Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
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giovedì 9 ottobre 2014
ألمانيا في مفترق الطرق: للسماح له أم لا، وأقل صلابة على ميزانيات؟
النقاش حول الحالة الاقتصادية في الاتحاد الأوروبي تؤكد على الانقسامات بين أنصار الصرامة وبين أولئك الذين يرغبون تخفيف القيود المفروضة على الميزانية لإنعاش اقتصاداتها. دور المساهم الرئيسي في بروكسل لا تزال في أيدي ألمانيا، الذي يتم تحديد ذلك لمواصلة خط عقوبة على الرغم من الحاجة العلنية لتحيد عن القيم مجموعة، وخاصة في إيطاليا وفرنسا. برلين يجب أن تكون على علم بأن هذين البلدين مجتمعة تمثل أهم سوق للمنتجات الألمانية وتقلص الإنتاج، والتي تؤثر على ألمانيا، ويتسبب أيضا صلابة، الذي يفرض برلين من قبل الاتحاد الأوروبي. انخفاض في الاستهلاك بالإضافة إلى الزيادة في معدلات البطالة التي شكوى أعلى من أي وقت مضى، يقوض فكرة الاتحاد الأوروبي والعملة الموحدة، وذلك بفضل تقدم الأحزاب اليمينية في فرنسا، وتلك الشعبويين، في إيطاليا، الذين وضعوا في أهدافها تفنيد الاتحاد النقدي والسياسي. بالنسبة لاقتصاد ألمانيا واليورو أمر ضروري، لأنه بدون ذلك، ومع العملة الوطنية، العلامة، لن تكون قادرة على الوصول إلى المستوى الحالي للثروة، كما لا بد من التجارة الحرة داخل الاتحاد الاتحاد الأوروبي. ينبغي أن تعكس برلين على صلابة مواقفه، وخاصة في ضوء تباطؤ الاقتصاد، والأسباب التي أدت. هناك، ثم أيضا الأسباب التاريخية التي ينبغي أن نتذكر أن السيدة ميركل: تكلفة توحيد ألمانيا الغربية وألمانيا الشرقية وتتجاوز قيود الميزانية في عهد حكومة جيرهارد شرودر، ولكن متوازنة من الإصلاحات التي ساهمت إلى حد كبير في إحياء الدولة الألمانية، ثم دعا رجل أوروبا المريض. لكن ألمانيا لا تريد استخدام نفس السلوك مع دول جنوب أوروبا، والتظاهر لاظهار الاهتمام للإصلاحات في البلدان المعنية، ولكن في اللحظة الحاسمة يواصل وضع الفيتو. المشكلة هي ذات شقين: من جهة وجاء السواد الأعظم من الاستثمار في الأسهم الألمانية التي لديها العائد المنخفض، وبالتالي لا يستطيعون النظام الإنتاجي الآخر التضخمية من ألمانيا تخشى المنافسة من الصناعات الإيطالية والفرنسية في سياق عالمي حيث تتقلص هوامش. لا أن برلين لديه كل الأخطاء وكل مسؤولية: الوضع الديون في ايطاليا وفرنسا لا تزال مصدر قلق، ولكنها ليست لإعطاء خط ائتمان من دون ضمانات: يجب التغلب على حدود الميزانية يكون، أولا وقبل كل القيم في الصغيرة، جيدا تحدد، بدعم من خفض الانفاق والاصلاحات الهامة أن تكون حاسمة. المشكلة الحقيقية في باريس، وروما هي عدم القدرة على جذب الاستثمارات، التي تنشأ عن أوجه القصور الهيكلية كل من الأنظمة السياسية، والمواد التي تريد ألمانيا أن تضررا من اللوائح الجديدة. سيكون من الضروري لمعرفة ما إذا في وجود هذه الإصلاحات، والموقف من ألمانيا لن تتغير وإذا كانت الوعود لتحفيز الاقتصاد من خلال زيادة الطلب على السلع والخدمات مع المرونة من العجز، الذي أدلى به ميركل كانت صادقة. بالنسبة لإيطاليا وفرنسا، والجهد هو مرهقة، لأن الإصلاحات التي سيتم تنفيذها ستخفض الإنفاق العام والظروف الاجتماعية تتدهور بشكل حاد، مما تسبب الاضطرابات الاجتماعية حتى في مستويات القوة التي تعكر صفو النظام العام. في هذا السياق، والنسيج الاجتماعي لا تعطي شيئا في المقابل يمكن أن تؤدي إلى شلل في جدلية داخل الاتحاد الأوروبي، مع عواقب وخيمة للجميع.
