Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
venerdì 6 ottobre 2017
تداعيات زيادة استخدام الروبوتات على البلدان الفقيرة
ويبدو أن مستقبل هذه الصناعة موجه بصورة متزايدة نحو استخدام أكبر للروبوتات؛ ويتساءل الرأي العام الغربي عن حق في تخفيض فرص العمل، في سياق يتسم بالفعل بالأزمة الاقتصادية. التدابير
المقترحة، حتى لا تؤدي إلى عواقب اجتماعية واقتصادية سلبية، وقادرة على
خفض كل من الأسواق المحلية والخارجية، هي الأكثر تنوعا. وهي
تتراوح من إدخال الأجور المواطن، يمكن أن تعوض عن فقدان الأجور، وصولا إلى
فرض الضرائب على الروبوتات لتمويل الدعم للعمال الذين طردوا من العمليات
الصناعية تتأثر أعلى الأتمتة. وهو
السيناريو تميزت عن قلقه العميق، خاصة بالنسبة للآثار الاجتماعية، قادر
على تغيير التوازن في القطاعات الإنتاجية والنظام الاقتصادي. ومع
ذلك، نتيجة ممكنة لم تحقيقا كاملا بدقة هي تلك المتعلقة تداعيات في
البلدان التي تكون فيها تكلفة العمالة منخفضة ولم يكن لديك مهارات عالية
لبيعها في سوق العمل. وهذه هي بلدان في العالم الثالث والرابع حيث تم تصدير كميات كبيرة ولكنها قليلة القيمة. فمن
السهل جدا للتنبؤ بأن عمل الروبوت سيكون أقل تكلفة أيضا العمل بأقل تكلفة،
وأيضا إنتاج بالقرب من مناطق المبيعات، ستنخفض تكاليف النقل والقرب من
عمال الصناعة الأكثر تأهيلا، وسوف تزيد اقتصادات حجم الصناعات المشاركة في عملية الإنتاج. ويمكن
تطبيق هذا النظام على أي قطاع من السلع الأساسية، ولكن قبل كل شيء على
السلع الأساسية الموجهة إلى أغنى الأسواق: الأسواق الغربية. ونحن
نفهم جيدا أن العواقب بالنسبة للبلدان الفقيرة، الذين لا يملكون شيئا
لتقدمه إلى السوق العالمية، وهي ليست رخيصة عملهم، من المرجح أن تنخفض
إيراداتها، وكذلك في حالة وجود تنمية لا يمكن أن تتنافس مع الصناعات الغربية. إذا
ما أخذنا بعين الاعتبار ممكن، ولكن ليس من المؤكد، فرض ضريبة على الآلات
وفيما يتعلق العمل البشري انخفضت، هذه الإيرادات الضريبية، والتي ستخصص
لإعادة التوزيع لصالح القوى العاملة طرد من عملية الإنتاج، فإنه لا يمكن أن
يتصور في البلد الذي تزرع فيه الروبوتات؛ لذلك
لا يمكن التفكير في أي تعويض عن قوة العمالة الرخيصة والحاضر في البلدان
الفقيرة، وحلت محلها الروبوتات مزروع في شروط العضوية من المصانع العاملة
في هذه الظاهرة. وقد يكون لانكماش فرص العمل انعكاسات مباشرة على النسيج الاجتماعي للبلدان الفقيرة، مما يزيد من ظاهرة الهجرة في القضية الاقتصادية. الزيادة
يمكن أن تكون كبيرة وصعبة لإدارة ويمكن أن تؤثر ليس فقط على الدول
الأوروبية، ولكن أيضا دعم كل تلك الدول التي شرعت في مسار يتعلق بزيادة
مستويات إنتاجها، سواء من خلال وجود خلفية الثقافية التي يمكن تيسير
التحول إلى العمل الآلي، وبسبب وجود قدرة كبيرة السيولة المالية، وقادرة
على تحمل التكاليف والاستثمارات اللازمة لتوفير البنية التحتية الصناعية
لتحقيق المزيد من الأتمتة. وذلك
ليس فقط في أوروبا، ولكن أيضا بلدان مثل الصين، التي مرت مرحلة مقدمي
العمالة الرخيصة، سوف تضطر إلى التفكير في كيفية التعامل مع الأسباب
الاقتصادية الطارئة المهاجرة. فإن
القرار تذهب في اتجاهين: الأول هو تعزيز نمو الأسواق يمكن أن تمتص السلع
التي تنتجها الآلات، في حين أن الثاني هو أن رفض الهجرة، مثل أوروبا
الحالية، ولكن بل وأكثر حدة، وفتح مواجهة صعبة بين البلدان الغنية والبلدان الفقيرة، مع عواقب وخيمة خطرة. يتضمن
الحل الأول التزاما مباشرا، ليس فقط من حكومات الدول الغنية، ولكن أيضا
الصناعات التي يمكن التعرف على إمكانات في أسواق جديدة ممكن، وإنما هو
التوفيق بين الرغبة في الاستثمار مع إمكانية مالية حقيقية، لهذا الغرض قد
يكون مخصصة الهيئات الدولية، حتى لو انها ستكون عملية طويلة وصعبة، لظروف انطلاق اقتصادات البلدان الفقيرة، والتي هي في ظروف متخلفة جدا. بالتأكيد
في حالة إغلاق للدول الفقيرة يمكن أن يحدث في حالات الطوارئ خطير جدا
للبلدان الغنية، مثل الزيادة المذكورة سابقا في الهجرة، والتي، إذا أعاق،
يمكن أن تنتج الدول الغنية الظواهر النفور يمكن أن تغذي المنظمات الإرهابية
الجديدة. ولذلك، ينبغي عدم التقليل من شأن مشكلة زيادة الأتمتة، ولكن معالجتها في الوقت المناسب بجميع متغيراتها.
