Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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venerdì 10 aprile 2015
المتحالف الأسد مع الفلسطينيين
المعركة
التي تجري في مخيم للاجئين الفلسطينيين في مخيم اليرموك قرب دمشق، وراء
مأساة لها، ومن المرجح أن يكون لها تأثير سياسي قوي للغاية على مصير الصراع
السوري. ويبلغ
عدد سكان المخيم، قبل الحرب الأهلية في البلاد بلغ نحو 150،000 شخص،
المتمركزة في الموقع منذ عام 1957 نتيجة للصراعات مع الإسرائيليين في عام
1948، والذي كان الاختيار الأولي الحياد بين المتنافسين. مدة
طويلة من الصراع، الذي جاء في السنة الخامسة، وتسبب العديد من الاختلافات
داخل مخيم للاجئين، وتقسيم إلى فصائل معارضة مختلف مكونات هذا المجال. الموقع
الاستراتيجي لاليرموك، وتقع على مشارف دمشق وبوابة حقيقية ثم إلى العاصمة
السورية قد حدد أهمية الفتح على يد قوات الدولة الإسلامية، التي حددت
الإمكانات الاستراتيجية لتصل إلى المركز العصبي السلطة السورية. تم تخفيض عدد السكان بشكل كبير عن طريق الضغط العسكري، وصولا إلى 18،000 الحالي منها، ويقدر ذلك، 3،500 على الأقل هم من الأطفال. كان
الهروب من مخيم للاجئين التدريجي، والناجمة أساسا عن طريق منع المساعدات
الإنسانية، وهو ما تسبب الوفيات الجوع وحالات خطيرة الصحية. القتال
في الايام الاخيرة سببت غضبا دوليا ولم نطلب من الامم المتحدة لفتح ممرات
إنسانية للتخفيف من معاناة السكان، والتي يبدو أنها أصبحت غير مستدامة. وفي
هذا السياق فإنه يتم تحديد الحاجة لإنشاء تحالف من المقاتلين الفلسطينيين
لإطلاق العمل المشترك مع القوات المسلحة من الأسد لطرد مقاتلي الخلافة من
مخيم اليرموك. وبالنسبة
للفلسطينيين، بل هو عمل إيجابي، والتي يتعين الاضطلاع بها مع المؤسسة
العسكرية في دمشق، على الرغم من أن هذه قد قصفت مرارا الميدان مع البراميل
المتفجرة، مما تسبب في عدة إصابات بين المدنيين، ومع ذلك، والعنف من قبل
رجال الخلافة هو أكبر بكثير ،
الكثير لتفعله لمحاذاة على نفس المواقف المعارضة للدولة الإسلامية للسلطة
الوطنية الفلسطينية وحماس والمنظمات التي بدت للتحرك نحو الأصولية الخلافة،
وخاصة في مكافحة الإسرائيلي. ومن
المتوقع أن الأهمية السياسية لهذا التحالف لإحياء دور الأسد كعامل محدد في
الحرب ضد الميليشيات السنية ويأتي بعد الاعتراف الرسمي من وزيرة الخارجية،
جون كيري، الذي حاول، في هذه المرحلة بالذات، ديكتاتور
دمشق أقل خطرا على الدولة الإسلامية، وقبل كل شيء، كيف يمكن يستمد البنك
أكثر بكثير خطورة مع الغزو المحتمل لسوريا من قبل الخلافة. هذا
تطور الوضع يجلب مجموعة جديدة لزيادة تعقيد خصلة خيوط متشابكة من العلاقات
الدولية، التي تدور حول الحرب في سوريا وجميع أنحاء الشرق الأوسط. يبدو
الشرعي للاعتقاد بأن هذا التطور تدعمه واشنطن، وإن كان بشكل غير رسمي، و،
وبالمثل، يجب أن يكون لإيران وحزب الله، والتي وقفت دائما مع الأسد، وخاصة
ضد أهل السنة، ولكن، بالتأكيد، لا يمكنك
أن تقول نفس الدول أكثر أو أقل وثيقة للفلسطينيين، مثل الأردن ومصر، ناهيك
عن دول الخليج، والتي، حتى الآن لم يضيع الكثير من التزامها حماية
المخيمات الفلسطينية. إذا
كان سيتم هزم رجال الخلافة في مجال اليرموك، الرابح الأكبر سوف الاسد الذي
سوف يجلب دليلا ملموسا على دوره ضد الدولة الإسلامية، وعلاوة على ذلك، تم
تحديدها بالفعل من قبل الولايات المتحدة. عند هذه النقطة، فإن محورية الصراع السوري تصبح مرة أخرى بارزة حتى ضد الوضع في العراق، كنقطة انطلاق للقضاء نهائيا الخلافة. والنتيجة
المنطقية أن يكون الأسد، وربما ضعفت عسكريا، ولكن القوة السياسية التي
اكتسبها، وعلى استعداد للعب كل إمكانياتها للحفاظ على وجودها في البلاد
السورية. في
مواجهة هذا الاحتمال سيكون من الضروري أن نرى ردود أفعال الدول السنية،
على أمل لعكس مواقع النفوذ في سوريا: التطورات الجديدة التي تواجه العالم.
