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mercoledì 15 novembre 2017
USA meno rilevanti nel sud est asiatico
Per Obama l’importanza del sud est asiatico era centrale per la politica estera statunitense, soltanto l’emergenza dello Stato islamico costrinse il precedente inquilino della Casa Bianca a spostare l’attenzione dalla zona asiatica, ritenuta cruciale sia dal punto di vista strategico, che commerciale. Il minore impegno degli USA dell’amministrazione Obama ha lasciato una eredità difficile per Trump, una situazione peggiorata dalla crisi nordcoreana e dalla competitività cinese. Con questo scenario il presidente americano ha affrontato il viaggio nel sud est asiatico con il principale obiettivo di affermare il ruolo degli Stati Uniti nella regione. Per conseguire questo risultato Trump doveva riuscire a fare cambiare atteggiamento delle potenze dell’area per aumentare la pressione su Pyongyang, circa il programma dell’armamento nucleare ed ottenere un bilanciamento commerciale con i paesi che hanno un surplus di esportazioni verso gli USA. Se il primo obiettivo rientra in una logica di politica internazionale, che Trump ha sempre messo in secondo piano rispetto alla politica interna, il secondo aspetto rientra proprio in modo diretto nella questione dell’economia americana, che patisce di un disavanzo significativo negli scambi commerciali, che va ad influire sulla produzione interna e, quindi, sul tasso di occupazione: uno dei temi centrali della campagna elettorale e che ha procurato un gran numero di voti tra l’elettorato maschile, bianco ed operaio. Tuttavia questo tema è connesso alla necessità di ribadire il ruolo di prima potenza mondiale, che in questo contesto, si può solo esplicare, principalmente con una affermazione all’interno della questione nordcoreana. Ma su questo tema non si sono registrati progressi significativi, non si è andati oltre le dichiarazioni di prammatica e l’impressione è che il comportamento di Pyongyang sia conveniente per la Cina e la Russia, cioè sia strumentale per tenere gli Stati Uniti in uno stato di pressione continua, che potrebbe servire a provocare qualche sbaglio di Trump. In questo momento per la Cina è di vitale importanza riuscire ad accreditarsi come la potenza commerciale che guarda maggiormente al suo esterno, diventare il massimo rappresentante della globalizzazione e del libero scambio, in netta contrapposizione con la politica protezionistica inaugurata da Trump, che ha provocato l’inversione totale degli Stati Uniti sul tema dei commerci mondiali. Il sospetto è che la questione nordocoreana giochi in favore di questa strategia. Pechino ha promesso una maggiore apertura agli investimenti stranieri, ma ciò è avvenuto solo in coincidenza con la visita di Trump, questa decisione, in realtà non è derivata dalla visita di Trump, ma dall’obiettivo di diventare il leader della politica di globalizzazione. Dal lato russo la minaccia di Pyongyang obbliga gli USA ad una minore concentrazione sulle questioni che sono più importanti per Mosca: il problema ucraino e la strategia di destabilizzazione occidentale perseguita sulle reti informatiche. Se questi ragionamenti sono veri Washington dovrà risolvere con i suoi alleati abituali, Giappone e Corea del Sud il problema nordcoreano; ma la soluzione è difficile senza la partecipazione diretta di Pechino e proprio l’essenzialità di questo fattore sta alla base della teoria che la Cina non si impegni adeguatamente, usando in maniera strumentale l’ambiguità del suo comportamento. Trump è così ritornato alla Casa Bianca lasciando la percezione che gli Stati Uniti abbiano un ruolo sempre meno rilevante nel sud est asiatico, anche perchè nessun paese della regione ha stipulato nuovi accordi bilaterali con Washington ed , anzi undici nazioni hanno raggiunto un accordo di principio per rinnovare l’accordo commerciale del Pacifico, senza la presenza USA. Una ulteriore prova della diminuzione del prestigio americano nell’area è stato il raggiungimento di un accordo di massima per stilare un codice di condotta, per evitare possibili contrasti tra i paesi interessati alla questione delle isole contese, anche questo raggiunto senza l’intervento di Washington.
