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Politica Internazionale
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martedì 12 luglio 2016
La Corte dell'Aja afferma che Pechino non ha diritti di sovranità nel mare cinese meridionale
La sentenza della corte dell’Aja, sulla disputa territoriale della sovranità del mare prospiciente le coste delle Filippine, a cui ambisce la Cina, è destinata, oltre a diventare un precedente della giurisprudenza del diritto internazionale, anche un fattore di potenziale aggravamento della situazione di quello scenario ed in altri analoghi. La Corte dell’Aja ha stabilito che la sovranità rivendicata da Pechino, su alcune isole del mare cinese meridionale, non è sostenuta da alcuna base giuridica. Lo spazio marino in questione è considerato da più parti una vera e propria autostrada del mare, importantissima per il trasporto delle merci e quindi adi alto valore strategico, contiene giacimenti di gas e petrolio ed, inoltre, è specchio acqueo di interesse economico anche per il settore della pesca. Il fatto che imbarcazioni cinesi, così come di altri stati, hanno operato storicamente nella zona marina in questione, non costituisce una prova del controllo esclusivo delle acque, come sostenuto da Pechino. Anzi la Cina ha avuto un comportamento di interferenza quando queste zone erano colonie spagnole ed ha danneggiato la barriera corallina con la costruzione abusiva di isole artificiali, operazione che non era nei suoi diritti e che costituisce un abuso. Questa condotta ha, quindi , costituito una violazione palese dei diritti di sovranità del paese filippino rispetto alla sua piena disponibilità della zona economica esclusiva e della piattaforma continentale. Questa sentenza oltre che giuridica ha un innegabile valore politico, perchè nega, attraverso il giudizio favorevole a Manila, alla Cina le sue rivendicazioni come potenza regionale e globale e crea un precedente non irrilevante su tutte le altre contese che Pechino conduce con altre nazioni asiatiche, come la Corea del Sud, il Giappone, il Vietnam e la Malesia, circa la pretesa sovranità di alcune isole e porzioni di mare, che Pechino pretende di prendere a questi paesi, anche attraverso tattiche aggressive che prevedono un pericoloso uso delle forze armate. Per la Cina questa sentenza rappresenta, sul piano diplomatico, una severa sconfitta, come ha dimostrato la reazione del governo di Pechino, che si è affrettato a non riconoscere la competenza della Corte dell’Aja e quindi a definire come infondata e nulla la sua decisione. Anche le dichiarazioni del ministero della difesa cinese, sono state espresse in questo senso, ribadendo che l’ente governativo farà di tutto per preservare l’unità e la sovranità del paese, lasciando intendere in maniera implicita, che le zone oggetto della sentenza vengono considerate come parte integrante del territorio della Cina. Si tratta di un atteggiamento che è destinato ad innalzare la tensione intorno alla contesa e che pone la Cina in una posizione quasi di difesa, che potrebbe essere seguita dalla dimostrazione della forza militare del paese, capace di portare ad un crescendo pericoloso, in grado di aprire più teatri di crisi internazionali; sarà determinante vedere gli sviluppi di questo scenario, considerando non evitabile un impegno diretto degli Stati Uniti, che considerano i mari asiatici il teatro centrale della propria politica estera, anche in funzione di supporto ai tanti alleati coinvolti nelle contese con la Cina. Per ora Pechino si è limitata a controbattere alla sentenza con argomenti giuridici, affermando che le dispute terriotriali non sono soggette alla convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e che questa convenzione è stata violata dalle Filippine, che ha impedito alla Cina di scegliere il modo della gestione del contenzioso, come stabilito anche dagli accordi bilaterali. Pechino sostiene anche che queste divergenze dovevano essere oggetto di negoziati tra le due parti e non sottoposte ad un giudice. Queste argomentazioni appaiono però deboli di fronte ad una opinione internazionale, che proprio in forza di questa sentenza, tenderà a fare crescere la pressione diplomatica per fermare la Cina nella sua azione di espansione marittima. Infatti anche se la Corte dell’Aja non dispone degli strumenti coercitivi in grado di fare rispettare la propria sentenza, il giudizio che ha emesso porterà ad una sicura reazione diplomatica, che aspettava soltanto una argomentazione giuridica in grado di sostenere una modalità di contrasto concreta. Ad essere protagoniste saranno quindi le strutture internazionali e gli organismi diplomatici, che dovranno essere in grado di impedire che la contesa si sposti su un piano, anche solo potenziale, di tipo militare; ciò per scongiurare i pericoli più imminenti, ma anche per prevedere ed evitare futuri contenziosi di questo tipo. La Cina, se ambisce veramente a diventare una superpotenza, dovrà cercare modalità alternative per affermarsi come tale e, come prima cosa, dovrà accettare il verdetto degli enti internazionali, come la Corte dell’Aja, dimostrando una statura mondiale e non solo da piccola potenza regionale.
