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martedì 2 gennaio 2018

الأسباب الخارجية المحتملة للأزمة الإيرانية

ويبدو أن الاحتجاجات الإيرانية، هذه المرة، لا تنبع من أسباب سياسية، بل من الوضع الاقتصادي السلبي الذي أدى إلى ارتفاع معدلات التضخم وما يترتب على ذلك من ارتفاع في الأسعار، من بينها الضرورات الأساسية. ويشعر السكان بخيبة الأمل بسبب الآثار التي طال انتظارها وفشلها في الاتفاق النووي، الذي كان من شأنه أن يكون القوة الدافعة لإعادة بدء الاقتصاد الإيراني. واحدة من العوامل الرئيسية التي ساهمت في التسبب في هذه الحالة هو انتخاب ترامب رئيسا للولايات المتحدة: لم خليفة أوباما لا تتبع سياسة سلفه وأخذ موقف حرج للغاية مع طهران وضد الاتفاق التي وقعت عليها أيضا الولايات المتحدة الأمريكية، والحفاظ على العقوبات ضد إيران. وهذه الخطوة مفيدة في العلاقات الوثيقة التي تربط واشنطن بالسعودية وإسرائيل، وهي أعداء تاريخيون لإيران، وإن كان ذلك لأسباب مختلفة. إن المصالح المتزامنة لهذه القوى الثلاث كان من الممكن أن تحدد الأزمة الاقتصادية الإيرانية، التي أسفرت عن مظاهرات في الشوارع في الأيام الأخيرة. للتيار الولايات المتحدة وحلفائها، وهي حالة من عدم الاستقرار الإيراني في البلاد، يمكن أن تلحق الضرر الحكومة الإصلاحية في السلطة، قد تمثل نسبة التباين إلى خط التوسع الذي قررت إيران أن تعقد في سوريا ولبنان. إن إضعاف الإصلاحيين مع احتمال عودة المحافظين، يمكن أن يسمح بتمثيل إيران بطريقة غير أخلاقية، وهذا يمكن أن يثير أيضا موقفا مختلفا من الدول الأوروبية، التي قررت الآن بحزم الإبقاء على الالتزامات الموقعة في الاتفاق النووي. وعلى نحو غير مباشر، يمكن للمحافظين الإيرانيين والدينيين الاستفادة من هذه الاحتجاجات على وجه التحديد من أجل العودة المحتملة للسلطة؛ فإنه لا يبدو عشوائيا أن المدينة التي بدأت من خلالها الاحتجاجات مجرد معقل للحركات الأكثر تحفظا في البلاد. من ناحية أخرى، لا يمكن إنكار أن خطأ الحكومة فعال: الصرف المالي لصالح الاستثمار العسكري والتدخل في سوريا ووقف الأصولية السنية تسبب في نقص الموارد التي قررت السلطة التنفيذية تعويضها عن 'زيادة في التكاليف على قطاعات السلع الأساسية، مثل الأغذية، التي لها تأثير مباشر على السكان. وهناك جانب آخر لتحدي الحكومة هو الفساد المتزايد في البلاد، والذي لا يسمح بحياة اقتصادية خالية من القيود وعامل آخر من الطرح على الشؤون المالية للبلد، وكذلك سببا لعرقلة الاستثمار الأجنبي، وهو ضروري لإحياء من اقتصاد البلاد. ومع ذلك، إذا كان لهذه القراءة من الأزمة الحالية أي أساس، فإن هذه الخطوة ستكون مقامرة من أي اعتبار صغير من قبل الولايات المتحدة وحلفائها: عودة المحافظين والدينية في السلطة لا يمكن إلا أن شحذ الأزمة الحالية مع وهو انحراف يحتمل أن يكون خطرا للغاية، ليس للمنطقة فحسب، بل أيضا على توازن العالم بأسره. إذا كنت ترغب في تفاقم الوضع الداخلي للبلد، حتى من خلال الاستخدام المتهور للشبكات الاجتماعية وكنت رئيسا لأكبر قوة في العالم، وهناك شيء خاطئ معها؛ فإن الإدراك هو أن مرة أخرى ترهبة ترامب تسود على الحكمة اللازمة التي ستكون ضرورية في السياسة الخارجية. كما أن عواقب الأزمة الإيرانية يمكن أن يكون لها تداعيات على العلاقة الصعبة أصلا بين واشنطن وموسكو، خاصة بعد أن أعلن الكرملين أنه يعتبر غير مقبول التدخل في ما تعتبره الشؤون الداخلية الخالصة لطهران. وقد تعززت العلاقة بين إيران وروسيا بشكل خاص مع التحالف الذي خدم في إدارة الأزمة السورية، حيث كان لدى البلدين أهداف مشتركة. رفع التوتر مع روسيا، بما في ذلك الأزمة الداخلية الإيرانية، يمكن أن يخلق ضررا جدا من السيناريو الدولي للتوتر، سيكون من الأفضل لعن الانظار، التي لا امتياز مصالح بعض حليف إقليمي؛ ومع ذلك، يبدو أن سياسة البيت الأبيض تتحرك بشكل متزايد نحو الشرق، متجاهلة العلاقة الطبيعية مع أوروبا، التي ظلت حتى الآن حذرة جدا على الأحداث الإيرانية. في العالم، فإن إيران التي تعود إلى معقل خاص للشيعة لا تخدم كثيرا، بل على العكس من ذلك سيكون من المستصوب إشراك طهران في السياسة الدولية: وهو برنامج لم يتمكن أوباما من إكماله والذي يحتاج إلى وضع اقتصادي في البلاد الإيرانية مختلفة جدا عن الحالية. وبالنسبة لأوروبا، يمكن أن تكون المناسبة المزدوجة للعب دور ذي أهمية رئيسية في الميدان الدبلوماسي وفي الميدان الاقتصادي.

