la inflación. No es fácil resolver esta situación, especialmente teniendo en cuenta la constante falta de derechos en el país chino y la voluntad de Beijing de exportar su modelo, un peligro del que Europa debe preservarse por completo.
USA und China in Richtung des neuen Kalten Krieges
Das Schicksal der Welt besteht also darin, einen neuen Kalten Krieg zu führen, der wahrscheinlich viele Jahre dauern wird. Abgesehen vom Vergleich zwischen einer Demokratie und einem undemokratischen Regime gibt es nur sehr wenige Analogien zum Fernkonflikt zwischen den USA und der UdSSR. Aus wirtschaftlicher Sicht zwischen dem heutigen Peking und Moskau der Jahre von der zweiten Nachkriegszeit bis zum Fall der Berliner Mauer gibt es keine Ähnlichkeiten. Jetzt spielt China in wirtschaftlicher Hinsicht eine praktisch gleiche Rolle wie die USA, und tatsächlich wird dieser Wettbewerb als die eigentliche Ursache für die Konfrontation aus der Ferne angesehen. Sicherlich gibt es Probleme im Zusammenhang mit der zunehmend autoritären Wende Pekings, mit der Verschärfung der Unterdrückung von Muslimen, der zunehmenden Verweigerung bürgerlicher und humanitärer Rechte und dem Kampf gegen Dissens in Hongkong, der unter anderem mit Nichteinhaltung eines internationalen Vertrags. Wenn das Gegenstück jedoch von Trump und seiner amerikanischen Vorherrschaftspolitik vertreten wird, insbesondere in wirtschaftlicher Hinsicht, scheinen diese Argumente, obwohl sie gültig und teilbar sind, eine Art Vorwand zu sein, um die Beziehung zu Peking zu straffen. Sicherlich ist das chinesische Verhalten bedauerlich, das aus Provokationen, einem zunehmend konsequenten Einsatz von Industriespionage und zweideutigen Verhaltensweisen besteht, wie im Fall der Pandemie, die genau in den Gebieten Chinas begann. Washington hat all diesen Kontext ausgenutzt und nicht als erste Weltmacht gehandelt, um Verbündete auf politischer Ebene für einen wirksamen Kontrast auf der Grundlage von Programmen und Prinzipien einzubeziehen, aber den Eindruck erweckt, seine wirtschaftliche Vormachtstellung für ausschließliche nationale Vorteile schützen zu wollen . Trump beneidet den chinesischen Präsidenten um seine große Autonomie und praktisch unbegrenzte Entscheidungsfähigkeit, und dies macht ihn nicht zum Verfechter der Interessen des westlichen Feldes, auch weil er wirtschaftliche Ergebnisse gegenüber politischen bevorzugt, wie zum Beispiel die Achtung der Rechte, genau wie in Peking. Dies ist auch der Grund für die schüchterne Haltung der Europäer gegenüber der gegenwärtigen Verwaltung des Weißen Hauses, die darüber hinaus geografisch weit entfernt von den Streitigkeiten ist, an denen Länder im westlichen Bereich wie Japan, Australien oder sogar Indien am stärksten beteiligt sind gegen Peking. Im Gegenteil, in der Bevölkerung der USA und Chinas gibt es ein sehr entmutigendes gemeinsames Datum: In beiden Völkern und auf symmetrische Weise gibt es eine Abneigung gegen das andere Land (66% der Amerikaner haben eine ungünstige Meinung zu China, ausgeglichen durch 62% der Chinesen die die gleiche Meinung gegenüber den USA haben), was ein Element darstellt, das von den jeweiligen Verwaltungen nicht berücksichtigt und auch ausgenutzt werden kann. Ein Beweis ist, dass Trumps Anwärter bei den bevorstehenden US-Präsidentschaftswahlen, Joe Biden, bereits seine Opposition gegen die chinesische Politik zum Ausdruck gebracht hat; Die einzige Hoffnung ist, dass die Aufmerksamkeit von der Wirtschaft auf umfassendere politische Fragen gelenkt wird. Das mögliche Problem besteht jedoch darin, dass die beiden Volkswirtschaften eng miteinander verbunden sind. Tatsächlich benötigen beide Seiten Rohstoffe und verarbeitete Produkte, die vom Gegenland hergestellt werden. Trump nahm die Strategie der Handelszölle (die auch Verbündeten auferlegt wurden) an, um die Handelsbilanzlücke zu China zu verringern, eine kurzsichtige Strategie, die die globale Handelsbilanz der Vereinigten Staaten nicht berücksichtigte und ähnliche chinesische Gegenmaßnahmen auslöste. Diesen Weg fortzusetzen ist für keinen der beiden Anwärter bequem, aber die militärischen Unbekannten in Bezug auf die geopolitischen Aspekte bleiben bestehen, die in engem Zusammenhang mit den Seekommunikationsrouten von Gütern im Pazifik und der Konfrontation mit dem Wachstum der Rüstung stehen. Die derzeitige Situation, wenn auch mit einem hohen Maß an Gefahr, scheint nicht in der Lage zu sein, sich in einen bewaffneten Konflikt zu verwandeln, selbst wenn die potenziellen Möglichkeiten für Zusammenstöße nicht fehlen, sondern sich auf einen nicht traditionellen Konflikt zu einigen, der auf dem Einsatz von Technologien zur Beeinflussung der jeweiligen Meinungen beruht Öffentlichkeit, eine Zunahme der Spionage und möglicherweise die Ausbeutung lokaler Konflikte mit geringer Intensität. Wenn dies ein gutes Signal für den Weltfrieden sein mag, aber nicht für alle, dann ist es auch die beste Situation, um das Niveau eines Krieges aufrechtzuerhalten, der als kalt definiert werden kann, mit allen damit verbundenen Risiken: von der Rückkehr der Gleichgewicht zwischen Terror und Verbreitung von Atomwaffen, bis hin zu starken globalen Auswirkungen auf die Wirtschaft, mit steigenden Preisen und einer Begrenzung der Verbreitung von Produkten und Dienstleistungen und damit der Rückkehr von Phänomenen wie der Inflation. Es ist nicht einfach, diese Situation zu lösen, insbesondere angesichts des ständigen Mangels an Rechten im chinesischen Land und der Bereitschaft Pekings, sein Modell zu exportieren, eine Gefahr, vor der sich Europa unbedingt schützen muss.