venerdì 29 settembre 2017
La possibile ritorsione di Ankara per la sospensione del negoziato per entrare in Europa
Alla vigilia del voto del parlamento europeo, previsto per il 4 ottobre, sullo stop ai negoziati per l’ingresso della Turchia in Europa, Ankara manda un avvertimento a Bruxelles. Il ministro degli esteri turco, infatti, ha avvertito l’Unione, chi in caso di rottura dei negoziati, anche gli accordi tra Europa e Turchia sulla gestione degli immigrati potranno avere delle variazioni. In questo momento la Turchia ospita oltre tre milioni di rifugiati, la cui gestione, se fossero giunti in Europa, avrebbe sollevato grossi problemi nei rapporti tra gli stati membri. Ankara, oltre ad affermare che la Turchia non è un campo profughi, è cosciente, che la fine dell’accordo sulla migrazione, porterebbe ad un innalzamento del rapporto conflittuale tra i membri dell’Unione, unito ad una crescita esponenziale dei partiti e dei movimenti populisti. Una delle ragioni dell’affermazione di queste tendenze politiche, infatti, è dovuta proprio all’incapacità di una gestione efficace della pressione migratoria a cui l’Europa è tuttora sottoposta. Il ministero degli esteri turco ha anche affermato, che della somma totale prevista dall’accordo, concordata in circa tre miliardi di euro, alla Turchia ne sono giunti soltanto 810 milioni ed ha ribadito che il ruolo di Ankara, nella gestione dei flussi migratori verso l’Europa, rimane essenziale. Questa ultima affermazione è difficilmente contestabile e denuncia l’impreparazione e l’improvvisazione di Bruxelles per fare fronte ad un fenomeno facilmente prevedibile come quello migratorio, in un momento storico contraddistinto da guerre in medio oriente e carestie in Africa. Lo sbaglio, di cui la Germania della cancelliera Merkel, resta una dei grandi responsabili fu quello di affidarsi ad Erdogan, che già aveva avviato la Turchia a diventare una sorta di dittatura, contraddistinta da una crescente importanza dell’elemento religioso. Nonostante le prese di posizione contro il governo di Ankara, l’Europa è stata portata a stipulare un accordo con forte potere di ricatto per la controparte turca. Nello stesso tempo che l’Europa discuteva al suo interno di come gestire le migrazioni, l’atteggiamento contro la Turchia, diventava sempre più duro, a causa dell’atteggiamento di Erdogan sempre meno rispettoso dei diritti civili. L’irrigidimento europeo contro il paese turco era dunque giustificato dai fatti, tuttavia Bruxelles manteneva in essere l’accordo con Ankara per gestire i migranti sul proprio territorio: una contraddizione che non poteva non emergere. L’esecutivo turco prova ora una tattica a metà tra il conciliante ed il ricattatorio, per fare desistere Bruxelles dal fermare i negoziati per l’ingresso della Turchia in Europa. Se, da un lato, si è sottolineato come il ruolo turco nella gestione dei migranti sia stato fondamentale per l’equilibrio europeo, dall’altro lato il ministro degli esteri ha dichiarato che se l’Europa non esce dai suoi confini potrebbe esaurire la sua spinta riformatrice; ciò potrebbe essere vero, però, se la Turchia rispondesse ai requisiti di democraticità richiesti per entrare in Europa, mentre con gli attuali standard presenti, sarebbe soltanto un fattore di ulteriore destabilizzazione. Lo scenario più probabile, quindi, è che il negoziato sarà quasi sicuramente interrotto e la ritorsione più probabile della Turchia sarà quella di disattendere l’accordo sul contenimento dei migranti. Se le nazioni dell’est europa continueranno a rifiutare