The Hague Court stated that Beijing has no sovereign rights in the South China Sea
The
ruling of the court in The Hague, on the territorial dispute the
sovereignty of the sea overlooking the coast of the Philippines, to
which aspires China, is bound, as well as becoming a precedent in the
case law of international law, also a potential factor of aggravation of
the situation of that scenario and other analogues. The
Hague Court ruled that sovereignty claimed by Beijing, on some islands
in the South China Sea, is not supported by any legal basis. Marine
space in question is considered by many a real sea motorway, important
for the transport of goods, and then adi high strategic value, contains
gas and oil fields and, also, is of water of economic interest for the the fisheries sector. The
fact that Chinese boats, as well as other states, have historically
operated in the waters in question, does not constitute evidence of the
exclusive control of the waters, as claimed by Beijing. Indeed,
China has had an interfering behavior when these areas were Spanish
colonies, and has damaged the coral reef with the illegal construction
of artificial islands, an operation that was not in their rights and
constitutes an abuse. This
conduct has, therefore, constituted a flagrant violation of the
sovereignty of the Philippine land rights with respect to its full
availability of the exclusive economic zone and continental shelf. This
judgment as well as legal has an undeniable political value, because it
denies, by the judgment in favor of Manila, to China its claims as a
regional and global power, and creates a precedent not irrelevant on all
other disputes that Beijing leads with other Asian nations, such
as South Korea, Japan, Vietnam and Malaysia, about the alleged
sovereignty of some islands and sea portions, which Beijing claims to
take in these countries, including through aggressive tactics involving
unsafe use of the armed forces. For
China, this ruling is, at the diplomatic level, a severe defeat, as
shown by the reaction of the government in Beijing, which was quick to
not recognize the jurisdiction of the Hague Court and then to define as
unfounded and nothing his decision . Also
the statements of the Chinese Defense Ministry, have been expressed in
this regard, stressing that the government agency will do everything to
preserve the unity and sovereignty of the country, suggesting
implicitly, that the judgment subject areas are considered as an integral part of China's territory. It
is an attitude that is designed to raise the tension around the
dispute, which puts China in a position almost of defense, which could
be followed by the demonstration of military force in the country, able
to lead to a growing dangerous, capable of open more international crisis areas; It
will be crucial to see the developments of this scenario, considering
unavoidable direct engagement of the United States, which consider the
Asian seas the central theater of its foreign policy, including support
function to the many allies involved in disputes with China. For
now, Beijing has limited itself to counter the ruling with legal
arguments, saying that the body territorial disputes are not subject to
the United Nations Convention on the Law of the Sea and that this
Convention has been violated by the Philippines, which has prevented
China to choose the way the management of litigation, as well as established by the bilateral agreements. Beijing
also argues that these differences had to be the subject of
negotiations between the two parties and not subject to a judge. However
these arguments appear weak in front of an international opinion, which
precisely because of this ruling, will tend to make it grow diplomatic
pressure to stop China in its efforts to maritime expansion. In
fact, even though the Hague Court does not have coercive instruments
able to enforce the judgment, the judgment issued will lead to a secure
diplomatic reaction, waiting only a legal argument capable of supporting
a concrete contrast mode. To
be protagonists will then international structures and diplomatic
bodies, to be able to prevent the dispute from being shifted to a plan,
including potential ones, military; what to ward off the imminent dangers, but also to anticipate and avoid future litigation of this type. China,
if it really aspires to become a superpower, will have to seek
alternative ways to establish themselves as such, and, first of all, you
will have to accept the verdict of international bodies such as the
Hague Court, showing a world stature, and not only from small power regional.