USA et Chine vers la nouvelle guerre froide
Le destin du monde est donc de vivre une nouvelle guerre froide, qui durera probablement de nombreuses années. Mais les analogies avec le conflit lointain entre les États-Unis et l'URSS sont très rares, mis à part la comparaison entre une démocratie et un régime antidémocratique. Du point de vue économique entre l'actuel Pékin et le Moscou des années allant de la deuxième période d'après-guerre jusqu'à la chute du mur de Berlin, il n'y a pas de similitudes. Désormais, la Chine joue un rôle pratiquement égal avec les États-Unis sur la scène économique, et en effet cette concurrence est considérée comme la véritable cause de la confrontation à distance. Il y a certainement des problèmes liés au tournant de plus en plus autoritaire de Pékin, avec l'intensification de la répression des musulmans, le déni croissant des droits civils et humanitaires et la lutte contre la dissidence engagée à Hong Kong, menée, entre autres, avec non-respect d'un traité international. Mais si la contrepartie est représentée par Trump et sa politique de suprématie américaine, notamment en économie, ces arguments, bien que valables et partageables, semblent une sorte de prétexte pour resserrer la relation avec Pékin. Certes, le comportement chinois est regrettable, fait de provocations, d'un usage de plus en plus cohérent de l'espionnage industriel, de comportements équivoques, comme dans le cas de la pandémie qui est partie précisément des territoires chinois. Washington a exploité tout ce contexte, n'agissant pas comme la première puissance mondiale, essayant d'impliquer des alliés au niveau politique pour un contraste efficace, basé sur des programmes et des principes, mais a donné l'impression de vouloir protéger sa suprématie économique pour des avantages nationaux exclusifs. . Trump envie le président chinois pour sa grande autonomie et sa capacité décisionnelle pratiquement illimitée et cela ne fait pas de lui le champion des intérêts du champ occidental, aussi parce qu'il privilégie les résultats économiques aux résultats politiques, comme le respect des droits, comme à Pékin. C'est aussi la raison de l'attitude timide des Européens vis-à-vis de l'administration actuelle de la Maison Blanche, qui, par ailleurs, est géographiquement éloignée des différends qui ont le plus impliqué les pays occidentaux, comme le Japon, l'Australie ou encore l'Inde dans le contre Pékin. Au contraire, dans les populations des USA et de la Chine il y a un chiffre commun très décourageant: chez les deux peuples et de façon symétrique il y a une aversion pour l'autre pays (66% des Américains ont une opinion défavorable sur la Chine, contre 62% des Chinois qui ont le même avis vis-à-vis des USA), ce qui représente un élément qui ne peut être pris en considération et également exploité par les administrations respectives. Une preuve en est que le candidat de Trump à la prochaine élection présidentielle américaine, Joe Biden, a déjà exprimé son opposition à la politique chinoise; le seul espoir est qu'il détournera l'attention de l'économie vers des questions politiques plus larges. Cependant, le problème éventuel est que les deux économies sont fortement interconnectées, en fait, les deux parties ont besoin de matières premières et de produits transformés qui sont produits par le pays opposé; Trump a adopté la stratégie des tarifs commerciaux (également imposés aux alliés) pour réduire l'écart de balance commerciale avec la Chine, une stratégie à courte vue, qui n'a pas pris en compte la balance commerciale mondiale des États-Unis et qui a déclenché des contre-mesures chinoises similaires. Poursuivre sur cette voie ne convient à aucun des deux prétendants, mais les inconnues militaires liées aux aspects géopolitiques demeurent, qui sont en relation étroite avec les voies de communication maritime des marchandises dans les mers du Pacifique et la confrontation sur la croissance des armements. La situation actuelle, quoique avec un niveau de danger élevé, ne semble pas pouvoir se transformer en conflit armé, même si les opportunités potentielles d'affrontements ne manquent pas, mais plutôt se régler sur un conflit non traditionnel basé sur l'utilisation de technologies pour influencer les opinions respectives public, une augmentation de l'espionnage et, éventuellement, l'exploitation de conflits locaux de faible intensité. Si cela peut sembler un bon signal pour la paix mondiale, mais pas pour tout le monde, il est également vrai que c'est la meilleure situation pour maintenir le niveau d'une guerre que l'on peut qualifier de froide, avec tous les risques encourus: du retour de la équilibre de la terreur et de la prolifération nucléaire, jusqu'à de lourdes répercussions mondiales sur l'économie, avec la hausse des prix et la limitation de la circulation des produits et services et donc le retour de phénomènes comme celui de l'inflation. Il n'est pas facile de résoudre cette situation, surtout compte tenu du manque constant de droits dans le pays chinois et de la volonté de Pékin d'exporter son modèle, un danger dont l'Europe doit absolument se préserver.
EUA e China rumo à nova guerra fria
Portanto, o destino do mundo é viver uma nova guerra fria, que provavelmente durará muitos anos. Mas as analogias com o conflito remoto entre os EUA e a URSS são muito poucas, além da comparação entre uma democracia e um regime não democrático. Do ponto de vista econômico entre a atual Pequim e Moscou dos anos desde o segundo período do pós-guerra até a queda do muro de Berlim, não há semelhanças. Agora, a China está desempenhando um papel praticamente igual aos EUA no cenário econômico e, de fato, essa competição é considerada a verdadeira causa do confronto à distância. Certamente, existem problemas relacionados à virada cada vez mais autoritária de Pequim, com a intensificação da repressão dos muçulmanos, a crescente negação dos direitos civis e humanitários e a luta contra os dissidentes envolvidos em Hong Kong, realizada, entre outras coisas, com incumprimento de um tratado internacional. Mas se a contraparte é representada por Trump e sua política de supremacia americana, especialmente em economia, esses argumentos, embora válidos e compartilháveis, parecem uma espécie de pretexto para estreitar o relacionamento com Pequim. Certamente o comportamento chinês é lamentável, feito de provocações, de um uso cada vez mais consistente da espionagem industrial, de comportamentos equívocos, como no caso da pandemia que começou precisamente nos territórios da China. Washington explorou todo esse contexto, não agindo como a primeira potência mundial, tentando envolver aliados em nível político para um contraste efetivo, com base em programas e princípios, mas deu a impressão de querer proteger sua supremacia econômica por vantagens nacionais exclusivas . Trump inveja o presidente chinês por sua grande autonomia e capacidade praticamente ilimitada de tomar decisões, e isso não o torna o defensor dos interesses do campo ocidental, também porque ele favorece os resultados econômicos em detrimento dos políticos, como o respeito aos direitos, como em Pequim. Essa é também a razão da atitude tímida dos europeus em relação à atual administração da Casa Branca, que, além disso, está geograficamente distante das disputas que mais envolveram