Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
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venerdì 27 febbraio 2015
Netanyahu come fattore di destabilizzazione della politica interna degli Stati Uniti
La presenza del leader israeliano Benjamin Netanyahu negli Stati Uniti crea tensioni nella politica interna del paese americano, ma aumenta anche la profonda tensione tra gli esecutivi dei due paesi. L’invito a parlare al Congresso al leader di Tel Aviv è stato fatto dal partito repubblicano, che detiene la maggioranza in entrambi i rami del parlamento, e riveste un importante significato simbolico, giacché Netanyahu farà il suo discorso prima di una sessione congiunta delle due camere per la terza volta, eguagliando il record di Winston Churchill. L’intenzione sembra essere quella di sottolineare come la sintonia tra l’esecutivo israeliano ed il parlamento statunitense sia un fattore che la politica estera statunitense non può tenere in debito conto, anche a costo di cambiare l’indirizzo impresso da Obama. Inoltre per il candidato Netanyahu si tratta si uno spot elettorale importante, in vista dell’imminente appuntamento elettorale legislativo che si terrà a breve. Proprio con l’esito di queste elezioni il presidente Obama dovrà regolare i suoi rapporti con Israele: una vittoria della parte politica che sta al governo attualmente a Tel Aviv, significherebbe l’impossibilità di un accordo per la formazione dello stato palestinese ed un notevole intralcio nel negoziato del nucleare iraniano, viceversa una vittoria delle opposizioni aprirebbe notevoli possibilità alla nascita dei due stati e potrebbe aprirsi anche un periodo di distensione con l’Iran. Si comprende come si tratti di due visioni antitetiche, che dovranno comunque regolarsi con il nuovo presidente statunitense, che sarà eletto nel 2016. Attualmente però lo scontro è tutto interno agli Stati Uniti, con Obama che vuole ottenere assolutamente la definizione finale sull’uso dell’energia nucleare in Iran, argomento che resta al centro del dibattito americano di politica estera, con evidenti ricadute interne. Il partito repubblicano avversa questo obiettivo non fidandosi della disponibilità di Teheran e spingendo per nuove sanzioni, in completo accordo con Netanyahu, mentre Obama ha già avvertito della sua totale indisponibilità a mettere in atto queste sanzioni, che considera preventive, per non influenzare negativamente l’esito del negoziato. Sulla stessa linea di lettura, una interpretazione più estesa, rispetto alle scuse formali con cui Obama si è rifiutato di vedere Netanyahu, giustificando il fatto di non volere influenzare la campagna elettorale, del mancato incontro tra i due leader è l’espressione della volontà di non rischiare di creare delle occasioni di disaccordo proprio con l’Iran in questa fase delicata del negoziato. Del resto la posizione del leader israeliano è molto chiara: dopo avere più volte minacciato di attaccare l’Iran, ha espresso chiaramente la sua opinione in merito al negoziato in corso, definendolo un rinvio del problema. L’attuale esecutivo di Tel Aviv considera il possesso della tecnologia nucleare da parte dell’Iran, un’arma di distruzione di massa puntata su Israele ed i termini dell’accordo che si stanno delineando, che prevedono la concessione dell’uso dell’energia atomica per scopi civili a Teheran, in cambio di una limitazione all’arricchimento dell’uranio per alcuni anni (dieci o venti), potrebbero dargli ragione, anche se soltanto ipotizzando una mancata distensione sul lungo periodo. Questi timori sono condivisi dal partito repubblicano statunitense, che vede ancora l’Iran come un nemico, nonostante la collaborazione che si è sviluppata, seppure in maniera informale, tra Washington e Teheran nella lotta contro il califfato. Le tensioni tra le due parti politiche statunitensi, rischiano di bloccare ancora di più la politica estera americana, che, a causa delle indecisioni di Obama, ha subito notevoli contraccolpi riguardo ad il suo prestigio, ma che con l’atteggiamento conflittuale dei repubblicani rischia ora la paralisi. Il futuro della politica estera USA potrebbe essere una serie di forze uguali e contrarie, capaci di rendere impossibile una linea certa, tale da costringere gli Stati Uniti ad una politica caratterizzata da una azione di breve periodo, di piccolo cabotaggio, rendendo meno certo lo scenario globale. Forse occorrerà al paese americano una guida meno prudente e più esperta nella difficile arte della diplomazia, come Hillary Clinton potrebbe essere.
Netanyahu as a destabilizing factor in the internal politics of the United States
The presence of the Israeli leader Benjamin Netanyahu in the United States creates tensions in the internal politics of the American country, but also increases the deep tension between the executives of the two countries. The invitation to speak at the Congress leaders of Tel Aviv has been done by the Republican Party, which holds the majority in both houses of parliament, and has an important symbolic meaning, since Netanyahu will make his speech before a joint session of the two rooms for the third time, equaling the record of Winston Churchill. The intention seems to be to emphasize that the harmony between the Israeli government and the parliament the US is a factor that US foreign policy can not be taken into account, even at the cost of changing the address imprinted by Obama. In addition to the candidate Netanyahu it is an election advert important, in view of the legislative election date to be held shortly. Just with the outcome of this election, President Obama will have to adjust its relations with Israel: a victory for the political party that is currently in government in Tel Aviv, would mean the impossibility of an agreement for the formation of a Palestinian state and a major hindrance in the negotiation of a nuclear Iran, conversely a victory of the opposition would open up significant possibilities to the birth of the two states and could also open up a period of detente with Iran. We understand that these are two antithetical visions, which will still have to adjust to the new US president, to be elected in 2016. Currently, however, the battle is all internal to the United States, with Obama who wants to get absolutely the final definition on the use of 'Nuclear energy in Iran, a topic that remains at the heart of the debate of American foreign policy, with obvious repercussions inside. The Republican party opposing this goal not trusting the availability of Tehran and pushing for new sanctions, in complete agreement with Netanyahu, while Obama has already warned of its total unwillingness to implement these sanctions, which considers preventive, not to adversely affect the ' outcome of the negotiations. Along the same line of reading, a broader interpretation, compared to a formal apology with which Obama has refused to see Netanyahu, justifying the fact they do not want to influence the election campaign, the canceled meeting between the two leaders is the expression of the will of not risking the creation of opportunities for its disagreement with Iran in this delicate stage of negotiations. Moreover, the position of the Israeli leader is very clear: after repeatedly threatened to attack Iran, has clearly expressed its opinion on the current negotiations, calling it a postponement of the problem. The current executive of Tel Aviv considers the possession of nuclear technology by Iran, a weapon of mass destruction aimed at Israel and the terms of the agreement that are emerging, which provide for the use of energy atomic energy for civilian purposes in Tehran, in exchange for a limitation to the enrichment of uranium for a few years (ten or twenty), might agree with him, even if only by assuming a failure to detente in the long run. These fears are shared by the US Republican Party, which still sees Iran as an enemy, despite the collaboration that has developed, albeit informally, between Washington and Tehran in the fight against the caliphate. The tensions between the two sides US policies, are likely to block even more American foreign policy, which, because of indecision Obama, has suffered significant setbacks with regard to its prestige, but that conflicted with the attitude of the Republicans now in danger paralysis. The future of US foreign policy could be a number of equal and opposite forces, capable of making it impossible for a certain line, such as to compel the United States to a policy characterized by a short-term action, coasting, making it less certain scenario Global. Perhaps it will be necessary to American country a less cautious and more expert in the difficult art of diplomacy, as Hillary Clinton might be.
Netanyahu como un factor desestabilizador en la política interna de los Estados Unidos
La presencia del líder israelí, Benjamin Netanyahu, en los Estados Unidos crea tensiones en la política interna del país americano, pero también aumenta la profunda tensión entre los ejecutivos de los dos países. La invitación para hablar en los líderes del Congreso de Tel Aviv se ha hecho por el Partido Republicano, que ostenta la mayoría en ambas cámaras del Parlamento, y tiene un importante significado simbólico, ya que Netanyahu hará su discurso ante una sesión conjunta de las dos habitaciones para la tercera vez, igualando el récord de Winston Churchill. La intención parece ser la de hacer hincapié en que la armonía entre el gobierno israelí y el parlamento los EE.UU. es un factor que la política exterior no puede ser tomado en cuenta, incluso a costa de cambiar la dirección impresa por Obama. Además del candidato Netanyahu es un anuncio electoral importante, teniendo en cuenta la fecha de las elecciones legislativas que se celebrará en breve. Sólo con el resultado de esta elección, el presidente Obama tendrá que ajustar sus relaciones con Israel: una victoria para el partido político que se encuentra actualmente en el gobierno de Tel Aviv, significaría la imposibilidad de un acuerdo para la formación de un Estado palestino y un gran obstáculo en la negociación de un Irán nuclear, a la inversa de una victoria de la oposición, abre posibilidades significativas para el nacimiento de los dos estados y también podría abrir un período de distensión con Irán. Entendemos que se trata de dos visiones antitéticas, que todavía tendrán que ajustarse al nuevo presidente de Estados Unidos, para ser elegido en 2016. En la actualidad, sin embargo, la batalla es todo interior de los Estados Unidos, con Obama que quiere conseguir absolutamente la definición final sobre el uso de 'La energía nuclear en Irán, un tema que se mantiene en el centro del debate de la política exterior de Estados Unidos, con evidentes repercusiones en el interior. El Partido Republicano oponerse a esta meta no confiar en la disponibilidad de Teherán y presionar por nuevas sanciones, en completo acuerdo con Netanyahu, mientras que Obama ya ha advertido de su total falta de voluntad para aplicar estas sanciones, que considera preventivo, para no afectar negativamente a la ' resultado de las negociaciones. En la misma línea de la lectura, una interpretación más amplia, en comparación con una disculpa formal con la que Obama se ha negado a ver a Netanyahu, lo que justifica el hecho de que no quieren influir en la campaña electoral, la reunión cancelada entre los dos líderes es la expresión de la voluntad de sin arriesgar la creación de oportunidades para su desacuerdo con Irán en esta delicada etapa de las negociaciones. Por otra parte, la posición del líder israelí es muy claro: después de varias veces amenazado con atacar a Irán, ha expresado claramente su opinión sobre las negociaciones en curso, llamándolo un aplazamiento del problema. El ejecutivo actual de Tel Aviv considera la posesión de tecnología nuclear por parte de Irán, un arma de destrucción masiva dirigida a Israel y los términos del acuerdo que están surgiendo, que prevén el uso de la energía la energía atómica con fines civiles en Teherán, a cambio de una limitación al enriquecimiento de uranio durante unos años (diez o veinte), podría estar de acuerdo con él, aunque sólo sea por el supuesto de un fallo a la distensión en el largo plazo. Estos temores son compartidos por el Partido Republicano de Estados Unidos, que todavía ve a Irán como un enemigo, a pesar de la colaboración que se ha desarrollado, aunque de manera informal, entre Washington y Teherán en la lucha contra el califato. Las tensiones entre los dos lados las políticas de Estados Unidos, es probable que bloquear la política exterior aún más americano, que, a causa de la indecisión Obama, ha sufrido reveses importantes en cuanto a su prestigio, sino que entraba en conflicto con la actitud de los republicanos ahora en peligro parálisis. El futuro de la política exterior de Estados Unidos podría ser un número de fuerzas iguales y opuestas, capaz de hacer que sea imposible para una determinada línea, como para obligar a los Estados Unidos a una política caracterizada por una acción a corto plazo, por inercia, por lo que es menos cierto escenario Global. Quizás será necesario país de América un experto menos cautelosos y más en el difícil arte de la diplomacia, como Hillary Clinton podría ser.
