Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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venerdì 4 gennaio 2019
إن الحاجة إلى إصلاح الأمم المتحدة ملحة بشكل متزايد
وقد تطرقت رسالة الأمين العام للأمم المتحدة في بداية العام إلى النقاط الحرجة المختلفة التي تسهم في تعريض السلام والاستقرار العالميين للخطر. وتشير الرسالة إلى أن المشاكل نفسها قد تم إبرازها في السنة السابقة ، وبقيت هذه المشكلة لجعل معظم الكوكب غير آمن. وتسلط هذه النتيجة الضوء مرة أخرى على الدور الهامشي المتزايد الذي تضطلع به الأمم المتحدة ، رهينة مجلس الأمن حيث توجد سياسة استخدام حق النقض المتعارض ، التي تعمل لمصالح الأعضاء الدائمين ، مما يدل بالتالي على الحاجة إلى إصلاح قادر على حساب التغيرات الكبيرة الموجودة في الفترة التاريخية الحالية مقارنة بنهاية الحرب العالمية الثانية. مسؤوليات الانقسامات الجغرافية السياسية، وتغير المناخ وعدم المساواة العميقة هي الأسباب الجذرية للصراعات، والهجرة لا يحكم والظلم الاجتماعي، والتي، من دون أن تحل عن طريق عدم الاستقرار الإقليمي التي قد تمتد على نطاق أوسع. اقتنع بأن هذه القضايا هي في الواقع قضية الوضع جعلت حتى أكثر خطورة من حالات الطوارئ الفردية، ينبغي أن يكون السؤال ما هو وما هو دور الأمم المتحدة للمساهمة في حل النزاعات وإدارة حالات خطرة بشكل استباقي وليس بعد ذلك. المسألة الأساسية هي ما هو الدور الذي يمكن أن تمارس والمطالبة منظمة، والتي، في حين يمثل أعلى قمة من المنظمات الدولية، ويعاني من حدود واضحة لعملها. إذا كان وجود منظمة يجب أن تكون فوق الآخرين أمرًا ضروريًا ، من أجل الحفاظ على مساحة محايدة للاجتماعات بين القوى المتعارضة ، فمن الضروري التحقق مما إذا كان هناك مساحة لجعل سياساتها فعالة ومنحهم الاستقلالية. أكبر لتحقيق النتائج. تحدث الأمين العام للأمم المتحدة عن بوادر أمل لمستقبل العالم بفضل الاتفاقات التي تم التوصل إليها بين إثيوبيا وإريتريا ، واليمن ، والاتفاق بين أطراف النزاع في جنوب السودان ، على العواقب المحتملة للمؤتمر على مناخ كاتوفيتشي وتقدم الاتفاقات الخاصة بالمهاجرين. إنها بلا شك حقائق ملموسة ، ومع ذلك ، فهي مشروطة في كثير من الأحيان بالمشاركة المحدودة للقوى العظمى أو الموافقة اللفظية الوحيدة للدول المختلفة ، التي تتجاهل في الواقع ما تم التوقيع عليه. ويجب الاعتراف بأن عمل الأمم المتحدة ، في سياق دولي مجزأ للغاية ومختلف اختلافا كبيرا عن الثنائية في أعقاب الحرب العالمية الثانية ، أصعب بكثير بسبب كثرة المواضيع المشاركة في مختلف حالات الطوارئ الموجودة على المسرح الدبلوماسي. المزيد من المواضيع الوسائل الحالية أعلى تشارك المصالح، والمصالح، بدورها، مشروطة مطالب اللحظة التاريخية، التي لم يعد حول المدى المتوسط أو طويلة ولكنها مشروطة الحاجة إلى تحقيق نتائج على المدى القصير، سواء كانت الجيوسياسية والعسكرية أو المالية. هذه المتغيرات هي حاسمة في عمل منظمة لديها موارد محدودة بشكل متزايد في مواجهة حالات الطوارئ التي تواجهها وتوافر موارد المواضيع التي يجب عليها السعي للحصول على اتفاقيات. ومع ذلك ، فإن أي إجراء يهدف إلى إيجاد أماكن للحلول التفاوضية ، وأيضاً من خلال الاتصال بين الشعوب التي تتواصل مع بعضها البعض ، غالباً بالكلمة وحدها في شكل مفاوضات ، يتطلب مشاركة دولية أكبر يجب البحث عنها من خلال التغلب على منطق أداء مجلس الأمن. فالعالم العالمي ، تحديدا بسبب تعريفه ، ينطوي على عدد كبير من الجهات الفاعلة التي لا يمكن أن تتأثر بقرارات وامتيازات الأعضاء الدائمين ، وهي الآن مقيدة للغاية بالجمعية العالمية وبالتالي فهي غير معقولة وغير كافية لاتخاذ قرار بشأن القضايا الواسعة جدا ومع عواقب عامة جدا. وينبغي أن تكون الموضوعات العليا مثل الاتحاد الأوروبي ، وكذلك جامعة الدول العربية أو الاتحاد الأفريقي ، المترجمين الفوريين الذين ينبغي أن يبدأوا الضغط من أجل إصلاح الأمم المتحدة ، استجابة للاحتياجات الحالية بما يتفق مع الفترة التاريخية التي نعيشها. بهذه الطريقة فقط سيكون من الممكن رؤية عمل الأمم المتحدة مع فرصة أكبر للوفاء بمهمتها ، من خلال نتائج نتائج ملموسة بشكل متزايد.
giovedì 3 gennaio 2019
Le incognite della presidenza rumena di turno, occasione di riflessione per l'Europa
