Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
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martedì 23 gennaio 2018
حالة عدم المساواة الاقتصادية الكبرى في العالم
بعد
أن أثبتت الليبرالية نفسها كوسيلة لإدارة الاقتصاد والمجتمع، فإن النتيجة
الأكثر لفتا هي عدم المساواة الكبير الذي تم إنشاؤه على المستوى العالمي،
لن يؤثر فقط على المناطق التي تشكلها البلدان الأكثر تخلفا مع المجتمع وأكثر
حرمانا، ولكن أيضا تؤثر على توازن أغنى مناطق الكوكب، الذي شهد انخفاضا
مطردا في ذلك الجزء من الطبقة الوسطى التي شكلها العمال بأجر. فالقيمة
البليغة لجهة معينة تسود على جميع الآخرين، وهي بيان الوضع الراهن: إذ أن 1
في المائة من سكان العالم يتمتعون بثروة أكبر من النسبة المتبقية من تسعة
وتسعين في المائة. ولكن
يجب أيضا أن نتذكر أن سبعة من أصل عشرة مواطنين عالميين يقيمون في دول حيث
ارتفع معدل عدم المساواة على مدى السنوات الثلاثين الماضية، وأن هذه
الثروة تنتج عن استغلال ما لا يقل عن أربعين مليون شخص، يمكن أن يكون عملهم
المصنفة
كعبيد، للظروف التي يتم فيها أداء عملهم ودفعهم، وهو أمر غير كاف إلى حد
كبير (وفي هذه الأربعين مليون أيضا تشمل أربعة ملايين من بامابيبيس). ولذلك، فإن عدم المساواة يمثل حالة الطوارئ في العالم الحقيقي، التي يمكن حلها النهائي أن يحل معظم مشاكل العالم. ومع
ذلك، فإن هذه الحالة الطارئة أقل من التقدير، وتفضل زيادة التركيز على
القضايا الفردية، التي ينبغي بدلا من ذلك أن تعالج في سياق تحسن ملحوظ في
العدالة الاجتماعية. وقد
أصبح النمو التدريجي للتوزيع غير العادل للموارد، الذي أضر على نحو متزايد
على العمل، وعاقب على نحو متزايد لصالح رؤوس الأموال، من يمتلكون وسائل
الإنتاج وإيجارات الموقف، وسيلة للتحكم الاجتماعي، وحتى في بعض الأحيان حتى أكثرها ابتدائية، وصولا إلى نفي واضح أو أقل للحقوق الاجتماعية، وفي كثير من الأحيان السياسية. عدم
المساواة عالية جدا هي أعراض الأكثر وضوحا على فشل تطبيق القيم الغربية
الديمقراطية والتقدم الاجتماعي، والتي تم تخفيضها، تصل أحيانا إلى أن يكون
اسميا فقط، لسوء المعاملة من ربح قليل وتأكيد التمويل على العمل، نقطة تحول حقيقية لخلق الظروف للتمييز الشديد لتوزيع الدخل. أصبحت
السياسة رهينة لجزء أغنى، على الرغم من الأقليات، وغير خاضعة لأن يصبح
أداة الجمود الاجتماعي المتبعة في حماية شرف: في هذه الأحزاب المحافظة كانت
المتواطئين، الذين لم يعبروا عن سياسة حماية العمل ولكن
فقط من رأس المال، والأسوأ من ذلك، تلك التي على اليسار، الذين طاردوا
الحق في الموضوعات على الأكثر متجانسة، وتغيير سياساتها خصوصيات والقوانين
والتدابير التي تعزز انعدام الأمن ولم تصان القيمة الاسمية للأجور . هناك
حالة الصليب في دول العالم حيث حماية الضرائب أكثر وثروات أكثر متناقضة من
سياسات إعادة توزيع الدخل، والآن غير كافية على نحو متزايد: المتوسط هو
القتال وعدم تطبيق التدرج من الضرائب وتمكين مزايا ضريبية للشركات
والمؤسسات ، التي تضيف إعفاءات ضريبية إلى الأرباح كثيرا ما تنتج باستغلال العمال. وظلت
ظاهرة العولمة تحبذ هذا الاتجاه عن طريق التنافس على انخفاض تكاليف اليد
العاملة في بعض البلدان مع ارتفاع تكلفة الدول الصناعية وبالتالي على حساب
عمال أغنى البلدان؛ فالسياسة لم تكن قادرة أو أرادت أن تصد هذا التطور على نحو فعال، وأدى ذلك إلى تقليص الحقوق والوزن، وكذلك الاجتماعي، للعمال. وإذا
كان لا يزال هناك اختلافات كبيرة بين الشمال والجنوب من الصحيح أيضا أن
أعراض زيادة عدم المساواة دليل واضح على الاتجاه الذي بدأت فيه المجتمعات
حيث أصبحت الحقوق راسخة وبدأت تتأثر: والتدهور التدريجي للعمال الذين يتقاضون أجرا، وهو ما انعكس في فقر عام فيما يتعلق بالشركات التجارية الصغيرة والتجار الصغار. وحقيقة
أنه في بلدان مثل إيطاليا، فإن أكبر صعوبة اقتصادية تتعلق بالسوق
الداخلية، والتي تضغط أيضا في الصين، أكبر منتج في العالم، تكشف عن أن نسبة
السكان المنتمين إلى الطبقة الوسطى تتحرك بسرعة نحو الهبوط، منظور عصر يتسم بصراعات اجتماعية عميقة، يمكن أن يؤدي إلى حالات خطر كبير.
martedì 16 gennaio 2018
