Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
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venerdì 4 luglio 2014
التقارب بين المملكة العربية السعودية والولايات المتحدة، وهو أمر ضروري لتوازن العراقيين
وقد أدى حل القوات المسلحة العراقية، الذين تسربوا، مع حوالي 2،500 الموظفين، المنطقة الحدودية مع المملكة العربية السعودية، لنشر حوالي 30،000 جندي في الرياض
على طول الحدود مع العراق. بل هو الحدود حوالي 800 كيلو مترا، والتي قد يكون لها العديد من نقاط الضعف للتسلل الى الاراضي السعودية من قبل قوات الدولة الإسلامية في العراق وبلاد الشام. على الرغم من كونه احتمال بعيد عن التفاوت من القوات في الميدان وتحديد للقوات المسلحة في المملكة العربية السعودية، الذين ليسوا في خطر تفكك فيما يتعلق العراقية، يمثل هذا الترتيب إلى الكمال كما ان الحكومة السعودية لا نقلل من خطر الأصوليين الإسلاميين، والآن خارج أي رقابة دولية. في الواقع، فإن النسيج الاجتماعي العربية السعودية، وضعت تحت رقابة صارمة من قبل الحكومة المركزية، لا ينبغي أن يكون وسيلة مناسبة لفهم ثقافة مطالب الجهاديين. المملكة العربية السعودية ينطبق على التطبيق الصارم للشريعة الإسلامية وغالبية السكان من السنة مصفوفة، وجاءت المظاهرات ضد النظام فقط من النمو الأقليات، التي، مع ذلك، ليست على استعداد للتحالف مع الأصوليين السنة، ولا حتى لرفع الوضع الاجتماعي للتمييز في المملكة العربية السعودية. الشخص الذي تخشى الرياض هو القرب خطرا على المتطرفين من دولة العراق الإسلامية وبلاد الشام، والتي يمكن أن تجعل المظاهرات معزولة ضد الأراضي السعودية. هذه الحالة لديه، ومع ذلك، جانبا هاما من السياسة الخارجية في المنطقة، وتوفير فرصة حقيقية للتقارب بين المملكة العربية السعودية والولايات المتحدة، التي ظلت لفترة طويلة متوترة لقربها المتزايدة إلى واشنطن العلاقات مع طهران. ، من خلال اتصال هاتفي استغرق مكان بين قادتهم اتفقت الحكومتان على الحاجة الملحة للتوصل إلى اتفاق فوري أن يعرف كيفية تشجيع تشكيل حكومة وحدة وطنية في دولة العراق. ويعارض كلا البلدين لتقسيم دولة العراق، والتي قد يكون لصالح تشكيل دولة منفصلة النمو، والذي من شأنه في نهاية المطاف لا مفر منه تحت سيطرة إيران. هذا الاحتمال يمكن أن تخريب التوازن الإقليمي الحالي على حساب السعوديين. صالح أمريكا الإبقاء على الوضع الراهن يمكن أن يكون الاجتماع مثمرا الأرض لشراكة متجددة بين المملكة العربية السعودية والولايات المتحدة، وتحديدا على أساس تحالف ضد الجيش تتقدم للدولة العراق الإسلامية و ليفانتي. في الماضي، أدى الانقسام العميق بشأن الإجراءات التي يتعين اتخاذها ضد الأسد إلى استراتيجيات مختلفة، وغالبا ما المعاكس بين البلدين، التي ساهمت في إزالة الحليفين. لقد ذهبت القروض والإمدادات بالأسلحة والمواد من الجزيرة العربية إلى حد كبير نحو تشكيلات أصولية، وبعضها، ويفترض، وشكلت أساس ما أصبح الان دولة العراق الإسلامية وبلاد الشام. وينبغي أن نتذكر أن الاختراق السهل لهذه المنظمة في الأراضي العراقية، وكان الهدف معروف، وبصرف النظر عن عدم الطعن بما فيه الكفاية، وكان يفضلها على الموقف الأمريكي على أقل تقدير الهواة حول إدارة سحب قواتها المسلحة، مشتركة سياسة لكامل السكيثيين لا تسيطر بشكل كاف من قبل واشنطن. ينبغي أن ينظر إلى سبب هذا في وعود حملة أوباما، وربما في محاولة لإرضاء طهران في ضوء التعاون لمادة ذرية. ذلك في محاولة لتحقيق أهداف أخرى، فقد البصر من الصورة العامة، والتأثير العام على الساحة الدولية، والآثار المترتبة على الاتجاه الذي اتخذه السياسة الداخلية للعراق. وبالتالي فإن الوضع الحالي ليس ابنة أحد الإجراءات المنسقة بين الحلفاء وسياسة داخلية كارثية، الذي قضى على أهل السنة من المشاركة في السيطرة على البلاد. اتفاق تجدد بين السعوديين والأميركيين هو شرط أساسي للعودة أراضي البلاد تحت سيادتها، ولكن هذا ليس سوى الشرط الأولي لتحقيق الاستقرار في العراق، والتي يمكن أن تستمد جزءا من المسؤولية من التوازن الإقليمي.