Il semestre di presidenza dell’Unione Europea che sta per iniziare vedrà questioni molto importanti sul tavolo delle trattative: prime tra tutte la definizione dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione fino ad arrivare al tema dell’ingresso della Serbia nel consesso di Bruxelles. In un periodo così delicato la rotazione prevista per ricoprire la presidenza dell’Unione toccherà alla Romania, un paese con grosse difficoltà interne e con degli standard non certo europei, a cui andranno sommate le difficoltà che i burocrati rumeni incontreranno per gestire problematiche di così intensa difficoltà. Bucarest è alle prese con la contestazione più consistente dai tempi della caduta della dittatura, avvenuta nel 1989. Si calcola che le manifestazioni del popolo rumeno contro la corruzione, le leggi che prevedono la depenalizzazione di alcuni reati e contro l’abuso di potere abbiano radunato nelle piazze anche 600.000 persone alla volta. La Romania è diventata membro dell’unione nel 2007 ed i progressi compiuti contro la corruzione, male endemico del paese, si sono fermati da circa due anni con l’ascesa al potere del partito socialista, il cui leader è risultato ineleggibile per una condanna per il reato di frode elettorale. La situazione rumena rappresenta una chiara situazione di come Bruxelles non è riuscita ad imporre i suoi valori costituenti, cosa, peraltro comune, nei paesi provenienti dal blocco sovietico, e di come non riesca neppure a farli rispettare. Continuare ad ammettere la presenza all’interno dell’Unione di nazioni che promulgano leggi che non rispettano i valori europei è molto pericoloso, sia per l’effetto disgregante che ha contribuito all’affermazione del populismo, sia perchè i meccanismi perversi della distribuzione del potere non prevedono norme sospensive per quelli stati che non rispondono agli standard europei. Fino ad ora si era soltanto andati vicini ad una situazione come quella attuale, ma con l’insediamento della Romania a presidente di turno dell’Unione si raggiunge un nuovo livello degli effetti dei meccanismi legali di Bruxelles e della assoluta mancanza di contromisure studiate per fronteggiare il verifcarsi di eventualità di questo genere. Il fatto che ciò coincida con il momento nel quale si dovrà gestire l’uscita della Gran Bretagna, assume un valore ancora più peculiare che richiama alla necessità improrogabile di rivedere le leggi europee, sia per la gestione del potere, che per l’accettazione di nuovi membri ed anche per l’elaborazione di meccanismi sanzionatori efficaci verso quei paesi che non si adeguano a garantire i diritti civili e politici, la libertà di stampa, il mutuo sostegno tra gli stati membri e la lotta alla corruzione. Come si vede se esistessero in maniera effettiva questi presupposti, la lista dei membri europei sarebbe più corta e ciò sarebbe solo un vantaggi per il funzionamento delle istituzioni comunitarie. La domanda fondamentale è se i paesi che sono stati governati da dittature hanno maturato un reale senso democratico tale da produrre classi politiche capaci di identificarsi con gli ideali fondativi dell’Europa. Se ciò non è avvenuto la colpa è anche di Bruxelles, che pur di ampliare la sua zona economica, ha tollerato l’ingresso di paesi non pronti e con la sola intenzione di sfruttare i contributi europei, senza prevedere un meccanismo di tutela che potesse prevedere sanzioni fino all’espulsione. Un governo debole in patria come quello rumeno, pur coadiuvato dagli specialisti di Bruxelles, può gestire l’uscita inglese, che prevede una serie di norme che ricadranno inevitabilmente su tutti gli europei, senza incorrere in qualche problema di cui è già accusato? Il quesito è lecito e non dovrebbe essere sottovalutato, come non è da sottovalutare la possibile mancanza di capacità di ascolto degli altri membri, una mancanza non strana in esecutivi che si sono dimostrati insensibili alle istanze delle opposizioni. Una gran quantità di argomenti su cui riflettere per i burocrati di Bruxelles.
The unknowns of the Romanian presidency on duty, an opportunity for reflection for Europe
