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martedì 14 maggio 2019

الأزمة الإيرانية سبب إضافي للاحتكاك بين واشنطن وبروكسل

يبدو أن الجدلية الصعبة بين الولايات المتحدة والاتحاد الأوروبي تزداد سوءًا كل يوم. بعد مشكلة القوة المسلحة الأوروبية وتهديد واشنطن بفرض عقوبات عليها ، بسبب مسألة التسلح الأوروبي ، ينتقل النزاع إلى احترام المعاهدة النووية الإيرانية. في حين أنه من المعروف أن الجانبين يقفان على مواقف متناقضة ، فإن تطورات الأحداث في الخليج الفارسي ، حيث كان من الممكن تخريب ناقلتين نفطيتين سعوديتين ، تؤدي إلى تفاقم المقارنة. يبدو أن حلقة ناقلات النفط المخربة ، دون عواقب بالنسبة للطاقم والسفن أنفسهم ، تم إنشاؤها خصيصًا لرفع التوتر بين المملكة العربية السعودية والولايات المتحدة الأمريكية ، مع إيران. نفت طهران أنها لعبت دورًا نشطًا في التخريب ، ويبدو أن مدى الأضرار الجسيمة يحبذ فعلًا يستخدم كذريعة ، فقط عندما تناقش بروكسل وواشنطن تطبيق المعاهدة النووية الإيرانية. لم تكن نقطة الانطلاق للتوقيع على هذه الاتفاقية علامة على صداقة الغرب تجاه إيران ، التي لا تزال بلدًا يتم فيه حرمان الحريات الديمقراطية والحقوق المدنية بشكل متزايد ، بل فرصة للتعبير عنها بطريقة قانونية. تطوير نووي عسكري محتمل للجمهورية الإسلامية. لقد قلب ترامب هذا الافتراض أيضًا بسبب ضغط الملكية السنية وإسرائيل ، مما أثار حالة من التوتر بسبب تجديد العقوبات على إيران ، والتي فرضت أيضًا على الشركات الأوروبية التي تنوي التعاون مع طهران. ربما كانت نية الرئيس الأمريكي هي إثارة ثورة في السكان ، والتي تشكل الضحية الحقيقية للحصار الاقتصادي الذي يتسبب في الأزمة المالية للبلاد. مرة أخرى ، إنه حساب خاطئ ، لأن المعارضة ليس لديها فرصة داخل نظام يمارس سيطرة صارمة. يهدف الضغط الأمريكي على الدبلوماسية الأوروبية إلى تحقيق توافق بروكسل مع مواقف البيت الأبيض ، لكن هذا يبدو صعباً للغاية: إن تحقيق التوقيع على المعاهدة النووية يعد أحد أعظم النجاحات الدبلوماسية للاتحاد وانسحاب أحادي الجانب مثل يمثل الأمريكي فقدان الصورة والمصداقية التي سيكون من الصعب استردادها ، بالنسبة لموضوع دولي يتمتع ، في الوقت الحالي ، بأحد أعظم نقاط القوة في الدبلوماسية. من أجل إدراك أهمية هذا الجانب ، في الواقع ، تواصل إيران إستراتيجيتها المتمثلة في السعي إلى الامتثال للاتفاقيات من قبل الموقعين الذين لم ينسحبوا. تزداد أهمية القضية مع تطور أحداث الخليج الفارسي ، حيث يزداد خطر وقوع حادث يمكن أن يؤدي أيضًا إلى نشوب صراع ، إلى جانب زيارة وزير الخارجية الأمريكي إلى اجتماع وزراء خارجية الاتحاد ، الزيارة التي أدت إلى تأجيل يوم واحد من الاجتماع المقرر مع وزير الخارجية الروسي. يمكن قراءة الوجود غير المقرر في أوروبا لوزير الخارجية الأمريكي في مثل هذا السياق المعين باعتباره الرغبة في ممارسة مزيد من الضغط المباشر على موقف الاتحاد ، أيضًا في ضوء التطورات العسكرية المحتملة. هدد ترامب إيران مرارًا وتكرارًا بأن وقوع أعمال تخريبية أو مقلقة ضد السفن القادمة من دول الحلفاء يمكن أن يأذن للولايات المتحدة بإصدار ردود غير دبلوماسية ، ويرجع ذلك جزئيًا إلى أن واشنطن أرسلت أسطولها البحري الخاص إلى الخليج الفارسي. الموقف الأوروبي يثير قلقًا كبيرًا ولكنه لا يزال غير قابل للتحرك بشأن مسألة المعاهدة: يمكن لبروكسل الاستفادة من هذه الفرصة لممارسة دور قيادي في النهاية لحل الأزمة المحتملة بطريقة دبلوماسية وتأكيد الاستقلال السياسي المطلق فيما يتعلق برئيس أمريكي متهور بشكل متزايد .