mercoledì 2 luglio 2014
Israele cerca una alleanza con i Curdi
In un medio oriente sempre più scosso da guerre, tensioni e forte senso di instabilità, la proposta di Netanyahu, a favore della creazione di uno stato curdo indipendente, assume un elemento strategico nella politica estera israeliana e può diventare un fattore, seppure parziale di stabilizzazione dell’area. Israele abitualmente è molto cauto ad esprimersi sulle questioni dei paesi mediorientali ed arabi, preferendo mantenere un basso profilo, che impedisca l’occasione di accusare Tel Aviv di ingerenza. Inoltre, la questione curdo turca è molto delicata, perché va a toccare gli interessi della Turchia, con la quale i buoni rapporti sono ormai un ricordo. Anche gli Stati Uniti, maggiore alleato israeliano, si sono sempre espressi, probabilmente sbagliando tattica, per un Iraq indivisibile, malgrado le difficoltà di convivenza tra le parti del paese. Nonostante questa impostazione Washington ha favorito l’autonomia curda nel paese irakeno, anche in virtù dell’aiuto dato dai combattenti curdi all’esercito americano durante la guerra con Saddam; tuttavia, per una visione, forse limitata, della politica nella regione ed anche per non andare contro agli interessi turchi, partner essenziale della NATO nell’area, la Casa Bianca non si è mai espressa in favore di una autonomia statale del popolo curdo. Con queste premesse, specialmente in materia di politica estera, risulta ancora più sorprendente il sostegno di Israele alla creazione di un Kurdistan indipendente, anche contro le intenzioni di Washington. L’elemento di novità nella politica estera di Tel Aviv pare giustificato nella necessità di avere nuovi alleati per Israele all’interno dell’area mediorientale, che si sta caratterizzando per una pericolosa involuzione verso l’estremismo islamico. Del resto anche i curdi non sono ben visti dai governi arabi o musulmani e rappresenterebbero un alleato ideale per il paese israeliano. Per i curdi si tratta di un riconoscimento importante, che può mettere al centro delle discussioni diplomatiche, la necessità della creazione tanto agognata dello stato del Kurdistan. Certamente questa proposta incontrerà l’opposizione sicura di Turchia ed Iran, accrescendo le distanze dei due paesi da Tel Aviv, ma rappresenta una proposta ragionevole per una etnia divisa in maniera sbagliata dalla divisione miope del colonialismo europeo, che ha saputo, quando ne ha avuto occasione, dimostrare buone capacità di organizzazione e governo. A livello diplomatico la netta presa posizione di Israele rappresenta una novità e potrebbe essere l’inizio di una nuova interpretazione sulla scena internazionale, tesa anche ad uscire dall’isolamento per la questione palestinese. Il premier israeliano ha affermato che tra israeliani e curdi è già intercorsa, fin dagli anni 50 dello scorso secolo, una collaborazione a livello informale, che potrebbe, a questo punto essere sancita in maniera ufficiale. Questa impostazione potrebbe anche costringere gli USA a sbilanciarsi in favore di uno stato curdo, anche solo limitato alla zona irakena, mettendo sulla scena diplomatica tutta l’autorevolezza di Washington. In una prospettiva di contenimento dell’avanzata estremista sunnita questo fatto presenta, però una duplice lettura: se si considera il Kurdistan un argine contro l’integralismo, al di fuori di alleanze con gli storici nemici degli arabi, per la NATO può essere una occasione di avere un appoggio sicuro, viceversa, una alleanza ufficiale con Israele, potrebbe fare diventare i curdi un sicuro bersaglio, un simbolo da attaccare per gli estremisti; questo obbligherebbe gli USA ad un impegno in prima persona a difesa della nuova entità statale. In ogni caso si tratta di scenari futuri, che potrebbero essere ancora lontani, qui, per il momento, preme considerare la novità, in campo diplomatico di Israele, che con questa mossa potrebbe dare una direzione diversa alla propria politica estera nell’area limitrofa, in chiave di autodifesa anche sul piano politico, oltre che su quello militare.
