Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 31 dicembre 2014

La Palestina chiede l'adesione alla Corte penale internazionale

La risoluzione all’ONU, presentata dalla Giordania con l’appoggio di altri paesi arabi ed africani e, tra gli altri di Argentina e Francia, per la soluzione del problema palestinese con la soluzione dei due stati Israele e Palestina entro i confini fissati dall’accordo del 1967 è stata respinta grazie al voto contrario di Stati Uniti ed Australia. Le motivazioni di Washington per il voto contrario si sono riferite alla necessità di un clima migliore tra le due parti, il cui rapporto continua ad essere troppo teso; in realtà questo rifiuto rientra nella strategia di Obama di rimandare ogni futura azione, anche diplomatica, che riguardi il problema palestinese all’esito delle votazioni in Israele. La Casa Bianca spera in una sconfitta dell’esecutivo uscente, che potrebbe favorire una ripresa dei negoziati su basi più solide. Anche l’Australia ha giustificato il suo rifiuto con la necessità che le controparti ottengano un risultato positivo da un confronto capace di trovare una sintesi ad una soluzione definitiva, anziché coinvolgere le Nazioni Unite. Certamente questa eventualità sarebbe migliore, ma quello che è mancato finora è stata la volontà di Tel Aviv, che si è prodotta in una tattica di continui rinvii con scuse spesso pretestuose. Certamente una sconfitta elettorale di Netanyahu favorirebbe senz’altro il cambiamento di clima, necessario per una ripresa del dialogo con maggiori possibilità. Tuttavia per i palestinesi l’esito delle elezioni israeliane non è così scontato, come non lo è per tutti i paesi che hanno appoggiato la risoluzione bocciata. A livello complessivo vi è comunque l’accordo su di una maggiore necessità di un coinvolgimento delle parti, ma a questo convincimento, deve essere specificato, fino ad ora non sono seguite azioni concrete, soprattutto dei paesi occidentali, eccezione fatta per la Francia, che aveva appoggiato la risoluzione giordana. Importante e senz’altro da valutare in maniera più approfondita è anche l’appoggio russo, che deve essere letto ben oltre le motivazioni di esercitare un contrasto all’azione americana. Il risultato negativo non favorisce Abu Mazen, che ha subito pesanti critiche in patria, per l’eccessivo uso della diplomazia ed i contrasti interni rischiano di fare degenerare la posizione palestinese verso derive più estremiste. Questa eventualità favorirebbe Netanyahu, soprattutto in una campagna elettorale impostata sui temi del terrorismo e contro le pretese palestinesi. Per questa ragione Abu Mazen ha bisogno di un risultato tangibile che gli consenta di mantenere la leadership contenendo le spinte più estreme. Mazen, che intende comunque proseguire con una tattica diplomatica, chiederà l’adesione per la Palestina alla Corte penale internazionale, che darebbe la possibilità ai palestinesi di presentare la richiesta per  l’incriminazione dei leader israeliani per crimini di guerra, specialmente per i comportamenti assunti nei confronti della striscia di Gaza. Questa eventualità potrebbe portare Israele verso gravi conseguenze di ordine diplomatico e compromettere anche il rapporto con gli Stati Uniti, se giudicati colpevoli. Tel Aviv potrebbe essere ancora più isolata di quanto è adesso, specialmente in caso di conferma dell’esecutivo uscente. Già soltanto l’apertura di un procedimento internazionale contro i leader israeliani per le gravi imputazioni riguardanti il conflitto di Gaza, sarebbe comunque un successo per Abu Mazen, capace di attenuare la delusione per la mancata approvazione della risoluzione dell’ONU, che permetterebbe al Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese di arrivare alle elezioni israeliane con la speranza di un voto positivo, per poi riaprire le trattative. Resta da vedere se la mossa della richiesta di adesione alla Corte penale internazionale, necessaria per la stabilità interna, potrà avere simili ripercussioni in Israele e se non alimenterà piuttosto i voti favorevoli a Netanyahu. In quest’ottica l’atteggiamento attendista di Obama sembra rispondere maggiormente ad una tattica tesa a favorire la vittoria delle opposizioni israeliane. 