The presidential term of the European Union that is about to start will see very important issues on the negotiating table: first of all the definition of Britain's exit from the Union up to the topic of Serbia's entry into the Brussels forum. In such a delicate period the rotation scheduled to hold the presidency of the Union will touch Romania, a country with great internal difficulties and with some European standards, to which will be added the difficulties that the Romanian bureaucrats will encounter in order to deal with such intense problems. difficulty. Bucharest is grappling with the most serious protest since the fall of the dictatorship in 1989. It is estimated that the Romanian people's demonstrations against corruption, the laws that provide for the decriminalization of some crimes and against the abuse of power have gathered in the squares even 600,000 people at a time. Romania became a member of the union in 2007 and progress made against corruption, the country's evil endemic, stopped for about two years with the rise to power of the socialist party, whose leader was ineligible for a conviction for the crime of electoral fraud. The Romanian situation represents a clear situation of how Brussels failed to impose its constituent values, something which is also common in the countries coming from the Soviet bloc, and how it can not even make them respected. Continue to admit the presence within the Union of nations that enact laws that do not respect European values is very dangerous, both because of the disruptive effect that contributed to the affirmation of populism, and because the perverse mechanisms of the distribution of power they do not provide for suspensive rules for those countries that do not meet European standards. Up until now, it has only been close to a situation like the present one, but with the establishment of Romania as president of the Union, a new level of the effects of the legal mechanisms of Brussels is reached and the absolute lack of countermeasures studied to face the verification of eventualities of this kind. The fact that this coincides with the moment in which the exit of Great Britain will have to be managed, assumes an even more peculiar value that recalls the urgent need to revise the European laws, both for the management of power, and for the acceptance of new members and also for the elaboration of effective sanctioning mechanisms towards those countries that do not adapt to guarantee civil and political rights, freedom of the press, mutual support among member states and the fight against corruption. As can be seen if these assumptions existed effectively, the list of European members would be shorter and this would only be a benefit to the functioning of the Community institutions. The fundamental question is whether the countries that have been governed by dictatorships have developed a real democratic sense such as to produce political classes capable of identifying themselves with the founding ideals of Europe. If this did not happen, it is also the fault of Brussels, which, in spite of enlarging its economic zone, has tolerated the entry of unprepared countries and with the sole intention of exploiting European contributions, without providing for a protection mechanism that could sanctions until expulsion. A weak government like the Romanian one, even if assisted by the specialists of Brussels, can manage the British exit, which foresees a series of norms that will inevitably fall on all Europeans, without incurring some problem of which it is already accused? The question is lawful and should not be underestimated, as it is not to underestimate the possible lack of ability to listen to the other members, a non-strange lack in executives who have proved to be insensitive to the demands of the oppositions. A lot of subjects to think about for Brussels bureaucrats.