giovedì 9 aprile 2015
Gli USA contrari ad un intervento iraniano nello Yemen
Archiviato, per ora, il trattato preliminare sul nucleare iraniano, Washington torna a concentrarsi sui suoi alleati arabi del Golfo ed, indirettamente, su Israele. L’occasione è data dalla situazione nello Yemen, dove gli Stati Uniti si sono schierati contro l’Iran, che aveva mandato navi militari per appoggiare la rivolta sciita, con la scusa di eseguire manovre antipirateria nello stretto di Aden. L’avvertimento della Casa Bianca è incentrato sulla questione della stabilità regionale e contro l’intenzione di Teheran di sovvertire gli attuali equilibri, gli Stati Uniti non cercano il confronto con l’Iran, ma hanno sottolineato che collaboreranno con gli abituali alleati se questi saranno minacciati da azioni destinate a metterne in pericolo l’integrità. Si tratta di una sorta di atto dovuto, che mira a ristabilire su relazioni più tranquille i legami con i paesi del Golfo ed in generale con gli arabi sunniti, come l’Arabia Saudita e l’Egitto, che restano fortemente contrari alla soluzione sul nucleare concordata con Teheran. Se si possono capire le ragioni pratiche di questa presa di posizione, sia, appunto, giustificate dal mantenimento di relazioni bilaterali, sia dalla necessità di volere impedire un allargamento della zona di influenza dell’Iran, che potrebbe avere conseguenze pericolose sul piano della stabilità regionale, dall’altra parte non si comprende come gli USA non vogliano intervenire, in modo diplomatico, su nazioni colpevoli di avere finanziato movimenti integralisti confluiti poi nello Stato islamico. Il dilemma americano è certamente di difficile soluzione, perché ha a che fare con una zona ritornata centrale per la sua strategicità, ma che nelle intenzioni di Obama, doveva diventare di secondo piano a favore di una maggiore attenzione da dedicare al sud-est asiatico, ritenuto fondamentale per lo sviluppo economico ed il contrasto all’avanzata della Cina. Il Presidente statunitense è stato troppo precipitoso a chiudere la questione irakena, lasciando uno stato privo delle adeguate strutture istituzionali ed ancora ostaggio di violente divisioni religiose, le stesse che ora stanno alimentando, su di un piano più vasto la guerra che sta attraversando l’Iraq, la Siria e lo stesso Yemen. Gli USA hanno degli obblighi con le monarchie del Golfo, che non sono certo alleati presentabili dal punto di vista dell’applicazione dei diritti umani, come non lo è l’Egitto ed anche l’Iran; tuttavia questi sono gli attori regionali con cui avere delle relazioni obbligate. In questo momento per gli USA è fondamentale mantenere i rapporti antecedenti all’avvicinamento con l’Iran, cercando di mantenere più possibile gli assetti di potere presenti. Da un lato i paesi arabi sunniti, malgrado tutto, presentano ancora garanzie importanti nel quadro della lotta al califfato ed all’estremismo in generale, dall’altro le relazioni con l’Iran, pur essendosi notevolmente distese, non si sono ancora normalizzate in modo completo e le mosse di Teheran vengono monitorate continuamente; pur essendo vero che l’appoggio militare iraniano sul terreno è stato e sarà fondamentale contro lo Stato islamico, la volontà di crescere da parte dell’Iran, come potenza regionale, desta qualche preoccupazione, a Washington, che crea problemi all’esecutivo statunitense, sia sul piano interno, con i repubblicani che detengono l a maggioranza in entrambi i rami del parlamento, sia su quello internazionale, con i continui richiami dagli storici alleati sunniti. Nonostante questo quadro la minaccia americana verso l’Iran, pur ferma nei termini, è parsa più che altro un atto di prassi, tanto è vero che è avvenuta dopo la conclusione dei negoziati di