Palestine applies to join the International Criminal Court

The UN resolution, submitted by Jordan with the support of other Arab and African countries and, among others, Argentina and France, for the solution of the Palestinian problem with the solution of two states Israel and Palestine within the boundaries set by 'agreement of 1967 was rejected due to vote against the United States and Australia. The reasons for Washington to vote against related to the need for a better climate between the two parties, whose relationship continues to be too tight; actually this rejection is part of the strategy Obama to postpone any future action, including diplomatic, covering the Palestinian problem to the outcome of the vote in Israel. The White House is hoping for a defeat outgoing executive, that might encourage a resumption of negotiations on a more solid. Australia has also justified its refusal with the need that the counterparties obtain a positive result from a comparison able to find a summary to a final solution, rather than involve the United Nations. Certainly this eventuality would be better, but what has been missing so far is the will of Tel Aviv, which is produced in a tactic repeated delays with often specious excuses. Certainly an electoral defeat Netanyahu would certainly favor the change of climate, necessary for a resumption of dialogue with more possibilities. But for the Palestinians the outcome of the Israeli elections is not so obvious, as it is for all the countries that supported the resolution rejected. On the whole there is still agreement on the need for a greater involvement of the parties, but this conviction, must be specified, so far not followed concrete actions, especially in Western countries, except for France, which had supported the resolution Jordanian. Important and certainly to evaluate in greater depth is also Russian support, which should be read beyond the motivation to exercise an American opposition to the action. The negative result does not favor Abbas, who has been heavily criticized at home, for the excessive use of diplomacy and internal conflicts are likely to escalate the Palestinian position drifts toward more extremist. This possibility would favor Netanyahu, especially in an election campaign set on the issues of terrorism and against the Palestinian claims. For this reason Abu Mazen needs a tangible result which enables it to maintain its leadership containing most extreme pressures. Mazen, who intends to continue with a diplomatic tactic, ask the membership for Palestine at the International Criminal Court, which would enable the Palestinians to submit the application for the prosecution of Israeli leaders for war crimes, especially for the conduct taken against the Gaza Strip. This possibility could lead to serious consequences of Israel diplomatic order and compromise the relationship with the United States if convicted. Tel Aviv could be even more isolated than it is now, especially if confirmed outgoing executive. Already only the initiation of a proceeding against international Israeli leaders for serious charges regarding the Gaza conflict, it would still be a success for Abu Mazen, able to mitigate the disappointment for the failure to approve the UN resolution, which would enable the President Palestinian National Authority to reach the Israeli elections with the hope of a positive vote, only to reopen negotiations. It remains to be seen whether the move of applying to join the International Criminal Court, which is necessary for the internal stability, could have similar repercussions in Israel and if not power rather favorable votes to Netanyahu. With this in mind the wait and Obama seems to respond better to a tactic aimed at facilitating the victory of the opposition in Israel.

Palestina se aplica a unirse a la Corte Penal Internacional

La resolución de la ONU, presentado por Jordania con el apoyo de otros países árabes y africanos y, entre otros, Argentina y Francia, para la solución del problema palestino con la solución de dos Estados, Israel y Palestina dentro de los límites establecidos por 'acuerdo de 1967 fue rechazada debido al voto en contra de Estados Unidos y Australia. Las razones para Washington a votar en contra en relación con la necesidad de un mejor clima entre las dos partes, cuya relación sigue siendo demasiado apretado; en realidad este rechazo es parte de la estrategia de Obama para posponer cualquier acción futura, incluida diplomática, que abarca el problema palestino al resultado de la votación en Israel. La Casa Blanca espera un ejecutivo saliente derrota, que podría alentar la reanudación de las negociaciones sobre una base más sólida. Australia también ha justificado su negativa con la necesidad de que las contrapartes obtienen un resultado positivo de una comparación capaz de encontrar un resumen de una solución final, en lugar de involucrar a las Naciones Unidas. Ciertamente esta eventualidad sería mejor, pero lo que ha faltado hasta ahora es la voluntad de Tel Aviv, que se produce en una táctica repetida demoras con excusas a menudo engañosas. Sin duda una derrota electoral Netanyahu ciertamente favorecer el cambio de clima, necesario para una reanudación del diálogo con más posibilidades. Pero para los palestinos el resultado de las elecciones en Israel no es tan evidente, como lo es para todos los países que apoyaron la resolución rechazada. En general no hay todavía un acuerdo sobre la necesidad de una mayor participación de las partes, pero esta convicción, se debe especificar, por lo que las acciones concretas ahora no seguidos, especialmente en los países occidentales, a excepción de Francia, que había apoyado la resolución de Jordania. Importante y desde luego para evaluar con mayor profundidad es también el apoyo de Rusia, que debe ser leído más allá de la motivación para ejercer una oposición estadounidense a la acción. El resultado negativo no favorece a Abbas, que ha sido fuertemente criticado en casa, por el excesivo uso de la diplomacia y los conflictos internos es probable que escalar la posición palestina deriva hacia más extremista. Esta posibilidad favorecería Netanyahu, sobre todo en una campaña electoral establecido en los temas de terrorismo y contra las pretensiones palestinas. Por esta razón Abu Mazen necesita un resultado tangible que le permita mantener su liderazgo contener las presiones más extremas. Mazen, que tiene la intención de continuar con una táctica diplomática, pida a los miembros de Palestina ante la Corte Penal Internacional, que permitiría a los palestinos para presentar la solicitud para el enjuiciamiento de los líderes israelíes por crímenes de guerra, sobre todo por la conducta tomada contra la Franja de Gaza. Esta posibilidad podría llevar a consecuencias graves de Israel para diplomática y poner en peligro la relación con Estados Unidos si es declarado culpable. Tel Aviv podría ser aún más aislado de lo que es ahora, sobre todo si se confirma ejecutivo saliente. Ya sólo el inicio de un procedimiento contra los líderes israelíes internacionales de graves acusaciones respecto del conflicto de Gaza, todavía sería un éxito para Abu Mazen, capaz de mitigar la decepción por la falta de aprobación de la resolución de la ONU, lo que permitiría al presidente Autoridad Nacional Palestina para llegar a las elecciones israelíes con la esperanza de un voto positivo, sólo para reabrir las negociaciones. Queda por ver si el movimiento de candidatos a la Corte Penal Internacional, que es necesario para la estabilidad interna, podría tener repercusiones similares en Israel y si no se potencia la califican más bien favorables a Netanyahu. Con esto en mente la espera y Obama parece responder mejor a una táctica destinada a facilitar la victoria de la oposición en Israel.