Gli USA intendono creare una forza curda ai confini con la Turchia
L’intenzione statunitense di creare una forza militare di circa 30.000 effettivi, composta da arabi, turcomanni, ma, sopratutto da curdi, avente lo scopo di presidiare i confini con la Siria settentrionale, sotto il controllo di Assad, ha provocato la forte reazione di Damasco ed Ankara. Se tra Washington e la Siria di Assad restano motivi di contrapposizione, la Turchia resta formalmente un alleato americano ed anche un appartenente, tra l’altro l’unico membro islamico, dell’Alleanza Atlantica. La valenza politica, quindi, della decisione del Pentagono appare molto rilevante. Appoggiarsi alle milizie curde, significa riconoscerne, implicitamente, il diritto all’autonomia territoriale, l’argomento peggiore per il presidente turco, che ha fatto dell’integrità territoriale del paese turco un suo punto di forza. Infatti la prima reazione del governo della Turchia verso gli USA è stata di condanna per la minaccia alla sicurezza nazionale. Il ministro degli esteri turco ha denunciato la mancanza di informazione preventiva da parte di Washington, un aspetto non certo secondario nella vicenda, che aggrava i rapporti tra i due paesi. La percezione è che gli Stati Uniti non abbiano avvisato Ankara per impedire un boicottaggio preventivo della costituzione della nuova forza militare ed anche per la scarsa fiducia in un regime che ha probabilmente sostenuto lo Stato islamico. Al contrario per i curdi essere parte integrante di questa forza militare, ha un significato preciso, che consiste nella grande considerazione che godono presso i comandi militari americani. Ciò costituisce un ulteriore punto di distanza tra Turchia ed USA, anche perchè il pentagono, con questa mossa, dichiara esplicitamente in chi ripone fiducia per mettere un argine alla possibile espansione di Assad. Probabilmente sono state fatte anche considerazioni di natura di opportunità circa la convenienza di affidarsi ai militari turchi per fronteggiare Assad, non ultime tra le quali anche la volontà di non esasperare un confronto tra due soggetti internazionali su campi opposti, che potrebbe degenerare in un nuovo conflitto. A sostegno di questa forza militare ci saranno circa 2.000 militari statunitensi, inquadrati insieme a miliziani curdi, che la Turchia ritiene terroristi, una visone analoga a quella di Damasco, che considera i siriani inquadrati in questa forza militare alla stregua di traditori. Con queste premesse il ruolo della nuova forza militare si annuncia molto difficile. La Turchia, infatti, ha già schierato al confine con la zona curdo siriana una serie di batterie missilistiche pronte a colpire gli insidiamenti militari curdi. Washington sembra avere approfittato del momento di stasi del conflitto siriano per occupare, proprio con l’aiuto dei curdi ed anche in aiuto di questi, una porzione di territorio anche per bilanciare l’intervento russo, mantenendo però un basso profilo: intenzione vanificata dalla protesta di Ankara. Per la diplomazia statunitense la sfida è conciliare la vicinanza con i curdi con le ragioni trascurate dell’alleato turco, tenendo conto della reale possibilità di vedere militari americani coinvolti in conflitti contro i militari turchi: cioè quello che verrebbe a verificarsi sarebbero confronti ostili tra appartenenti dell’Alleanza Atlantica. Trump non sembra avere espresso giudizi positivi o negativi su Erdogan e neppure il coinvolgimento dei curdi sembra opera sua, la realtà