Losanna. Ma per gli USA scenari di questo tipo sono destinati a ripetersi se la contrapposizione con Teheran sarà destinata ad attenuarsi, Washington, cioè, è di fronte ad una situazione a geometrie estremamente variabili sul piano internazionale ed il primo caso destinato a creare profondi contrasti, molto più che per lo Yemen, verrà quando si deciderà di affrontare seriamente la crisi siriana ed il destino di Assad: a quel punto la casa Bianca dovrà fare uno sforzo notevole sul piano diplomatico, per conciliare le varie forze in campo, tra cui la Russia, con la quale occorre sempre trovare un punto di contatto e di equilibrio. Damasco non è sacrificabile per Teheran, mentre le monarchie del Golfo e l’Egitto spingono per un governo sunnita moderato, ma la forza a disposizione di Assad potrebbe farlo diventare determinate per contenere lo Stato islamico. A proposito di ciò Washington potrebbe trarre vantaggio indiretto dal recente incontro tra la Turchia e l’Iran, nella speranza di una qualche forma di distensione tra i due rami della religione islamica.
The US opposed to an Iranian intervention in Yemen
Filed for now, the preliminary treaty on Iranian nuclear, Washington back to focus on its Arab allies in the Gulf and, indirectly, on Israel. The occasion was the situation in Yemen, where the United States has deployed against Iran, which had sent military ships to support the Shiite uprising, under the guise of anti-piracy maneuvers in the Strait of Aden. The warning of the White House focused on the issue of regional stability and against the intention of Tehran to subvert the current balance, the US does not seek confrontation with Iran, but stressed that work with the usual allies if they will be threatened by action to endanger the integrity. It is a kind of act, which aims to re-establish relations on quieter ties with the Gulf countries and in general with the Sunni Arabs, such as Saudi Arabia and Egypt, who remain strongly opposed to the solution on the nuclear agreed with Tehran. If you can understand the practical reasons for this stance, it is, in fact, justified by the maintenance of bilateral relations, both by the need to want to prevent a widening of the area of influence of Iran, which could have dangerous consequences in terms of regional stability , the other side can not understand how the US does not want to intervene diplomatically, of nations guilty of having financed fundamentalist movements converged then in the Islamic state. The American dilemma is certainly difficult to solve, because it has to do with a central area returned to its strategic nature, but that the intent of Obama, was to become of the background in favor of a greater attention to be devoted to Southeast Asia, considered vital for economic development and the fight against the advance of China. The US President has been too quick to close the issue of Iraq, leaving a state devoid of appropriate institutional structures and still hostage to violent religious divisions, the same that now are feeding, on a plane wider war that is going through Iraq , Syria and the Yemen. The US has obligations with the Gulf monarchies, which are certainly not allies presentable from the point of view of human rights, nor is Egypt and even Iran; However, these are regional actors with whom relations have obliged. Right now for the US is vital to maintain relationships antecedents rapprochement with Iran, trying to keep as much as possible the power structures present. On the one hand the Arab Sunnis, despite everything, still have important safeguards in the fight to the caliphate and extremism in general, on the other relations with Iran, despite having considerably extended, not yet normalized so complete and the moves