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venerdì 13 gennaio 2017

Israele ed il nuovo scenario siriano e mediorientale

Un aereoporto militare siriano, situato nei pressi di Damasco, sarebbe stato colpito da un attacco israeliano; secondo il governo siriano sarebbe la terza volta che Tel Aviv agirebbe militarmente contro le forze di Assad. Coerentemente a quanto accaduto in precedenza il governo di Israele non conferma e non smentisce l’accaduto; la ragione di questo raid sarebbe puramente preventiva nei confronti delle milizie sciite Hezbollah, alleate di Damasco e rifornite di armamenti dal governo di Teheran. Proprio per impedire il trasferimento di armi verso le basi Hezbollah risiederebbe la concreta ragione dell’azione israeliana.  L’atteggiamento di Tel Aviv verso il regime siriano, resta, comunque, tutto sommato ben disposto,a condizione che non vengano oltrepassate alcuni limiti fissati dal governo israeliano, uno dei quali è, appunto, quello di non rifornire di armamenti le milizie Hezbollah. Questa linea di Israele non è mai stata smentita ed è stata perseguita nel tempo con controlli dei movimenti sia via terra, che via aria. Nonostante la mancanza di rapporti ufficiali tra Israele e Siria, Tel Aviv preferisce che a Damasco resti al potere Assad, con cui ha stabilito una convivenza, tutto sommato, pacifica ed ha guardato con preoccupazione agli sviluppi della guerra civile nel paese siriano, per la presenza, anche tra le forze democratiche di opposizione al regime, un indirizzo sunnita, fortemente contrario all’esistenza dello stato israeliano, nonostante queste forze fossero sostanzialmente sostenute da Turchia ed Arabia Saudita, paesi con cui Israele condivide interessi comuni nella regione e con cui, sopratutto per l’Arabia, condivide la profonda avversità verso l’Iran, peraltro finanziatore delle milizie Hezbollah. L’ennesimo episodio che vedrebbe coinvolto Israele contro la Siria va inserito, però, in un quadro più ampio, che è contraddistinto dalla mutazione delle variabili in gioco: l’entrata in campo della Russia ed il cambiamento della Turchia verso Assad. Aldilà della infondatezza delle minacce del dittatore di Damasco verso Israele, che sono inattuabili per chiara disparità delle forze delle due parti, la domanda da porsi è se l’appoggio russo e la nuova posizione di Ankara possano risultare dannose per Tel Aviv, o, se, viceversa, il nuovo l’assetto regionale non presenti sostanziali variazione per la sicurezza dello stato israeliano. I rapporti tra la Russia di Putin ed il governo di Netanyahu sono ottimi ed anche con la Turchia sono state superate le divergenze del passato; l’impressione è che la Russia sia diventata una sorta di azionista di maggioranza del regime siriano, senza la quale Assad avrebbe difficilmente mantenuto il proprio posto a Damasco, e che, quindi, possa influenzare il governo siriano nei suoi comportamenti verso Israele. Del resto Mosca ha tutto l’interesse a sviluppare una rete di alleanze con paesi vicini agli USA, come, appunto, Israele e Turchia, per contrastare Washington dal punto di vista diplomatico. La vera incognita sarà l’atteggiamento iraniano, che, se esce vincitore dal confronto siriano, per avere debellato le forze sunnite, non ne esce altrettanto bene dal punto di vista delle relazioni internazionali. Paradossalmente, infatti, la vittoria in Siria, ha rafforzato il sentimento anti sciita di diversi stati arabi, sopratutto nel Golfo, che considerano ormai Israele un alleato fondamentale per contenere Teheran; questa considerazione potrebbe permettere, come è già di fatto, sul piano diplomatico di superare anche l’annosa questione palestinese, che passerebbe in secondo piano per gli arabi, per favorire interessi di tipo più prettamente nazionale.  Questa sorta di isolamento dell’Iran, interrotto soltanto dai rapporti di tipo commerciale con la Russia e con la minaccia dell’amministrazione Trump di cancellare gli accordi seguiti al trattato sul nucleare iraniano, potrebbe favorire una attività contro Israele, tramite le milizie Hezbollah, con lo scopo di accreditare Teheran come unico difensore delle istanze palestinesi più radicali. Si tratta di uno scenario inquietante che potrebbe portare un nuovo elemento di alterazione nella regione mediorientale, risolvibile soltanto, forse, con la soluzione della creazione di uno stato palestinese. Cosa che non sembra essere nei piani di Trump.  Le ipotesi di evoluzione della situazione dello scenario possono ricomprendere un Iran meno disposto a subire l’isolamento cui sembra destinato, anche attraverso azioni non del tutto diplomatiche: potrebbe essere questa la prossima grande sfida dello scenario internazionale.

Israel and the new Syrian scenery and Middle Eastern

A Syrian military airport, located near Damascus, was struck by an Israeli attack; according to the Syrian government would be the third time that Tel Aviv would act militarily against the forces of Assad. Consistent with what has come before the government of Israel does not confirm or deny the incident; the reason for this raid is purely preventive against Hezbollah Shiite militia, allied to Damascus and supplied with weapons by the Tehran government. Precisely to prevent the transfer of arms to Hezbollah bases would lie the real reason Israeli action. The Tel Aviv attitude towards the Syrian regime, remains, however, all in all favorably disposed, provided that they are not exceeded certain limits laid down by the Israeli government, one of which is, precisely, that of not supplying arms to Hezbollah. This line of Israel has never been denied and has been pursued in time with the movement controls by land, or via air. Despite the lack of official relations between Israel and Syria, Tel Aviv prefers Assad in Damascus remains to power, with which it has established a co-existence, all in all, peaceful and has watched with concern the developments of the Syrian civil war in the country, due to the presence even among the democratic forces of opposition to the regime, a Sunni address, strongly oppose the existence of the Israeli state, despite these forces were substantially supported by Turkey and Saudi Arabia, countries with which Israel shares common interests in the region and with which, especially for Saudi, he shares the deep adversity toward Iran, however, financier of Hezbollah militias. The latest episode involved that would see Israel against Syria should be added, however, in a broader context, which is marked by the mutation of the variables in play: the entry into the field of Russia and the change of Turkey towards Assad. Beyond the groundlessness of the threats of the dictator of Damascus to Israel, which are unworkable for clear disparity of forces of the two sides, the question to ask is whether Russian support and the new Ankara's position may be harmful to Tel Aviv, or, if conversely, the new regional structure no substantial change for the Israeli state security. Relations between Putin's Russia and the Netanyahu government are excellent and also with Turkey the past difficulties have been overcome; the impression is that Russia has become a kind of majority shareholder of the Syrian regime, without which Assad would hardly have maintained their place in Damascus, and therefore, can influence the Syrian government in its behavior toward Israel. Moreover, Moscow has every interest in developing a network of alliances with neighboring countries to the US, as, indeed, Israel and Turkey, to counter Washington from the diplomatic point of view. The real unknown is the attitude of Iran, which, if it comes out the winner by the Syrian confrontation, to have eradicated the Sunni forces, it does not come out just as well from the point of view of international relations. Paradoxically, in fact, the victory in Syria, strengthened the anti Shia sentiment of several Arab states, especially in the Gulf, which now consider Israel a key ally to contain Tehran; this consideration would allow, as is already done, at the diplomatic level to overcome the age-old question of Palestine, which would rise in the second floor to the Arabs, to encourage more interest to the national territory. This kind of isolation of Iran, interrupted only by the business relationship with Russia and with the administration's threat Trump to cancel the agreements that followed the Treaty on the Iranian nuclear issue, could encourage activities against Israel through Hezbollah, with aimed at confirming Tehran as the sole defender of the most radical Palestinian struggle. It is a disturbing scenario that could bring a new element of alteration in the Middle East, resolvable only, perhaps, with the solution of establishing a Palestinian state. That did not seem to be in the Trump plans. The hypothesis of evolution of the scenario situation can cover an Iran less willing to suffer the isolation that seems destined, through not entirely diplomatic actions: could this be the next big challenge in the international scenario.

Israel y el nuevo escenario sirio y de Oriente Medio

Un aeropuerto militar sirio, que se encuentra cerca de Damasco, fue golpeado por un ataque israelí; de acuerdo con el gobierno sirio sería la tercera vez que Tel Aviv podría actuar militarmente contra las fuerzas de Assad. En consonancia con lo que ha llegado antes de que el gobierno de Israel no confirmar o negar el incidente; la razón de esta incursión es puramente preventiva contra Hezbolá milicia chií, aliado de Damasco y provisto de armas por el gobierno de Teherán. Precisamente para evitar la transferencia de armas a las bases de Hezbolá residiría la verdadera razón por la acción israelí. La actitud de Tel Aviv hacia el régimen sirio, sigue siendo, sin embargo, en general, una disposición favorable, siempre que no se sobrepasen ciertos límites establecidos por el gobierno israelí, uno de los cuales es, precisamente, la de no suministrar armas a Hezbolá. Esta línea de Israel nunca se ha negado y se ha mantenido en el tiempo con los controles de movimiento por tierra o por vía aérea. A pesar de la falta de relaciones oficiales entre Israel y Siria, Tel Aviv prefiere Assad en Damasco se mantiene en el poder, con la que ha establecido una coexistencia que, en general, pacífica y ha observado con preocupación los acontecimientos de la guerra civil de Siria en el país, debido a la presencia incluso entre las fuerzas democráticas de la oposición al régimen, una dirección sunita, se oponen fuertemente la existencia del estado de Israel, a pesar de estas fuerzas fueron apoyados sustancialmente por Turquía y Arabia Saudita, países con los que Israel comparte intereses comunes en la región y con el que, sobre todo de Arabia, que comparte la adversidad profunda hacia Irán, sin embargo, el financiero de las milicias de Hezbolá. El último episodio que participan ver a Israel contra Siria debe añadirse, sin embargo, en un contexto más amplio, el cual está marcado por la mutación de las variables en juego: la entrada en el campo de la Rusia y el cambio de Turquía hacia Assad. Más allá de la falta de fundamento de las amenazas del dictador de Damasco a Israel, que son impracticables para la clara disparidad de fuerzas de las dos partes, la pregunta que debe hacerse es si el apoyo de Rusia y la posición de la nueva Ankara pueden ser perjudiciales para Tel Aviv, o, si por el contrario, la nueva estructura regional ningún cambio sustancial para la seguridad del estado de Israel. Las relaciones entre la Rusia de Putin y el gobierno de Netanyahu son excelentes y también con Turquía se han superado las dificultades del pasado; la impresión es que Rusia se ha convertido en una especie de accionista mayoritario del régimen sirio, sin la cual Assad difícilmente habría mantenido su lugar en Damasco, y por lo tanto, puede influir en el gobierno sirio en su comportamiento hacia Israel. Por otra parte, Moscú tiene todo el interés en el desarrollo de una red de alianzas con los países vecinos a los EE.UU., como, de hecho, Israel y Turquía, para contrarrestar Washington desde el punto de vista diplomático. El desconocido real es la actitud de Irán, que, si sale el ganador por el enfrentamiento de Siria, que han erradicado las fuerzas sunitas, que no sale tan bien desde el punto de vista de las relaciones internacionales. Paradójicamente, de hecho, la victoria en Siria, fortaleció la lucha contra chiítas sentimiento de varios estados árabes, especialmente en el Golfo, que ahora consideran a Israel un aliado clave para contener Teherán; esta consideración permitiría que, como ya se hace, a nivel diplomático para superar la vieja cuestión de Palestina, que se levantaría en el segundo piso para los árabes, para fomentar una mayor interés para el territorio nacional. Este tipo de aislamiento de Irán, interrumpido solamente por la relación comercial con Rusia y con la amenaza de la administración Trump para cancelar los acuerdos que siguieron al Tratado sobre la cuestión nuclear iraní, podría alentar actividades contra Israel a través de Hezbolá, con dirigida a confirmar Teherán como el único defensor de la lucha palestina más radical. Es un escenario inquietante que podría traer un nuevo elemento de alteración en el Medio Oriente, solamente se pueden resolver, tal vez, con la solución de establecer un estado palestino. Eso no parecía estar en los planes de Trump. La hipótesis de la evolución de la situación escenario puede cubrir un Irán menos dispuestos a sufrir el aislamiento que parece destinada, a través de acciones diplomáticas no del todo: este podría ser el próximo gran reto en el escenario internacional.

Israel und die neue syrische Landschaft und im Nahen Osten

Ein syrischer Militärflughafen in der Nähe von Damaskus, wurde von einem israelischen Angriff geschlagen; nach der syrischen Regierung würde das dritte Mal, dass Tel Aviv militärisch gegen die Kräfte des Assad agirebbe. In Übereinstimmung mit dem, was vor der Regierung von Israel gekommen ist, nicht bestätigen oder den Vorfall leugnen; der Grund für diese Razzia ist rein präventiv gegen die Hisbollah Schiitenmiliz, nach Damaskus verbündet und mit Waffen, die von der Regierung in Teheran geliefert. Gerade die Übertragung von Waffen an die Hisbollah Basen zu verhindern, dass der wahre Grund für israelische Aktion liegen würde. Die Tel Aviv Haltung gegenüber dem syrischen Regime, bleibt jedoch alles in allem günstig angeordnet sind, sofern sie bestimmte Grenzwerte nicht überschritten werden von der israelischen Regierung festgelegt, von denen eine gerade, dass der keine Waffen an die Hisbollah zu liefern. Diese Linie von Israel wurde nie verweigert und wurde in der Zeit mit den Bewegungssteuerungen auf dem Landweg oder per Luft verfolgt. Trotz des Mangels an offiziellen Beziehungen zwischen Israel und Syrien, zieht Tel Aviv Assad in Damaskus an die Macht bleibt, mit dem er eine Koexistenz etabliert hat, alles in allem, ruhig und hat mit Besorgnis die Entwicklungen des syrischen Bürgerkrieg im Land, aufgrund der Anwesenheit beobachtet selbst unter den demokratischen Kräften der Opposition gegen das Regime, eine sunnitische Adresse, lehnen die Existenz des israelischen Staates, trotz diese Kräfte im wesentlichen durch die Türkei und Saudi-Arabien unterstützt wurden, Länder, mit denen gemeinsame Interessen Israel Aktien in der Region und mit denen, vor allem für Saudi-Arabien, teilt er die tiefe Not gegenüber dem Iran, aber Finanzier der Hisbollah-Milizen. Die neueste Episode beteiligt, die Israel gegen Syrien sehen würde, sollte jedoch hinzugefügt werden, in einem breiteren Kontext, die durch die Mutation der Variablen im Spiel markiert: der Einstieg in den Bereich von Russland und der Veränderung der Türkei gegenüber Assad. Jenseits der grundlos Bedrohung des Diktators von Damaskus nach Israel, die für eine klare Ungleichheit der Kräfte der beiden Seiten nicht durchführbar sind, ist die Frage zu stellen, ob russische Unterstützung und der neuen Ankara Position nach Tel Aviv schädlich sein kann, oder, falls umgekehrt ist die neue regionale Struktur keine wesentliche Änderung der israelischen Staatssicherheit. Die Beziehungen zwischen Putins Russland und der Netanjahu-Regierung sind ausgezeichnet und auch mit der Türkei haben die letzten Schwierigkeiten überwunden worden; ist der Eindruck, dass Russland eine Art Mehrheitsaktionär des syrischen Regimes geworden ist, ohne die Assad kaum ihren Platz in Damaskus gehalten hätte, und deshalb kann die syrische Regierung in ihrem Verhalten gegenüber Israel beeinflussen. Darüber hinaus hat Moskau ein starkes Interesse daran, ein Netzwerk von Allianzen mit den Nachbarländern in die USA zu entwickeln, wie, ja, Israel und der Türkei, Washington Blick durch diplomatische Punkt zu begegnen. Die wirkliche unbekannt ist die Haltung des Iran, die, wenn sie aus dem Gewinner von der syrischen Konfrontation kommt, um die sunnitischen Kräfte ausgerottet haben, kommt es nicht genauso gut aus der Sicht der internationalen Beziehungen aus. Paradoxerweise, in der Tat, verstärkt der Sieg in Syrien, die Anti Shia Gefühl von mehreren arabischen Staaten, vor allem in der Golfregion, die heute Israel ein wichtiger Verbündeter betrachten Teheran zu enthalten; Diese Überlegung würde es ermöglichen, wie dies bereits auf diplomatischer Ebene die uralte Frage nach Palästina geschehen, zu überwinden, die in der zweiten Etage an die Araber steigen würde, mehr auf die nationalen Territorium Interessen zu fördern. Diese Art der Isolierung des Iran, nur durch die Geschäftsbeziehung mit Russland unterbrochen und mit der Verwaltung der Bedrohung Trump, die Abkommen zu kündigen, die den Vertrag über die iranische Atomfrage folgte, könnte Aktivitäten gegen Israel durch die Hisbollah ermutigen, mit Ziel in Teheran als einzige Verteidiger der radikalsten palästinensischen Kampf bestätigt. Es ist eine beunruhigende Szenario, das nur ein neues Element der Veränderung im Nahen Osten, auflösbaren bringen könnte, vielleicht, mit der Lösung, einen palästinensischen Staat zu errichten. Das schien nicht in den Trump Pläne zu sein. Die Hypothese der Evolution des Szenarios Situation abdecken kann ein Iran weniger bereit, die Isolation zu leiden, die durch nicht ganz diplomatischen Aktionen bestimmt zu sein scheint: könnte dies die nächste große Herausforderung im internationalen Szenario sein.

Israël et le nouveau paysage syrien et du Moyen-Orient

Un aéroport militaire syrien, situé près de Damas, a été frappé par une attaque israélienne; selon le gouvernement syrien serait la troisième fois que Tel Aviv serait agir militairement contre les forces de Assad. Conformément à ce qui a précédé le gouvernement d'Israël n'a pas confirmer ou de nier l'incident; la raison de ce raid est purement préventive contre le Hezbollah milice chiite, alliée à Damas et fourni avec des armes par le gouvernement de Téhéran. Précisément pour empêcher le transfert d'armes à des bases du Hezbollah se situerait la véritable raison action israélienne. L'attitude de Tel Aviv vers le régime syrien, reste, cependant, dans l'ensemble disposés favorablement, à condition qu'ils ne soient pas dépassées certaines limites fixées par le gouvernement israélien, dont l'un est, précisément, celle de ne pas fournir des armes au Hezbollah. Cette ligne d'Israël n'a jamais été nié et a été poursuivi dans le temps avec les commandes de déplacement par voie terrestre ou par voie aérienne. Malgré l'absence de relations officielles entre Israël et la Syrie, Tel Aviv préfère Assad à Damas reste au pouvoir, avec lequel il a établi une co-existence, dans l'ensemble, pacifique et a observé avec inquiétude les développements de la guerre civile syrienne dans le pays, en raison de la présence même parmi les forces démocratiques de l'opposition au régime, une adresse sunnite, opposer fermement à l'existence de l'Etat d'Israël, en dépit de ces forces ont été considérablement soutenues par la Turquie et l'Arabie Saoudite, pays avec lesquels Israël partage des intérêts communs dans la région et avec qui, en particulier pour l'Arabie, il partage l'adversité profonde envers l'Iran, cependant, le financier des milices du Hezbollah. Le dernier épisode impliqué qui verrait Israël contre la Syrie devrait être ajouté, cependant, dans un contexte plus large, qui est marquée par la mutation des variables en jeu: l'entrée dans le champ de la Russie et le changement de la Turquie vers Assad. Au-delà de l'absence de fondement des menaces du dictateur de Damas à Israël, qui sont inapplicables pour nette disparité des forces des deux parties, la question à poser est de savoir si le soutien russe et la position de la nouvelle Ankara peut être nocif à Tel-Aviv, ou, si à l'inverse, la nouvelle structure régionale, pas de modification substantielle de la sécurité de l'état israélien. Les relations entre la Russie de Poutine et le gouvernement Netanyahu sont excellents et aussi avec la Turquie les difficultés passées ont été surmontées; l'impression est que la Russie est devenue une sorte d'actionnaire majoritaire du régime syrien, sans lequel Assad aurait à peine maintenu leur place à Damas, et, par conséquent, peut influencer le gouvernement syrien dans son comportement envers Israël. En outre, Moscou a tout intérêt à développer un réseau d'alliances avec les pays voisins aux États-Unis, comme, en effet, Israël et la Turquie, pour contrer Washington du point de vue diplomatique. La vraie inconnue est l'attitude de l'Iran, qui, si elle sort vainqueur par la confrontation syrienne, avoir éradiqué les forces sunnites, il ne sort pas aussi bien du point de vue des relations internationales. Paradoxalement, en fait, la victoire en Syrie, a renforcé la lutte contre les chiites sentiment de plusieurs pays arabes, en particulier dans le Golfe, qui considèrent maintenant Israël un allié clé pour contenir Téhéran; cette considération permettrait, comme cela est déjà fait, sur le plan diplomatique pour surmonter la question séculaire de la Palestine, qui passerait dans le deuxième étage pour les Arabes, afin d'encourager un plus grand intérêt pour le territoire national. Ce genre d'isolement de l'Iran, interrompu seulement par la relation d'affaires avec la Russie et la menace de l'administration Trump pour annuler les accords qui ont suivi le Traité sur la question nucléaire iranienne, pourrait encourager les activités contre Israël par le Hezbollah, avec visant à confirmer Téhéran comme le seul défenseur de la lutte palestinienne la plus radicale. Il est un scénario inquiétant qui pourrait apporter un nouvel élément de modification du Moyen-Orient, résoluble seulement, peut-être, avec la solution de l'établissement d'un Etat palestinien. Cela ne semble pas être dans les plans de Trump. L'hypothèse de l'évolution de la situation de scénario peut couvrir un Iran moins enclins à souffrir de l'isolement qui semble destiné, par des actions diplomatiques pas tout à fait: cela pourrait être le prochain grand défi dans le scénario international.

Israel eo novo cenário da Síria e do Oriente Médio

Um aeroporto militar síria, situado perto de Damasco, foi atingido por um ataque israelense; de acordo com o governo sírio seria a terceira vez que Tel Aviv iria agir militarmente contra as forças de Assad. Coerente com o que veio antes que o governo de Israel não confirmar ou negar o incidente; a razão para este ataque é puramente preventiva contra o Hezbollah milícia xiita, aliado de Damasco e é fornecido com armas pelo governo de Teerã. Precisamente para evitar a transferência de armas para bases do Hezbollah estaria a verdadeira razão ação israelense. A atitude Tel Aviv para o regime sírio, permanece, no entanto, apesar de tudo favorável, desde que não sejam ultrapassados ​​certos limites estabelecidos pelo governo de Israel, um dos quais é, precisamente, a de não fornecer armas ao Hezbollah. Esta linha de Israel nunca foi negado e foi perseguido no tempo com os controles de movimento por terra, ou por via aérea. Apesar da falta de relações oficiais entre Israel ea Síria, Tel Aviv prefere Assad em Damasco continua a poder, com a qual estabeleceu uma co-existência, apesar de tudo, pacífica e tem observado com preocupação os desenvolvimentos da guerra civil síria no país, devido à presença mesmo entre as forças democráticas de oposição ao regime, um endereço sunita, se opõem fortemente a existência do estado de Israel, apesar de essas forças foram substancialmente suportado pela Turquia e Arábia Saudita, países com os quais ações Israel interesses comuns na região e com a qual, especialmente para a Arábia, ele compartilha a profunda angústia em relação ao Irã, no entanto, financiador de milícias do Hezbollah. O último episódio envolvidos que veria Israel contra a Síria deve ser adicionado, no entanto, num contexto mais amplo, que é marcado pela mutação das variáveis ​​em jogo: a entrada em campo da Rússia e da mudança da Turquia para Assad. Além da falta de fundamento das ameaças do ditador de Damasco a Israel, que são impraticáveis ​​para a clara disparidade de forças dos dois lados, a pergunta a fazer é se o apoio da Rússia e a posição da nova Ankara pode ser prejudicial para Tel Aviv, ou, se por outro lado, a nova estrutura regional nenhuma alteração substancial para a segurança do estado de Israel. As relações entre a Rússia de Putin e o governo de Netanyahu são excelentes e também com a Turquia nos últimos dificuldades foram superadas; a impressão é que a Rússia se tornou uma espécie de accionista maioritário do regime sírio, sem o qual Assad dificilmente teria mantido seu lugar em Damasco, e, portanto, pode influenciar o governo sírio em seu comportamento em relação a Israel. Além disso, Moscou tem todo o interesse no desenvolvimento de uma rede de alianças com os países vizinhos para os EUA, como, aliás, Israel e Turquia, para contrariar Washington do ponto de vista diplomático. O verdadeiro desconhecido é a atitude do Irã, que, se ele sai o vencedor do confronto sírio, ter erradicado as forças sunitas, ele não sai tão bem do ponto de vista das relações internacionais. Paradoxalmente, na verdade, a vitória na Síria, reforçou o sentimento anti Shia de vários estados árabes, especialmente no Golfo, que agora considerar Israel um aliado-chave para conter Teerã; esta consideração permitiria, como já é feito, a nível diplomático para superar a velha questão da Palestina, que subiria no segundo andar para os árabes, para incentivar mais interesse para o território nacional. Este tipo de isolamento do Irã, interrompido apenas pelo relacionamento comercial com a Rússia e com a ameaça do governo Trump para cancelar os acordos que se seguiram ao Tratado sobre a questão nuclear iraniana, poderia incentivar atividades contra Israel através Hezbollah, com visa confirmar Teerã como o único defensor da luta palestina mais radical. É um cenário preocupante que poderia trazer um novo elemento de alteração no Oriente Médio, resolúvel somente, talvez, com a solução de criação de um Estado palestino. Isso não parece estar nos planos Trump. A hipótese de evolução da situação cenário pode cobrir um Irã menos dispostos a sofrer o isolamento que parece destinado, através de acções não inteiramente diplomáticas: este poderia ser o próximo grande desafio no cenário internacional.

Израиль и новый сирийский пейзаж и Среднего Востока

Сирийский военный аэропорт, расположенный недалеко от Дамаска, был поражен израильской атаки; в соответствии с сирийским правительством будет третий раз, что Тель-Авив будет действовать в военном отношении против сил Асада. В соответствии с тем, что пришло перед правительством Израиля не подтвердить или опровергнуть этот инцидент; причиной этого рейда является чисто профилактическим средством против Хезболлы шиитской милиции, союзнического в Дамаск и поставляется с оружием правительством Тегерана. Именно для предотвращения передачи оружия Хезболле баз будет лежать реальная причина действий Израиля. Отношение Тель-Авив в сторону сирийского режима, остается, однако, в целом благожелательно, при условии, что они не превышают определенные пределы, установленные израильским правительством, одним из которых является, именно, что из не поставок оружия Хезболле. Эта линия Израиля никогда не было отказано, и была продолжена во времени с контролем движения по суше или по воздуху. Несмотря на отсутствие официальных отношений между Израилем и Сирией, Тель-Авив предпочитает Асада в Дамаске остается у власти, с которой он установил сосуществование, в конце концов, мирный и наблюдал с тревогой следит за развитием событий сирийской гражданской войны в стране, из-за присутствия даже среди демократических сил оппозиции режиму, суннит адрес, решительно выступают против существования государства Израиль, несмотря на эти силы были в значительной степени при поддержке со стороны Турции и Саудовской Аравии, страны, с которыми Израиль разделяет общие интересы в регионе, и с которой, особенно для Саудовской Аравии, он разделяет глубокую невзгоды по отношению к Ирану, однако, финансист Хезболлы ополченцев. Последний эпизод, который участвовал бы видеть Израиль против Сирии следует добавить, однако, в более широком контексте, который отмечается мутацией переменных в игре: вступление в области России и изменение Турции к Асаду. Помимо необоснованности угрозы диктатора Дамаска в Израиль, которые являются непригодными для четкого неравенство сил двух сторон, вопрос, чтобы спросить, является ли поддержка русского языка и позиция нового Анкары может быть вредным для Тель-Авив, или, если с другой стороны, новая региональная структура никаких существенных изменений для израильской государственной безопасности. Отношения между Россией Путина и правительства Нетаньяху отлично, а также с Турцией за последние трудности были преодолены; создается впечатление, что Россия стала своего рода основным акционером сирийского режима, без которого Асад вряд ли сохранили свое место в Дамаске, и, следовательно, может влиять на правительство Сирии в своем поведении по отношению к Израилю. Кроме того, Москва имеет все заинтересованность в развитии сети союзов с соседними странами в США, как, впрочем, Израиля и Турции, чтобы противостоять Вашингтону с дипломатической точки зрения. Реальное неизвестное отношение Ирана, который, если он выходит победителем сирийского противостояния, чтобы искоренить суннитские силы, он не выходит так же, как и с точки зрения международных отношений. Как это ни парадоксально, на самом деле, победа в Сирии, усилил анти Шайа настроения ряда арабских государств, особенно в Персидском заливе, который в настоящее время считают Израиль ключевого союзника для сдерживания Тегерана; это соображение позволило бы, как это уже сделано, на дипломатическом уровне, чтобы преодолеть извечный вопрос о Палестины, который будет подниматься на второй этаж для арабов, чтобы стимулировать больший интерес к национальной территории. Этот вид изоляции Ирана, прерываемая лишь деловые отношения с Россией, и с угрозой администрации Trump отменить соглашения, которые последовали Договор о ядерной проблеме Ирана, может стимулировать деятельность против Израиля через Хезболла, с направленных на подтверждение Тегеран в качестве единственного защитника самой радикальной палестинской борьбы. Это тревожный сценарий, который может принести новый элемент изменения на Ближнем Востоке, разрешимы только, возможно, с решением о создании палестинского государства. Это, похоже, не в планах Трампа. Гипотеза об эволюции ситуации сценария может охватить Иран менее склонны страдать от изоляции, которая кажется обреченной, через не совсем дипломатических действий: это могло быть следующей большой проблемой в международном сценарии.