venerdì 29 dicembre 2017

Russia e Cina, problemi per Trump

Ci sono due fatti rilevanti per gli Stati Uniti, accaduti in questi giorni. Il primo riguarda un articolo scritto da Rex Tillerson, il Segretario di Stato astatunitense in carica, comparso su ”The New York Times”. Il Segretario di stato, in un passaggio dello scritto afferma che gli USA non sono in buoni rapporti con Mosca, con la quale deve, tuttavia, collaborare sulle questioni di interesse comune, per la politica espansionistica russa, che ha invaso la Georgia e l’Ucraina e, sopratutto, ha cercato di violare la sovranità degli stati occidentali cercando di influenzare “le nostre lezioni” (testuale) e quele delle altre nazioni. Si tratta di una ammissione pubblica clamorosa, che nei prossimi giorni non potrà non essere oggetto di analisi e valutazioni molto approfondite. Tillerson scrivendo ciò (scripta manent) contraddice Trump, che aveva detto pubblicamente di fidarsi delle affermazioni di Putin, che negava l’intromissione russa nelle presidenziali americane. Si viene, quindi, a creare un dualismo non certo convergente tra il massimo potere monocratico USA ed il massimo rappresentante della politica estera americana. Ciò cosa può significare? Se l’azione è concordata, a causa di un eventuale ripensamento del presidente, quello che dobbiamo attenderci è un ulteriore peggioramento delle relazioni bilaterali tra USA e Russia e questo in spregio a quanto si proponeva Trump in campagna elettorale. La questione potrebbe riportare ad un inasprimento del confronto tra Est ed Ovest, che coinvolgerebbe anche i relativi alleati, con tutte le sue conseguenze. Potrebbe essere un indirizzo al quale Trump potrebbe essere obbligato dai militari e dai politici di professione, che non hanno mai visto bene un avvicinamento di Washington con Mosca, proprio a causa della tutela degli interessi americani, messi in pericolo dalla politica estera aggressiva della Russia. In questo caso l’autonomia di Trump nel ruolo presidenziale sarebbe notevolmente ridotta. Se, però, quanto affermato da Tillerson è stato un atto volutamente in contrasto con Trump, quello che c’è da attendersi è una guerra interna al potere americano, con la fazione anti Trump affiancata dagli inquirenti che indagano sul convolgimento della Russia nell’elezione del presidente in carica. Se una parte dell’establishment americano, che appoggia Trump, dovesse iniziare a cambiare idea sulle modlaità della sua elezione, la soluzione dell’impeachement comincerebbe a diventare sempre meno remota. In entrambi i casi appare chairo che Trump rischi in modo consistente un notevole indebolimento della sua figura, sopratutto sul piano interno ed anche tra chi, pubblicamente lo affianca e lo appoggia. Il secondo caso di rilievo è la scoperta dei rifornimenti di petrolio che la Cina ha fatto alla Corea del Nord. Si tratta, certo, di una scoperta per modo di dire: l’economia di Pyongyang è allo stremo, sia per la sua struttura, che per le sanzioni a cui è sottoposta e senza aiuti esterni il paese sarebbe già fallito. Allo stesso modo era evidente che tra chi violava le sanzioni non poteva non esserci la Cina, malgrado le dichiarazioni di prammatica. La sorpresa di Trump è quindi finta (se non lo fosse saremmo davanti a troppo dilettantismo), ma la vicenda sottolinea come gli Stati Uniti, in questa fase della poltica mondiale, siano sempre più isolati, anche dagli alleati storici dell’Alleanza Atlantica. La questione della Corea del Nord riguarda la sicurezza mondiale, ma per gli americani rappresenta una minaccia al loro paese e la Casa Bianca appare sempre più lontana da chi può fare delle pressioni per raffreddare la situazione. Se a Washington prendessero atto che l’unione tra le due Coree è impossibile perchè contraria agli interessi cinesi ed impostassero una politica di rapporti più distesi con Pechino, forse il problema potrebbe avviarsi ad una soluzione. Al contrario un presidente come Trump, sembra un bersaglio troppo facile per la Cina e la Russia, per continuare le loro politiche tese a raggiungere i loro esclusivi obiettivi. Ancora una volta Trump dimostra tutta la sua inadeguatezza e la sua inesperienza politica, sia sul fronte interno chein quello internazionale. Quando sarà il momento di analizzare questo periodo dal punto di vista storico, il giudizio  non potrà che essere uno dei peggiori dell’intera storia americana.