of Tehran are monitored continuously; while it is true that the Iranian military support on the ground was and will be crucial against the Islamic state, the desire to grow by Iran as a regional power, raises some concerns in Washington, which creates problems the US executive, both internally, with Republicans who hold a majority in both houses of parliament, both on the international market, with constant references by historians Sunni allies. Despite this context, the American threat to Iran, while still in the terms, seemed more like an act of practice, so much so that it took place after the conclusion of the negotiations in Lausanne. But for the USA scenarios of this type are intended to be repeated if the contrast with Tehran will be destined to fade, Washington, that is, is faced with a situation in widely varying geometries on the international level, and the first case is intended to create deep contrasts, very more than for Yemen, will come when you will decide to seriously address the Syrian crisis and the fate of Assad, at which point the White House will have to make a considerable effort on the diplomatic level, to reconcile the various forces in the field, including Russia, with which it is always necessary to find a point of contact and balance. Damascus is not expendable to Tehran, while the Gulf monarchies and Egypt are pushing for a government Sunni moderate, but the strength available to Assad could make it certain to contain the Islamic state. About what Washington could benefit indirectly from the recent meeting between Turkey and Iran in the hope of some form of detente between the two branches of Islam.
Los EE.UU. oponemos a una intervención iraní en Yemen
Archivado por ahora, el tratado preliminar sobre nuclear iraní, Washington volver a centrarse en sus aliados árabes en el Golfo e, indirectamente, en Israel. La ocasión fue la situación en Yemen, donde Estados Unidos ha desplegado en contra de Irán, que había enviado naves militares para apoyar el levantamiento chiíta, con el pretexto de maniobras contra la piratería en el estrecho de Adén. La advertencia de la Casa Blanca se centró en el tema de la estabilidad regional y en contra de la intención de Teherán de subvertir el saldo actual, los EE.UU. no busca la confrontación con Irán, pero hizo hincapié en que el trabajo con los aliados habituales si será amenazado por la acción que ponga en peligro la integridad. Es un tipo de acto, que tiene como objetivo restablecer las relaciones sobre las relaciones tranquilas con los países del Golfo y, en general, con los árabes sunitas, como Arabia Saudita y Egipto, que siguen oponiéndose firmemente a la solución de la nuclear acordado con Teherán. Si usted puede entender las razones prácticas de esta postura, que es, de hecho, justificada por el mantenimiento de las relaciones bilaterales, tanto por la necesidad de querer prevenir que una ampliación de la zona de influencia de Irán, lo que podría tener consecuencias peligrosas en términos de estabilidad regional , el otro lado no puede entender cómo los EE.UU. no queremos intervenir diplomáticamente, de las naciones culpables de haber financiado los movimientos fundamentalistas convergieron luego en el Estado islámico. El dilema de América es sin duda difícil de resolver, ya que tiene que ver con un área central de regresar a su carácter estratégico, pero que la intención de Obama, se convertiría en el fondo a favor de una mayor atención a dedicarse al sudeste de Asia, considera vital para el desarrollo económico y la lucha contra el avance de China. El presidente de Estados Unidos ha sido demasiado rápida para cerrar el tema de Irak, dejando un estado carente de estructuras institucionales adecuadas y aún rehenes de las