La Corte de La Haya declaró que Beijing no tiene derechos de soberanía en el Mar del Sur de China
El
fallo del tribunal de La Haya, en la disputa territorial de la
soberanía del mar con vistas a la costa de Filipinas, a la que aspira
China, está obligado, además de convertirse en un precedente en la
jurisprudencia del derecho internacional, también es un factor potencial
de agravación de la situación de ese escenario y otros análogos. La
Corte de La Haya dictaminó que la soberanía reclamada por Pekín, en
algunas islas en el Mar del Sur de China, no se apoya en ninguna base
legal. espacio
marino en cuestión es considerado por muchos una verdadera autopista
del mar, importante para el transporte de mercancías, y luego adi alto
valor estratégico, contiene yacimientos de gas y petróleo y, también, es
de agua de interés económico para la el sector pesquero. El
hecho de que los barcos chinos, así como otros estados, han operado
históricamente en las aguas en cuestión, no constituye una prueba del
control exclusivo de las aguas, según lo demandado por Pekín. De
hecho, China ha tenido un comportamiento que interfiere cuando estas
áreas eran colonias españolas, y ha dañado el arrecife de coral con la
construcción ilegal de las islas artificiales, una operación que no
estaba en sus derechos y constituye un abuso. Esta
conducta ha, por lo tanto, constituye una violación flagrante de la
soberanía de los derechos sobre la tierra de Filipinas con respecto a su
plena disponibilidad de la zona económica exclusiva y la plataforma
continental. Este
juicio, así como legal tiene un valor político innegable, porque niega,
por la sentencia a favor de Manila, a China sus reivindicaciones como
una potencia regional y global, y crea un precedente no irrelevante
sobre cualquier otra disputa que Pekín lleva con otros países asiáticos,
como
Corea del Sur, Japón, Vietnam y Malasia, sobre la supuesta soberanía de
algunas islas y porciones de mar, que Pekín reclama a tomar en estos
países, incluso a través de tácticas agresivas que supongan el uso
inseguro de las fuerzas armadas. Para
China, esta decisión es, en el plano diplomático, una severa derrota,
como se muestra por la reacción del gobierno de Pekín, que fue rápido
para no reconocer la jurisdicción de la Corte de La Haya y luego definir
por infundado y nada de su decisión . También
las declaraciones del Ministerio de Defensa de China, se han expresado
en este sentido, haciendo hincapié en que la agencia de gobierno hará
todo lo posible para preservar la unidad y la soberanía del país, lo que
sugiere implícitamente, que la sentencia se consideran áreas temáticas como parte integrante del territorio de china. Es
una actitud que está diseñado para elevar la tensión en torno a la
controversia, que coloca a China en una posición casi en la defensa, lo
que podría ser seguido por la demostración de la fuerza militar en el
país, capaz de dar lugar a un peligroso crecimiento, capaz de abrir más áreas de crisis internacional; Será
crucial para ver la evolución de este escenario, teniendo en cuenta el
compromiso directo inevitable de los Estados Unidos, que tenga en cuenta
los mares asiáticos el teatro central de su política exterior, incluida
la función de apoyo a los muchos aliados involucrados en disputas con
China. Por
ahora, Beijing se ha limitado a contrarrestar la decisión con
argumentos legales, diciendo que las disputas territoriales del cuerpo
no están sujetos a la Convención de las Naciones Unidas sobre el Derecho
del Mar y que esta Convención ha sido violada por Filipinas, lo que ha
impedido China para elegir el camino la gestión de litigios, así como establecido por los acuerdos bilaterales. Beijing
también sostiene que estas diferencias tenían que ser objeto de
negociaciones entre las dos partes y que no están sujetos a un juez. Sin
embargo, estos argumentos parecen débiles frente a una opinión pública
internacional, que precisamente a causa de este fallo, tenderá a hacer
que crezca la presión diplomática para detener China en sus esfuerzos a
la expansión marítima. De
hecho, a pesar de que la Corte de La Haya no tiene instrumentos
coercitivos capaces de ejecutar la sentencia, la sentencia emitida dará
lugar a una reacción diplomática segura, a la espera solamente un
argumento legal capaz de soportar un modo concreto contraste. Para
ser protagonistas serán entonces las estructuras internacionales y
organismos diplomáticos, para poder evitar que la disputa se desplace a
un plan, incluidos los potenciales, los militares; lo que para protegerse de los peligros inminentes, sino también para anticipar y evitar futuros litigios de este tipo. China,
si realmente aspira a convertirse en una superpotencia, tendrá que
buscar formas alternativas para establecerse como tal, y, en primer
lugar, tendrá que aceptar el veredicto de los organismos
internacionales, como la Corte de La Haya, mostrando una estatura mundo,
y no sólo de pequeña potencia regional.