Israel seeks an alliance with the Kurds
In a Middle East increasingly shaken by wars, tensions and strong sense of instability, the proposed Netanyahu, in favor of creating an independent Kurdish state, becomes a strategic element in Israeli foreign policy and can become a factor, albeit partial stabilization the area. Israel is usually very cautious to express their views on issues of the Middle East and Arab countries, preferring to keep a low profile, to prevent the chance of Tel Aviv accused of meddling. In addition, the Turkish Kurdish issue is very delicate, because it touches the interests of Turkey, with whom good relations are now a thing. Even the United States, Israel's most important ally, have always expressed, probably wrong tactics for an Iraq indivisible, despite the difficulties of cohabitation between the parties of the country. Although this approach Washington has encouraged the Iraqi Kurdish autonomy in the country, also by virtue of the aid given by Kurdish fighters to the American army during the war with Saddam; However, for a vision, perhaps limited, politics in the region and also not to go against the interests of the Turks, a key partner in NATO, the White House has never voted in favor of state autonomy of the Kurdish people. With this in mind, especially in matters of foreign policy, it is even more surprising support of Israel to the creation of an independent Kurdistan, even against the intentions of Washington. The new element in the foreign policy of Tel Aviv seems justified by the need to have new allies for Israel in the Middle East, which is being characterized by a dangerous decline toward Islamic extremism. Moreover, even the Kurds are not well regarded by the Arab governments or Muslims and represent an ideal ally for the country of Israel. For the Kurds, it is an important recognition, which can put at the center of diplomatic discussions, the need for long-awaited creation of the state of Kurdistan. Certainly, this proposal will be opposed Safe Turkey and Iran, increasing the distances of the two countries from Tel Aviv, but it represents a reasonable proposal for a uniform ethnicity in the wrong way by the division of the short-sighted European colonialism, which has been able, when he had occasion, show good skills of organization and government. On the diplomatic level the clear position taken by Israel is a novelty and could be the beginning of a new interpretation on the international scene, that also aims to emerge from isolation to the Palestinian question. The Israeli prime minister said that between the Israelis and the Kurds have already exchanged, since the 50s of last century, a collaboration at an informal level, which might at this point be enshrined in an official manner. This setting may also force the U.S. to become unbalanced in favor of a Kurdish state, but only limited to the area of Iraq, putting on the diplomatic scene all the authority of Washington. With a view to contain the advance extremist Sunni this fact has, however, a double interpretation: if one considers the Kurdistan a bulwark against fundamentalism, outside of alliances with the traditional enemies of the Arabs, to NATO may be an opportunity to have a safe, conversely, an official alliance with Israel, the Kurds could become a safe target, a symbol from attack by extremists; this would force the U.S. to a personal commitment to the defense of the new state. In any case it is future scenarios, which may still be far away, here, for the moment, consider press novelty, in the diplomatic arena of Israel, that with this move might give a different direction to its foreign policy in the neighboring area, in terms of self-defense on the political level, as well as on the military.
