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giovedì 11 luglio 2013

الصين: تراجع في الصادرات

كان الانخفاض في الصادرات الصينية أقل من 3.1٪، في يونيو، مقارنة بالفترة نفسها من العام الماضي. وهذا هو أول شخصية سلبية من يناير 2012، قيمة يعيق النظرة الإيجابية للحكومة الصينية والذي يطرح مشاكل للانتعاش الاقتصاد العالمي الذي طال انتظاره. جنبا إلى جنب مع وسجلت أيضا تراجعا في الصادرات انخفضت انخفاضا في الواردات بنسبة 0.7٪ مقارنة مع أولئك من عام 2012. ظاهرة نزول الصادرات، في جزء منه، وتأثرت أيضا من خلال تصرفات احتيالية من فواتير مزورة للفترة السابقة، وهي ممارسة قد يعاقب بشدة من قبل الحكومة الجديدة، والذي أجبر المصدرين لإنتاج القيمة التي ضباط الجمارك النظر الصينية الصورة أصدق من التجارة الخارجية. لكن هذا لا يكفي لتبرير انخفاض الثقيلة، التي تأثرت بسبب ضعف الطلب الخارجي الناجم عن الركود العالمي، وارتفاع قيمة الدولار، الذي وزنه على تصدير المواد الخام، وقوة العملة يوان، والتي كان لها تأثير على ' تصدير المنتجات النهائية وارتفاع تكلفة العمالة في الصين، وهي مضطرة الآن للعمل سياسات نقل الإنتاج في المناطق التي تكون فيها سوق العمل لديها أقل التكاليف. المقارنة مع البيانات المتوقع هو لا ترحم، والاقتصاديين، في الواقع، كان قد تنبأ بزيادة قدرها 4٪ من الصادرات والواردات، وحتى ثمانية في المائة. سيناريو يتصور كان، بالتالي، زيادة في ثروة البلاد أخيرا قادرة على تحفيز السوق حتى الآن لم يتم استغلالها بالكامل وأنه، بالإضافة إلى كونها عاملا في النمو الإجمالي للاقتصاد الصيني، قد يعني عاملا رئيسيا في خفض التوتر من خلال تحفيز الاستهلاك الاجتماعي. هذا الهدف هو أمر حيوي لحكومة جديدة، لم يتم التوصل حتى لتدفق كبير لرأس المال الى خارج البلاد من دون مساعدة على خلق الاستثمارات وفرص العمل وبالتالي الثروة داخل الصين. يجب الاعتراف تنفيذي جديد أنه لن يقبل بغير تباطؤ النمو في مكافحة عدم المساواة الاجتماعية والفساد، لتشجيع سياسة أكثر تدريجيا الحقوق والضمانات في مكان العمل، ولكن انخفاض في نمو مرتفعة جدا، مما اضطر السلطة التنفيذية بكين لمعالجة المشاكل المتصلة بحماية الوظائف، والذي هو حصن الأولى ضد التوترات الاجتماعية. للقيام بذلك بكين ينبغي أن تركز على أولئك الذين هم أكثر الأسواق المربحة لإنتاج الصينية: الولايات المتحدة، حيث انخفضت الصادرات بنسبة 5.4٪ ومنطقة الاتحاد الأوروبي التي خفضت الواردات من جمهورية الصين الشعبية بشكل جيد ثمانية ثلاث نقاط في المئة. هذه القيم أقول كيف يمكن للسياسة توسعية للغاية والإنتاج الصيني الغازية ينبغي تنقيح عميقا في سياق الانكماش الاقتصادي، التي من غير المرجح أن تسمح بعض الوقت لأداء ونمو مزدوج الرقم. وللحكومة الصينية الجديدة لن تكون كافية لمعالجة الأسواق الجديدة والناشئة، لم تكن بعد قادرة على ملء الفجوة التي أنشأتها الدول الغربية، ولكن سيكون لديك للتفكير بجدية لاستغلال السوق المحلية الضخمة، وهذه المرة في اقتناع وتحديدها. توفير سيولة كبيرة قد تتيح للدولة الصينية على تحمل مستويات نمو أقل، مع تحقيق سياسة اقتصادية يمكن القيام به لتنمو على نحو أكثر توازنا النسيج الاجتماعي للبلد، وبالتالي ترشيد الموارد القيمة.

mercoledì 10 luglio 2013

Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti finanziano il nuovo governo dell'Egitto