Russia and China, problems for Trump

There are two facts relevant to the United States, these days. The first concerns an article written by Rex Tillerson, the current Deputy State Secretary of State, who appeared in "The New York Times". The Secretary of State, in one passage of the paper, states that the USA is not on good terms with Moscow, with which it must, however, collaborate on issues of common interest, for the Russian expansionist policy, which has invaded Georgia and the Ukraine and, above all, has tried to violate the sovereignty of Western states trying to influence "our lessons" (text) and those of other nations. This is a resounding public admission, which in the coming days can not be subjected to very detailed analyzes and evaluations. Tillerson, writing this (scripta manent), contradicts Trump, who had publicly said he was trusting Putin's statements, which denied the Russian meddling in the US presidential elections. So we are creating a dualism that is certainly not convergent between the maximum US monocratic power and the highest representative of American foreign policy. What can this mean? If the action is agreed, due to a possible rethinking of the president, what we have to expect is a further deterioration of bilateral relations between the US and Russia and this in disregard of what was proposed Trump during the election campaign. The question could lead to a sharpening of the confrontation between East and West, which would also involve the relative allies, with all its consequences. It could be an address to which Trump could be forced by the military and professional politicians, who have never seen well approaching Washington with Moscow, precisely because of the protection of American interests, endangered by Russia's aggressive foreign policy. In this case Trump's autonomy in the presidential role would be greatly reduced. If, however, what was affirmed by Tillerson was an act deliberately contrary to Trump, what is to be expected is a war within American power, with the anti-Trump faction flanked by the investigators who investigate the convulsion of Russia in the election of the president in office. If a part of the American establishment, which supports Trump, should begin to change his mind about the modalities of his election, the solution of the impeachement would begin to become less remote. In both cases it appears chairo that Trump consistently risks a considerable weakening of his figure, especially on the internal level and also among those who publicly support him and support him. The second major case is the discovery of the oil supplies that China has made to North Korea. It is, of course, a discovery in a way of saying: the economy of Pyongyang is on its last legs, both for its structure, and for the sanctions to which it is subjected and without external aid the country would have already failed. In the same way it was evident that among those who violated sanctions, China could not be in spite of the pragmatic declarations. Trump's surprise is therefore fake (if it were not, we would be faced with too much dilettantism), but the story underlines how the United States, in this phase of world politics, is increasingly isolated, even by the historic allies of the Atlantic Alliance. The question of North Korea is about world security, but for the Americans it represents a threat to their country and the White House appears increasingly distant from those who can put pressure to cool the situation. If Washington were to acknowledge that the union between the two Koreas is impossible because they were contrary to the Chinese interests and imposed a policy of more relaxed relations with Beijing, perhaps the problem could start at a solution. On the contrary, a president like Trump seems too easy a target for China and Russia, to continue their policies aimed at achieving their exclusive goals. Once again, Trump demonstrates all his inadequacy and political inexperience, both on the domestic and on the international front. When it is time to analyze this period from the historical point of view, the judgment can only be one of the worst of American history.