lunedì 13 maggio 2019

Gli USA non gradiscono l'autonomia militare europea

Uno degli obiettivi più ricercati da Trump, quello di convincere i paesi europei all’interno dell’Alleanza Atlantica ad aumentare la spesa militare, potrebbe essere raggiunto, ma con effetti opposti a quelli voluti dal presidente americano. Nella sua visione di difesa dell’occidente, l’inquilino della Casa Bianca ha sostenuto e sostiene, una diminuzione progressiva dell’impegno statunitense a favore di un maggiore impegno europeo. Trump ha dato per scontato di raggiungere due obiettivi: il primo, appunto, un minore impegno diretto della forza armata statunitese ed il secondo una maggiore vendita di armi fabbricate negli Stati Uniti. Ma le due cose non è detto che possano essere realizzate insieme: infatti l’Unione Europea procede nella sua intenzione di formare una forza militare autonoma, in grado di sviluppare sistemi di armamento propri, sia come progetto, che come realizzazione. Uno sviluppo del genere escluderebbe l’industria bellica americana da un mercato consistente e potrebbe creare notevoli problemi anche all’aspetto occupazionale, andando a colpire una quota consistente dell’elettorato del presidente in carica. Le rimostranze degli Stati Uniti verso Bruxelles vertono sul rischio concreto di mettere in pericolo l’integrazione e la cooperazione militare, portata avanti all’interno dell’Alleanza Atlantica; ma la questione non dovrebbe essere porsi in questi termini, dato che la soluzione di una autonomia militare europea viene accelerata proprio per il disimpegno annunciato dalla volontà di Trump. In realtà viene spontaneo pensare che il presidente americano non abbia considerato questa eventualità ed abbia dato per scontata la propria visione, evidenziando la sua scarsa capacità di lettura in politica estera: l’equazione tra una maggiore spesa per le armi ed una indipendenza strategica dell’Europa non è stata prevista nello schema della Casa Bianca. Nei piani dell’Unione Europea vi è lo stanziamento di 13 miliardi di euro per lo sviluppo di 34 progetti nel campo degli armamenti per il periodo compreso tra il 201 ed il 2027. Il regolamento di partecipazione prevede anche la presenza di aziende non comunitarie, ma senza che queste possano vantare la proprietà intellettuale dei progetti e con rigidi controlli sulla possibilità di esportare gli aramenti prodotti, inoltre la partecipazione a questi progetti prevederà il voto unanime dei 25 paesi dell’Unione. Si comprende che queste restrizioni possono limitare fortemente l’attività dell’industria bellica americana e consentire la partenza di una autonomia delle forze europee, sempre più distaccate dal monopolio tattico e strategico dei sistemi delle armi americane. In effetti il rischio che si verifichi una duplicazione dei sistemi militari ed anche una possibile diminuzione dell’integrazione tra le forze armate, dovuta ad assetti di armamento differente, pare concreta, tuttavia mascherare l’irritazione per potenziali mancati guadagni con motivazioni tattiche pare non essere consono e coerente al comportamento del presidente americano, in particolare, ed all’esigenza di  creare un autonomia militare europea, in generale, dovuta alla fase storica presente. Le minacce di ritorsione politica e commerciale che arrivano dagli Stati Uniti, segnalano il nervosismo del governo di Washington per non avere compreso gli sviluppi da loro stessi provocati ed evidenziano ancora una volta una pessima gestione della politica estera: gli interessi degli Stati Uniti non sono tutelati da imposizioni, specialmente verso gli alleati, ma devono tenere conto dei costi e benefici indotti generati da decisioni discutibili, a cui si deve aggiungere fatti contingenti come l’uscita del Regno Unito dall’Unione, che costituisce la perdita di un alleato forte verso Washington all’interno dell’Europa. D’altronde Trump ha cercato proprio di mettere in pericolo l’unità europea proprio appoggiando la Brexit.  L’argomento della difesa rischia di allontanare ancora di più le due parti e peggiorare un rapporto già profondamente deteriorato, oltrre che trasformarsi in una sconfitta personale per Trump, i cui effetti non devono essere assolutamente sottovalutati: se dal punto di vista politico, pur tra molte difficoltà, è impensabile arrivare ad una rottura tra USA ed Europa, questa situazione potrebbe favorire ancora maggiori aperture di Bruxelles verso la Cina, sopratutto nel campo economico e finanziario, determinando una sottrazione di influenza americana sull’Unione, con conseguente aumento di difficoltà nei rapporti anche su temi differenti da quello militare.