è che tra i militari americani, e forse anche tra i diplomatici di professione, la svolta autoritaria di Ankara non è stata gradita, mentre la fiducia nei curdi non è mai venuta meno, specialmente dal punto di vista politico e militare. Tatticamente i curdi, peraltro fino dalla guerra contro Saddam, hanno sempre offerto una piena collaborazione all’esercito statunitense, svolgendo anche impieghi dove non era possibile coinvolgere direttamente i militari USA: la tensione con la Turchia, che va avanti già dalla presidenza Obama, ha accelerato la collaborazione con le forze curde quasi come un atto obbligato e nonostante l’alleanza formale all’interno dell’Alleanza Atlantica che lega Washington ad Ankara. Certo questo può rinforzare la legittima aspirazione curda all’autonomia, scatenando reazioni molto pericolose.
The US intends to create a Kurdish force on the border with Turkey
The
US intention to create a military force of about 30,000 people, made up
of Arabs, Turkmen, but especially Kurds, with the aim of overseeing the
borders with northern Syria, under the control of Assad, provoked the
strong reaction of Damascus and Ankara. If
between Washington and Syria Assad remain reasons for opposition,
Turkey remains formally an American ally and also a member, among other
things the only Islamic member, of the Atlantic Alliance. The political value, therefore, of the Pentagon's decision appears to be very relevant. Supporting
the Kurdish militias means recognizing, implicitly, the right to
territorial autonomy, the worst argument for the Turkish president, who
has made the territorial integrity of the Turkish country one of its
strengths. In fact, the first reaction of the government of Turkey to the USA has been condemnation of the threat to national security. The
Turkish foreign minister has denounced the lack of prior information
from Washington, an aspect that is certainly not secondary in the
affair, which aggravates relations between the two countries. The
perception is that the United States has not warned Ankara to prevent a
preventive boycott of the establishment of the new military force and
also for the lack of confidence in a regime that has probably supported
the Islamic State. On
the contrary for the Kurds to be an integral part of this military
force, it has a precise meaning, which consists of the great
consideration they enjoy at the American military command. This
constitutes a further point of distance between Turkey and the USA,
also because the pentagon, with this move, explicitly states in those
who trust to put a barrier to the possible expansion of Assad. Probably
also considerations of the nature of opportunities have been made
regarding the convenience of relying on the Turkish military to face
Assad, not least among them also the will not to exacerbate a
confrontation between two international subjects on opposite fields,
which could degenerate into a new conflict . In
support of this military force there will be about 2,000 US troops,
framed together with Kurdish militiamen, whom Turkey considers
terrorists, a mink similar to that of Damascus, which considers the
Syrians framed in this military force as traitors. With these premises the role of the new military force announces itself very difficult. In
fact, Turkey has already deployed a series of missile batteries on the
Syrian Kurdish border, ready to hit Kurdish military sites. Washington
seems to have taken advantage of the moment of stasis of the Syrian