divisiones religiosas violentas, el mismo que ahora están alimentando, en un avión de guerra más amplia que está atravesando Irak , Siria y el Yemen. Los EE.UU. tiene obligaciones con las monarquías del Golfo, que ciertamente no son aliados presentable desde el punto de vista de los derechos humanos, ni es Egipto e incluso Irán; Sin embargo, estos son los actores regionales con quien las relaciones son obligadas. En este momento de los EE.UU. es vital para mantener relaciones antecedentes acercamiento con Irán, tratando de mantener lo más posible las estructuras de poder actual. Por un lado los sunitas árabes, a pesar de todo, todavía tienen salvaguardias importantes en la lucha por el califato y el extremismo en general, sobre las otras relaciones con Irán, a pesar de haber ampliado considerablemente, aún no normalizado de manera completan y los movimientos de Teherán se supervisan continuamente; si bien es cierto que el apoyo militar iraní en el suelo fue y será crucial contra el estado islámico, el deseo de crecer por Irán como potencia regional, plantea algunas preocupaciones en Washington, lo que crea problemas el ejecutivo estadounidense, tanto a nivel interno, con los republicanos, que tienen la mayoría en ambas cámaras del Parlamento, tanto en el mercado internacional, con constantes referencias de historiadores aliados sunitas. A pesar de este contexto, la amenaza estadounidense a Irán, mientras que todavía en los términos, parecía más bien un acto de la práctica, tanto es así que se llevó a cabo después de la conclusión de las negociaciones en Lausana. Pero para los escenarios de Estados Unidos de este tipo están destinadas a repetirse si el contraste con Teherán será destinado a desaparecer, Washington, es decir, se enfrenta a una situación en muy diversas geometrías en el plano internacional, y el primer caso se pretende crear contrastes profundos, muy más que en el Yemen, vendrá cuando usted decide abordar seriamente la crisis siria y el destino de Assad, momento en el que la Casa Blanca tendrá que hacer un esfuerzo considerable en el plano diplomático, para conciliar las distintas fuerzas en el campo, incluyendo a Rusia, con el que siempre es necesario encontrar un punto de contacto y el equilibrio. Damasco no es prescindible a Teherán, mientras que las monarquías del Golfo y Egipto están presionando para que un gobierno sunita moderado, pero la fuerza a disposición de Assad podría hacer que seguro que contiene el estado islámico. Acerca de lo que Washington podría beneficiarse indirectamente de la reciente reunión entre Turquía e Irán con la esperanza de algún tipo de distensión entre las dos ramas del Islam.
Die US Gegensatz zu einer iranischen Intervention in Jemen
Meldete heute die vorläufigen Vertrag über die iranische Atom, Washington zurück, um auf seine arabischen Verbündeten in der Golfregion zu konzentrieren und indirekt auch auf Israel. Anlass war die Situation im Jemen, wo die Vereinigten Staaten gegen den Iran, die Militärschiffe geschickt, um unter dem Deckmantel des Anti-Piraterie-Manöver in der Straße von Aden unterstützen die schiitischen Aufstand im Einsatz. Die Warnung des Weißen Hauses das sich auf die Frage der regionalen Stabilität und gegen die Absicht Teheran nach den aktuellen Saldo zu untergraben, hat die USA nicht die Konfrontation mit dem Iran, betonte aber, dass die Arbeit mit den üblichen Verbündeten, wenn sie in der durch Maßnahmen bedroht, um die Integrität zu gefährden. Es ist eine Art von Handlung, die zur Wiederherstellung der Beziehungen auf ruhigere Beziehungen zu den Golfstaaten und in der Regel mit den sunnitischen Araber, wie Saudi-Arabien und Ägypten, die stark an die Lösung im Gegensatz bleiben auf dem Kern Ziel mit Teheran vereinbart. Können