Las incógnitas de la presidencia rumana en servicio, una oportunidad de reflexión para Europa
El término presidencial de la Unión Europea que está a punto de comenzar verá temas muy importantes en la mesa de negociaciones: en primer lugar, la definición de la salida de Gran Bretaña de la Unión al tema de la entrada de Serbia en el foro de Bruselas. En un período tan delicado, la rotación programada para ocupar la presidencia de la Unión tocará a Rumania, un país con grandes dificultades internas y con algunos estándares europeos, a lo que se sumarán las dificultades con las que se encontrarán los burócratas rumanos para enfrentar problemas tan intensos. dificultad. Bucarest está lidiando con la protesta más seria desde la caída de la dictadura en 1989. Se estima que las manifestaciones del pueblo rumano contra la corrupción, las leyes que prevén la despenalización de algunos delitos y el abuso de poder, se han reunido. en las plazas hasta 600.000 personas a la vez. Rumania se convirtió en miembro del sindicato en 2007 y el progreso realizado contra la corrupción, la endémica y maligna del país, se detuvo durante unos dos años con el ascenso al poder del partido socialista, cuyo líder no era elegible para una condena por El delito de fraude electoral. La situación rumana representa una situación clara de cómo Bruselas no pudo imponer sus valores constitutivos, algo que también es común en los países provenientes del bloque soviético, y cómo ni siquiera puede hacer que se respeten. Continuar admitiendo la presencia dentro de la Unión de naciones que promulga leyes que no respetan los valores europeos es muy peligrosa, tanto por el efecto disruptivo que contribuyó a la afirmación del populismo como por los mecanismos perversos de la distribución del poder. no establecen reglas suspensivas para aquellos países que no cumplen con las normas europeas. Hasta ahora, solo ha estado cerca de una situación como la actual, pero con el establecimiento de Rumania como presidente de la Unión, se ha alcanzado un nuevo nivel de los efectos de los mecanismos legales de Bruselas y se ha estudiado la falta absoluta de contramedidas para enfrentarlos. La verificación de eventualidades de este tipo. El hecho de que esto coincida con el momento en que se tendrá que gestionar la salida de Gran Bretaña, asume un valor aún más peculiar que recuerda la urgente necesidad de revisar las leyes europeas, tanto para la administración del poder como para la aceptación de nuevos miembros y también para la elaboración de mecanismos efectivos de sanción hacia aquellos países que no se adaptan para garantizar los derechos civiles y políticos, la libertad de prensa, el apoyo mutuo entre los estados miembros y la lucha contra la corrupción. Como puede verse si estas suposiciones existieran efectivamente, la lista de miembros europeos sería más corta y esto solo sería un beneficio para el funcionamiento de las instituciones comunitarias. La pregunta fundamental es si los países que han sido gobernados por dictaduras han desarrollado un verdadero sentido democrático para producir clases políticas capaces de identificarse con los ideales fundadores de Europa. Si esto no sucedió, también es culpa de Bruselas, que, a pesar de la ampliación de su zona económica, ha tolerado la entrada de países no preparados y con la única intención de explotar las contribuciones europeas, sin proporcionar un mecanismo de protección que pudiera Sanciones hasta la expulsión. Un gobierno débil como el rumano, incluso si es asistido por los especialistas de Bruselas, puede gestionar la salida británica, lo que prevé una serie de normas que inevitablemente recaerán en todos los europeos, sin incurrir en algún problema del que ya está acusado. La pregunta es legal y no debe ser subestimada, ya que no es para subestimar la posible falta de capacidad para escuchar a los otros miembros, una falta no extraña en los ejecutivos que han demostrado ser insensibles a las demandas de las oposiciones. Muchos temas a considerar para los burócratas de Bruselas.
