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giovedì 21 dicembre 2017

Bruxelles potrebbe ritirare alla Polonia il diritto di voto

La decisione di mettere in pratica il dispositivo previsto dall’articolo sette del trattato dell’unione europea, rappresenta una novità  ed è destinato a creare un precedente di rilievo nei rapporti tra gli stati europei e gli organismi centrali dell’unione. La Commissione europea ha deciso di procedere su questa strada, dopo diversi avvertimenti alla Polonia, ben tre raccomandazioni, venticinque lettere e diversi incontri tra le due parti, che sono sempre stati disattesi. I fatti dicono che Varsavia ha attuato più di trenta provvedimenti legislativi che hanno compromesso l’indipendenza del sistema giudiziario polacco, tra cui gli organi più rilevanti, come Corte costituzionale, Corte suprema, Consiglio della magistratura fino ad arrivare ai tribunali ordinari. Inoltre il governo polacco sta esercitando una pressione sugli organi di stampe del paese, con il chiaro intento di soffocare ogni forma di dissidio e quindi con l’obiettivo di comprimere la libertà di stampa, da sempre ritenuto un elemento necessario per fare parte dell’organizzazione di Bruxelles. Il risultato finale per la Polonia dovrebbe essere la perdita dei diritti di voto all’interno dell’Unione. Tuttavia non si tratta di un iter così automatico, nonostante che le violazioni siano chiare e palesi;  il meccanismo di attivazione dell’articolo sette prevede, infatti, due fasi, una preventiva ed una sanzionatoria; per l’approvazione della prima è richiesto un quorum dei quattro quinti tra i membri del Consiglio circa l’accertamento della grave violazione dell’articolo due del  trattato: ed in questo momento pare che l’orientamento dei membri del consiglio sia quello di attivare la procedura preventiva dell’articolo sette . Una volta superata questa prima parte, occorre la proposta di attivazione della fase sanzionatoria da parte di un terzo degli stati membri o della Commissione europea, con la approvazione del Parlamento europeo, infine la votazione avviene in seno al Consiglio dove, per essere approvata, deve raggiungere l’unanimità dei voti.  Questa eventualità non dovrebbe, però verificarsi perchè l’Ungheria ha già annunciato che il suo voto sarà contrario. Budapest ha un governo che è anch’esso sotto osservazione, per violazioni analoghe a quelle di Varsavia e potrebbe essere sottoposto allo stesso procedimento, inoltre Polonia ed Ungheria sono allineate su diverse materie, come il rifiuto della distribuzione dei migranti, che le pone in aperto contrasto con Bruxelles. Per la verità quello che si sta delineando è uno scontro tra la parte fondante dell’Unione ed il gruppo di Visegrad, che, oltre a Polonia ed Ungheria, comprende anche Slovacchia e Repubblica Ceca, tutti paesi appartenenti all’ex blocco sovietico e che usufruiscono di ingenti contributi da Bruxelles, tenendo un atteggiamento ostile sulla divisione delle emergenze ed ora anche non rispettando  più il trattato di adesione nei  suoi principi fondamentali.  La volontà di Parigi e Berlino, seppure priva di un governo nazionale, di sanzionare la violazione del trattato è chiara ed è  seguita anche da Italia e Spagna : quello che si prefigura è uno scontro di mentalità che, fino ad ora, era rimasto confinato alla mancanza di ufficialità e che da ora diventa un precedente ufficiale e che può fare partire in futuro  un iter sanzionatorio ancora più pesante, per non ammettere violazioni così pesanti delle regole comuni. Se verrà intrapresa questa strada si assisterà, presumibilmente, ad uno scontro tra i fautori della sovranità nazionale e quindi si potrà favorire una aggregazione dei movimenti conto l’unione, e chi propende per una Unione Europea sempre più legata da vincoli comuni, che passano per forze dalla cessione di quote di sovranità nazionale sempre maggiori nel tempo. Ciò potrà essere l’occasione per rendere efficace l’adesione all’europa su principi di mutuo sviluppo e non di pura ed esclusiva convenienza; ma ciò dovrà essere condiviso dalla cittadinanza, che non dovrà più percepire l’unione come una istituzione calata dall’alto, ma come un organismo capace di migliorare la vita dei popoli europei attraverso il miglioramento della condizione e della qualità della vita. 