The US does not like European military autonomy

One of Trump's most sought-after goals, to convince European countries within the Atlantic Alliance to increase military spending, could be achieved, but with effects opposite to those desired by the American president. In his view of defending the West, the White House tenant has argued and supports a gradual decrease in the US commitment to greater European engagement. Trump has taken for granted two objectives: the first, in fact, a less direct commitment of the US armed force and the second a greater sale of arms manufactured in the United States. But the two things do not necessarily mean that they can be realized together: in fact the European Union is proceeding in its intention to form an autonomous military force, capable of developing its own weapons systems, both as a project and as a realization. Such a development would exclude the American war industry from a substantial market and could create significant problems also for the employment aspect, going to hit a substantial share of the president's electorate. The US grievances towards Brussels relate to the real risk of endangering integration and military cooperation, carried out within the Atlantic Alliance; but the question should not be posed in these terms, given that the solution of a European military autonomy is accelerated precisely because of the disengagement announced by Trump's will. In reality it is natural to think that the American president has not considered this eventuality and has taken his vision for granted, highlighting his poor ability to read foreign policy: the equation between greater spending on arms and strategic independence of the Europe was not included in the White House scheme. In the plans of the European Union there is the allocation of 13 billion euros for the development of 34 projects in the field of armaments for the period between 201 and 2027. The participation regulation also provides for the presence of non-EU companies, but without these being able to boast the intellectual property of the projects and with strict controls on the possibility of exporting the products produced, the participation in these projects will also include the unanimous vote of the 25 countries of the Union. It is clear that these restrictions can severely limit the activity of the American war industry and allow the departure of an autonomy of European forces, increasingly detached from the tactical and strategic monopoly of American weapons systems. In fact, the risk of duplication of military systems and even a possible decrease in the integration between the armed forces, due to different armament arrangements, seems concrete, however, masking the irritation for potential lost profits with tactical motivations does not seem to be consistent and consistent with the behavior of the American president, in particular, and with the need to create a European military autonomy, in general, due to the present historical phase. The threats of political and commercial retaliation that come from the United States signal the nervousness of the Washington government for not understanding the developments they themselves have caused and once again highlighting a bad management of foreign policy: US interests are not protected from impositions, especially towards allies, but they must take into account the costs and benefits induced generated by questionable decisions, to which we must add contingent facts such as the exit of the United Kingdom from the Union, which constitutes the loss of a strong ally towards Washington within Europe. On the other hand, Trump has tried to endanger European unity precisely by supporting Brexit. The defense argument threatens to push the two parties even further and worsen an already deeply deteriorated relationship, as well as turning into a personal defeat for Trump, whose effects must not be underestimated: if from a political point of view, even if between many difficulties, it is unthinkable to reach a break between the USA and Europe, this situation could favor even greater openings in Brussels towards China, especially in the economic and financial field, leading to a subtraction of American influence on the Union, with consequent increase in difficulties in the reports also on issues other than military.

A Estados Unidos no le gusta la autonomía militar europea.