Die Unbekannten der rumänischen Präsidentschaft im Dienst, eine Gelegenheit zum Nachdenken für Europa
In der Amtszeit der Präsidentschaft der Europäischen Union, die kurz vor dem Beginn steht, werden sehr wichtige Themen auf dem Verhandlungstisch stehen: Zunächst die Definition des Austritts Großbritanniens aus der Union bis hin zum Beitritt Serbiens zum Brüsseler Forum. In solch einer schwierigen Phase wird die Rotation, die die Präsidentschaft der Union abhalten soll, Rumänien berühren, ein Land mit großen internen Problemen und mit einigen europäischen Standards, zu dem die Schwierigkeiten hinzukommen werden, mit denen die rumänischen Bürokraten konfrontiert sein werden, um mit solchen Problemen fertig zu werden. Schwierigkeiten. Bukarest hat mit dem schwersten Protest seit dem Sturz der Diktatur 1989 zu kämpfen. Es wird geschätzt, dass die Demonstrationen des rumänischen Volkes gegen Korruption, die Gesetze, die die Entkriminalisierung einiger Verbrechen und den Missbrauch von Macht vorsehen, zusammengetreten sind auf den Plätzen sogar 600.000 Menschen gleichzeitig. Rumänien wurde 2007 Mitglied der Gewerkschaft. Fortschritte wurden gegen die Korruption, die bösartige endemische Korruption des Landes, mit dem Aufstieg der sozialistischen Partei, deren Führer für eine Verurteilung nicht in Frage kam, für zwei Jahre gestoppt das Verbrechen des Wahlbetrugs. Die rumänische Situation stellt eine klare Situation dar, wie Brüssel seine Grundwerte nicht durchgesetzt hat, was auch in den aus dem Sowjetblock stammenden Ländern üblich ist, und wie es sie nicht einmal respektieren kann. Die Tatsache weiterhin zuzugeben, dass in der Union Nationen vertreten sind, die Gesetze erlassen, die die europäischen Werte nicht einhalten, ist sehr gefährlich, sowohl wegen der störenden Wirkung, die zur Bekräftigung des Populismus beigetragen hat, als auch wegen der perversen Mechanismen der Machtverteilung Sie enthalten keine aufschiebenden Regeln für die Länder, die die europäischen Standards nicht erfüllen. Bislang war es nur nahe an einer Situation wie der jetzigen, aber mit der Errichtung Rumäniens als Präsident der Union ist eine neue Ebene der Auswirkungen der Brüsseler Rechtsmechanismen erreicht worden und es wurden absolut keine Gegenmaßnahmen erprobt die Überprüfung von Eventualitäten dieser Art. Die Tatsache, dass dies mit dem Moment zusammenfällt, in dem der Austritt Großbritanniens bewältigt werden muss, nimmt einen noch eigenartigeren Wert an, der an die dringende Notwendigkeit erinnert, die europäischen Gesetze sowohl für die Verwaltung der Macht als auch für die Akzeptanz von neue Mitglieder und auch für die Ausarbeitung wirksamer Sanktionsmechanismen für diejenigen Länder, die sich nicht anpassen, um bürgerliche und politische Rechte, Pressefreiheit, gegenseitige Unterstützung zwischen den Mitgliedstaaten und die Bekämpfung der Korruption sicherzustellen. Wie man sehen kann, wenn diese Annahmen tatsächlich vorhanden wären, wäre die Liste der europäischen Mitglieder kürzer und dies wäre nur für das Funktionieren der Gemeinschaftsorgane von Vorteil. Die grundlegende Frage ist, ob die von Diktaturen regierten Länder ein echtes demokratisches Gefühl entwickelt haben, indem sie politische Klassen hervorbringen, die sich mit den Gründungsidealen Europas identifizieren können. Geschieht dies nicht, ist auch Brüssel schuld, das trotz der Vergrößerung seiner Wirtschaftszone den Beitritt unvorbereiteter Länder und mit der einzigen Absicht, europäische Beiträge zu verwerten, geduldet hat, ohne einen Schutzmechanismus vorzusehen, der dies könnte Sanktionen bis zur Ausweisung. Eine schwache Regierung wie die rumänische kann, auch wenn sie von den Brüsseler Spezialisten unterstützt wird, den britischen Ausstieg bewältigen, der eine Reihe von Normen vorsieht, die unweigerlich auf alle Europäer fallen werden, ohne ein Problem zu verursachen, das ihm bereits vorgeworfen wird. Die Frage ist rechtmäßig und sollte nicht unterschätzt werden, da sie die mögliche mangelnde Fähigkeit, den anderen Mitgliedern zuzuhören, nicht zu unterschätzen ist, ein nicht seltsamer Mangel an Führungskräften, die sich als unempfindlich gegenüber den Forderungen der Opposition erwiesen haben. Viele Themen für Brüsseler Bürokraten.