Den Haag Gerichtshof festgestellt , dass Peking keine Hoheitsrechte im Südchinesischen Meer hat
Das
Urteil des Gerichts in Den Haag, auf der territorialen Streit um die
Souveränität des Meeres vor der Küste der Philippinen mit Blick auf die
China strebt wird, sowie zu einem Präzedenzfall in der Rechtsprechung
des internationalen Rechts, auch ein potentieller Faktor der
Verschlimmerung der Situation gebunden dieses Szenario und andere Analoga. Den
Haag Gericht entschied, dass die Souveränität von Peking behauptet, auf
einigen Inseln im Südchinesischen Meer, wird von keiner Rechtsgrundlage
gestützt. Marine-Raum
in Frage von vielen eine echte Meer Autobahn betrachtet wird, wichtig
für den Transport von Waren, und dann adi hohen strategischen Wert,
enthält Gas- und Ölfelder und zusätzlich ist das Wasser Spiegel von
wirtschaftlichem Interesse für die der Fischereisektor. Die
Tatsache, dass die chinesischen Boote, sowie andere Staaten, historisch
in den Gewässern in Frage betrieben haben, stellt keine Beweise für die
alleinige Kontrolle über das Wasser, wie von Peking beansprucht. Tatsächlich
hat China eine störende Verhalten hatte, als diese Bereiche spanischen
Kolonien waren, und hat das Korallenriff mit dem illegalen Bau von
künstlichen Inseln beschädigt, eine Operation, die nicht in ihren
Rechten war und einen Missbrauch. Dieses
Verhalten hat, besteht daher eine flagrante Verletzung der Souveränität
der Philippinen Landrechte in Bezug auf seine volle Verfügbarkeit der
ausschließlichen Wirtschaftszone und Kontinentalschelf. Dieses
Urteil sowie Rechts hat eine unbestreitbare politische Bedeutung, weil
sie bestreitet, durch das Urteil zugunsten von Manila, nach China seine
Ansprüche als regionale und globale Macht, und ein Präzedenzfall ist
nicht unerheblich für alle anderen Streitigkeiten, dass Peking mit
anderen asiatischen Ländern führt, wie
Südkorea, Japan, Vietnam oder Malaysia, über die angebliche
Souveränität einiger Inseln und Meeresabschnitte, die Peking in diesen
Ländern zu nehmen behauptet, aggressive Taktik denen unsicheren Gebrauch
der Streitkräfte unter anderem durch. Für
China, diese Entscheidung ist, auf diplomatischer Ebene, eine schwere
Niederlage, wie die Reaktion der Regierung in Peking gezeigt, die
schnell war nicht die Zuständigkeit des Haager Gerichts erkennen und
dann als unbegründet und nichts, um seine Entscheidung zu definieren . Auch
die Aussagen des chinesischen Verteidigungsministeriums, wurden in
dieser Hinsicht zum Ausdruck und betonte, dass die Regierung Agentur
alles tun, um die Einheit und Souveränität des Landes, was darauf
hindeutet, implizit zu erhalten, dass das Urteil Themengebiete gelten
als als integraler Bestandteil des chinesischen Territoriums. Es
ist eine Haltung, die ausgelegt ist, die Spannung um den Streit zu
erheben, die China in der Lage, fast der Verteidigung setzt, die durch
die Demonstration militärischer Gewalt in dem Land, in der Lage zu
führen zu einem wachsenden gefährlich verfolgt werden konnte, der fähig
ist öffnen mehr internationalen Krisengebieten; Es
wird entscheidend sein, um die Entwicklungen dieses Szenario, um zu
sehen, unvermeidlich einen direkten Eingriff der Vereinigten Staaten
erwägen, die den asiatischen Meeren die zentrale Theater seiner
Außenpolitik, einschließlich der Unterstützung Funktion der vielen
Verbündeten beteiligt in Streitigkeiten mit China in Betracht ziehen. Denn