Uno de los objetivos más buscados de Trump, convencer a los países europeos dentro de la Alianza Atlántica para aumentar el gasto militar, podría lograrse, pero con efectos opuestos a los deseados por el presidente estadounidense. Desde su punto de vista de defender a Occidente, el inquilino de la Casa Blanca ha argumentado y apoya una disminución gradual en el compromiso de los Estados Unidos con un mayor compromiso europeo. Trump ha dado por sentado dos objetivos: el primero, de hecho, un compromiso menos directo de la fuerza armada de los EE. UU. Y el segundo una mayor venta de armas fabricadas en los Estados Unidos. Pero las dos cosas no necesariamente significan que puedan realizarse juntas: de hecho, la Unión Europea está procediendo en su intención de formar una fuerza militar autónoma, capaz de desarrollar sus propios sistemas de armas, tanto como un proyecto como una realización. Tal desarrollo excluiría a la industria de guerra estadounidense de un mercado sustancial y podría crear problemas significativos también en el aspecto del empleo, que afectará a una parte sustancial del electorado del presidente. Las quejas de Estados Unidos hacia Bruselas se relacionan con el riesgo real de poner en peligro la integración y la cooperación militar, llevadas a cabo dentro de la Alianza Atlántica; pero la pregunta no debe plantearse en estos términos, dado que la solución de una autonomía militar europea se acelera precisamente debido a la desconexión anunciada por la voluntad de Trump. En realidad, es natural pensar que el presidente estadounidense no ha considerado esta eventualidad y ha dado por sentado su visión, destacando su pobre capacidad para leer la política exterior: la ecuación entre un mayor gasto en armas y la independencia estratégica de los países. Europa no estaba incluida en el esquema de la Casa Blanca. En los planes de la Unión Europea hay una asignación de 13 mil millones de euros para el desarrollo de 34 proyectos en el campo de los armamentos para el período comprendido entre 201 y 2027. El reglamento de participación también contempla la presencia de empresas no pertenecientes a la UE, pero Sin que estos puedan presumir de la propiedad intelectual de los proyectos y con controles estrictos sobre la posibilidad de exportar los productos producidos, la participación en estos proyectos también incluirá el voto unánime de los 25 países de la Unión. Está claro que estas restricciones pueden limitar severamente la actividad de la industria de guerra estadounidense y permitir la salida de una autonomía de las fuerzas europeas, cada vez más alejadas del monopolio táctico y estratégico de los sistemas de armas estadounidenses. De hecho, el riesgo de duplicación de los sistemas militares e incluso una posible disminución de la integración entre las fuerzas armadas, debido a los diferentes arreglos de armamento, parece concreto; sin embargo, no parece ser posible disimular la irritación de posibles beneficios perdidos con motivaciones tácticas. consistente y consistente con el comportamiento del presidente estadounidense, en particular, y con la necesidad de crear una autonomía militar europea, en general, debido a la presente fase histórica. Las amenazas de represalia política y comercial que vienen de los Estados Unidos señalan el nerviosismo del gobierno de Washington por no comprender los desarrollos que ellos mismos han causado y una vez más resaltar un mal manejo de la política exterior: los intereses de los Estados Unidos no están protegidos desde las imposiciones, especialmente hacia los aliados, pero deben tener en cuenta los costos y beneficios inducidos generados por decisiones cuestionables, a los que debemos agregar hechos contingentes como la salida del Reino Unido de la Unión, que constituye la pérdida de un aliado fuerte hacia Washington dentro de europa Por otro lado, Trump ha tratado de poner en peligro la unidad europea precisamente al apoyar el Brexit. El argumento de la defensa amenaza con empujar a las dos partes aún más y empeorar una relación ya profundamente deteriorada, además de convertirse en una derrota personal para Trump, cuyos efectos no deben subestimarse: si se trata de un punto de vista político, incluso si muchas dificultades, es impensable alcanzar una ruptura entre los Estados Unidos y Europa, esta situación podría favorecer aperturas aún mayores en Bruselas hacia China, especialmente en el campo económico y financiero, lo que conlleva una sustracción de la influencia estadounidense en la Unión, con el consiguiente aumento de las dificultades en el país. Informes también sobre temas distintos al militar.