países no campo ocidental, como Japão, Austrália ou mesmo a Índia. contra Pequim. Pelo contrário, nas populações dos EUA e da China há uma figura comum muito desanimadora: em ambos os povos e de maneira simétrica há uma aversão ao outro país (66% dos americanos têm uma opinião desfavorável sobre a China, equilibrada por 62% dos chineses. que têm a mesma opinião em relação aos EUA), que representa um elemento que não pode ser levado em consideração e também explorado pelas respectivas administrações. Uma prova é que o candidato de Trump nas próximas eleições presidenciais dos EUA, Joe Biden, já expressou sua oposição à política chinesa; a única esperança é que desvie a atenção da economia para questões políticas mais amplas. No entanto, o problema contingente é que as duas economias estão fortemente interconectadas; de fato, de ambos os lados, são necessárias matérias-primas e produtos processados produzidos pelo país oposto; Trump adotou a estratégia de tarifas comerciais (também imposta aos aliados) para reduzir o hiato da balança comercial com a China, uma estratégia míope, que não levou em consideração a balança comercial global dos Estados Unidos e que desencadeou contramedidas chinesas semelhantes. O processo nesse caminho não se adequa a nenhum dos dois candidatos, mas permanecem as incógnitas militares relacionadas aos aspectos geopolíticos, que estão em estreita relação com as rotas de comunicação marítima de mercadorias nos mares do Pacífico e com o confronto com o crescimento de armamentos. A situação atual, embora com um alto nível de perigo, não parece capaz de se transformar em um conflito armado, mesmo que não faltem as oportunidades potenciais de confrontos, mas sim de se estabelecer em um conflito não tradicional baseado no uso de tecnologias para influenciar as opiniões respectivas público, aumento da espionagem e, possivelmente, a exploração de conflitos locais de baixa intensidade. Se isso pode parecer um bom sinal para a paz mundial, mas não para todos, também é verdade que é a melhor situação para manter o nível de uma guerra que pode ser definida como fria, com todos os riscos envolvidos: desde o retorno do equilíbrio de terror e proliferação nuclear, até pesadas repercussões globais sobre a economia, com aumento de preços e limitação da circulação de produtos e serviços e, portanto, retorno de fenômenos como o da inflação. Não é fácil resolver essa situação, principalmente considerando a constante falta de direitos no país chinês e a disposição de Pequim de exportar seu modelo, um perigo do qual a Europa deve absolutamente se preservar.
США и Китай навстречу новой холодной войне
Так что судьба мира - это новая холодная война, которая, вероятно, продлится много лет. Но аналогий с отдаленным конфликтом между США и СССР очень мало, если не считать сравнения между демократией и недемократическим режимом. С экономической точки зрения между нынешним Пекином и Москвой, начиная со второго послевоенного периода и до падения Берлинской стены, сходства нет. Сейчас Китай играет практически равную роль с США на экономической арене, и действительно, эта конкуренция считается реальной причиной конфронтации на расстоянии. Безусловно, существуют проблемы, связанные со все более авторитарным поворотом Пекина, с усилением репрессий против мусульман, растущим отрицанием гражданских и гуманитарных прав и борьбой с инакомыслием в Гонконге, осуществляемой, в частности, с несоблюдение международного договора. Но если коллега представлен Трампом и его американской политикой превосходства, особенно в области экономики, эти аргументы, хотя и являются обоснованными и обоснованными, кажутся своего рода предлогом для ужесточения отношений с Пекином. Конечно, поведение Китая вызывает сожаление и состоит из провокаций, все более последовательного использования промышленного шпионажа, двусмысленного поведения, как в случае пандемии, которая началась прямо с территории Китая. Вашингтон использовал весь этот контекст, не выступая в качестве первой мировой державы, пытаясь привлечь союзников на политическом уровне для эффективного контраста, основанного на программах и принципах, но у него сложилось впечатление, что он хочет защитить свое экономическое превосходство для исключительных национальных преимуществ , Трамп завидует китайскому президенту за его большую автономию и практически неограниченную способность принимать решения, и это не делает его поборником интересов западного региона, в том числе потому, что он предпочитает экономические результаты политическим, таким как уважение прав, как в Пекине. Это также является причиной застенчивого отношения европейцев к нынешней администрации Белого дома, которая, кроме того, географически далека от споров, в которых участвуют большинство стран западной области, таких как Япония, Австралия или даже Индия в против Пекина. Напротив, в населении США и Китая есть очень обескураживающая общая цифра: у обоих народов и симметрично наблюдается отвращение к другой стране (66% американцев имеют неблагоприятное мнение о Китае, уравновешенное 62% китайцев которые имеют такое же мнение в отношении США), что представляет собой элемент, который не может быть принят во внимание, а также использован соответствующими администрациями. Одним из доказательств этого является то, что соперник Трампа на предстоящих президентских выборах в США Джо Байден уже выразил свое несогласие с политикой Китая; единственная надежда состоит в том, что это переключит внимание с экономики на более широкие политические вопросы. Однако условная проблема заключается в том, что две экономики тесно взаимосвязаны, фактически с обеих сторон существует потребность в сырье и обработанных продуктах, которые производятся страной-противником; Трамп принял стратегию торговых тарифов (также навязанную союзникам) для сокращения разрыва в торговом балансе с Китаем, недальновидную стратегию, которая не учитывала глобальный торговый баланс США и которая вызвала аналогичные китайские контрмеры. Путь по этому пути не устраивает ни одного из двух претендентов, но военные неизвестные, связанные с геополитическими аспектами, остаются, которые находятся в тесной связи с морскими коммуникационными маршрутами товаров в тихоокеанских морях и противостоянием роста вооружений. Нынешняя ситуация, хотя и с высокой степенью опасности, похоже, не может превратиться в вооруженный конфликт, даже если потенциальные возможности для столкновений не упущены, а скорее для урегулирования нетрадиционного конфликта, основанного на использовании технологий для влияния на соответствующие мнения общественность, рост шпионажа и, возможно, эксплуатация локальных конфликтов низкой интенсивности. Если это может показаться хорошим сигналом для мира во всем мире, но не для всех, это также верно, что это наилучшая ситуация, чтобы поддерживать уровень войны, который можно определить как холодный, со всеми вытекающими из этого рисками: от возвращения баланс террора и распространения ядерного оружия, вплоть до серьезных глобальных последствий для экономики, с ростом цен и ограничением обращения товаров и услуг и, следовательно, возвращением таких явлений, как инфляция. Нелегко разрешить эту ситуацию, особенно учитывая постоянную нехватку прав в китайской стране и готовность Пекина экспортировать свою модель, опасность, от которой Европа должна абсолютно обезопасить себя.