Less relevant US in Southeast Asia
For
Obama, the importance of Southeast Asia was central to US foreign
policy, only the emergence of the Islamic state forced the former White
House tenant to shift attention from the Asian area, considered crucial
by both the strategic point of view commercial. The
Obama administration's lesser commitment to the Obama administration
has left a difficult legacy for Trump, a situation worsened by the North
Korean crisis and Chinese competitiveness. With
this scenario, the US President has dealt with the trip to Southeast
Asia with the main goal of affirming the US role in the region. To
achieve this, Trump must be able to change the attitude of the powers
of the area to increase pressure on Pyongyang, about the nuclear weapon
program, and to get trade balance with countries that have a surplus of
exports to the USA. If
the first objective falls within an international policy logic, which
Trump has always put in the background of domestic policy, the second
aspect is directly on the issue of the US economy, which is suffering
from a significant trade deficit, affecting
domestic production and, therefore, the rate of employment: one of the
central themes of the election campaign and that has resulted in a large
number of votes between male, white and worker electorate. However,
this issue is related to the need to reaffirm the role of the world's
first power, which in this context can only be explained, chiefly with
an affirmation within the North Korean question. But
no significant progress has been made on this subject, no prammatic
statements have gone past, and the impression is that Pyongyang's
behavior is convenient for China and Russia, that is, it is instrumental
in keeping the United States in a state of continuous pressure, which could serve to trigger some Trump mistake. At
this time for China it is vitally important to be able to become
accredited as the commercial power that looks more to the outside, to
become the highest representative of globalization and free trade, in
sharp contrast to the protectionist policy launched by Trump, which
provoked the United States' total reversal of the world trade. The suspicion is that the North Korean question plays in favor of this strategy. Beijing
has pledged greater openness to foreign investment, but this was only
coinciding with Trump's visit, this decision was not actually derived
from Trump's visit, but from the goal of becoming the leader of
globalization policy. On
the Russian side, the threat of Pyongyang forces the US to focus less
on issues that are more important for Moscow: the Ukrainian problem and
the Western destabilization strategy pursued on computer networks. If
these arguments are true Washington will have to solve the North Korean
problem with its usual allies, Japan and South Korea; but
the solution is difficult without the direct participation of Beijing
and the very essence of this factor is the basis of the theory that
China does not engage properly, using the ambiguity of its behavior
instrumentally. Trump
has returned to the White House, leaving the perception that the United
States plays an increasingly less important role in Southeast Asia,
also because no country in the region has entered into new bilateral
agreements with Washington, and indeed eleven nations have reached an
agreement in principle renewing the Pacific trade agreement, without the US presence. A
further demonstration of the decline in US prestige in the area was the
achievement of a major agreement to draft a code of conduct to avoid
possible conflicts between the countries affected by the issue of the
controversial islands, even this without the intervention of Washington .
Estados Unidos menos relevantes en el sudeste de Asia
Para
Obama la importancia del sudeste de Asia fue central en la política
exterior, sólo el surgimiento del Estado Islámico obligó al anterior
ocupante de la Casa Blanca para desviar la atención de la región
asiática, que se considera crucial, tanto desde un punto de vista
estratégico, comercial. El
menor compromiso de la administración de Obama con el gobierno de Obama
ha dejado un legado difícil para Trump, una situación empeorada por la
crisis de Corea del Norte y la competitividad de China. Con
este escenario, el presidente de EE. UU. Se ha ocupado del viaje al
sudeste asiático con el objetivo principal de afirmar el papel de los
EE. UU. En la región. Para
lograr este resultado, Trump fue capaz de hacer para cambiar la actitud
de los poderes para aumentar la presión sobre Pyongyang, sobre el
programa de armas nucleares y obtener una balanza comercial con los
países que tienen un excedente de exportaciones a los EE.UU.. Si
el primer gol es parte de una lógica política internacional que Trump
ha puesto siempre en segundo lugar a la política interna, el segundo
aspecto es parte de su propia directamente en el tema de la economía
