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venerdì 19 agosto 2016

L'attività diplomatica della Russia in Siria può portare nuovi equilibri

L’attività diplomatica che viene svolta sulla questione della Siria, indica un quadro di profonda variabilità e dove appare che non esiste ancora una situazione uniforme. Il vero stratega sembra essere Putin, che sta usando la situazione siriana per avere un vantaggio per la Russia in campo internazionale, dopo l’isolamento e le posizini di secondo piano seguenti alla caduta dell’Unione Sovietica; del resto era nei programmi elettorali del capo del Cremlino rilanciare l’immagine di Mosca, per giocare un ruolo di primo livello sulla scena internazionale. L’entrata della Russia nella guerra siriana ha favorito sicuramente Assad, tuttavia il dittatore di Damasco, pur conservando il suo potere, appare ora uno strumento funzionale alla causa di Mosca. Questo elemento deve essere letto anche in chiave anti americana, infatti, per Washington l’uscita di scena di Assad doveva essere un obiettivo nell’assetto futuro del paese: ma non sarà così. Gli USA, in Siria, hanno fallito ogni proposito a causa di un atteggiamento troppo prudente e non certo degno della prima grande potenza mondiale. Putin è stato abile ha sfruttare questa incertezza ed  a introdursi nella questione per rovesciare la situazione di isolamento in cui si trovava la Russia. Se dapprima sembrava che Mosca, fosse al fianco di Assad per mantenere il controllo che Damasco gli consentiva sull’unica base navale russa nel Mediterraneo, il corso della guerra e, sopratutto, gli assetti diplomatici, che ne sono seguiti, hanno fatto passare in secondo piano la questione della base di Tartus, a favore dei contatti che la diplomazia di Mosca ha saputo creare. Il Cremlino, del resto, non ha sfruttato soltanto la debolezza della Casa Bianca contro Damasco, ma anche il deteriorarsi dei rapporti tra Washington ed Ankara, recuperando il rapporto con la Turchia. In più la convergenza degli interessi sulla Siria, ha permesso una collaborazione militare tra Russia ed Iran, che sembra aprire grandi potenzalità nei rapporti tra i due paesi. Non appare neppure secondario che anche la Cina si sia allineata sulle posizioni russe riguardo la Siria. Fino a qui queste sono le convergenze, i punti comuni di diversi paesi, spesso in contrasto, che si sono delineati sul teatro internazionale, uno scenario che presenta Mosca, essenzialmente come il minimo comune denominatore. In realtà il Cremlino ha creato una rete di rapporti, dove è centrale, ma che sembra che abbiano poche possibilità di svilupparsi, a meno che la Russia non intenda procedere in modo separato nei rapporti con questi stati. Questa visione contrasta però, con l’intenzione di creare una sorta di rete capace di creare una alleanza in grado di bilanciare la potenza occidentale. Ecco, allora, che la mancanza di uniformità di questa potenziale alleanza si delinea in tutta la sua evidenza. Partiamo dalla Turchia: Ankara ha inseguito a lungo un obiettivo ormai irragiungibile, quello di ricreare una zona di influenza che potesse ricalcare, almeno in parte, l’area dell’impero ottomano; per fare ciò Erdogan, inizialmente sostenuto da una buona situazione economica, ha puntato in maniera troppo decisa, sul legame tra religione e politica, trasformando il paese da laico a confessionale e comprimendo i diritti civili e politici. Questo indirizzo è stato l’inizio dell’allontanamento dagli USA e dall’Europa, ma la Turchia doveva compensare questa distanza esercitando una attrazione gravitazionale dei paesi arabi. Inoltre questa strategia ha previsto l’utilizzo indiretto di gruppi terroristici per rovesciare il regime siriano, in alleanza con le monarchie sunnite del Golfo Persico. La Turchia  si è però trovata in una posizione internazionale sempre più difficile, aggravata dalla pressione americana e dalla propria situazione interna. L’intesa stipulata con Mosca ha, perciò, rappresentato una via di uscita, favorita anche dalla natura non propriamente democratica dei due governi. Tuttavia, Mosca ha aperto anche un canale con l’Iran, paese sciita e quindi già avversario per definizione di Ankara. Una convergenza tra questi paesi appare impossibile, sopratutto se legata al destino della Siria: da una parte può essere vero che la Turchia, in questa fase, si concentri maggiormente sulla propria situazione, che non sul destino siriano, preferendo seguire piuttosto la questione curda, ma quando si arriverà ad iniziare le trattative vere e proprie del destino siriano, sembra difficile che gli interessi di Ankara e quelli di Teheran possano coincidere. A quel punto anche il legame con la Russia, che ha una visione più simile a quella iraniana, potrebbe compromettersi. Ciò potrebbe creare nuove situazioni di frizione ed alterare il difficoltoso equilibrio creato da Mosca. Esiste anche la possibilità che il Cremlino abbia promosso la situazione attuale con un orizzonte temporale non troppo distante, ma soltanto per mettere in difficoltà gli Stati Uniti e creare una situazione favorevole da sfruttare per la questione ucraina. Che Putin, abbia un orizzonte molto ampio è ormai cosa acclarata, e ciò può costituire un ipotesi valida; ma per conseguire questo risultato, il ruolo da protagonista in Siria, deve essere giocato in modo completo. Raggiungere una intesa, anche minima, con Washington, sulla sconfitta dello Stato islamico è sicuramente il primo passo. La Russia si è guadagnata questo ruolo con l’impegno sul campo e questo fattore sarà decisivo nel futuro. Quello che sembra meno facile sarà tenere insieme, e non soltanto ad un ipotetico tavolo delle trattative per il futuro della Siria, tutti questi alleati indiretti ed improbabili che Mosca ha messo insieme, sopratutto se l’intenzione sarà sempre quella di creare problemi a Washington.