Netanyahu als destabilisierender Faktor in die Innenpolitik der Vereinigten Staaten
Die Anwesenheit des israelischen Marktführer Benjamin Netanjahu in den Vereinigten Staaten zu Spannungen in die Innenpolitik der amerikanischen Land, sondern erhöht auch die tiefen Spannungen zwischen den Führungskräften der beiden Länder. Die Einladung, an den Kongress Führer Tel Aviv wurde von der Republikanischen Partei, die die Mehrheit in beiden Kammern des Parlaments hält getan zu sprechen, und hat eine wichtige symbolische Bedeutung, denn Netanjahu seiner Rede vor einer gemeinsamen Sitzung der beiden machen Zimmer zum dritten Mal, damit den Rekord von Winston Churchill. Das Ziel scheint zu sein, zu betonen, dass die Harmonie zwischen der israelischen Regierung und dem Parlament die USA sind ein Faktor, der US-Außenpolitik nicht in Betracht, auch auf Kosten der Änderung der Adresse, die von Obama eingeprägt eingenommen werden. Neben der Kandidat Netanjahu ist es eine Wahl Anzeige wichtig, im Hinblick auf die gesetzgeberische Wahltermin in Kürze stattfinden. Nur mit dem Ergebnis dieser Wahl wird Präsident Obama haben, ihre Beziehungen zu Israel einzustellen: ein Sieg für die politische Partei, die derzeit in der Regierung in Tel Aviv, würde die Unmöglichkeit, eine Vereinbarung über die Bildung eines palästinensischen Staates und ein bedeutendes Hindernis bedeuten, bei der Aushandlung eines nuklearen Iran, umgekehrt ein Sieg der Opposition würde erhebliche Möglichkeiten, die Geburt der beiden Staaten zu erschließen und auch öffnen, eine Periode der Entspannung mit dem Iran. Wir verstehen, dass es sich um zwei gegensätzliche Visionen, die noch werden auf den neuen US-Präsidenten anzupassen, um im Jahr 2016. Zur Zeit gewählt werden, jedoch ist der Kampf aller internen in die Vereinigten Staaten, mit Obama, die absolut die endgültige Festlegung über die Verwendung der kommen will "Die Kernenergie in Iran, ein Thema, das im Mittelpunkt der Diskussion der amerikanischen Außenpolitik bleibt, was mit deutlichen Folgen innen. Die Republikanische Partei entgegen dieses Ziel nicht im Vertrauen auf die Verfügbarkeit von Teheran und drängt auf neue Sanktionen, in völliger Übereinstimmung mit Netanjahu, während Obama hat bereits seiner Gesamt mangelnde Bereitschaft, diese Sanktionen umzusetzen, die präventive hält gewarnt, nicht zu beeinträchtigen die ' Ergebnis der Verhandlungen. Entlang der gleichen Linie der Lesung eine weitere Auslegung, im Vergleich zu einer formellen Entschuldigung, mit der Obama hat sich geweigert, Netanyahu zu sehen, rechtfertigt die Tatsache, dass sie nicht wollen, um den Wahlkampf zu beeinflussen, ist die stornierte Besprechung zwischen den beiden Führern der Ausdruck des Willens nicht für seine Meinungsverschiedenheiten mit dem Iran in dieser heiklen Phase der Verhandlungen zu riskieren, die Schaffung von Möglichkeiten. Darüber hinaus ist die Position des israelischen Marktführer ganz klar: nach wiederholt bedroht den Iran anzugreifen, hat klar seine Meinung zum Ausdruck zu den laufenden Verhandlungen, nannte es eine Verschiebung des Problems. Der aktuelle Geschäftsführer von Tel Aviv hält den Besitz von Nukleartechnologie durch den Iran, eine Massenvernichtungswaffe gegen Israel gerichtet und den Bedingungen der Vereinbarung, die im Entstehen sind, die für die Nutzung von Energie bieten Atomenergie für zivile Zwecke in Teheran, im Austausch für eine Beschränkung auf die Anreicherung von Uran für ein paar Jahre (zehn oder zwanzig), könnte ihm zustimmen, wenn auch nur unter der Annahme einer Nicht langfristig detente. Diese Ängste werden von der US Republikanischen Partei, die immer noch sieht Iran als einen Feind, trotz der Zusammenarbeit, die im Kampf gegen das Kalifat entwickelt hat, wenn auch informell, zwischen Washington und Teheran geteilt. Die Spannungen zwischen den beiden Seiten der US-Politik, werden wahrscheinlich noch mehr US-Außenpolitik, die, wegen der Unentschlossenheit Obama, hat erhebliche Rückschläge in Bezug auf sein Ansehen gelitten blockieren, aber das im Widerspruch zu der Haltung der Republikaner nun in Gefahr Lähmung. Die Zukunft der US-Außenpolitik könnte eine Reihe von gleichen und entgegengesetzten Kräften, in der Lage, dass es unmöglich für eine bestimmte Linie, wie die Vereinigten Staaten zu einer Politik gekennzeichnet durch eine kurzfristige Maßnahmen, Ausrollen zwingen, so dass es weniger sicher Szenario Global. Vielleicht wird es notwendig, amerikanischen Land eine weniger vorsichtig und
Netanyahu comme un facteur de déstabilisation dans la politique intérieure des États-Unis
La présence du leader israélien Benjamin Netanyahu aux Etats-Unis crée des tensions dans la politique intérieure de ce pays d'Amérique, mais augmente également la tension profonde entre les dirigeants des deux pays. L'invitation à prendre la parole aux dirigeants du Congrès de Tel-Aviv a été fait par le Parti républicain, qui détient la majorité dans les deux chambres du parlement, et a une signification symbolique importante, car Netanyahu fera son discours devant une session conjointe des deux chambres pour la troisième fois, égalant le record de Winston Churchill. L'intention semble être de souligner que l'harmonie entre le gouvernement israélien et le parlement aux États-Unis est un facteur que la politique étrangère des États-Unis ne peut pas être prise en compte, même au prix de changer l'adresse imprimée par Obama. Outre le candidat Netanyahu ce est une annonce importante élection, compte tenu de la date des élections législatives qui se tiendront prochainement. Juste avec le résultat de cette élection, le président Obama devra ajuster ses relations avec Israël: une victoire pour le parti politique qui est actuellement dans le gouvernement de Tel-Aviv, signifierait l'impossibilité d'un accord pour la formation d'un Etat palestinien et un obstacle majeur dans la négociation d'un Iran nucléaire, à l'inverse d'une victoire de l'opposition ouvrirait des possibilités importantes à la naissance des deux Etats et pourrait également ouvrir une période de détente avec l'Iran. Nous comprenons que ce sont deux visions antithétiques, qui auront encore à se adapter au nouveau président américain, d'être élu en 2016. Actuellement, cependant, la bataille est tout interne aux États-Unis, avec Obama qui veut obtenir absolument la définition finale sur l'utilisation de «L'énergie nucléaire en Iran, un sujet qui reste au cœur du débat de la politique étrangère américaine, avec des répercussions évidentes à l'intérieur. Le parti républicain se opposer à cet objectif ne se fiant pas la disponibilité de Téhéran et de pousser à de nouvelles sanctions, en accord complet avec Netanyahu, alors que M. Obama a déjà prévenu de son refus total à mettre en œuvre ces sanctions, qui considère préventive, pour ne pas compromettre l'' résultat des négociations. Le long de la même ligne de la lecture, une interprétation plus large, par rapport à des excuses officielles avec laquelle Obama a refusé de voir Netanyahu, justifier le fait qu'ils ne veulent pas d'influencer la campagne électorale, la réunion annulée entre les deux dirigeants est l'expression de la volonté de sans risquer de jouer la création de possibilités pour son désaccord avec l'Iran dans cette phase délicate de négociations. En outre, la position du dirigeant israélien est très claire: après avoir menacé à plusieurs reprises d'attaquer l'Iran, a clairement exprimé son avis sur les négociations en cours, en l'appelant un report du problème. L'exécutif actuel de Tel Aviv considère la possession de la technologie nucléaire par l'Iran, une arme de destruction massive visant à Israël et les termes de l'accord qui sont en train d'émerger, qui prévoient l'utilisation de l'énergie l'énergie atomique à des fins civiles à Téhéran, en échange d'une limitation à l'enrichissement de l'uranium pendant quelques années (dix ou vingt), pourrait être d'accord avec lui, même si ce ne est en supposant un échec à la détente dans le long terme. Ces craintes sont partagées par le Parti républicain américain, qui voit toujours l'Iran comme un ennemi, malgré la collaboration qui se est développée, quoique de façon informelle, entre Washington et Téhéran dans la lutte contre le califat. Les tensions entre les deux politiques côtés des États-Unis, sont susceptibles de bloquer la politique étrangère encore plus américain, qui, en raison de l'indécision Obama, a subi des revers importants à l'égard de son prestige, mais en contradiction avec l'attitude des républicains maintenant en danger la paralysie. L'avenir de la politique étrangère des États-Unis pourrait être un certain nombre de forces égales et opposées, capable de rendre impossible pour une certaine ligne, tels que de contraindre les Etats-Unis à une politique caractérisée par une action à court terme, en roue libre, ce qui rend moins certain scénario mondial. Ce sera peut-être nécessaire de pays d'Amérique un expert moins prudent et plus dans l'art difficile de la diplomatie, comme Hillary Clinton pourrait être.