estadounidense, que sufre de un déficit significativo en el comercio, va
a afectar a la producción nacional y, por lo tanto, el nivel de empleo
en un tema central de la campaña electoral y que ha causado un gran
número de votos entre el electorado masculino, y los trabajadores
blancos. Sin
embargo, este problema está relacionado con la necesidad de reafirmar
el papel de potencia mundial, que en este contexto, sólo se puede
ejercer, sobre todo con un reclamo dentro de la cuestión de Corea del
Norte. Sin
embargo, en esta edición se han presentado avances significativos no ha
ido más allá de las declaraciones habituales y la impresión es que el
comportamiento de Pyongyang es conveniente para China y Rusia, que es
fundamental para mantener a Estados Unidos en un estado de presión continua, que podría servir para desencadenar algún error de Trump. En
este momento para que China es vital para poder establecerse como la
fuerza comercial que se ve mejor en el exterior, convirtiéndose en el
máximo representante de la globalización y el libre comercio, en
contraste con la política proteccionista inaugurado por Trump, que causó
la inversión total de los Estados Unidos del comercio mundial. La sospecha es que la pregunta de Corea del Norte juega a favor de esta estrategia. Pekín
ha prometido una mayor apertura a la inversión extranjera, pero eso
sólo ocurrió en coincidencia con la visita de Trump, esta decisión
realmente no se deriva de la visita de Trump, pero el objetivo de
convertirse en el líder de la globalización política. De
la parte rusa la amenaza de Pyongyang obliga a los EE.UU. a una menor
concentración en los temas que son más importantes para Moscú: el
problema de Ucrania y la desestabilización de la estrategia occidental
perseguido en las redes informáticas. Si
estos argumentos son ciertos, Washington tendrá que resolver el
problema norcoreano con sus aliados habituales, Japón y Corea del Sur; pero
la solución es difícil sin la participación directa de Beijing y la
esencia misma de este factor es la base de la teoría de que China no se
conecten adecuadamente, instrumentalmente usando la ambigüedad de su
comportamiento. Trump
está tan regresó a la Casa Blanca, dejando la percepción de que Estados
Unidos tiene un papel cada vez más importante en el sudeste asiático,
también porque ningún país de la región ha entrado en nuevos acuerdos
bilaterales con Washington y, de hecho once naciones han llegado a un
principio de acuerdo para renovando el acuerdo comercial del Pacífico, sin la presencia de los Estados Unidos. Otra
prueba de la decadencia del prestigio estadounidense en la zona era la
consecución de un principio de acuerdo para elaborar un código de
conducta, para evitar posibles conflictos entre los países interesados
en el tema de las islas en disputa, también lo logró sin la
intervención de Washington .
Weniger relevante US in Südostasien
Für
Obama war die Bedeutung Südostasiens von zentraler Bedeutung für die
US-Außenpolitik, nur das Auftauchen des islamischen Staates zwang den
ehemaligen Pächter des Weißen Hauses, die Aufmerksamkeit vom asiatischen
Raum abzulenken, der sowohl aus strategischer Sicht als entscheidend
angesehen wurde. kommerziell. Das
geringere Engagement der Obama-Regierung gegenüber der Obama-Regierung
hat für Trump ein schweres Erbe hinterlassen, eine Situation, die durch
die nordkoreanische Krise und die chinesische Wettbewerbsfähigkeit noch
verschärft wurde. Mit
diesem Szenario hat sich der US-Präsident mit der Reise nach
Südostasien beschäftigt, mit dem Hauptziel, die Rolle der USA in der
Region zu bestätigen. Um
dieses Ergebnis zu erzielen, wäre Trump Lage zu tun, die Haltung der
Kräfte zu verändern Druck auf Pjöngjang zu erhöhen, über das
Atomwaffenprogramm und eine Handelsbilanz mit den Ländern, die einen
Überschuss von Exporten in den USA haben. Wenn
das erste Ziel in eine internationale politische Logik fällt, die Trump
immer in den Hintergrund der Innenpolitik gestellt hat, steht der
zweite Aspekt direkt in der Frage der US-Wirtschaft, die unter einem
erheblichen Handelsdefizit leidet, die
einheimische Produktion und somit die Beschäftigungsquote beeinflussen:
eines der zentralen Themen des Wahlkampfs, der zu einer großen Zahl von
Abstimmungen zwischen männlichen, weißen und arbeitenden Wählern
geführt hat. Diese
Frage hängt jedoch mit der Notwendigkeit zusammen, die Rolle der ersten
Macht der Welt zu bekräftigen, die in diesem Zusammenhang hauptsächlich
mit einer Bestätigung innerhalb der nordkoreanischen Frage erklärt
werden kann. Aber
in dieser Frage gibt es keine nennenswerten Fortschritte nicht über die
üblichen Erklärungen gegangen und der Eindruck ist, dass das Verhalten
von Pjöngjang ist bequem für China und Russland, das ist instrumental in
einem Zustand, in den Vereinigten Staaten zu halten von Dauerdruck, der dazu dienen könnte, einige Trump-Fehler auszulösen. Zu