The diplomatic activity of Russia in Syria can bring a new balance

The diplomatic activity that takes place on the issue of Syria, shows a picture of profound variability and where it appears that there is still no uniform situation. The true strategist seems to be Putin, who is using the Syrian situation to gain an advantage for Russia in the international arena, after isolation and the kind of jobs the second floor following the fall of the Soviet Union; the rest was in the electoral programs of the Kremlin chief to revive the image of Moscow, to play a role of the first level on the international stage. The entry of Russia in the Syrian war has definitely encouraged Assad, however, the dictator of Damascus, while retaining its power, now appears a functional tool to the cause of Moscow. This element should also be read in the American anti key, in fact, for Washington the departure of Assad scene had to be a target country in the setup of the future: it will not be so. The US, in Syria, have failed every way because of being too cautious and certainly not worthy of the first major world power. Putin has been adept has exploited this uncertainty and to enter into the question to reverse the situation of isolation in which it was Russia. If at first it seemed that Moscow was alongside Assad to maintain control that Damascus allowed him on the only Russian naval base in the Mediterranean, the course of the war and, above all, diplomatic arrangements, which followed, they did take second fore the question of the base of Tartus, in favor of the contacts that Moscow diplomacy has created. The Kremlin, for that matter, has not only taken advantage of the weakness of the White House against Damascus, but also the deterioration of relations between Washington and Ankara, recovering the relationship with Turkey. In addition, the convergence of interests on Syria, has allowed a military cooperation between Russia and Iran, which seems to open big potentiality in relations between the two countries. It appears even secondary that even China is aligned on Russian positions regarding Syria. So far these are the convergences, the common points of different countries, often at odds, which are outlined on the international stage, a scenario that presents Moscow, essentially as the lowest common denominator. In fact, the Kremlin has created a network of relationships, where is central, but they seem to have little chance to develop, unless Russia does not intend to proceed separately in relations with these states. This vision, however, contrasts with the intention to create a kind of network that would create an alliance able to balance the Western power. Here, then, that the lack of uniformity of this potential alliance emerges in all its evidence. We start from Turkey: Ankara has pursued a long goal now unreachable, to recreate an area of ​​influence that could trace, at least in part, the area of ​​the Ottoman Empire; to do what Erdogan, initially supported by good economic situation, has focused in too decided, on the relationship between religion and politics, transforming the country from sectarian and secular compressing the civil and political rights. This address was the start of removal from the US and Europe, but Turkey had to compensate for this distance exerting a gravitational pull of the Arab countries. Furthermore this strategy involved the indirect use of terrorist groups to overthrow the Syrian regime, in alliance with the Sunni monarchies of the Persian Gulf. Turkey has, however, found itself in an increasingly difficult international position, exacerbated by US pressure and its own internal situation. The agreement signed with Moscow has, therefore, represented a way out, favored by not properly democratic nature of the two governments. However, Moscow has also opened a channel with Iran, a Shiite country and therefore already opponent for definition of Ankara. A convergence between these countries appears to be impossible, especially if linked to the fate of Syria: on one hand it may be true that Turkey, at this stage, you focus more on your own situation, which is not on Syria's fate, preferring rather to follow the Kurdish issue, but when it comes to start the real negotiations and their Syrian fate, it seems difficult that the interests of Ankara and those of Tehran may coincide. At that point the relationship with Russia, which has a more similar to that of Iran, could be compromised. This could create new clutch situations and alter the difficult balance created by Moscow. There is also the possibility that the Kremlin has promoted the current situation with a time horizon not too far, but only to embarrass the United States and create a favorable situation to be exploited for the Ukrainian issue. Putin, has a very wide horizon is now clearly established thing, and this may be a valid assumption; but to achieve this, the lead role in Syria, must be played in full. Reach an agreement, however small, with Washington, on the defeat of the Islamic State is definitely the first step. Russia has earned this role with the commitment on the field and this factor will be decisive in the future. What seems less easy it will hold together, and not just a hypothetical table of negotiations for the future of Syria, all these indirect and unlikely allies that Moscow has put together, especially if the intention will always be to create problems in Washington.