l’accoglienza potrebbe verificarsi un grave caso umanitario di difficile gestione, mentre a livello politico, gli assetti europei potrebbero alterarsi in maniera non concorde. La prima conseguenza sarebbe proprio quella profetizzata dalla Turchia e cioè una crescita considerevole dei movimenti antieuropei. La sconfitta maggiore che si sta profilando riguarda proprio la Germania che non ha voluto esasperare il rapporto con i paesi dell’Europa orientale per non alienarsi occasioni economiche ad essa favorevoli, sia dal punto di vista della forza lavoro, che da quello dell’espansione commerciale. Ma la Turchia in questo momento appare proprio inaccettabile in Europa: oltre che per i già citati motivi, Ankara si è avvicinata a Mosca, stringendo forme di collaborazione economiche e militari, che ne hanno ulteriormente pregiudicato l’ingresso nell’Unione. Per entrambe le parti, quindi, si preannuncia un rapporto ancora più difficile, ma chi ha più da perdere, in un aggravamento delle relazioni, appare certamente l’Europa.
The possible retaliation of Ankara for suspension of negotiations to enter Europe
On
the eve of the vote of the European Parliament scheduled for 4 October
on the stop to Turkey's entry into Europe, Ankara sends a warning to
Brussels. In
fact, the Turkish Foreign Minister has alerted the Union, who in the
event of a rupture of the negotiations, also the agreements between
Europe and Turkey on the management of immigrants may have variations. At
this moment Turkey has more than three million refugees, whose
management, if they had arrived in Europe, would have raised major
problems in the relations between the member states. Ankara,
besides saying that Turkey is not a refugee camp, is aware that the end
of the agreement on migration would lead to an increase in the conflict
between members of the Union coupled with exponential growth of the
parties and movements populists. One
of the reasons for the affirmation of these political trends is, in
fact, due to the inability to effectively manage the migratory pressure
that Europe is still subjected to. The
Turkish Foreign Ministry also stated that the total sum provided for by
the agreement, agreed at about three billion euros, only reached 810
million in Turkey and reiterated that Ankara's role in the management of
migratory flows 'Europe remains essential. This
last statement is hardly controversial and denounces the improvisation
and improvisation of Brussels in order to cope with an easily
anticipated phenomenon such as the migratory one at a time of history
characterized by Middle East wars and famine in Africa. The
mistake that Germany's Chancellor Merkel remains one of the great
leaders was to rely on Erdogan, who had already begun Turkey to become a
sort of dictatorship, marked by the growing importance of the religious
element. Despite
protests against Ankara's government, Europe has been forced to enter
into a powerful power-sharing agreement with the Turkish counterpart. At
the same time that Europe was discussing how to handle migrations, the
attitude towards Turkey became increasingly harder because of Erdogan's
attitude that was less respectful of civil rights. European
stiffening against the Turkish country was therefore justified by the
facts, but Brussels maintained the deal with Ankara to handle migrants
in their territory: a contradiction that could not fail to emerge. The
Turkish executive now tries a half-way tactic between the conciliator
and the controversial, to refute Brussels from stopping negotiations for