Brussels could withdraw the right to vote to Poland

The decision to put into practice the device envisaged by Article Seven of the European Union treaty is new and is destined to create a significant precedent in the relations between European states and the central bodies of the Union. The European Commission has decided to proceed on this path, after several warnings to Poland, as many as three recommendations, twenty-five letters and several meetings between the two parties, which have always been disregarded. The facts say that Warsaw has implemented more than thirty legislative measures that have compromised the independence of the Polish judiciary, including the most relevant organs, such as the Constitutional Court, Supreme Court, Council of the Magistrature up to the ordinary courts. Furthermore, the Polish government is exerting pressure on the printing organs of the country, with the clear intention of stifling any form of disagreement and therefore with the aim of compressing the freedom of the press, which has always been considered a necessary element for being part of the organization of Brussels. The final result for Poland should be the loss of voting rights within the Union. However, this is not an automatic procedure, despite the fact that the violations are clear and obvious; the activation mechanism of article seven envisages, in fact, two phases, a preventive and a sanction; for the approval of the first a quorum of four fifths among the members of the Council is required for the ascertainment of the serious violation of article two of the treaty: and at this moment it seems that the orientation of the members of the council is to activate the preventive procedure of article seven. Once this first part is over, we need the proposal to activate the sanctioning phase by a third of the member states or the European Commission, with the approval of the European Parliament, finally the vote takes place in the Council where, to be approved, it must achieve unanimity of votes. This eventuality should not, however, occur because Hungary has already announced that its vote will be against. Budapest has a government that is also under observation, for violations similar to those of Warsaw and could be subjected to the same procedure, also Poland and Hungary are aligned on different subjects, such as the rejection of the distribution of migrants, which puts them in open contrast with Brussels. In truth what is emerging is a clash between the founding part of the Union and the group of Visegrad, which, in addition to Poland and Hungary, also includes Slovakia and the Czech Republic, all countries belonging to the former Soviet bloc and who of substantial contributions from Brussels, taking a hostile attitude on the division of emergencies and now also no longer respecting the Accession Treaty in its fundamental principles. The will of Paris and Berlin, although lacking a national government, to sanction the violation of the treaty is clear and is also followed by Italy and Spain: what is foreshadowed is a clash of mentality that, until now, was confined to the lack of official status and that from now it becomes an official precedent and that can start in the future an even heavier sanctioning process, in order not to admit so heavy violations of the common rules. If this path is taken, presumably there will be a clash between the advocates of national sovereignty, and then it will be possible to encourage the aggregation of the movements into account the union, and those who are inclined towards a European Union increasingly bound by common bonds, which forces from the sale of shares of national sovereignty always greater over time. This may be an opportunity to make effective membership of Europe on the principles of mutual development and not of pure and exclusive convenience; but this must be shared by citizenship, which will no longer have to perceive union as an institution fallen from on high, but as a body capable of improving the life of the European peoples by improving the condition and quality of life.