Sie uns die praktische Gründe für diese Haltung verstehen, ist es in der Tat, durch die Aufrechterhaltung der bilateralen Beziehungen gerechtfertigt, sowohl durch die Notwendigkeit, wollen eine Erweiterung des Einflussbereich des Iran, die gefährliche Folgen für die regionale Stabilität haben könnten , auf der anderen Seite kann nicht verstehen, wie die USA nicht wollen diploma eingreifen, der Nationen schuldig, finanziert fundamentalistischen Bewegungen konvergieren dann im islamischen Staat. Das amerikanische Dilemma ist sicherlich schwer zu lösen, da es mit einem zentralen Bereich seiner strategischen Natur zurückgegeben zu tun hat, aber das der Absicht, Obama, war es, der Hintergrund wird für eine größere Aufmerksamkeit in Südostasien gewidmet werden, als lebenswichtig für die wirtschaftliche Entwicklung und den Kampf gegen den Vormarsch der China. Der US-Präsident hat sich zu schnell, um das Problem des Irak zu schließen gewesen, so dass ein Staat ohne entsprechende institutionelle Strukturen und immer noch als Geisel zu gewalttätigen religiösen Spaltungen, die gleichen, die jetzt füttern, auf einer Ebene breiteres Krieg, der durch den Irak gehen wird , Syrien und dem Jemen. Die USA haben Verpflichtungen mit den Golfmonarchien, die sicherlich vorzeigbar aus der Sicht der Menschenrechte nicht Verbündeten, noch ist Ägypten und sogar Iran; Allerdings sind diese regionalen Akteure, mit denen Beziehungen verpflichtet. Gerade jetzt für die USA ist entscheidend für die Beziehungen zu pflegen Vorgeschichte Annäherung an den Iran und versuchen, so weit wie möglich die Machtstrukturen präsent zu halten. Auf der einen Seite die arabischen Sunniten, trotz allem immer noch wichtige Garantien im Kampf um das Kalifat und Extremismus in der Regel auf den anderen Beziehungen zum Iran, obwohl sie erheblich erweitert, aber nicht so normiert zu vollenden und die Bewegungen von Teheran werden kontinuierlich überwacht; trifft es zwar zu, dass die iranische militärische Unterstützung auf dem Boden war und entscheidend gegen die islamischen Staat sein, der Wunsch, durch den Iran als Regionalmacht zu wachsen, Anlass zu Bedenken in Washington, die Probleme der US-Exekutive schafft, sowohl intern als auch mit Republikanern, die eine Mehrheit in beiden Kammern des Parlaments zu halten, sowohl auf dem internationalen Markt, mit einem konstanten Referenzen von Historikern sunnitischen Verbündeten. Trotz diesem Zusammenhang hat die amerikanische Bedrohung für den Iran, während sie noch in den Bedingungen, schien eher wie ein Akt der Praxis, so sehr, dass es nach dem Abschluss der Verhandlungen in Lausanne statt. Aber für die USA Szenarien dieser Art sollen wiederholt werden, wenn der Kontrast mit Teheran wird bestimmt, verblassen, Washington sein, das heißt, mit einer Situation, in sehr unterschiedlichen Geometrien auf internationaler Ebene konfrontiert sind, und der erste Fall soll die tiefen Gegensätze zu erstellen, sehr mehr als für den Jemen, wird kommen, wenn Sie sich entscheiden, ernsthaft mit der syrischen Krise und das Schicksal der Assad, an welcher Stelle das Weiße Haus müssen erhebliche Anstrengungen auf diplomatischer Ebene zu machen, um die verschiedenen Kräfte in diesem Bereich, einschließlich Russlands in Einklang zu bringen, mit dem es immer notwendig, ein Ansprechpartner und Balance zu finden. Damaskus ist nicht entbehrlich nach Teheran, während die Golfmonarchien und Ägypten drängen auf eine Regierung sunnitisch moderat, aber die zur Verfügung Assad Stärke könnte es sicher, den islamischen Staat enthalten. Über das, was Washington könnte indirekt aus dem jüngsten Treffen zwischen der Türkei und dem Iran in der Hoffnung, eine Form der Entspannung zwischen den beiden Zweigen der Islam profitieren.