美國和中國走向新的冷戰
因此,世界的命運將是一場可能持續多年的新的冷戰。但是,除了民主與非民主政權之間的比較之外,很少有與美甦之間的遠距離衝突的類比。從第二次戰後時期到柏林牆倒塌的歲月,從目前的北京和莫斯科之間的經濟角度來看,沒有相似之處。現在,中國在經濟領域與美國幾乎扮演著平等的角色,實際上,這場競爭被視為遠距離對抗的真正原因。當然,存在著與北京日益專制的轉變有關的問題,其中包括對穆斯林的鎮壓的加劇,對公民和人道主義權利的日益剝奪以及與香港持不同政見者的鬥爭,其中包括不遵守國際條約。但是,如果以特朗普及其美國至高無上政策為代表的反對派,特別是在經濟學方面,這些論點雖然有效且可共享,但似乎是加緊與北京關係的藉口。當然,中國的行為是令人遺憾的,是出於挑釁,工業間諜活動的不斷一致使用,模棱兩可的行為,就像正是從中國領土開始的大流行一樣。華盛頓利用了所有這些背景,而不是充當第一世界大國,試圖根據計劃和原則讓同盟在政治層面上進行有效的對比,但給人的印像是希望保護其經濟上的優勢以獲得獨家國家利益。特朗普羨慕這位中國總統,因為他擁有極大的自治權和幾乎無限的決策能力,但這並不能使他成為西方領域利益的擁護者,也因為他喜歡經濟結果勝於政治結果,例如在北京尊重權利。這也是歐洲人對白宮現任政府持害羞態度的原因,此外,白宮在地理上與西方國家中涉及最多的國家(例如日本,澳大利亞甚至印度)的爭端相距遙遠。對北京。相反,在美國和中國的人口中,有一個令人沮喪的共同人物:在兩國人民中,以對稱的方式對另一個國家有所厭惡(66%的美國人對中國持不利看法,而62%的中國人對此持平反態度。 (對美國持相同觀點的人),這是各個主管部門無法考慮並利用的要素。有證據表明,特朗普在即將舉行的美國總統大選中的競爭者喬·拜登已經表達了對中國政治的反對。唯一的希望是它將把注意力從經濟轉移到更廣泛的政治問題上。但是,或有問題是,兩個經濟體之間相互聯繫緊密,實際上,雙方都需要對立國生產的原材料和加工產品。特朗普採取了貿易關稅戰略(也對同盟國施加關稅)來縮小與中國的貿易平衡差距,這是一種短視的戰略,它沒有考慮到美國的全球貿易平衡,並且引發了類似的中國對策。在這條道路上前進既不適合這兩個競爭者中的任何一個,但與地緣政治方面有關的軍事未知因素仍然存在,這與太平洋海上貨物的海上通訊路線以及軍備增長的對立息息相關。儘管存在著很高的危險水平,但即使缺乏潛在的衝突機會,目前的局勢似乎也無法演變成武裝衝突,而是基於利用技術影響各自意見的非傳統衝突來解決公眾,間諜活動有所增加,並有可能利用低強度的局部衝突。如果這似乎是對世界和平的好信號,但不是對每個人的好信號,那麼也確實是保持戰爭的最佳狀態的最佳情況,這場戰爭可以被定義為冷戰,並涉及所有風險:恐怖與核擴散之間的平衡,直至全球對經濟的沉重打擊,價格上漲並限制了產品和服務的流通,從而限制了諸如通貨膨脹等現象的回歸。解決這種情況並非易事,尤其是考慮到中國國家持續缺乏權利以及北京願意出口其模式的情況,這是歐洲必須絕對維護自己的危險。
新しい冷戦に向けたアメリカと中国
したがって、世界の運命は、長年続くと思われる新たな冷戦を生きることです。しかし、民主主義体制と非民主主義体制の比較を除けば、米国とソ連の間の遠隔紛争との類似はほとんどありません。戦後の第二期からベルリンの壁崩壊までの現在の北京とモスクワの間の経済的観点から、類似点はありません。現在、中国は経済シーンで米国と実質的に同等の役割を果たしており、実際、この競争は遠く離れた対立の真の原因と考えられています。確かに、イスラム教徒の弾圧の激化、市民的および人道的権利の否定の高まり、香港で従事する反対者との闘いなどが、とりわけ国際条約を遵守しないこと。しかし、カウンターパートがトランプ氏と彼のアメリカの覇権政策、特に経済学に代表される場合、これらの議論は有効かつ共有可能であるものの、北京との関係を強化するための一種の口実のように見えます。確かに中国の振る舞いは、挑発、産業スパイのますます一貫した使用、曖昧な振る舞い、中国の領域から正確に始まったパンデミックの場合のように作られ、残念です。ワシントンは、最初の世界大国としてではなく、このすべての状況を利用して、プログラムと原則に基づいて効果的な対比のために政治レベルで同盟国を巻き込もうと試みましたが、独占的な国家的利益のためにその経済的優位性を保護したいという印象を与えました。トランプは彼の偉大な自治と実質的に無制限の意思決定能力のために中国大統領を羨望しており、これは彼が西洋の分野の利益の擁護者になることもありません。これはまた、ホワイトハウスの現在の管理に対するヨーロッパ人の臆病な態度の理由でもあり、さらに、それは、日本、オーストラリア、さらにはインドなどの西側分野に最も関与している国がいる紛争から地理的に離れています。北京に対して。それどころか、アメリカと中国の人口には非常に悲惨な共通の数字があります:両方の人々と対称的に他の国への嫌悪があります(アメリカ人の66%が中国に対して不利な意見を持っていますアメリカに対して同じ意見を持っている人)、これは考慮に入れることができない要素であり、それぞれの行政機関によって利用されています。その証拠の1つは、トランプ大統領が今度の米国大統領選挙の候補者であるジョー・バイデンがすでに中国の政治に反対していることを表明していることです。唯一の希望は、それが経済からより広範な政治問題に注目を移すことです。しかし、条件付きの問題は、2つの経済が強く相互に関連しているということです。実際には両側で、反対国によって生産される原材料と加工製品の必要があります。トランプは中国との貿易ギャップのバランスを減らすために貿易関税の戦略(同盟国にも課せられる)を採用しました。これは近視眼的な戦略であり、米国の世界的な貿易収支を考慮に入れておらず、同様の中国の対策を引き起こしています。この道を進むことは2人の候補者のどちらにも適していませんが、地政学的な側面に関連する未知の軍事力が残っています。これは、太平洋の海上での物資の海上通信経路および軍備の成長に関する対立と密接な関係にあります。高いレベルの危険性はあるものの、現在の状況は、衝突の潜在的な機会が欠けていなくても、武力紛争になり得ないようであり、むしろ、それぞれの意見に影響を与える技術の使用に基づいて、非伝統的な紛争に落ち着くようです公衆、スパイ活動の増加、そして恐らく低強度の地域紛争の搾取。これが世界の平和にとって良いシグナルであるように見えるかもしれませんが、すべての人にとってはそうではない場合、すべてのリスクを伴い、冷戦と定義できる戦争のレベルを維持することが最善の状況であることも事実です:テロと核拡散のバランス、最大の経済への世界的な波及まで、物価の上昇と製品やサービスの流通の制限、したがってインフレのような現象の復活。この状況を解決するのは簡単ではありません。特に中国における権利の不在と、モデルの輸出に対する北京の意欲、ヨーロッパが絶対に自分自身を守らなければならない危険性を考えると、特にそうです。
الولايات المتحدة والصين نحو الحرب الباردة الجديدة