La actividad diplomática de Rusia en Siria puede traer un nuevo equilibrio

La actividad diplomática que se lleva a cabo sobre la cuestión de Siria, muestra una imagen de profunda variabilidad y donde parece que aún no existe una situación uniforme. El verdadero estratega parece ser Putin, que está utilizando la situación de Siria para ganar una ventaja para Rusia en el ámbito internacional, tras el aislamiento y el tipo de puestos de trabajo del segundo piso después de la caída de la Unión Soviética; el resto estaba en los programas electorales del jefe del Kremlin para revivir la imagen de Moscú, a desempeñar un papel de primer nivel en la escena internacional. La entrada de Rusia en la guerra sirio Assad ha alentado sin duda, sin embargo, el dictador de Damasco, al tiempo que conserva su poder, ahora parece una herramienta funcional para la causa de Moscú. Este elemento también debe leerse la clave contra el América, de hecho, para Washington la salida de escena Assad tenía que ser un país de destino en la configuración del futuro: no va a ser así. Los EE.UU., en Siria, hemos fallado todos los sentidos, porque de ser demasiado prudente y, ciertamente, no es digno de la primera potencia mundial. Putin ha sido un experto ha explotado esta incertidumbre y entrar en la cuestión de revertir la situación de aislamiento en que fue Rusia. Si en un primer momento parecía que Moscú estaba al lado de Assad para mantener el control de Damasco que le permitió a la única base naval rusa en el Mediterráneo, el curso de la guerra y, sobre todo, de las relaciones diplomáticas, que siguieron, ellos pasan a un segundo plano la cuestión de la base de Tartus, en favor de los contactos que Moscú diplomacia ha creado. El Kremlin, para el caso, no sólo se ha aprovechado de la debilidad de la Casa Blanca contra Damasco, sino también el deterioro de las relaciones entre Washington y Ankara, recuperando la relación con Turquía. Además, la convergencia de intereses en Siria, ha permitido una cooperación militar entre Rusia e Irán, que parece abrirse gran potencialidad en las relaciones entre los dos países. Parece incluso secundario que incluso China se alinea sobre las posiciones de Rusia con respecto a Siria. Hasta el momento estas son las convergencias, los puntos comunes de los diferentes países, a menudo en desacuerdo, que se exponen en la escena internacional, un escenario que presenta Moscú, esencialmente como el denominador común más bajo. De hecho, el Kremlin ha creado una red de relaciones, donde se encuentra el centro, pero parece que tienen pocas oportunidades de desarrollar, a menos que Rusia no tiene la intención de proceder por separado en las relaciones con estos estados. Esta visión, sin embargo, contrasta con la intención de crear una especie de red que crearía una alianza capaz de equilibrar el poder occidental. Aquí, entonces, que la falta de uniformidad de la eventual alianza emerge en toda su evidencia. Partimos de Turquía: Ankara ha perseguido una meta inalcanzable ahora, para volver a crear un área de influencia que podrían rastrear, al menos en parte, el área del Imperio Otomano; para hacer lo que Erdogan, en un principio con el apoyo de buena situación económica, se ha centrado en muy decidido, sobre la relación entre la religión y la política, la transformación del país desde sectaria y secular compresión de los derechos civiles y políticos. Esta dirección fue el inicio de la expulsión de los EE.UU. y Europa, pero Turquía tuvo que compensar esta distancia que ejerce una atracción gravitatoria de los países árabes. Además esta estrategia implicaba la utilización indirecta de grupos terroristas para derrocar al régimen sirio, en alianza con las monarquías suníes del Golfo Pérsico. Turquía ha, sin embargo, que se encuentra en una posición internacional cada vez más difícil, agravada por la presión de Estados Unidos y su propia situación interna. El acuerdo firmado con Moscú tiene, por lo tanto, representa una salida, favorecido por la naturaleza no democrática adecuadamente de los dos gobiernos. Sin embargo, Moscú también ha abierto un canal con Irán, un país chiíta y por lo tanto ya rival para la definición de Ankara. Una convergencia entre estos países parece ser imposible, especialmente si vinculado al destino de Siria: por un lado, puede ser cierto que Turquía, en esta etapa, que se centran más en su propia situación, que no es el destino de Siria, prefiriendo en lugar de seguir la cuestión kurda, pero cuando se trata de iniciar las negociaciones reales y su destino sirio, parece difícil que los intereses de Ankara y los de Teherán pueden coincidir. En ese momento la relación con Rusia, que tiene una más similar a la de Irán, podría verse comprometida. Esto podría crear nuevas situaciones de embrague y alterar el difícil equilibrio creado por Moscú. También existe la posibilidad de que el Kremlin ha promovido la situación actual con un horizonte de tiempo no demasiado lejos, pero sólo para avergonzar a los Estados Unidos y crear una situación favorable para ser explotados para la emisión de Ucrania. Putin, tiene un muy amplio horizonte está ahora claramente lo establecido, y esto puede ser una suposición válida; pero para lograr esto, el papel principal en Siria, debe ser jugado en su totalidad. Llegar a un acuerdo, aunque sea pequeña, con Washington, en la derrota del Estado Islámico es sin duda el primer paso. Rusia ha obtenido este rol con el compromiso en el campo y este factor será decisivo en el futuro. Lo que parece menos fácil que se mantendrá unida, y no sólo una tabla hipotética de las negociaciones para el futuro de Siria, todos estos aliados indirectos y poco probables que Moscú ha puesto juntos, sobre todo si la intención siempre será crear problemas en Washington.