Les Etats-Unis opposés à une intervention iranienne au Yémen
Classé pour l'instant, le traité préliminaire sur le nucléaire iranien, Washington retour se concentrer sur ses alliés arabes du Golfe et, indirectement, sur Israël. L'occasion était la situation au Yémen, où les Etats-Unis ont déployé contre l'Iran, qui avait envoyé des navires militaires pour soutenir le soulèvement chiite, sous le couvert de manoeuvres anti-piraterie dans le détroit d'Aden. L'avertissement de la Maison Blanche a porté sur la question de la stabilité régionale et contre l'intention de Téhéran de renverser l'équilibre actuel, les États-Unis ne cherchent pas la confrontation avec l'Iran, mais a souligné que le travail avec les alliés habituels si elles sera menacé par l'action de mettre en danger l'intégrité. Ce est une sorte de loi, qui vise à rétablir les relations sur les relations calmes avec les pays du Golfe et en général avec les Arabes sunnites, comme l'Arabie saoudite et l'Egypte, qui restent fermement opposés à la solution sur le nucléaire d'accord avec Téhéran. Si vous pouvez comprendre les raisons pratiques de cette position, il est, en fait, justifiée par le maintien des relations bilatérales, à la fois par la nécessité de vouloir éviter un élargissement de la zone d'influence de l'Iran, ce qui pourrait avoir des conséquences dangereuses en termes de stabilité régionale , de l'autre côté ne peut pas comprendre comment les Etats-Unis ne veut pas intervenir diplomatiquement, des nations coupables d'avoir financé les mouvements fondamentalistes ont convergé alors dans l'état islamique. Le dilemme américain est certainement difficile à résoudre, car il a à voir avec une zone centrale retourné à sa nature stratégique, mais que l'intention d'Obama, était de devenir de l'arrière-plan en faveur d'une plus grande attention soit consacrée à l'Asie du Sud-Est, considéré comme vital pour le développement économique et la lutte contre l'avancée de la Chine. Le président américain a été trop rapide pour fermer la question de l'Irak, laissant un état dépourvu de structures institutionnelles appropriées et toujours l'otage de divisions religieuses violentes, le même que maintenant sont l'alimentation, sur un plan plus large de la guerre qui passe par l'Irak , la Syrie et le Yémen. Les États-Unis ont des obligations avec les monarchies du Golfe, qui sont certainement pas des alliés présentable du point de vue des droits de l'homme, ni l'Egypte et même l'Iran; Cependant, ce sont les acteurs régionaux avec lesquels les relations se sont tenus. À l'heure actuelle aux États-Unis est essentiel de maintenir des relations antécédents rapprochement avec l'Iran, en essayant de garder autant que possible les structures de pouvoir présente. D'une part les sunnites arabes, malgré tout, ont encore des garanties importantes dans la lutte pour le califat et l'extrémisme en général, sur les autres relations avec l'Iran, en dépit d'avoir considérablement étendu, pas encore normalisée afin remplir et les mouvements de Téhéran sont surveillées en permanence; se il est vrai que le soutien militaire iranienne sur le terrain a été et sera crucial contre l'Etat islamique, le désir de grandir par l'Iran comme une puissance régionale, soulève des préoccupations à Washington, ce qui crée des problèmes l'exécutif américain, tant à l'interne, avec les républicains qui détiennent la majorité dans les deux chambres du parlement, à la fois sur le marché international, avec des références constantes par des historiens des alliés sunnites. Malgré ce contexte, la menace américaine à l'Iran, tout en restant dans les termes, ressemblait plus à un acte de pratique, tant et si bien qu'elle a eu lieu après la conclusion des négociations à Lausanne. Mais pour les scénarios USA de ce type sont destinées à être répétée si le contraste avec Téhéran sera destiné à se estomper, Washington, ce est, est confronté à une situation très diverses géométries sur le plan international, et le premier cas est destiné à créer des contrastes profonds, très plus que pour le Yémen, viendra où vous déciderez de se attaquer sérieusement à la crise syrienne et le sort de Assad, à quel point la Maison Blanche devra faire un effort considérable sur le plan diplomatique, de concilier les différentes forces dans le domaine, y compris la Russie, avec lequel il est toujours nécessaire de trouver un point de contact et de l'équilibre. Damas ne est pas extensible à Téhéran, tandis que les monarchies du Golfe et l'Egypte font pression pour un gouvernement sunnite modéré, mais la force disponible pour Assad pourraient rendre certains de contenir l'Etat islamique. À propos de ce que Washington pourrait bénéficier indirectement de la récente réunion entre la Turquie et l'Iran dans l'espoir d'une certaine forme de détente entre les deux branches de l'islam.