Palästina gilt für den Internationalen Strafgerichtshof beitreten

Die UN-Resolution, die von Jordanien mit der Lösung von zwei Staaten, Israel und Palästina in den Grenzen von 'angegeben ist, vorgelegt mit der Unterstützung der anderen arabischen und afrikanischen Ländern und, unter anderem, Argentinien und Frankreich, für die Lösung des palästinensischen Problems Vereinbarung von 1967 wurde abgelehnt wegen gegen die Vereinigten Staaten und Australien zu stimmen. Die Gründe für Washington gegen Zusammenhang mit der Notwendigkeit für ein besseres Klima zwischen den beiden Parteien, deren Beziehung setzt zu eng zu sein Stimmrecht; tatsächlich diese Ablehnung ist Teil der Strategie, Obama, den in Zukunft zu verschieben, einschließlich diplomatischer, für den palästinensischen Problems auf den Ausgang der Abstimmung in Israel. Das Weiße Haus hofft auf eine Niederlage ausgehende Führungskraft, die eine Wiederaufnahme der Verhandlungen auf eine solidere ermutigen könnte. Australien hat auch rechtfertigte seine Weigerung mit der Notwendigkeit, dass die Gegenparteien eingeholt ein positives Ergebnis aus dem Vergleich in der Lage, eine Zusammenfassung zu einer endgültigen Lösung zu finden, anstatt beinhalten die Vereinten Nationen. Sicherlich diese Möglichkeit wäre besser, aber was wurde bisher fehlt, ist der Wille von Tel Aviv, die in einem Taktik wiederholten Verzögerungen mit oft fadenscheinige Ausreden produziert wird. Sicherlich eine Wahlniederlage Netanjahus wäre sicherlich begünstigen die Veränderung des Klimas, für eine Wiederaufnahme des Dialogs mit mehr Möglichkeiten notwendig. Aber für die Palästinenser das Ergebnis der Wahlen in Israel ist nicht so offensichtlich, wie es für alle Länder, die die Auflösung abgelehnt unterstützt. Im Großen und Ganzen gibt es noch Einigkeit über die Notwendigkeit für eine stärkere Beteiligung der Parteien, aber dieser Überzeugung, muss angegeben werden, bisher nicht gefolgt konkrete Maßnahmen, vor allem in den westlichen Ländern, mit Ausnahme von Frankreich, die hatte die Auflösung jordanischen unterstützt. Wichtige und sicher in größerer Tiefe zu bewerten ist auch russische Unterstützung, die über die Motivation zu lesen sollten, um eine amerikanische gegen die Wirkung auszuüben. Das negative Ergebnis nicht begünstigen Abbas, wurde stark kritisiert, zu Hause, für den übermäßigen Einsatz von Diplomatie und interne Konflikte sind wahrscheinlich eskalieren die palästinensische Position driftet Richtung extremistischer. Diese Möglichkeit würde Netanyahu begünstigen, vor allem im Wahlkampf zu den Themen Terrorismus gesetzt und gegen das palästinensische Ansprüche. Aus diesem Grund wird Abu Mazen muss ein konkretes Ergebnis, das es seine Führungs, die extremsten Belastungen halten können. Mazen, der mit einem diplomatischen Taktik fortsetzen will, fragen Sie die Mitgliedschaft für Palästina an den Internationalen Strafgerichtshof, die den Palästinensern ermöglichen würde, die Anwendung für die Verfolgung von israelischen Führer wegen Kriegsverbrechen vor, vor allem für die Durchführung übernommen gegen den Gaza-Streifen. Diese Möglichkeit könnte schwerwiegende Folgen Israel diplomatische Ordnung führen und gefährden die Beziehung mit den Vereinigten Staaten im Falle einer Verurteilung. Tel Aviv konnte noch isolierter als es jetzt ist, vor allem, wenn bestätigt ausgeh Exekutive. Schon nur die Einleitung eines Verfahrens gegen den internationalen israelischen Führer für schwere Ladungen über den Gaza-Konflikt, wäre es immer noch ein Erfolg für Abu Mazen, der Lage, die Enttäuschung für das Scheitern, um die UN-Resolution zu genehmigen zu mildern, die der Präsident zu ermöglichen wäre palästinensische Autonomiebehörde, um die Wahlen in Israel mit der Hoffnung auf eine positive Abstimmung zu erreichen, nur die Verhandlungen wieder zu öffnen. Es bleibt abzuwarten, ob der Umzug der Anwendung, den Internationalen Strafgerichtshof, die für die innere Stabilität notwendig ist, kommen zu sehen ist, könnten ähnliche Auswirkungen in Israel und wenn nicht Macht eher günstig Stimmen um Netanyahu haben. In diesem Sinne das Warten und Obama scheint besser auf eine Taktik zur Erleichterung der Sieg der Opposition in Israel zielte darauf ab, zu reagieren.