mercoledì 8 ottobre 2014
Obama criticato per la sua politica della sicurezza internazionale
Le dure critiche che l’ex Segretario alla Difesa USA, Leon Panetta, ha fatto sulla politica di sicurezza del Presidente americano Obama, vanno ad aggiungersi a quelle di alti funzionari usciti dall’amministrazione della Casa Bianca, tra cui l’ex Segretario di Stato e probabile prossima candidata democratica alle elezioni presidenziali, Hillary Clinton. La recente frase di Obama, che ha spiazzato tutto il panorama diplomatico, circa la possibilità che la guerra contro lo stato islamico possa durare anche trenta anni, ha, sicuramente, messo in evidenza come il capo della principale nazione mondiale si trovi nell’incertezza più assoluta di fronte ad un fenomeno che era stato rilevato come potenzialmente molto pericoloso da più parti. Cero l’ipotesi di un allargamento dell’influenza jihadista ben oltre la Siria e l’Iraq, con uno sconfinamento in Africa, dove già operano movimenti affini per modalità ed ideologia, pone la questione all’intero consesso mondiale su come arginare questo pericolo. Il Presidente statunitense, però, pur partendo da una gestione del terrorismo islamico globale, approssimata ed incerta, ha probabilmente prospettato un tempo così lungo per combattere il fenomeno, se saranno soltanto gli USA a svolgere principalmente la funzione di principale avversario dei jihadisti. Appare chiaro come una coalizione, che sappia rompere gli schemi diplomatici precostituiti possa vincere in un tempo relativamente breve, ma questa alleanza è tale solo sulla carta ed è rappresentativa soltanto di una incompiutezza generale. Questi rilievi sono ben chiari ai componenti dello Stato islamico, che sfruttano divisioni e lungaggini decisionali, per operare d’urgenza la conquista ed il loro radicamento sul territorio. Certamente il rilievo che una diversa gestione delle questioni mediorientali, avrebbe evitato questa avanzata delle forze del califfato risulta essere vera. La politica estera di Obama è stata condizionata da una campagna elettorale basata sul rientro a qualsiasi costo dei soldati americani dall’Iraq, ma alla pessima gestione del passaggio democratico del paese dal regime di Saddam, si poteva ovviare con un maggiore controllo politico. Il giudizio sulla tenuta istituzionale irakena è stato da dilettanti delle relazioni internazionali, così come sulla effettiva capacità delle forze armate. Sono due rilievi non da poco, perché sono alla base della diffusione e della capacità militare dello Stato islamico, che ha saputo approfittare della divisione tra sunniti e sciti, e del troppo potere concentrato nelle mani di questi ultimi, impadronendosi, inoltre delle attrezzature militari americane, fornite alle forze armate di Bagdad, che gli consentono l’attuale predominio sul terreno. Tuttavia a queste mancanze si sarebbe potuto mettere rimedio, se la zona dei combattimenti si fosse limitata al territorio dell’Iraq: quello che ha fatto precipitare la situazione è stata la conquista di vaste porzioni della Siria da parte degli integralisti, un terreno ben più difficile da controllare per i tanti interessi politici che ruotano intorno a questo paese. Obama ha sbagliato ha non sviluppare delle strategie per fare cadere Assad, accontentandosi di un trattato, limitato e facilmente aggirabile sulle armi chimiche. La scelta, quindi, di non armare la parte laica dei ribelli è stata una conseguenza ed un omaggio alle trattative sul nucleare iraniano, che, in quel momento, costituiva l’obiettivo principale in politica estera e che ha fatto perdere di vista le situazioni emergenti, riuscendo, oltretutto, a peggiorare i rapporti con le monarchie sunnite del Golfo Persico. Queste constatazioni, che sono difficilmente confutabili, costituiscono però un precedente che la casa Bianca non potrà non valutare e soprattutto ricordare per il futuro. L’avanzata del califfato costituisce oramai un pericolo globale per gli interessi americani, malgrado la percezione contraria della maggioranza del popolo statunitense; Obama, favorito dalla scadenza del proprio mandato, può ancora prendere delle decisioni che possono andare contro l’opinione pubblica, riscuotendo i crediti in una fase successiva: quando gli storici affronteranno i suoi otto anni di governo. Ma il contagio dell’islamismo radicale è ormai troppo vasto per operare un contrasto in modo preminente da un solo paese, seppure questo, gli USA, è il più potente del mondo. Oltre alle difficoltà interne, Obama dovrà fare fronte alle crescenti resistenze internazionali, che stanno maturando sempre più velocemente in un contesto diplomatico in continua evoluzione. Le critiche, quindi, sono corrette, ma devono superare la fase della sola contestazione e diventare costruttive per favorire una dimensione di intervento decisa ed appropriata, ma, soprattutto, molto veloce.