conflict to occupy, with the help of the Kurds and also in their help, a
portion of territory also to balance the Russian intervention, while
maintaining a low profile: intention nullified by the protest of Ankara. For
US diplomacy the challenge is to reconcile the proximity to the Kurds
with the neglected reasons of the Turkish ally, taking into account the
real possibility of seeing American soldiers involved in conflicts
against the Turkish military: that is, what would occur would be hostile
confrontations between members of the Atlantic Alliance. Trump
does not seem to have expressed positive or negative opinions on
Erdogan and even the involvement of the Kurds seems to be his work, the
reality is that between the American military, and perhaps even among
the professional diplomats, the authoritarian turn of Ankara was not
welcome, while trust in the Kurds has never failed, especially from a political and military point of view. Tactically,
even the Kurds, since the war against Saddam, have always offered full
cooperation to the US military, also carrying out jobs where it was not
possible to directly involve the US military: the tension with Turkey,
which is already going from the Obama presidency, has accelerated
collaboration with the Kurdish forces almost as an obligatory act and
despite the formal alliance within the Atlantic Alliance that links
Washington to Ankara. Of course this can reinforce the legitimate Kurdish aspiration to autonomy, triggering very dangerous reactions.
Estados Unidos tiene la intención de crear una fuerza kurda en la frontera con Turquía
La
intención de Estados Unidos de crear una fuerza militar de unas 30,000
personas, compuesta por árabes, turcomanos, pero especialmente kurdos,
con el objetivo de supervisar las fronteras con el norte de Siria, bajo
el control de Assad, provocó la fuerte reacción de Damasco y Ankara. Si
entre Washington y Siria Assad siguen siendo motivos de oposición,
Turquía sigue siendo formalmente un aliado estadounidense y también un
miembro, entre otros, el único miembro islámico de la Alianza Atlántica.
El valor político, por lo tanto, de la decisión del Pentágono parece ser muy relevante. Apoyar
a las milicias kurdas significa reconocer, implícitamente, el derecho a
la autonomía territorial, el peor argumento para el presidente turco,
que ha convertido la integridad territorial del país turco en uno de sus
puntos fuertes. De
hecho, la primera reacción del gobierno de Turquía a los Estados Unidos
ha sido la condena de la amenaza a la seguridad nacional. El
canciller turco ha denunciado la falta de información previa de
Washington, un aspecto que ciertamente no es secundario en el asunto, lo
que agrava las relaciones entre los dos países. La
percepción es que Estados Unidos no ha advertido a Ankara que evite un
boicot preventivo al establecimiento de la nueva fuerza militar y
también por la falta de confianza en un régimen que probablemente haya
apoyado al Estado islámico. Por
el contrario, para que los kurdos sean parte integral de esta fuerza
militar, tiene un significado preciso, que consiste en la gran
consideración que disfrutan en el comando militar estadounidense. Esto
constituye un punto más de distancia entre Turquía y EE. UU., También
porque el Pentágono, con este movimiento, declara explícitamente en
aquellos que confían para poner una barrera a la posible expansión de
Assad. Es
probable que también se han hecho a consideraciones de oportunidad
