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Politica Internazionale
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mercoledì 27 marzo 2019
La rivolta algerina non è seguita dai governi stranieri come le primavere arabe
Ad alcuni anni di distanza dalle primavere arabe la situazione algerina ritorna di attualità. La rivolta popolare contro un presidente non abile al ruolo sembra interessare soltanto i mezzi di informazione ma non, almeno direttamente, i governi vicini o quelli di matrice islamica. Esiste una differenza con le rivolte del 2011, dove alcuni stati, anche per tutelare i propri interessi geopolitici, appoggiavano apertamente i manifestanti: era il caso della Turchia, che inseguiva il suo progetto di esercitare la sua influenza sui territori dell’ex impero ottomano e si appoggiava alla fede religiosa comune, come mezzo per raggiungere i suoi fini. Così come il Qatar, che voleva proporsi come alleato, con una visione moderna in aperto contrasto con le dittature che restringevano le libertà. Attualmente, sul piano internazionale, vi è una maggiore cautela ed i governi, che prima si impegnavano direttamente, manifestano una maggiore cautela. Il timore più diffuso è quello di appoggiare una rivoluzione che possa diventare di matrice religiosa, capace di portare al governo movimenti come i Fratelli musulmani, dove la connotazione religiosa appare troppo esasperata; si tratta di una paura giustificata, dato che questi movimenti sono molto radicati nelle società arabe, perchè vanno a coprire il vuoto sociale causato dalla repressione contro partiti e sindacati. Si deve anche ricordare che quando sono stati al potere in Egitto i Fratelli musulmani, pur vincendo le elezioni in maniera democratica, hanno inteso la vittoria elettorale in maniera esclusiva, non rispettando le minoranze ed imponendo la legge islamica senza alcun rispetto verso le parti laiche della società. A questo stato di cose è poi seguito il colpo di stato che ha portato al governo in Egitto i militari, facendo passare il paese dalla dittatura di Mubarak a quella religiosa, per finire con la dittatura militare. L’attuale congiuntura politica non favorisce comunque, un interessamento da parte di Ankara e Doha: per i turchi, al momento, le priorità sono altre, come la questione curda all’interno e sui propri confini, mentre il Qatar ha in corso la disputa con l’Arabia Saudita ed i suoi alleati, che hanno isolato il paese, e la scelta di mantenere un atteggiamento defilato appare come obbligatoria. Le stesse monarchie del golfo si limitano a guardare con sospetto la rivoluzione algerina per il solo timore che questa produca una deriva islamista. Al limite chi è più interessata è la Tunisia, per ragioni di vicinato e per lo scambio economico che ha con l’Algeria, ma le dimensioni del paese tunisiono sono troppo più piccole per potere influenzare Algeri. Essendo una cirisi isolata e non inserita in un movimento più vasto, come era accaduto per le primavere arabe, occorre considerare la scarsa propensione del paese algerino ad essere influenzato da enetità esterne, grazie anche alla disponibilità di materie prime energetiche, gli idrocarburi, che gli consentono un commercio redditizio con i paesi occidentali. Del resto proprio in occidente vi è molta cautela, i media seguono l’evoluzione della crisi algerina, ma i governi mantengono un profilo distaccato in attesa di una maggiore definizione degli eventi: l’appoggio incondizionato dato alle primavere arabe ha prodotto diverse delusioni, perchè non si è tenuto conto della scarsa pratica con la democrazia delle popolazioni arabe, tenute sotto regimi dittatoriali per troppo tempo, società dove le strutture sociali necessarie all’attività politica, erano state cancellate con la conseguenza della mancanza di un retroterra culturale necessario per la vita democratica. I guasti prodotti in Libia ed in Egitto hanno avuto ripercussioni sul continente europeo, anche per una scarsa coordinazione degli stati del vecchio continente occupati a rincorrere i propri interessi particolari anzichè elaborare una maniera comune capace di affrontare il problema. La prospettiva di una mancata stabilità del paese algerino potrebbe portare nuove inquietudini sulla sponda meridionale del Mediterraneo, Algeri potrebbe riprendere le ostilità con Rabat per l’egemonia nel Maghreb, ma sopratutto potrebbe diventare un’altra Libia per il traffico dei migranti mettendo in ulteriore pericolo gli assetti nell’Unione Europea. La presa di posizione dei militari contro il presidentein carica sembra assumere un ruolo di stabilizzazione del paese, sperando che ciò non comporti una involuzione come accaduto a Il Cairo.