I finanziamenti che l’Egitto riceverà da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, rispettivamente di 5.000 milioni di dollari e di 3.000 milioni di dollari, rappresentano l’approvazione del cambio politico operato con la deposizione di Mursi e dimostrano l’ostilità dei due maggiori paesi del Golfo Persico al movimento dei Fratelli Musulmani. Sia Abu Dhabi che Riyad sono state tra le prime capitali a congratularsi con Il Cairo per la nuova impostazione politica del paese a differenza del comune alleato, il Qatar, che aveva sostenuto finanziariamente l’Egitto negli ultimi due anni. Questa differenza di visione, giunta anche all’irritazione diplomatica turca, può segnare una diatriba all’interno del mondo arabo sunnita, dove stanno prendendo campo due visioni opposte nella visione degli equilibri regionali. I movimenti come i Fratelli musulmani, in verità non sono mai stati graditi ai governi di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, per la loro intransigenza, sia nelle questioni interne che internazionali; è singolare che questa diffidenza provenga da stati dove l’osservanza dei precetti musulmani è tra le più strette, tuttavia quello che turba Riyad ed Abu Dhabi è più la parte degli equilibri internazionali, che il versante interno. I due paesi del Golfo temono una pericolosa escalation dei movimenti fondamentalisti in una nazione particolarmente influente nel mondo arabo, come l’Egitto, che, oltre tutto, si trova nella delicata posizione geopolitica data dal confine con Israele. Con la grave situazione siriana, dagli esiti sempre più incerti, una alterazione della stabilità tra Il Cairo e Tel Aviv verrebbe a rappresentare una minaccia concreta per l’equilibrio del medio oriente. Non è escluso che dietro la mossa dei due paesi vi sia anche un accordo con gli USA, che preferiscono non apparire direttamente nelle vicende interne del mondo arabo, secondo la nuova dottrina politica di Obama. Gli aiuti economici acuiranno il fastidio turco per la deposizione di Mursi, perché rappresentano una visione diametralmente opposta a quanto sperato da l’Ankara e cioè uno sviluppo di forme di governo moderatamente islamiche capaci di governare lo sviluppo del mondo arabo. Questa valutazione però non pare neppure più valida neanche per la Turchia dove la ricerca dell’imposizione di regole troppo ispirate a precetti religiosi ha scatenato le proteste di questi giorni. Forse la tattica di Erdogan era un progressivo incremento del peso religioso nelle leggi del paese, sostenuto anche da una pratica analoga in un paese molto importante nel mondo arabo come l’Egitto. Come si vede le due tendenze si scontrano, presumibilmente, con opposti interessi: da una parte ragioni di ordine internazionale impongono un maggiore gradimento dell’intervento dei militari nella vita politica del paese egiziano, dall’altra parte motivi di ordine interno giustificavano lo stravolgimento delle regole democratiche. La partita egiziana, tuttavia è tutt’altro che conclusa ed è in continua evoluzione e per la sua analisi non sono affatto da trascurare queste forze esterne, molto vicine all’Egitto, sia per ragioni geografiche, che, soprattutto, religiose. Come dimostra il finanziamento dei paesi del Golfo e l’attività diplomatica turca le ragioni esogene, alla fine, potranno avere un peso quasi equivalente a quelle endogene; ma per il momento gli aiuti economici arrivati in Egitto possono permettere di alleviare una crisi, che resta, insieme alla materia dei diritti, una delle ragioni costanti delle manifestazioni. Dovrà essere l’operato del nuovo governo egiziano a convertire gli aiuti, forze esogene, in provvedimenti concreti interni, forze endogene, capaci di risollevare l’economia del paese e con essi dare una maggiore serenità al sistema sociale per arrivare in fondo alla crisi politica.