sobre la conveniencia de confiar en los militares turcos para hacer
frente a Assad, no menos importante de ellos fue el deseo de no agravar
el enfrentamiento de dos jugadores internacionales en campos opuestos,
lo que podría degenerar en un nuevo conflicto . En
apoyo de esta fuerza militar habrá cerca de 2.000 soldados
estadounidenses, junto con milicianos kurdos enmarcadas, que Turquía
considera terroristas, una visión similar a la de Damasco, que considera
los sirios enmarcados en esta fuerza militar de la misma manera como
traidores. Con estas premisas, el papel de la nueva fuerza militar se anuncia muy difícil. De
hecho, Turquía ya ha desplegado una serie de baterías de misiles en la
frontera kurda siria, listas para atacar sitios militares kurdos. Washington
parece haber aprovechado el momento para el conflicto sirio para ocupar
capa caída, sólo con la ayuda de los kurdos e incluso a la ayuda de
éstos, una porción de territorio también para equilibrar la intervención
rusa, pero manteniendo un perfil bajo: planes frustrados por las
protestas de Ankara. Para
la diplomacia de Estados Unidos, el reto es conciliar la proximidad a
los kurdos con las razones aliado descuidado turco, teniendo en cuenta
la posibilidad real de ver a los soldados estadounidenses implicados en
el conflicto contra el ejército turco: es decir, lo que suceda estaría
en contra de hostilidad entre los miembros de la Alianza Atlántica. Trump
parece haber expresado juicios positivos o negativos acerca de Erdogan,
e incluso la participación de los kurdos parece su trabajo, la realidad
es que en el ejército de Estados Unidos, y tal vez incluso entre los
diplomáticos profesionales, el giro autoritario en Ankara no era
agradable, mientras la confianza en los kurdos nunca ha fallado, especialmente desde el punto de vista político y militar. Tácticamente,
incluso los kurdos, desde la guerra contra Saddam, siempre han ofrecido
una cooperación total al ejército de los EE. UU., También realizando
trabajos en los que no era posible involucrar directamente al ejército
estadounidense: la tensión con Turquía, que ya va desde la presidencia
de Obama, colaboración
acelerada con las fuerzas kurdas casi como un acto obligatorio y a
pesar de la alianza formal dentro de la Alianza Atlántica que une a
Washington con Ankara. Por supuesto, esto puede reforzar la legítima aspiración kurda a la autonomía, desencadenando reacciones muy peligrosas.
Die USA wollen eine kurdische Truppe an der Grenze zur Türkei gründen
Die
Absicht der USA, eine Streitmacht von etwa 30.000 Menschen zu schaffen,
die aus Arabern, Turkmenen, aber vor allem aus Kurden besteht, mit der
Absicht, die von Assad kontrollierten Grenzen zu Nordsyrien zu
überwachen, provozierte die heftige Reaktion Damaskus und Ankara. Wenn
Assad zwischen Washington und Syrien weiterhin Oppositionsgründe
bleiben, bleibt die Türkei formell ein amerikanischer Verbündeter und
auch Mitglied, unter anderem das einzige islamische Mitglied der
Atlantischen Allianz. Der politische Wert der Entscheidung des Pentagon scheint daher sehr relevant zu sein. Die
Unterstützung der kurdischen Milizen bedeutet implizit das Recht auf
territoriale Autonomie anzuerkennen, das schlechteste Argument für den
türkischen Präsidenten, der die territoriale Integrität des türkischen
Landes zu einer seiner Stärken gemacht hat. In
der Tat war die erste Reaktion der Regierung der Türkei auf die USA die
Verurteilung der Bedrohung der nationalen Sicherheit. Der