Die diplomatische Tätigkeit Russlands in Syrien kann ein neues Gleichgewicht bringen

Die diplomatischen Aktivitäten, die auf die Ausgabe von Syrien nimmt, zeigt ein Bild der tiefen Variabilität und wo es scheint, dass es noch keine einheitliche Situation. Der wahre Stratege scheint Putin zu sein, der die syrische Situation nutzt einen Vorteil für Russland in der internationalen Arena zu gewinnen, nach der Isolierung und der Art der Arbeitsplätze in der zweiten Etage nach dem Fall der Sowjetunion; der Rest war in den Wahlprogrammen der Kreml-Chef das Bild von Moskau wieder zu beleben, eine Rolle von der ersten Ebene auf der internationalen Bühne zu spielen. Der Beitritt Russlands in der syrischen Krieg hat auf jeden Fall ermutigt Assad, der Diktator von Damaskus jedoch, während seine Macht behalten, jetzt ein funktionales Werkzeug, um die Ursache von Moskau erscheint. Dieses Element sollte auch in der amerikanischen Anti-Taste, in der Tat, für Washington gelesen werden dem Weggang von Assad Szene hatte ein Zielland in den Aufbau der Zukunft zu sein: Es ist nicht so sein wird. Die USA, in Syrien, haben jede Art und Weise gescheitert, weil der zu vorsichtig zu sein und schon gar nicht verdient den ersten großen Weltmacht. Putin hat geschickt gewesen, diese Unsicherheit ausgenutzt hat und in die Frage zu geben, die Situation der Isolation aufzuheben, in dem es Russland war. Wenn zuerst schien es, dass Moskau war neben Assad die Kontrolle zu behalten, dass Damaskus ihn auf die einzige russische Marinestützpunkt im Mittelmeer erlaubt, den Verlauf des Krieges und vor allem diplomatische Vereinbarungen, die folgten, nahmen sie zweite die Frage der Basis von Tartus, zugunsten der Kontakte Vordergrund, die Moskau Diplomatie geschaffen hat. Der Kreml, für diese Angelegenheit, hat nicht nur den Vorteil der Schwäche des Weißen Hauses gegen Damaskus genommen, sondern auch die Verschlechterung der Beziehungen zwischen Washington und Ankara, die Beziehung mit der Türkei zu erholen. Darüber hinaus hat die Konvergenz der Interessen auf Syrien, eine militärische Zusammenarbeit zwischen Russland und dem Iran erlaubt, die große Potentialität in den Beziehungen zwischen den beiden Ländern zu öffnen scheint. Es scheint sogar sekundär, dass auch China auf russischen Positionen in Bezug auf Syrien ausgerichtet ist. Bisher sind dies die Konvergenzen, die gemeinsamen Punkte der verschiedenen Länder, oft im Widerspruch, die auf der internationalen Bühne skizziert, ein Szenario, das Moskau, im Wesentlichen als den kleinsten gemeinsamen Nenner darstellt. In der Tat hat der Kreml ein Netz von Beziehungen geschaffen, wo zentral ist, aber sie scheinen kaum eine Chance zu haben, zu entwickeln, es sei denn, Russland beabsichtigt nicht separat in den Beziehungen mit diesen Staaten zu gehen. Diese Vision, die jedoch im Gegensatz zu der Absicht, eine Art Netzwerk zu schaffen, das eine Allianz der Lage, das Gleichgewicht der Macht des Westens schaffen würde. Hier also, daß der Mangel an Gleichförmigkeit dieses Potentials Allianz entsteht in allen ihren Nachweis. Wir starten aus der Türkei: Ankara ein langes Ziel jetzt nicht erreichbar, verfolgt hat eine Fläche von Einfluss zu erstellen, die, zumindest teilweise verfolgen konnte, das Gebiet des Osmanischen Reiches; zu tun, was Erdogan, zunächst durch eine gute wirtschaftliche Situation unterstützt wird, hat sich in zu entschieden, über das Verhältnis von Religion und Politik, die Umwandlung des Landes von sektiererischen und säkularen Komprimieren der bürgerlichen und politischen Rechte konzentriert. Die Adresse war der Beginn der Entnahme aus den USA und Europa, aber die Türkei hatte für diesen Abstand zu kompensieren, damit eine Anziehungskraft der arabischen Länder ausüben. Des Weiteren beteiligt sich diese Strategie die indirekte Nutzung von Terrorgruppen das syrische Regime zu stürzen, im Bündnis mit den sunnitischen Monarchien am Persischen Golf. Die Türkei hat jedoch festgestellt, sich in einem zunehmend schwierigen internationalen Lage, verstärkt durch Druck der USA und seine eigene interne Situation. Die Vereinbarung unterzeichnet mit Moskau hat daher eine Art und Weise dargestellt aus, indem sie nicht richtig demokratischen Charakter der beiden Regierungen begünstigt. Allerdings hat Moskau eröffnete auch einen Kanal mit dem Iran, einem schiitischen Land und deshalb bereits Gegner für die Definition von Ankara. Eine Annäherung zwischen diesen Ländern scheint unmöglich zu sein, vor allem, wenn das Schicksal von Syrien verbunden: auf der einen Seite ist es wahr sein, dass die Türkei, in dieser Phase, Sie sich mehr auf die eigene Situation zu konzentrieren, die sich nicht auf Syriens Schicksal ist, lieber lieber die kurdische Frage zu folgen, aber wenn es um die wirklichen Verhandlungen und ihren syrischen Schicksal zu starten kommt, scheint es schwierig, dass die Interessen von Ankara und die von Teheran zusammenfallen kann. An diesem Punkt ist die Beziehung mit Russland, das eine ähnlich der Iran hat könnte beeinträchtigt werden. Dies könnte neue Kupplung Situationen schaffen und die schwierige Balance von Moskau geschaffen verändern. Es besteht auch die Möglichkeit, dass der Kreml auch gefördert hat die aktuelle Situation mit einem Zeithorizont nicht weit, aber nur die Vereinigten Staaten in Verlegenheit zu bringen und schaffen eine günstige Situation für die ukrainische Ausgabe genutzt werden. Putin, hat einen sehr weiten Horizont jetzt Sache klar festgelegt ist, und dies eine gültige Annahme sein kann; aber dies zu erreichen, wird die Hauptrolle in Syrien muss vollständig ausgetragen werden. eine Einigung zu erzielen, so klein, mit Washington, an der Niederlage des Islamischen Staates ist auf jeden Fall der erste Schritt. Russland hat sich diese Rolle mit dem Engagement auf dem Feld verdient und dieser Faktor wird in Zukunft entscheidend sein. Was weniger leicht scheint zusammen, um es zu halten, und nicht nur eine hypothetische Tabelle der Verhandlungen über die Zukunft von Syrien, all diese indirekten und unwahrscheinlich Verbündeten, dass Moskau zusammengestellt hat, vor allem, wenn die Absicht immer wieder Probleme in Washington zu schaffen sein wird.

L'activité diplomatique de la Russie en Syrie peut apporter un nouvel équilibre

L'activité diplomatique qui a lieu sur la question de la Syrie, montre une image de la variabilité profonde et où il semble qu'il y ait toujours pas de situation uniforme. Le véritable stratège semble être Poutine, qui utilise la situation syrienne pour obtenir un avantage pour la Russie dans l'arène internationale, après isolement et le genre d'emplois au deuxième étage après la chute de l'Union soviétique; le reste était dans les programmes électoraux du chef du Kremlin de faire revivre l'image de Moscou, de jouer un rôle de premier niveau sur la scène internationale. L'entrée de la Russie dans la guerre syrienne a certainement encouragé Assad, cependant, le dictateur de Damas, tout en conservant son pouvoir, apparaît maintenant un outil fonctionnel à la cause de Moscou. Cet élément doit également être lu dans la clé anti- américaine, en fait, pour Washington le départ de Assad scène devait être un pays cible dans la configuration de l'avenir: il ne sera pas ainsi. Les États-Unis, en Syrie, avons échoué tous les sens en raison d'être trop prudent et certainement pas digne de la première puissance mondiale. Poutine a été habile a exploité cette incertitude et d'entrer dans la question de renverser la situation d'isolement dans lequel elle était la Russie. Si, au début, il semblait que Moscou était aux côtés de Assad pour maintenir le contrôle que Damas lui a permis sur la seule base navale russe en Méditerranée, au cours de la guerre et, surtout, des arrangements diplomatiques, qui ont suivi, ils ne prennent second en avant la question de la base de Tartous, en faveur des contacts que Moscou diplomatie a créé. Le Kremlin, d'ailleurs, n'a pas seulement profité de la faiblesse de la Maison Blanche contre Damas, mais aussi la détérioration des relations entre Washington et Ankara, la récupération de la relation avec la Turquie. En outre, la convergence des intérêts sur la Syrie, a permis une coopération militaire entre la Russie et l'Iran, qui semble ouvrir grand potentiel dans les relations entre les deux pays. Il semble même secondaire que même la Chine est aligné sur les positions russes concernant la Syrie. Jusqu'à présent, ce sont les convergences, les points communs des différents pays, souvent en désaccord, qui sont décrites sur la scène internationale, un scénario qui présente Moscou, essentiellement comme le plus petit dénominateur commun. En fait, le Kremlin a créé un réseau de relations, où est central, mais ils semblent avoir peu de chances de développer, à moins que la Russie n'a pas l'intention de procéder séparément dans les relations avec ces Etats. Cette vision, cependant, contraste avec l'intention de créer une sorte de réseau qui permettrait de créer une alliance capable d'équilibrer la puissance occidentale. Ici, alors, que le manque d'uniformité de cette alliance potentielle émerge dans toute sa preuve. Nous partons de la Turquie: Ankara a poursuivi un objectif à long maintenant inaccessible, de recréer une zone d'influence qui pourrait tracer, au moins en partie, la zone de l'Empire ottoman; de faire ce que Erdogan, initialement soutenu par une bonne situation économique, a mis l'accent trop décidé, sur la relation entre la religion et la politique, transformant le pays de sectaire et laïque comprimant les droits civils et politiques. Cette adresse a été le début de retrait des États-Unis et en Europe, mais la Turquie a dû compenser cette distance exerçant une attraction gravitationnelle des pays arabes. En outre, cette stratégie impliquait l'utilisation indirecte des groupes terroristes pour renverser le régime syrien, en alliance avec les monarchies sunnites du Golfe Persique. La Turquie a, cependant, se trouve dans une position internationale de plus en plus difficile, aggravée par la pression des États-Unis et de sa propre situation intérieure. L'accord signé avec Moscou a donc représenté un moyen de sortir, favorisé par la nature pas correctement démocratique des deux gouvernements. Cependant, Moscou a également ouvert un canal avec l'Iran, un pays chiite et donc déjà l'adversaire pour la définition d'Ankara. Une convergence entre ces pays semble être impossible, surtout si lié au sort de la Syrie: d'une part, il est vrai que la Turquie, à ce stade, vous concentrer davantage sur votre propre situation, qui ne sont pas sur le sort de la Syrie, préférant plutôt suivre la question kurde, mais quand il vient de commencer les véritables négociations et leur sort syrienne, il semble difficile que les intérêts d'Ankara et ceux de Téhéran peuvent coïncider. À ce stade, la relation avec la Russie, qui a une plus semblable à celle de l'Iran, pourrait être compromise. Cela pourrait créer de nouvelles situations d'embrayage et de modifier l'équilibre difficile créé par Moscou. Il y a aussi la possibilité que le Kremlin a fait la promotion de la situation actuelle avec un horizon de temps pas trop loin, mais seulement pour embarrasser les États-Unis et de créer une situation favorable à exploiter pour la question ukrainienne. Poutine, a un très large horizon est maintenant clairement établi chose, et cela peut être une hypothèse valable; mais pour y parvenir, le rôle principal en Syrie, doit être joué en plein. Conclure une entente, si petite, avec Washington, sur la défaite de l'Etat islamique est certainement la première étape. La Russie a gagné ce rôle avec l'engagement sur le terrain et ce facteur sera décisif dans l'avenir. Ce qui semble moins facile qu'il tiendra ensemble, et non pas seulement une table hypothétique de négociations pour l'avenir de la Syrie, tous ces alliés indirects et peu probable que Moscou a mis ensemble, surtout si l'intention est toujours de créer des problèmes à Washington.

A actividade diplomática da Rússia na Síria pode trazer um novo equilíbrio

A atividade diplomática que tem lugar sobre a questão da Síria, mostra um quadro de profunda variabilidade e onde parece que ainda não existe uma situação uniforme. O verdadeiro estrategista parece ser Putin, que está usando a situação da Síria para ganhar uma vantagem para a Rússia na arena internacional, depois do isolamento e do tipo de postos de trabalho no segundo andar após a queda da União Soviética; o resto era nos programas eleitorais do chefe do Kremlin para reavivar a imagem de Moscou, a desempenhar um papel de primeiro nível no cenário internacional. A entrada da Rússia na guerra síria tem definitivamente encorajados Assad, no entanto, o ditador de Damasco, mantendo o seu poder, agora parece uma ferramenta funcional para a causa de Moscou. Este elemento também deve ser lida no anti-chave americano, na verdade, para Washington a saída de cena de Assad tinha de ser um país de destino na configuração do futuro: ele não vai ser assim. Os EUA, na Síria, falharam todos os sentidos por causa de ser muito cauteloso e, certamente, não é digno de a primeira grande potência mundial. Putin tem sido adepto tem explorado essa incerteza e entrar na questão de reverter a situação de isolamento em que se encontrava Rússia. Se no início parecia que Moscou estava ao lado de Assad para manter o controle de que Damasco permitiu-lhe sobre a única base naval russa no Mediterrâneo, o curso da guerra e, acima de tudo, das relações diplomáticas, que se seguiram, eles demorou segunda tona a questão da base de Tartus, em favor dos contactos que Moscou diplomacia criou. O Kremlin, para essa matéria, não só aproveitou da fraqueza da Casa Branca contra Damasco, mas também a deterioração das relações entre Washington e Ancara, recuperando a relação com a Turquia. Além disso, a convergência de interesses sobre a Síria, tem permitido uma cooperação militar entre Rússia e Irã, que parece abrir grande potencialidade nas relações entre os dois países. Parece mesmo secundário que até mesmo a China está alinhado às posições russas sobre a Síria. Até agora, estas são as convergências, os pontos comuns de diferentes países, muitas vezes em desacordo, que são descritas no cenário internacional, um cenário que apresenta Moscou, essencialmente como o menor denominador comum. Na verdade, o Kremlin criou uma rede de relacionamentos, onde é central, mas eles parecem ter pouca oportunidade de desenvolver, a menos que a Rússia não tem a intenção de proceder separadamente nas relações com esses estados. Essa visão, no entanto, contrasta com a intenção de criar uma espécie de rede que criaria uma aliança capaz de equilibrar o poder ocidental. Aqui, então, que a falta de uniformidade desta aliança potencial surge em toda a sua evidência. Partimos da Turquia: Ancara tem prosseguido uma meta de longo agora inatingível, para recriar uma área de influência que poderia seguir, pelo menos em parte, a área do Império Otomano; para fazer o que Erdogan, inicialmente apoiada pela boa situação econômica, tem-se centrado em muito decidido, sobre a relação entre religião e política, transformando o país de sectária e secular comprimindo os direitos civis e políticos. Este endereço foi o início da retirada de os EUA ea Europa, mas a Turquia tinha de compensar esta distância exercendo uma força gravitacional dos países árabes. Além disso, esta estratégia envolveu o uso indireto dos grupos terroristas para derrubar o regime sírio, em aliança com as monarquias sunitas do Golfo Pérsico. A Turquia tem, no entanto, encontrou-se em uma posição internacional cada vez mais difícil, agravada pela pressão dos Estados Unidos e sua própria situação interna. O acordo assinado com Moscou tem, portanto, representou uma saída, privilegiado pela natureza não devidamente democrática dos dois governos. No entanto, Moscou também abriu um canal com o Irã, um país xiita e, portanto, já adversário para definição de Ankara. A convergência entre esses países parece ser impossível, especialmente se ligado ao destino da Síria: de um lado, pode ser verdade que a Turquia, nesta fase, você se concentrar mais em sua própria situação, que não é sobre o destino da Síria, preferindo, em vez de seguir a questão curda, mas quando se trata de começar as verdadeiras negociações e seu destino sírio, parece difícil que os interesses de Ancara e aquelas de Teerã pode coincidir. Nesse ponto, o relacionamento com a Rússia, que tem uma forma mais semelhante à do Irão, poderia ser comprometida. Isso poderia criar novas situações de embreagem e alterar o difícil equilíbrio criado por Moscou. Há também a possibilidade de que o Kremlin tem promovido a situação atual com um horizonte de tempo não muito longe, mas apenas para constranger os Estados Unidos e criar uma situação favorável a ser explorado para a emissão ucraniana. Putin, tem um muito amplo horizonte está agora claramente estabelecido coisa, e esta pode ser uma suposição válida; Mas para conseguir isso, o papel principal na Síria, deve ser jogado na íntegra. Chegar a um acordo, ainda que pequena, com Washington, sobre a derrota do Estado Islâmico é definitivamente o primeiro passo. A Rússia ganhou esse papel com o compromisso no campo e esse fator será decisivo no futuro. O que parece menos fácil que irá realizar em conjunto, e não apenas uma tabela hipotética de negociações para o futuro da Síria, todos esses aliados improváveis ​​e indiretos que Moscou montou, especialmente se a intenção será sempre a criar problemas em Washington.