Israel busca una alianza con los kurdos
En un Oriente Medio cada vez más sacudido por guerras, tensiones y fuerte sentido de la inestabilidad, la propuesta de Netanyahu, a favor de la creación de un estado kurdo independiente, se convierte en un elemento estratégico en la política exterior israelí y puede llegar a ser un factor, aunque la estabilización parcial el área. Israel suele ser muy cautelosos al expresar sus puntos de vista sobre asuntos de Oriente Medio y los países árabes, y prefieren mantener un perfil bajo, para evitar la posibilidad de que Tel Aviv acusó de intromisión. Además, la cuestión kurda de Turquía es muy delicado, porque toca los intereses de Turquía, con el que las buenas relaciones son cosa. Incluso los Estados Unidos, el aliado más importante de Israel, siempre han expresado, probablemente táctica equivocada para un Irak indivisible, a pesar de las dificultades de convivencia entre las partes del país. Aunque este enfoque Washington ha fomentado la autonomía kurda iraquí en el país, también en virtud de la ayuda entregada por los combatientes kurdos en el ejército estadounidense durante la guerra con Saddam; Sin embargo, para una visión, quizás limitado, la política de la región y también para no ir en contra de los intereses de los turcos, un aliado clave en la OTAN, la Casa Blanca nunca ha votado a favor de la autonomía del Estado del pueblo kurdo. Con esto en mente, especialmente en materia de política exterior, que es aún más sorprendente apoyo de Israel a la creación de un Kurdistán independiente, incluso en contra de las intenciones de Washington. El nuevo elemento de la política exterior de Tel Aviv parece justificado por la necesidad de contar con nuevos aliados para Israel en el Medio Oriente, que se caracteriza por un descenso peligroso hacia el extremismo islámico. Además, incluso los kurdos no son bien vistos por los gobiernos árabes o musulmanes y representan un aliado ideal para el país de Israel. Para los kurdos, es un importante reconocimiento, que puede poner en el centro de las discusiones diplomáticas, la necesidad de la creación tan esperada del estado de Kurdistán. Ciertamente, esta propuesta se opuso Segura Turquía e Irán, el aumento de las distancias de los dos países de Tel Aviv, pero representa una propuesta razonable para un grupo étnico uniforme en el camino equivocado por la división del colonialismo europeo miope, que ha sido capaz, cuando tuvo ocasión, mostrar buenas habilidades de organización y gobierno. En el plano diplomático la posición clara adoptada por Israel es una novedad y podría ser el comienzo de una nueva interpretación de la escena internacional, que también aspira a salir del aislamiento a la cuestión palestina. El primer ministro israelí dijo que entre los israelíes y los kurdos ya han intercambiado, desde los años 50 del siglo pasado, una colaboración a nivel informal, lo que podría en este punto se consagra de manera oficial. Este ajuste también puede forzar a los EE.UU. a perder el equilibrio a favor de un Estado kurdo, pero sólo se limita a la zona de Irak, poniendo en la escena diplomática toda la autoridad de Washington. Con el fin de contener el avance extremista suní este hecho, sin embargo, una doble interpretación: si se considera el Kurdistan un baluarte contra el fundamentalismo, en las afueras de alianzas con los enemigos tradicionales de los árabes, que la OTAN puede ser una oportunidad tener un seguro, por el contrario, una alianza oficial con Israel, los kurdos podría convertirse en un blanco seguro, un símbolo de los ataques de los extremistas; esto obligaría a los EE.UU. a un compromiso personal con la defensa del nuevo estado. En cualquier caso se trata de escenarios de futuro, que aún pueden estar muy lejos, aquí, por el momento, considere la prensa de la novedad, en el ámbito diplomático de Israel, que con este movimiento podría dar una dirección diferente a su política exterior en el área vecina, en términos de auto-defensa en el plano político, así como en el militar.