لذا فإن مصير العالم هو أن يعيش حربًا باردة جديدة ، والتي من المحتمل أن تستمر لسنوات عديدة. لكن المقارنات مع الصراع البعيد بين الولايات المتحدة والاتحاد السوفييتي قليلة للغاية ، بصرف النظر عن المقارنة بين الديمقراطية والنظام غير الديمقراطي. من الناحية الاقتصادية بين بكين الحالية وموسكو للسنوات من فترة ما بعد الحرب الثانية حتى سقوط جدار برلين ، لا توجد أوجه تشابه. تلعب الصين الآن دورًا متساوًا تقريبًا مع الولايات المتحدة على الساحة الاقتصادية ، وبالفعل تعتبر هذه المنافسة السبب الحقيقي للمواجهة عن بعد. من المؤكد أن هناك مشاكل تتعلق بالتحول الاستبدادي المتزايد لبكين ، مع تكثيف قمع المسلمين ، والحرمان المتزايد من الحقوق المدنية والإنسانية ، والصراع مع المعارضين المنخرطين في هونغ كونغ ، والذي تم ، في جملة أمور ، مع عدم الامتثال لمعاهدة دولية. ولكن إذا تم تمثيل النظير من قبل ترامب وسياسته السيادة الأمريكية ، وخاصة في الاقتصاد ، فإن هذه الحجج ، على الرغم من صحتها وقابلة للمشاركة ، تبدو نوعًا من الذريعة لتوطيد العلاقة مع بكين. من المؤكد أن السلوك الصيني هو أمر مؤسف ، مصنوع من الاستفزازات ، والاستخدام المستمر بشكل متزايد للتجسس الصناعي ، والسلوكيات الغامضة ، كما هو الحال في الوباء الذي بدأ بالتحديد من أراضي الصين. لقد استغلت واشنطن كل هذا السياق ، ولم تتصرف كقوة عالمية أولى ، في محاولة لإشراك الحلفاء على المستوى السياسي من أجل تباين فعال قائم على البرامج والمبادئ ، لكنها أعطت الانطباع بأنها تريد حماية سيادتها الاقتصادية من أجل مزايا وطنية حصرية. . يحسد ترامب الرئيس الصيني على استقلاليته الكبيرة وقدرته غير المحدودة عمليًا على اتخاذ القرار ، وهذا لا يجعله بطلًا لمصالح المجال الغربي ، لأنه أيضًا يفضل النتائج الاقتصادية على النتائج السياسية ، مثل احترام الحقوق ، تمامًا مثل بكين. هذا هو أيضا سبب الموقف الخجول للأوروبيين تجاه الإدارة الحالية للبيت الأبيض ، والتي ، علاوة على ذلك ، بعيدة جغرافيا عن النزاعات التي تضمنت معظم الدول في المجال الغربي ، مثل اليابان أو أستراليا أو حتى الهند في ضد بكين. على العكس من ذلك لدى سكان الولايات المتحدة والصين هناك مسند مشترك مثبط للهمم: في كلا الشعبين وبطريقة متناظرة هناك نفور من الدولة الأخرى (66 ٪ من الأمريكيين لديهم رأي غير مواتٍ بشأن الصين ، متوازن بنسبة 62 ٪ من الصينيين الذين لديهم نفس الرأي تجاه الولايات المتحدة الأمريكية) ، والذي يمثل عنصرًا لا يمكن أخذه في الاعتبار واستغلاله أيضًا من قبل الإدارات المعنية. أحد الأدلة هو أن منافس ترامب في الانتخابات الرئاسية الأمريكية المقبلة ، جو بايدن ، قد أعرب بالفعل عن معارضته للسياسة الصينية. الأمل الوحيد هو أنه سيحول الانتباه من الاقتصاد إلى قضايا سياسية أوسع. ومع ذلك ، فإن المشكلة الطارئة هي أن الاقتصادين مترابطان بقوة ، في الواقع ، يحتاج كلا الجانبين إلى المواد الخام والمنتجات المصنعة التي تنتجها الدولة المتعارضة ؛ تبنى ترامب استراتيجية التعريفات التجارية (المفروضة أيضًا على الحلفاء) لتقليل توازن الفجوة التجارية مع الصين ، وهي استراتيجية قصيرة النظر ، لم تأخذ في الاعتبار الميزان التجاري العالمي للولايات المتحدة والتي أدت إلى إجراءات صينية مماثلة. إن السير على هذا المسار ليس مناسبًا لأي من المتنافسين ، لكن المجهول العسكري المرتبط بالجوانب الجيوسياسية لا يزال قائماً ، والذي له علاقة وثيقة بطرق الاتصال البحري للبضائع في بحار المحيط الهادئ والمواجهة حول نمو الأسلحة. لا يبدو أن الوضع الحالي ، وإن كان بمستوى عالٍ من الخطر ، قادرًا على التحول إلى نزاع مسلح ، حتى إذا لم تكن الفرص المحتملة للاشتباكات مفقودة ، بل بالأحرى تسوية نزاع غير تقليدي قائم على استخدام التقنيات للتأثير على الآراء ذات الصلة الجمهور ، وزيادة في التجسس ، وربما استغلال الصراعات المحلية منخفضة الكثافة. إذا كان هذا قد يبدو إشارة جيدة للسلام العالمي ، ولكن ليس للجميع ، فمن الصحيح أيضًا أنه أفضل وضع للحفاظ على مستوى الحرب التي يمكن تعريفها على أنها باردة ، مع كل المخاطر التي تنطوي عليها: من عودة توازن الرعب والانتشار النووي ، حتى تداعيات عالمية شديدة على الاقتصاد ، مع ارتفاع الأسعار والحد من تداول المنتجات والخدمات وبالتالي عودة ظواهر مثل ظاهرة التضخم. ليس من السهل حل هذا الوضع ، خاصة بالنظر إلى النقص المستمر في الحقوق في الدولة الصينية واستعداد بكين لتصدير نموذجها ، وهو خطر يجب على أوروبا أن تحافظ على نفسها منه تمامًا.