Netanyahu como um fator de desestabilização na política interna dos Estados Unidos
A presença do líder de Israel, Benjamin Netanyahu, nos Estados Unidos cria tensões na política interna do país norte-americano, mas também aumenta a profunda tensão entre os executivos dos dois países. O convite para falar com os líderes do Congresso de Tel Aviv foi feito pelo Partido Republicano, que detém a maioria em ambas as casas do parlamento, e tem um significado simbólico importante, uma vez que Netanyahu fará seu discurso perante uma sessão conjunta das duas salas para a terceira vez, igualando o recorde de Winston Churchill. A intenção parece ser a de enfatizar que a harmonia entre o governo israelense e ao Parlamento os EUA é um fator que a política externa americana não pode ser levado em conta, mesmo ao custo de mudar o endereço impresso por Obama. Além do candidato Netanyahu é um anúncio eleitoral importante, tendo em conta a data da eleição legislativa, a ser realizada em breve. Apenas com o resultado desta eleição, o presidente Obama terá que ajustar as suas relações com Israel: uma vitória para o partido político que está atualmente no governo, em Tel Aviv, significaria a impossibilidade de um acordo para a formação de um Estado palestino e um grande obstáculo na negociação de um Irã nuclear, inversamente, uma vitória da oposição abriria possibilidades significativas para o nascimento dos dois estados e também poderia abrir um período de distensão com o Irã. Entendemos que estas são duas visões antitéticas, que ainda terá de se adaptar ao novo presidente dos Estados Unidos, a ser eleito em 2016. Atualmente, no entanto, a batalha é tudo interno para os Estados Unidos, com Obama que quer ficar absolutamente a definição final sobre o uso de "A energia nuclear no Irã, um tema que continua a estar no centro do debate da política externa norte-americana, com óbvias repercussões no interior. O Partido Republicano se opor a essa meta não confiando a disponibilidade de Teerã e pressionar por novas sanções, em completo acordo com Netanyahu, enquanto Obama já avisou de sua falta de vontade total a implementar estas sanções, que considera preventiva, para não prejudicar o ' resultado das negociações. Na mesma linha de leitura, uma interpretação mais ampla, em comparação com um pedido de desculpas formal com que Obama se recusou a ver Netanyahu, justificando o fato de que eles não querem influenciar a campanha eleitoral, a reunião cancelada entre os dois líderes é a expressão da vontade de não correr o risco de a criação de oportunidades para o seu desacordo com o Irã nesta fase delicada das negociações. Além disso, a posição do líder israelense é muito clara: depois de várias vezes ameaçou atacar o Irã, manifestou claramente o seu parecer sobre as negociações em curso, chamando-o de um adiamento do problema. O executivo atual de Tel Aviv considera a posse da tecnologia nuclear pelo Irã, uma arma de destruição em massa destinada a Israel e os termos do acordo que estão surgindo, que prevêem a utilização de energia energia atômica para fins civis em Teerã, em troca de uma limitação para o enriquecimento de urânio durante alguns anos (dez ou vinte), pode concordar com ele, mesmo que apenas por assumir uma falha de détente, a longo prazo. Estes receios são partilhados pelo Partido Republicano dos EUA, que ainda vê o Irã como um inimigo, apesar da colaboração que tem desenvolvido, embora informalmente, entre Washington e Teerã na luta contra o califado. As tensões entre os dois lados políticas norte-americanas, são susceptíveis de bloquear a política externa americana ainda mais, o que, por causa da indecisão Obama, sofreu reveses significativos no que diz respeito ao seu prestígio, mas que entrou em conflito com a atitude dos republicanos agora em perigo paralisia. O futuro da política externa dos EUA poderia ser um número de forças iguais e opostas, capaz de fazer com que seja impossível para uma determinada linha, como para obrigar os Estados Unidos a uma política caracterizada por uma ação de curto prazo, por inércia, tornando-o menos determinado cenário Global. Talvez seja necessário um país da América especialista menos cautelosos e mais na difícil arte da diplomacia, como Hillary Clinton poderia ser.
Нетаньяху как дестабилизирующий фактор во внутренней политике Соединенных Штатов
Наличие израильского лидера Биньямина Нетаниягу в США создает напряженность во внутренней политике американского стране, но также увеличивает глубокое напряжение между руководителями двух стран. Приглашение выступить на лидеров Конгресса Тель-Авиве было сделано Республиканской партии, которая имеет большинство в обеих палатах парламента, и имеет важное символическое значение, так как Нетаньяху сделает его речь на совместном заседании двух Номера в третий раз, сравнявшись запись Уинстона Черчилля. Намерение вроде бы подчеркнуть, что гармония между израильским правительством и парламентом США является фактором, который американская внешняя политика не может быть принято во внимание, даже ценой изменения адреса отпечаток Обамой. В дополнение к кандидата Нетаньяху это выборы объявление важным, с точки зрения законодательной дату выборов, которые состоятся в ближайшее время. Просто с итогами выборов, президент Обама должен будет регулировать свои отношения с Израилем: победа политической партии, которая в настоящее время в правительстве в Тель-Авиве, будет означать невозможность соглашения о формировании палестинского государства и одним из главных препятствий в ходе переговоров по ядерным Ираном, наоборот победа оппозиции откроет значительные возможности для рождения двух государств, а также может открыть период разрядки с Ираном. Мы понимаем, что это два противоположных видения, которые по-прежнему будут иметь, чтобы приспособиться к новому президенту США, который будет избран в 2016 году В настоящее время, однако, битва все внутренние для США, с Обамой, кто хочет получить абсолютно окончательное определение об использовании "Ядерная энергия в Иране, тема, которая остается в центре обсуждения американской внешней политики, с очевидными последствиями внутри. Республиканская партия против этой цели не доверяя наличие Тегеране и настаивают на новых санкциях, в полном согласии с Нетаньяху, а Обама уже предупредил его общей нежелания осуществлять эти санкции, которая считает профилактических, не отрицательно сказаться ' Итоги переговоров. По той же линии чтения, более широкое толкование, по сравнению с официальных извинений, с которой Обама отказался встретиться с Нетаниягу, оправдываясь тем, что они не хотят, чтобы повлиять на ход избирательной кампании, отменены встреча между двумя лидерами является выражением воли не рискуя создание возможностей для своего несогласия с Ираном в этой деликатной стадии переговоров. Кроме того, позиция израильского лидера, очень ясно: после неоднократно угрожали атаковать Иран, четко выразил свое мнение о текущих переговорах, назвав его отсрочка проблемы. Исполнительных Тель-Авива считает, что владение ядерным технологиям со стороны Ирана, оружия массового уничтожения, направленной против Израиля и условиями договора, которые появляются, которые предусматривают использование энергии атомная энергия в мирных целях в Тегеране, в обмен на ограничение обогащения урана в течение нескольких лет (десять или двадцать), могли бы согласиться с ним, даже если только предположив, неспособность разрядки в долгосрочной перспективе. Эти опасения разделяют Республиканской партии США, который до сих пор рассматривает Иран в качестве врага, несмотря на сотрудничестве, которая сложилась, хотя и неофициально, между Вашингтоном и Тегераном в борьбе против халифата. Напряженность между двумя политиками стороны США, скорее всего, блокировать даже более американскую внешнюю политику, которая, из-за нерешительности Обамы, был нанесен значительный регресс в связи с его престижа, но в противоречии с позицией республиканцев в настоящее время в опасности паралич. Будущее внешней политики США может быть количество равных и противоположных сил, способных сделать его невозможным для определенной линии, например, чтобы заставить Соединенные Штаты политики, характеризующейся кратковременного действия, по инерции, что делает его менее определенного сценария Глобальный. Возможно, это будет необходимо американской стране менее осторожными и более экспертов в трудное искусство дипломатии, а Хиллари Клинтон может быть.
內塔尼亞胡在美國的內部政治不穩定因素
以色列領導人內塔尼亞胡在美國的存在,在美國國家內部政治局勢緊張造成的,但也增加了兩國高層之間的深厚緊張。邀請在特拉維夫的國會領導人已經做了共和黨,其持有的多數議會兩院發言,並具有重要的象徵意義,因為內塔尼亞胡將兩者的聯合會議之前作講話房間第三次,相當於溫斯頓·丘吉爾的紀錄。其用意似乎是要強調的是,以色列政府和議會美國之間的和諧是,美國的外交政策無法顧及,甚至不惜改變奧巴馬烙印地址的成本因素。除了候選人內塔尼亞胡是競選廣告很重要,鑑於議會選舉日期將於近期舉行。就在這個選舉的結果,美國總統奧巴馬將不得不與以色列調整其關係:一個勝利,這是目前政府在特拉維夫的政黨,將意味著形成一個巴勒斯坦國和一個主要障礙的協議是不可能的在擁有核武器的伊朗的談判,相反反對派的勝利將開闢顯著的可能性,這兩個國家的誕生,也可以打開一段緩和與伊朗。據我們了解,這是兩個對立的願景,這將仍然需要適應新的美國總統,應選在2016年然而,目前的戰鬥是所有內部,以美國,與奧巴馬誰想要得到的使用絕對是最後定義“核能在伊朗,這仍然是美國外交政策的辯論的心臟,裡面明顯的影響的話題。共和黨反對這一目標不相信伊朗的可用性,並與內塔尼亞胡推動新的制裁措施,完全一致,而奧巴馬已警告其總不願意執行這些制裁措施,其中考慮預防性的,而不是產生不利影響“談判的結果。隨著閱讀的同一行,更廣泛的解釋,相對於正式道歉與奧巴馬拒絕見內塔尼亞胡,證明他們不希望影響選戰的事實,兩國領導人之間的取消會晤是意志的表達不是冒著創造機會,與伊朗談判的微妙階段的分歧。此外,以色列領導人的立場是非常明確的:經過多次威脅要攻打伊朗,已經明確表示意見對當前的談判,稱這是對問題的推遲。特拉維夫當前長官認為擁有核技術的伊朗,大規模殺傷針對以色列的武器和正在出現的協議,這為能源使用條款原子能用於民用目的在德黑蘭,以換取一個限制鈾濃縮幾年(10或20),可能會同意他的觀點,哪怕只是假設失敗,從長遠來看,以緩和。這些擔憂是由美國共和黨,仍然認為伊朗視為敵人,儘管已經開發了,儘管是非正式,華盛頓和德黑蘭之間的對抗哈里發的鬥爭中的合作共享。雙方美國的政策之間的緊張關係,有可能阻止甚至更多的美國的外交政策,其中,因為猶豫不決的奧巴馬,卻遭遇挫折顯著就其威信,但衝突與共和黨的態度,現在處於危險之中癱瘓。美國外交政策的未來可能是一個數量相等,方向相反的力量,能夠使它不可能為了某行,比如迫使美國為特徵的短期行為,滑行的政策,使得它少了一些情景全球性的。也許有必要對美國的國家不太謹慎,更多的專家很難外交藝術中,作為希拉里·克林頓可能。