Israel ein Bündnis mit den Kurden sucht
In einem Nahen Osten zunehmend durch Kriege, Spannungen und starken Gefühl der Instabilität erschüttert, die vorgeschlagene Netanyahu, zugunsten der Schaffung eines unabhängigen kurdischen Staates, wird ein strategisches Element in der israelischen Außenpolitik und kann ein Faktor geworden, wenn auch teilweise Stabilisierung das Gebiet. Israel ist in der Regel sehr vorsichtig, um ihre Ansichten zu Fragen des Nahen Ostens und den arabischen Ländern zum Ausdruck bringen, lieber ein niedriges Profil zu halten, um die Chance auf Tel Aviv der Einmischung beschuldigt zu verhindern. Darüber hinaus ist die türkische Kurdenfrage sehr zart, weil es die Interessen der Türkei berührt, mit dem gute Beziehungen sind jetzt eine Sache. Selbst die USA, der wichtigste Verbündete Israels, schon immer zum Ausdruck gebracht, wahrscheinlich falsche Taktik für einen Irak unteilbar, trotz der Schwierigkeiten des Zusammenlebens zwischen den Parteien des Landes. Obwohl dieser Ansatz Washington hat den irakisch-kurdischen Autonomie im Land ermutigt, auch dank der Hilfe von kurdischen Kämpfern in die amerikanische Armee während des Krieges mit Saddam gegeben; Doch für eine Vision, vielleicht begrenzt, Politik in der Region und auch nicht gegen die Interessen der Türken, einem wichtigen Partner in der NATO zu gehen, hat das Weiße Haus noch nie zugunsten der staatlichen Autonomie der kurdischen Volk gewählt. In diesem Sinne, vor allem in Fragen der Außenpolitik, ist es umso überraschender Unterstützung Israels auf die Schaffung eines unabhängigen Kurdistan, auch gegen die Absichten von Washington. Das neue Element in der Außenpolitik der Tel Aviv scheint von der Notwendigkeit, neue Verbündete für Israel im Nahen Osten, der von einer gefährlichen Abnahme in Richtung islamische Extremismus gekennzeichnet ist gerechtfertigt haben. Darüber hinaus, auch die Kurden sind nicht gut von den arabischen Regierungen oder Muslime angesehen und stellen eine ideale Verbündete für das Land Israel. Für die Kurden, ist es eine wichtige Erkenntnis, die in der Mitte der diplomatischen Gespräche, die Notwendigkeit der lang erwartete Gründung des Staates Kurdistan setzen können. Sicherlich wird dieser Vorschlag abgelehnt werden Sichere Türkei und dem Iran, die Erhöhung der Abstände der beiden Länder von Tel Aviv, aber es hat einen vernünftigen Vorschlag für eine einheitliche Ethnie in die falsche Richtung, von der Teilung der kurzsichtigen europäischen Kolonialismus, die in der Lage ist, wenn er sich stellt Anlass ist, zeigen gute Kenntnisse der Organisation und der Regierung. Auf diplomatischer Ebene die klare Position der Besatzungsmacht Israel ist ein Novum und könnte der Beginn einer neuen Interpretation der internationalen Szene, die auch soll aus der Isolation, um der palästinensischen Frage entstehen können. Der israelische Ministerpräsident sagte, dass zwischen den Israelis und den Kurden wurden bereits ausgetauscht, seit den 50er Jahren des letzten Jahrhunderts, eine Zusammenarbeit auf informeller Ebene, die an dieser Stelle in einer offiziellen Weise verankert werden könnten. Diese Einstellung kann auch dazu zwingen, die USA zugunsten eines kurdischen Staates Gleichgewicht geraten, sondern nur auf den Bereich der Irak beschränkt, angetan mit dem diplomatischen Szene alle Macht von Washington. Mit Blick auf den Vormarsch extremistische sunnitische enthalten diese Tatsache hat jedoch eine Doppel Interpretation: Wenn man bedenkt, das Kurdistan ein Bollwerk gegen Fundamentalismus, außerhalb der Bündnisse mit den traditionellen Feinde der Araber, die NATO kann eine Chance sein haben, um eine sichere, umgekehrt, ein offizielles Bündnis mit Israel, die Kurden könnte ein sicheres Ziel, ein Symbol vor Angriffen von Extremisten geworden; dies würde die USA zu einem persönlichen Engagement für die Verteidigung des neuen Staates zu zwingen. In jedem Fall ist es Zukunftsszenarien, die noch weit entfernt sein kann, hier für den Augenblick, betrachten Presse Neuheit, in der diplomatischen Arena von Israel, dass mit diesem Schritt könnte eine andere Richtung, ihre Außenpolitik in der Nachbarschaft geben, in Bezug auf die Selbstverteidigung auf der politischen Ebene, als auch auf das Militär.