Les inconnues de la présidence roumaine en devoir, une occasion de réflexion pour l'Europe
Le mandat présidentiel de l'Union européenne sur le point de commencer va voir des questions très importantes à l'ordre du jour de la négociation: tout d'abord la définition de la sortie britannique de l'Union jusqu'au thème de l'entrée de la Serbie dans le forum de Bruxelles. Dans une période aussi délicate, la rotation prévue pour la présidence de l’Union touchera la Roumanie, pays aux grandes difficultés internes et aux normes européennes, auxquelles s’ajouteront les difficultés que rencontreront les bureaucrates roumains pour faire face à des problèmes aussi intenses. difficulté. Bucarest est aux prises avec la manifestation la plus sérieuse depuis la chute de la dictature en 1989. On estime que les manifestations du peuple roumain contre la corruption, les lois qui prévoient la dépénalisation de certains crimes et les abus de pouvoir se sont rassemblées dans les places, même 600 000 personnes à la fois. La Roumanie est devenue membre de l’Union en 2007 et les progrès réalisés dans la lutte contre la corruption, l’endémie diabolique du pays, ont été interrompus pendant environ deux ans avec la montée au pouvoir du parti socialiste, dont le chef n’était pas éligible à une condamnation pour le crime de fraude électorale. La situation roumaine montre clairement que Bruxelles n'a pas réussi à imposer ses valeurs constitutives, ce qui est également courant dans les pays du bloc soviétique, et qu'elle ne peut même pas les faire respecter. Continuer d'admettre que la présence au sein de l'Union de nations qui promulguent des lois qui ne respectent pas les valeurs européennes est très dangereuse, à la fois en raison de l'effet perturbateur qui a contribué à l'affirmation du populisme et des mécanismes pervers de la répartition du pouvoir elles ne prévoient pas de règles suspensives pour les pays qui ne répondent pas aux normes européennes. Jusqu’à présent, elle n’était proche que de la situation actuelle, mais avec l’instauration de la Roumanie à la présidence de l’Union, les effets des mécanismes juridiques bruxellois sont atteints et l’absence absolue de contre-mesures étudiées pour faire face aux la vérification d'éventualités de ce genre. Le fait que cela coïncide avec le moment où la sortie de la Grande-Bretagne devra être gérée revêt une valeur encore plus singulière qui rappelle le besoin urgent de réviser les lois européennes, tant pour la gestion du pouvoir que pour l'acceptation de nouveaux membres ainsi que pour l’élaboration de mécanismes de sanction efficaces vis-à-vis des pays qui ne s’adaptent pas pour garantir les droits civils et politiques, la liberté de la presse, le soutien mutuel entre les États membres et la lutte contre la corruption. Comme on peut le voir si ces hypothèses existaient effectivement, la liste des membres européens serait plus courte et cela ne serait que bénéfique pour le fonctionnement des institutions communautaires. La question fondamentale est de savoir si les pays gouvernés par des dictatures ont développé un véritable sens démocratique, de manière à produire des classes politiques capables de s'identifier aux idéaux fondateurs de l'Europe. Si cela n’est pas arrivé, c’est aussi la faute de Bruxelles qui, malgré l’élargissement de sa zone économique, a toléré l’entrée de pays non préparés et dans le seul but d’exploiter les contributions européennes, sans prévoir de mécanisme de protection sanctions jusqu'à expulsion. Un gouvernement faible comme le gouvernement roumain, même assisté des spécialistes bruxellois, peut gérer la sortie britannique, qui prévoit une série de normes qui vont inévitablement toucher tous les Européens, sans que cela pose un problème déjà reproché? La question est licite et ne doit pas être sous-estimée, car il ne faut pas sous-estimer le possible manque de capacité d'écoute des autres membres, manque insolite de cadres qui se sont révélés insensibles aux exigences des oppositions. Beaucoup de sujets de réflexion pour les bureaucrates de Bruxelles.