Saudi Arabia and the United Arab Emirates fund the new government of Egypt

The loans that Egypt will receive from Saudi Arabia and the United Arab Emirates, respectively, of 5,000 million dollars and 3,000 million dollars, represent the approval of the policy change work with the deposition of Mursi and demonstrate the hostility of the two largest countries the Persian Gulf to the Muslim Brotherhood movement. Both Abu Dhabi to Riyadh were among the first to congratulate capital Cairo for the new political approach of the country as opposed to the common ally, Qatar, who had financially supported Egypt in the last two years. This difference in vision, now also Turkish diplomatic irritation, can score a dispute within the Sunni Arab world, where they are taking the field in two opposing vision of regional balance. The movements such as the Muslim Brotherhood, in truth were never thanked the governments of Saudi Arabia and the United Arab Emirates, for their intransigence, both in the internal and international, it is remarkable that this distrust come from states where the observance of the precepts Muslims is one of the closest, but what disturbs Riyadh and Abu Dhabi is the international balance of power, that the inner slope. The two Gulf states fear a dangerous escalation of the fundamentalist movements in a particularly influential country in the Arab world, such as Egypt, which, after all, lies in the delicate geopolitical position date from the border with Israel. With the serious situation in Syria, the outcome more uncertain, an alteration of the stability between Cairo and Tel Aviv would have represented a real threat to the balance of the Middle East. It is possible that behind the move of the two countries there is also an agreement with the U.S., who prefer not to look directly into the internal affairs of the Arab world, according to the new political doctrine of Obama. Economic aid exacerbate the hassle turkish for the deposition of Mursi, because they represent a view diametrically opposed to what is hoped to Ankara, namely the development of moderately Islamic forms of government capable of governing the development of the Arab world. This assessment, however, does not seem even longer valid even for Turkey where the search for the imposition of rules too inspired by religious precepts has sparked protests in recent days. Perhaps the tactic of Erdogan was a gradual increase of weight in the religious laws of the country, also supported by a similar practice in a very important country in the Arab world such as Egypt. As you can see the two trends collide, presumably, with conflicting interests: on the one hand with the interests of international impose a greater appreciation of the intervention of the military in Egyptian political life of the country, across the grounds of internal justify the distortion of democratic rules. The game Egyptian, however, is far from over and is in constant evolution and its analysis are not to overlook these external forces, very close to Egypt, both for reasons of geography, and, above all, religious. As demonstrated by the financing of the Gulf countries and the activities of the Turkish diplomatic exogenous reasons, in the end, will have a weight almost equivalent to those of endogenous, but for the moment economic aid arrived in Egypt can afford to alleviate a crisis, which remains , along with matter of rights, one of the reasons constants of the demonstrations. Must be the work of the new Egyptian government to redirect aid, exogenous forces, into concrete measures internal, endogenous forces, able to lift the economy of the country and give them a greater confidence to the social system to get to the bottom of the political crisis .

Arabia Saudita y los Emiratos Árabes Unidos a financiar el nuevo gobierno de Egipto

Los préstamos que Egipto recibirá de Arabia Saudita y los Emiratos Árabes Unidos, respectivamente, de 5.000 millones de dólares y 3.000 millones de dólares, representa la aprobación del trabajo por el cambio de política con la deposición de Mursi y demuestran la hostilidad de los dos países más grandes el Golfo Pérsico hasta el movimiento de la Hermandad Musulmana. Tanto Abu Dhabi a Riad fueron de los primeros en felicitar capital de El Cairo para el nuevo enfoque de política del país en comparación con el aliado común, Qatar, que había apoyado financieramente a Egipto en los últimos dos años. Esta diferencia en la visión, irritación diplomática ahora también turco, puede marcar una diferencia en el mundo árabe sunita, donde se están tomando el campo en dos que se opongan visión de equilibrio regional. Los movimientos como la Hermandad Musulmana, en verdad nunca se dieron las gracias a los gobiernos de Arabia Saudita y los Emiratos Árabes Unidos, por su intransigencia, tanto en lo interno como internacional, hay que destacar que esta desconfianza viene de estados en los que la observancia de los preceptos musulmanes es uno de los más cercanos, pero lo que perturba Riad y Abu Dhabi es el equilibrio de poder internacional, que la pendiente interior. Los dos estados del Golfo temen una peligrosa escalada de los movimientos fundamentalistas en un país particularmente influyente en el mundo árabe, como Egipto, que, después de todo, se encuentra en la delicada posición geopolítica fecha de la frontera con Israel. Con la grave situación en Siria, el resultado más incierto, una alteración de la estabilidad entre El Cairo y Tel Aviv habría representado una amenaza real para el equilibrio de Oriente Medio. Es posible que detrás del movimiento de los dos países también existe un acuerdo con los EE.UU., que prefieren no mirar directamente en los asuntos internos del mundo árabe, de acuerdo con la nueva doctrina política de Obama. Ayuda económica exacerba la molestia turco para la deposición de Mursi, ya que representan una visión diametralmente opuesta a lo que se espera de Ankara, a saber, el desarrollo de formas moderadamente islámico de gobierno capaz de gobernar el desarrollo del mundo árabe. Esta evaluación, sin embargo, no parece aún más válido incluso para Turquía, donde la búsqueda de la imposición de reglas demasiado inspirados en los preceptos religiosos ha provocado protestas de los últimos días. Tal vez la táctica de Erdogan fue un aumento gradual de peso en las leyes religiosas del país, también con el apoyo de una práctica similar en un país muy importante en el mundo árabe como Egipto. Como se puede ver las dos tendencias chocan, presumiblemente, con intereses contrapuestos: por un lado, con los intereses de las organizaciones internacionales imponen una mayor apreciación de la intervención de los militares en la vida política egipcia del país, a través de los terrenos de interior justificar la distorsión de la reglas democráticas. El juego de Egipto, sin embargo, está lejos de terminar y está en constante evolución y su análisis son no pasar por alto estas fuerzas externas, muy cerca de Egipto, tanto por razones de geografía y, sobre todo, religiosa. Como lo demuestra la financiación de los países del Golfo y de las actividades de las razones exógenas diplomáticos turcos, al final, tendrá un peso casi equivalente a las de endógeno, pero por el momento la ayuda económica llegó a Egipto puede permitirse el lujo de aliviar una crisis, que sigue siendo , junto con la cuestión de los derechos, una de las razones por las constantes de las manifestaciones. Debe ser el trabajo del nuevo gobierno egipcio de desviar la ayuda, las fuerzas exógenas, en medidas concretas internos, fuerzas endógenas, capaces de sacar a la economía del país y darles una mayor confianza en el sistema social para llegar al fondo de la crisis política .