Israël cherche une alliance avec les Kurdes
Dans un Moyen-Orient plus en plus secoué par les guerres, les tensions et fort sentiment d'instabilité, la proposition de Netanyahu, en faveur de la création d'un Etat kurde indépendant, devient un élément stratégique de la politique étrangère israélienne et peut devenir un facteur, mais la stabilisation partielle la région. Israël est généralement très prudent d'exprimer leurs vues sur les questions du Moyen-Orient et les pays arabes, préférant garder un profil bas, pour éviter le risque de Tel Aviv accusé d'ingérence. En outre, la question kurde turc est très délicat, car il touche les intérêts de la Turquie, avec laquelle de bonnes relations sont maintenant une chose. Même aux États-Unis, le plus important allié d'Israël, ont toujours exprimé, sans doute une mauvaise tactique pour un Irak indivisible, malgré les difficultés de cohabitation entre les parties du pays. Bien que cette approche de Washington a encouragé l'autonomie kurde irakien dans le pays, également en raison de l'aide apportée par les combattants kurdes à l'armée américaine pendant la guerre avec Saddam; Cependant, pour une vision, peut-être limité, la politique de la région et aussi de ne pas aller contre les intérêts des Turcs, un partenaire clé dans l'OTAN, la Maison Blanche n'a jamais voté en faveur de l'autonomie de l'État du peuple kurde. Avec cela à l'esprit, notamment en matière de politique étrangère, il est encore plus surprenant soutien à Israël à la création d'un Kurdistan indépendant, même contre les intentions de Washington. Le nouvel élément dans la politique étrangère de Tel Aviv semble justifiée par la nécessité d'avoir de nouveaux alliés pour Israël au Moyen-Orient, qui est caractérisée par une baisse dangereuse vers l'extrémisme islamique. En outre, même les Kurdes ne sont pas bien considérés par les gouvernements arabes ou musulmans et représentent un allié idéal pour le pays d'Israël. Pour les Kurdes, il s'agit d'une reconnaissance importante, qui peut mettre au centre des discussions diplomatiques, la nécessité de la création tant attendue de l'état du Kurdistan. Certes, cette proposition sera opposé Safe Turquie et l'Iran, ce qui augmente les distances des deux pays à partir de Tel Aviv, mais il représente une proposition raisonnable pour un groupe ethnique uniforme dans le mauvais sens par la division du colonialisme européen à courte vue, qui a pu, quand il avait occasion, montrent de bonnes aptitudes d'organisation et de gouvernement. Sur le plan diplomatique la position claire prise par Israël est une nouveauté et pourrait être le début d'une nouvelle interprétation sur la scène internationale, qui vise également à sortir de l'isolement de la question palestinienne. Le Premier ministre israélien a déclaré que, entre les Israéliens et les Kurdes ont déjà échangé, depuis les années 50 du siècle dernier, une collaboration à un niveau informel, ce qui pourrait à ce stade être consacrés d'une manière officielle. Ce réglage peut également forcer les États-Unis pour devenir déséquilibré en faveur d'un Etat kurde, mais seulement limitée à la zone de l'Irak, en mettant sur la scène diplomatique toute l'autorité de Washington. En vue de contenir les extrémistes sunnites avance ce fait a, cependant, une double interprétation: si l'on considère le Kurdistan un rempart contre le fondamentalisme, en dehors des alliances avec les ennemis traditionnels des Arabes, à l'OTAN peut être une opportunité d'avoir un coffre-fort, à l'inverse, une alliance officielle avec Israël, les Kurdes pourrait devenir une cible fort, un symbole de l'attaque par des extrémistes; cela forcerait les États-Unis à un engagement personnel pour la défense du nouvel Etat. En tout cas, il est des scénarios futurs, qui peuvent encore être loin, ici, pour le moment, envisager presse nouveauté, dans l'arène diplomatique d'Israël, avec ce mouvement pourrait donner une autre direction à sa politique étrangère dans la région voisine, en termes d'auto-défense sur le plan politique, ainsi que sur l'armée.