Turkey's entry into Europe. On
the one hand, it was stressed that the Turkish role in managing
migrants was fundamental to the European balance, on the other hand, the
Foreign Minister stated that if Europe does not leave its borders, it
may end its reforming push; However,
this could be true if Turkey responded to the democratization
requirements required to enter Europe, while with current standards it
would only be a factor of further destabilization. The
most likely scenario, therefore, is that the negotiation will almost
certainly be interrupted and Turkey's most likely retaliation will be to
disband the agreement on the containment of migrants. If
the eastern European nations continue to refuse the reception, a
serious humanitarian case of difficult management could occur, while at
the political level, European arrangements might be unevenly altered. The first consequence would be precisely that prophesied by Turkey, namely a considerable growth of anti-European movements. The
biggest defeat in Germany is that it did not want to exacerbate the
relationship with the countries of eastern Europe in order not to
alienate its favorable economic opportunities, both from the point of
view of the labor force and the commercial expansion . But
Turkey at this time seems unacceptable in Europe: in addition to the
aforementioned reasons, Ankara approached Moscow, shaking forms of
economic and military co-operation, which further undermined its entry
into the Union. For
both sides, therefore, an even more difficult relationship is
anticipated, but who has more to lose, in an aggravation of relations,
certainly appears to Europe.
La posible represalia de Ankara por la suspensión de las negociaciones para entrar en Europa
En
vísperas de la votación del Parlamento Europeo prevista para el 4 de
octubre sobre la detención de la entrada de Turquía en Europa, Ankara
envía una advertencia a Bruselas. De
hecho, el Ministro de Asuntos Exteriores de Turquía ha alertado a la
Unión, que en caso de una ruptura de negociaciones, también los acuerdos
entre Europa y Turquía sobre la gestión de los inmigrantes pueden tener
variaciones. En
este momento Turquía tiene más de tres millones de refugiados, cuya
dirección, si hubieran llegado a Europa, habría planteado problemas
importantes en las relaciones entre los Estados miembros. Ankara,
además de afirmar que Turquía no es un campo de refugiados, es
consciente de que el final del acuerdo sobre la migración conduciría a
un aumento en la relación conflictiva entre la Unión, junto con un
crecimiento exponencial de los partidos y movimientos populistas. Una
de las razones de la afirmación de estas tendencias políticas se debe,
en realidad, a la incapacidad de gestionar eficazmente la presión
migratoria a la que Europa sigue sometida. El
Ministerio de Asuntos Exteriores turco también dijo que la cantidad
total proporcionada por el acuerdo, acordado en unos tres mil millones
de euros, Turquía habrá alcanzado solamente 810 millones y reiteró que
el papel de Ankara, en la gestión de los flujos migratorios a la Europa sigue siendo esencial. Esta
última afirmación es difícil de disputar y denuncia la falta de
preparación y la improvisación en Bruselas para hacer frente a un
fenómeno predecible como la migración, en un momento marcado por las
guerras en el Oriente Medio y el hambre en África. El
error, de los cuales Alemania de la canciller Merkel, sigue siendo uno
de los grandes líderes era que depender de Erdogan, que ya había
comenzado a Turquía a convertirse en una especie de dictadura, marcado