米国の内部政治の不安定要因としてネタニヤフ
米国ではイスラエルの指導者ネタニヤフの存在は、アメリカの国の内部の政治に緊張を作成しますが、また、両国の幹部の間に深い緊張を増加します。テルアビブの議会の指導者で話す招待は議会の両院で過半数を保持している共和党、によって行われ、ネタニヤフは2の合同セッションの前に彼のスピーチを行いますので、重要な象徴的な意味を持ってされていますウィンストン·チャーチルの記録に等しい第三の時間のための部屋、。その意図は、イスラエル政府と議会、米国との調和が米国の外交政策でも、オバマによって刷り込まアドレスの変更を犠牲にして、考慮に入れることができない要因であることを強調するためであると思われる。候補者ネタニヤフに加えて、まもなく開催される議会選挙の日付を考慮して、選挙広告が重要です。ただ、この選挙の結果で、オバマ大統領は、イスラエルとの関係を調整する必要があります:テルアビブで政府に現在ある政党の勝利を、パレスチナ国家の形成のための合意の不可能と主要な障害を意味するであろう核イランの交渉では、逆に野党の勝利は、2つの状態の誕生に重要な可能性を開くだろうともイランとの緊張緩和の期間を開くことができます。私たちは、これらはまだ2016年現在で選出されるように、米国の新社長に調整する必要があります2対極のビジョンは、であることを理解、しかし、戦いは、すべての使用に絶対的に、最終的な定義を取得したいオバマと米国、内部にありイランの「原子力エネルギー、内部の明白な影響で、アメリカの外交政策の議論の中心に残っているトピック。オバマ氏はすでに悪」に影響を与えないよう、予防と考えてこれらの制裁を、実装するために、その合計がらないと警告しているが、この目標に反対する共和党は、ネタニヤフと完全に一致、テヘランの可用性を信頼して、新しい制裁を推進していない交渉の結果。読書の同じラインに沿って、オバマがネタニヤフを見ることを拒否しているとの正式な謝罪と比べてより広範な解釈は、彼らが選挙運動に影響を与えたくない事実を正当化する、両首脳間のキャンセル会議はの意志の表現である交渉のこの微妙な段階でイランとの意見の相違のための機会の創出を危険にさらしていない。また、イスラエルの指導者の位置は非常に明確である:繰り返しイランを攻撃すると脅した後、明らかに問題の先送り、それを呼び出して、現在の交渉に意見を表明している。テルアビブの現在の幹部は、エネルギーの使用を提供するイラン、イスラエルと浮上している契約書の条項を目的とした大量破壊兵器による核技術の保有を検討するテヘランでの民間人の目的のための原子力は、数年(10または20)のためのウランの濃縮に対する制限と引き換えに、のみによって長期的には緊張緩和に失敗したことを想定している場合でも、彼と一緒に同意するかもしれない。これらの懸念は依然としてカリフとの戦いでワシントンとテヘランの間、非公式にではあるが、開発したコラボレーションにもかかわらず、敵としてイランを見ている米国共和党、によって共有されている。双方の米国の政策の間の緊張は、危険にさらされ、今共和党の姿勢とその競合優柔不断オバマのため、その威信に関して重大な挫折を被った、さらに多くのアメリカの外交政策をブロックする可能性が高いですが、麻痺。米国の外交政策の将来はそれより少ない特定のシナリオ作り、そのような惰性、短期的な行動によって特徴づけポリシーに米国を強要するなどの特定の行のためにそれを不可能にすることのできる等しく反対勢力の数とすることができたグローバル。ヒラリークリントンがかもしれないようにおそらくそれは、外交の困難な技術分野の少ない慎重な、より専門的アメリカン国に必要になります。
نتنياهو عاملا لزعزعة الاستقرار في السياسة الداخلية للولايات المتحدة
بحضور
رئيس الوزراء الاسرائيلي بنيامين نتنياهو في الولايات المتحدة يخلق التوتر
في السياسة الداخلية للبلاد الأمريكي، ولكن أيضا يزيد من التوتر الشديد
بين المديرين التنفيذيين من البلدين. دعوة
لإلقاء كلمة في المؤتمر قادة تل أبيب قامت به الحزب الجمهوري، الذي يحمل
الأغلبية في مجلسي الشعب والشورى، ولها معنى رمزي مهم، لأن نتنياهو سوف
يجعل خطابه أمام جلسة مشتركة للاثنين غرف للمرة الثالثة، معادلا الرقم القياسي من ونستون تشرشل. ويبدو
أن نية أن يكون التأكيد على أن الانسجام بين الحكومة الإسرائيلية
والبرلمان الولايات المتحدة هو أحد العوامل التي السياسة الخارجية
الأميركية لا يمكن أن تؤخذ في الاعتبار، حتى على حساب تغيير عنوان مطبوع من
قبل أوباما. وبالإضافة إلى مرشح نتنياهو هو الإعلان الانتخابات المهم، في ضوء موعد الانتخابات التشريعية المزمع عقده قريبا. فقط
مع نتائج هذه الانتخابات، ان الرئيس أوباما أن ضبط علاقاتها مع إسرائيل:
انتصار للحزب السياسي الذي هو حاليا في الحكومة في تل أبيب، يعني استحالة
وجود اتفاق لتشكيل دولة فلسطينية وعقبة رئيسية في
التفاوض من إيران نووية، على العكس انتصارا للمعارضة من شأنه أن يفتح
آفاقا كبيرة إلى ولادة الدولتين ويمكن أيضا فتح فترة الانفراج مع إيران. ونحن
نفهم أن هذه هي رؤيتين متناقضة، والتي سوف لا تزال لديها للتكيف مع الرئيس
الأمريكي الجديد، المقرر انتخابه في عام 2016. حاليا، ومع ذلك، والمعركة
هي كل الداخلية للولايات المتحدة، مع اوباما الذي يريد أن يحصل على الاطلاق
تعريف النهائي على استخدام "الطاقة النووية في إيران، وهو موضوع لا يزال في قلب النقاش في السياسة الخارجية الأمريكية، مع تداعيات واضحة في الداخل. الحزب
الجمهوري يعارض هذا الهدف لا يثقون توافر طهران وتضغط لفرض عقوبات جديدة،
في اتفاق تام مع نتنياهو، في حين أن أوباما حذر بالفعل من عدم رغبة الكلية
الرامية إلى تنفيذ هذه العقوبات، التي تعتبر وقائية، وليس لتؤثر سلبا على "
نتيجة المفاوضات. على
طول نفس الخط من القراءة، بتفسير أوسع، مقارنة اعتذار رسمي مع الذي رفض
أوباما لرؤية نتنياهو، لتبرير حقيقة أنهم لا يريدون للتأثير على الحملة
الانتخابية، الاجتماع ألغى بين الزعيمين هو تعبير عن إرادة لا يخاطرون خلق فرص للخلاف مع إيران في هذه المرحلة الدقيقة من المفاوضات. وعلاوة
على ذلك، فإن موقف رئيس الوزراء الاسرائيلي واضح جدا: بعد أن هدد مرارا
وتكرارا لمهاجمة إيران، وقد أعربت بوضوح رأيه في المفاوضات الحالية، واصفا
إياه تأجيل للمشكلة. ويعتبر
التنفيذي الحالي من تل أبيب امتلاك التكنولوجيا النووية من إيران، سلاح من
أسلحة الدمار الشامل التي تستهدف إسرائيل وبنود الاتفاقية التي تم
الناشئة، التي تنص على استخدام الطاقة الطاقة
الذرية للأغراض المدنية في طهران، في مقابل وجود قيود على تخصيب
اليورانيوم لبضع سنوات (عشرة أو عشرين)، قد يتفق معه، حتى لو كان فقط
بافتراض عدم الانفراج في المدى الطويل. ويجري
تقاسم هذه المخاوف من قبل الحزب الجمهوري في الولايات المتحدة، التي لا
تزال ترى إيران كعدو، على الرغم من التعاون التي تطورت، ولو بشكل غير رسمي،
بين واشنطن وطهران في الحرب ضد الخلافة. التوترات
بين البلدين السياسات الجانبين الأمريكي، من المرجح أن منع السياسة
الخارجية أكثر الأمريكية، والتي، بسبب تردد أوباما، عانت انتكاسات كبيرة
فيما يتعلق هيبتها، ولكن هذا يتعارض مع موقف الجمهوريين الآن في خطر الشلل. مستقبل
السياسة الخارجية للولايات المتحدة يمكن أن يكون عدد من القوى متساوية
والمعاكس، قادر على صنع المستحيل للحصول على خط معين، مثل لإجبار الولايات
المتحدة لسياسة تتميز عمل قصيرة الأجل، الساحلية، مما يجعل من السيناريو
أقل معين العالمية. ربما سيكون من الضروري لبلدان أمريكا خبير أقل حذرا وأكثر في فن صعب للدبلوماسية، وهيلاري كلينتون قد يكون.
giovedì 26 febbraio 2015
Obama e l'Emiro del Qatar si incontrano per trovare una convergenza nella lotta la terrorismo islamico
Il ritiro dell'ambasciatore del Qatar dall'Egitto, per sottolineare i profondi disaccordi tra Doha ed Il Cairo, in occasione dei bombardamenti, che il paese egiziano ha eseguito sul territorio libico, in risposta all’uccisione di cittadini egiziani copti, ha evidenziato la profonda spaccatura in atto tra gli alleati arabi degli Stati Uniti. Proprio per questo il vertice tenuto alla Casa Bianca, tra il presidente Obama e l’emiro del Qatar Tamin bin Hamad al-Thani, ha assunto una importanza rilevante, per ribadire i legami strategici tra i due paesi. La posizione del Qatar e delle altre monarchie del Golfo è stata sovente oggetto di analisi e di successive critiche, per l’appoggio fornito a gruppi islamici. Lo stesso califfato è probabilmente cresciuto con il finanziamento dei paesi del Golfo Persico, di religione sunnita, nell’ottica di destabilizzare la Siria di Assad, naturale alleato degli sciiti iraniani. L’evoluzione dello Stato islamico, ha poi portato il pericolo alle frontiere saudite, segnale evidente di un fenomeno sfuggito al controllo degli iniziali finanziatori, che, forse, pensavano di avere un totale controllo sulle milizie integraliste, inizialmente impegnate a combattere il governo di Damasco e che poi si sono espanse nel territorio irakeno. L’atteggiamento del Qatar contro l’Egitto ha costituito un motivo di allarme per Washington, che ha intravisto nuovi pericoli nella alleanza contro il califfato. Gli Stati Uniti hanno difeso l’azione egiziana, ben contenti di avere trovato un alleato, per di più di matrice araba, anche se guidato da una dittatura militare, disponibile ad impegnarsi sul campo, sia con azioni aeree, che con truppe di terra , contro il nuovo fronte aperto dallo Stato islamico. L’atteggiamento di Doha ha destato più di un sospetto sulle reali intenzioni del Qatar, che hanno dato l’impressione di appoggiare le milizie islamiche in Libia. Non si tratta di un problema da poco, gli Stati Uniti hanno bisogno di una alleanza basata sui paesi arabi, che non deve essere soggetta ad incrinature, deve, cioè, costituire un fronte compatto contro l’integralismo. L’appoggio egiziano, come quello giordano è importante, ma si tratta di stati guidati da regimi o governi, che pur dichiarandosi musulmani, sono sostanzialmente laici. Da questo punto di vista, per la lotta al califfato il coinvolgimento delle monarchie del Golfo Persico, che hanno un maggiore coinvolgimento con la religione, assicura una maggiore barriera contro le ragioni dello Stato islamico. Per questo motivo l’incontro tra Obama e l’emiro del Qatar rientra nella strategia americana di mantenere un alto livello di collaborazione con stati, che, sebbene formalmente alleati, perseguono una politica estera su di una linea differente dalla Casa Bianca. L’esponente del Qatar ha riaffermato come il suo paese garantisca il sostegno a gruppi di musulmani esclusivamente moderati, ed in questo la linea di condotta è probabilmente concordata con il governo americano, tuttavia, nell’ambito della Libia occorre verificare che cosa il Qatar intenda per gruppi moderati, visto la preponderanza dello Stato islamico. Occorre ricordare che nelle ultime elezioni libiche la formazione vincitrice è stata quella di orientamento laico e che è stata costretta all’esilio di Tobruk proprio dagli islamisti, che non hanno gradito il verdetto delle urne, quelli sono probabilmente sostenuti dal governo del Qatar. Questo incontro non è stato gradito dai repubblicani, anche per il rifiuto del Presidente americano di incontrare il premier israeliano invitato dal Congresso, dove il partito repubblicano ha la maggioranza. Obama ha giustificato il suo rifiuto con l’intenzione di non influenzare la campagna elettorale in corso in Israele. A proposito della situazione palestinese, il Qatar ha manifestato la volontà di recitare un ruolo da protagonista nella mediazione con il gruppo di Hamas, il cui leader risiede nel paese.