lunedì 13 luglio 2020
La decisione su Santa Sofia, segnale di difficoltà per Erdogan
La decisione del presidente turco Erdogan sull’edificio di Santa Sofia, pur se sancita dagli organi costituzionali del paese, ha tutte le sembianze di un mezzo per risolvere problemi interni, piuttosto che prediligere la politica estera ed il dialogo interconfessionale. Intanto il segnale è unicamente a favore della parte più estrema del radicalismo turco e delinea la direzione che Erdogan intende mantenere, sia nella politica interna, che in quella estera. La questione è fondamentale se inquadrata nella reale posizione della Turchia nel campo occidentale, sia dal punto di vista militare, con il riferimento al rapporto conflittuale con l’Alleanza Atlantica prima di tutto, ma anche dal punto di vista politico in generale, rispetto agli interessi occidentali. Ankara ha patito il rifiuto dell’Unione Europea ad essere ammessa come membro, ma la motivazione appare sempre più giustificata e giusta da parte di Bruxelles; la Turchia, occorre ricordarlo, non è stata ammessa per la mancanza dei requisiti essenziali in materia di rispetto dei diritti, ma, pur lamentando l’iniquità di questa decisione, non si è avvicinata agli standard europei. Al contrario ha iniziato un processo di graduale islamizzazione della vita politica, che ha ulteriormente compresso i diritti civili ed ha impostato sulla persona del presidente la centralità del potere. Un paese sostanzialmente corrotto, che patisce una crisi economica (arrivata dopo un periodo di sviluppo) importante e dove il potere usa uno schema classico quando gli affari interni vanno male: distogliere l’opinione pubblica con temi alternativi e di politica estera. Non per niente Erdogan si è concentrato sulla lotta ai curdi, appoggiando anche milizie islamiche radicali, che combattevano con lo Stato islamico ed aggravando il rapporto con gli Stati Uniti, da ultimo l’avventura libica ha posto la Turchia in aperto contrasto con l’Unione Europea. La questione di Santa Sofia sembra inserirsi in questo quadro ed in questa strategia, tuttavia il contrasto, almeno direttamente, non è con una o più nazioni, ma con autorità religiose che hanno rilevanza ed importanza da non sottovalutare. L’aperta ostilità degli ortodossi può avere delle ripercussioni con i rapporti non proprio cordiali con la Russia è stata integrata dalla dichiarazione di Papa Francesco, che ha espresso dolore personale. Il Vaticano aveva optato per una condotta ispirata alla cautela, in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale turca e per questo era stato fatto oggetto di pesanti critiche proprio dalle chiese ortodosse. Probabilmente l’azione del Papa è stata rimandata fino all’ultimo per preservare il dialogo con Erdogan sulle questioni legate all’accoglienza dei migranti, la gestione del terrorismo, lo status di Gerusalemme, i conflitti in Medio Oriente ed anche il dialogo interreligioso, strumento ritenuto fondamentale per i contatti tra i popoli. Il contatto tra Vaticano e Turchia finora è sopravvissuto perfino alle critiche per il genocidio armeno che il Papa ha espresso più volte, tuttavia la questione di Santa Sofia investe non solo il cattolicesimo ma tutti gli appartenenti alla religione cristiana e le conseguenze potrebbero essere negative nel proseguimento degli stessi rapporti tra cristianità ed islam, che superano, per le loro ricadute, di gran lunga i contatti tra Erdogan e Papa Francesco. Non per niente la trasformazione in moschea di Santa Sofia è vista con preoccupazione anche dai musulmani più moderati, che vivono in Europa. Il fattore interreligioso dovrebbe essere quello di maggiore preoccupazione per Erdogan, dato che ufficialmente non vi sono state critiche da parte di USA, Russia (fattore da valutare con attenzione per l’importanza della comunità ortodossa nel paese e nell’appoggio a Putin) ed Unione Europea. La sensazione è che ciò sia stato dettato dalla volontà di non incrinare ulteriormente il rapporto con la Turchia, malgrado tutto ancora considerata fondamentale negli equilibri geopolitici regionali. Tuttavia la mossa di Santa Sofia sembra essere l’ultima trovata a disposizione di Erdogan per potere usare la religione come strumento di propaganda politica nei confronti di una opinione pubblica che non sembra più appoggiare la sua politica neo-ottomana, a causa di una spesa pubblica sempre più ingente, soprattutto nella spesa militare, ma che non porta miglioramenti sensibili in campo economico alla popolazione turca. Se viene a mancare il sostegno dell’economia, anche a causa di una inflazione in costante aumento, può essere possibile che i settori scontenti per la crescente povertà si saldino con quella parte della società che non condivide politicamente la direzione intrapresa dal presidente turco, ed anzi la contesta apertamente, aprendo uno stato di crisi politica difficilmente di nuovo gestibile con la sola repressione.