Palestine demande à adhérer à la Cour pénale internationale

La résolution de l'ONU, présenté par la Jordanie avec le soutien d'autres pays arabes et africains et, entre autres, l'Argentine et la France, pour la solution du problème palestinien avec la solution de deux Etats d'Israël et de Palestine dans les limites fixées par 'accord de 1967 a été rejetée en raison de voter contre les Etats-Unis et en Australie. Les raisons pour Washington de voter contre liée à la nécessité d'un meilleur climat entre les deux parties, dont la relation continue d'être trop serré; effectivement ce rejet fait partie de la stratégie Obama de reporter toute action future, y compris diplomatiques, couvrant le problème palestinien à l'issue du vote en Israël. La Maison Blanche espère un exécutif sortant de la défaite, qui pourrait favoriser une reprise des négociations sur une base plus solide. L'Australie a également justifié son refus à la nécessité que les contreparties obtiennent un résultat positif de la comparaison en mesure de trouver un résumé à une solution définitive, plutôt que impliquer les Nations Unies. Certes, cette éventualité serait mieux, mais ce qui a manqué jusqu'à présent est la volonté de Tel Aviv, qui est produite dans une tactique répétée des retards avec des excuses souvent spécieux. Certes une défaite électorale Netanyahu favoriserait certainement le changement du climat, nécessaire pour une reprise du dialogue avec plus de possibilités. Mais pour les Palestiniens le résultat des élections israéliennes ne est pas si évident, car il est pour tous les pays qui ont soutenu la résolution rejetée. Dans l'ensemble il ya encore d'accord sur la nécessité d'une plus grande implication des parties, mais cette conviction, doit être spécifié, afin actions concrètes jusqu'ici pas suivies, en particulier dans les pays occidentaux, sauf pour la France, qui avait soutenu la résolution jordanien. Important et certainement pour évaluer plus en profondeur est également soutien de la Russie, qui doit être lu au-delà de la motivation à exercer une opposition américaine à l'action. Le résultat négatif ne est pas favorable à Abbas, qui a été fortement critiqué à la maison, pour l'utilisation excessive de la diplomatie et les conflits internes sont susceptibles d'aggraver la position palestinienne dérive vers plus extrémistes. Cette possibilité serait favorable à Netanyahu, en particulier dans une campagne électorale mis sur les questions de terrorisme et contre les revendications des Palestiniens. Pour cette raison, Abou Mazen a besoin d'un résultat tangible qui lui permet de maintenir son leadership en contenant les pressions les plus extrêmes. Mazen, qui a l'intention de continuer avec une tactique diplomatique, demander l'adhésion de la Palestine à la Cour pénale internationale, qui permettrait aux Palestiniens de présenter la demande de la poursuite des dirigeants israéliens pour crimes de guerre, en particulier pour la conduite prises contre la bande de Gaza. Cette possibilité pourrait conduire à des conséquences graves d'Israël afin diplomatique et compromettre la relation avec les États-Unis en cas de condamnation. Tel Aviv pourrait être encore plus isolé qu'il ne l'est maintenant, surtout si elle est confirmée exécutif sortant. Déjà que l'ouverture d'une procédure contre les dirigeants israéliens internationales pour de graves accusations concernant le conflit de Gaza, il serait encore un succès pour Abou Mazen, en mesure d'atténuer la déception de l'échec d'approuver la résolution de l'ONU, ce qui permettrait au président Autorité nationale palestinienne pour atteindre les élections israéliennes avec l'espoir d'un vote positif, pour rouvrir les négociations. Il reste à voir si le mouvement de l'application à rejoindre la Cour pénale internationale, qui est nécessaire pour la stabilité interne, pourrait avoir des répercussions semblables en Israël et sinon puissance votes plutôt favorables à Netanyahu. Avec cela à l'esprit l'attente et Obama semble mieux répondre à une tactique visant à faciliter la victoire de l'opposition en Israël.

Palestina aplica-se a juntar-se ao Tribunal Penal Internacional

A resolução da ONU, apresentado por Jordan com o apoio de outros países árabes e africanos e, entre outros, Argentina e França, para a solução do problema palestino com a solução de dois Estados Israel e Palestina dentro dos limites estabelecidos pelo 'acordo de 1967 foi rejeitada devido a votar contra os Estados Unidos e Austrália. As razões para Washington para votar contra relacionado com a necessidade de um melhor clima entre as duas partes, cuja relação continua a ser muito apertado; na verdade, essa rejeição é parte da estratégia de Obama para adiar qualquer ação futura, incluindo diplomática, cobrindo o problema palestino ao resultado da votação em Israel. A Casa Branca está esperando por um executivo cessante derrota, que poderia encorajar a retomada das negociações de uma forma mais sólida. A Austrália também justificou a sua recusa com a necessidade de que as contrapartes obter um resultado positivo de uma comparação capaz de encontrar um resumo para uma solução final, em vez de envolver as Nações Unidas. Certamente essa eventualidade seria melhor, mas o que tem faltado até agora é a vontade de Tel Aviv, que é produzido em uma tática repetida atrasos com desculpas muitas vezes ilusórias. Certamente uma derrota eleitoral Netanyahu certamente favorecer a mudança de clima, necessário para a retomada do diálogo com mais possibilidades. Mas para os palestinos o resultado das eleições em Israel não é tão óbvio, como é para todos os países que apoiaram a resolução rejeitada. No seu conjunto ainda há acordo sobre a necessidade de um maior envolvimento das partes, mas esta convicção, deve ser especificado, portanto ações concretas agora não seguidos, especialmente nos países ocidentais, com exceção da França, que havia apoiado a resolução da Jordânia. Importante e, certamente, para avaliar com maior profundidade é também o apoio da Rússia, que deve ser lido para além da motivação para o exercício de uma oposição americana à ação. O resultado negativo não favorece Abbas, que tem sido fortemente criticado em casa, para o uso excessivo de diplomacia e os conflitos internos são susceptíveis de agravar a posição palestina deriva em direção a mais extremista. Esta possibilidade seria a favor de Netanyahu, especialmente em uma campanha eleitoral definir sobre as questões de terrorismo e contra as reivindicações palestinas. Por esta razão Abu Mazen precisa de um resultado tangível que lhe permite manter a sua liderança conter as pressões mais extremas. Mazen, que tem a intenção de continuar com uma tática diplomática, pergunte a associação para a Palestina no Tribunal Penal Internacional, o que permitiria aos palestinos para apresentar o pedido para o julgamento de líderes israelenses por crimes de guerra, especialmente para a conduta tomada contra a Faixa de Gaza. Esta possibilidade poderia levar a sérias conseqüências de ordem diplomática Israel e comprometer a relação com os Estados Unidos se for condenado. Tel Aviv poderia ser ainda mais isolado do que é agora, especialmente se confirmou executivo cessante. o início de um processo contra os líderes israelenses internacionais de graves acusações a respeito do conflito de Gaza, ainda assim seria um sucesso para Abu Mazen, capaz de atenuar a decepção pelo fracasso em aprovar a resolução da ONU, o que permitiria ao presidente Autoridade Nacional Palestiniana para alcançar as eleições israelitas, com a esperança de um voto positivo, apenas para reabrir as negociações. Ele continua a ser visto se o movimento de aplicar para se juntar ao Tribunal Penal Internacional, que é necessário para a estabilidade interna, poderia ter repercussões similares em Israel e se não poder votos bastante favoráveis para Netanyahu. Com isso em mente o tempo de espera e Obama parece responder melhor a uma tática que visa facilitar a vitória da oposição em Israel.