Obama and the Emir of Qatar meet to find a convergence in the fight against Islamic terrorism
The withdrawal of the ambassador of Qatar from Egypt, to emphasize the profound disagreements between Doha and Cairo, on the occasion of the bombing, that the country has performed on the Egyptian Libyan territory, in response to the killing of Coptic Egyptian citizens, highlighted the deep rift in place between Arab allies of the United States. That is why the summit held at the White House between President Obama and the Emir of Qatar Hamad bin Tamin al-Thani, has taken on a major importance, to reiterate the strategic ties between the two countries. The position of Qatar and other Gulf monarchies has often been the subject of analysis and subsequent criticism, for the support given to Islamic groups. The same caliphate is probably grew up with the financing of the Persian Gulf countries, of Sunni Islam, in order to destabilize Syria's Assad, natural ally of the Iranian Shiites. The evolution of the Islamic state, then brought the danger Saudi border, clear sign of a phenomenon out of control of the initial lenders, who, perhaps, thought to have a total control over the fundamentalist militia, initially pledged to fight the government in Damascus and then have expanded into Iraqi territory. The attitude of Qatar against Egypt has been a cause for alarm for Washington, who saw new dangers in the alliance against the caliphate. The United States has defended the action Egyptian, well pleased to have found an ally, for more matrix Arabic, although led by a military dictatorship, willing to engage in the field, both with aerial operations, which with ground troops, against the new front opened by the Islamic state. The attitude of Doha has raised more than a suspicion about the true intentions of Qatar, which gave the impression of supporting the Islamic militias in Libya. This is not a problem recently, the United States needs an alliance based on the Arab countries, which should not be subject to cracking, must, that is, form a united front against fundamentalism. The support of the Egyptian, Jordanian like is important, but it's been driven by regimes or governments, while declaring that Muslims are essentially secular. From this point of view, to combat the involvement of the caliphate Persian Gulf monarchies, which have a greater involvement with religion, ensures greater barrier against the reasons of the Islamic State. For this reason the meeting between Obama and the Emir of Qatar is part of the US strategy to maintain a high level of cooperation with states, which, although formally allies, pursuing a foreign policy of a different line from the White House. The exponent of Qatar reaffirmed his country as guaranteeing support to groups of moderate Muslims only, and in this course of action is probably agreed with the US government, however, as part of Libya must check out what Qatar intends for moderate groups, given the preponderance of the Islamic State. It should be recalled that in the last election Libyan winning formation was to secular and who was forced into exile in Tobruk just by Islamists, who did not like the verdict of the polls, those are probably supported by the government of Qatar. This meeting was not liked by Republicans, including the refusal of the American President to meet with Israeli Prime Minister invited by Congress, where the Republican party has a majority. Obama justified his refusal with the intention not to influence the election campaign in Israel. About the situation in Palestine, Qatar has expressed its willingness to play a leading role in mediating with the group Hamas, whose leaders reside in the country.
Obama y el emir de Qatar se reúnen para encontrar una convergencia en la lucha contra el terrorismo islámico
El retiro del embajador de Qatar de Egipto, para enfatizar los profundos desacuerdos entre Doha y El Cairo, con motivo del atentado, que el país ha realizado en el territorio libio egipcia, en respuesta a la muerte de los ciudadanos coptos egipcios, destacó la profunda grieta en su lugar entre los aliados árabes de Estados Unidos. Es por eso que la cumbre celebrada en la Casa Blanca entre el presidente Obama y el emir de Qatar, Hamad bin Tamin al-Thani, ha adquirido una importancia mayor, reiterar los lazos estratégicos entre los dos países. La posición de Qatar y otras monarquías del Golfo ha sido a menudo objeto de análisis y crítica posterior, por el apoyo brindado a los grupos islámicos. Lo mismo califato probablemente creció con la financiación de los países del Golfo Pérsico, de Islam sunita, con el fin de desestabilizar a Assad de Siria, el aliado natural de los chiítas iraníes. La evolución del estado islámico, entonces trajo la frontera con Arabia Saudita peligro, muestra clara de un fenómeno fuera de control de los prestamistas iniciales, que, tal vez, se cree que tienen un control total sobre la milicia fundamentalista, inicialmente se comprometió a luchar contra el gobierno en Damasco y luego se han expandido en territorio iraquí. La actitud de Qatar contra Egipto ha sido un motivo de alarma para Washington, que vio a nuevos peligros en la alianza contra el califato. Los Estados Unidos han defendido la acción egipcia, bien contentos de haber encontrado un aliado, por más matriz árabe, aunque dirigido por una dictadura militar, dispuestos a participar en el campo, tanto con las operaciones aéreas, que con tropas de tierra, contra el nuevo frente abierto por el Estado islámico. La actitud de Doha ha recaudado más de una sospecha acerca de las verdaderas intenciones de Qatar, lo que dio la impresión de apoyar a las milicias islámicas en Libia. Este no es un problema reciente, Estados Unidos necesita una alianza basada en los países árabes, que no deben estar sujetos a las grietas, debe, es decir, formar un frente unido contra el fundamentalismo. El apoyo de los egipcios, jordanos gusta es importante, pero ha sido impulsada por los regímenes o gobiernos, si bien declaró que los musulmanes son esencialmente secular. Desde este punto de vista, para combatir la participación del Califato monarquías del Golfo Pérsico, que tienen una mayor implicación con la religión, garantiza una mayor barrera contra las razones del Estado Islámico. Por esta razón, la reunión entre Obama y el emir de Qatar es parte de la estrategia de Estados Unidos para mantener un alto nivel de cooperación con los Estados, que, aunque formalmente aliados, que persiguen una política exterior de una línea diferente de la Casa Blanca. El exponente de Qatar reafirmó su país como garantizar el apoyo a grupos de sólo los musulmanes moderados, y en este curso de acción, probablemente, se acordó con el gobierno de Estados Unidos, sin embargo, como parte de Libia debe comprobar lo que tiene la intención de Qatar para grupos moderados, dada la preponderancia del Estado Islámico. Cabe recordar que en la formación ganadora libio última elección era secular y que se vio obligado a exiliarse en Tobruk sólo por los islamistas, que no le gustaba el veredicto de las urnas, los que probablemente están apoyados por el gobierno de Qatar. Esta reunión no fue del agrado de los republicanos, incluyendo la negativa del presidente de Estados Unidos para reunirse con el primer ministro israelí, invitado por el Congreso, donde el Partido Republicano tiene mayoría. Obama justificó su negativa con la intención de no influir en la campaña electoral en Israel. Acerca de la situación en Palestina, Qatar ha expresado su voluntad de desempeñar un papel de liderazgo en la mediación con el grupo Hamas, cuyos líderes residir en el país.
Obama und der Emir von Katar treffen, um eine Konvergenz bei der Bekämpfung des islamistischen Terrorismus zu finden
Der Rückzug des Botschafters von Katar aus Ägypten, die tiefgreifenden Meinungsverschiedenheiten zwischen Doha und Kairo betonen, anlässlich der Bombardierung, dass das Land auf dem ägyptischen libyschen Gebiet durchgeführt hat, als Reaktion auf die Tötung von koptischen ägyptischen Bürger, betonte der tiefe Kluft in zwischen arabischen Verbündeten der Vereinigten Staaten. Deshalb ist der Gipfel im Weißen Haus zwischen Präsident Obama und dem Emir von Katar Hamad bin Tamin al-Thani, hat auf einem erheblicher Bedeutung, um die strategischen Beziehungen zwischen den beiden Ländern zu bekräftigen. Die Position von Katar und anderen Golfmonarchien ist oft Gegenstand von Analysen und anschließende Kritik, für die Unterstützung der islamischen Gruppen. Das gleiche Kalifat wird wahrscheinlich wuchs bei der Finanzierung der Golfstaaten, des sunnitischen Islam, um Syriens Assad, natürlicher Verbündeter der iranischen Schiiten zu destabilisieren. Die Evolution des islamischen Staates, dann brachte die Gefahr saudischen Grenze, deutliches Zeichen für ein Phänomen aus der Kontrolle der ersten Kreditgeber, der vielleicht gedacht, um eine totale Kontrolle über die fundamentalistischen Miliz haben, zunächst verpflichtet, die Regierung in Damaskus zu kämpfen und dann wurden in irakisches Gebiet erweitert. Die Haltung von Katar gegen Ägypten war ein Grund zur Beunruhigung für Washington, die neue Gefahren in der Allianz gegen das Kalifat sah. Die Vereinigten Staaten haben die Aktion Ägypter, auch uns, einen Verbündeten, für mehr Matrix Arabisch gefunden haben verteidigt, obwohl sie von einer Militärdiktatur, bereit sind, auf dem Gebiet engagieren geführt, sowohl mit Luftoperationen, die mit Bodentruppen, gegen die neue Front der islamischen Staates eröffnet. Die Haltung der Doha hat mehr als ein Verdacht über die wahren Absichten von Katar, die den Eindruck der Unterstützung der islamischen Milizen in Libyen gab angehoben. Dies ist nicht ein Problem vor kurzem, muss die USA eine Allianz auf der Grundlage der arabischen Länder, die nicht der Rissbildung sein sollte, muss, das heißt, bilden eine Einheitsfront gegen den Fundamentalismus. Die Unterstützung der ägyptischen, jordanischen gefällt, ist wichtig, aber es ist von Regimes oder Regierungen getrieben worden, während er erklärt, dass die Muslime im Wesentlichen säkular. Von diesem Standpunkt aus, im Kampf gegen die Beteiligung der Kalifat Monarchien am Persischen Golf, die eine stärkere Beteiligung der Religion, gewährleistet eine höhere Barriere gegen die Gründe des Islamischen Staates haben. Aus diesem Grund wird das Treffen zwischen Obama und dem Emir von Katar ist Teil der US-Strategie, um ein hohes Maß an Zusammenarbeit mit den Staaten, die Wartung, die zwar formal Verbündeten verfolgen eine Außenpolitik einer anderen Leitung aus dem Weißen Haus. Der Exponent von Katar bekräftigt sein Land als Unterstützung zu gewährleisten, um Gruppen von nur moderate Muslime, und in dieser Vorgehensweise ist wahrscheinlich mit der US-Regierung vereinbart wurde, jedoch im Rahmen des Libyen müssen prüfen, was Katar will für mittlere Gruppen, da das Übergewicht des Islamischen Staates. Es sei daran erinnert, dass bei der letzten Wahl libyschen Gewinn Bildung war es, säkulare, die ins Exil in Tobruk nur von Islamisten, die nicht wie das Urteil der Umfragen gezwungen wurde, sind solche, die wahrscheinlich von der Regierung von Katar unterstützt. Dieses Treffen wurde von den Republikanern beliebt, einschließlich der Ablehnung des amerikanischen Präsidenten mit dem israelischen Ministerpräsidenten durch den Kongress, wo die republikanische Partei hat eine Mehrheit eingeladen zu erfüllen. Obama begründete seine Weigerung, mit der Absicht, nicht auf den Wahlkampf in Israel zu beeinflussen. Über die Situation in Palästina, hat Katar seine Bereitschaft, eine führende Rolle bei der Vermittlung mit der Hamas, deren Führer befinden sich in dem Land spielen ausgedrückt.