Die USA mögen keine europäische militärische Autonomie

Eines der gefragtesten Ziele von Trump, die europäischen Länder im Atlantischen Bündnis davon zu überzeugen, die Militärausgaben zu erhöhen, konnte erreicht werden, allerdings mit entgegengesetzten Effekten wie vom amerikanischen Präsidenten gewünscht. In seiner Ansicht, den Westen zu verteidigen, hat der Mieter des Weißen Hauses argumentiert und befürwortet eine schrittweise Abnahme des Engagements der USA für ein größeres europäisches Engagement. Trump hat zwei Ziele für selbstverständlich gehalten: Das eine ist ein weniger direktes Engagement der US-Streitkräfte und das zweite ein größerer Verkauf von in den USA hergestellten Waffen. Aber die beiden Dinge, es wird gesagt, dass sie gemeinsam verwirklicht werden: die Europäische Union schreitet in ihrer Absicht, in der Tat eine autonome militärische Kraft bilden, in der Lage seiner eigenen Waffensysteme zu entwickeln, die beide als ein Projekt, wie Bau. Eine solche Entwicklung würde die amerikanische Kriegsindustrie von einem substanziellen Markt ausschließen und könnte erhebliche Probleme auch für den Beschäftigungsaspekt mit sich bringen und einen erheblichen Anteil der Wähler des Präsidenten treffen. Die Beschwerden der USA gegen Brüssel beziehen sich auf das reale Risiko der Gefährdung der Integration und der militärischen Zusammenarbeit im Rahmen des Atlantischen Bündnisses. Die Frage sollte jedoch nicht in diesem Sinne gestellt werden, da die Lösung einer europäischen militärischen Autonomie gerade aufgrund des von Trumps Willen angekündigten Rückzugs beschleunigt wird. In der Realität ist es selbstverständlich zu glauben, dass der amerikanische Präsident diese Möglichkeit nicht in Betracht gezogen und seine Vision als selbstverständlich erachtet hat. Er betonte seine mangelnde Fähigkeit, die Außenpolitik zu lesen: die Gleichung zwischen höheren Rüstungsausgaben und der strategischen Unabhängigkeit der USA Europa wurde nicht in die Regelung des Weißen Hauses einbezogen. In den Plänen der Europäischen Union sind 13 Milliarden Euro für die Entwicklung von 34 Projekten im Bereich der Rüstung für den Zeitraum von 201 bis 2027 vorgesehen. Die Beteiligungsverordnung sieht auch die Anwesenheit von Nicht-EU-Unternehmen vor, aber Ohne dass diese das geistige Eigentum der Projekte vorweisen können und die Möglichkeit des Exports der hergestellten Produkte streng kontrolliert wird, schließt die Teilnahme an diesen Projekten auch die einstimmige Abstimmung der 25 EU-Länder ein. Es ist klar, dass diese Beschränkungen die Tätigkeit der amerikanischen Kriegsindustrie erheblich einschränken und die Aufhebung einer Autonomie der europäischen Streitkräfte ermöglichen können, die sich zunehmend vom taktischen und strategischen Monopol der amerikanischen Waffensysteme löst. In der Tat, um das Risiko von Doppeln militärischer Systemen sowie eine möglichen Abnahme der Integration der Streitkräfte, aufgrund unterschiedlicher Bewaffnung Struktur auftreten, Beton scheint, Maske jedoch das Irritationspotenzial verloren Ergebnis mit taktischen Gründen scheinen nicht zu sein Dies steht im Einklang mit dem Verhalten des amerikanischen Präsidenten im Besonderen und der Notwendigkeit, aufgrund der gegenwärtigen historischen Phase eine europäische militärische Autonomie im Allgemeinen zu schaffen. Die von den Vereinigten Staaten ausgehenden Drohungen politischer und wirtschaftlicher Vergeltungsmaßnahmen signalisieren die Nervosität der Regierung von Washington, die von ihnen selbst verursachten Entwicklungen nicht zu verstehen und erneut ein schlechtes außenpolitisches Management hervorzuheben: Die Interessen der USA sind nicht geschützt von Zumutungen, vor allem gegenüber den Alliierten, aber sie ist zu berücksichtigen, die Kosten und Nutzen durch induzierte fragwürdige Entscheidungen erzeugt, auf die Eventualitäten als die Ausgabe der britischen Union hinzugefügt werden müssen, die den Verlust eines starken Verbündeten in Washington vertritt innerhalb Europas. Andererseits hat Trump versucht, die europäische Einheit zu gefährden, indem er den Brexit unterstützt. , Wenn der politische Standpunkt trotz: Das Argument der Verteidigung Risiko zu entfremden noch die beiden Seiten und verschlimmern eine bereits tief beschädigt Beziehung, oltrre diese wiederum in eine persönliche Niederlage für Trump, deren Auswirkungen sollte nie unterschätzt werden viele Schwierigkeiten, es undenkbar ist, zu einem Bruch zwischen den USA und Europa zu kommen, könnte diese Situation noch mehr Öffnungen Brüssel nach China fördern, vor allem in dem Wirtschafts- und Finanzbereich, was zu einer Ablenkung der amerikanischen Einfluss Union, was zu erhöhten Schwierigkeiten beim berichtet auch über andere Themen als das Militär.

