La funzione dell’Organizzazione mondiale del commercio non sembra più godere di quella condivisione tra gli stati, dettata dalla necessità di favorire il processo, che risale agli anni novanta dello scorso secolo, mondiale della globalizzazione, intesa come volere delle maggiori economie per favorire un complesso di regole capaci di garantire il libero commercio. Si è trattato di una azione diretta contro le protezioni stataliste e la conseguente volontà di interrompere gli aiuti dei governi alle imprese ed alla parziale cancellazione delle politiche doganali, basate su dazi ed imposte sui beni e servizi provenienti dall’estero. La ripresa dei nazionalismi, sia politici, che militari e, soprattutto, economici, sembra avere accantonato il processo di liberalizzazione dei mercati, lasciando soltanto le parti peggiori degli effetti della globalizzazione: come la compressione dei salari ed il conseguente aumento della diseguaglianza, sia sul piano interno, tra i ceti sociali, che su quello internazionale, basato sulla profonda differenza della ricchezza delle nazioni. C’è chi incolpa la politica degli Stati Uniti, a causa della presidenza Trump, prima, e di quella di Biden, ora; tuttavia l’azione degli USA è scaturita dal comportamento della Cina, che, per raggiungere gli obiettivi di crescita che si era data, ha basato la propria azione economica su di una forte politica statalista, connotata da un grande autoritarismo, che non poteva conciliarsi con la struttura commerciale costruita sui sistemi democratici. Resta pur vero che Biden, internazionalista di nome, ha bloccato il funzionamento dell’Organizzazione mondiale del commercio, impedendone la nomina dei funzionari dell’organo di appello del WTO, che ha proprio la funzione di giudicare sulle controversie. Il punto centrale è che l’Organizzazione mondiale del commercio può autorizzare l’introduzione di dazi commerciali, soltanto nel caso di questioni di sicurezza nazionale, ma Washington contesta questa impostazione, sostenendo che questa attribuzione spetta soltanto alla Casa Bianca, nel caso della sovranità americana. Una delle condizioni del funzionamento del sistema commerciale mondiale, che dovrebbe essere garantito dal WTO, è proprio il tacito accordo tra gli stati a non ricorrere all’argomento della sicurezza nazionale, se ciò viene meno l’intero sistema sarà da rielaborare. D’altro canto, l’assetto istituzionale della Cina non permette un controllo come quello che il WTO può esercitare sugli stati democratici, dove il processo dei rapporti tra stato ed aziende è completamente visibile, mentre nello stato cinese la commistione tra pubblico e privato è meno distinguibile ed il sistema dei sussidi e le pratiche protezionistiche sono più difficili da accertare. Il comportamento americano, peraltro anche condannato dall’Europa, è, sostanzialmente, una reazione alla tendenza protezionistica di Pechino, che, di fatto, ha come conseguenza la paralisi dell’Organizzazione mondiale del commercio, impossibilitata al suo ruolo di arbitro; ciò provoca un ritorno al passato con il commercio internazionale sempre più bloccato da dazi nazionali e protezione dei prodotti internazionali. All’atto pratico l’evoluzione del commercio internazionale andrà incontro ad una serie di accordi regionali, basati su convenienze economiche e politiche, con le controversie regolate, non più da un attore sovranazionale, ma da negoziati politici e commerciali, che avverranno sulle relative parti coinvolte, senza incidere sullo scenario globale. Probabilmente quelli che si andranno ad innescare saranno rapporti di forza sbilanciati a favore degli attori con maggiori capacità a discapito dei piccoli paesi: uno scenario che indica come siano necessari sempre più organismi sovranazionali, basati su criteri geografici o anche di reciproci comuni interessi, capaci di bilanciare la potenza di grandi soggetti come gli USA o la Cina o, anche, l’Unione Europea. Ciò implicherà uno sforzo politico per i paesi che non rientrano in questi attori, teso a favorire azioni comuni sotto l’egida di organizzazioni già esistenti, come, ad esempio l’Unione degli stati africani, rafforzandone la valenza internazionale. Il rischio concreto è che questi temi possano provocare nuove tensioni internazionali, andando ad aumentare i fattori di crisi mondiale, in una fase storica già fortemente pregiudicata.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
venerdì 17 febbraio 2023
Il sistema del commercio mondiale è in crisi
The world trading system is in crisis
The function of the World Trade Organization no longer seems to benefit from that sharing between states, dictated by the need to encourage the process, which dates back to the nineties of the last century, of world globalization, understood as the will of the major economies to favor a complex of rules capable of guaranteeing free trade. It was a direct action against statist protections and the consequent desire to interrupt government aid to companies and the partial cancellation of customs policies, based on duties and taxes on goods and services from abroad. The revival of nationalisms, both political, military and, above all, economic, seems to have shelved the process of market liberalization, leaving only the worst parts of the effects of globalization: such as the compression of wages and the consequent increase in inequality, both on internal level, between the social classes, and on the international one, based on the profound difference in the wealth of nations. There are those who blame the politics of the United States, because of the Trump presidency, before, and that of Biden, now; however, the action of the USA arose from the behavior of China, which, in order to achieve the growth objectives it had set, based its economic action on a strong statist policy, characterized by a great authoritarianism, which could not be reconciled with the commercial structure built on democratic systems. It remains true that Biden, an internationalist by name, blocked the functioning of the World Trade Organization, preventing it from appointing officials to the WTO's appellate body, which has precisely the function of adjudicating disputes. The central point is that the World Trade Organization can authorize the introduction of trade tariffs, only in the case of national security issues, but Washington contests this approach, arguing that this attribution belongs only to the White House, in the case of American sovereignty . One of the conditions for the functioning of the world trading system, which should be guaranteed by the WTO, is precisely the tacit agreement between states not to resort to the argument of national security, if this fails the entire system will have to be reworked. On the other hand, China's institutional set-up does not allow for control such as the one that the WTO can exercise over democratic states, where the process of relations between the state and companies is completely visible, while in the Chinese state the mingling of public and private is less distinguishable and the subsidy system and protectionist practices are more difficult to ascertain. The American behavior, also condemned by Europe, is essentially a reaction to Beijing's protectionist tendency, which, in fact, results in the paralysis of the World Trade Organization, unable to fulfill its role as arbiter; this causes a return to the past with international trade increasingly blocked by national tariffs and protection of international products. In practice, the evolution of international trade will meet a series of regional agreements, based on economic and political conveniences, with disputes regulated, no longer by a supranational actor, but by political and commercial negotiations, which will take place on the relative parts involved, without affecting the global scenario. Probably the ones that will be triggered will be unbalanced power relations in favor of actors with greater capabilities to the detriment of small countries: a scenario that indicates that more and more supranational bodies are needed, based on geographical criteria or even on reciprocal common interests, capable of balance the power of large subjects such as the USA or China or, even, the European Union. This will imply a political effort for the countries that are not included in these actors, aimed at promoting common actions under the aegis of already existing organizations, such as, for example, the Union of African States, strengthening their international value. The concrete risk is that these issues could cause new international tensions, going to increase the factors of global crisis, in a historical phase that is already heavily affected.
El sistema de comercio mundial está en crisis.