Obama criticized for its policy of international security
The harsh criticism that former Secretary of Defense, Leon Panetta, has made the security policy of President Obama, are in addition to those of senior officials released by the White House, including former Secretary of State and likely next democratic candidate in the presidential election, Hillary Clinton. The recent words of Obama, who has stunned the whole panorama diplomat, about the possibility that the war against the Islamic state can last up to thirty years, he has certainly highlighted as the main leader of the nation lies in the uncertainty over the global absolute in the face of a phenomenon that had been recognized as potentially very dangerous by many. Cero the hypothesis of an enlargement jihadist influence far beyond Syria and Iraq, with an encroachment in Africa, where they already operate similar movements to methods and ideology, the question arises as to the entire world forum on how to curb this danger. The President of the United States, however, albeit from a management of global Islamic terrorism, approximate and uncertain, probably has proposed such a long time to combat the problem, if only the USA will play a main function of the main opponent of the jihadists. It seems clear that a coalition that knows how to break the mold diplomats can win vested in a relatively short time, but this alliance is that only on paper and is representative only of a general incompleteness. These pads are very clear to the members of the Islamic State, which exploit divisions and lengthy decision-making, to operate emergency conquest and their local roots. Certainly the finding that a different management issues in the Middle East, would have avoided this advancing forces of the caliphate is true. The Obama's foreign policy was influenced by a campaign based on the return at any cost of American soldiers from Iraq, but the mismanagement of the country's democratic transition from the regime of Saddam, he was unable to prevent a greater political control. The assessment of the institutional Iraqi was held by amateurs of international relations, as well as on the actual capacity of the armed forces. There are two surveys not just because they are the basis of the diffusion and military capabilities of the Islamic State, which has been able to take advantage of the division between Sunnis and Shiites, and too much power concentrated in the hands of the latter, seizing, also of American military equipment , supplied to the armed forces in Baghdad, which allow the current dominance on the ground. However, these shortcomings could have been put remedy, if the area of the fighting will be limited to the territory of Iraq: what has precipitated the situation was the conquest of large parts of Syria by fundamentalists, a much more difficult terrain to control for the many political interests that revolve around this country. Obama was wrong not to develop strategies to bring down Assad, content of a treaty, limited and easy to circumvent the Chemical Weapons. The choice, therefore, not to the secular arm of the rebels was a consequence of, and a tribute to the negotiations on the Iranian nuclear issue, which, at that time, was the main focus in foreign policy and that has made us lose sight of the emerging situations and succeeded, moreover, to worsen relations with the Sunni monarchies of the Persian Gulf. These findings, which are hardly deniable, however, constitute a precedent that the White House can not fail to assess and above all remember for the future. The advance of the Caliphate is now a global threat to American interests, despite the contrary perception of the majority of the American people; Obama, favored by the expiration of its term, it can still make decisions that may go against public opinion, obtaining loans at a later stage, when historians will face his eight years in office. But the spread of radical Islam is now too large to operate a contrast prominently by a single country, even though this, the USA is the most powerful in the world. In addition to internal difficulties, Obama will have to face the growing international resistance, which are maturing faster and faster in a diplomatic context in constant evolution. The critics, therefore, are correct, but they must overcome the challenge and become one of the constructive dimension of intervention to promote a strong and appropriate, but, above all, very fast.