diesem Zeitpunkt für China ist es wichtig, die Lage sein, mich zu
etablieren als die kommerzielle Stärke, die besser auf der Außenseite
sieht, der höchste Vertreter der Globalisierung und Freihandels immer,
im Gegensatz zu der protektionistischen Politik von Trump eingeweiht,
die verursacht die totale Umkehrung des Welthandels durch die Vereinigten Staaten. Der Verdacht ist, dass die nordkoreanische Frage zugunsten dieser Strategie spielt. Peking
hat eine größere Offenheit für ausländische Investitionen zugesagt,
aber dies traf nur mit Trumps Besuch zusammen. Diese Entscheidung wurde
nicht von Trumps Besuch abgeleitet, sondern von dem Ziel, der Führer der
Globalisierungspolitik zu werden. Auf
russischer Seite zwingt die Bedrohung durch Pjöngjang die USA, sich
weniger auf Themen zu konzentrieren, die für Moskau wichtiger sind: das
ukrainische Problem und die westliche Destabilisierungsstrategie in
Computernetzwerken. Wenn
diese Argumente zutreffen, wird Washington das nordkoreanische Problem
mit seinen üblichen Verbündeten, Japan und Südkorea lösen müssen; Aber
die Lösung ist ohne die direkte Beteiligung von Peking schwierig, und
das Wesen dieses Faktors ist die Grundlage der Theorie, dass China nicht
richtig handelt, indem es die Zweideutigkeit seines Verhaltens
instrumental nutzt. Trump
wird so zum Weißen Haus zurückkehrte, um die Wahrnehmung zu verlassen,
dass die Vereinigten Staaten eine zunehmend wichtige Rolle bei
Südostasien hat, auch, weil kein Land in der Region hat sich in neuen
bilateralen Abkommen mit Washington eingegeben und in der Tat elf
Nationen haben eine grundsätzliche Einigung erreicht Erneuerung des pazifischen Handelsabkommens ohne die US-Präsenz. Ein
weiterer Beweis für den Rückgang der amerikanischen Prestige im Bereich
der Erreichung einer Einigung im Prinzip war, ein Verhaltenskodex zu
erarbeiten mögliche Konflikte zwischen den Ländern interessiert an dem
Thema umstrittenen Inseln zu vermeiden, dies ohne das Eingreifen von
Washington erreicht .
États-Unis moins pertinents en Asie du Sud-Est
Pour
Obama l'importance de l'Asie du Sud-est au cœur de la politique
étrangère américaine, seule l'émergence de l'Etat islamique forcé
l'occupant précédent de la Maison Blanche pour détourner l'attention de
la région asiatique, qui est considéré comme essentiel à la fois d'un
point de vue stratégique, commercial. Le
moindre engagement de l'administration Obama envers l'administration
Obama a laissé un héritage difficile pour Trump, une situation aggravée
par la crise nord-coréenne et la compétitivité chinoise. Avec
ce scénario, le président américain s'est occupé du voyage en Asie du
Sud-Est avec l'objectif principal d'affirmer le rôle des États-Unis dans
la région. Pour
parvenir à ce résultat, Trump a pu faire pour changer l'attitude des
pouvoirs pour augmenter la pression sur Pyongyang, au sujet du programme
d'armes nucléaires et d'obtenir une balance commerciale avec les pays
qui ont un excédent des exportations aux États-Unis. Si
le premier but fait partie d'une logique politique internationale que
Trump a toujours mis à la deuxième place à la politique intérieure, le
deuxième aspect fait partie de leur propre directement en cause de
l'économie américaine, qui souffre d'un déficit important dans le
commerce, affectant
la production nationale et, par conséquent, le taux d'emploi: l'un des
thèmes centraux de la campagne électorale et qui a abouti à un grand
nombre de votes entre les hommes, les blancs et l'électorat ouvrier. Cependant,
cette question est liée à la nécessité de réaffirmer le rôle du premier
pouvoir mondial, qui dans ce contexte ne peut s'expliquer que par une
affirmation dans la question nord-coréenne. Mais
sur cette question, il y a eu aucun progrès significatif n'a pas été
au-delà des déclarations habituelles et l'impression est que le
comportement de Pyongyang est pratique pour la Chine et la Russie, qui
joue un rôle important de garder les Etats-Unis dans un état de pression continue, ce qui pourrait servir à déclencher une erreur Trump. A
cette époque, pour la Chine, il est essentiel de pouvoir se positionner
comme la force commerciale qui semble mieux à l'extérieur, devenant
ainsi le plus haut représentant de la mondialisation et du
libre-échange, contrairement à la politique protectionniste inaugurée
par Trump, qui a causé le renversement total du commerce mondial des États-Unis. Le soupçon est que la question nord-coréenne joue en faveur de cette stratégie. Pékin
a promis une plus grande ouverture aux investissements étrangers, mais
ce ne est arrivé à l'occasion de la visite du Trump, cette décision est
vraiment pas dérivé de la visite du Trump, mais l'objectif de devenir le
leader de la mondialisation politique. Du
côté russe, la menace de Pyongyang oblige les Etats-Unis à se
concentrer moins sur des questions plus importantes pour Moscou: le