por una creciente importancia del elemento religioso. A
pesar de las protestas contra el gobierno de Ankara, Europa se ha visto
obligada a firmar un poderoso acuerdo de reparto de poder con la
contraparte turca. Al
mismo tiempo que Europa estaba discutiendo cómo manejar las
migraciones, la actitud hacia Turquía se hizo cada vez más difícil
debido a la actitud de Erdogan que era menos respetuosa de los derechos
civiles. Por
lo tanto, la rigidez Europea contra el país turco fue justificado por
los hechos, pero mantiene en su sitio el acuerdo de Bruselas con Ankara
para gestionar los migrantes en su territorio: una contradicción que no
podría surgir. El
ejecutivo turco ahora intenta una táctica a medio camino entre el
conciliador y el polémico, para refutar a Bruselas de parar las
negociaciones para la entrada de Turquía en Europa. Si,
por un lado, se hizo hincapié en que el papel de Turquía en la gestión
de los migrantes era crucial para el equilibrio europeo, por otro lado,
el canciller dijo que si Europa no viene de sus fronteras podrían agotar
su el empuje de la reforma; Sin
embargo, esto podría ser cierto si Turquía respondió a los requisitos
de democratización requeridos para entrar en Europa, mientras que con
las normas actuales sólo sería un factor de mayor desestabilización. El
escenario más probable, entonces, es que las negociaciones casi seguro
que serán detenidos y represalias mayor será la probabilidad de Turquía
será la de no tener en cuenta el acuerdo en mantener a los migrantes. Si
las naciones de Europa del Este siguen rechazando la recepción podría
ser un caso grave humanitaria difícil de manejar, mientras que en el
plano político, las estructuras europeas podrían ser alterados de manera
no unánime. La
primera consecuencia sería precisamente la profetizada por Turquía, a
saber, un considerable crecimiento de los movimientos antieuropeos. La
mayor derrota que está surgiendo preocupaciones Alemania que no quieren
exacerbar la relación con los países de Europa del Este no alienar las
oportunidades económicas favorables a ella, tanto en términos de la
fuerza de trabajo, y la expansión en el mercado . Pero
Turquía en este momento parece simplemente inaceptable en Europa:
además de las razones antes mencionadas, Ankara ha acercado a Moscú,
agarrando formas de cooperación económica y militar, que han socavado
aún más la adhesión a la UE. Para
ambas partes, por lo tanto, se anticipa una relación aún más difícil,
pero quien tiene más que perder, en un agravamiento de las relaciones,
ciertamente aparece a Europa.
Die mögliche Vergeltung von Ankara zur Aussetzung der Verhandlungen nach Europa
Am
Vorabend der Abstimmung des Europäischen Parlaments, das für den 4.
Oktober auf dem Stopp des Beitritts der Türkei in Europa stattfindet,
schickt Ankara eine Warnung an Brüssel. In
der Tat hat der türkische Außenminister die Union alarmiert, die im
Falle eines Bruches der Verhandlungen auch die Vereinbarungen zwischen
Europa und der Türkei über die Verwaltung von Einwanderern Variationen
haben können. In
diesem Augenblick hat die Türkei mehr als drei Millionen Flüchtlinge,
deren Management, wenn sie in Europa angekommen wären, große Probleme in
den Beziehungen zwischen den Mitgliedstaaten erhoben hätten. Ankara,
dass die Türkei kein Flüchtlingslager ist, ist sich bewusst, dass das
Ende der Vereinbarung über die Migration zu einer Zunahme des Konflikts
zwischen den Mitgliedern der Union und einem exponentiellen Wachstum der
Parteien und Bewegungen führen würde Populisten. Einer