Obama criticó por su política de seguridad internacional
La dura crítica que el ex secretario de Defensa, Leon Panetta, ha hecho de la política de seguridad del presidente Obama, se suman a las de los funcionarios de alto rango emitida por la Casa Blanca, entre ellos el ex Secretario de Estado y es probable que el próximo candidato demócrata en la elección presidencial, Hillary Clinton. Las últimas palabras de Obama, que ha sorprendido a todo el panorama diplomático, sobre la posibilidad de que la guerra contra el estado islámico puede durar hasta treinta años, sin duda ha destacado como el principal líder de la nación reside en la incertidumbre sobre el mundial absoluta en la cara de un fenómeno que había sido reconocido como potencialmente muy peligroso por muchos. Cero la hipótesis de una influencia yihadista ampliación más allá de Siria e Irak, con una invasión en África, donde ya operan movimientos similares a los métodos y la ideología, la pregunta que surge es todo el foro mundial sobre la forma de frenar este peligro. El Presidente de los Estados Unidos, sin embargo, aunque a partir de una gestión del terrorismo islámico global, aproximada e incierta, probablemente, ha propuesto un tiempo tan largo para combatir el problema, si sólo el EE.UU. jugará una función principal de la principal oponente de los yihadistas. Parece claro que una coalición que sabe cómo romper los diplomáticos de moho pueden ganar adquiridos en un tiempo relativamente corto, pero esta alianza es que sólo en el papel y es representativa sólo de un estado incompleto general. Estas pastillas son muy claras para los miembros del Estado Islámico, que explotan las divisiones y larga toma de decisiones, que operan conquista de emergencia y sus raíces locales. Ciertamente el hallazgo de que un diferentes problemas de gestión en el Medio Oriente, se habrían evitado este avance de las fuerzas del califato es cierto. La política exterior de Obama fue influenciado por una campaña basada en la rentabilidad a cualquier precio de los soldados estadounidenses de Irak, pero la mala gestión de la transición democrática del país del régimen de Saddam, que fue incapaz de evitar un mayor control político. La evaluación de la iraquí institucional se llevó a cabo por aficionados de las relaciones internacionales, así como en la capacidad real de las fuerzas armadas. Hay dos encuestas no sólo porque son la base de la difusión y la capacidad militar del Estado Islámico, que ha sido capaz de tomar ventaja de la división entre sunitas y chiítas, y el exceso de poder concentrado en las manos de este último, el embargo, también de material militar estadounidense , suministrado a las fuerzas armadas en Bagdad, que permiten el dominio actual en el terreno. Sin embargo, estas deficiencias se podrían haber puesto remedio, si la zona de los combates se limitará al territorio de Irak: lo que ha precipitado la situación fue la conquista de grandes partes de Siria por los fundamentalistas, un terreno mucho más difícil para el control de los muchos intereses políticos que giran en torno a este país. Obama se equivocó al no desarrollar estrategias para derrocar a Assad, el contenido de un tratado, limitado y fácil de eludir las Armas Químicas. La elección, por