jetzt hat Peking beschränkt sich die Entscheidung mit rechtlichen
Argumenten zu begegnen, sagen, dass die Körper territorialen
Streitigkeiten unterliegen nicht der UN-Konvention über Seerecht und
dass dieses Übereinkommen wurde von den Philippinen verletzt worden, die
China verhindert hat, den Weg zu wählen, das Management von Rechtsstreitigkeiten, sowie von den bilateralen Abkommen festgelegt. Peking
macht außerdem geltend, dass diese Unterschiede Gegenstand von
Verhandlungen zwischen den beiden Parteien und unterliegen nicht der
Richter sein musste. Allerdings
scheinen diese Argumente schwach vor einer internationalen Meinung, die
gerade wegen dieser Entscheidung wird dazu neigen, es diplomatischen
Druck wachsen China bei ihren Bemühungen um maritime Expansion zu
stoppen. In
der Tat, auch wenn das Haager Gericht nicht Zwangsmittel der Lage, das
Urteil zu vollstrecken hat, erteilt das Gericht wird auf eine sichere
diplomatische Reaktion führen, nur ein rechtliches Argument wartet der
Lage, einen konkreten Kontrastmodus unterstützen. Um
Protagonisten sind dann internationalen Strukturen und diplomatischen
Vertretungen zu können, Konflikte zu verhindern, auf einen Plan
verschoben werden, einschließlich der möglichen diejenigen, Militär; was
die drohenden Gefahren abzuwehren, sondern auch zukünftige
Rechtsstreitigkeiten dieser Art zu antizipieren und zu vermeiden. China,
wenn es sich um eine Supermacht wirklich werden will, müssen
alternative Wege suchen, um sich als solche zu etablieren, und, vor
allem, werden Sie das Urteil von internationalen Organisationen wie der
Haager Gerichtshof akzeptieren müssen, eine Welt Statur zeigt, und zwar
nicht nur von Kleinkraft regional.
La Cour de La Haye a déclaré que Pékin n'a pas de droits souverains dans la mer de Chine méridionale
La
décision du tribunal de La Haye, sur le différend territorial de la
souveraineté de la mer avec vue sur la côte des Philippines, à laquelle
aspire la Chine, est lié, ainsi que de devenir un précédent dans la loi
du droit international, également un facteur potentiel d'aggravation de
la situation des cas ce scénario et d'autres analogues. La
Cour de La Haye a jugé que la souveraineté revendiquée par Beijing, sur
certaines îles de la mer de Chine méridionale, est étayée par aucune
base juridique. l'espace
maritime en cause est considéré par beaucoup une véritable autoroute de
la mer, importante pour le transport de marchandises et ensuite une
valeur stratégique adi haute, contient des champs de gaz et de pétrole
et, aussi, est de l'eau d'intérêt économique pour la le secteur de la pêche. Que
bateaux chinois, ainsi que d'autres Etats, ont toujours exploité dans
les eaux en question constitue pas une preuve du contrôle exclusif des
eaux, comme le prétend Pékin. En
effet, la Chine a eu un comportement interférant lorsque ces zones
étaient des colonies espagnoles, et a endommagé le récif de corail avec
la construction illégale d'îles artificielles, une opération qui n'a pas
été dans leurs droits et constitue un abus. Cette
conduite a, par conséquent, constitue une violation flagrante de la
souveraineté des droits fonciers des Philippines par rapport à sa pleine
disponibilité de la zone économique exclusive et le plateau
continental. Ce
jugement ainsi que juridique a une valeur politique indéniable, parce