As incógnitas da presidência romena de plantão, uma oportunidade de reflexão para a Europa
O mandato presidencial da União Européia que está prestes a começar terá questões muito importantes na mesa de negociações: em primeiro lugar, a definição da saída da Grã-Bretanha da União até o tópico da entrada da Sérvia no fórum de Bruxelas. Em um período de rotação delicado tais programado para realizar a presidência da UE vai tocar para a Romênia, um país com enormes problemas internos e certamente não de normas europeias, às quais se juntam em conjunto as dificuldades que os romenos burocratas se reúnem para lidar com questões como intensos dificuldade. Bucareste está às voltas com o maior protesto desde a queda da ditadura, em 1989. Estima-se que as manifestações do povo romeno contra a corrupção, as leis que prevêem a descriminalização de determinados crimes e contra o abuso de poder se uniram nas praças até 600.000 pessoas de cada vez. A Romênia tornou-se membro do sindicato em 2007 e o progresso feito contra a corrupção, a endêmica perversidade do país, parou por cerca de dois anos com a ascensão ao poder do partido socialista, cujo líder era inelegível a uma condenação por corrupção. o crime de fraude eleitoral. A situação romena representa uma clara situação de como Bruxelas fracassou em impor seus valores constituintes, algo que também é comum nos países que vêm do bloco soviético, e como não pode sequer fazê-los serem respeitados. Continuar a admitir que a presença na União de nações que promulguem leis que não respeitam os valores europeus é muito perigosa, tanto pelo efeito perturbador que contribuiu para a afirmação do populismo, como pelos mecanismos perversos de distribuição do poder. não prevê regras suspensivas para os países que não cumprem as normas europeias. Até agora, só esteve perto de uma situação como a atual, mas com o estabelecimento da Romênia como presidente da União, um novo nível dos efeitos dos mecanismos legais de Bruxelas é alcançado e a absoluta falta de contramedidas estudadas para enfrentar a verificação de eventualidades deste tipo. O fato de coincidir com o momento em que a saída da Grã-Bretanha terá de ser administrada pressupõe um valor ainda mais peculiar, que recorda a necessidade urgente de revisar as leis européias, tanto para a gestão do poder como para a aceitação de novos membros e também na elaboração de mecanismos sancionatórios efetivos para os países que não se adaptam para garantir os direitos civis e políticos, a liberdade de imprensa, o apoio mútuo entre os Estados membros e o combate à corrupção. Como se pode ver se estas hipóteses existissem de forma eficaz, a lista de membros europeus seria mais curta e isso só seria benéfico para o funcionamento das instituições comunitárias. A questão fundamental é se os países que foram governados por ditaduras desenvolveram um verdadeiro sentido democrático, como produzir classes políticas capazes de se identificar com os ideais fundadores da Europa. Se isso não aconteceu, é também culpa de Bruxelas, que, apesar de ampliar a sua zona económica, tolerou a entrada de países despreparados e com a única intenção de explorar as contribuições europeias, sem prever um mecanismo de proteção que pudesse sanções até a expulsão. Um governo fraco em um país como a Roménia, enquanto assistido por especialistas em Bruxelas, pode lidar com saída de Inglês, que fornece um conjunto de normas que cairão inevitavelmente em todos os europeus, sem incorrer em um problema que já acusou? A questão é legítima e não deve ser subestimada, pois é não subestimar a possível falta de capacidade de escuta dos outros membros, e não uma estranha falta no executivo que provaram que não responde às exigências da oposição. Um monte de assuntos para pensar em burocratas de Bruxelas.
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