Les Etats-Unis n'aiment pas l'autonomie militaire européenne

L'un des objectifs les plus recherchés par Trump, qui consiste à convaincre les pays européens de l'Alliance atlantique d'augmenter leurs dépenses militaires, pourrait être atteint, mais avec des effets contraires à ceux souhaités par le président américain. Dans sa vision de la défense de l’Ouest, le locataire de la Maison Blanche a plaidé en faveur d’une réduction progressive de l’engagement des États-Unis en faveur d’un engagement européen accru. Trump a pris pour acquis deux objectifs: le premier, en fait, un engagement moins direct de l'armée américaine et le second, une plus grande vente d'armes fabriquées aux États-Unis. Mais les deux choses ne signifient pas nécessairement qu’elles peuvent être réalisées ensemble: en fait, l’Union européenne poursuit son intention de constituer une force militaire autonome, capable de développer ses propres systèmes d’armes, à la fois comme projet et comme réalisation. Une telle évolution exclurait l'industrie de guerre américaine d'un marché substantiel et pourrait créer des problèmes importants également pour le volet emploi, qui toucheraient une part substantielle de l'électorat du président. Les griefs des États-Unis à l’égard de Bruxelles ont trait au risque réel de mettre en danger l’intégration et la coopération militaire au sein de l’Alliance atlantique; mais la question ne devrait pas être posée en ces termes, étant donné que la solution d'une autonomie militaire européenne est accélérée précisément à cause du désengagement annoncé par la volonté de Trump. En réalité, il est naturel de penser que le président américain n'a pas envisagé cette éventualité et a tenu sa vision pour acquise, soulignant ainsi sa faible capacité de lecture de la politique étrangère: l'équation entre une plus grande dépense en armement et une indépendance stratégique du L'Europe n'a pas été incluse dans le système de la Maison Blanche. Les plans de l'Union européenne prévoient d'allouer 13 milliards d'euros au développement de 34 projets dans le domaine de l'armement pour la période allant de 201 à 2027. Le règlement relatif à la participation prévoit également la présence d'entreprises non européennes, sans que ceux-ci puissent se vanter de la propriété intellectuelle des projets et avec des contrôles stricts sur la possibilité d'exporter les produits fabriqués, la participation à ces projets inclura également le vote unanime des 25 pays de l'Union. Il est clair que ces restrictions peuvent sérieusement limiter l’activité de l’industrie de guerre américaine et permettre le départ d’une autonomie des forces européennes, de plus en plus détachée du monopole tactique et stratégique des systèmes d’armement américains. En fait, le risque de duplication des systèmes militaires et même de réduction possible de l'intégration entre les forces armées, du fait de la diversité des arrangements d'armement, semble concret. Cependant, masquer l'irritation des pertes potentielles potentielles pour des raisons tactiques ne semble pas être une réalité. cohérente et cohérente avec le comportement du président américain, en particulier, et avec la nécessité de créer une autonomie militaire européenne, en général, en raison de la phase historique actuelle. Les menaces de représailles politiques et commerciales émanant des États-Unis témoignent de la nervosité du gouvernement de Washington, qui n'a pas compris les développements qu'ils ont eux-mêmes provoqués et qui a de nouveau mis en évidence une mauvaise gestion de la politique étrangère: les intérêts des États-Unis ne sont pas protégés des impositions, en particulier envers les alliés, mais ils doivent prendre en compte les coûts et les avantages induits par des décisions discutables, auxquels il faut ajouter des faits éventuels tels que la sortie du Royaume-Uni de l'Union, qui constitue la perte d'un puissant allié envers Washington en Europe. D'autre part, Trump a tenté de mettre en danger l'unité européenne en soutenant précisément le Brexit. L’argument de la défense menace de pousser encore plus loin les deux parties et d’aggraver une relation déjà profondément détériorée, et de devenir une défaite personnelle pour Trump, dont les effets ne doivent pas être sous-estimés: si d’un point de vue politique, même entre Il est impensable de créer une rupture entre les Etats-Unis et l'Europe. Cette situation pourrait favoriser des ouvertures encore plus grandes à Bruxelles vers la Chine, notamment dans le domaine économique et financier, conduisant à une soustraction de l'influence américaine sur l'Union, entraînant une augmentation des difficultés de rapports également sur des questions autres que militaires.