qu'il nie, par le jugement en faveur de Manille, à la Chine ses
revendications en tant que puissance régionale et mondiale, et crée un
précédent pas indifférent sur tous les autres différends que Pékin mène
avec d'autres pays asiatiques, telles
que la Corée du Sud, le Japon, le Vietnam et la Malaisie, à propos de
la souveraineté alléguée de quelques îles et des parties de la mer, que
Pékin prétend prendre dans ces pays, y compris à travers des tactiques
agressives impliquant une utilisation dangereuse des forces armées. Pour
la Chine, cette décision est, au niveau diplomatique, sévère défaite,
comme le montre la réaction du gouvernement à Beijing, qui n'a pas tardé
à ne pas reconnaître la compétence de la Cour de La Haye, puis définir
comment sans fondement et rien sa décision . Aussi
les déclarations du ministère chinois de la Défense, ont été exprimées à
cet égard, en soulignant que l'agence gouvernementale va tout faire
pour préserver l'unité et la souveraineté du pays, ce qui suggère
implicitement, que le jugement domaines sont considérés comme comme partie intégrante du territoire de la Chine. Il
est une attitude qui est conçu pour augmenter la tension autour du
conflit, ce qui met la Chine dans une position presque de la défense, ce
qui pourrait être suivie par la démonstration de force militaire du
pays, en mesure de conduire à une dangereuse croissante, capable de ouvrir les zones de crise plus internationales; sera
cruciale pour voir l'évolution de ce scénario, compte tenu de
l'engagement direct inévitable des États-Unis, qui considèrent les mers
d'Asie, le théâtre central de sa politique étrangère, même à titre
d'appui aux nombreux alliés impliqués dans des différends avec la Chine.
Pour
l'instant, Pékin a lui-même limité à contrer la décision avec des
arguments juridiques, en disant que les différends territoriaux du corps
ne sont pas soumis à la Convention des Nations Unies sur le droit de la
mer et que cette Convention a été violé par les Philippines, qui a
empêché la Chine de choisir la manière de la gestion du contentieux, tel qu'établi par les accords bilatéraux. Pékin
fait également valoir que ces différences devaient faire l'objet de
négociations entre les deux parties et ne sont pas soumis à un juge. Toutefois,
ces arguments semblent faibles en face d'une opinion internationale,
qui précisément à cause de cette décision, auront tendance à faire
croître la pression diplomatique pour arrêter la Chine dans ses efforts
d'expansion maritime. En
fait, même si la Cour de La Haye n'a pas d'instruments coercitifs
capables d'exécuter le jugement, l'arrêt rendu conduira à une réaction
diplomatique sécurisée, en attendant qu'un argument juridique capable de
supporter un mode de contraste béton. Pour
être protagonistes seront ensuite structures internationales et les
organes diplomatiques, pour être en mesure d'empêcher le différend
d'être déplacé à un plan, y compris les potentiels, les militaires; ce que pour conjurer les dangers imminents, mais aussi pour anticiper et éviter de futurs litiges de ce type. Chine,
si elle aspire vraiment à devenir une superpuissance, devra chercher
d'autres moyens de se mettre en place en tant que telle, et, avant tout,
vous devrez accepter le verdict des instances internationales telles
que la Cour de La Haye, montrant une stature mondiale, et pas seulement
de petite puissance régional.