Obama et l'émir du Qatar se réunissent pour trouver une convergence dans la lutte contre le terrorisme islamique
Le retrait de l'ambassadeur du Qatar à partir de l'Egypte, de souligner les profonds désaccords entre Doha et au Caire, à l'occasion de l'attentat, que le pays a effectué sur le territoire libyen égyptienne, en réponse à l'assassinat de citoyens égyptiens coptes, a souligné le fossé profond en place entre les alliés arabes des Etats-Unis. Ce est pourquoi le sommet tenu à la Maison Blanche entre le président Obama et l'émir du Qatar Hamad bin Tamin al-Thani, a pris une importance majeure, de rappeler les liens stratégiques entre les deux pays. La position du Qatar et d'autres monarchies du Golfe a souvent fait l'objet de l'analyse et de la critique ultérieure, pour le soutien apporté à des groupes islamiques. La même califat est probablement grandi avec le financement des pays du golfe Persique, de l'islam sunnite, afin de déstabiliser la Syrie Assad, allié naturel des chiites iraniens. L'évolution de l'Etat islamique, a alors introduit le danger Arabie frontière, signe évident d'un phénomène hors de contrôle des prêteurs initiaux, qui, peut-être, la pensée d'avoir un contrôle total sur la milice fondamentaliste, d'abord engagé à combattre le gouvernement à Damas puis ont élargi en territoire irakien. L'attitude du Qatar contre l'Egypte a été une cause d'inquiétude pour Washington, qui a vu de nouveaux dangers dans l'alliance contre le califat. Les Etats-Unis a défendu l'action égyptienne, bien heureux d'avoir trouvé un allié, pour plus d'matrice arabe, bien dirigé par une dictature militaire, prêts à se engager dans le domaine, à la fois avec les opérations aériennes, qui avec les troupes au sol, contre le nouveau front ouvert par l'Etat islamique. L'attitude de Doha a soulevé plus qu'un soupçon sur les véritables intentions du Qatar, qui a donné l'impression de soutenir les milices islamiques en Libye. Ce ne est pas un problème récemment, les États-Unis ont besoin d'une alliance sur la base des pays arabes, qui ne devrait pas être soumis à la fissuration, doit, ce est-à former un front uni contre le fondamentalisme. Le soutien de la égyptiens, jordaniens aime est important, mais il a été entraînée par des régimes ou des gouvernements, tout en déclarant que les musulmans sont essentiellement laïque. De ce point de vue, pour lutter contre l'implication du califat monarchies du Golfe Persique, qui ont une plus grande implication de la religion, assure une plus grande barrière contre les raisons de l'État islamique. Pour cette raison, la rencontre entre Obama et l'Emir du Qatar fait partie de la stratégie des États-Unis à maintenir un niveau élevé de coopération avec les États, qui, bien que formellement alliés, poursuivant une politique étrangère d'une ligne différente de la Maison Blanche. L'exposant du Qatar a réaffirmé son pays comme garantissant un soutien à des groupes de musulmans modérés seulement, et dans ce plan d'action est probablement d'accord avec le gouvernement des États-Unis, cependant, dans le cadre de la Libye doit vérifier ce que le Qatar entend pour les groupes modérés, étant donné la prépondérance de l'Etat islamique. Il convient de rappeler que, dans la dernière élection formation gagnante libyenne était laïque et qui a été contraint à l'exil à Tobrouk simplement par les islamistes, qui ne aimait pas le verdict des urnes, ceux-ci sont sans doute pris en charge par le gouvernement du Qatar. Cette réunion n'a pas été apprécié par les républicains, y compris le refus du président américain de rencontrer le Premier ministre israélien invité par le Congrès, où le parti républicain est majoritaire. Obama a justifié son refus avec l'intention de ne pas influencer la campagne électorale en Israël. A propos de la situation en Palestine, le Qatar a exprimé sa volonté de jouer un rôle de premier plan dans la médiation avec le groupe Hamas, dont les dirigeants résider dans le pays.
Obama eo Emir do Qatar se reúnem para encontrar uma convergência na luta contra o terrorismo islâmico
A retirada do embaixador do Qatar do Egito, para enfatizar as profundas divergências entre Doha e Cairo, por ocasião do atentado, que o país tem realizado no território líbio egípcia, em resposta à morte de cidadãos egípcios coptas, destacou a profunda cisão no lugar entre aliados árabes dos Estados Unidos. É por isso que a cimeira realizada na Casa Branca entre o presidente Obama eo Emir do Qatar Hamad bin Tamin al-Thani, assumiu uma grande importância, para reiterar os laços estratégicos entre os dois países. A posição do Qatar e de outras monarquias do Golfo tem sido muitas vezes objecto de análise e crítica posterior, pelo apoio dado a grupos islâmicos. O mesmo califado é provavelmente cresceu com o financiamento dos países do Golfo Pérsico, do Islão sunita, a fim de desestabilizar a Síria Assad, aliado natural dos xiitas iranianos. A evolução do estado islâmico, em seguida, trouxe a Arábia fronteira perigo, sinal claro de um fenômeno fora de controle dos credores iniciais, que, talvez, pensado para ter um controle total sobre a milícia fundamentalista, inicialmente se comprometeram a lutar contra o governo em Damasco e, em seguida, têm se expandido em território iraquiano. A atitude do Qatar contra o Egito tem sido um motivo de alarme para Washington, que viu novos perigos na aliança contra o califado. Os Estados Unidos têm defendido a ação egípcia, bem feliz por ter encontrado um aliado, por mais matriz árabe, embora liderada por uma ditadura militar, dispostos a se engajar no campo, ambos com operações aéreas, que com tropas terrestres, contra a nova frente aberta pelo Estado islâmico. A atitude de Doha já arrecadou mais de uma suspeita sobre as verdadeiras intenções do Qatar, o que deu a impressão de apoiar as milícias islâmicas na Líbia. Este não é um problema recentemente, os Estados Unidos precisam de uma aliança baseada nos países árabes, que não devem ser sujeitas a rachaduras, deve, ou seja, formar uma frente unida contra o fundamentalismo. O apoio da egípcia, jordaniana gosto é importante, mas que tem sido impulsionado por regimes ou governos, ao declarar que os muçulmanos são essencialmente secular. A partir deste ponto de vista, para combater o envolvimento do Califado monarquias do Golfo Pérsico, que têm um maior envolvimento com a religião, garante maior barreira contra as razões do Estado islâmico. Por isso, o encontro entre Obama eo Emir do Qatar é parte da estratégia dos EUA para manter um alto nível de cooperação com Estados, que, embora formalmente aliados, perseguindo uma política externa de uma linha diferente da Casa Branca. O expoente do Qatar reafirmou seu país como garantir o apoio a grupos de apenas muçulmanos moderados, e neste curso de ação é, provavelmente, acordado com o governo dos Estados Unidos, no entanto, como parte da Líbia deve verificar o que pretende Qatar para grupos moderados, dada a preponderância do Estado Islâmico. Recorde-se que na formação vencedora líbio última eleição era secular e que foi forçado ao exílio em Tobruk apenas por islamistas, que não gostou do veredicto das urnas, os que, provavelmente, são apoiados pelo governo do Catar. Esta reunião não foi apreciado pelos republicanos, incluindo a recusa do presidente americano a se reunir com o primeiro-ministro israelense, convidado pelo Congresso, onde o Partido Republicano tem maioria. Obama justificou sua recusa, com a intenção de não influenciar a campanha eleitoral em Israel. Sobre a situação na Palestina, Qatar manifestou a sua vontade de desempenhar um papel de liderança na mediação com o grupo Hamas, cujos líderes residir no país.
Обама и эмир Катара встретиться, чтобы найти точек соприкосновения в борьбе против исламского терроризма
Вывод посла Катара из Египта, чтобы подчеркнуть глубокие разногласия между Дохе и Каире, по случаю взрыва, что страна произвела на египетской территории Ливии, в ответ на убийство коптского Египта граждан, подчеркнул глубокий раскол в месте между арабскими союзниками Соединенных Штатов. Вот почему высшем уровне, состоявшейся в Белом доме между президентом Обамой и эмиром Катара Хамад бен Tamin аль-Тани, взяла на себя большое значение, чтобы повторить стратегических связей между двумя странами. Положение Катара и других монархий Персидского залива часто был предметом анализа и последующей критики, за поддержку, оказанную в исламских групп. Же халифат, вероятно, вырос с финансированием из стран Персидского залива, суннитского ислама, для того, чтобы дестабилизировать Сирии Асада, естественным союзником Ирана шиитов. Эволюция исламского государства, то принес опасность границы с Саудовской Аравией, явный признак явления из-под контроля исходных кредиторов, которые, может быть, думали, чтобы иметь полный контроль над фундаменталистской милиции, первоначально обязались бороться с правительством в Дамаске а затем расширили на территорию Ирака. Отношение Катара против Египта была причина для тревоги для Вашингтона, который видел новые опасности в союз против халифата. Соединенные Штаты защитил действия египетских, очень доволен, что нашел союзника, более матрицы арабском, хотя во главе с военной диктатурой, желающих участвовать в этой области, как с воздушными операциями, которые с сухопутными войсками, против нового фронта, открытого исламского государства. Отношение Дохе было собрано более подозрение о подлинных намерениях Катара, который дал впечатление поддержке исламских боевиков в Ливии. Это не проблема в последнее время, Соединенные Штаты должны союз, основанный на арабские страны, которые не должны быть предметом трещин, необходимо, то есть, создать единый фронт против фундаментализма. Поддержка Египта, Иордании нравится это важно, но это было обусловлено режимов и правительств, заявляя, что мусульмане в основном светский характер. С этой точки зрения, для борьбы с участия халифата монархий Персидского залива, которые имеют более широкое вовлечение религии, обеспечивает большую защиту против причин исламского государства. По этой причине встреча между Обамой и эмиром Катара является частью стратегии США по поддержанию высокого уровня сотрудничества с государствами, которые, хотя формально союзниками, проводит внешнюю политику другой линии от Белого дома. Показатель Катар подтвердил свою страну как гарантия поддержки групп только умеренных мусульман, и в этом процессе действия, вероятно, согласился с правительством США, однако, как часть Ливии должны проверить, что намерен Катар для умеренных групп, учитывая преобладание исламского государства. Следует напомнить, что на последних выборах формирования Ливийская победа стала для светских и который был вынужден эмигрировать в Тобрук только исламистами, которые не любят приговор выборы, тем, вероятно, при поддержке правительства Катара. Эта встреча не понравилась республиканцев, в том числе отказа от американского президента, чтобы встретиться с премьер-министром Израиля пригласил Конгрессом, где Республиканская партия имеет большинство. Обама оправдал свой отказ с намерением не влиять на предвыборную кампанию в Израиле. О ситуации в Палестине, Катар выразил готовность играть ведущую роль в посредничестве с группировкой ХАМАС, лидеры которого проживают в стране.