The decision on Santa Sofia, a sign of difficulty for Erdogan
The decision by Turkish President Erdogan on the Santa Sofia building, although sanctioned by the country's constitutional bodies, has all the appearance of a means of solving internal problems, rather than preferring foreign policy and inter-confessional dialogue. Meanwhile, the signal is solely in favor of the most extreme part of Turkish radicalism and outlines the direction that Erdogan intends to maintain, both in domestic and foreign policy. The question is fundamental if framed in the real position of Turkey in the western field, both from the military point of view, with reference to the conflictual relationship with the Atlantic Alliance first of all, but also from the political point of view in general, with respect to the interests Westerners. Ankara has suffered the refusal of the European Union to be admitted as a member, but the motivation appears to be increasingly justified and fair by Brussels; Turkey, it should be remembered, was not admitted for the lack of essential requirements regarding respect for rights, but, while complaining about the iniquity of this decision, it did not approach European standards. On the contrary, he began a process of gradual Islamization of political life, which further compressed civil rights and placed the centrality of power on the person of the President. A substantially corrupt country, which suffers from an important economic crisis (which came after a period of development) and where power uses a classic scheme when internal affairs go wrong: to divert public opinion with alternative and foreign policy issues. It is not for nothing that Erdogan focused on fighting the Kurds, also supporting radical Islamic militias, who fought with the Islamic State and aggravating the relationship with the United States, most recently the Libyan adventure placed Turkey in open contrast with the Union European. The question of Saint Sophia seems to fit into this framework and this strategy, however the contrast, at least directly, is not with one or more nations, but with religious authorities that have relevance and importance which should not be underestimated. The open hostility of the Orthodox can have repercussions on relations that are not exactly cordial with Russia, was supplemented by the declaration of Pope Francis, who expressed personal pain. The Vatican had opted for a conduct inspired by caution, pending the pronouncement of the Turkish Constitutional Court and for this reason it had been made the subject of heavy criticism precisely by the Orthodox churches. The Pope's action was probably postponed until the end to preserve dialogue with Erdogan on issues related to the reception of migrants, the management of terrorism, the status of Jerusalem, conflicts in the Middle East and even inter-religious dialogue, an instrument considered fundamental for contacts between peoples. The contact between the Vatican and Turkey has so far survived even the criticisms of the Armenian genocide that the Pope has expressed several times, however the question of Saint Sophia affects not only Catholicism but all members of the Christian religion and the consequences could be negative in the continuation of the same relations between Christianity and Islam, which by far outweigh the contacts between Erdogan and Pope Francis. It is not for nothing that the transformation into a Hagia Sophia mosque is viewed with concern by even the most moderate Muslims, who live in Europe. The interreligious factor should be the one of greatest concern for Erdogan, given that officially there has been no criticism from the USA, Russia (a factor to be carefully evaluated for the importance of the Orthodox community in the country and in support of Putin) and the Union European. The feeling is that this was dictated by the desire not to further damage the relationship with Turkey, despite everything still considered fundamental in the regional geopolitical balances. However, Hagia Sophia's move seems to be Erdogan's latest found to be able to use religion as a tool for political propaganda against a public opinion that no longer seems to support his neo-Ottoman policy, due to public spending. increasingly large, especially in military spending, but which does not bring significant improvements in the economic field to the Turkish population. If the support of the economy is lacking, also due to a steadily rising inflation, it may be possible that the sectors unhappy with the growing poverty become welded with that part of society that does not politically share the direction taken by the Turkish president, and on the contrary, it openly challenges it, opening a state of political crisis that is difficult to manage again with just repression.
La decisión sobre Santa Sofía, una señal de dificultad para Erdogan
La decisión del presidente turco Erdogan sobre el edificio de Santa Sofía, aunque sancionada por los órganos constitucionales del país, tiene la apariencia de un medio para resolver problemas internos, en lugar de preferir la política exterior y el diálogo interconfesional. Mientras tanto, la señal es únicamente a favor de la parte más extrema del radicalismo turco y describe la dirección que Erdogan pretende mantener, tanto en política interna como exterior. La pregunta es fundamental si se enmarca en la posición real de Turquía en el campo occidental, tanto desde el punto de vista militar, con referencia a la relación conflictiva con la Alianza Atlántica en primer lugar, como también desde el punto de vista político en general, con respecto a los intereses. Occidentales. Ankara ha sufrido la negativa de la Unión Europea a ser admitida como miembro, pero la motivación parece cada vez más justificada y justa por parte de Bruselas; Debe recordarse que Turquía no fue admitida por la falta de requisitos esenciales con respecto al respeto de los derechos, pero, aunque se quejó de la iniquidad de esta decisión, no se acercó a las normas europeas. Por el contrario, comenzó un proceso de islamización gradual de la vida política, que comprimió aún más los derechos civiles y colocó la centralidad del poder en la persona del Presidente. Un país sustancialmente corrupto, que sufre una importante crisis económica (que se produjo después de un período de desarrollo) y donde el poder utiliza un esquema clásico cuando los asuntos internos van mal: desviar la opinión pública con cuestiones alternativas y de política exterior. No en vano, Erdogan se centró en luchar contra los kurdos, también apoyó a las milicias islámicas radicales, que lucharon con el Estado Islámico y agravaron la relación con los Estados Unidos; más recientemente, la aventura libia colocó a Turquía en abierto contraste con la Unión Europeo. La cuestión de Santa Sofía parece encajar en este marco y esta estrategia, sin embargo, el contraste, al menos directamente, no es con una o más naciones, sino con autoridades religiosas que tienen relevancia e importancia que no deben subestimarse. La abierta hostilidad de los ortodoxos puede tener repercusiones en las relaciones que no son exactamente cordiales con Rusia, se complementó con la declaración del Papa Francisco, quien expresó su dolor personal. El Vaticano había optado por una conducta inspirada en la precaución, en espera del pronunciamiento del Tribunal Constitucional turco y, por esta razón, había sido objeto de fuertes críticas precisamente por parte de las iglesias ortodoxas. La acción del Papa probablemente se pospuso hasta el final para preservar el diálogo con Erdogan sobre cuestiones relacionadas con la recepción de migrantes, la gestión del terrorismo, el estado de Jerusalén, los conflictos en el Medio Oriente e incluso el diálogo interreligioso, un instrumento considerado fundamental para los contactos entre los pueblos. El contacto entre el Vaticano y Turquía ha sobrevivido hasta ahora incluso a las críticas al genocidio armenio que el Papa ha expresado varias veces, sin embargo, la cuestión de Santa Sofía afecta no solo al catolicismo sino a todos los miembros de la religión cristiana y las consecuencias podrían ser negativas en la continuación de las mismas relaciones entre el cristianismo y el islam, que superan con creces los contactos entre Erdogan y el papa Francisco. No es por nada que la transformación en una mezquita de Hagia Sophia es vista con preocupación incluso por los musulmanes más moderados, que viven en Europa. El factor interreligioso debería ser la mayor preocupación para Erdogan, dado que oficialmente no ha habido críticas de los EE. UU., Rusia (un factor que debe evaluarse cuidadosamente por la importancia de la comunidad ortodoxa en el país y en apoyo de Putin) y la Unión Europeo. La sensación es que esto fue dictado por el deseo de no dañar aún más la relación con Turquía, a pesar de todo lo que todavía se considera fundamental en los equilibrios geopolíticos regionales. Sin embargo, el movimiento de Hagia Sophia parece ser el último descubrimiento de Erdogan que puede utilizar la religión como una herramienta de propaganda política hacia una opinión pública que ya no parece apoyar su política neo-otomana, debido al gasto público. cada vez más grande, especialmente en gastos militares, pero que no aporta mejoras significativas en el campo económico a la población turca. Si falta el apoyo de la economía, también debido a una inflación en constante aumento, es posible que los sectores desafectos por la creciente pobreza se unan a esa parte de la sociedad que no comparte políticamente la dirección tomada por el presidente turco, y por el contrario, lo desafía abiertamente, abriendo un estado de crisis política que es difícil de manejar nuevamente con justa represión.