Bruselas podría retirar el derecho de voto a Polonia

La decisión de poner en práctica el dispositivo previsto en el Artículo Siete del Tratado de la Unión Europea es nueva y está destinada a crear un precedente significativo en las relaciones entre los Estados europeos y los órganos centrales de la Unión. La Comisión Europea ha decidido seguir por este camino, después de varias advertencias a Polonia, hasta tres recomendaciones, veinticinco cartas y varias reuniones entre las dos partes, que siempre han sido descartadas. Los hechos dicen que Varsovia ha implementado más de treinta medidas legislativas que comprometieron la independencia del sistema judicial en Polonia, incluidos los órganos más importantes, como el Tribunal Constitucional, Tribunal Supremo, el Consejo de la Magistratura a los tribunales ordinarios. Además, el gobierno polaco está ejerciendo presión sobre los órganos de los impresos del país, con la clara intención de reprimir cualquier forma de disidencia y luego con el fin de comprimir la libertad de la prensa siempre ha sido considerado como una parte necesaria de la organización de Bruselas. El resultado final para Polonia debería ser la pérdida de los derechos de voto dentro de la Unión. Sin embargo, este no es un procedimiento automático, a pesar de que las violaciones son claras y obvias; el mecanismo de activación del artículo siete contempla, de hecho, dos fases, una preventiva y una sanción; para la aprobación de la primera requerirá un quórum de cuatro quintos de los miembros del consejo sobre la investigación de la violación grave del artículo II del Tratado y por el momento parece que la orientación de los miembros de la junta es permitir procedimiento preventivo del artículo siete. Una vez pasada esta primera parte, debe ser la propuesta para la activación de la fase pena en un tercio de los Estados miembros o la Comisión Europea, con el consentimiento del Parlamento Europeo, por último, la votación se lleva a cabo en el Consejo, donde, de ser aprobada, debe lograr unanimidad de votos. Sin embargo, esta eventualidad no debería ocurrir porque Hungría ya ha anunciado que su voto será contrario. Budapest tiene un gobierno que también está bajo observación, para violaciónes similares a las de Varsovia y podría ser sometido al mismo procedimiento, también Polonia y Hungría están alineados en diferentes materiales, tales como la negativa de la distribución de los migrantes, que los pone en el abierto contraste con Bruselas. En realidad lo que está emergiendo es un choque entre la Unión y la fundación del Grupo de Visegrad, que además de Polonia y Hungría, también incluye Eslovaquia y República Checa, todos los países de la antigua Unión Soviética y que se benefician de contribuciones sustanciales de Bruselas, adoptando una actitud hostil sobre la división de las emergencias y ahora también dejando de respetar el Tratado de Adhesión en sus principios fundamentales. El deseo de París y Berlín, incluso sin un gobierno nacional, para imponer sanciones por incumplimiento del Tratado es clara y también es seguido por Italia y España: el uno es un choque de pensar que, hasta ahora, había sido confinado a que se avecina falta de estatus oficial y que a partir de ahora se convierte en un precedente oficial y que puede comenzar en el futuro con un proceso de sanción aún mayor, para no admitir violaciones tan severas de las reglas comunes. Si se le llevará este camino no lo hará, probablemente, a un enfrentamiento entre los partidarios de la soberanía nacional y entonces se puede promover la agregación de los movimientos de la cuenta del sindicato, y que está a favor de una Unión Europea cada vez más vinculada por lazos comunes, pasando por las fuerzas de la venta de acciones de soberanía nacional siempre son mayores a lo largo del tiempo. Esta puede ser una oportunidad para hacer una membresía efectiva de Europa sobre los principios de desarrollo mutuo y no de conveniencia pura y exclusiva; pero esto debe ser compartido por la ciudadanía, que ya no tendrá que percibir la unión como una institución caída de lo alto, sino como un organismo capaz de mejorar la vida de los pueblos europeos mejorando la condición y la calidad de vida.

Brüssel könnte das Wahlrecht nach Polen zurückziehen

Die Entscheidung, das in Artikel 7 des Vertrags der Europäischen Union vorgesehene Instrument in die Praxis umzusetzen, ist neu und soll einen wichtigen Präzedenzfall in den Beziehungen zwischen den europäischen Staaten und den zentralen Organen der Union schaffen. Die Europäische Kommission hat beschlossen, diesen Weg nach mehreren Warnungen an Polen, drei Empfehlungen, fünfundzwanzig Briefen und mehreren Treffen zwischen den beiden Parteien fortzusetzen, die immer missachtet wurden. Die Fakten sagen, dass Warschau mehr als dreißig legislative Maßnahmen umgesetzt hat, die die Unabhängigkeit des Justizsystems in Polen gefährdet ist, einschließlich der wichtigsten Organe, wie das Verfassungsgericht, Oberster Gerichtshof, der Justizrat bis zu den ordentlichen Gerichten. Darüber hinaus setzt sich die polnische Regierung Druck auf die Organe der Drucke des Landes, mit der klaren Absicht, jede Form der Meinungsverschiedenheit zu ersticken und dann, um die Freiheit der Presse zu komprimieren hat immer ein notwendiger Teil der Organisation in Betracht gezogen worden von Brüssel. Das Endergebnis für Polen sollte der Verlust von Stimmrechten innerhalb der Union sein. Dies ist jedoch kein automatisches Verfahren, obwohl die Verstöße klar und offensichtlich sind; Der Aktivierungsmechanismus von Artikel 7 sieht in der Tat zwei Phasen vor, eine Vorbeugung und eine Sanktion; zur Genehmigung des Erste, der ein vier Fünftel Quorum der Mitglieder des Rates über die Untersuchung des schweren Verstoßes gegen Artikel zwei des Vertrages und zur Zeit erfordern scheint es, dass die Ausrichtung der Vorstandsmitglieder zu ermöglichen, ist Präventivverfahren von Artikel sieben. Hinter diesem ersten Teil muss der Vorschlag auf die Strafphasenaktivierung sein um ein Drittel der Mitgliedstaaten oder der Europäischen Kommission, mit Zustimmung des Europäischen Parlaments, schließlich nimmt die Abstimmung im Rat, wo zugelassen zu werden, muss Einstimmigkeit erreichen. Diese Möglichkeit sollte jedoch nicht eintreten, weil Ungarn bereits angekündigt hat, dass gegen seine Stimme entschieden wird. Budapest hat eine Regierung, die auch unter Beobachtung ist, für ähnliche Verletzungen zu denen von Warschau und konnte das gleiche Verfahren unterzogen werden, auch Polen und Ungarn auf unterschiedliche Materialien ausgerichtet ist, wie die Weigerung der Verteilung von Migrant, die sie in den offenen setzt im Gegensatz zu Brüssel. Eigentlich, was entsteht, ist ein Zusammenstoß zwischen der Union und der Gründung der Visegrad-Gruppe, die neben Polen und Ungarn, auch die Slowakei und Tschechien umfasst alle Länder der ehemaligen Sowjetunion gehören, und die davon profitieren von substantiellen Beiträgen aus Brüssel, die eine feindselige Haltung bei der Aufteilung von Notfällen einnehmen und nun auch den Beitrittsvertrag in seinen Grundprinzipien nicht mehr beachten. Der Wunsch nach Paris und Berlin, auch ohne eine nationale Regierung, die Strafen für die Verletzung des Vertrages zu verhängen ist klar und wird auch von Italien und Spanien folgten: derjenige, der sich abzeichnenden ist eine Frage der Einstellung Zusammenstoß, die bisher beschränkt worden zu Mangel an offiziellem Status und dass es von nun an ein offizieller Präzedenzfall wird und das in Zukunft einen noch härteren Sanktionierungsprozess beginnen kann, um so schwere Verstöße gegen die gemeinsamen Regeln nicht zuzulassen. Wenn Sie diesen Weg genommen werden wird es vermutlich zu einem Zusammenstoß zwischen den Anhängern der nationalen Souveränität und dann können Sie fördern die Aggregation von Kontobewegungen der Union, und die eine Europäische Union begünstigt zunehmend durch gemeinsame Bande verbunden sind, die durch Kräfte aus dem Verkauf von Anteilen der nationalen Souveränität immer größer im Laufe der Zeit. Dies könnte eine Chance sein, eine effektive Mitgliedschaft in Europa nach den Prinzipien der gegenseitigen Entwicklung und nicht der reinen und ausschließlichen Bequemlichkeit zu erreichen; Dies muss jedoch von der Unionsbürgerschaft geteilt werden, die die Union nicht mehr als eine Institution, die aus der Höhe gefallen ist, wahrnehmen muss, sondern als ein Organ, das durch Verbesserung der Lebensbedingungen und der Lebensqualität das Leben der europäischen Völker verbessern kann.

Bruxelles pourrait retirer le droit de vote à la Pologne

La décision de mettre en œuvre le dispositif prévu par l'article sept du traité de l'Union européenne est nouvelle et est destinée à créer un précédent significatif dans les relations entre les Etats européens et les organes centraux de l'Union. La Commission européenne a décidé de poursuivre sur cette voie, après plusieurs avertissements à la Pologne, jusqu'à trois recommandations, vingt-cinq lettres et plusieurs réunions entre les deux parties, qui ont toujours été négligées. Les faits indiquent que Varsovie a mis en œuvre plus de trente mesures législatives qui ont compromis l'indépendance de la magistrature polonaise, y compris les organes les plus pertinents, tels que la Cour constitutionnelle, la Cour suprême, le Conseil de la magistrature jusqu'aux tribunaux ordinaires. En outre, le gouvernement polonais exerce une pression sur les organes de gravures du pays, avec l'intention claire d'étouffer toute forme de contestation et afin de comprimer la liberté de la presse a toujours été considérée comme une partie nécessaire de l'organisation de Bruxelles. Le résultat final pour la Pologne devrait être la perte du droit de vote au sein de l'Union. Cependant, il ne s'agit pas d'une procédure automatique, bien que les violations soient claires et évidentes; le mécanisme d'activation de l'article sept prévoit, en fait, deux phases, une préventive et une sanction; pour approbation du premier besoin d'un quorum des quatre cinquièmes des membres du conseil au sujet de l'enquête sur la violation grave de l'article deux du traité et au moment où il semble que l'orientation des membres du conseil d'administration est de permettre procédure préventive de l'article sept. Une fois cette première partie terminée, nous avons besoin de la proposition d'activer la phase de sanction par un tiers des Etats membres ou de la Commission européenne, avec l'approbation du Parlement européen, enfin le vote a lieu au Conseil où, pour être approuvé, il doit parvenir à l'unanimité des voix. Cette éventualité ne devrait cependant pas se produire parce que la Hongrie a déjà annoncé que son vote serait contre. Budapest a un gouvernement qui est également sous observation, pour des violations similaires à celles de Varsovie et pourrait être soumis au même processus, la Pologne et la Hongrie sont alignées sur différents sujets, comme le rejet de la distribution des migrants, qui les met en contraste avec Bruxelles. En réalité, ce qui émerge est un affrontement entre la partie fondatrice de l'Union et le groupe de Visegrad, qui, outre la Pologne et la Hongrie, comprend également la Slovaquie et la République tchèque, tous les pays de l'ex-bloc soviétique et des contributions substantielles de Bruxelles, adoptant une attitude hostile à l'égard de la division des situations d'urgence et maintenant ne respectant plus le Traité d'adhésion dans ses principes fondamentaux. La volonté de Paris et de Berlin, bien que dépourvue d'un gouvernement national, de sanctionner la violation du traité est claire et est également suivie par l'Italie et l'Espagne: ce qui est préfiguré est un choc de mentalité qui, jusqu'à présent, se limitait à la l'absence de statut officiel et qu'à partir de maintenant cela devient un précédent officiel et cela peut commencer dans le futur un processus de sanction encore plus lourd, afin de ne pas admettre des violations si lourdes des règles communes. Si vous serez pris cette route il y aura, sans doute, à un affrontement entre les partisans de la souveraineté nationale et vous pouvez favoriser l'agrégation des mouvements de compte du syndicat, et qui est favorable à une Union européenne de plus en plus liée par des liens communs, en passant par forces de la vente de parts de souveraineté nationale toujours plus grand au fil du temps. Cela peut être l'occasion de devenir membre effectif de l'Europe sur la base du développement mutuel et non de la commodité pure et exclusive; mais cela doit être partagé par la citoyenneté, qui n'aura plus à percevoir l'union comme une institution tombée d'en haut, mais comme un corps capable d'améliorer la vie des peuples européens en améliorant la condition et la qualité de la vie.

Bruxelas poderia retirar o direito de votar na Polônia

A decisão de pôr em prática o dispositivo previsto no artigo 7º do tratado da União Europeia é nova e está destinada a criar um precedente significativo nas relações entre os Estados europeus e os órgãos centrais da União. A Comissão Europeia decidiu prosseguir neste caminho, depois de várias advertências à Polônia, até três recomendações, vinte e cinco cartas e várias reuniões entre as duas partes, que sempre foram ignoradas. Os fatos dizem que Varsóvia implementou mais de trinta medidas legislativas que comprometeram a independência do judiciário polonês, incluindo os órgãos mais relevantes, como o Tribunal Constitucional, o Supremo Tribunal, o Conselho da Magistratura até os tribunais ordinários. Além disso, o governo polaco exerce pressão sobre os órgãos de impressão do país, com a clara intenção de sufocar qualquer forma de desacordo e, portanto, com o objetivo de comprimir a liberdade de imprensa, que sempre foi considerado um elemento necessário para fazer parte da organização de Bruxelas. O resultado final para a Polônia deve ser a perda de direitos de voto na União. No entanto, este não é um procedimento automático, apesar de as violações serem claras e óbvias; O mecanismo de ativação do artigo sete prevê, de fato, duas fases, uma prevenção e uma sanção; para a aprovação do primeiro, um quorum de quatro quintos entre os membros do Conselho é necessário para verificar a grave violação do artigo dois do tratado: e neste momento parece que a orientação dos membros do conselho é ativar o procedimento preventivo do artigo 7º. Uma vez terminada esta primeira parte, precisamos da proposta para ativar a fase de sanção por um terço dos Estados membros ou a Comissão Européia, com a aprovação do Parlamento Europeu, finalmente a votação ocorre no Conselho onde, para ser aprovado, deve alcançar a unanimidade de votos. Esta eventualidade não deve, no entanto, ocorrer porque a Hungria já anunciou que o seu voto será contra. Budapeste tem um governo que também está sob observação, por violações semelhantes às de Varsóvia e pode ser submetido ao mesmo procedimento, também a Polônia e a Hungria estão alinhadas em diferentes assuntos, como a rejeição da distribuição de migrantes, o que os abre em aberto contraste com Bruxelas. Na verdade, o que está emergindo é um choque entre a parte fundadora da União e o grupo de Visegrad, que, além da Polônia e da Hungria, também inclui a Eslováquia e a República Tcheca, todos os países pertencentes ao antigo bloco soviético e quem de contribuições substanciais de Bruxelas, tendo uma atitude hostil sobre a divisão de emergências e agora também não respeitando o Tratado de Adesão em seus princípios fundamentais. A vontade de Paris e Berlim, apesar de não possuir um governo nacional, sancionar a violação do tratado é clara e também é seguida pela Itália e pela Espanha: o que é prefigurado é um choque de mentalidade que, até agora, estava confinado ao falta de status oficial e que, a partir de agora, se torna um precedente oficial e que pode começar no futuro um processo de sanção ainda mais pesado, a fim de não admitir violações tão graves das regras comuns. Se este caminho for tomado, presumivelmente haverá um choque entre os defensores da soberania nacional, e então será possível encorajar a agregação dos movimentos em consideração a união e aqueles que se inclinam para uma União Européia mais e mais vinculada por laços comuns que passam forças da venda de ações de soberania nacional sempre maiores ao longo do tempo. Esta pode ser uma oportunidade para tornar efetiva a adesão à Europa nos princípios do desenvolvimento mútuo e não da conveniência pura e exclusiva; mas isso deve ser compartilhado pela cidadania, que não precisará mais perceber a união como uma instituição caída do alto, mas como um corpo capaz de melhorar a vida dos povos europeus, melhorando a condição e a qualidade de vida.