Saudi-Arabien und die Vereinigten Arabischen Emirate Fonds die neue Regierung von Ägypten

Die Darlehen, die Ägypten aus Saudi-Arabien und den Vereinigten Arabischen Emiraten, bzw. von 5.000 Millionen US-Dollar und 3.000 Millionen US-Dollar erhalten, stellen die Zustimmung der Änderung der Politik die Arbeit mit der Abscheidung von Mursi und demonstrieren die Feindschaft der beiden größten Länder am Persischen Golf auf die Muslimbruderschaft. Sowohl Abu Dhabi nach Riad waren unter den ersten, die Hauptstadt Kairo für den neuen politischen Ansatz des Landes als dem gemeinsamen Verbündeten, Qatar, Ägypten, die finanziell in den letzten zwei Jahren unterstützt hatte im Gegensatz zu gratulieren. Dieser Unterschied in der Vision, jetzt auch türkischen diplomatischen Irritationen, punkten kann ein Streit innerhalb der sunnitischen arabischen Welt, wo sie unter dem Feld sind in zwei gegenüberliegenden Vision regionale Ausgewogenheit. Die Bewegungen wie der Muslimbruderschaft, wurden in Wahrheit nie dankte den Regierungen von Saudi-Arabien und die Vereinigten Arabischen Emirate, für ihre Unnachgiebigkeit, sowohl in der internen als auch international, ist es bemerkenswert, dass dieses Misstrauen aus Staaten kommen, wo die Einhaltung der Vorschriften Muslimen ist einer der engsten, aber was stört Riad und Abu Dhabi ist das internationale Kräfteverhältnis, dass die innere Hang. Die beiden Golfstaaten fürchten eine gefährliche Eskalation der fundamentalistischen Bewegungen in einer besonders einflussreichste Land in der arabischen Welt wie Ägypten, die immerhin in der heiklen geopolitischen Lage aktuell von der Grenze zu Israel liegt. Mit der ernsten Lage in Syrien, das Ergebnis unsicherer, würde eine Veränderung der Stabilität zwischen Kairo und Tel Aviv eine echte Bedrohung für das Gleichgewicht im Nahen Osten vertreten haben. Es ist möglich, dass hinter der Bewegung der beiden Länder gibt es auch ein Abkommen mit den USA, die nicht direkt in die inneren Angelegenheiten der arabischen Welt, nach der neuen politischen Doktrin von Obama bevorzugen. Wirtschaftliche Hilfe verschärfen den Streit türkisch für die Abscheidung von Mursi, weil sie einen Blick diametral zu dem, was nach Ankara, nämlich die Entwicklung der islamischen mäßig Formen der Regierung in der Lage ist, die die Entwicklung der arabischen Welt gehofft Gegensatz darstellen. Diese Einschätzung ist jedoch offenbar nicht noch länger gültig, auch für die Türkei, wo die Suche nach der Einführung von Regeln zu sehr von religiösen Vorschriften inspiriert Proteste ausgelöst hat in den letzten Tagen. Vielleicht ist die Taktik Erdogan war eine allmähliche Zunahme des Gewichts in den religiösen Gesetzen des Landes, auch durch eine ähnliche Praxis in einer sehr wichtiges Land in der arabischen Welt wie Ägypten unterstützt. Wie Sie sehen können die beiden Tendenzen kollidieren, vermutlich, mit widersprüchlichen Interessen: auf der einen Seite mit den Interessen der internationalen verhängen eine größere Wertschätzung der Intervention des Militärs in der ägyptischen Politik des Landes, über das Gelände der internen rechtfertigen die Verzerrung demokratischen Regeln. Das Spiel Egyptian, ist jedoch noch lange nicht vorbei und ist in ständiger Entwicklung und ihre Analyse sind nicht auf diese äußeren Kräfte, sehr nahe an Ägypten, sowohl aus Gründen der Geographie und vor allem religiöse übersehen. Wie die Finanzierung der Golfstaaten und den Tätigkeiten der türkischen diplomatischen exogene Gründe gezeigt, am Ende wird ein Gewicht fast äquivalent zu denen der endogenen, aber für den Moment Wirtschaftshilfe in Ägypten angekommen können es sich leisten, eine Krise, die bleibt lindern , zusammen mit der Materie von Rechten, einer der Gründe, Konstanten der Demonstrationen. Muss die Arbeit des neuen ägyptischen Regierung um Hilfe, exogener Kräfte, in konkrete Maßnahmen intern, endogene Kräfte, in der Lage, um die Wirtschaft des Landes heben und ihnen ein größeres Vertrauen in das soziale System, auf den Grund der politischen Krise bekommen umleiten .