türkische Außenminister hat den Mangel an vorherigen Informationen aus
Washington angeprangert, ein Aspekt, der in der Affäre sicherlich nicht
zweitrangig ist und die Beziehungen zwischen den beiden Ländern
erschwert. Es
wird angenommen, dass die Vereinigten Staaten Ankara nicht davor
gewarnt haben, einen präventiven Boykott der Errichtung der neuen
Streitkräfte zu verhindern, und auch das mangelnde Vertrauen in ein
Regime, das wahrscheinlich den Islamischen Staat unterstützt hat. Im
Gegenteil, für die Kurden, die ein integraler Bestandteil dieser
militärischen Kraft sind, hat sie eine genaue Bedeutung, die aus der
großen Rücksicht besteht, die sie bei der amerikanischen Militärführung
genießen. Dies
stellt einen weiteren Punkt der Distanz zwischen der Türkei und den USA
dar, auch weil das Pentagon mit diesem Schritt ausdrücklich in
denjenigen feststellt, die darauf vertrauen, dass eine mögliche
Expansion Assads behindert wird. Vermutlich
wurden auch Überlegungen bezüglich der Möglichkeiten gemacht, sich auf
das türkische Militär zu verlassen, um Assad gegenüberzutreten, nicht
zuletzt auch unter dem Willen, eine Konfrontation zwischen zwei
internationalen Subjekten auf entgegengesetzten Feldern nicht zu
verschärfen, die in einen neuen Konflikt ausarten könnten . Zur
Unterstützung dieser Streitmacht werden etwa 2.000 US-Soldaten zusammen
mit kurdischen Milizionären, die von der Türkei als Terroristen
betrachtet werden, ein Nerz ähnlich dem von Damaskus sein, der die Syrer
in dieser militärischen Macht als Verräter betrachtet. Mit diesen Prämissen kündigt sich die Rolle der neuen Militärmacht sehr schwierig an. Tatsächlich
hat die Türkei bereits eine Reihe von Raketenbatterien an der
syrisch-kurdischen Grenze stationiert, bereit, kurdische
Militärstützpunkte zu treffen. Washington
scheint den Moment des Stillstandes des syrischen Konflikts ausgenutzt
zu haben, um mit Hilfe der Kurden und auch ihrer Hilfe einen Teil des
Territoriums zu besetzen, um die russische Intervention auszugleichen,
während er unauffällig blieb: Absicht, die durch den Protest zunichte
gemacht wurde von Ankara. Für
die US-Diplomatie besteht die Herausforderung darin, die Nähe zu den
Kurden mit den verwahrlosten Gründen des türkischen Verbündeten zu
versöhnen und die reale Möglichkeit zu berücksichtigen, amerikanische
Soldaten in Konflikten mit dem türkischen Militär zu sehen. Das würde
feindliche Konfrontationen zwischen den Mitgliedern bedeuten des Atlantischen Bündnisses. Trump
scheint weder positive noch negative Meinungen zu Erdogan geäußert zu
haben und sogar die Beteiligung der Kurden scheint seine Arbeit zu sein,
die Realität ist, dass zwischen dem amerikanischen Militär und
vielleicht sogar unter den professionellen Diplomaten der autoritäre Zug
von Ankara nicht willkommen war das Vertrauen in die Kurden ist insbesondere aus politischer und militärischer Sicht nie gescheitert. Taktisch
haben die Kurden, auch seit dem Krieg gegen Saddam, dem US-Militär
immer eine volle Zusammenarbeit angeboten und auch Aufgaben ausgeführt,
bei denen es nicht möglich war, das US-Militär direkt einzubeziehen: die
Spannungen mit der Türkei, die bereits von der Obama-Präsidentschaft
ausgeht die
beschleunigte Zusammenarbeit mit den kurdischen Kräften fast als eine
obligatorische Tat und trotz der formellen Allianz innerhalb der
Atlantischen Allianz, die Washington mit Ankara verbindet. Natürlich kann dies das legitime kurdische Streben nach Autonomie verstärken und sehr gefährliche Reaktionen auslösen.