lo tanto, no al brazo secular de los rebeldes era una consecuencia de, y un homenaje a las negociaciones sobre la cuestión nuclear iraní, que, en ese momento, era el foco principal en la política exterior y que nos ha hecho perder de vista las situaciones emergentes y tuvo éxito, por otra parte, para empeorar las relaciones con las monarquías suníes del Golfo Pérsico. Estos hallazgos, que son difícilmente negable, sin embargo, constituyen un precedente que la Casa Blanca no puede dejar de evaluar y, sobre todo, recordar para el futuro. El avance del Califato es ahora una amenaza global para los intereses norteamericanos, a pesar de la percepción contraria de la mayoría del pueblo estadounidense; Obama, favorecido por la expiración de su plazo, puede todavía tomar decisiones que pueden ir en contra de la opinión pública, la obtención de préstamos en una etapa posterior, cuando los historiadores se enfrentarán a sus ocho años en el cargo. Pero la expansión del Islam radical es ahora demasiado grande para operar un contraste prominente por un solo país, a pesar de esto, los EE.UU. es el más poderoso del mundo. Además de las dificultades internas, Obama tendrá que hacer frente a la creciente resistencia internacional, que están madurando más rápido y más rápido en un contexto diplomático en constante evolución. Los críticos, por lo tanto, son correctas, pero deben superar el reto y convertirse en uno de la dimensión constructiva de intervención para promover una fuerte y adecuada, pero, sobre todo, muy rápido.
Obama kritisiert für seine Politik der internationalen Sicherheit
Die harsche Kritik, dass der ehemalige US-Verteidigungsminister, Leon Panetta, hat die Sicherheitspolitik von Präsident Obama gemacht, sind zusätzlich zu den von hohen Beamten des Weißen Hauses veröffentlicht, darunter der ehemalige Außenminister und wahrscheinlich nächste Kandidat der Demokraten bei der Präsidentschaftswahl, Hillary Clinton. Die letzten Worte von Obama, der das ganze Panorama Diplomat betäubt hat, über die Möglichkeit, dass der Krieg gegen den islamischen Staat kann bis zu dreißig Jahre dauern, hat er sicherlich hervorgehoben als der Haupt Führer der Nation liegt in der Unsicherheit über die globale absolute angesichts des Phänomens, das als potentiell sehr gefährlich von vielen erkannt worden war. Cero die Hypothese einer Erweiterung Dschihad-Einfluss weit über Syrien und dem Irak, mit einem Eingriff in Afrika, wo sie bereits ähnliche Bewegungen, Methoden und Ideologie zu betreiben, stellt sich die Frage, wie auf die gesamte Welt-Forum auf, wie man dieser Gefahr Einhalt zu gebieten. Der Präsident der Vereinigten Staaten, aber, wenn auch von einer Bewirtschaftung der weltweiten islamischen Terrorismus, annähernd und unsicher, wahrscheinlich hat eine so lange Zeit, um das Problem zu bekämpfen, wenn nur die USA eine Hauptfunktion der Hauptgegner der Dschihadisten spielen vorgeschlagen. Es scheint klar, dass eine Koalition, die weiß, wie man die Form Diplomaten können in relativ kurzer Zeit übertragen gewinnen zu brechen, aber dieses Bündnis ist, dass nur auf dem Papier und ist nur eine allgemeine Unvollständigkeit Vertreter. Diese Pads sind sehr klar an die Mitglieder des Islamischen Staates, die Geschäftsbereiche