L'Arabie saoudite et les Émirats arabes unis fonds, le nouveau gouvernement de l'Egypte

Les prêts que l'Egypte recevra de l'Arabie saoudite et les Émirats arabes unis, respectivement, de 5.000 millions de dollars et de 3.000 millions de dollars, représentent l'approbation des travaux de changement de politique avec le dépôt de Mursi et démontrent l'hostilité des deux plus grands pays le golfe Persique au mouvement des Frères musulmans. Les deux Abu Dhabi à Riyad ont été parmi les premiers à féliciter capitale du Caire pour la nouvelle approche politique du pays, par opposition à l'allié commun, le Qatar, qui avait soutenu financièrement l'Egypte dans les deux dernières années. Cette différence de vision, irritation diplomatique désormais turc, peut marquer un différend dans le monde arabe sunnite, où ils prennent le champ en deux vision opposée de l'équilibre régional. Les mouvements comme les Frères musulmans, en vérité n'ont jamais été remercié les gouvernements de l'Arabie saoudite et les Émirats arabes unis, pour leur intransigeance, à la fois dans le marché intérieur et international, il est remarquable que cette méfiance provient des États où le respect des préceptes musulmans est un des plus proches, mais ce qui dérange Riyad et Abu Dhabi est l'équilibre international du pouvoir, que la pente intérieure. Les deux États du Golfe craignent une escalade dangereuse des mouvements fondamentalistes dans un pays particulièrement influente dans le monde arabe, comme l'Egypte, qui, après tout, se trouve dans la géopolitique date de la situation délicate de la frontière avec Israël. Avec la grave situation en Syrie, l'issue plus incertaine, une altération de la stabilité entre Le Caire et Tel Aviv aurait représenté une réelle menace pour l'équilibre du Moyen-Orient. Il est possible que derrière le mouvement des deux pays, il existe également un accord avec les Etats-Unis, qui préfèrent ne pas regarder directement dans les affaires internes du monde arabe, selon la nouvelle doctrine politique d'Obama. L'aide économique exacerbe les tracas turc pour le dépôt de Mursi, car ils représentent une vue diamétralement opposée à ce que l'on espérait Ankara, à savoir le développement des formes modérément islamiques de gouvernement capable de gouverner le développement du monde arabe. Cette évaluation, cependant, ne semble pas encore plus valable même pour la Turquie où la recherche de l'imposition de règles trop inspirés par les préceptes religieux a suscité des protestations de ces derniers jours. Peut-être la tactique de M. Erdogan a observé une augmentation progressive du poids dans les lois religieuses du pays, également soutenu par une pratique similaire dans un pays très important dans le monde arabe comme l'Egypte. Comme vous pouvez voir les deux tendances s'affrontent, sans doute, avec des intérêts contradictoires: d'une part, avec les intérêts de droit international impose une plus grande appréciation de l'intervention de l'armée dans la vie politique égyptienne du pays, à travers les motifs d'interne justifier la distorsion de règles démocratiques. Le jeu égyptien, cependant, est loin d'être terminée et est en constante évolution et son analyse ne sont pas à négliger ces forces extérieures, très proche de l'Egypte, à la fois pour des raisons de géographie, et surtout religieux. Comme l'a démontré par le financement des pays du Golfe et les activités des raisons exogènes diplomatiques turques, à la fin, aura un poids presque équivalent à celui d'un développement endogène, mais pour l'instant l'aide économique est arrivé en Egypte peut se permettre d'atténuer la crise, qui reste , ainsi que des question de droits, une des raisons constantes des manifestations. Doit être le travail du nouveau gouvernement égyptien de réorienter les aides, les forces exogènes, par des mesures concrètes internes, les forces endogènes, capables de sortir l'économie du pays et de leur donner une plus grande confiance dans le système social pour aller au fond de la crise politique .