O Tribunal de Haia declarou que Pequim não tem direitos de soberania no Mar da China do Sul
A
decisão do tribunal em Haia, sobre a disputa territorial da soberania
do mar com vista para a costa das Filipinas, ao qual aspira China, está
vinculado, bem como tornar-se um precedente na jurisprudência do direito
internacional, também é um fator potencial de agravamento da situação esse cenário e outros análogos. O
Tribunal de Haia determinou que a soberania reivindicada por Pequim, em
algumas ilhas no Mar da China do Sul, não é suportado por qualquer base
jurídica. espaço
marinho em questão é considerado por muitos uma auto-estrada do mar
real, importante para o transporte de mercadorias e, em seguida adi alto
valor estratégico, contém campos de gás e petróleo e, também, é de água
de interesse económico para a sector das pescas. O
fato de que os barcos chineses, bem como outros estados, tem operado
historicamente nas águas em causa, não constitui evidência do controlo
exclusivo das águas, como reivindicado por Pequim. De
fato, a China teve um comportamento interferir quando estas áreas foram
colônias espanholas, e danificou o recife de coral com a construção
ilegal de ilhas artificiais, uma operação que não estava em seus
direitos e constitui um abuso. Essa
conduta tem, portanto, constitui uma flagrante violação da soberania
dos direitos à terra das Filipinas em relação à sua disponibilidade
total da zona económica exclusiva e plataforma continental. Este
julgamento, bem como legal tem um valor político inegável, porque nega,
por meio do julgamento favorável em Manila, o seu pedido para a China
como uma potência regional e global, e cria um precedente não
irrelevante em todas as outras disputas que Beijing lidera com outros
países asiáticos, tais
como a Coreia do Sul, Japão, Vietnã e Malásia, sobre a suposta
soberania de algumas ilhas e porções do mar, que Pequim afirma a tomar
nesses países, inclusive por meio de táticas agressivas que envolvem o
uso inseguro das forças armadas. Para
a China, esta decisão é, a nível diplomático, uma derrota grave, como
mostra a reação do governo em Pequim, que foi rápido para não reconhece a
jurisdição do Tribunal de Haia e, em seguida, para definir improcedente
e nada sua decisão . Também
as declarações do Ministério da Defesa chinês, foram expressas a esse
respeito, salientando que a agência do governo vai fazer de tudo para
preservar a unidade e soberania do país, sugerindo implicitamente, que o
julgamento áreas são consideradas como parte integrante do território chinês. É
uma atitude que é projetado para aumentar a tensão em torno da disputa,
o que coloca a China em uma posição quase de defesa, o que poderia ser
seguido pela demonstração de força militar no país, capaz de levar a uma
crescente perigoso, capaz de ele abre mais zonas de crise internacional; Será
crucial para ver a evolução deste cenário, considerando envolvimento
direto inevitável dos Estados Unidos, que consideram os mares asiáticos
do teatro central da sua política externa, incluindo a função de apoio
aos muitos aliados envolvidos em disputas com a China. Por
enquanto, Pequim limitou-se a contrariar a decisão com argumentos
jurídicos, dizendo que as disputas territoriais do corpo não estão
sujeitos à Convenção das Nações Unidas sobre o Direito do Mar e que essa
Convenção foi violada pelas Filipinas, que tem impedido a China para
escolher o caminho da gestão do contencioso, bem como criado pelos acordos bilaterais. Pequim
também argumenta que essas diferenças tinham de ser objecto de
negociações entre as duas partes e não sujeitas a um juiz. No
entanto, estes argumentos parecer fraco na frente de uma opinião
internacional, que precisamente por causa desta decisão, tendem a
fazê-lo crescer a pressão diplomática para impedir a China nos seus
esforços de expansão marítima. Na
verdade, embora o Tribunal de Haia não tem instrumentos coercitivos
capazes de executar a sentença, o juízo emitido levará a uma reação
diplomática seguro, esperando apenas uma argumentação jurídica capaz de
suportar um modo concreto contraste. Para
ser protagonistas, então, estruturas internacionais e as representações
diplomáticas, para ser capaz de evitar a disputa de ser deslocado para
um plano, incluindo os potenciais, militar; o que para afastar os perigos iminentes, mas também para antecipar e evitar futuros litígios deste tipo. China,
se ele realmente aspira a se tornar uma superpotência, terão de
procurar formas alternativas para estabelecer-se como tal, e, em
primeiro lugar, você terá que aceitar o veredicto dos organismos
internacionais, como o Tribunal de Haia, mostrando uma estatura mundo, e
não apenas a partir de pequena potência regional.