Rusia y China, problemas para Trump

Hay dos hechos relevantes para los Estados Unidos, en estos días. El primero se refiere a un artículo escrito por Rex Tillerson, el actual Secretario de Estado a cargo, que apareció en "The New York Times". El Secretario de Estado, en un pasaje de la escritura afirma que los EE.UU. no está en buenas relaciones con Moscú, con la que, sin embargo, deben trabajar juntos en temas de interés común para la política expansionista de Rusia, que invadió Georgia y l ' Ucrania y, sobre todo, ha tratado de violar la soberanía de los Estados occidentales que tratan de influir en "nuestras lecciones" (texto) y las de otras naciones. Esta es una admisión pública rotunda, que en los próximos días no puede someterse a análisis y evaluaciones muy detallados. Tillerson, al escribir esto (scripta manent), contradice a Trump, quien había dicho públicamente que confiaba en las declaraciones de Putin, que negaban la intromisión rusa en las elecciones presidenciales de Estados Unidos. Así que estamos creando un dualismo que ciertamente no es convergente entre el máximo poder monocráneo de los Estados Unidos y el máximo representante de la política exterior estadounidense. ¿Qué puede significar esto? Si se acepta la acción, debido a una posible reconsideración del Presidente, lo que esperamos es un mayor deterioro de las relaciones bilaterales entre los EE.UU. y Rusia, y esto a despecho de lo que se pretendía Trump durante la campaña electoral. La pregunta podría conducir a una agudización de la confrontación entre Oriente y Occidente, que también involucraría a los aliados relativos, con todas sus consecuencias. Podría ser una dirección a la que Trump podría verse obligado por los profesionales militares y políticos, que nunca han visto un acercamiento de Washington bien con Moscú, debido precisamente a la protección de los intereses de Estados Unidos, minado por la agresiva política exterior de Rusia. En este caso, la autonomía de Trump en el rol presidencial se vería enormemente reducida. Si, sin embargo, la alegación hecha por Tillerson fue un acto deliberadamente en contraste con Trump, lo que puede esperarse es una guerra interna de poder de Estados Unidos, con anti facción Trump flanqueado por los investigadores que investigan la implicación de Rusia en la elección del presidente en el cargo. Si una parte del establishment estadounidense, que apoya a Trump, debería comenzar a cambiar de opinión sobre las modalidades de su elección, la solución del juicio empezara a ser menos remota. En ambos casos, parece ser que Trump constantemente arriesga un considerable debilitamiento de su figura, especialmente en el nivel interno y también entre aquellos que públicamente lo apoyan y lo apoyan. El segundo caso importante es el descubrimiento de los suministros de petróleo que China ha hecho a Corea del Norte. Es, por supuesto, una al aire libre por así decirlo: la economía de Pyongyang se ha agotado, tanto por su estructura, y por las sanciones a las que se somete, sin ayuda externa al país ya habría fallado. Del mismo modo, era evidente que, entre quienes violaban las sanciones, China no podía hacerlo a pesar de las declaraciones pragmáticas. La sorpresa de Trump es tan falso (si no fuera estaríamos delante de amateurismo también), pero la historia señala cómo los Estados Unidos, en esta etapa de las políticas agrícolas del mundo, son cada vez más aislado, incluso por los historiadores de aliados de la OTAN. La cuestión de Corea del Norte tiene que ver con la seguridad mundial, pero para los estadounidenses representa una amenaza para su país y la Casa Blanca parece estar cada vez más distante de aquellos que pueden presionar para enfriar la situación. Si Washington reconociera que la unión entre las dos Coreas es imposible porque era contraria a los intereses chinos e imponía una política de relaciones más relajadas con Pekín, quizás el problema podría comenzar por una solución. Por el contrario, un presidente como Trump parece un objetivo demasiado fácil para China y Rusia, para continuar sus políticas destinadas a lograr sus objetivos exclusivos. Una vez más, Trump demuestra toda su insuficiencia e inexperiencia política, tanto en el frente nacional como en el internacional. Cuando llega el momento de analizar este período desde el punto de vista histórico, el juicio solo puede ser uno de los peores de la historia estadounidense.