Les Etats-Unis ont l'intention de créer une force kurde à la frontière avec la Turquie
L'intention
américaine de créer une force militaire d'environ 30 000 personnes,
composée d'Arabes, de Turkmènes, mais surtout de Kurdes, dans le but de
surveiller les frontières avec le nord de la Syrie, sous le contrôle
d'Assad, a provoqué la forte réaction de Damas et Ankara. Si
entre Washington et la Syrie Assad restent des raisons d'opposition, la
Turquie reste formellement un allié américain et aussi un membre, entre
autres choses le seul membre islamique, de l'Alliance atlantique. La valeur politique de la décision du Pentagone apparaît donc très pertinente. Soutenir
les milices kurdes, c'est reconnaître implicitement le droit à
l'autonomie territoriale, le pire argument pour le président turc, qui a
fait de l'intégrité territoriale du pays turc l'une de ses forces. En
fait, la première réaction du gouvernement de la Turquie aux États-Unis
a été la condamnation de la menace à la sécurité nationale. Le
ministre turc des Affaires étrangères a dénoncé le manque
d'informations préalables de Washington, un aspect qui n'est
certainement pas secondaire dans l'affaire, ce qui aggrave les relations
entre les deux pays. La
perception est que les Etats-Unis n'ont pas averti Ankara d'empêcher un
boycott préventif de l'établissement de la nouvelle force militaire et
aussi du manque de confiance dans un régime qui a probablement soutenu
l'Etat Islamique. Au
contraire, pour que les Kurdes fassent partie intégrante de cette force
militaire, ils ont une signification précise, qui consiste en la grande
considération dont ils jouissent au commandement militaire américain. Cela
constitue un autre point de distance entre la Turquie et les
États-Unis, aussi parce que le pentagone, avec ce mouvement, déclare
explicitement à ceux qui font confiance à mettre une barrière à
l'expansion possible d'Assad. Probablement
aussi des considérations de la nature des opportunités ont été faites
sur la commodité de compter sur l'armée turque pour faire face à Assad,
notamment la volonté de ne pas exacerber une confrontation entre deux
acteurs internationaux dans des camps opposés, qui pourrait dégénérer en
un nouveau conflit . A
l'appui de cette force militaire, il y aura environ 2.000 soldats
américains, encadrés par des miliciens kurdes, que la Turquie considère
comme des terroristes, un vison similaire à celui de Damas, qui
considère les Syriens encadrés dans cette force militaire comme des
traîtres. Avec ces prémisses, le rôle de la nouvelle force militaire s'annonce très difficile. En
fait, la Turquie a déjà déployé une série de batteries de missiles à la
frontière kurde syrienne, prête à frapper les sites militaires kurdes. Washington
semble avoir profité du moment de stase du conflit syrien pour occuper,
avec l'aide des Kurdes et aussi dans leur aide, une portion de
territoire pour équilibrer même l'intervention russe, tout en gardant un
profil bas: intention annulée par la protestation d'Ankara. Pour
la diplomatie américaine, le défi est de concilier la proximité des
Kurdes avec les raisons négligées de l'allié turc, en prenant en compte
la possibilité réelle de voir des soldats américains impliqués dans des
conflits contre l'armée turque: des affrontements hostiles entre les
membres de l'Alliance atlantique. Trump
ne semble pas avoir exprimé des opinions positives ou négatives sur
Erdogan et même l'implication des Kurdes semble être son travail, la
réalité est qu'entre l'armée américaine, et peut-être même parmi les
diplomates professionnels, le virage autoritaire d'Ankara n'était pas le
bienvenu. La confiance dans les Kurdes n'a jamais failli, surtout d'un point de vue politique et militaire. Tactiquement,
les Kurdes, même depuis la guerre contre Saddam, ont toujours offert
une collaboration complète à l'armée américaine, réalisant également des
emplois où il n'était pas possible d'impliquer directement l'armée
américaine: la tension avec la Turquie, qui est déjà sous la présidence
d'Obama, une
collaboration accélérée avec les forces kurdes presque comme un acte
obligatoire et malgré l'alliance formelle au sein de l'Alliance
atlantique qui relie Washington à Ankara. Bien sûr, cela peut renforcer l'aspiration légitime des Kurdes à l'autonomie, déclenchant des réactions très dangereuses.
Os EUA pretendem criar uma força curda na fronteira com a Turquia
A
intenção dos EUA de criar uma força militar de cerca de 30 mil pessoas,
composta por árabes, turcomanos, mas especialmente curdos, com o
objetivo de supervisionar as fronteiras com o norte da Síria, sob o
controle de Assad, provocou a forte reação de Damasco e Ancara. Se
entre Washington e a Síria Assad continuem a ser motivo de oposição, a
Turquia continua formalmente um aliado americano e também um membro,
entre outros, o único membro islâmico da Aliança do Atlântico. O valor político, portanto, da decisão do Pentágono parece ser muito relevante. Apoiar
as milícias curdas significa reconhecer, implicitamente, o direito à
autonomia territorial, o pior argumento para o presidente turco, que
tornou a integridade territorial do país turco uma das suas forças. Na verdade, a primeira reação do governo da Turquia aos EUA tem sido uma condenação da ameaça à segurança nacional. O
ministro das Relações Exteriores da Turquia denunciou a falta de
informação prévia de Washington, um aspecto que certamente não é
secundário no caso, o que agrava as relações entre os dois países. A
percepção é que os Estados Unidos não alertaram Ancara para prevenir um
boicote preventivo do estabelecimento da nova força militar e também
pela falta de confiança em um regime que provavelmente apoiou o Estado
islâmico. Pelo
contrário, para que os curdos sejam parte integrante desta força
militar, ele tem um significado preciso, que consiste na grande
consideração que eles desfrutam no comando militar americano. Isso
constitui um outro ponto de distância entre a Turquia e os EUA, também
porque o pentágono, com esse movimento, afirma explicitamente naqueles
que confiam em colocar uma barreira para a possível expansão de Assad. Provavelmente
também foram feitas considerações sobre a natureza das oportunidades em
relação à conveniência de confiar nos militares turcos para enfrentar
Assad, entre eles também a vontade de não agravar um confronto entre
dois assuntos internacionais em campos opostos, o que poderia degenerar
em um novo conflito . Em
apoio a esta força militar, haverá cerca de 2.000 soldados dos EUA,
enquadrados com a milícia curda, a quem a Turquia considera terroristas,
um vison semelhante ao de Damasco, que considera os sírios nesta força
militar como traidores. Com essas premissas, o papel da nova força militar se anuncia muito difícil. De
fato, a Turquia já implantou uma série de baterias de mísseis na
fronteira com curdos da Síria, pronta para atacar os locais militares
curdos. Washington
parece ter aproveitado o momento da estase do conflito sírio para
ocupar, com a ajuda dos curdos e também em sua ajuda, uma parcela de
território para equilibrar a intervenção russa, mantendo um perfil
baixo: a intenção anulada pelo protesto de Ancara. Para
a diplomacia dos EUA, o desafio é conciliar a proximidade com os curdos
com as razões negligenciadas do aliado turco, levando em conta a
possibilidade real de ver soldados americanos envolvidos em conflitos
contra os militares turcos: isto é, o que ocorreria seriam confrontos
hostis entre membros da Aliança do Atlântico. Trump
não parece ter expressado opiniões positivas ou negativas sobre Erdogan
e até mesmo o envolvimento dos curdos parece ser o seu trabalho, a
realidade é que, entre os militares americanos e, talvez, mesmo entre os
diplomatas profissionais, a mudança autoritária de Ancara não foi
bem-vinda, enquanto A confiança nos curdos nunca falhou, especialmente do ponto de vista político e militar. Tácticamente,
até os curdos, desde a guerra contra Saddam, sempre ofereceram
cooperação plena ao exército dos EUA, realizando também trabalhos onde
não era possível envolver diretamente os militares dos EUA: a tensão com
a Turquia, que já está indo da presidência de Obama, tem acelerou
a colaboração com as forças curdas quase como um ato obrigatório e
apesar da aliança formal dentro da Aliança Atlântica que liga Washington
a Ancara. Claro que isso pode reforçar a legítima aspiração curda à autonomia, provocando reações muito perigosas.
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