The Algerian revolt is not followed by foreign governments like the Arab springs
A few years after the Arab springs, the Algerian situation returns to the top. The popular revolt against a non-able president seems to affect only the media but not, at least directly, neighboring governments or those of Islamic origin. There is a difference with the 2011 uprisings, where some states, also to protect their geopolitical interests, openly supported the protesters: it was the case of Turkey, which was pursuing its project to exert its influence on the territories of the former Ottoman Empire and he leaned on the common religious faith, as a means to achieve his ends. As well as Qatar, which wanted to present itself as an ally, with a modern vision in open contrast with the dictatorships that restricted liberties. Currently, on the international level, there is greater caution and the governments, which previously committed themselves directly, show greater caution. The most widespread fear is that of supporting a revolution that can become a religious matrix, capable of bringing to the government movements such as the Muslim Brotherhood, where the religious connotation appears too exaggerated; this is a justified fear, given that these movements are deeply rooted in Arab societies, because they cover the social void caused by repression against parties and trade unions. It should also be remembered that when the Muslim Brotherhood were in power in Egypt, even though they won the elections in a democratic manner, they understood the electoral victory in an exclusive manner, not respecting minorities and imposing Islamic law without any respect for the secular parties of the society. This state of affairs was followed by the coup d'état that led to the government in Egypt the military, passing the country from the Mubarak dictatorship to the religious one, ending with the military dictatorship. However, the current political situation does not favor an interest on the part of Ankara and Doha: for the Turks, at the moment, the priorities are others, such as the Kurdish question inside and on its borders, while Qatar has a dispute underway with Saudi Arabia and its allies, who have isolated the country, and the choice to maintain a defiliated attitude appears as mandatory. The gulf monarchies themselves limit themselves to looking with suspicion at the Algerian revolution for the sole fear that it will produce an Islamist drift. At the limit those who are more interested are Tunisia, for reasons of neighborhood and for the economic exchange it has with Algeria, but the size of the tuning country is too small to influence Algiers. Being a cirisi isolated and not inserted in a wider movement, as had happened for the Arab springs, it is necessary to consider the scarce propensity of the Algerian country to be influenced by external enetities, thanks also to the availability of energy raw materials, hydrocarbons, which allow a profitable trade with western countries. Moreover, in the West there is a lot of caution, the media follow the evolution of the Algerian crisis, but the governments maintain a detached profile waiting for a greater definition of the events: the unconditional support given to the Arab springs has produced several disappointments, because the poor practice with democracy of the Arab populations, held under dictatorial regimes for too long, was not taken into account, societies where the social structures necessary for political activity had been canceled with the consequence of the lack of a cultural background necessary for life democratic. The failures produced in Libya and in Egypt have had repercussions on the European continent, also due to a poor coordination of the states of the old continent busy chasing after their own particular interests rather than elaborating a common way capable of facing the problem. The prospect of a lack of stability in the Algerian country could bring new concerns to the southern shores of the Mediterranean, Algiers could resume hostilities with Rabat for hegemony in the Maghreb, but above all it could become another Libya for migrant trafficking, putting further danger the assets in the European Union. The position taken by the military against the incumbent president seems to assume a stabilizing role in the country, hoping that this does not lead to an involution as happened in Cairo.
La revuelta argelina no es seguida por gobiernos extranjeros como las fuentes árabes.
Pocos años después de las fuentes árabes, la situación argelina vuelve a la cima. La revuelta popular contra un presidente incapaz parece afectar solo a los medios de comunicación pero no, al menos directamente, a los gobiernos vecinos o los de origen islámico. Hay una diferencia con los levantamientos de 2011, donde algunos estados, también para proteger sus intereses geopolíticos, apoyaron abiertamente a los manifestantes: fue el caso de Turquía, que estaba persiguiendo su proyecto para ejercer su influencia en los territorios del antiguo Imperio Otomano y se apoyó en la fe religiosa común, como un medio para lograr sus fines. Así como Qatar, que quería presentarse como un aliado, con una visión moderna en abierto contraste con las dictaduras que restringían las libertades. Actualmente, a nivel internacional, existe una mayor cautela y los gobiernos, que previamente se comprometieron directamente, muestran mayor cautela. El temor más extendido es el de apoyar una revolución que puede convertirse en una matriz religiosa, capaz de aportar a los movimientos gubernamentales como la Hermandad Musulmana, donde la connotación religiosa parece demasiado exagerada; Este es un temor justificado, dado que estos movimientos están profundamente arraigados en las sociedades árabes, porque