Russland und China, Probleme für Trump

Für die Vereinigten Staaten gibt es in diesen Tagen zwei Fakten. Die erste betrifft einen Artikel von Rex Tillerson, dem derzeitigen zuständigen Staatssekretär, der in der "New York Times" erschien. Der Außenminister gibt in einer Passage des Papiers an, dass die USA nicht mit Moskau, mit dem es jedoch in Fragen von gemeinsamem Interesse zusammenarbeiten muss, für die russische expansionistische Politik, die in Georgien und die Ukraine eingedrungen ist, in Einklang steht Die Ukraine und vor allem hat versucht, die Souveränität der westlichen Staaten zu verletzen, die versuchen, "unsere Lektionen" (Text) und die anderer Nationen zu beeinflussen. Dies ist eine eindeutige öffentliche Zulassung, die in den kommenden Tagen nicht sehr detailliert analysiert und bewertet werden kann. Tillerson, der dies schreibt (scripta manent), widerspricht Trump, der öffentlich gesagt hatte, er vertraue Putins Aussagen, die die Einmischung der Russen in die US-Präsidentschaftswahlen verleugneten. Wir schaffen also einen Dualismus, der sicherlich nicht zwischen der maximalen monokratischen Macht der USA und dem höchsten Vertreter der amerikanischen Außenpolitik konvergiert. Was kann das bedeuten? Wenn Aktion vereinbart ist, wegen einer möglichen Überprüfung des Präsidenten, was erwarten wir eine weitere Verschlechterung der bilateralen Beziehungen zwischen den USA und Russland, und dies zum Trotz, was Trump während der Wahlkampagne gedacht war. Die Frage könnte zu einer Verschärfung der Konfrontation zwischen Ost und West führen, an der auch die relativen Verbündeten mit all ihren Konsequenzen beteiligt sein werden. Es könnte eine Adresse sein, auf die Trump von den Militär- und Berufspolitikern gezwungen werden könnte, die Washington mit Moskau nie genau näher gekommen sind, gerade wegen des Schutzes der amerikanischen Interessen, gefährdet durch Russlands aggressive Außenpolitik. In diesem Fall würde Trumps Autonomie in der Präsidentenrolle stark eingeschränkt werden. Wenn jedoch der Vorwurf gemacht durch Tillerson ein Akt bewusst im Gegensatz zu Trump war, was erwartet werden kann, ist ein interner Krieg amerikanischer Macht, mit anti Trump Fraktion flankiert von den Forschern, die die Auswirkung von Russland bei der Wahl untersuchen des Präsidenten im Amt. Wenn ein Teil des amerikanischen Establishments, das Trump unterstützt, beginnen sollte, seine Meinung über die Modalitäten seiner Wahl zu ändern, würde die Lösung der Amtsenthebung beginnen, weniger weit entfernt zu werden. In beiden Fällen scheint es, dass Trump immer eine erhebliche Schwächung seiner Persönlichkeit riskiert, insbesondere auf der internen Ebene und auch bei denjenigen, die ihn öffentlich unterstützen und unterstützen. Der zweite wichtige Fall ist die Entdeckung der Ölvorräte, die China an Nordkorea geliefert hat. Es ist selbstverständlich, ein Außen sozusagen: Die Wirtschaft von Pjöngjang erschöpft ist, sowohl für die Struktur und für die Sanktionen, die es ausgesetzt ist, ohne externe Hilfe wäre das Land bereits gescheitert. Genauso war es offensichtlich, dass China unter den Sanktionen nicht gegen die pragmatischen Erklärungen sein konnte. Die Überraschung des Trump ist so falsch (wenn es nicht war würden wir vor Dilettantismus sein), aber die Geschichte zeigt auf, wie die Vereinigten Staaten, in diesem Stadium der Landwirtschaftspolitik der Welt, sind zunehmend isoliert, auch von den Historikern der NATO-Verbündeten. Die Frage von Nordkorea betrifft die Sicherheit der Welt, aber für die Amerikaner stellt es eine Bedrohung für ihr Land dar und das Weiße Haus scheint immer weiter von denen entfernt zu sein, die Druck machen können, die Situation abzukühlen. Wenn Washington anerkennen würde, dass die Union zwischen den beiden Koreas unmöglich ist, weil sie den chinesischen Interessen widersprechen und eine Politik entspannterer Beziehungen zu Peking durchsetzen, könnte das Problem vielleicht mit einer Lösung beginnen. Im Gegenteil, ein Präsident wie Trump scheint ein zu leichtes Ziel für China und Russland zu sein, ihre Politik fortzusetzen, um ihre exklusiven Ziele zu erreichen. Erneut zeigt Trump seine ganze Unzulänglichkeit und politische Unerfahrenheit, sowohl auf nationaler als auch auf internationaler Ebene. Wenn es Zeit ist, diese Periode vom historischen Standpunkt aus zu analysieren, kann das Urteil nur eine der schlimmsten der amerikanischen Geschichte sein.