Дипломатическая активность России в Сирии может принести новый баланс

Дипломатическая деятельность, которая имеет место по вопросу Сирии, показывает картину глубокой изменчивости и где оказывается, что до сих пор нет единой ситуации. Истинный стратег, кажется, Путина, который использует сирийский ситуации, чтобы получить преимущество для России на международной арене, после выделения и вида работ второго этажа после падения Советского Союза; остальное было в избирательных программах главного Кремля возродить имидж Москвы, чтобы играть роль первого уровня на международной арене. Вступление России в сирийской войне определенно призвал Асада, однако, диктатор Дамаска, сохраняя при этом свою силу, теперь появляется функциональный инструмент для дела Москвы. Этот элемент также должен быть прочитан в анти ключе американской, на самом деле, для Вашингтона уход Асада сцены должен был быть целевой страной в настройках будущего: это будет не так. США, в Сирии, потерпели неудачу каждый путь из-за того, чтобы быть слишком осторожным и, конечно, не достоин первой крупной мировой державы. Путин умело эксплуатировал эту неопределенность и войти в вопрос, чтобы переломить ситуацию изоляции, в которой она была Россия. Если на первых порах казалось, что Москва рядом с Асадом, чтобы сохранить контроль, что Дамаск позволил ему на единственной российской военно-морской базы в Средиземном море, в ходе войны и, прежде всего, дипломатические механизмы, которые следуют, они принимают второй передний план вопрос о базе Тартус, в пользу контактов, созданных в Москве дипломатия. Кремль, по этому вопросу, не только воспользовались слабостью Белого дома против Дамаска, но и ухудшение отношений между Вашингтоном и Анкарой, восстановление отношений с Турцией. Кроме того, сближение интересов в Сирии, позволило военное сотрудничество между Россией и Ираном, который, кажется, чтобы открыть большие потенциальные возможности в отношениях между двумя странами. Оказывается, даже вторичный, что даже Китай выравнивается по позиции России в отношении Сирии. До сих пор эти схождения, общие точки разных стран, зачастую расходятся, которые изложены на международной арене, сценарий, который представляет Москву, по существу, как наименьший общий знаменатель. На самом деле, Кремль создал сеть отношений, где центральная, но они, кажется, имеют мало шансов на развитие, если Россия не не намерен действовать отдельно в отношениях с этими государствами. Это видение, однако, контрастирует с намерением создать своего рода сеть, которая позволит создать альянс, способный сбалансировать западную власть. Вот, то, что отсутствие единообразия этого потенциального союза возникает во всех своих доказательств. Мы исходим из Турции: Анкара проводит длинную цель сейчас недостижимый, чтобы воссоздать зону влияния, которые могли бы проследить, по крайней мере частично, площадь Османской империи; делать то, что Эрдоган, изначально при поддержке хорошей экономической ситуации, была сосредоточена в тоже решили, на отношения между религией и политикой, превращая страну из сектантских и светского сжатия гражданских и политических прав. Этот адрес был началом удаления из США и Европы, но Турция была вынуждена компенсировать это расстояние, оказывающей гравитационное притяжение арабских стран. Кроме того эта стратегия предусматривала косвенное использование террористических групп с целью свержения сирийского режима, в союзе с суннитскими монархиями Персидского залива. Турция, однако, оказалась в более сложном международном положении, усугубляется давлением со стороны США и его собственной внутренней ситуации. Соглашение, подписанное с Москвой имеет, таким образом, представляет собой выход, благоприятствуют должным образом не демократический характер правительств двух стран. Тем не менее, Москва также открыл канал с Ираном, шиитская страна и поэтому уже противником для определения Анкары. Сближение между этими странами, как представляется, невозможно, особенно, если связана с судьбой Сирии: с одной стороны, это может быть правдой, что Турция, на данном этапе, вы больше сосредоточиться на вашей собственной ситуации, которая не на судьбу Сирии, предпочитая следовать за курдского вопроса, но когда дело доходит до запуска реальных переговоров и их сирийской судьбы, кажется, трудно что интересы Анкары и Тегерана те могут совпадать. В тот момент отношения с Россией, которая имеет более похож на Иран, может быть поставлена ​​под угрозу. Это может создать новые ситуации сцепления и изменить трудный баланс, созданный Москвой. Существует также возможность того, что Кремль способствовал текущую ситуацию с временным горизонтом не слишком далеко, но только смущать Соединенные Штаты и создать благоприятную обстановку для эксплуатации на украинском вопросе. Путин, имеет очень широкий горизонт в настоящее время четко установлено вещь, и это может оказаться нереальным; но для достижения этой цели, ведущую роль в Сирии, должны быть воспроизведены в полном объеме. Достичь соглашения, однако мало, с Вашингтоном, на поражение исламского государства, безусловно, первый шаг. Россия заслужила эту роль с обязательством на поле, и этот фактор будет иметь решающее значение в будущем. То, что кажется менее легко будет держаться вместе, а не только гипотетический стол переговоров для будущего Сирии, все эти косвенные и вряд ли союзники, что Москва поставила вместе, особенно если намерение всегда будет создавать проблемы в Вашингтоне.