Die Entscheidung für Santa Sofia, ein Zeichen der Schwierigkeit für Erdogan
Die Entscheidung des türkischen Präsidenten Erdogan über das Gebäude in Santa Sofia, obwohl sie von den Verfassungsorganen des Landes genehmigt wurde, scheint ein Mittel zur Lösung interner Probleme zu sein, anstatt die Außenpolitik und den interkonfessionellen Dialog zu bevorzugen. In der Zwischenzeit spricht das Signal ausschließlich für den extremsten Teil des türkischen Radikalismus und umreißt die Richtung, die Erdogan sowohl in der Innen- als auch in der Außenpolitik beibehalten will. Die Frage ist von grundlegender Bedeutung, wenn sie in der realen Position der Türkei im westlichen Bereich sowohl aus militärischer Sicht als auch in Bezug auf die Interessen im Allgemeinen in Bezug auf die Konfliktbeziehung mit dem Atlantischen Bündnis im Vordergrund steht Westler. Ankara hat die Weigerung der Europäischen Union erlitten, als Mitglied aufgenommen zu werden, aber die Motivation scheint von Brüssel zunehmend gerechtfertigt und fair zu sein. Es sei daran erinnert, dass die Türkei wegen des Fehlens grundlegender Anforderungen an die Achtung der Rechte nicht zugelassen wurde, sich jedoch über die Ungerechtigkeit dieser Entscheidung beschwerte, sich jedoch nicht den europäischen Standards näherte. Im Gegenteil, er begann einen Prozess der schrittweisen Islamisierung des politischen Lebens, der die Bürgerrechte weiter komprimierte und die Zentralität der Macht auf die Person des Präsidenten legte. Ein im Wesentlichen korruptes Land, das unter einer wichtigen Wirtschaftskrise leidet (die nach einer Entwicklungsphase kam) und in der die Macht ein klassisches System anwendet, wenn innere Angelegenheiten schief gehen: die öffentliche Meinung mit alternativen und außenpolitischen Fragen abzulenken. Nicht umsonst konzentrierte sich Erdogan auf den Kampf gegen die Kurden, unterstützte auch radikale islamische Milizen, die mit dem Islamischen Staat kämpften und die Beziehungen zu den Vereinigten Staaten verschärften. Zuletzt stellte das libysche Abenteuer die Türkei in einen offenen Kontrast zur Union Europäisch. Die Frage der Heiligen Sophia scheint in diesen Rahmen und diese Strategie zu passen, jedoch besteht der Kontrast zumindest direkt nicht zu einer oder mehreren Nationen, sondern zu religiösen Autoritäten, die Relevanz und Bedeutung haben und nicht zu unterschätzen sind. Die offene Feindseligkeit der Orthodoxen kann Auswirkungen auf die Beziehungen haben, die nicht gerade herzlich zu Russland sind. Ergänzt wurde dies durch die Erklärung von Papst Franziskus, der persönlichen Schmerz zum Ausdruck brachte. Der Vatikan hatte sich bis zur Verkündung des türkischen Verfassungsgerichts für ein Verhalten entschieden, das von Vorsicht inspiriert war, und aus diesem Grund war es gerade von den orthodoxen Kirchen Gegenstand heftiger Kritik geworden. Die Aktion des Papstes wurde wahrscheinlich bis zum Ende verschoben, um den Dialog mit Erdogan über Fragen im Zusammenhang mit der Aufnahme von Migranten, der Bekämpfung des Terrorismus, dem Status Jerusalems, Konflikten im Nahen Osten und sogar dem interreligiösen Dialog, einem Instrument, aufrechtzuerhalten als grundlegend für Kontakte zwischen Völkern angesehen. Der Kontakt zwischen dem Vatikan und der Türkei hat bisher sogar die Kritik am Völkermord an den Armeniern überlebt, die der Papst mehrfach geäußert hat. Die Frage der Heiligen Sophia betrifft jedoch nicht nur den Katholizismus, sondern alle Mitglieder der christlichen Religion, und die Folgen könnten in der Fortsetzung negativ sein der gleichen Beziehungen zwischen Christentum und Islam, die die Kontakte zwischen Erdogan und Papst Franziskus bei weitem überwiegen. Nicht umsonst wird die Umwandlung in eine Hagia Sophia-Moschee selbst von den gemäßigtsten Muslimen, die in Europa leben, mit Besorgnis betrachtet. Der interreligiöse Faktor dürfte für Erdogan von größter Bedeutung sein, da offiziell keine Kritik aus den USA, Russland (ein Faktor, der sorgfältig auf die Bedeutung der orthodoxen Gemeinschaft im Land und zur Unterstützung Putins geprüft werden muss) und der Union eingegangen ist Europäisch. Das Gefühl ist, dass dies durch den Wunsch diktiert wurde, das Verhältnis zur Türkei nicht weiter zu schädigen, obwohl alles in den regionalen geopolitischen Gleichgewichten immer noch als grundlegend angesehen wird. Der Schritt der Hagia Sophia scheint jedoch Erdogans jüngster Befund zu sein, Religion als Instrument für politische Propaganda in Richtung einer öffentlichen Meinung zu nutzen, die seine neo-osmanische Politik aufgrund öffentlicher Ausgaben nicht mehr zu unterstützen scheint. zunehmend größer, insbesondere bei den Militärausgaben, was der türkischen Bevölkerung jedoch keine wesentlichen wirtschaftlichen Verbesserungen bringt. Wenn die Unterstützung der Wirtschaft fehlt, auch aufgrund einer ständig steigenden Inflation, kann es sein, dass die von der wachsenden Armut betroffenen Sektoren mit dem Teil der Gesellschaft verschweißt werden, der die Richtung des türkischen Präsidenten politisch nicht teilt, und im Gegenteil, es fordert es offen heraus und eröffnet einen Zustand politischer Krise, der mit gerechter Unterdrückung nur schwer wieder zu bewältigen ist.
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