Russie et Chine, problèmes pour Trump

Il y a deux faits pertinents pour les États-Unis, de nos jours. Le premier concerne un article écrit par Rex Tillerson, l'actuel secrétaire d'Etat en charge, qui a paru dans "The New York Times". Le secrétaire d'Etat, dans un passage de script indique que les États-Unis n'est pas en bons termes avec Moscou, qui, cependant, doivent travailler ensemble sur les questions d'intérêt commun pour la politique expansionniste russe, qui a envahi la Géorgie et l ' l'Ukraine et, en particulier, a tenté de violer la souveraineté des Etats occidentaux qui tentent d'influencer nos « leçons » (textuelles) et quele des autres nations. C'est un aveu public retentissant qui, dans les prochains jours, ne pourra pas faire l'objet d'analyses et d'évaluations très détaillées. Tillerson cette écriture (scripta manent) contredit Trump, qui avait dit publiquement à faire confiance aux déclarations de Vladimir Poutine, qui niaient l'ingérence russe dans la présidentielle américaine. Nous créons donc un dualisme qui n'est certainement pas convergent entre le pouvoir monocratique maximum des États-Unis et le plus haut représentant de la politique étrangère américaine. Qu'est-ce que cela peut signifier? Si l'action est d'accord, en raison d'un éventuel réexamen du Président, ce que nous nous attendons à une nouvelle détérioration des relations bilatérales entre les Etats-Unis et la Russie, et ce, au mépris de ce qui était prévu Trump pendant la campagne électorale. La question pourrait conduire à un affinement de la confrontation entre l'Est et l'Ouest, ce qui impliquerait également les alliés relatifs, avec toutes ses conséquences. Il pourrait être une adresse à laquelle Trump pourrait être forcé par les militaires professionnels et politiques, qui ont jamais vu un rapprochement avec Moscou Washington et, précisément en raison de la protection des intérêts américains, minée par la politique étrangère agressive de la Russie. Dans ce cas, l'autonomie de Trump dans le rôle présidentiel serait grandement réduite. Toutefois, si l'allégation faite par Tillerson était un acte délibéré contrairement à Trump, ce qui peut être attendu est une guerre interne à la puissance américaine, avec faction anti Trump flanqué par les enquêteurs qui enquêtent sur l'implication de la Russie dans l'élection du président en exercice. Si une partie de l'establishment américain, qui soutient Trump, devrait commencer à changer d'avis sur modlaità de son élection, la solution dell'impeachement commencerait à devenir moins éloignée. Dans les deux cas, il semble que les risques chairo Trump de manière cohérente un affaiblissement considérable de sa forme, en particulier sur le plan interne et aussi entre ceux qui, publiquement le rejoignit et le soutient. Le deuxième cas majeur est la découverte de l'approvisionnement en pétrole que la Chine a fait à la Corée du Nord. Il est, bien sûr, un en plein air pour ainsi dire: l'économie de Pyongyang est épuisé, aussi bien pour sa structure, et les sanctions auxquelles elle est soumise, sans aide extérieure, le pays aurait déjà échoué. De la même manière, il était évident que parmi ceux qui violaient les sanctions, la Chine ne pouvait pas être en dépit des déclarations pragmatiques. La surprise de Trump est si faux (si ce ne nous serions en avance sur l'amateurisme aussi), mais l'histoire montre comment les Etats-Unis, à ce stade des politiques agricoles du monde, sont de plus en plus isolé, même par les historiens des alliés de l'OTAN. La question de la Corée du Nord comme la sécurité mondiale, mais pour les Américains est une menace pour leur pays et la Maison Blanche semble encore plus éloigné de ceux qui peuvent faire des pressions pour refroidir la situation. Si Washington prendre note que l'union entre les deux Corées est impossible parce que contraire aux intérêts chinois et impostassero une politique de relations plus détendues avec Pékin, peut-être le problème peut commencer à une solution. Au contraire, un président comme Trump semble être une cible trop facile pour la Chine et la Russie, pour poursuivre leurs politiques visant à atteindre leurs objectifs exclusifs. Une fois de plus, Trump démontre toute son inadéquation et son inexpérience politique, tant sur le plan national qu'international. Quand il est temps d'analyser cette période du point de vue historique, le jugement ne peut être que l'un des pires de l'histoire américaine.