奧巴馬和卡塔爾埃米爾滿足找到打擊伊斯蘭恐怖主義的鬥爭中融合
卡塔爾埃及大使,撤出強調多哈和開羅之間的深刻分歧,對轟炸之際,該國已在埃及利比亞領土進行,針對科普特埃及公民殺害,突出了深深的裂痕在美國的阿拉伯盟友之間發生。這就是為什麼在白宮,奧巴馬總統和卡塔爾哈馬德本達明阿勒薩尼埃米爾之間舉行的首腦會議上,已就一項重大重要性,重申兩國之間的戰略關係。卡塔爾等海灣君主國的地位往往是分析和隨後批評的對象,為給伊斯蘭組織的支持。同樣的哈里發可能是從小一起長大的波斯灣國家,遜尼派伊斯蘭教的融資,以動搖敘利亞的阿薩德,伊朗什葉派的天然盟友。伊斯蘭國家的發展,那麼所帶來的危險,沙特邊境的現象了最初的貸款人,誰,也許,認為有一個總量控制在原教旨主義民兵控制的明顯標誌,最初承諾爭取政府在大馬士革然後擴大到伊拉克境內。卡塔爾對埃及的態度已經報警華盛頓,誰在反對哈里發聯盟看到了新的危險的原因。美國辯護行動埃及,好高興已經找到了一個盟友,更多的矩陣阿拉伯語,雖然為首的軍事獨裁,願意從事的領域,都與空中作戰,與地面部隊,對新的前打開的伊斯蘭國家。多哈的態度已經募集了超過一個關於卡塔爾的真實意圖,這給了支持伊斯蘭武裝分子在利比亞的印象懷疑。這不是一個問題,最近,美國需要基礎上,阿拉伯國家,不應受到開裂,聯盟必須,也就是形成了統一戰線,反對原教旨主義。支持埃及的,約旦希望是很重要的,但它已經推動政權或政府,同時宣布,穆斯林基本上是世俗的。從這個角度來看,打擊哈里發海灣君主國,其中有一個更大的參與宗教,保證了對伊斯蘭國家的原因,更大的障礙的參與。出於這個原因,奧巴馬和卡塔爾埃米爾之間的會晤是美國的戰略保持合作的高水平的狀態,中一部分,雖然正式的盟友,尋求外國不同的線路,從白宮的政策。卡塔爾指數重申了他的國家的支持,保證只有溫和的穆斯林群體,並在此過程中的行動很可能同意與美國政府,但是,由於利比亞的一部分,必須檢查出什麼打算卡塔爾中度組,考慮到伊斯蘭國家的優勢。應當指出,在上次選舉中獲勝利比亞形成是世俗和誰被迫流亡在托布魯克只是伊斯蘭主義者,誰不喜歡投票的判決,這些都可能是由卡塔爾政府的支持。本次會議沒有被共和黨人喜歡,包括美國總統的拒絕會見以色列總理邀請國會,那裡的共和黨多數。奧巴馬有理由拒絕他的意圖不影響競選活動在以色列。關於巴勒斯坦局勢,卡塔爾已經表示願意與哈馬斯組織,其領導人在該國居住調解中發揮主導作用。
オバマとカタールの首長は、イスラムテロとの闘いにおける収束を見つけるために満たす
ドーハとカイロの間に深い意見の相違を強調するエジプトからカタールの大使の撤退は、爆撃の際に、国がコプト語エジプトの市民の殺害に応じて、エジプト、リビア領土に行ったことを、強調し米国のアラブ同盟国間の所定の位置に深い亀裂。オバマ大統領、カタールハマドビンTaminアル·タニのエミール間にホワイトハウスで開催されたサミットでは、主要な重要性を取った両国間の戦略的関係を改めて表明する理由です。カタールや他の湾岸君主の位置はしばしばイスラムのグループに与えられたサポートのために、分析およびその後の批判の対象となっている。同じカリフはおそらく、シリアのアサド、イランのシーア派の自然な同盟国を不安定にするためには、スンニ派イスラム教のペルシャ湾岸諸国の資金調達に育っている。イスラム国家の進化は、その後最初にダマスカスで政府と戦うことを約束し、多分、原理主義民兵を完全にコントロールを持っていると考えられ、危険サウジ国境、初期貸し手のコントロールのアウト現象の明確なサインをもたらしたその後イラクの領土に進出している。エジプトに対するカタールの態度はカリフに対して同盟に新たな危険を見たワシントンのためのアラームの原因となっていた。地上部隊とのフィールドに従事して喜んで軍事独裁、空中操作で両方、率いるていますが、米国では、多くのマトリックスアラビア語のため、同盟国を発見したのにも喜んでエジプトの行動を擁護している、イスラム国家でオープンした新しいフロントに対して。ドーハの態度はリビアのイスラム民兵を支援するの印象を与えたカタールの真の意図について疑い、より多くを調達している。これは、米国が、つまり、原理主義に対する共同戦線を形成しなければならないクラッキングの対象にすべきではないアラブ諸国、に基づいて、同盟関係を必要とする最近の問題ではありません。エジプトのサポート、ヨルダンなどが重要ですが、イスラム教徒は本質的に世俗的であることを宣言している間には、体制や政府によって駆動されています。この観点から、宗教と大きな関わりを持っているカリフペルシャ湾の君主、の関与を戦うために、イスラム国家の理由からに対して大きな障壁を保証します。このためオバマとカタールの首長との会談はホワイトハウスとは異なるラインの外交政策を追求して、ものの正式に同盟国、米国、との協力の高いレベルを維持する米国の戦略の一部である。カタールの指数は、カタールの意図に反しチェックアウトする必要がある唯一の適度なイスラム教徒のグループに支援を保証するように彼の国を再確認し、アクションのこのコースではおそらくリビアの一環として、しかし、米国政府と合意している適度なグループのために、イスラム国家の優越を与えられた。これは、前回の選挙リビアの勝利の形成の経年ことだったと誰がちょうどポールの評決を好きではなかったイスラム主義者によるトブルクに亡命を余儀なくされたことを想起すべきである、それらはおそらく、カタールの政府によってサポートされています。この会議は共和党が過半数を持って議会に招かイスラエル首相、に会うためにアメリカの大統領の拒否を含め、共和党からも好かれていませんでした。オバマ氏はイスラエルの選挙運動に影響を与えない意思をもっ拒否を正当化した。パレスチナ情勢について、カタールは、その指導者の国に存在するグループハマスとの仲介において主導的な役割を再生するには、その意思を表明している。...
أوباما وأمير قطر تلبية لإيجاد تقارب في مكافحة الإرهاب الإسلامي
سحب
سفير قطر من مصر، للتأكيد على خلافات عميقة بين الدوحة والقاهرة، بمناسبة
التفجير، ان البلاد التي تجرى على الأراضي الليبية المصرية، ردا على قتل
المواطنين الأقباط المصريين، سلط الضوء على الشرخ العميق في مكان بين الحلفاء العرب للولايات المتحدة. هذا
هو السبب في القمة التي عقدت في البيت الأبيض بين الرئيس أوباما وأمير قطر
حمد بن تميم آل ثاني، اتخذت على أهمية كبرى، إلى التأكيد على العلاقات
الاستراتيجية بين البلدين. لقد كان موقف قطر وغيرها من دول الخليج غالبا ما تكون موضوع تحليل ونقد لاحق، على الدعم المقدم إلى الجماعات الإسلامية. ربما
ونما نفس الخلافة مع تمويل دول الخليج الفارسي، من الإسلام السني، من أجل
زعزعة استقرار الأسد في سوريا، الحليف الطبيعي للشيعة الإيرانيين. تطور
الدولة الإسلامية، ثم أحضر الحدود السعودية خطر، علامة واضحة على ظاهرة
خارج نطاق السيطرة من المقرضين الأولية، الذي، ربما، ويعتقد أن يكون لها
السيطرة الكاملة على الميليشيات الأصولية، وتعهد في البداية لمحاربة
الحكومة في دمشق ثم توسعت إلى داخل الأراضي العراقية. لقد كان موقف قطر ضد مصر سببا للقلق بالنسبة لواشنطن، الذين رأوا مخاطر جديدة في التحالف ضد الخلافة. ودافعت
الولايات المتحدة التحرك المصرى، يسر جيدا أن وجدت حليفا، لمزيد من
المصفوفة العربية، على الرغم بقيادة دكتاتورية عسكرية، وعلى استعداد للدخول
في هذا المجال، على حد سواء مع العمليات الجوية، والتي مع القوات البرية، ضد الجبهة الجديدة التي فتحتها الدولة الاسلامية. وأثار موقف الدوحة أكثر من الشك حول النوايا الحقيقية للقطر، والذي أعطى انطباعا للدعم الميليشيات الاسلامية في ليبيا. هذه
ليست مشكلة في الآونة الأخيرة، والولايات المتحدة بحاجة تحالف يقوم على
الدول العربية، التي لا ينبغي أن تخضع لتكسير، يجب، أي تشكيل جبهة موحدة ضد
الأصولية. بدعم
من المصرية، مثل الأردني هو المهم، ولكن ما كان مدفوعا من قبل الأنظمة أو
الحكومات، في حين يعلن أن المسلمين هم العلماني أساسا. من
وجهة النظر هذه، لمكافحة إشراك دول الخليج الفارسي الخلافة، والتي لها
مشاركة أكبر مع الدين، ويضمن أكبر حاجز ضد أسباب للدولة الإسلامية. لهذا
السبب لقاء بين أوباما وأمير قطر هو جزء من استراتيجية الولايات المتحدة
للحفاظ على مستوى عال من التعاون مع الدول، والتي، على الرغم من أن حلفاء
رسميا، تنتهج سياسة الخارجية للخط يختلف عن البيت الأبيض. أكد
الأس قطر بلاده كما تضمن الدعم لمجموعات من المسلمين المعتدلين فقط، وهذا
الإجراء ربما يتم الاتفاق مع حكومة الولايات المتحدة، ومع ذلك، وكجزء من
ليبيا يجب أن تحقق ما تعتزم قطر لالجماعات المعتدلة، نظرا لكثرة الدولة الإسلامية. وتجدر
الإشارة إلى أنه في الانتخابات الأخيرة تشكيل الفوز الليبي كان لالعلمانية
والذي اضطر إلى المنفى في طبرق فقط من قبل الإسلاميين، الذين لم يعجبه حكم
صناديق الاقتراع، وتلك ربما بدعم من حكومة قطر. لم
أحب هذا الاجتماع الجمهوريين، بما في ذلك رفض الرئيس الأمريكي للاجتماع مع
رئيس الوزراء الاسرائيلي بدعوة من الكونغرس، حيث لديه الحزب الجمهوري
الأغلبية. أوباما برر رفضه بقصد عدم التأثير على الحملة الانتخابية في اسرائيل. حول الوضع في فلسطين، وقد أعربت قطر عن استعدادها للعب دور قيادي في التوسط مع حركة حماس، الذي يقيم في البلاد القادة.