Брюссель может снять право голоса в Польшу

Решение о внедрении на практике устройства, предусмотренного статьей 7 Договора Европейского союза, является новым и предназначено для создания значительного прецедента в отношениях между европейскими государствами и центральными органами Союза. Европейская комиссия решила продолжить этот путь после нескольких предупреждений в Польше, целых три рекомендации, двадцать пять писем и несколько встреч между двумя сторонами, которые всегда игнорировались. Факты говорят, что в Варшаве было реализовано более тридцати законодательных мер, которые поставили под угрозу независимость польской судебной системы, включая наиболее соответствующие органы, такие как Конституционный суд, Верховный суд, Магистратура Совета до обычных судов. Кроме того, польское правительство оказывает давление на печатные органы страны с явным намерением удушить любые разногласия и, следовательно, с целью сжатия свободы печати, которая всегда считалась необходимым элементом для участия в организации Брюсселя. Конечным результатом для Польши должна стать потеря права голоса в рамках Союза. Однако это не автоматическая процедура, несмотря на то, что нарушения ясны и очевидны; механизм активации статьи 7 предусматривает, по сути, два этапа, превентивные и санкции; для одобрения первого из них, для установления серьезного нарушения статьи 2 договора требуется кворум четырех пятых среди членов Совета, и на данный момент кажется, что ориентация членов совета заключается в активизации превентивная процедура статьи 7. После того, как эта первая часть закончится, нам потребуется предложение активировать фазу санкций на треть государств-членов или Европейской комиссии, с одобрения Европейского парламента, наконец, голосование состоится в Совете, где, чтобы быть утвержденным, оно должно добиться единодушия голосов. Однако это событие не должно происходить, потому что Венгрия уже объявила, что ее голос будет против. В Будапеште также есть правительство, которое также находится под наблюдением, за нарушения, аналогичные нарушениям в Варшаве и которые могут быть подвергнуты той же процедуре, а также Польша и Венгрия выровнены по различным предметам, таким как отказ от распределения мигрантов, который ставит их в открытую контрастируют с Брюсселем. По правде говоря, возникает конфликт между основополагающей частью Союза и группой Вишеграда, которая помимо Польши и Венгрии также включает Словакию и Чехию, все страны, принадлежащие к бывшему советскому блоку, и которые значительного вклада Брюсселя, враждебного отношения к разделению чрезвычайных ситуаций и теперь также больше не соблюдает Договор о присоединении в его основополагающих принципах. Воля Парижа и Берлина, хотя и не имеет национального правительства, санкционирует нарушение договора, ясна, за ней следуют Италия и Испания: то, что предвещает, - это столкновение менталитета, которое до сих пор ограничивалось отсутствие официального статуса и что теперь он становится официальным прецедентом и может начать в будущем еще более тяжелый санкционирующий процесс, с тем чтобы не допускать столь серьезных нарушений общих правил. Если этот путь будет предпринят, вероятно, произойдет столкновение между сторонниками национального суверенитета, и тогда будет возможно поощрять агрегацию движений во внимание союза, а также тех, кто склонен к Европейскому союзу, все более связанным общими связями, которые силы от продажи акций национального суверенитета всегда больше с течением времени. Это может быть возможностью сделать эффективное членство в Европе на принципах взаимного развития, а не чистого и исключительного удобства; но это должно быть разделено гражданством, которое больше не должно воспринимать союз как институт, падающий с высоты, а как орган, способный улучшить жизнь европейских народов путем улучшения состояния и качества жизни.