Rússia e China, problemas para Trump

Existem dois fatos relevantes para os Estados Unidos, atualmente. O primeiro diz respeito a um artigo escrito por Rex Tillerson, atual secretário de Estado responsável, que apareceu em "The New York Times". O Secretário de Estado, em uma passagem do documento, afirma que os EUA não estão em boas condições com Moscou, com o qual, no entanto, deve colaborar em questões de interesse comum, para a política expansionista russa, que invadiu a Geórgia e a A Ucrânia e, acima de tudo, tentou violar a soberania dos estados ocidentais tentando influenciar "nossas lições" (texto) e as de outras nações. Esta é uma admissão pública ressonante, que nos próximos dias não pode ser submetida a análises e avaliações muito detalhadas. Tillerson, escrevendo isto (scripta manent), contradiz Trump, que havia dito publicamente que confiava nas declarações de Putin, que negavam a intromissão russa nas eleições presidenciais dos EUA. Então estamos criando um dualismo que certamente não é convergente entre o máximo poder monocrático dos EUA e o mais alto representante da política externa americana. O que isso pode significar? Se a ação for acordada, devido a uma possível repensação do presidente, o que esperamos é uma nova deterioração das relações bilaterais entre os EUA e a Rússia e isso, desconsiderando o que foi proposto Trump na campanha eleitoral. A questão poderia levar a uma agudização do confronto entre Oriente e Ocidente, o que também envolveria os aliados relativos, com todas as suas conseqüências. Poderia ser um endereço para o qual Trump poderia ser forçado pelos políticos militares e profissionais, que nunca viram bem se aproximar de Washington com Moscou, precisamente por causa da proteção dos interesses americanos, ameaçados pela política externa agressiva da Rússia. Neste caso, a autonomia de Trump no papel presidencial seria muito reduzida. Se, no entanto, o que foi afirmado por Tillerson foi um ato deliberadamente contrário ao Trump, o que é de se esperar é uma guerra dentro do poder americano, com a facção anti-Trump ladeada pelos investigadores que investigam a convulsão da Rússia nas eleições do presidente no escritório. Se uma parte do estabelecimento americano, que apoia Trump, deve começar a mudar de idéia sobre as modalidades de sua eleição, a solução da impeachement começaria a se tornar menos remota. Em ambos os casos, parece que o Trump arrisca consistentemente um enfraquecimento considerável de sua figura, especialmente no nível interno e também entre aqueles que o apoiam publicamente e apoiá-lo. O segundo caso principal é a descoberta dos fornecimentos de petróleo que a China fez na Coréia do Norte. É, é claro, uma descoberta de forma a dizer: a economia de Pyongyang está em suas últimas pernas, tanto para a sua estrutura, quanto para as sanções a que está sujeito e sem ajuda externa, o país já falhou. Do mesmo modo, era evidente que, entre aqueles que violavam as sanções, a China não poderia estar a despeito das declarações pragmáticas. A surpresa de Trump é, portanto, falsa (se não fosse, seria confrontado com muito diletantismo), mas a história sublinha como os Estados Unidos, nesta fase da política mundial, estão cada vez mais isolados, mesmo pelos aliados históricos da Aliança do Atlântico. A questão da Coréia do Norte é sobre a segurança mundial, mas para os americanos representa uma ameaça para o seu país e a Casa Branca parece cada vez mais distante daqueles que podem pressionar para resfriar a situação. Se Washington reconhecesse que a união entre as duas Coreias é impossível porque eles eram contrários aos interesses chineses e impuseram uma política de relações mais relaxadas com Pequim, talvez o problema possa começar em uma solução. Pelo contrário, um presidente como o Trump parece ser um alvo muito fácil para a China e a Rússia, para continuar suas políticas visando alcançar seus objetivos exclusivos. Mais uma vez, Trump demonstra toda a sua inadequação e inexperiência política, tanto na frente doméstica como internacional. Quando é hora de analisar este período do ponto de vista histórico, o julgamento só pode ser um dos piores da história americana.