der Gründe für die Bejahung dieser politischen Tendenzen ist in der Tat
auf die Unfähigkeit zurückzuführen, den Migrationsdruck, den Europa
noch ausgesetzt ist, wirksam zu bewältigen. Das
türkische Außenministerium stellte ferner fest, dass die Gesamtzahl der
Vereinbarung, die auf etwa drei Milliarden Euro vereinbart wurde, nur
810 Millionen in der Türkei erreichte und bekräftigte, dass Ankaras
Rolle bei der Bewältigung der Migrationsströme sei "Europa bleibt unverzichtbar. Diese
letzte Aussage ist kaum umstritten und verurteilt die Improvisation und
Improvisation von Brüssel, um mit einem vorhersagbaren Phänomen wie
Migration, zu einem Zeitpunkt, der von Nahostkriegen und Hungersnot in
Afrika geprägt ist, zu bewältigen. Der
Fehler, den die Bundeskanzlerin Merkel als eine der großen Führer
behauptet, war, Erdogan zu vertrauen, der bereits die Türkei begonnen
hatte, eine Art Diktatur zu werden, die von der wachsenden Bedeutung des
religiösen Elements geprägt war. Trotz
der Proteste gegen die Regierung von Ankara war Europa gezwungen, mit
dem türkischen Pendant eine mächtige Machtvereinbarung einzugehen. Zur
gleichen Zeit, in der Europa diskutierte, wie man mit Migrationen
umgehen sollte, wurde die Haltung gegenüber der Türkei zunehmend härter
wegen der Haltung von Erdogan, die weniger Bürgerrechte respektierte. Die
europäische Versteifung gegen das türkische Land war daher durch die
Tatsachen gerechtfertigt, aber Brüssel hielt den Vertrag mit Ankara, um
Migranten in ihrem Territorium zu behandeln: ein Widerspruch, der nicht
entgehen konnte. Die
türkische Exekutive versucht nun eine halbwegs Taktik zwischen dem
Schlichter und dem umstrittenen, um Brüssel zu widerlegen, die
Verhandlungen über den Beitritt der Türkei nach Europa zu stoppen. Einerseits
wurde betont, dass die türkische Rolle bei der Bewältigung von
Migranten für das europäische Gleichgewicht von grundlegender Bedeutung
war, andererseits stellte der Außenminister fest, dass, wenn Europa
seine Grenzen nicht überlasse, es sein kann Reformschub; Allerdings
könnte dies wahr sein, wenn die Türkei auf die
Demokratisierungsanforderungen reagierte, die für die Einreise nach
Europa erforderlich waren, während sie mit aktuellen Standards nur ein
Faktor der weiteren Destabilisierung wäre. Das
wahrscheinlichste Szenario ist also, dass die Verhandlungen mit
ziemlicher Sicherheit unterbrochen werden und die wahrscheinlichste
Vergeltung der Türkei wird sein, die Vereinbarung über die Eindämmung
von Migranten aufzulösen. Wenn
die osteuropäischen Nationen den Empfang weiterhin verweigern, könnte
ein ernsthafter humanitärer Fall eines schwierigen Managements
auftreten, während auf europäischer Ebene die europäischen Regelungen
ungleichmäßig verändert werden könnten. Die
erste Konsequenz wäre genau das, was die Türkei prophezeite, nämlich
ein beträchtliches Wachstum der antieuropäischen Bewegungen. Die
größte Niederlage in Deutschland ist, dass sie die Beziehungen zu den
Ländern Osteuropas nicht verschärfen wollte, um ihre günstigen
wirtschaftlichen Chancen sowohl aus der Sicht der Arbeitskräfte als auch
der kommerziellen Expansion nicht zu entfremden . Aber
die Türkei scheint zu diesem Zeitpunkt in Europa nicht akzeptabel zu
sein: Neben den vorgenannten Gründen kam Ankara zu Moskau und schüttelte
Formen der wirtschaftlichen und militärischen Zusammenarbeit, die den
Einstieg in die Union weiter untergraben hatten. Für
beide Seiten ist also eine noch schwierigere Beziehung zu erwarten,
aber wer hat mehr zu verlieren, in einer Verschlimmerung der
Beziehungen, scheint sicherlich für Europa.