Гаагский суд заявил, что Пекин не имеет суверенных прав в Южно-Китайском море
Решение
суда в Гааге, по территориальному спору суверенитет моря с видом на
побережье Филиппин, к которому стремится Китай, связан, а также стать
прецедентом в судебной практике норм международного права, также
потенциальный фактор обострения ситуации этот сценарий и другие аналоги. Гаагский
суд постановил, что суверенитет утверждал, Пекин, на некоторых островах
в Южно-Китайском море, не поддерживается какой-либо правовой основы. Морское
пространство в вопросе, по мнению многих реальной автомагистрали на
море, имеющих важное значение для перевозки грузов, а затем ади большое
стратегическое значение, содержит газовых и нефтяных месторождений, а
также, является воды экономического интереса для сектор рыболовства. Тот
факт, что китайские лодки, а также другие государства, которые
исторически действовали в водах о которых идет речь, не является
доказательством исключительного контроля вод, как утверждают в Пекине. В
самом деле, Китай был мешающего поведение, когда эти районы были
испанские колонии, и повредил коралловый риф с незаконным строительством
искусственных островов, операция, которая не была в своих правах и
представляет собой злоупотребление. Такое
поведение имеет, таким образом, представляет собой грубое нарушение
суверенитета Филиппинских земельных прав в отношении ее полной
доступности исключительной экономической зоны и континентального шельфа.
Это
решение, а также юридические имеет неоспоримое политическое значение,
так как он отрицает, приговором в пользу Маниле, в Китай свои претензии в
качестве региональной и глобальной власти, и создает прецедент не имеет
отношения всех других споров, что Пекин ведет с другими азиатскими
странами, таких
как Южная Корея, Япония, Вьетнам и Малайзия, о предполагаемом
суверенитете некоторых островов и морских участков, который утверждает
Пекин, чтобы взять в этих странах, в том числе путем агрессивной
тактики, связанных с небезопасным использование вооруженных сил. Для
Китая это решение есть, на дипломатическом уровне, серьезное поражение,
как показано реакцией правительства в Пекине, который был быстро не
признает юрисдикцию Гаагского суда, а затем определить, как
необоснованное и ничего о своем решении , Также
заявления Министерства обороны китайского, были высказаны в связи с
этим, подчеркнув, что правительственное агентство сделает все, чтобы
сохранить единство и суверенитет страны, предполагая неявно, что
суждение предметных областей рассматриваются в качестве неотъемлемой части территории Китая. Это
отношение, которое предназначено для повышения напряженности вокруг
спора, который ставит Китай в состоянии почти обороны, которая может
последовать демонстрации военной силы в стране, способной привести к
растущей опасности, способной открыть больше международных кризисных областей; Это
будет иметь решающее значение, чтобы увидеть события этого сценария,
учитывая неизбежное прямое участие Соединенных Штатов, которые
рассматривают азиатских морей центральный театр своей внешней политики, в
том числе функции поддержки для многих союзников, участвующих в спорах с
Китаем. В
настоящее время, Пекин ограничил себя, чтобы противостоять правящей с
юридическими аргументами, говоря, что территориальные споры тела не
подпадают под действие Конвенции Организации Объединенных Наций по
морскому праву и что настоящей Конвенции было нарушено на Филиппинах,
которая мешает Китаю выбрать путь управление судебных процессов, а также в порядке, установленном двусторонними соглашениями. Пекин также утверждает, что эти различия должны были быть предметом переговоров между двумя сторонами и не подлежат судьи. Однако
эти аргументы показаться слабыми перед международным мнением, что
именно из-за этого решения, будет стремиться сделать его расти
дипломатическое давление, чтобы остановить Китай в своих усилиях по
морской экспансии. На
самом деле, даже если Гаагский суд не имеет принудительные инструменты,
способные исполнить решение, суд выпустил приведет к безопасной
дипломатической реакции, ожидая только юридический аргумент, способный
поддерживать режим конкретный контраст. Для
того, чтобы стать главными действующими лицами будут затем
международные структуры и дипломатические органы, чтобы быть в состоянии
предотвратить спор от сдвигаются к плану, в том числе потенциальных,
военных; что отвратить надвигающуюся опасность, но и предвидеть и избежать будущих судебных процессов этого типа. Китай,
если он действительно стремится стать сверхдержавой, придется искать
альтернативные пути создания себя как таковой, и, в первую очередь, вы
должны принять вердикт международных органов, таких как Гаагский суд,
показав мировой рост, а не только от малой мощности региональный.
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