cubren el vacío social causado por la represión contra partidos y sindicatos. También debe recordarse que cuando los Hermanos Musulmanes estaban en el poder en Egipto, a pesar de que ganaron las elecciones de manera democrática, entendieron la victoria electoral de manera exclusiva, sin respetar a las minorías e imponiendo la ley islámica sin ningún respeto por los partidos laicos de la República. empresas. Este estado de cosas fue seguido por el golpe de estado que llevó al gobierno de Egipto a los militares, pasando el país de la dictadura de Mubarak a la religiosa, terminando con la dictadura militar. Sin embargo, la situación política actual no favorece el interés de Ankara y Doha: para los turcos, en este momento, las prioridades son otras, como la cuestión kurda dentro y en sus fronteras, mientras que Qatar tiene una disputa en curso. con Arabia Saudita y sus aliados, que han aislado el país, y la opción de mantener una actitud deshonrada aparece como obligatoria. Las monarquías del golfo se limitan a mirar con recelo a la revolución argelina por el único temor de que produzca una deriva islamista. En el límite, los que están más interesados son Túnez, por razones de vecindad y por el intercambio económico que tiene con Argelia, pero el tamaño del país en sintonía es demasiado pequeño para influir en Argelia. Al ser un cirisi aislado y no insertado en un movimiento más amplio, como sucedió con los manantiales árabes, es necesario considerar la escasa propensión del país argelino a ser influenciado por enetidades externas, gracias también a la disponibilidad de materias primas energéticas, hidrocarburos, que Permitir un comercio rentable con los países occidentales. Además, en Occidente hay mucha cautela, los medios de comunicación siguen la evolución de la crisis argelina, pero los gobiernos mantienen un perfil independiente en espera de una mayor definición de los eventos: el apoyo incondicional dado a los manantiales árabes ha producido varias decepciones, porque la mala práctica con la democracia de las poblaciones árabes, mantenida bajo regímenes dictatoriales durante demasiado tiempo, no se tuvo en cuenta, las sociedades donde las estructuras sociales necesarias para la actividad política se habían cancelado con la consecuencia de la falta de un fondo cultural necesario para la vida democrático. Los fracasos producidos en Libia y en Egipto han tenido repercusiones en el continente europeo, también debido a una mala coordinación de los estados del viejo continente que persiguen sus propios intereses particulares en lugar de elaborar una manera común capaz de enfrentar el problema. La perspectiva de una falta de estabilidad en el país argelino podría traer nuevas preocupaciones a las costas del sur del Mediterráneo, Argelia podría reanudar las hostilidades con Rabat por la hegemonía en el Magreb, pero sobre todo podría convertirse en otra Libia para el tráfico de migrantes, poniendo más peligro. Los activos en la Unión Europea. La posición adoptada por los militares contra el actual presidente parece asumir un papel estabilizador en el país, esperando que esto no lleve a una involución como sucedió en El Cairo.
Dem algerischen Aufstand folgen keine ausländischen Regierungen wie die arabischen Quellen
Einige Jahre nach den arabischen Quellen kehrt die algerische Situation an die Spitze zurück. Der Aufstand der Bevölkerung gegen einen nicht fähigen Präsidenten scheint nur die Medien zu beeinflussen, nicht aber die Nachbarregierungen oder Regierungen islamischen Ursprungs. Es gibt einen Unterschied zu den Aufständen von 2011, bei denen einige Staaten, um ihre geopolitischen Interessen zu schützen, die Demonstranten offen unterstützten: Es war der Fall der Türkei, die ihr Projekt verfolgte, um ihren Einfluss auf die Gebiete des ehemaligen Osmanischen Reiches auszuüben er stützte sich auf den gemeinsamen religiösen Glauben als Mittel, um seine Ziele zu erreichen. So wie Katar, das sich als Verbündeter präsentieren wollte, mit einer modernen Vision, die sich offen gegenüber den Diktaturen stellt, die die Freiheiten einschränkten. Derzeit ist auf internationaler Ebene größere Vorsicht geboten, und die Regierungen, die sich zuvor direkt verpflichtet haben, zeigen größere Vorsicht. Am weitesten verbreitet ist die Befürchtung, eine Revolution zu unterstützen, die zu einer religiösen Matrix werden kann, die in der Lage ist, Regierungsbewegungen wie der Muslimbruderschaft zu bringen, wo die religiöse Konnotation zu übertrieben erscheint. Dies ist eine berechtigte Angst, da diese Bewegungen tief in den arabischen Gesellschaften verwurzelt sind, weil sie die soziale Lücke abdecken, die durch die Unterdrückung von Parteien und Gewerkschaften verursacht wird. Es sei auch daran erinnert, dass die Muslimbruderschaft, als sie in Ägypten an der Macht war, die Wahlen auf demokratische Weise gewonnen hatte, den Wahlsieg auf ausschließliche Weise verstand, ohne Minderheiten zu respektieren und ohne Beachtung der weltlichen Parteien des Islam das islamische Recht aufzuerlegen Unternehmen. Diesem Stand der Dinge folgte der Staatsstreich, der die Regierung in Ägypten zum Militär führte, das Land von der Mubarak-Diktatur auf die religiöse übertrug und mit der Militärdiktatur endete. Die derzeitige politische Situation spricht jedoch für kein Interesse von Ankara und Doha: Für die Türken sind derzeit andere Prioritäten wie die kurdische Frage innerhalb und an den Grenzen, während Katar Streitigkeiten hat Mit Saudi-Arabien und seinen Verbündeten, die das Land isoliert haben, erscheint die Wahl einer defiliaten Haltung zwingend. Die Golfmonarchien selbst beschränken sich darauf, die algerische Revolution nur mit Argwohn zu betrachten, nur weil sie befürchten, dass sie einen islamistischen Drift hervorrufen wird. