Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 20 settembre 2017

布魯塞爾在加泰羅尼亞問題上的沉默模糊

歐盟在加泰羅尼亞問題上的立場,即使西班牙警方的政治人物被逮捕,贊成該地區獨立於馬德里的全民投票,自2004年以來,當時的委員會主席意大利羅馬諾普羅迪。實質上,布魯塞爾說,任何與工會成員國分離的領土自動在布魯塞爾組織之外。實質上,工會認為,加泰羅尼亞案是西班牙國家的獨家權限的一部分,不能在屬於它的事項上乾涉馬德里。如果這個立場在十年前可能有一些理由,那麼在目前的情況下,應該考慮一些變數,以前沒有出現這個計劃。首先,蘇格蘭的例子就是愛丁堡,沒有類似的發布,因為有機會的原因包括嘗試,然後失敗,留在歐洲境內的英國,隱含威脅,在歐洲進入蘇格蘭。容克(簽名)布魯塞爾的態度似乎旨在避免其他職位,如加泰羅尼亞人,這可能有一個類似於巴塞羅那的路線。然而,對於具有特殊歷史特性的人民的獨立的合法願望似乎並不被否認,只能使製度平衡不會改變統一的格局。也不關心歐洲成員國可能的自由主義行為,也可以為其他問題開闢這種解決辦法。布魯塞爾不得不對這個問題感興趣,也可能試圖在雙方之間進行調解。加泰羅尼亞公民投票決定顯然表達不安,但以反法治的方式,以和平方式表達。加泰羅尼亞人厭惡西班牙中央政權並不是一個謎,也是因為他們本質上是共和黨人;馬德里被視為篡奪者和經濟問題,加泰羅尼亞對中心的財政大量稅收排除只會使問題更加嚴重。這裡重要的是分離,也是尷尬的歐洲領導人面臨著一個他們不知道,不想面對的問題。在這些年來,歐洲在國家聯盟的立場上已經結束,沒有考慮到那些不屬於國家的人的事例;這方面的幾個案例的嚴重事實尚未得到分析,使之得到有關國家的全面管理。這一方面是可以理解的,因為它會改變符合歐洲共同家庭形成的平衡,往往不是非常穩定。但是,想到克服歐洲各國對這些地區有利,保持歐洲統一的理念,而不是國界的邊界,而是讚成人民的自決,似乎並不是一個想法可能成為實現政治聯盟的障礙。這不是一條容易,而且肯定不那麼容易的道路,但也可以考慮,因為它仍然作為超國家組織對歐洲的基礎理想做出了回應。保持沉默在加泰羅尼亞問題上,以免冒犯西班牙不會幫助布魯塞爾獲得所有歐洲公民的信任,或不是為了達成這個問題的優點,是一種沒有參與一個不能被認為只有國民的問題,從任何如果可能,部分是建立原因。總而言之,歐洲還是太弱了,不能面對一個極端重要的問題,比如說,這只能是辯論的開始,遲早會堅定而堅定的立場。

カタルーニャ問題のあいまいなブリュッセルの沈黙

カタルーニャの質問に、欧州連合(EU)の立場、でもマドリードから地域の自立に投票の賛成で政治家にスペイン警察の逮捕後、委員会の後、ヘッドによって2004年から固定同じまま、イタリアのロマーノプロディ。ブリュッセルでは、本質的にそれが離れた状態組合員から壊れる任意の領土はブリュッセルで、組織の外に自動的にあると述べています。本質的には、労働組合は、カタロニア語の場合は、スペインの状態の排他的な能力に落ちると所属問題にマドリードに干渉しないことを主張しています。この位置は、正当化の背後にあるいくつかの十年以上を持っていることができれば、現在のシナリオでは、以前にこの床の上に自分自身を提示していなかったいくつかの変数を考慮しなければなりません。まず、あなたは、ヨーロッパの中にイギリスのままに、失敗した試行からなる、なぜなら便宜の理由のため、エディンバラに対して同じ着脱があった、スコットランドの例を持っています彼は、暗にヨーロッパでスコットランドの入場を脅しました。ユンカーにより署名されたブリュッセルの態度は、潜在的にバルセロナのと同様の経路が持つことができるということは、そのようなカタロニア語などの別のスタンスを避けることを目指しているようです。しかし、特定の歴史的特殊性を持っている人々の自立への正当な願望は、連結構造を変化させることだけでなく、便利な制度的バランスを維持するために、拒否されていないようです。ヨーロッパの加盟国のほとんどないリバータリアンのいずれかの行為を無視する。また、それは他の問題のためにそのようなソリューションを開くことができます。ブリュッセルはこの問題にもっと関心を向けなければならず、おそらく双方の間の仲介を試みる必要があった。カタルーニャは、違憲の方法で、マドリードによると、にもかかわらず、投票の決定に、明確に不快感を表現しますが、平和的な方法でそれを表現します。カタロニア人は本質的に共和党員であるため、スペインの中央権力に嫌悪感を覚えるのは謎ではない。マドリードは、唯一の問題を悪化させる、カタロニア財政の中心に向かって大幅な財政ドラッグして、強奪や経済問題として見られています。何ここで重要なのデタッチ態度ですが、彼らは知らないと直面したくない問題に直面しているにも恥ずかしい、ヨーロッパサミット、。これらすべての年でヨーロッパを考慮に状態の一部を感じていないそれらの人々の需要を考慮せず、労働組合の位置の状態で結晶化しています。これは、これはいくつかのケースでは、それはそれを分析しなかったという重大な事実は関係国の完全な管理を残して、検討しました。それは一般的なヨーロッパの家庭の形成に同意し、多くの場合、非常に安定していない平衡を、変更するであろうから、これは、一方では、それは、理解しやすいです。しかし、地域の賛成で状態のヨーロッパを克服するために考えて、それはなく、国家の境界線の制約の外で、統一ヨーロッパのアイデアを保ち、であるが、自己決意の賛成で、そのアイデアではないようです政治的統合の達成に障害となりうる。それは簡単な道ではなく、確かに簡単ではありませんが、超国家組織としてヨーロッパの創立理念に反応するので、それは、しかし、代替として考えることができます。スペインを怒らしないよう、ブリュッセルはヨーロッパのすべての市民の信頼を得るために助けにはなりません、または物質のメリットに入らない、カタルーニャの質問に沈黙を維持することは任意のものから、単に全国と考えることができない問題への非参加の一種であります可能であれば、その理由を明らかにすることです。結論として、ヨーロッパはまだ弱すぎることは公平に、遅かれ早かれ、明確かつ決定的な位置を取る議論の始まりに過ぎないかもしれないこのような極端な重要性の問題を、対処することができると証明します。

صمت بروكسل الغامض حول القضية الكاتالونية

إن موقف الاتحاد الأوروبي من القضية الكاتالونية، حتى بعد اعتقالات الشرطة الإسبانية من الشخصيات السياسية لصالح الاستفتاء على استقلال المنطقة من مدريد، لا يزال هو نفسه منذ عام 2004 من قبل رئيس اللجنة آنذاك، رومانو الإيطالي برودي. في جوهرها، تنص بروكسل على أن أي إقليم منفصل عن الدولة العضو في الاتحاد هو تلقائيا خارج منظمة بروكسل. في جوهرها، يجادل النقاب بأن القضية الكاتالونية هي جزء من الاختصاص الحصري للدولة الإسبانية ولا يمكن أن تتداخل مع مدريد في مسألة تنتمي إليها. إذا كان هذا الموقف يمكن أن يكون له بعض التبرير أكثر من عشر سنوات إلى الوراء، بعض المتغيرات يجب أن تؤخذ في الاعتبار في السيناريو الحالي، والتي لم تظهر على هذه الخطة من قبل. أولا وقبل كل شيء، هناك المثال الاسكتلندي، فيما يتعلق ادنبره لم يكن هناك نشر مماثل، لأسباب تتعلق بالفرصة، كانت تتمثل في محاولة، ثم فشل، لتبقى المملكة المتحدة داخل أوروبا، هددت ضمنا، اعترافا في اسكتلندا في أوروبا. ويبدو أن موقف بروكسل، الذي وقع عليه جونكر، يهدف إلى تجنب مواقف أخرى مثل موقع كاتالونيا، الذي يمكن أن يكون له طريق مماثل لتلك التي تتبعها برشلونة. ومع ذلك، لا يبدو أن هناك تطلعا مشروعا إلى استقلال الشعوب، التي تتسم بخصوصية تاريخية معينة، لا يحرم منها الأرصدة المؤسسية إلا لعدم تغيير نمط موحد. كما أن عدم الاهتمام بالحركة التحررية المحتملة لدولة عضو في أوروبا يمكن أن يفتح مثل هذه الحلول لقضايا أخرى أيضا. كان على بروكسل أن تكون أكثر اهتماما بهذه القضية وربما تحاول الوساطة بين الجانبين. كاتالونيا، مع قرار الاستفتاء، تعبر بوضوح عن الانزعاج، ولكنها تعبر عنه بطريقة سلمية، على الرغم من، وفقا مدريد، بطريقة معادية للدستور. ليس من الغموض أن الكتالانيين لديهم نفور إلى السلطة المركزية الإسبانية، وأيضا لأنهم أساسا الجمهوريين. ينظر إلى مدريد على أنها غاضبة، والقضية الاقتصادية، مع ضرائب كبيرة من المالية الكاتالونية نحو المركز، يجعل المشكلة أكثر حدة. ما يهم هنا هو القادة الأوروبيين المنفصلين، ولكن المحرجين أيضا، الذين يواجهون مشكلة لا يعرفون ولا يريدون أن يواجهوها. في كل هذه السنوات، تبلورت أوروبا على موقف اتحاد الدول، دون أن تأخذ في الاعتبار حالات تلك الشعوب التي لا تشعر جزءا من دولة. والحقيقة الخطيرة التي مفادها أن هذا الجانب، الذي يظهر في عدة حالات، لم يحلل، مما يتركه للإدارة الكاملة للأمة المعنية. هذا، من ناحية، أمر مفهوم، لأنه كان من شأنه أن يغير التوازن، في كثير من الأحيان ليست مستقرة جدا، والتي امتثلت لتشكيل الوطن الأوروبي المشترك. ومع ذلك، فإن التفكير في التغلب على أوروبا من الدول لصالح المناطق، والحفاظ على فكرة أوروبا الموحدة، ولكن خارج حدود حدود الدولة، ولكن لصالح تقرير المصير للشعوب، لا يبدو أن فكرة أن يمكن أن يشكل عقبة أمام تحقيق الاتحاد السياسي. فهي ليست طريقا سهلا، ومن المؤكد أنها أقل سهولة، ولكنها يمكن أن تعتبر أيضا بديلا، لأنها استجابت مع ذلك للمثل الأساسية لأوروبا بوصفها منظمة فوق وطنية. إن الحفاظ على الصمت على القضية الكاتالونية حتى لا يسيء إلى إسبانيا لن يساعد بروكسل على كسب ثقة جميع المواطنين الأوروبيين، أو عدم الدخول في جدوى المسألة هو نوع من الفشل في المشاركة في مشكلة لا يمكن اعتبارها وطنية فقط، من أي جزء، إن أمكن، لتحديد السبب. وفي الختام، لا تزال أوروبا ضعيفة جدا بحيث لا تواجه مسألة بالغة الأهمية، مثل هذا الأمر الذي لا يمكن أن يكون إلا بداية للمناقشة التي ستتخذ فيها عاجلا أو آجلا موقفا حازما وحازما.

La sovranità nazionale come strumento delle relazioni internazionali

Il discorso che Trump ha tenuto alle Nazioni Unite diventa il manifesto del cambiamento politico internazionale in atto: quello che riporta la sovranità e gli interessi del singolo paese come elemento più rilevante dell’azione politica di un governo o di un movimento che vuole raggiungere questo obiettivo. Si tratta di un cambiamento notevole sulla scena diplomatica, nell’ambito della tendenza che sembrava essersi affermata, che voleva prediligere una direzione di collaborazione tra le nazioni in un quadro normativo che implicava la cessione di parte della sovranità statale in nome degli interessi comuni. Lo slogan elettorale di Trump è stato “America first”, un concentrato di nazionalismo economico e politico, che doveva sottrarre gli Stati Uniti alla collaborazione esterna e ad un progressivo disimpegno dalla scena internazionale. Se dal punto di vista degli interessi militari ed anche economici, i gruppi di pressione hanno costretto il presidente degli Stati Uniti a numerosi passi indietro, il campo della politica delle organizzazioni internazionali, sembra essere stato lasciato completamente a volere dell’inquilino della Casa Bianca. Il discorso tenuto al Palazzo di vetro è stato la contraddizione di anni di cautela politica internazionale, che tutte le amministrazioni precedenti, sebbene con sfumature diverse avevano sempre praticato. Ciò potrebbe anche non avere molta rilevanza, se non rappresentasse il segnale eloquente di una tendenza che si sta affermando in tutto l’occidente. I casi europei sono stati diversi, sia tra chi si è affermato nelle elezioni, come i casi ungherese e polacco, sia chi è uscito sconfitto dalle competizioni elettorali, come nel caso di Marine Le Pen e del suo movimento, in Francia. Negli altri paesi europei sono presenti diversi movimenti che si richiamano ad una maggiore conservazione della sovranità nazionale rispetto a quella che è ritenuta una invadenza dell’Unione Europea. Anche in altre parti del mondo questo fenomeno è in costante ascesa, basti pensare alla Russia ed all’evoluzione della Turchia. Un dato comune è che l’affermazione della sovranità nazionale come elemento distintivo di un governo, procede di pari passo con una compressione dei diritti  e del diritto di critica, tanto da identificare questi esecutivi come di destra ed anche, spesso influenzati da componenti religiose di tipo tradizionalista. Questa avversione alle organizzazioni sovranazionali ha delle giustificazioni di partenza, che difficilmente possono essere contraddette. Trump ha criticato la scarsa attività delle Nazioni Unite, ma non ne ha proposto una modifica che è sempre più necessaria e che toglierebbe influenza agli Stati Uniti; in Europa l’attività di Bruxelles è stata percepita, non certo a torto, come uno strumento che ha favorito le grandi istituzioni finanziarie attraverso una rigidità di bilancio, che ha peggiorato la vita dei cittadini. Le stesse ragioni, del resto, hanno portato all’elezione di Trump, perchè la Clinton è stata identificata come la rappresentante delle classi ricche, quelle che hanno guadagnato maggiormente dalla globalizzazione. Il controsenso è che spesso, ad essere eletti sono stati proprio componenti di quella parte di società che detengono la maggior parte delle ricchezze di un paese, soltanto grazie ad avere intercettato lo scontento di chi ha subito l’aumento della diseguaglianza. Certamente la mancanza di proposte dalla sinistra ha influito, come ha influito la generale crisi di identità e di programmi dei movimenti democratici. Trump alle Nazioni Unite ha proposto un modello che vede un insieme di stati totalmente detentori della propria sovranità, che operano per l’esclusivo benessere del proprio paese, secondo il presidente degli Stati Uniti, queste caratteristiche sarebbero sufficienti a mantenere un livello di pace e collaborazione tra gli stati. Ma questa visione non tiene conto degli interessi contrastanti tra le entità statali e la necessità di appianarle.  Così, in un rapporto ancora più stretto, l’Unione Europea trova grosse difficoltà per lo squilibrio di potere effettivo che esiste tra gli stati. La soluzione è quella prospettata da Trump e da tutti quelli che reclamano una maggiore sovranità degli stati o, al contrario, una maggiore collaborazione tra le nazioni? Sicuramente un quadro normativo che stabilisca diritti e doveri degli stati all’interno di una collaborazione comune, sembra preferibile, anche a costo di rinunciare a parti di sovranità nazionale; ma per superare le diffidenze e gli istinti dei nazionalismi, occorrono risultati tangibili nella prevenzione di conflitti e nella soluzione di quelli già esistenti, impossibili da conseguire senza strutture effettive di controllo ed indirizzo.

National sovereignty as an instrument of international relations

Trump's address to the United Nations becomes the manifest of international political change in action: what brings the sovereignty and the interests of the individual country as the most important element of the political action of a government or a movement that wants to achieve this goal . This is a major change on the diplomatic scene, in the context of the seemingly established tendency, that it wanted to favor a co-operation between nations in a regulatory framework that involved the sale of part of state sovereignty in the name of common interests. Trump's slogan was "America first," a focus of economic and political nationalism that had to steal the United States from external co-operation and progressive disengagement from the international scene. If from the point of view of military and even economic interests, pressure groups have forced the president of the United States back several steps, the field of international organizations' policy seems to have been entirely left to the will of the White House. The talk held at the Glass Palace was the contradiction of years of international political caution, which all previous administrations, albeit with different nuances, had always practiced. This may also be of little relevance, if it does not represent the eloquent signal of a trend that is occurring throughout the West. The European cases have been different, both among those who have stood in the elections, such as the Hungarian and Polish cases, and those who have gone out of the competition, as in the case of Marine Le Pen and its movement in France. There are several movements in other European countries that call for greater national sovereignty preservation than that which is considered to be an invasion of the European Union. Even in other parts of the world, this phenomenon is steadily rising, thinking about Russia and the evolution of Turkey. A common fact is that the affirmation of national sovereignty as a distinctive element of a government goes hand in hand with a compression of the rights and the right of criticism, so as to identify these executives as righteous and also, often influenced by religious components of traditional type. This aversion to supranational organizations has justifications of departure, which can hardly be contradicted. Trump criticized the United Nations' poor activity, but did not propose a change that is increasingly needed and would take away the influence of the United States; in Europe, Brussels's activity was perceived, certainly not as wrongly, as an instrument that has helped the big financial institutions through a budgetary rigidity that has worsened the lives of citizens. The same reasons, for the rest, have led to Trump's election, because Clinton has been identified as the representative of the wealthy classes, the ones who have gained the most from globalization. The contradiction is that often, being elected, they were just components of that part of the companies that hold most of the wealth of a country, only by intercepting the discontent of those who have experienced an increase in inequality. Certainly, the lack of proposals from the left has influenced how it affected the general identity crisis and programs of democratic movements. Trump to the United Nations has proposed a model that sees a set of states totally holding its own sovereignty, operating for the country's exclusive welfare, according to the president of the United States, these features would be sufficient to maintain a level of peace and collaboration between states. But this view does not take into account the conflicting interests between state entities and the need to correct them. Thus, in an even closer relationship, the European Union finds great difficulty for the real power imbalance that exists between the states. Is that the solution proposed by Trump and all those who claim greater state sovereignty or, conversely, greater collaboration between nations? Certainly a regulatory framework that establishes the rights and duties of states within a common partnership seems preferable, even at the expense of giving up parts of national sovereignty; but to overcome the diffi- culties and instincts of nationalism, tangible results are needed in preventing conflicts and solving existing ones that are impossible to achieve without effective control and address structures.

La soberanía nacional como instrumento de las relaciones internacionales

El discurso que Trump llevó a cabo en las Naciones Unidas se convierta en el manifiesto de cambio político internacional que tiene lugar: lo que trae la soberanía y los intereses de cada país como el elemento más importante de la acción de un gobierno o de un movimiento político que quiere lograr este objetivo . Es un cambio notable en la escena diplomática como parte de la tendencia que parecía haber afirmado, que quería favorecer a una dirección de la cooperación entre los países en un marco que implicó la venta de parte de la soberanía del Estado en nombre de los intereses comunes. eslogan electoral de Trump fue "Estados Unidos primero", una concentración de nacionalismo económico y político, que iba a restar los Estados Unidos a la colaboración externa y una desvinculación progresiva de la escena internacional. Si desde el punto de vista de los intereses económicos y militares también, grupos de presión han obligado al presidente de Estados Unidos a numerosos contratiempos, el campo de la política de las organizaciones internacionales, parece haber sido abandonado por completo a la voluntad del inquilino de la Casa Blanca. El discurso en la sede de la ONU era la contradicción de años de cautela política internacional, que todas las administraciones anteriores, aunque con diferentes matices habían practicado siempre. Esto también no podía tener mucha importancia, si no es representativa del signo elocuente de una tendencia que está surgiendo en todo el Occidente. Los casos europeos eran diferentes, tanto entre los que se ha establecido en la elección, como son los casos de Hungría y Polonia, tanto los que salió derrotado de la competencia electoral, como en el caso de Marine Le Pen y su movimiento en Francia. En otros países europeos existen varios movimientos que requieren de una mayor preservación de la soberanía nacional a la que se considera una intrusión de la Unión Europea. Incluso en otras partes del mundo, este fenómeno está aumentando constantemente, pensando en Rusia y la evolución de Turquía. Un hallazgo común es que la afirmación de la soberanía nacional como un elemento distintivo de un gobierno va de la mano con unas gotas de derechos y el derecho a criticar, a fin de distinguirlos como derecho ejecutivo y también, a menudo influenciado por componentes religiosos tipo tradicional. Esta aversión a las organizaciones supranacionales tiene justificaciones de partida, que difícilmente pueden ser contradichas. Trump ha criticado las actividades pobres de las Naciones Unidas, pero no ha propuesto un cambio que es cada vez más necesario y eso sería quitarle la influencia de los Estados Unidos; en Europa se perciben las actividades de Bruselas, no sin razón, como una herramienta que ha favorecido a las grandes instituciones financieras a través de una rigidez presupuestaria, que ha empeorado la vida de los ciudadanos. Las mismas razones, por otra parte, llevaron a la elección de Trump, porque Clinton se identificó como representante de los ricos, los que han ganado más de la globalización. La contradicción es que, a menudo, a ser elegidos eran sólo los miembros de esa parte de las empresas que poseen la mayor parte de la riqueza de un país sólo gracias a haber interceptado el descontento de los que han sufrido el aumento de la desigualdad. Ciertamente, la falta de propuestas de la izquierda ha influido en cómo afectó la crisis de identidad general y los programas de los movimientos democráticos. Trump en las Naciones Unidas propuso un modelo que considera una forma totalmente estado juntas titulares de su soberanía, que operan para el bienestar exclusiva de su país, de acuerdo con el presidente de los Estados Unidos, estas características serían suficientes para mantener un nivel de paz y cooperación entre estados. Pero este punto de vista no tiene en cuenta los intereses en conflicto entre los órganos del Estado y la necesidad de appianarle. Así, en una relación aún más estrecha, la Unión Europea encuentra grandes dificultades para el desequilibrio de poder real que existe entre los estados. La solución es el propuesto por Trump y todos aquellos que llaman a una mayor soberanía de los Estados o, por el contrario, una mayor colaboración entre las naciones? Sin duda, un marco regulatorio que establece los derechos y obligaciones de los estados dentro de una asociación común, parece preferible, incluso si eso significa renunciar a partes de soberanía nacional; pero para superar la desconfianza y los instintos del nacionalismo, necesitamos resultados tangibles en la prevención de conflictos y la solución de los existentes, imposible de lograr sin estructuras eficaces de control y dirección.

Nationale Souveränität als Instrument der internationalen Beziehungen

Trumps Ansprache an die Vereinten Nationen wird zum offensichtlichen internationalen politischen Wandel im Handeln: Was bringt die Souveränität und die Interessen des einzelnen Landes als das wichtigste Element des politischen Handelns einer Regierung oder einer Bewegung, die dieses Ziel erreichen will . Dies ist eine wesentliche Veränderung der diplomatischen Szene im Kontext der scheinbar begründeten Tendenz, dass sie eine Kooperation zwischen den Nationen in einem Regulierungsrahmen begünstigen wollte, der den Verkauf eines Teils der staatlichen Souveränität im Namen gemeinsamer Interessen beinhaltete. Trump's Slogan war "America first", ein Schwerpunkt des ökonomischen und politischen Nationalismus, der die Vereinigten Staaten von der externen Kooperation und der fortschreitenden Abkoppelung aus der internationalen Szene stehlen musste. Wenn aus der Sicht der militärischen und sogar der wirtschaftlichen Interessen die Druckgruppen den Präsidenten der Vereinigten Staaten mehrere Schritte zurückgezwungen haben, scheint der Bereich der Politik der internationalen Organisationen dem Willen des Weißen Hauses völlig überlassen zu sein. Das Gespräch im Glaspalast war der Widerspruch der Jahre der internationalen politischen Vorsicht, die alle bisherigen Verwaltungen, wenn auch mit unterschiedlichen Nuancen, immer geübt hatten. Dies kann auch von geringer Bedeutung sein, wenn es nicht das beredte Signal eines Trends darstellt, der im ganzen Westen auftritt. Die europäischen Fälle waren anders, sowohl bei denen, die bei den Wahlen stehen, wie die ungarischen und polnischen Fälle, und diejenigen, die aus der Konkurrenz gegangen sind, wie im Fall von Marine Le Pen und seine Bewegung in Frankreich. Es gibt mehrere Bewegungen in anderen europäischen Ländern, die eine stärkere nationale Souveränitätserhaltung verlangen als die, die als eine Invasion der Europäischen Union angesehen wird. Auch in anderen Teilen der Welt ist dieses Phänomen stetig steigend, über Russland und die Entwicklung der Türkei nachzudenken. Eine gemeinsame Tatsache ist, dass die Bejahung der nationalen Souveränität als eigenständiges Element einer Regierung mit einer Kompression der Rechte und dem Recht der Kritik einhergeht, um diese Führungskräfte als Gerechtigkeit zu identifizieren und auch oft von religiösen Bestandteilen zu beeinflussen traditionelle Art. Diese Abneigung gegen supranationale Organisationen hat Begründungen der Abreise, die kaum widersprochen werden können. Trump kritisierte die schlechte Tätigkeit der Vereinten Nationen, schlägt aber keine Veränderung vor, die zunehmend gebraucht wird und den Einfluss der Vereinigten Staaten wegnehmen würde; In Europa wurde die Tätigkeit Brüssels, sicherlich nicht so falsch, als ein Werkzeug wahrgenommen, das große Finanzinstitute durch eine Haushaltssteifigkeit begünstigt hat, die das Leben der Bürger verschlechtert hat. Die gleichen Gründe für den Rest haben zu Trump's Wahl geführt, weil Clinton als Vertreter der reichen Klassen identifiziert wurde, diejenigen, die am meisten von der Globalisierung gewonnen haben. Der Widerspruch ist, dass oft, gewählt werden, waren sie nur Bestandteile jenes Teils der Unternehmen, die den Großteil des Reichtums eines Landes halten, nur indem sie die Unzufriedenheit derer, die eine Erhöhung der Ungleichheit erfahren haben, abfangen. Sicherlich hat das Fehlen von Vorschlägen von links beeinflusst, wie es die allgemeine Identitätskrise und Programme der demokratischen Bewegungen beeinflusst hat. Trump an die Vereinten Nationen hat ein Modell vorgeschlagen, das eine Reihe von Staaten, die völlig ihre eigene Souveränität, die für das Land die exklusive Wohlfahrt, nach dem Präsidenten der Vereinigten Staaten, diese Merkmale ausreichen würde, um ein Niveau von Frieden und Zusammenarbeit zu halten sieht zwischen den Staaten. Aber diese Ansicht berücksichtigt nicht die gegensätzlichen Interessen zwischen den staatlichen Körperschaften und die Notwendigkeit, sie zu korrigieren. So findet die Europäische Union in einer noch engeren Beziehung große Schwierigkeiten für das wirkliche Macht-Ungleichgewicht, das zwischen den Staaten besteht. Ist das die von Trump vorgeschlagene Lösung und all jene, die eine größere staatliche Souveränität beanspruchen, oder im Gegenteil eine stärkere Zusammenarbeit zwischen den Nationen? Sicherlich scheint ein Regulierungsrahmen, der die Rechte und Pflichten der Staaten innerhalb einer gemeinsamen Zusammenarbeit festlegt, vor allem auf Kosten der Aufteilung von Teilen der nationalen Souveränität vorzuziehen; Um die Schwierigkeiten und Instinkte des Nationalismus zu überwinden, sind konkrete Ergebnisse erforderlich, um Konflikte zu vermeiden und bestehende zu lösen, die ohne wirksame Kontrolle und Adressstrukturen unmöglich zu erreichen sind.