Os EUA se opôs a uma intervenção iraniana no Iêmen
Arquivado por agora, o tratado preliminar sobre nuclear iraniano, Washington volta a se concentrar em seus aliados árabes no Golfo e, indiretamente, sobre Israel. A ocasião era a situação no Iêmen, onde os Estados Unidos implantou contra o Irã, que tinha enviado navios militares para apoiar o levante xiita, sob o pretexto de manobras anti-pirataria no Estreito de Aden. O alerta da Casa Branca, voltada para a questão da estabilidade regional e contra a intenção de Teerã para subverter o actual equilíbrio, os EUA não busca confronto com o Irã, mas ressaltou que o trabalho com os aliados habituais se eles serão ameaçada pela ação de pôr em perigo a integridade. É um tipo de ato, que visa restabelecer relações nos laços mais calmos com os países do Golfo e em geral com os árabes sunitas, como a Arábia Saudita e Egito, que permanecem fortemente que se opõem à solução no nuclear acordados com Teerã. Se você pode entender as razões práticas para essa postura, ela é, de fato, justifica-se pela manutenção das relações bilaterais, tanto pela necessidade de querer evitar uma ampliação da área de influência do Irã, o que poderia ter consequências perigosas em termos de estabilidade regional , o outro lado não consigo entender como os EUA não querem intervir diplomaticamente, de nações culpado de ter financiado movimentos fundamentalistas convergiram em seguida, no estado islâmico. O dilema americano é certamente difícil de resolver, porque tem a ver com uma área central voltou a sua natureza estratégica, mas que a intenção de Obama, viria a se tornar o fundo em favor de uma maior atenção deve ser dedicada ao Sudeste Asiático, considerada vital para o desenvolvimento económico e da luta contra o avanço da China. O presidente dos Estados Unidos tem sido muito rápido para fechar a questão do Iraque, deixando um estado desprovido de estruturas institucionais adequadas e ainda refém de divisões religiosas violentas, o mesmo que agora estão se alimentando, em um avião de guerra mais ampla que está passando por Iraque , da Síria e do Iêmen. Os EUA tem obrigações com as monarquias do Golfo, o que certamente não são aliados apresentável do ponto de vista dos direitos humanos, nem é o Egito e até mesmo o Irã; No entanto, estes são os actores regionais com quem as relações obrigaram. Agora para os EUA é vital para manter relações antecedentes aproximação com o Irã, tentando manter o máximo possível as estruturas de poder presente. Por um lado, os sunitas árabes, apesar de tudo, ainda tem salvaguardas importantes na luta para o califado e extremismo, em geral, sobre as outras relações com o Irã, apesar de ter estendido consideravelmente, ainda não normalizou assim completar e os movimentos de Teerã são monitorados continuamente; se é verdade que o apoio militar iraniana no chão foi e será crucial contra o Estado islâmico, o desejo de crescer pelo Irã como potência regional, levanta algumas preocupações em Washington, o que cria problemas o executivo norte-americano, tanto internamente, com os republicanos que detêm a maioria nas duas casas do parlamento, tanto no mercado internacional, com constantes referências de historiadores aliados sunitas. Apesar deste contexto, a ameaça americana para o Irã, enquanto ainda nos termos, mais parecia um ato de prática, tanto que ele teve lugar após a conclusão das negociações em Lausanne. Mas, para os cenários dos EUA deste tipo destinam-se a ser repetido se o contraste com Teerã será destinado a desaparecer, Washington, ou seja, é confrontado com uma situação em geometrias muito diferentes a nível internacional, e o primeiro caso destina-se a criar contrastes profundos, muito mais do que para o Iêmen, virá quando você vai decidir a enfrentar seriamente a crise síria e o destino de Assad, altura em que a Casa Branca vai ter que fazer um esforço considerável no nível diplomático, para conciliar as diversas forças no campo, incluindo a Rússia, com o qual é sempre necessário encontrar um ponto de contato e equilíbrio. Damasco não é dispensável para Teerã, enquanto as monarquias do Golfo Pérsico e Egito estão pressionando por um governo sunita moderado, mas a força disponível para Assad poderia fazer isso certo para conter o Estado islâmico. Sobre o que Washington poderia beneficiar indiretamente do recente encontro entre a Turquia e Irã, na esperança de alguma forma de distensão entre os dois ramos do Islã.
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