La función de la Organización Mundial del Comercio ya no parece beneficiarse de ese reparto entre estados, dictado por la necesidad de impulsar el proceso, que data de los años noventa del siglo pasado, de globalización mundial, entendida como la voluntad de las grandes economías. favorecer un conjunto de reglas capaces de garantizar el libre comercio. Fue una acción directa contra las protecciones estatistas y el consecuente deseo de interrumpir las ayudas gubernamentales a las empresas y la cancelación parcial de las políticas aduaneras, basadas en derechos e impuestos sobre bienes y servicios del exterior. El resurgimiento de los nacionalismos, tanto políticos, militares y, sobre todo, económicos, parece haber dejado de lado el proceso de liberalización de los mercados, dejando sólo las peores partes de los efectos de la globalización: como la compresión de los salarios y el consiguiente aumento de la desigualdad, tanto a nivel interno, entre las clases sociales, como a nivel internacional, basado en la profunda diferencia en la riqueza de las naciones. Hay quienes le echan la culpa a la política de Estados Unidos, por la presidencia de Trump, antes, y la de Biden, ahora; sin embargo, la acción de EE.UU. surgió del comportamiento de China, que para lograr los objetivos de crecimiento que se había propuesto, basó su acción económica en una fuerte política estatista, caracterizada por un gran autoritarismo, que no podía conciliarse con la estructura comercial construida sobre sistemas democráticos. Sigue siendo cierto que Biden, un internacionalista de nombre, bloqueó el funcionamiento de la Organización Mundial del Comercio, impidiéndole nombrar funcionarios para el órgano de apelación de la OMC, que tiene precisamente la función de resolver disputas. El punto central es que la Organización Mundial del Comercio puede autorizar la introducción de aranceles comerciales, solo en el caso de cuestiones de seguridad nacional, pero Washington cuestiona este enfoque, argumentando que esta atribución pertenece solo a la Casa Blanca, en el caso de la soberanía estadounidense. Una de las condiciones para el funcionamiento del sistema de comercio mundial, que debe ser garantizada por la OMC, es precisamente el acuerdo tácito entre los estados de no recurrir al argumento de la seguridad nacional, si esto falla habrá que reelaborar todo el sistema. Por otro lado, la estructura institucional de China no permite un control como el que puede ejercer la OMC sobre los estados democráticos, donde el proceso de relaciones entre el estado y las empresas es completamente visible, mientras que en el estado chino la mezcla de público y privado es menos distinguible y el sistema de subsidios y las prácticas proteccionistas son más difíciles de determinar. El comportamiento estadounidense, también condenado por Europa, es esencialmente una reacción a la tendencia proteccionista de Beijing, que, de hecho, se traduce en la parálisis de la Organización Mundial del Comercio, incapaz de cumplir su papel de árbitro; esto provoca un regreso al pasado con el comercio internacional cada vez más bloqueado por los aranceles nacionales y la protección de los productos internacionales. En la práctica, la evolución del comercio internacional se encontrará con una serie de acuerdos regionales, basados en conveniencias económicas y políticas, con disputas reguladas, ya no por un actor supranacional, sino por negociaciones políticas y comerciales, que tendrán lugar entre las partes involucradas. , sin afectar el escenario global. Probablemente los que se desencadenarán serán relaciones de poder desequilibradas a favor de actores con mayores capacidades en detrimento de los países pequeños: escenario que indica que se necesitan cada vez más organismos supranacionales, basados en criterios geográficos o incluso en intereses comunes recíprocos, capaz de equilibrar el poder de grandes sujetos como EEUU o China o, incluso, la Unión Europea. Esto implicará un esfuerzo político para los países que no están incluidos en estos actores, encaminado a promover acciones comunes bajo la égida de organizaciones ya existentes, como, por ejemplo, la Unión de Estados Africanos, fortaleciendo su valor internacional. El riesgo concreto es que estos temas puedan generar nuevas tensiones internacionales, aumentando los factores de crisis global, en una etapa histórica que ya se encuentra muy afectada.
Das Welthandelssystem steckt in der Krise
Die Funktion der Welthandelsorganisation scheint nicht mehr von dieser Teilung zwischen den Staaten zu profitieren, die von der Notwendigkeit diktiert wird, den Prozess der weltweiten Globalisierung zu fördern, der bis in die neunziger Jahre des letzten Jahrhunderts zurückreicht und als Wille der großen Volkswirtschaften verstanden wird einen Komplex von Regeln zu befürworten, die in der Lage sind, den freien Handel zu garantieren. Es war eine direkte Aktion gegen den staatlichen Schutz und den daraus resultierenden Wunsch, die staatliche Hilfe für Unternehmen und die teilweise Aufhebung der Zollpolitik auf der Grundlage von Zöllen und Steuern auf Waren und Dienstleistungen aus dem Ausland zu unterbrechen. Das Wiederaufleben von Nationalismen, sowohl politisch als auch militärisch und vor allem wirtschaftlich, scheint den Prozess der Marktliberalisierung auf Eis gelegt zu haben und nur die schlimmsten Auswirkungen der Globalisierung hinterlassen zu haben: wie die Verknappung der Löhne und die daraus resultierende Zunahme der Ungleichheit, sowohl auf interner Ebene zwischen den sozialen Klassen als auch auf internationaler Ebene, basierend auf den tiefgreifenden Unterschieden im Reichtum der Nationen. Es gibt diejenigen, die die Politik der Vereinigten Staaten wegen der Trump-Präsidentschaft zuvor und der von Biden jetzt beschuldigen; das Vorgehen der USA entsprang jedoch dem Verhalten Chinas, das zur Erreichung der gesetzten Wachstumsziele sein wirtschaftliches Handeln auf eine stark etatistische Politik stützte, die von einem großen Autoritarismus geprägt war, der mit dem nicht vereinbar war Handelsstruktur, die auf demokratischen Systemen aufbaut. Es bleibt wahr, dass Biden, ein namentlicher Internationalist, die Arbeit der Welthandelsorganisation blockierte und sie daran hinderte, Beamte für das Berufungsgremium der WTO zu ernennen, das genau die Funktion hat, Streitigkeiten zu entscheiden. Der zentrale Punkt ist, dass die Welthandelsorganisation die Einführung von Handelszöllen nur im Fall von Fragen der nationalen Sicherheit genehmigen kann, aber Washington bestreitet diesen Ansatz und argumentiert, dass diese Zuweisung nur dem Weißen Haus im Fall der amerikanischen Souveränität zusteht. Eine der Bedingungen für das Funktionieren des Welthandelssystems, das von der WTO garantiert werden sollte, ist gerade die stillschweigende Vereinbarung zwischen den Staaten, nicht auf das Argument der nationalen Sicherheit zurückzugreifen, andernfalls muss das gesamte System überarbeitet werden. Andererseits lässt Chinas institutioneller Aufbau keine Kontrolle zu, wie sie die WTO über demokratische Staaten ausüben kann, wo der Prozess der Beziehungen zwischen Staat und Unternehmen vollständig sichtbar ist, während im chinesischen Staat die Vermischung von öffentlich und privat ist weniger unterscheidbar und das Subventionssystem und protektionistische Praktiken sind schwieriger zu ermitteln. Das amerikanische Verhalten, das auch von Europa verurteilt wird, ist im Wesentlichen eine Reaktion auf die protektionistische Tendenz Pekings, die tatsächlich zur Lähmung der Welthandelsorganisation führt, die ihrer Rolle als Schiedsrichter nicht mehr nachkommen kann; Dies führt zu einer Rückkehr in die Vergangenheit, in der der internationale Handel zunehmend durch nationale Zölle und den Schutz internationaler Produkte blockiert wird. In der Praxis wird die Entwicklung des internationalen Handels eine Reihe regionaler Vereinbarungen treffen, die auf wirtschaftlichen und politischen Bequemlichkeiten basieren, wobei Streitigkeiten nicht mehr von einem supranationalen Akteur, sondern durch politische und kommerzielle Verhandlungen geregelt werden, die auf den jeweiligen beteiligten Teilen stattfinden werden , ohne das globale Szenario zu beeinflussen. Auslöser dürften unausgewogene Machtverhältnisse zugunsten leistungsfähigerer Akteure zu Lasten kleiner Länder sein: ein Szenario, das darauf hindeutet, dass immer mehr supranationale Gremien nach geografischen Kriterien oder gar nach wechselseitigen gemeinsamen Interessen gebraucht werden, in der Lage, die Macht großer Subjekte wie den USA oder China oder sogar der Europäischen Union auszugleichen. Dies bedeutet eine politische Anstrengung für die Länder, die nicht zu diesen Akteuren gehören, mit dem Ziel, gemeinsame Aktionen unter der Ägide bereits bestehender Organisationen wie beispielsweise der Union Afrikanischer Staaten zu fördern und deren internationalen Wert zu stärken. Das konkrete Risiko besteht darin, dass diese Probleme neue internationale Spannungen hervorrufen und die Faktoren einer globalen Krise in einer bereits stark betroffenen historischen Phase verstärken werden.