problème ukrainien et la stratégie de déstabilisation occidentale
poursuivie sur les réseaux informatiques. Si
ces arguments sont vrais, Washington devra résoudre le problème
nord-coréen avec ses alliés habituels, le Japon et la Corée du Sud; mais
la solution est difficile sans la participation directe de Pékin et
l'essence même de ce facteur est la base de la théorie selon laquelle la
Chine ne s'engage pas correctement, utilisant l'ambiguïté de son
comportement de manière instrumentale. Trump
est si retourné à la Maison Blanche, laissant la perception que les
Etats-Unis ont un rôle plus important en Asie du Sud, aussi parce
qu'aucun pays de la région a conclu de nouveaux accords bilatéraux avec
Washington et, en fait onze nations sont parvenus à un accord de
principe le renouvellement de l'accord commercial du Pacifique, sans la présence des États-Unis. Une
preuve supplémentaire de la baisse du prestige américain dans la région
a été la réalisation d'un accord de principe pour établir un code de
conduite pour éviter d'éventuels conflits entre les pays intéressés par
la question des îles contestées, atteint également ce sans
l'intervention de Washington .
Menos relevantes EUA no Sudeste Asiático
Para
Obama, a importância do Sudeste Asiático foi fundamental para a
política externa dos EUA, apenas o surgimento do Estado islâmico obrigou
o antigo inquilino da Casa Branca a deslocar a atenção da área
asiática, considerada crucial tanto pelo ponto de vista estratégico comercial. O
menor compromisso da administração Obama com o governo Obama deixou um
legado difícil para Trump, uma situação agravada pela crise
norte-coreana e pela competitividade chinesa. Com
esse cenário, o presidente dos EUA lidou com a viagem ao Sudeste
Asiático com o objetivo principal de afirmar o papel dos EUA na região. Para
conseguir isso, Trump deve ser capaz de mudar a atitude dos poderes da
área para aumentar a pressão sobre Pyongyang, sobre o programa de armas
nucleares e obter equilíbrio comercial com países que têm um excedente
de exportações para os EUA. Se
o primeiro objetivo enquadra-se numa lógica de política internacional,
que Trump sempre colocou no contexto da política doméstica, o segundo
aspecto é diretamente sobre a questão da economia dos EUA, que sofre de
um déficit comercial significativo, afetando
a produção doméstica e, portanto, a taxa de emprego: um dos temas
centrais da campanha eleitoral e que resultou em um grande número de
votos entre eleitorado masculino, branco e trabalhador. No
entanto, esta questão está relacionada com a necessidade de reafirmar o
papel do primeiro poder do mundo, que neste contexto só pode ser
explicado, principalmente com uma afirmação na questão norte-coreana. Mas
nenhum progresso significativo foi feito sobre esse assunto, nenhuma
declaração pramática passou e a impressão é que o comportamento de
Pyongyang é conveniente para a China e a Rússia, ou seja, é fundamental
para manter os Estados Unidos em um estado de pressão contínua, que poderia servir para desencadear algum erro Trump. Neste
momento, para a China, é de vital importância poder acreditar como o
poder comercial que se parece mais para o exterior, para se tornar o
mais alto representante da globalização e do livre comércio, em
contraste com a política protecionista lançada por Trump, o que provocou
l a inversão total dos Estados Unidos do comércio mundial. A suspeita é que a questão norte-coreana joga a favor dessa estratégia. Pequim
prometeu uma maior abertura ao investimento estrangeiro, mas isso só
coincidiu com a visita de Trump, essa decisão não foi realmente derivada
da visita de Trump, mas do objetivo de se tornar o líder da política de
globalização. Do
lado russo, a ameaça de Pyongyang força os EUA a concentrarem-se menos
em questões que são mais importantes para Moscou: o problema ucraniano e
a estratégia ocidental de desestabilização prosseguida em redes
informáticas. Se
esses argumentos forem verdadeiros, Washington terá que resolver o
problema norte-coreano com seus aliados usuais, Japão e Coréia do Sul; mas
a solução é difícil sem a participação direta de Pequim e a própria
essência desse fator é a base da teoria de que a China não se envolve
corretamente, usando instrumentalmente a ambigüidade de seu
comportamento. Trump
voltou à Casa Branca, deixando a percepção de que os Estados Unidos
desempenham um papel cada vez menos importante no Sudeste Asiático,
também porque nenhum país da região entrou em novos acordos bilaterais
com Washington e, na verdade, onze nações chegaram a um acordo de
princípio renovando o acordo comercial do Pacífico, sem a presença dos EUA. Uma
demonstração adicional do declínio no prestígio norte-americano na área
foi a realização de um acordo importante para elaborar um código de
conduta para evitar possíveis conflitos entre os países afetados pela
questão das ilhas polêmicas, incluindo isso sem a intervenção de
Washington .