mercoledì 25 febbraio 2015
Amnesty International critica le Nazioni Unite e propone una riforma del diritto di veto del Consiglio di sicurezza
L'organizzazione umanitaria Amnesty International ha presentato il proprio rapporto sulla situazione dell’applicazione dei diritti umani in circa 160 paesi del mondo. Il 2014 è stato considerato come l’anno peggiore per il gran numero di rifugiati dopo la seconda guerra mondiale, un dato, quindi, che conferma che la pace nel mondo non esiste e come il pianeta sia attraversato da tanti conflitti locali, che ne determinano una situazione esplosiva a livello umanitario e che mette in costante pericolo anche gli stati che si considerano in pace. Nei principali punti di conflitto: Siria, Iraq, Ucraina, Nigeria e Gaza, hanno trovato la morte milioni di civili, un numero tanto grande per il quale è difficile perfino fare delle stime precise, mentre i rifugiati, molti dei quali vivono in condizioni igieniche approssimative, in campi profughi di emergenza, spesso situati in nazioni già afflitte da povertà endemica, sarebbero ben 15 milioni di persone. Si tratta di una situazione che rischia di diventare incontrollata e dove i segni più tangibili sono la ricomparsa di malattie che si credeva debellate ed il traffico di esseri umani, in fuga dalle violenze. Le cause non vanno ricercate soltanto nella condotta violenta delle parti in guerra, ma anche nelle risposte inefficaci della comunità internazionale, che non si è impegnata nella protezione dei più indifesi, spesso per ragioni di puro opportunismo politico ed economico, e del massimo organismo sovranazionale esistente, le Nazioni Unite, che furono create proprio con lo scopo di regolare i conflitti per mantenere la pace. Al contrario la sequenza di violazioni del diritto umanitario ha evidenziato una assoluta inutilità dell’ONU, organismo creato alla fine della seconda guerra mondiale e quindi ormai inadatto all’evoluzione storica del panorama internazionale, che necessita di una profonda revisione, come, d’altronde, richiesto da più parti. In questa ottica risulta evidente come una potenziale azione di contenimento e risoluzione di gravi crisi internazionali, da parte del soggetto Nazioni Unite, sia bloccato dall’assurdo funzionamento del Consiglio di sicurezza, l’organo preposto per il mantenimento della sicurezza e della pace mondiale, dove i cinque membri permanenti (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina, Russia) con il loro potere di veto, anche di uno solo di essi, può impedire l’approvazione di qualsiasi risoluzione. Risulta chiaro come uno strumento di un potere del genere possa essere usato, come effettivamente avviene, per singoli interessi nazionali o per ragioni di equilibri internazionali, nonostante le palesi violazioni del diritto umanitario. A seguito dei dati riportati da Amnesty International, la necessità e l’urgenza di una riforma è di pressante attualità. L’organizzazione umanitaria ha sviluppato una interessante proposta, che permetterebbe ai membri permanenti di rinunciare al diritto di veto, in presenza di situazioni di particolare atrocità. Deve essere ricordato che la politica estera dei paesi occidentali che compongono i membri permanenti (Regno Unito, Francia e Stati Uniti) è stata finora molto flessibile in base al fatto in esame, sempre comunque in linea con l’interesse nazionale e l’orientamento del governo in carica e non regolata da alcuna norma generale, tranne che per gli USA, che usano il diritto di veto ogni qualvolta Israele sia l’oggetto di una qualche risoluzione. Per Cina e Russia, vigeva, invece, la regola generale della non ingerenza negli affari interni degli altri paesi: questa prassi ha spesso impedito azioni contro genocidi, che potevano essere contenuti con interventi sotto l’egida dell’ONU. La regola adottata da Cina e Russia, in verità, è stata spesso una scusa per proteggere interessi economici o politici o per impedire che una situazione particolare si trasformasse a favore degli USA o dell’occidente. La guerra siriana e quella ucraina, hanno poi rappresentato come il potere di veto sia stato esercitato da un membro parte in causa, una fattispecie che il regolamento dell’ONU non aveva previsto e che dovrebbe essere oggetto di variazione. Un esempio di cosa potrebbe consentire la rinuncia al diritto di veto sarebbe stato rappresentato dalla possibilità per la Corte penale internazionale di perseguire gli autori dei massacri siriani. Un ulteriore strumento, secondo Amnesty International, potrebbe essere rappresentato dalla ratifica del trattato sul commercio delle armi, che potrebbe fermare l’invio di armamenti in quei paesi dove gli strumenti bellici potrebbero andare in mano a gruppi paramilitari (come è nel caso del califfato, di Boko Haram e dei filorussi). Senza che questi suggerimenti vengano presi in esame e resi effettivi, l’organizzazione umanitaria non prevede che il trend negativo sul rispetto dei diritti umani, sia invertito nel 2015.
Amnesty International criticizes the United Nations and proposes a reform of the veto of the Security Council
The humanitarian organization Amnesty International has submitted its report on the situation of the application of human rights in 160 countries around the world. 2014 was regarded as the worst year for the large number of refugees after the Second World War, a given, then, that confirms that there is no peace in the world and how the planet is crossed by many local conflicts, which determine an explosive situation in humanitarian and putting in constant danger also states that consider themselves in peace. In the main points of conflict: Syria, Iraq, Ukraine, Nigeria and Gaza, were killed millions of civilians, such a large number for which it is difficult even to make precise estimates, while the refugees, many of whom live in hygienic conditions approximate, in refugee camps emergency, often located in countries already suffering from endemic poverty, would be as many as 15 million people. It is a situation that is likely to become uncontrolled and where the most striking evidence of the resurgence of diseases that were believed eradicated and human trafficking, fleeing violence. The causes are to be found not only in the violent conduct of the warring parties, but also ineffective in the responses of the international community, which is committed to the protection of the most vulnerable, often for reasons of pure political opportunism and cheap, and the maximum existing supranational body , the United Nations, which were created precisely in order to regulate conflicts to keep the peace. In contrast, the sequence of violations of humanitarian law showed utter futility UN body created at the end of World War II and then become unsuitable to the historical evolution of the international scene, it needs a major overhaul, as, indeed , requested by several parties. In this perspective it is clear that a potential containment action and resolution of serious international crises, by the subject UN, is locked from the absurd operation of the Security Council, the body responsible for the maintenance of security and world peace, where the five permanent members (the United States, Britain, France, China, Russia) with their veto power, even one of them, it can prevent the passage of any resolution. It is clear as a tool of such power can be used, as actually happens, for individual national interests or for reasons of international balance, despite the clear violations of humanitarian law. As a result of the data reported by Amnesty International, the necessity and urgency of reform is pressing current. The humanitarian organization has developed an interesting proposal, which would allow the permanent members to give up the right of veto, in situations of particular atrocities. It must be remembered that the foreign policy of Western countries that make up the permanent members (United Kingdom, France and the USA) has so far been very flexible on the basis that under consideration, but always in line with the national interest and the orientation of incumbent government and not regulated by any general rule, except for the US, using the right of veto whenever Israel is the object of some resolution. For China and Russia, was in force, however, the general rule of non-interference in the internal affairs of other countries, this practice has often prevented action against genocide, they could be content with interventions under UN auspices. The rule adopted by China and Russia, in truth, was often an excuse to protect economic or political interests or to prevent a particular situation from turning in favor of the US or the West. The Syrian War and the Ukrainian, they then represented as the veto power has been exercised by a member of a party, a case that the regulation of the UN had not foreseen and which should be subject to alteration. An example of what could allow the renunciation of the right of veto would be represented by the possibility for the International Criminal Court to prosecute the perpetrators of the massacres Syrians. Another tool, according to Amnesty International, could be represented by the ratification of the Treaty on the arms trade, which could stop sending arms to countries where the instruments of war could go hand in paramilitary groups (as in the case of the caliphate, Boko Haram and the pro-Russian). Without these suggestions are taken into consideration and made effective, the humanitarian organization does not provide that the negative trend on the respect of human rights, is reversed in 2015.
Amnistía Internacional critica a las Naciones Unidas y propone una reforma del veto del Consejo de Seguridad
La organización humanitaria Amnistía Internacional ha presentado su informe sobre la situación de la aplicación de los derechos humanos en 160 países de todo el mundo. 2014 fue considerado como el peor año para el gran número de refugiados después de la Segunda Guerra Mundial, un hecho, entonces, que confirma que no hay paz en el mundo y cómo el planeta está atravesado por numerosos conflictos locales, que determinan una situación explosiva en humanitaria y poniendo en constante peligro, además, que se consideran en paz. En los principales puntos de conflicto: Siria, Irak, Ucrania, Nigeria y Gaza, murieron millones de civiles, un número tan grande de las que es difícil incluso para hacer estimaciones precisas, mientras que los refugiados, muchos de los cuales viven en condiciones higiénicas aproximadamente, en los campamentos de refugiados de emergencia, a menudo se encuentra en los países que ya sufren de pobreza endémica, sería nada menos que 15 millones de personas. Es una situación que es probable que se está perdiendo control y donde la evidencia más sorprendente de la reaparición de enfermedades que se creían erradicadas tráfico y humano, huyendo de la violencia. Las causas se encuentran no sólo en la conducta violenta de las partes en conflicto, sino también ineficaz en las respuestas de la comunidad internacional, que está comprometido con la protección de los más vulnerables, a menudo por razones de puro oportunismo político y económico, y el máximo órgano supranacional existente , las Naciones Unidas, que fueron creadas precisamente para regular los conflictos para mantener la paz. Por el contrario, la secuencia de violaciónes del derecho humanitario mostró absoluta inutilidad organismo de la ONU creada a finales de la Segunda Guerra Mundial y luego se convierten en no aptos para la evolución histórica de la escena internacional, se necesita una reforma importante, como, de hecho , solicitado por varios partidos. En esta perspectiva, es evidente que una acción de las posibilidades de contención y resolución de graves crisis internacionales, por la ONU tema, están bloqueados desde la operación absurda del Consejo de Seguridad, el órgano responsable del mantenimiento de la seguridad y la paz mundial, donde los cinco miembros permanentes (Estados Unidos, Gran Bretaña, Francia, China, Rusia) con su poder de veto, incluso uno de ellos, que pueden impedir el paso de cualquier resolución. Es claro como una herramienta de ese poder se puede utilizar, como sucede en realidad, para los intereses nacionales individuales o por razones de equilibrio internacional, a pesar de las claras violaciónes del derecho humanitario. Como resultado de los datos reportados por Amnistía Internacional, la necesidad y la urgencia de la reforma está presionando actual. La organización humanitaria ha desarrollado una interesante propuesta, que permitiría a los miembros permanentes a renunciar al derecho de veto, en situaciones de atrocidades particulares. Hay que recordar que la política exterior de los países occidentales que integran los miembros permanentes (Reino Unido, Francia y Estados Unidos) ha sido hasta ahora muy flexible en base a que se examina, pero siempre de acuerdo con el interés nacional y la orientación de gobierno de turno y no regulados por una norma general, a excepción de los EE.UU., con el derecho de veto cuando Israel es objeto de alguna resolución. En cuanto a China y Rusia, estaba en vigor, la acción sin embargo, la regla general de la no injerencia en los asuntos internos de otros países, esta práctica ha impedido muchas veces contra el genocidio, que podría ser contenido con intervenciones bajo los auspicios de la ONU. La regla adoptada por China y Rusia, en verdad, era a menudo una excusa para proteger los intereses económicos o políticos o para evitar una situación en particular se convierta en favor de los EE.UU. o en el Oeste. La Guerra Siria y el ucraniano, que luego representan como el poder de veto ha sido ejercida por un miembro de un partido, un caso que no había previsto la regulación de la ONU y que debe ser objeto de alteración. Un ejemplo de lo que podría permitir a la renuncia al derecho de veto estaría representada por la posibilidad de que la Corte Penal Internacional para juzgar a los autores de los sirios masacres. Otra herramienta, según Amnistía Internacional, podría ser representado por la ratificación del Tratado sobre el comercio de armas, lo que podría detener el envío de armas a países en los instrumentos de la guerra podrían ir acompañadas de grupos paramilitares (como en el caso del califato, Boko Haram y el pro-ruso). Sin estas sugerencias son tomadas en cuenta y hacen efectivos, la organización humanitaria no prevé que la tendencia negativa en el respeto de los derechos humanos, se invierte en 2015.
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