Israel busca uma aliança com os curdos
Em um Oriente Médio cada vez mais abalado por guerras, tensões e forte senso de instabilidade, a Netanyahu propôs, em favor da criação de um Estado curdo independente, torna-se um elemento estratégico na política externa de Israel e pode se tornar um fator, embora a estabilização parcial a área. Israel é geralmente muito cauteloso para expressar seus pontos de vista sobre as questões do Oriente Médio e países árabes, preferindo manter um perfil baixo, para evitar a possibilidade de Tel Aviv acusado de intromissão. Além disso, a questão curda turca é muito delicado, porque toca os interesses da Turquia, com quem as boas relações são agora uma coisa. Mesmo os Estados Unidos, o mais importante aliado de Israel, que sempre expressa, provavelmente táticas erradas para um Iraque indivisível, apesar das dificuldades de convivência entre as partes do país. Embora essa abordagem Washington encorajou o Iraque autonomia curda no país, também em virtude dos auxílios concedidos pelos combatentes curdos para o exército americano durante a guerra com Saddam; No entanto, para uma visão, talvez limitado, a política na região e também para não ir contra os interesses dos turcos, um parceiro-chave na NATO, a Casa Branca nunca votou a favor da autonomia do estado do povo curdo. Com isto em mente, especialmente em matéria de política externa, é ainda mais surpreendente apoio de Israel para a criação de um Curdistão independente, mesmo contra as intenções de Washington. O elemento novo na política externa de Tel Aviv parece justificada pela necessidade de ter novos aliados para Israel no Oriente Médio, que está sendo caracterizada por um declínio perigoso para o extremismo islâmico. Além disso, mesmo os curdos não são bem vistos pelos governos árabes ou muçulmanos e representam um aliado ideal para o país de Israel. Para os curdos, é um reconhecimento importante, que pode colocar no centro das discussões diplomáticas, a necessidade de criação tão esperada do estado do Curdistão. Certamente, essa proposta será oposição Seguro Turquia e Irã, aumentando as distâncias dos dois países a partir de Tel Aviv, mas representa uma proposta razoável para uma etnia uniforme de forma errada pela divisão do colonialismo europeu míope, o que tem sido capaz, quando ele teve ocasião, mostrar boas habilidades de organização e governo. No nível diplomático a posição clara feita pelo Israel é uma novidade e pode ser o início de uma nova interpretação na cena internacional, que visa também a surgir a partir de isolamento para a questão palestina. O primeiro-ministro israelense disse que entre os israelenses e os curdos já trocadas, desde os anos 50 do século passado, uma colaboração a nível informal, o que pode neste momento ser consagrados de forma oficial. Essa configuração também pode forçar os EUA a entrar em desequilíbrio em favor de um Estado curdo, mas apenas limitada à área do Iraque, pondo em cena diplomática toda a autoridade de Washington. Com o objectivo de conter o avanço extremista sunita este fato, no entanto, uma dupla interpretação: se se considera o Curdistão um baluarte contra o fundamentalismo, fora de alianças com os inimigos tradicionais dos árabes, a NATO pode ser uma oportunidade para ter um seguro, por outro lado, uma aliança oficial com Israel, os curdos poderia tornar-se um alvo seguro, um símbolo do ataque de extremistas; isso iria forçar os EUA a um compromisso pessoal com a defesa do novo estado. Em qualquer caso, é cenários futuros, o que ainda pode ser muito longe, aqui, para o momento, considere imprensa novidade, na arena diplomática de Israel, que com este movimento pode dar uma direção diferente para a sua política externa na área vizinha, em termos de auto-defesa no nível político, bem como no militar.
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