Менее релевантные США в Юго-Восточной Азии
Для
Обамы важность Юго-Восточной Азии была центральной для внешней политики
США, только появление исламского государства вынудило бывшего
арендатора Белого дома перенести внимание с азиатского региона, которое
считается решающим как с точки зрения стратегического развития коммерческий. Меньшая
приверженность администрации Обамы администрации Обамы оставила сложное
наследие для Трампа, ситуация усугубляется северокорейским кризисом и
конкурентоспособностью Китая. С этим сценарием президент США занимался поездкой в Юго-Восточную Азию с главной целью подтверждения роли США в регионе. Для
достижения этого Трамп должен иметь возможность изменить отношение
властей области к усилению давления на Пхеньян, о программе ядерного
оружия и добиться торгового баланса со странами, имеющими избыток
экспорта в США. Если
первая цель подпадает под международную политическую логику, которую
Трамп всегда ставил на фоне внутренней политики, второй аспект напрямую
связан с проблемой экономики США, которая страдает от значительного
торгового дефицита, влияя
на отечественное производство и, следовательно, на уровень занятости:
одна из центральных тем избирательной кампании, и это привело к большому
количеству голосов между мужчинами, белыми и рабочими-электоратами. Однако
этот вопрос связан с необходимостью подтвердить роль первой в мире
власти, которая в этом контексте может быть объяснена только в основном
утверждением в рамках северокорейского вопроса. Но
никаких существенных успехов в этом вопросе не было, никаких
прогосударственных высказываний не произошло, и создается впечатление,
что поведение Пхеньяна удобно для Китая и России, то есть оно
способствует поддержанию Соединенных Штатов в состоянии непрерывного давления, которое могло бы послужить причиной некоторой ошибки Трампа. В
это время для Китая жизненно важно быть в состоянии стать
аккредитованным как коммерческая сила, которая больше выглядит снаружи,
стать высшим представителем глобализации и свободной торговли, что резко
контрастирует с протекционистской политикой, запущенной Трампом,
которая спровоцировала l общее изменение США в мировой торговле. Подозревается, что северокорейский вопрос играет в пользу этой стратегии. Пекин
обещал большую открытость иностранным инвестициям, но это только
совпало с визитом Трампа, это решение фактически не было получено из
посещения Трампа, а с целью стать лидером политики глобализации. С
российской стороны угроза Пхеньяна заставляет США меньше
сосредоточиться на вопросах, которые важнее для Москвы: украинская
проблема и стратегия дестабилизации в Западной Европе, проводимая в
компьютерных сетях. Если
эти аргументы верны, Вашингтону придется решать северокорейскую
проблему со своими обычными союзниками, Японией и Южной Кореей; но
решение затруднено без непосредственного участия Пекина, и сама суть
этого фактора лежит в основе теории, что Китай не занимается должным
образом, используя двусмысленность своего поведения. Трамп
вернулся в Белый дом, оставив мнение о том, что Соединенные Штаты
играют все менее важную роль в Юго-Восточной Азии, также потому, что ни
одна страна в регионе не вступила в новые двусторонние соглашения с
Вашингтоном, и действительно, одиннадцать стран достигли принципиального
соглашения возобновление Тихоокеанского торгового соглашения без присутствия США. Еще
одной демонстрацией снижения престижа США в этом районе стало
достижение крупного соглашения о разработке кодекса поведения во
избежание возможных конфликтов между странами, затронутыми проблемой
спорных островов, даже без вмешательства Вашингтона ,
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