Os EUA não gostam da autonomia militar européia

Um dos objetivos mais procurados por Trump, para convencer os países europeus dentro da Aliança Atlântica a aumentar os gastos militares, poderia ser alcançado, mas com efeitos opostos aos desejados pelo presidente americano. Em sua visão de defender o Ocidente, o inquilino da Casa Branca argumentou e apóia uma diminuição gradual do compromisso dos EUA com um maior engajamento europeu. Trump deu por garantido dois objetivos: o primeiro, na verdade, um compromisso menos direto da força armada dos EUA e o segundo uma maior venda de armas fabricadas nos Estados Unidos. Mas as duas coisas não significam necessariamente que possam ser realizadas em conjunto: na verdade, a União Européia está seguindo sua intenção de formar uma força militar autônoma, capaz de desenvolver seus próprios sistemas de armas, tanto como projeto quanto como realização. Tal desenvolvimento excluiria a indústria de guerra americana de um mercado substancial e poderia criar problemas significativos também para o aspecto do emprego, atingindo uma parte substancial do eleitorado do presidente. As queixas dos EUA em relação a Bruxelas referem-se ao risco real de pôr em perigo a integração e a cooperação militar, levadas a cabo no seio da Aliança Atlântica; mas a questão não deve ser colocada nestes termos, dado que a solução de uma autonomia militar européia é acelerada precisamente por causa do desengajamento anunciado pela vontade de Trump. Na realidade, é natural pensar que o presidente americano não considerou essa eventualidade e tomou sua visão como certa, destacando sua pouca capacidade de ler a política externa: a equação entre maiores gastos com armas e a independência estratégica do governo. A Europa não foi incluída no esquema da Casa Branca. Nos planos da União Européia há a alocação de 13 bilhões de euros para o desenvolvimento de 34 projetos no campo de armamentos para o período entre 201 e 2027. O regulamento de participação também prevê a presença de empresas não pertencentes à UE, mas sem que estes possam se orgulhar da propriedade intelectual dos projetos e com controles rígidos sobre a possibilidade de exportar os produtos produzidos, a participação nesses projetos também incluirá o voto unânime dos 25 países da União. É claro que essas restrições podem limitar severamente a atividade da indústria de guerra americana e permitir a saída de uma autonomia das forças européias, cada vez mais desligadas do monopólio tático e estratégico dos sistemas de armas americanos. De fato, o risco de duplicação de sistemas militares e até mesmo uma possível diminuição na integração entre as forças armadas, devido a diferentes arranjos de armamentos, parece concreto, no entanto, mascarar a irritação por potenciais lucros perdidos com motivações táticas não parece ser consistente e consistente com o comportamento do presidente americano, em particular, e com a necessidade de criar uma autonomia militar europeia, em geral, devido à presente fase histórica. As ameaças de retaliação política e comercial que vêm dos Estados Unidos sinalizam o nervosismo do governo de Washington por não entender os desdobramentos que eles próprios causaram e, mais uma vez, ressaltar uma má administração da política externa: os interesses dos EUA não estão protegidos. de imposições, especialmente para aliados, mas eles devem levar em conta os custos e benefícios induzidos gerados por decisões questionáveis, aos quais devemos acrescentar fatos contingentes como a saída do Reino Unido da União, que constitui a perda de um forte aliado para Washington dentro da Europa. Por outro lado, Trump tentou colocar em risco a unidade europeia precisamente apoiando o Brexit. O argumento da defesa ameaça empurrar as duas partes ainda mais longe e piorar um relacionamento já profundamente deteriorado, além de se transformar em uma derrota pessoal para Trump, cujos efeitos não devem ser subestimados: se do ponto de vista político, mesmo entre Muitas dificuldades, é inconcebível chegar a uma ruptura entre os EUA ea Europa, esta situação poderia favorecer ainda mais aberturas em Bruxelas para a China, especialmente no campo econômico e financeiro, levando a uma subtração da influência americana sobre a União, com o consequente aumento das dificuldades na relatórios também sobre outras questões que não militares.