Палестина относится присоединиться к Международному уголовному суду

Резолюция ООН, представленный Иордании при поддержке других арабских и африканских стран и, в частности, Аргентины и Франции, для решения палестинской проблемы с решением двух государств Израиля и Палестины в границах, установленных "соглашение 1967 года было отклонено из-за голосовать против Соединенных Штатов и Австралии. Причины для Вашингтона проголосуют против, связанные с необходимостью для лучшего климата в отношениях между двумя сторонами, чьи отношения по-прежнему слишком туго; на самом деле этот отказ является частью стратегии Обамы отложить любые будущие действия, в том числе дипломатические, охватывающих палестинскую проблему по итогам голосования в Израиле.Белый дом надеется на поражение исходящего исполнительной власти, который может подтолкнуть к возобновлению переговоров по более твердым. Австралия также оправдано свой отказ с необходимостью, что контрагенты получить положительный результат при сравнении в состоянии найти резюме для окончательного решения, а не участие Организации Объединенных Наций. Конечно, это случайность бы быть лучше, но до сих пор отсутствует до сих пор является воля Тель-Авиве, который образуется в результате оперативно-тактических неоднократных задержек с часто благовидными предлогами. Конечно избирательном поражении Нетаньяху, безусловно, способствуют изменению климата, необходимого для возобновления диалога с расширенными возможностями. Но для палестинцев исход выборов в Израиле не так очевидно, как и для всех стран, которые поддержали резолюцию отклонено. В целом есть еще мнение о необходимости более активного участия сторон, но этого убеждения, должны быть указаны, до сих пор не последовало конкретных действий, особенно в западных странах, во Франции, за исключением, которые поддержал резолюцию Иордании. Важно и то, конечно, оценить более подробно также поддержка со стороны России, которая должна быть прочитана за мотивации осуществлять американский оппозицию к действию.Отрицательный результат не в пользу Аббаса, который подвергся резкой критике со у себя дома, за чрезмерное использование дипломатии и внутренние конфликты, скорее всего, к эскалации палестино позиция дрейфует в сторону более экстремистской. Эта возможность будет способствовать Нетаньяху, особенно в избирательной кампании, установленного по вопросам терроризма и против палестинского претензий. По этой причине Абу-Мазен должен ощутимый результат, который позволяет ему поддерживать свое лидерство, содержащий самые крайние давления. Мазен, который намерен продолжить с дипломатической тактики, попросите членов для Палестины в Международном уголовном суде, что позволит палестинцам подать заявление для судебного преследования израильских лидеров за военные преступления, особенно для проведения приняты против сектора Газа. Эта возможность может привести к серьезным последствиям Израиля дипломатической порядке и поставить под угрозу отношения с Соединенными Штатами, если осужденный. Тель-Авив может быть еще большей изоляции, чем сейчас, особенно в случае подтверждения исходящего исполнительной власти. Уже только начало разбирательство в отношении международных израильских лидеров для серьезных обвинений в отношении конфликта в Газе, он все равно будет успех Абу-Мазена, в состоянии смягчить разочарование в неспособности утвердить резолюцию ООН, которая позволила бы президент Палестинская национальная администрация, чтобы достичь выборы в Израиле с надеждой позитивным голосованием, только возобновить переговоры. Остается узнать, будет ли переезда ко вступлению в Международный уголовный суд, который необходим для внутренней стабильности, может иметь подобные последствия в Израиле, и если не власти, а благоприятных голосами Нетаньяху. Имея это в виду ожидание и Обама, кажется, лучше реагировать на тактику, направленной на содействие победу оппозиции в Израиле.