Les éventuelles représailles d'Ankara pour la suspension des négociations pour entrer en Europe
À
la veille du vote du Parlement européen prévu pour le 4 octobre sur
l'arrêt de l'entrée de la Turquie en Europe, Ankara envoie un
avertissement à Bruxelles. En
fait, le ministre turc des Affaires étrangères a alerté l'Union, qui,
en cas de rupture des négociations, les accords entre l'Europe et la
Turquie sur la gestion des immigrants pourraient avoir des variations. En
ce moment, la Turquie compte plus de trois millions de réfugiés, dont
la direction, s'ils sont arrivés en Europe, aurait soulevé des problèmes
majeurs dans les relations entre les Etats membres. Ankara,
en plus de dire que la Turquie n'est pas un camp de réfugiés, est
conscient que la fin de l'accord sur les migrations entraînerait une
augmentation du conflit entre les membres de l'Union et une croissance
exponentielle des partis et des mouvements populistes. L'une
des raisons de l'affirmation de ces tendances politiques est en effet
due à l'incapacité de gérer efficacement la pression migratoire sur
laquelle l'Europe est toujours soumise. Le
ministère turc des Affaires étrangères a également déclaré que la somme
totale prévue par l'accord, convenue à environ trois milliards d'euros,
n'a atteint que 810 millions en Turquie et a rappelé que le rôle
d'Ankara dans la gestion des flux migratoires «L'Europe reste essentielle. Cette
dernière déclaration n'est guère controversée et dénonce
l'improvisation et l'improvisation de Bruxelles pour faire face à un
phénomène prévisible tel que la migration, à l'époque marquée par les
guerres du Moyen-Orient et la famine en Afrique. L'erreur
que la chancelière allemande Merkel reste l'un des grands leaders était
de s'appuyer sur Erdogan, qui avait déjà commencé la Turquie à devenir
une sorte de dictature, marquée par l'importance croissante de l'élément
religieux. Malgré
les protestations contre le gouvernement d'Ankara, l'Europe a été
obligée de conclure un puissant accord de partage du pouvoir avec
l'homologue turc. En
même temps que l'Europe discutait de la façon de gérer les migrations,
l'attitude envers la Turquie devenait de plus en plus difficile en
raison de l'attitude d'Erdogan qui était moins respectueuse des droits
civils. Le
raidissement européen contre le pays turc était donc justifié par les
faits, mais Bruxelles a maintenu l'accord avec Ankara pour traiter les
migrants sur leur territoire: une contradiction qui ne pouvait manquer
d'émerger. L'exécutif
turc essaie maintenant une tactique à mi-chemin entre le conciliateur
et le controversé, pour réfuter Bruxelles pour arrêter les négociations
pour l'entrée de la Turquie en Europe. D'une
part, il a été souligné que le rôle turc dans la gestion des migrants
était fondamental pour l'équilibre européen, d'autre part, le ministre
des Affaires étrangères a déclaré que si l'Europe ne laisse pas ses
frontières, réformer la poussée; Cependant,
cela pourrait être vrai si la Turquie a répondu aux exigences de
démocratisation nécessaires pour entrer en Europe, alors qu'avec les
normes actuelles, cela ne constituerait qu'un facteur de déstabilisation
supplémentaire. Le
scénario le plus probable, par conséquent, est que la négociation sera
presque certainement interrompue et les représailles les plus probantes
de la Turquie seront de dissoudre l'accord sur le confinement des
migrants. Si
les pays d'Europe de l'Est continuent de refuser l'accueil, un cas
humanitaire sérieux de gestion difficile pourrait se produire, alors que
sur le plan politique, les arrangements européens pourraient être
inégalement modifiés. La
première conséquence serait précisément celle prophétisée par la
Turquie, à savoir une croissance considérable des mouvements
anti-européens. La
plus grande défaite en Allemagne est qu'elle ne voulait pas exacerber
la relation avec les pays d'Europe de l'Est afin de ne pas aliéner ses
opportunités économiques favorables, tant du point de vue de la
population active que de l'expansion commerciale . Mais
la Turquie à ce moment-là semble inacceptable en Europe: outre les
raisons susmentionnées, Ankara s'est rapprochée de Moscou, secouant les
formes de coopération économique et militaire qui ont encore miné son
entrée dans l'Union. Pour
les deux côtés, une relation encore plus difficile est anticipée, mais
qui a plus à perdre, dans une aggravation des relations, apparaît
certainement en Europe.