Le système commercial mondial est en crise
La fonction de l'Organisation mondiale du commerce ne semble plus bénéficier de ce partage entre États, dicté par la nécessité d'encourager le processus, qui remonte aux années 90 du siècle dernier, de la mondialisation mondiale, entendue comme la volonté des grandes économies privilégier un ensemble de règles capables de garantir le libre-échange. C'était une action directe contre les protections étatiques et la volonté conséquente d'interrompre les aides gouvernementales aux entreprises et l'annulation partielle des politiques douanières, basées sur les droits et taxes sur les biens et services en provenance de l'étranger. La renaissance des nationalismes, à la fois politiques, militaires et surtout économiques, semble avoir mis en veilleuse le processus de libéralisation des marchés, ne laissant que les pires effets de la mondialisation : comme la compression des salaires et l'augmentation des inégalités qui en résulte, tant au niveau interne, entre les classes sociales, qu'au niveau international, fondé sur la profonde différence de richesse des nations. Il y a ceux qui blâment la politique des États-Unis, à cause de la présidence Trump, avant, et celle de Biden, maintenant ; or, l'action des USA découlait du comportement de la Chine qui, pour atteindre les objectifs de croissance qu'elle s'était fixés, fondait son action économique sur une politique étatiste forte, caractérisée par un grand autoritarisme, inconciliable avec la structure commerciale fondée sur des systèmes démocratiques. Il reste vrai que Biden, un internationaliste de nom, a bloqué le fonctionnement de l'Organisation mondiale du commerce, l'empêchant de nommer des responsables à l'organe d'appel de l'OMC, qui a précisément pour fonction de trancher les différends. Le point central est que l'Organisation mondiale du commerce peut autoriser l'introduction de tarifs commerciaux, uniquement dans le cas de questions de sécurité nationale, mais Washington conteste cette approche, arguant que cette attribution n'appartient qu'à la Maison Blanche, dans le cas de la souveraineté américaine. L'une des conditions de fonctionnement du système commercial mondial, qui devrait être garantie par l'OMC, est justement l'accord tacite entre les États de ne pas recourir à l'argument de la sécurité nationale, faute de quoi c'est tout le système qui devra être retravaillé. D'autre part, le montage institutionnel de la Chine ne permet pas un contrôle tel que celui que l'OMC peut exercer sur les États démocratiques, où le processus des relations entre l'État et les entreprises est complètement visible, alors que dans l'État chinois le mélange des public et privé est moins distinguable et le système de subventions et les pratiques protectionnistes sont plus difficiles à appréhender. Le comportement américain, également condamné par l'Europe, est essentiellement une réaction à la tendance protectionniste de Pékin, qui, de fait, aboutit à la paralysie de l'Organisation mondiale du commerce, incapable de remplir son rôle d'arbitre ; cela provoque un retour dans le passé avec un commerce international de plus en plus bloqué par les tarifs nationaux et la protection des produits internationaux. En pratique, l'évolution du commerce international rencontrera une série d'accords régionaux, fondés sur des convenances économiques et politiques, avec des différends réglés, non plus par un acteur supranational, mais par des négociations politiques et commerciales, qui auront lieu sur les parties relatives concernées , sans affecter le scénario global. Probablement ceux qui seront déclenchés seront des rapports de force déséquilibrés en faveur d'acteurs dotés de plus grandes capacités au détriment des petits pays : un scénario qui indique qu'il faut de plus en plus d'instances supranationales, basées sur des critères géographiques ou même sur des intérêts communs réciproques, capable d'équilibrer la puissance de grands sujets comme les États-Unis ou la Chine ou encore l'Union européenne. Cela impliquera un effort politique pour les pays qui ne sont pas inclus dans ces acteurs, visant à promouvoir des actions communes sous l'égide d'organisations déjà existantes, comme, par exemple, l'Union des États africains, en renforçant leur valeur internationale. Le risque concret est que ces questions provoquent de nouvelles tensions internationales, allant multiplier les facteurs de crise mondiale, dans une phase historique déjà fortement affectée.
O sistema comercial mundial está em crise
A função da Organização Mundial do Comércio já não parece beneficiar dessa partilha entre os Estados, ditada pela necessidade de fomentar o processo, que remonta aos anos noventa do século passado, da globalização mundial, entendida como vontade das grandes economias favorecer um complexo de regras capaz de garantir o livre comércio. Foi uma ação direta contra as proteções estatistas e a conseqüente vontade de interromper os auxílios governamentais às empresas e o cancelamento parcial das políticas aduaneiras, baseadas em impostos e taxas sobre bens e serviços vindos do exterior. O ressurgimento dos nacionalismos, tanto políticos como militares e, sobretudo, económicos, parece ter engavetado o processo de liberalização dos mercados, deixando apenas o pior dos efeitos da globalização: como a compressão dos salários e o consequente aumento das desigualdades, tanto a nível interno, entre as classes sociais, como a nível internacional, com base na profunda diferença de riqueza das nações. Há quem culpe a política dos Estados Unidos, por causa da presidência de Trump, antes, e a de Biden, agora; no entanto, a ação dos EUA decorreu do comportamento da China, que, para atingir os objetivos de crescimento a que se propôs, baseou a sua ação económica numa forte política estatista, caracterizada por um grande autoritarismo, que não se conciliou com a estrutura comercial construída sobre sistemas democráticos. É verdade que Biden, internacionalista de nome, bloqueou o funcionamento da Organização Mundial do Comércio, impedindo-a de nomear funcionários para o órgão de apelação da OMC, que tem justamente a função de julgar as disputas. O ponto central é que a Organização Mundial do Comércio pode autorizar a introdução de tarifas comerciais, apenas no caso de questões de segurança nacional, mas Washington contesta essa abordagem, argumentando que essa atribuição cabe apenas à Casa Branca, no caso da soberania americana. Uma das condições para o funcionamento do sistema mundial de comércio, que deveria ser garantido pela OMC, é justamente o acordo tácito entre os Estados de não recorrer ao argumento da segurança nacional, caso este falhe todo o sistema terá que ser reelaborado. Por outro lado, o arranjo institucional da China não permite um controle como o que a OMC pode exercer sobre os estados democráticos, onde o processo de relações entre o estado e as empresas é totalmente visível, enquanto no estado chinês a mistura de público e privado é menos distinguível e o sistema de subsídios e as práticas protecionistas são mais difíceis de determinar. O comportamento americano, também condenado pela Europa, é essencialmente uma reação à tendência protecionista de Pequim, que, de fato, resulta na paralisia da Organização Mundial do Comércio, incapaz de cumprir seu papel de árbitro; isso provoca um retorno ao passado com o comércio internacional cada vez mais bloqueado por tarifas nacionais e proteção de produtos internacionais. Na prática, a evolução do comércio internacional vai ao encontro de uma série de acordos regionais, baseados em conveniências econômicas e políticas, com disputas reguladas, não mais por um ator supranacional, mas por negociações político-comerciais, que ocorrerão nas partes relativas envolvidas , sem afetar o cenário global. Provavelmente o que será desencadeado serão relações de poder desequilibradas em favor de atores com maiores capacidades em detrimento de países pequenos: um cenário que indica que são necessários cada vez mais órgãos supranacionais, baseados em critérios geográficos ou mesmo em interesses comuns recíprocos, capaz de equilibrar o poder de grandes súditos como os EUA ou a China ou, ainda, a União Europeia. Isso implicará um esforço político dos países que não estão incluídos nesses atores, visando promover ações comuns sob a égide de organizações já existentes, como, por exemplo, a União dos Estados Africanos, fortalecendo seu valor internacional. O risco concreto é que estas questões possam provocar novas tensões internacionais, indo aumentar os fatores de crise global, numa fase histórica já fortemente afetada.
Мировая торговая система находится в кризисе
Функция Всемирной торговой организации, похоже, больше не выигрывает от такого разделения между государствами, продиктованного необходимостью поощрения восходящего к девяностым годам прошлого века процесса мировой глобализации, понимаемого как воля крупнейших экономик поддерживать комплекс правил, способных гарантировать свободную торговлю. Это было прямое действие против государственной защиты и вытекающее из этого желание прекратить государственную помощь компаниям и частичную отмену таможенной политики, основанной на пошлинах и налогах на товары и услуги из-за рубежа. Возрождение национализма, как политического, так и военного и, прежде всего, экономического, похоже, отложило в долгий ящик процесс либерализации рынка, оставив только худшие стороны последствий глобализации: такие, как сокращение заработной платы и последующее увеличение неравенства, как на внутреннем уровне, между социальными классами, так и на международном уровне, исходя из глубокой разницы в богатстве наций. Есть те, кто винит политику Соединенных Штатов из-за президентства Трампа раньше и Байдена сейчас; однако действия США были вызваны поведением Китая, который для достижения поставленных целей роста основывал свои экономические действия на сильной государственной политике, характеризующейся большим авторитаризмом, который не мог примириться с коммерческая структура, построенная на демократических системах. Верным остается то, что Байден, интернационалист по имени, заблокировал работу Всемирной торговой организации, не позволив ей назначать должностных лиц в апелляционный орган ВТО, функция которого как раз и состоит в разрешении споров. Центральным моментом является то, что Всемирная торговая организация может санкционировать введение торговых тарифов только в случае вопросов национальной безопасности, но Вашингтон оспаривает этот подход, утверждая, что это право принадлежит только Белому дому в случае американского суверенитета. Одним из условий функционирования мировой торговой системы, которое должна гарантировать ВТО, является как раз молчаливое соглашение между государствами не прибегать к аргументу национальной безопасности, если это не сработает, всю систему придется переделывать. С другой стороны, институциональная структура Китая не допускает такого контроля, как тот, который ВТО может осуществлять над демократическими государствами, где полностью виден процесс отношений между государством и компаниями, в то время как в китайском государстве наблюдается смешение государственное и частное менее различимы, а систему субсидий и протекционистские методы установить труднее. Американское поведение, осуждаемое и Европой, по сути является реакцией на протекционистские тенденции Пекина, которые, по сути, приводят к параличу Всемирной торговой организации, неспособной выполнять свою роль арбитра; это приводит к возврату к прошлому, когда международная торговля все больше блокируется национальными тарифами и защитой международных товаров. На практике эволюция международной торговли встретится с рядом региональных соглашений, основанных на экономических и политических удобствах, при этом споры будут регулироваться уже не наднациональным субъектом, а политическими и коммерческими переговорами, которые будут иметь место на соответствующих сторонах. , не затрагивая глобальный сценарий. Вероятно, сработает несбалансированное соотношение сил в пользу акторов с большими возможностями в ущерб малым странам: сценарий, указывающий на то, что необходимо все больше и больше наднациональных органов, основанных на географических критериях или даже на взаимных общих интересах, способный уравновесить мощь крупных субъектов, таких как США или Китай или, даже, Европейский Союз. Это будет означать политические усилия стран, не входящих в эти акторы, направленные на продвижение совместных действий под эгидой уже существующих организаций, таких как, например, Союз африканских государств, усиление их международного значения. Конкретный риск заключается в том, что эти проблемы могут вызвать новую международную напряженность, которая усилит факторы глобального кризиса на историческом этапе, который уже сильно пострадал.
世界貿易體系陷入危機
世界貿易組織的職能似乎不再受益於國家之間的分享,這種分享是由鼓勵可追溯到上個世紀九十年代的世界全球化進程的需要所決定的,被理解為主要經濟體的意願贊成能夠保障自由貿易的複雜規則。 這是針對國家主義保護的直接行動,以及隨之而來的中斷政府對公司的援助和部分取消基於對來自國外的商品和服務的關稅和稅收的海關政策的願望。 民族主義的複興,無論是政治上的、軍事上的,還是最重要的經濟上的,似乎擱置了市場自由化進程,只留下全球化影響最嚴重的部分:例如工資壓縮和隨之而來的不平等加劇,無論是在內部層面、社會階層之間,還是在國際層面,都基於國家財富的巨大差異。 有些人指責美國的政治,因為以前是特朗普總統,現在是拜登總統; 然而,美國的行動源於中國的行為,為了實現其設定的增長目標,其經濟行動基於強大的國家主義政策,其特點是強大的威權主義,這與中國無法調和建立在民主制度之上的商業結構。 名副其實的國際主義者拜登阻礙了世界貿易組織的運作,阻止其向 WTO 上訴機構任命官員,而該機構恰恰具有裁決爭端的職能,這仍然是事實。 中心點是世界貿易組織只能在國家安全問題的情況下授權引入貿易關稅,但華盛頓對這種做法提出異議,認為在美國主權的情況下,這種歸屬權只屬於白宮。 世貿組織應該保障的世界貿易體系運行的條件之一,恰恰是各國之間的默契,不訴諸國家安全的論點,如果達不到,整個體係將不得不重做。 另一方面,中國的製度設置不允許像世貿組織那樣對民主國家行使控制權,在民主國家中,國家與公司之間的關係過程是完全可見的,而在中國國家,公共和私人的區別不大,補貼制度和保護主義做法更難確定。 美國的行為也遭到歐洲的譴責,本質上是對北京保護主義傾向的反應,這實際上導致了世界貿易組織的癱瘓,無法發揮其仲裁者的作用; 這導致國際貿易越來越受到國家關稅和國際產品保護的阻礙,回到過去。 在實踐中,國際貿易的演變將遇到一系列基於經濟和政治便利的區域協議,這些爭端不再由超國家行為體調節,而是通過政治和商業談判進行調節,這些談判將在相關部分進行, 而不會影響全局場景。 可能會觸發的將是不平衡的權力關係,有利於具有更大能力的行為體而損害小國:這種情況表明需要越來越多的超國家機構,基於地理標準甚至互惠的共同利益,能夠平衡美國或中國甚至歐盟等大型主體的力量。 這將意味著未包括在這些參與者中的國家的政治努力,旨在促進在現有組織(例如非洲國家聯盟)的支持下採取共同行動,以加強其國際價值。 具體風險是,這些問題可能導致新的國際緊張局勢,在已經受到嚴重影響的歷史階段增加全球危機的因素。
世界の貿易システムは危機に瀕しています
世界貿易機関の機能は、前世紀の 90 年代にさかのぼる世界のグローバリゼーションのプロセスを促進する必要性によって決定された、主要経済国の意思として理解されている国家間の分担からはもはや恩恵を受けていないように思われます。自由貿易を保証できる複雑なルールを支持する。 これは、国家主義者による保護に対する直接的な行動であり、その結果、企業に対する政府の援助を中断したいという願望と、海外からの商品やサービスに対する関税と税金に基づいた関税政策の部分的な取り消しでした。 政治的、軍事的、そして何よりも経済的なナショナリズムの復活は、市場の自由化のプロセスを棚上げにしたようであり、グローバリゼーションの影響の最悪の部分のみを残しました。国の富の大きな違いに基づいて、社会階級間の内部レベルと国際レベルの両方で。 以前のトランプ大統領と現在のバイデンの大統領のせいで、米国の政治を非難する人々がいます。 しかし、米国の行動は、設定した成長目標を達成するために、強大な権威主義を特徴とする強力な国家主義政策に基づいた経済行動に基づいた中国の行動から生じたものであり、それは中国と和解することはできませんでした。民主的なシステムの上に構築された商業構造。 国際主義者であるバイデンが世界貿易機関の機能を妨害し、紛争を裁定する機能を正確に持つWTOの上級機関に職員を任命することを妨げたことは依然として真実です. 重要な点は、世界貿易機関が貿易関税の導入を承認できるのは、国家安全保障問題の場合のみであるということですが、ワシントンはこのアプローチに異議を唱え、アメリカの主権の場合、この帰属はホワイトハウスにのみ属していると主張しています。 世界貿易システムが機能するための条件の 1 つは、WTO によって保証されるべきですが、まさに、国家安全保障の議論に頼らないという国家間の暗黙の合意です。これが失敗した場合、システム全体を再構築する必要があります。 他方で、中国の制度的構成は、国家と企業との関係の過程が完全に見える民主主義国家に対してWTOが行使できるような統制を認めていません。公立と私立の区別がつきにくく、補助金制度と保護主義的な慣行を確認するのがより困難です。 ヨーロッパからも非難されているアメリカの行動は、本質的に北京の保護主義的傾向への反応であり、実際、その結果、世界貿易機関は麻痺し、仲裁者としての役割を果たすことができなくなります。 これは、国際貿易が国の関税と国際製品の保護によってますます妨げられるという過去への回帰を引き起こします。 実際には、国際貿易の進化は、経済的および政治的便宜に基づいた一連の地域協定に適合し、紛争はもはや超国家的行為者によってではなく、関係する関連部分で行われる政治的および商業的交渉によって規制されます。 、グローバル シナリオに影響を与えません。 おそらく、誘発されるのは、小国に損害を与えるより大きな能力を持つアクターに有利な不均衡な力関係です: 地理的基準に基づいて、または相互の共通の利益にさえ基づいて、ますます多くの超国家的機関が必要であることを示すシナリオです.米国や中国、さらには欧州連合などの大きな主題の力を均衡させることができます。 これは、たとえばアフリカ諸国連合などの既存の組織の保護の下で共通の行動を促進し、その国際的価値を強化することを目的とした、これらのアクターに含まれていない国の政治的努力を意味します。 具体的なリスクは、これらの問題が新たな国際的緊張を引き起こし、すでに深刻な影響を受けている歴史的な段階で、世界的な危機の要因を増大させる可能性があることです。
يمر النظام التجاري العالمي بأزمة
يبدو أن وظيفة منظمة التجارة العالمية لم تعد تستفيد من تلك المشاركة بين الدول ، التي تمليها الحاجة إلى تشجيع العملية ، التي يعود تاريخها إلى التسعينيات من القرن الماضي ، لعولمة العالم ، التي تُفهم على أنها إرادة الاقتصادات الكبرى لتفضيل مجموعة معقدة من القواعد القادرة على ضمان التجارة الحرة. لقد كان إجراءً مباشرًا ضد حماية الدولة وما ترتب عليه من رغبة في قطع المساعدات الحكومية للشركات والإلغاء الجزئي للسياسات الجمركية ، بناءً على الرسوم والضرائب على السلع والخدمات من الخارج. يبدو أن إحياء القوميات ، السياسية والعسكرية ، وقبل كل شيء الاقتصادية ، قد أوقف عملية تحرير السوق ، ولم يتبق سوى الأجزاء الأسوأ من آثار العولمة: مثل ضغط الأجور وما يترتب على ذلك من زيادة في عدم المساواة ، سواء على المستوى الداخلي ، بين الطبقات الاجتماعية ، وعلى المستوى الدولي ، على أساس الاختلاف العميق في ثروة الأمم. هناك من يلوم سياسة الولايات المتحدة بسبب رئاسة ترامب من قبل ، ورئاسة بايدن الآن. ومع ذلك ، فإن تصرفات الولايات المتحدة الأمريكية نشأت من سلوك الصين ، التي من أجل تحقيق أهداف النمو التي حددتها ، استندت في عملها الاقتصادي إلى سياسة دولة قوية ، تتميز بسلطوية كبيرة ، لا يمكن التوفيق بينها وبين هيكل تجاري مبني على أنظمة ديمقراطية. لا يزال صحيحًا أن بايدن ، وهو عالم دولي بالاسم ، أوقف عمل منظمة التجارة العالمية ، ومنعها من تعيين مسؤولين في هيئة الاستئناف التابعة لمنظمة التجارة العالمية ، والتي لها على وجه التحديد وظيفة الفصل في النزاعات. النقطة المركزية هي أن منظمة التجارة العالمية يمكنها السماح بإدخال التعريفات التجارية ، فقط في حالة قضايا الأمن القومي ، لكن واشنطن تعترض على هذا النهج ، بحجة أن هذا الإسناد يخص البيت الأبيض فقط ، في حالة السيادة الأمريكية. إن أحد شروط عمل نظام التجارة العالمي ، والذي يجب أن تضمنه منظمة التجارة العالمية ، هو بالتحديد الاتفاق الضمني بين الدول على عدم اللجوء إلى حجة الأمن القومي ، إذا فشل ذلك ، فسيتعين إعادة صياغة النظام بأكمله. من ناحية أخرى ، لا يسمح الهيكل المؤسسي للصين بالسيطرة مثل تلك التي يمكن أن تمارسها منظمة التجارة العالمية على الدول الديمقراطية ، حيث تكون عملية العلاقات بين الدولة والشركات مرئية تمامًا ، بينما في الدولة الصينية يختلط الاختلاط بين لا يمكن التمييز بين القطاعين العام والخاص ، كما يصعب التأكد من نظام الدعم والممارسات الحمائية. إن السلوك الأمريكي ، الذي أدانته أوروبا أيضًا ، هو في الأساس رد فعل على نزعة بكين الحمائية ، والتي تؤدي في الواقع إلى شل منظمة التجارة العالمية ، وعدم قدرتها على أداء دورها كحكم. يؤدي هذا إلى العودة إلى الماضي مع تزايد حظر التجارة الدولية بسبب التعريفات الوطنية وحماية المنتجات الدولية. من الناحية العملية ، سوف يفي تطور التجارة الدولية بسلسلة من الاتفاقيات الإقليمية ، بناءً على التسهيلات الاقتصادية والسياسية ، مع تنظيم النزاعات ، ليس من قبل جهة فاعلة فوق وطنية ، ولكن من خلال المفاوضات السياسية والتجارية ، والتي ستتم على الأجزاء النسبية المعنية. ، دون التأثير على السيناريو العالمي. من المحتمل أن تكون تلك التي سيتم إطلاقها هي علاقات قوة غير متوازنة لصالح جهات فاعلة ذات قدرات أكبر على حساب البلدان الصغيرة: سيناريو يشير إلى الحاجة إلى المزيد والمزيد من الهيئات فوق الوطنية ، بناءً على المعايير الجغرافية أو حتى على المصالح المشتركة المتبادلة ، قادر على موازنة قوة الموضوعات الكبيرة مثل الولايات المتحدة أو الصين أو حتى الاتحاد الأوروبي. وهذا يعني بذل جهد سياسي للبلدان غير المدرجة في هذه الجهات الفاعلة ، بهدف تعزيز الإجراءات المشتركة تحت رعاية المنظمات القائمة بالفعل ، مثل ، على سبيل المثال ، اتحاد الدول الأفريقية ، لتعزيز قيمتها الدولية. الخطر الملموس هو أن هذه القضايا يمكن أن تسبب توترات دولية جديدة ، مما سيزيد من عوامل الأزمة العالمية ، في مرحلة تاريخية متأثرة بالفعل بشدة.
venerdì 10 febbraio 2023
Putin bombarda l'Ucraina, dopo la visita di Zelensky in Europa
L’accoglienza dei paesi dell’Unione Europea, tributata al presidente ucraino, Zelensky, ha provocato la dura reazione di Mosca, irritata per il trattamento da eroe della difesa della nazione aggredita. Sono, fondamentalmente, due gli aspetti che danno fastidio a Putin: il primo è la rilevanza internazionale, che la visita in Europa di Zelensky, ha permesso di dare alla questione ucraina ed alla sua invasione, permettendo di fare capire al mondo che l’Europa appoggia Kiev in maniera praticamente compatta, una rilevanza poco gradita ad un Cremlino sempre più isolato sul piano internazionale; la seconda, ben peggiore sul piano militare, è stata la promessa di ulteriori aiuti militari, che potrebbero arrivare fino agli aerei da combattimento. La ritorsione è stata un massiccio bombardamento con missili da crociera partiti dalle navi russe stanziate vicino alla Crimea e dai territori ucraini orientali, occupati dalle truppe russe. Malgrado la comunicazione del capo delle forze ucraine, nessun missile ha attraversato la Romania, paese appartenente all’Alleanza Atlantica, che è comunque stata sfiorata dal passaggio di un vettore ad appena 35 chilometri dai suoi confini, provocando l’allerta delle procedure NATO. Ad essere attraversata da almeno un missile russo è stata la nazione della Moldavia, che è paese candidato ad entrare nell’Unione Europea. Come al solito Putin minaccia da vicino l’Alleanza Atlantica, andando vicino all’errore in grado di provocare il conflitto ed invade lo spazio aereo di una nazione non coinvolta nel conflitto. D’altro lato il Cremlino ritiene le forniture e l’addestramento fornite dai paesi occidentali alle forze armate ucraine, una partecipazione indiretta al conflitto al fianco di Kiev. I bombardamenti hanno colpito, oltre la capitale Kiev, altre importanti città del paese, ed hanno avuto il duplice scopo di distruggere infrastrutture vitali, quali centrali elettriche e reti di distribuzione di energia, continuando nella politica di aggravare la situazione dei civili per generare dall’interno una contrarietà al governo ucraino in carica: tentativo fallito e con poche speranze che raggiunga l’obiettivo. L’uso massiccio di missili ha obbligato la contraerea ucraina ad un elevato quantitativo numerico di missili antiaerei, che ha intercettato ben il 70% dei missili russi, ma, nel contempo, ne ha svuotato gli arsenali, un ulteriore fattore ha contribuito a ciò: l’intercettazione dei droni di fabbricazione iraniana, che sono stati annientati all’80%. La strategia russa può essere quella di indebolire le contromisure del nemico in attesa del tanto temuto attacco di primavera. Proprio per questo motivo il viaggio di Zelensky è stato necessario per richiedere urgenti forniture di nuove armi, per l’occidente la sconfitta della Russia è necessaria per limitare il capo del Cremlino e portarlo ad eventuali trattative in posizione sfavorevole. Rimane, però, nel novero delle possibilità che il confronto tra occidente e Russia possa diventare diretto, soprattutto, se Mosca non riuscirà nei suoi intenti e si vedrà costretta ad usare le armi atomiche a corto raggio, determinando così la risposta degli Stati Uniti e dei suoi alleati.
Putin bombs Ukraine after Zelensky's visit to Europe
The welcome of the countries of the European Union, bestowed on the Ukrainian president, Zelensky, provoked a harsh reaction from Moscow, irritated by the treatment of a defense hero of the attacked nation. There are basically two aspects that annoy Putin: the first is the international significance that Zelensky's visit to Europe made it possible to give to the Ukrainian question and its invasion, allowing the world to understand that Europe it supports Kiev in a practically compact manner, an aspect that is not very welcome in a Kremlin that is increasingly isolated on an international level; the second, much worse from a military point of view, was the promise of further military aid, which could go as far as fighter planes. The retaliation was a massive bombardment with cruise missiles fired from Russian ships stationed near the Crimea and eastern Ukrainian territories, occupied by Russian troops. Despite the communication from the head of the Ukrainian forces, no missiles have crossed Romania, a country belonging to the Atlantic Alliance, which has in any case been grazed by the passage of a carrier just 35 kilometers from its borders, causing the alert of NATO procedures. To be crossed by at least one Russian missile was the nation of Moldova, which is a candidate country to join the European Union. As usual, Putin threatens the Atlantic Alliance closely, coming close to the error capable of causing the conflict and invades the airspace of a nation not involved in the conflict. On the other hand, the Kremlin considers the supplies and training provided by Western countries to the Ukrainian armed forces an indirect participation in the conflict alongside Kiev. In addition to the capital Kiev, the bombings hit other important cities in the country, and had the dual purpose of destroying vital infrastructure, such as power plants and energy distribution networks, continuing the policy of aggravating the situation of civilians to generate from internally an opposition to the current Ukrainian government: a failed attempt and with little hope that it will achieve its goal. The massive use of missiles has forced the Ukrainian anti-aircraft to a high numerical quantity of anti-aircraft missiles, which has intercepted 70% of Russian missiles, but, at the same time, has emptied the arsenals, another factor has contributed to this: the interception of Iranian-made drones, which were 80% annihilated. The Russian strategy may be to weaken the enemy's countermeasures in anticipation of the much feared spring attack. Precisely for this reason Zelensky's trip was necessary to request urgent supplies of new weapons, for the West the defeat of Russia is necessary to limit the head of the Kremlin and bring him to any negotiations in an unfavorable position. However, it remains among the possibilities that the confrontation between the West and Russia could become direct, above all, if Moscow fails in its intentions and will be forced to use short-range atomic weapons, thus determining the response of the United States and the his allies.
Putin bombardea Ucrania tras visita de Zelensky a Europa
La acogida de los países de la Unión Europea al presidente ucraniano, Zelensky, provocó una dura reacción en Moscú, irritada por el trato dado a un héroe de la defensa de la nación agredida. Básicamente hay dos aspectos que molestan a Putin: el primero es la trascendencia internacional que la visita de Zelensky a Europa permitió dar a la cuestión ucraniana y a su invasión, permitiendo que el mundo comprendiera que Europa apoya a Kiev de una manera prácticamente compacta, una aspecto que no es muy bienvenido en un Kremlin cada vez más aislado a nivel internacional; el segundo, mucho peor desde el punto de vista militar, fue la promesa de más ayuda militar, que podría llegar hasta los aviones de combate. La represalia fue un bombardeo masivo con misiles de crucero disparados desde barcos rusos estacionados cerca de Crimea y los territorios del este de Ucrania, ocupados por tropas rusas. Pese al comunicado del jefe de las fuerzas ucranianas, ningún misil ha atravesado Rumanía, país perteneciente a la Alianza Atlántica, que de todos modos ha sido rozado por el paso de un portaaviones a tan solo 35 kilómetros de sus fronteras, provocando la alerta de la OTAN. procedimientos. Para ser atravesada por al menos un misil ruso fue la nación de Moldavia, que es un país candidato para unirse a la Unión Europea. Como de costumbre, Putin amenaza de cerca a la Alianza Atlántica, acercándose al error capaz de provocar el conflicto e invade el espacio aéreo de una nación no involucrada en el conflicto. Por otro lado, el Kremlin considera que los suministros y entrenamiento proporcionados por los países occidentales a las fuerzas armadas ucranianas son una participación indirecta en el conflicto junto a Kiev. Además de la capital Kiev, los bombardeos golpearon otras ciudades importantes del país, y tenían el doble propósito de destruir infraestructura vital, como centrales eléctricas y redes de distribución de energía, continuando con la política de agravar la situación de los civiles para generar internamente una oposición al actual gobierno ucraniano: un intento fallido y con pocas esperanzas de que logre su objetivo. El uso masivo de misiles ha obligado a la antiaérea ucraniana a una elevada cantidad numérica de misiles antiaéreos, lo que ha interceptado el 70% de los misiles rusos, pero, al mismo tiempo, ha vaciado los arsenales, otro factor que ha contribuido a ello. : la intercepción de drones de fabricación iraní, que fueron aniquilados en un 80%. La estrategia rusa puede ser debilitar las contramedidas del enemigo en previsión del tan temido ataque de primavera. Precisamente por eso era necesario el viaje de Zelensky para solicitar suministros urgentes de nuevas armas, para Occidente la derrota de Rusia es necesaria para limitar al jefe del Kremlin y llevarlo a cualquier negociación en una posición desfavorable. Sin embargo, queda entre las posibilidades que el enfrentamiento entre Occidente y Rusia se torne directo, sobre todo, si Moscú fracasa en sus propósitos y se ve obligada a utilizar armas atómicas de corto alcance, determinando así la respuesta de Estados Unidos y los Estados Unidos. sus aliados
Putin bombardiert die Ukraine nach Selenskyjs Besuch in Europa
Der Empfang durch die Länder der Europäischen Union, der dem ukrainischen Präsidenten Selenskyj zuteil wurde, löste eine scharfe Reaktion Moskaus aus, das sich über die Behandlung eines Verteidigungshelden der angegriffenen Nation irritierte. Es gibt im Grunde zwei Aspekte, die Putin ärgern: Der erste ist die internationale Bedeutung, die Selenskyjs Besuch in Europa der ukrainischen Frage und ihrer Invasion ermöglicht hat, und der Welt begreiflich machen lässt, dass Europa Kiew praktisch kompakt unterstützt, ein Aspekt, der in einem zunehmend international isolierten Kreml nicht sehr willkommen ist; der zweite, militärisch viel schlimmere, war die Zusage weiterer militärischer Hilfe, die bis hin zu Kampfflugzeugen gehen konnte. Die Vergeltung bestand in einem massiven Bombardement mit Marschflugkörpern, die von russischen Schiffen abgefeuert wurden, die in der Nähe der Krim und der von russischen Truppen besetzten ostukrainischen Gebiete stationiert waren. Trotz der Mitteilung des Chefs der ukrainischen Streitkräfte haben keine Raketen Rumänien überquert, ein Land, das der Atlantischen Allianz angehört, das ohnehin nur 35 Kilometer von seinen Grenzen entfernt von der Passage eines Trägers gestreift wurde, was die Alarmierung der NATO auslöste Verfahren. Von mindestens einer russischen Rakete sollte die Nation Moldawien überquert werden, die ein Kandidatenland für den Beitritt zur Europäischen Union ist. Wie üblich droht Putin dem Atlantischen Bündnis aufs Schärfste, nähert sich dem Fehler, der den Konflikt verursachen könnte, und dringt in den Luftraum einer Nation ein, die nicht am Konflikt beteiligt ist. Andererseits betrachtet der Kreml die Versorgung und Ausbildung der ukrainischen Streitkräfte durch westliche Länder als indirekte Beteiligung am Konflikt neben Kiew. Neben der Hauptstadt Kiew trafen die Bombenanschläge andere wichtige Städte des Landes und hatten den doppelten Zweck, lebenswichtige Infrastrukturen wie Kraftwerke und Energieverteilungsnetze zu zerstören und die Politik fortzusetzen, die Situation der Zivilbevölkerung zu verschärfen, um aus dem eigenen Land herauszukommen Opposition gegen die derzeitige ukrainische Regierung: ein gescheiterter Versuch und mit wenig Hoffnung, dass sie ihr Ziel erreichen wird. Der massive Einsatz von Flugkörpern hat die ukrainische Flugabwehr zu einer zahlenmäßig hohen Anzahl von Flugabwehrraketen gezwungen, die 70 % der russischen Flugkörper abgefangen, aber gleichzeitig die Arsenale geleert hat, ein weiterer Faktor hat dazu beigetragen : das Abfangen von im Iran hergestellten Drohnen, die zu 80 % vernichtet wurden. Die russische Strategie könnte darin bestehen, die Gegenmaßnahmen des Feindes in Erwartung des viel gefürchteten Frühjahrsangriffs zu schwächen. Gerade aus diesem Grund war Selenskyjs Reise notwendig, um dringend neue Waffenlieferungen anzufordern, für den Westen ist die Niederlage Russlands notwendig, um den Kremlchef einzuschränken und ihn zu allen Verhandlungen in eine ungünstige Position zu bringen. Zu den Möglichkeiten gehört jedoch, dass die Konfrontation zwischen dem Westen und Russland vor allem dann direkt werden könnte, wenn Moskau in seinen Absichten scheitert und zum Einsatz von Atomwaffen mit kurzer Reichweite gezwungen wird, was die Reaktion der Vereinigten Staaten und der USA bestimmt seine Verbündeten.
Poutine bombarde l'Ukraine après la visite de Zelensky en Europe
L'accueil des pays de l'Union européenne, réservé au président ukrainien Zelensky, a provoqué une réaction virulente de Moscou, irritée par le traitement réservé à un héros de la défense de la nation agressée. Il y a au fond deux aspects qui agacent Poutine : le premier est la portée internationale que la visite de Zelensky en Europe a permis de donner à la question ukrainienne et à son invasion, permettant au monde de comprendre que l'Europe soutient Kiev de manière pratiquement compacte, une aspect peu apprécié dans un Kremlin de plus en plus isolé sur le plan international ; la seconde, bien pire d'un point de vue militaire, était la promesse d'une aide militaire supplémentaire, pouvant aller jusqu'aux avions de chasse. Les représailles ont été un bombardement massif avec des missiles de croisière tirés depuis des navires russes stationnés près de la Crimée et des territoires de l'est de l'Ukraine, occupés par les troupes russes. Malgré la communication du chef des forces ukrainiennes, aucun missile n'a traversé la Roumanie, pays appartenant à l'Alliance atlantique, qui a en tout cas été frôlé par le passage d'un porte-avions à seulement 35 kilomètres de ses frontières, provoquant l'alerte de l'OTAN. procédures. Être traversé par au moins un missile russe était la nation de la Moldavie, qui est un pays candidat à l'adhésion à l'Union européenne. Comme à son habitude, Poutine menace de près l'Alliance atlantique, s'approche de l'erreur susceptible de provoquer le conflit et envahit l'espace aérien d'une nation non impliquée dans le conflit. En revanche, le Kremlin considère le ravitaillement et l'entraînement fournis par les pays occidentaux aux forces armées ukrainiennes comme une participation indirecte au conflit aux côtés de Kiev. En plus de la capitale Kiev, les bombardements ont frappé d'autres villes importantes du pays, et avaient le double objectif de détruire des infrastructures vitales, telles que des centrales électriques et des réseaux de distribution d'énergie, de poursuivre la politique d'aggravation de la situation des civils pour générer à partir de l'intérieur un opposition au gouvernement ukrainien actuel : une tentative ratée et avec peu d'espoir qu'il atteindra son objectif. L'utilisation massive de missiles a contraint l'anti-aérien ukrainien à une grande quantité numérique de missiles anti-aériens, qui a intercepté 70% des missiles russes, mais, en même temps, a vidé les arsenaux, un autre facteur a contribué à cela : l'interception de drones de fabrication iranienne, anéantis à 80 %. La stratégie russe pourrait consister à affaiblir les contre-mesures ennemies en prévision de l'attaque printanière tant redoutée. C'est précisément pour cette raison que le voyage de Zelensky était nécessaire pour demander des fournitures urgentes de nouvelles armes, pour l'Occident la défaite de la Russie est nécessaire pour limiter le chef du Kremlin et l'amener à toute négociation dans une position défavorable. Cependant, il reste parmi les possibilités que la confrontation entre l'Occident et la Russie puisse devenir directe, surtout si Moscou échoue dans ses intentions et est contraint d'utiliser des armes atomiques à courte portée, déterminant ainsi la réponse des États-Unis et de la ses alliés.
Putin bombardeia a Ucrânia após visita de Zelensky à Europa
A acolhida dos países da União Européia, concedida ao presidente ucraniano, Zelensky, provocou uma dura reação de Moscou, irritada com o tratamento dado a um herói da defesa da nação atacada. Existem basicamente dois aspectos que incomodam Putin: o primeiro é o significado internacional que a visita de Zelensky à Europa possibilitou dar à questão ucraniana e sua invasão, permitindo ao mundo entender que a Europa apoia Kiev de forma praticamente compacta, uma aspecto pouco bem-vindo num Kremlin cada vez mais isolado a nível internacional; a segunda, muito pior do ponto de vista militar, era a promessa de mais ajuda militar, que poderia ir até aviões de combate. A retaliação foi um bombardeio maciço com mísseis de cruzeiro disparados de navios russos estacionados perto da Crimeia e dos territórios do leste ucraniano, ocupados por tropas russas. Apesar da comunicação do chefe das forças ucranianas, nenhum míssil atravessou a Romênia, país pertencente à Aliança Atlântica, que de qualquer forma foi atingido pela passagem de um porta-aviões a apenas 35 quilômetros de suas fronteiras, causando o alerta da OTAN procedimentos. A ser atravessada por pelo menos um míssil russo foi a nação da Moldávia, que é um país candidato à adesão à União Europeia. Como de praxe, Putin ameaça de perto a Aliança Atlântica, chegando perto do erro capaz de causar o conflito e invade o espaço aéreo de uma nação não envolvida no conflito. Por outro lado, o Kremlin considera os suprimentos e treinamento fornecidos pelos países ocidentais às forças armadas ucranianas uma participação indireta no conflito ao lado de Kiev. Além da capital Kiev, os atentados atingiram outras cidades importantes do país, e tiveram o duplo propósito de destruir infraestruturas vitais, como usinas e redes de distribuição de energia, dando continuidade à política de agravar a situação dos civis para gerar internamente uma oposição ao atual governo ucraniano: uma tentativa fracassada e com poucas esperanças de atingir seu objetivo. O uso massivo de mísseis obrigou a antiaérea ucraniana a uma alta quantidade numérica de mísseis antiaéreos, que interceptou 70% dos mísseis russos, mas, ao mesmo tempo, esvaziou os arsenais, outro fator contribuiu para isso : a interceptação de drones de fabricação iraniana, que foram 80% aniquilados. A estratégia russa pode ser enfraquecer as contramedidas do inimigo em antecipação ao tão temido ataque de primavera. Precisamente por isso a viagem de Zelensky foi necessária para solicitar suprimentos urgentes de novas armas, para o Ocidente a derrota da Rússia é necessária para limitar o chefe do Kremlin e levá-lo a qualquer negociação em uma posição desfavorável. No entanto, permanece entre as possibilidades que o confronto entre o Ocidente e a Rússia possa se tornar direto, sobretudo, se Moscou falhar em suas intenções e for forçada a usar armas atômicas de curto alcance, determinando assim a resposta dos Estados Unidos e do seus aliados.
Путин бомбит Украину после визита Зеленского в Европу
Прием стран Евросоюза, оказанный украинскому президенту Зеленскому, вызвал резкую реакцию Москвы, раздраженной обращением с героем обороны подвергшегося нападению народа. Есть в основном два аспекта, которые раздражают Путина: первый – это международное значение, которое визит Зеленского в Европу позволил придать украинскому вопросу и его вторжению, позволив миру понять, что Европа поддерживает Киев практически компактно, аспект, который не очень приветствуется в Кремле, который становится все более изолированным на международном уровне; вторым, гораздо худшим с военной точки зрения, было обещание дальнейшей военной помощи, которая могла доходить до истребителей. Ответом стал массированный обстрел крылатыми ракетами с российских кораблей, дислоцированных вблизи Крыма и восточноукраинских территорий, оккупированных российскими войсками. Несмотря на сообщение главы украинских сил, ни одна ракета не пересекла территорию Румынии, страны, входящей в Атлантический альянс, которая в любом случае была задета проходом авианосца всего в 35 километрах от ее границ, что вызвало тревогу НАТО. процедуры. По крайней мере, одна российская ракета должна пересечь территорию Молдовы, которая является страной-кандидатом на вступление в Европейский Союз. Как обычно, Путин вплотную угрожает Атлантическому альянсу, приближаясь к ошибке, способной вызвать конфликт, и вторгается в воздушное пространство страны, не вовлеченной в конфликт. С другой стороны, Кремль считает снабжение и обучение западных стран украинских вооруженных сил косвенным участием в конфликте на стороне Киева. Помимо столицы Киева, бомбардировки поразили другие важные города страны и преследовали двойную цель: разрушить жизненно важную инфраструктуру, такую как электростанции и распределительные сети, продолжая политику ухудшения положения мирного населения для создания внутренних оппозиции действующей украинской власти: неудачная попытка и мало надежды на то, что она добьется своей цели. Массированное применение ракет вынудило украинскую ПВО к большому численному количеству зенитно-ракетных комплексов, которые перехватили 70% российских ракет, но, в то же время, опустошили арсеналы, этому способствовал еще один фактор : перехват беспилотников иранского производства, которые были уничтожены на 80%. Российская стратегия может заключаться в том, чтобы ослабить контрмеры противника в ожидании весеннего нападения, которого так опасаются. Именно по этой причине поездка Зеленского была необходима для запроса срочных поставок нового оружия, для Запада поражение России необходимо, чтобы ограничить главу Кремля и поставить его на любые переговоры в невыгодное положение. Однако остается среди возможностей, что конфронтация между Западом и Россией может стать прямой, прежде всего, если Москва не справится со своими намерениями и будет вынуждена применить атомное оружие малой дальности, определяя тем самым реакцию США и США. его союзники.
普京在澤倫斯基訪問歐洲後轟炸烏克蘭
歐盟國家對烏克蘭總統澤倫斯基的歡迎激起了莫斯科的強烈反應,對受攻擊國家的國防英雄的待遇感到惱火。 基本上有兩個方面讓普京感到惱火:首先是澤倫斯基訪問歐洲使烏克蘭問題及其入侵成為可能的國際意義,讓世界了解歐洲以實際緊湊的方式支持基輔,以及在國際上日益孤立的克里姆林宮中,這一點不太受歡迎; 其次,從軍事角度來看更糟糕的是,承諾提供進一步的軍事援助,甚至可以提供戰鬥機。 報復是從駐紮在被俄羅斯軍隊佔領的克里米亞和烏克蘭東部領土附近的俄羅斯船隻發射的巡航導彈進行的大規模轟炸。 儘管有烏克蘭軍隊首腦的通知,但沒有導彈越過屬於大西洋聯盟的羅馬尼亞,無論如何,一艘航母在距離其邊界僅 35 公里的地方通過,這引起了北約的警惕程序。 被至少一枚俄羅斯導彈越過的是摩爾多瓦國家,該國是加入歐盟的候選國家。 像往常一樣,普京密切威脅大西洋聯盟,接近可能導致衝突的錯誤併入侵未捲入衝突的國家的領空。 另一方面,克里姆林宮認為,西方國家向烏武裝提供物資和訓練,是與基輔一道間接參與衝突。 除了首都基輔外,爆炸還襲擊了該國其他重要城市,其雙重目的是摧毀發電廠和能源分配網絡等重要基礎設施,繼續實施加劇平民處境的政策反對現任烏克蘭政府:一次失敗的嘗試,實現目標的希望渺茫。 導彈的大量使用迫使烏克蘭的防空系統擁有高數量的防空導彈,攔截了俄羅斯 70% 的導彈,但同時清空了武器庫,另一個因素促成了這一點:攔截伊朗製造的無人機,80%被殲滅。 俄羅斯的戰略可能是削弱敵人的反制措施,以應對令人擔憂的春季襲擊。 正是出於這個原因,澤倫斯基的訪問對於請求緊急供應新武器來說是必要的,對於西方來說,俄羅斯的失敗對於限制克里姆林宮的負責人並使他在任何談判中處於不利地位是必要的。 然而,西方和俄羅斯之間直接對抗的可能性仍然存在,最重要的是,如果莫斯科未能實現其意圖並將被迫使用短程原子武器,從而決定美國和美國的反應他的盟友。
ゼレンスキーのヨーロッパ訪問後、プーチンはウクライナを空爆する
ウクライナ大統領ゼレンスキーに与えられた欧州連合諸国の歓迎は、攻撃された国の防衛の英雄の扱いに苛立ち、モスクワから厳しい反応を引き起こした。 プーチン大統領を悩ませているのは、基本的に 2 つの側面がある。1 つ目は、ゼレンスキーのヨーロッパ訪問が、ウクライナ問題とその侵略に与えることを可能にした国際的な重要性であり、ヨーロッパが事実上コンパクトな方法でキエフを支持していることを世界が理解できるようにすることである。国際レベルでますます孤立しているクレムリンではあまり歓迎されない側面。 2 つ目は、軍事的な観点から見てさらに悪いことに、戦闘機にまで及ぶ可能性のある追加の軍事援助の約束でした。 報復は、ロシア軍が占領しているクリミアとウクライナ東部の領土の近くに駐留しているロシアの船から発射された巡航ミサイルによる大規模な砲撃でした。 ウクライナ軍のトップからの通信にもかかわらず、大西洋同盟に属する国であるルーマニアをミサイルが通過したことはなく、国境からわずか35キロ離れた空母の通過によってかすめられ、NATOの警告を引き起こした.手順。 少なくとも 1 つのロシアのミサイルが交差するのは、欧州連合 (EU) への加盟候補国であるモルドバの国でした。 いつものように、プーチンは大西洋同盟を緊密に脅かし、紛争を引き起こす可能性のあるエラーに近づき、紛争に関与していない国の空域に侵入します。 一方、クレムリンは、西側諸国がウクライナ軍に提供する物資と訓練は、キエフとともに紛争に間接的に参加していると考えている。 首都キエフに加えて、爆撃は国の他の重要な都市を襲い、発電所やエネルギー分配ネットワークなどの重要なインフラを破壊するという二重の目的を持っていました。現在のウクライナ政府への反対:失敗した試みであり、その目標を達成する見込みはほとんどありません. ミサイルの大量使用により、ウクライナの対空ミサイルは、ロシアのミサイルの70%を迎撃した大量の対空ミサイルを余儀なくされましたが、同時に、兵器庫を空にしました。別の要因がこれに貢献しました:イラン製無人偵察機の迎撃、80%全滅。 ロシアの戦略は、非常に恐れられている春の攻撃を見越して、敵の対抗手段を弱体化させることかもしれません。 まさにこの理由で、ゼレンスキーの旅行は、新しい武器の緊急供給を要求するために必要でした。西側にとって、ロシアの敗北は、クレムリンの首長を制限し、不利な立場での交渉に彼を連れて行くために必要でした。 しかし、西側とロシアの対立が直接的なものになる可能性は残っており、ロシアがその意図に失敗し、短距離核兵器の使用を余儀なくされた場合、米国とロシアの対応が決定される。彼の同盟国。
بوتين يقصف أوكرانيا بعد زيارة زيلينسكي لأوروبا
أثار ترحيب دول الاتحاد الأوروبي ، الذي منحه الرئيس الأوكراني ، زيلينسكي ، رد فعل قاسًا من موسكو ، غضبًا من معاملة بطل الدفاع للأمة التي تعرضت للهجوم. هناك جانبان أساسيان يزعجان بوتين: الأول هو الأهمية الدولية التي جعلت زيارة زيلينسكي لأوروبا من الممكن إعطاءها للمسألة الأوكرانية وغزوها ، مما أتاح للعالم أن يفهم أن أوروبا تدعم كييف بطريقة مضغوطة عمليًا ، الجانب الذي لا يحظى بترحيب كبير في الكرملين المعزول بشكل متزايد على المستوى الدولي ؛ والثاني ، وهو الأسوأ بكثير من وجهة النظر العسكرية ، هو الوعد بمزيد من المساعدة العسكرية ، والتي يمكن أن تصل إلى الطائرات المقاتلة. كان الرد قصفًا مكثفًا بصواريخ كروز أطلقت من سفن روسية متمركزة بالقرب من شبه جزيرة القرم وأراضي شرق أوكرانيا التي تحتلها القوات الروسية. على الرغم من اتصال قائد القوات الأوكرانية ، لم تمر أي صواريخ عبر رومانيا ، وهي دولة تنتمي إلى حلف الأطلسي ، والتي تعرضت على أي حال لمرور حاملة على بعد 35 كيلومترًا فقط من حدودها ، مما تسبب في حالة تأهب لحلف شمال الأطلسي. إجراءات. كان يجب عبورها بصاروخ روسي واحد على الأقل كانت دولة مولدوفا ، وهي دولة مرشحة للانضمام إلى الاتحاد الأوروبي. كالعادة ، يهدد بوتين الحلف الأطلسي عن كثب ، ويقترب من الخطأ القادر على التسبب في الصراع وغزو المجال الجوي لدولة غير متورطة في الصراع. من ناحية أخرى ، يعتبر الكرملين أن الإمدادات والتدريب الذي توفره الدول الغربية للقوات المسلحة الأوكرانية مشاركة غير مباشرة في الصراع إلى جانب كييف. بالإضافة إلى العاصمة كييف ، ضربت التفجيرات مدنًا مهمة أخرى في البلاد ، وكان الغرض المزدوج منها تدمير البنية التحتية الحيوية ، مثل محطات توليد الكهرباء وشبكات توزيع الطاقة ، واستمرارًا لسياسة تفاقم أوضاع المدنيين لتوليدها من الداخل. معارضة الحكومة الأوكرانية الحالية: محاولة فاشلة وأمل ضئيل في تحقيق هدفها. أدى الاستخدام المكثف للصواريخ إلى إجبار الأوكرانية المضادة للطائرات على كمية عددية عالية من الصواريخ المضادة للطائرات ، والتي اعترضت 70٪ من الصواريخ الروسية ، لكنها في الوقت نفسه أفرغت الترسانات ، وساهم عامل آخر في ذلك. : اعتراض طائرات مسيرة إيرانية الصنع ، والتي تم القضاء عليها بنسبة 80٪. قد تكون الإستراتيجية الروسية هي إضعاف الإجراءات المضادة للعدو تحسباً لهجوم الربيع الذي كان يخشى الكثير. لهذا السبب بالتحديد ، كانت رحلة زيلينسكي ضرورية لطلب إمدادات عاجلة من الأسلحة الجديدة ، بالنسبة للغرب ، فإن هزيمة روسيا ضرورية لتقييد رأس الكرملين وإحضاره إلى أي مفاوضات في موقف غير موات. ومع ذلك ، لا يزال من بين الاحتمالات أن المواجهة بين الغرب وروسيا يمكن أن تصبح مباشرة ، قبل كل شيء ، إذا فشلت موسكو في نواياها وستضطر إلى استخدام أسلحة ذرية قصيرة المدى ، وبالتالي تحديد رد فعل الولايات المتحدة و حلفاءه.