Arábia Saudita e os Emirados Árabes Unidos a financiar o novo governo do Egito

Os empréstimos que o Egito vai receber da Arábia Saudita e dos Emirados Árabes Unidos, respectivamente, de 5.000 milhões de dólares e os 3.000 milhões de dólares, representa a aprovação do trabalho de mudança política com a deposição de Mursi e demonstrar a hostilidade dos dois maiores países do Golfo Pérsico para o movimento Irmandade Muçulmana. Tanto Abu Dhabi para Riyadh estavam entre os primeiros a felicitar o capital Cairo para a nova abordagem política do país, em oposição ao aliado comum, Qatar, que havia apoiado financeiramente Egito nos últimos dois anos. Esta diferença de visão, irritação diplomática agora também turco, pode marcar uma disputa dentro do mundo árabe sunita, onde eles estão levando a campo em dois visão oposta do equilíbrio regional. Os movimentos, como a Irmandade Muçulmana, na verdade, nunca foram agradeceu aos governos da Arábia Saudita e dos Emirados Árabes Unidos, por sua intransigência, tanto no mercado interno e internacional, é notável que essa desconfiança vêm de estados onde a observância dos preceitos muçulmanos é um dos mais próximos, mas o que perturba Riad e Abu Dhabi é o equilíbrio do poder internacional, que a inclinação interior. Os dois estados do Golfo temem uma escalada perigosa dos movimentos fundamentalistas em um país particularmente influente no mundo árabe, como Egito, que, afinal, está na data delicada posição geopolítica da fronteira com Israel. Com a gravidade da situação na Síria, o resultado mais incerto, uma alteração da estabilidade entre Cairo e Tel Aviv teria representado uma ameaça real para o equilíbrio do Oriente Médio. É possível que, por trás do movimento dos dois países há também um acordo com os EUA, que preferem não olhar diretamente nos assuntos internos do mundo árabe, de acordo com a nova doutrina política de Obama. Ajuda econômica agravar o incômodo turca para a deposição de Mursi, porque eles representam uma visão diametralmente oposta ao que é esperado para Ankara, ou seja, o desenvolvimento de formas de governo islâmico moderado capaz de governar o desenvolvimento do mundo árabe. Essa avaliação, no entanto, não parece ainda mais válido ainda para a Turquia, onde a busca pela imposição de regras muito inspirados por preceitos religiosos provocou protestos nos últimos dias. Talvez a tática de Erdogan foi um aumento gradual de peso nas leis religiosas do país, também apoiado por uma prática semelhante em um país muito importante no mundo árabe, como Egito. Como você pode ver as duas tendências colidem, presumivelmente, com interesses conflitantes: de um lado com os interesses do internacional impõem uma maior valorização da intervenção dos militares na vida política egípcia do país, através das razões de interno justificar a distorção da regras democráticas. O jogo egípcio, no entanto, está longe de terminar e está em constante evolução e sua análise não devem ignorar essas forças externas, muito perto para o Egito, tanto por razões de geografia, e, sobretudo, religiosa. Como demonstrado pelo financiamento dos países do Golfo e as atividades das razões exógenas diplomáticas turcas, no final, terá um peso quase equivalente ao dos endógena, mas para o momento ajuda econômica chegou ao Egito pode dar ao luxo de aliviar a crise, que permanece , juntamente com a questão de direitos, uma das razões constantes das manifestações. Deve ser o trabalho do novo governo egípcio para reorientar os auxílios, as forças exógenas, em medidas concretas internas, as forças endógenas, capazes de levantar a economia do país e dar-lhes uma maior confiança ao sistema social para chegar ao fundo da crise política .