A possível retaliação de Ancara para a suspensão das negociações para entrar na Europa
Na
véspera da votação do Parlamento Europeu prevista para 4 de Outubro
sobre a parada para a entrada da Turquia na Europa, Ankara envia um
aviso a Bruxelas. Na
verdade, o Ministro dos Negócios Estrangeiros turco alertou a União,
que em caso de dissolução das negociações, também os acordos entre a
Europa ea Turquia sobre a gestão dos imigrantes podem ter variações. Neste
momento, a Turquia tem mais de três milhões de refugiados, cuja gestão,
se eles chegaram na Europa, teria levantado grandes problemas nas
relações entre os Estados membros. Ankara,
além de dizer que a Turquia não é um campo de refugiados, está ciente
de que o fim do acordo sobre migração levaria a um aumento do conflito
entre os membros da União, juntamente com um crescimento exponencial das
partes e dos movimentos populistas. Uma
das razões para a afirmação dessas tendências políticas é, de fato,
devido à incapacidade de administrar efetivamente a pressão migratória a
que a Europa ainda está sujeita. O
Ministério das Relações Exteriores da Turquia também declarou que a
soma total prevista pelo acordo, acordada em cerca de três bilhões de
euros, atingiu apenas 810 milhões na Turquia e reiterou que o papel de
Ancara na gestão dos fluxos migratórios "A Europa continua a ser essencial. Esta
última declaração não é controversa e denuncia a improvisação e a
improvisação de Bruxelas para lidar com um fenômeno facilmente
antecipado, como o migratório em uma época da história caracterizada
pelas guerras do Oriente Médio e pela fome na África. O
erro que a chanceler alemã Merkel continua a ser um dos grandes líderes
era confiar em Erdogan, que já havia começado a se tornar uma espécie
de ditadura marcada pela crescente importância do elemento religioso. Apesar
dos protestos contra o governo de Ancara, a Europa foi forçada a entrar
em um poderoso acordo de compartilhamento de poder com o homólogo
turco. Ao
mesmo tempo em que a Europa estava discutindo como lidar com as
migrações, a atitude perante a Turquia tornou-se cada vez mais difícil
devido à atitude de Erdogan que era menos respeitadora dos direitos
civis. O
reforço europeu contra o país turco foi, portanto, justificado pelos
fatos, mas Bruxelas manteve o acordo com Ancara para lidar com migrantes
em seu território: uma contradição que não poderia deixar de surgir. O
executivo turco agora tenta uma tática a meio caminho entre o
conciliador e o controverso, para refutar Bruxelas de parar as
negociações para a entrada da Turquia na Europa. Por
um lado, salientou-se que o papel turco na gestão dos migrantes era
fundamental para o equilíbrio europeu, por outro lado, o Ministro dos
Negócios Estrangeiros declarou que, se a Europa não deixa as suas
fronteiras, pode acabar com a sua impulso reformador; No
entanto, isso poderia ser verdade se a Turquia respondesse aos
requisitos de democratização necessários para entrar na Europa, enquanto
que com os padrões atuais seria apenas um fator de maior
desestabilização. O
cenário mais provável, portanto, é que a negociação quase certamente
será interrompida e a retaliação mais provável da Turquia será dissolver
o acordo sobre a contenção de migrantes. Se
as nações da Europa Oriental continuam a recusar a recepção, pode
ocorrer um caso humanitário grave de gestão difícil, enquanto no plano
político, os acordos europeus podem ser alterados de forma desigual. A
primeira consequência seria precisamente a profetizada pela Turquia, ou
seja, um crescimento considerável dos movimentos anti-europeus. A
maior derrota na Alemanha é que não queria exacerbar o relacionamento
com os países da Europa Oriental, a fim de não alienar suas
oportunidades econômicas favoráveis, tanto do ponto de vista da força de
trabalho como da expansão comercial. . Mas
a Turquia, neste momento, parece inaceitável na Europa: além dos
motivos acima mencionados, Ankara aproximou-se de Moscou, agitando
formas de cooperação econômica e militar que mais pioraram sua entrada
na União. Para
ambos os lados, portanto, um relacionamento ainda mais difícil é
antecipado, mas quem tem mais a perder, em um agravamento de relações,
certamente aparece para a Europa.
Iscriviti a:
Post (Atom)