und langwierige Entscheidungsprozesse zu nutzen, um Notfall Eroberung und ihre lokalen Wurzeln zu betreiben. Sicherlich die Feststellung, dass eine andere Management-Themen im Nahen Osten, würde dies fort Kräfte des Kalifats vermieden werden können, ist wahr. Die Obamas Außenpolitik wurde durch eine Kampagne auf der Grundlage der Rück um jeden Preis der amerikanischen Soldaten aus dem Irak, aber das Missmanagement der demokratischen Übergang des Landes von dem Regime von Saddam beeinflusst, er war nicht in der Lage, eine größere politische Kontrolle zu verhindern. Die Bewertung der institutionellen irakischen wurde von Amateuren der internationalen Beziehungen als auf der tatsächlichen Leistungsfähigkeit der Streitkräfte statt, wie gut. Es gibt zwei Umfragen nicht nur, weil sie die Grundlage der Diffusions und militärischen Fähigkeiten der Islamischen Staat, der in der Lage gewesen, die Vorteile der Trennung zwischen Sunniten und Schiiten, und zu viel Macht in den Händen der letzteren konzentriert nehmen hat, die Beschlagnahme, auch der amerikanischen Militärausrüstung , für die Streitkräfte in Bagdad, der die aktuelle Dominanz auf dem Boden ermöglichen geliefert. Allerdings sind diese Mängel hätte bringen können Abhilfe zu schaffen, wenn der Bereich der Kämpfe werden auf dem Territorium des Irak begrenzt werden: Was hat die Situation war die Eroberung großer Teile von Syrien von Fundamentalisten, ein viel schwierigeres Gelände gefällt für die vielen politischen Interessen, die sich um dieses Land drehen steuern. Obama zu Unrecht nicht Strategien, um Assad, die Inhalte eines Vertrags, beschränkt und leicht, die Chemiewaffen umgehen zu senken entwickeln. Die Wahl daher nicht dem weltlichen Arm der Rebellen war eine Folge, und eine Hommage an den Verhandlungen über das iranische Atomfrage, die zu dieser Zeit, war der Schwerpunkt in der Außenpolitik, und dass hat uns aus den Augen der Schwellensituationen verlieren und es gelang darüber hinaus, die Beziehungen mit den sunnitischen Monarchien des Persischen Golfs zu verschlechtern. Diese Ergebnisse, die kaum bestreitbar sind, jedoch weder ein Präzedenzfall, der das Weiße Haus kann nicht umhin, zu bewerten und vor allem daran erinnern, für die Zukunft. Der Vormarsch des Kalifats ist jetzt eine globale Bedrohung für die amerikanischen Interessen, trotz gegensätzlicher Wahrnehmung der Mehrheit des amerikanischen Volkes; Obama, nach Ablauf ihrer Amtszeit begünstigt, es kann immer noch Entscheidungen treffen, die gegen die öffentliche Meinung gehen kann, Darlehen zu erhalten zu einem späteren Zeitpunkt, wenn die Historiker seiner acht Jahre im Amt zu stellen. Aber die Verbreitung des radikalen Islam ist jetzt zu groß, um einen Kontrast prominent von einem einzigen Land zu arbeiten, auch wenn dies, ist die USA die mächtigste in der Welt. Neben internen Schwierigkeiten, wird Obama haben, um der wachsenden internationalen Widerstand, der schneller und schneller reif in einer diplomatischen Kontext, in ständiger Entwicklung zu stellen. Die Kritiker sind daher richtig, aber sie müssen sich der Herausforderung sehr schnell zu überwinden und sich zu einem der konstruktive Dimension der Intervention zur Förderung einer starken und angemessen, aber vor allem.
Obama critiqué pour sa politique de sécurité internationale
La critique sévère que l'ancien secrétaire à la Défense, Leon Panetta, a fait de la politique de sécurité du président Obama, sont en plus de celles des hauts fonctionnaires publié par la Maison Blanche, dont l'ancien secrétaire d'État et susceptibles prochain candidat démocrate à l'élection présidentielle, Hillary Clinton. Les propos récents de M. Obama, qui a surpris tout le diplomate de panorama, de la possibilité que la guerre contre l'Etat islamique peut durer jusqu'à trente ans, il a certainement mis en évidence que le principal dirigeant de la nation réside dans l'incertitude quant à l'échelle mondiale absolue face à un phénomène qui avait été reconnu comme potentiellement très dangereux par beaucoup. Cero l'hypothèse d'une influence djihadiste élargissement au-delà de la Syrie et de l'Irak, avec un empiètement en Afrique, où ils opèrent déjà des mouvements similaires à des méthodes et de l'idéologie, la question se pose de l'ensemble du forum mondial sur la façon de lutter contre ce danger. Le président des États-Unis, cependant, mais à partir d'une gestion du terrorisme islamique mondial, approximative et incertaine, probablement a proposé un tel temps à lutter contre le problème, si ce n'est que les Etats-Unis jouera une fonction principale de l'adversaire principal des djihadistes. Il semble clair que la coalition qui sait comment briser les diplomates de moisissures peut gagner acquis dans un temps relativement court, mais cette alliance est que sur le papier et n'est représentatif que d'une incomplétude général. Ces tampons sont très claires pour les membres de l'Etat islamique, qui exploitent les divisions et la prise de décision longue, à opèrent conquête d'urgence et leurs racines locales. Certes, la conclusion selon laquelle un différents problèmes de gestion dans le Moyen-Orient, auraient évité cette avancée des forces du califat est vrai. La politique étrangère de l'administration Obama a été influencée par une campagne basée sur le retour à tout prix de soldats américains d'Irak, mais la mauvaise gestion de la transition démocratique du pays du régime de Saddam, il a été incapable d'empêcher un contrôle politique plus grande. L'évaluation de la irakien institutionnel a eu lieu par des amateurs de relations internationales, ainsi que sur la capacité réelle des forces armées. Il ya deux enquêtes non seulement parce qu'ils sont à la base de la diffusion et des capacités militaires de l'Etat islamique, qui a été en mesure de profiter de la division entre sunnites et chiites, et trop de pouvoir concentré dans les mains de ce dernier, la saisie, également de matériel militaire américain , fourni aux forces armées à Bagdad, qui permettent la domination actuelle sur le terrain. Cependant, ces lacunes auraient pu mettre remède, si la zone des combats sera limitée au territoire de l'Irak: ce qui a précipité la situation était la conquête d'une grande partie de la Syrie par les fondamentalistes, un terrain beaucoup plus difficile de contrôler les nombreux intérêts politiques qui gravitent autour de ce pays. Obama a eu tort de ne pas élaborer des stratégies pour faire tomber Assad, le contenu d'un traité, limitée et facile à contourner les armes chimiques. Le choix, par conséquent, de ne pas le bras séculier des rebelles était une conséquence et un hommage aux négociations sur le dossier nucléaire iranien, qui, à cette époque, était le principal objectif de la politique étrangère et qui nous a fait perdre de vue les situations nouvelles et réussi, en outre, à détériorer les relations avec les monarchies sunnites du Golfe Persique. Ces résultats, qui ne sont guère contestable, cependant, constituent un précédent que la Maison Blanche ne peut manquer d'évaluer et surtout n'oubliez pas de l'avenir. L'avance du Califat est maintenant une menace globale pour les intérêts américains, malgré la perception contraire de la majorité du peuple américain; Obama, favorisée par l'expiration de son mandat, il peut encore prendre des décisions qui peuvent aller à l'encontre de l'opinion publique, l'obtention de prêts à un stade ultérieur, lorsque les historiens devront faire face à ses huit années au pouvoir. Mais la propagation de l'islam radical est maintenant trop grand pour faire fonctionner un contraste en évidence par un seul pays, même si cela, les Etats-Unis est le plus puissant dans le monde. En plus des difficultés internes, Obama devra faire face à la résistance de plus en plus internationale, qui viennent à échéance plus en plus vite dans un contexte diplomatique en constante évolution. Les critiques, par conséquent, sont corrects, mais ils doivent relever le défi et devenir l'un de la dimension constructive de l'intervention de promouvoir une forte et appropriée, mais, surtout, très rapide.
Obama criticado por sua política de segurança internacional
A duras críticas que o ex-secretário de Defesa, Leon Panetta, fez com que a política do presidente Obama de segurança, são, para além dos altos funcionários divulgada pela Casa Branca, incluindo o ex-secretário de Estado e provável próximo candidato democrata na eleição presidencial, Hillary Clinton. As recentes palavras de Obama, que surpreendeu todo o diplomata panorama, sobre a possibilidade de que a guerra contra o Estado islâmico pode durar até 30 anos, ele foi, sem dúvida apontada como a principal líder da nação reside na incerteza sobre o mundial absoluta em face de um fenômeno que tinha sido reconhecido como potencialmente muito perigoso por muitos. Cero a hipótese de uma influência jihadista alargamento muito além Síria e no Iraque, com uma invasão na África, onde já atuam movimentos semelhantes aos métodos e ideologia, a questão que se coloca é o fórum mundial inteiro sobre como conter esse perigo. O presidente dos Estados Unidos, no entanto, embora a partir de uma gestão do terrorismo islâmico global, aproximados e incerta, provavelmente, propôs um tempo tão longo para combater o problema, se só os EUA vão desempenhar um função principal do principal opositor dos jihadistas. Parece claro que a coalizão que sabe como quebrar os diplomatas molde pode ganhar investidos em um tempo relativamente curto, mas esta aliança é que apenas no papel e representa apenas uma incompletude geral. Essas almofadas são muito claras para os membros do Estado Islâmico, que exploram divisões e tomada de decisão demorado, para operar conquista de emergência e as suas raízes locais. Certamente, a constatação de que a diferentes questões de gestão no Oriente Médio, teria evitado esse avanço das forças do califado é verdade. A política externa de Obama foi influenciado por uma campanha baseada no retorno a qualquer custo dos soldados americanos do Iraque, mas a má gestão da transição democrática do país a partir do regime de Saddam, ele era incapaz de impedir um maior controle político. A avaliação do iraquiano institucional foi realizada por amadores das relações internacionais, bem como sobre a capacidade real das forças armadas. Há duas pesquisas não apenas porque eles são a base da difusão e capacidades militares do Estado Islâmico, que tem sido capaz de aproveitar a divisão entre sunitas e xiitas, e muito poder concentrado nas mãos deste último, aproveitando, também de equipamento militar americano , fornecido às forças armadas em Bagdá, que permitem o domínio actual no terreno. No entanto, essas deficiências poderiam ter sido remédio, se a área da luta será limitada ao território do Iraque: o que precipitou a situação era a conquista de grandes partes da Síria pelos fundamentalistas, um terreno muito mais difícil para controlar os muitos interesses políticos que giram em torno deste país. Obama errou ao não desenvolver estratégias para derrubar Assad, o conteúdo de um tratado, limitada e fácil de contornar as Armas Químicas. A escolha, portanto, não para o braço secular dos rebeldes foi uma consequência e uma homenagem às negociações sobre a questão nuclear iraniana, que, na época, foi o principal foco da política externa e que nos fez perder de vista as situações emergentes e conseguiu, além disso, para piorar as relações com as monarquias sunitas do Golfo Pérsico. Estes resultados, que são dificilmente contestável, no entanto, constituir um precedente que a Casa Branca não pode deixar de avaliar e, acima de tudo lembre-se para o futuro. O avanço do Califado é agora uma ameaça global aos interesses americanos, apesar da percepção contrário da maioria do povo americano; Obama, favorecido pela expiração do seu prazo, ainda pode tomar decisões que podem ir contra a opinião pública, a obtenção de empréstimos, numa fase posterior, quando os historiadores terão de enfrentar seus oito anos no cargo. Mas a propagação do Islã radical é agora grande demais para operar um contraste proeminente por um único país, mesmo que isso, os EUA é o mais poderoso do mundo. Além das dificuldades internas, Obama terá de enfrentar a crescente resistência internacional, que estão amadurecendo mais rápido e mais rápido em um contexto diplomático em constante evolução. Os críticos, por isso, estão corretos, mas eles devem superar o desafio e se tornar um dos dimensão construtiva de intervenção para promover um forte e necessário, mas, acima de tudo, muito rápido.
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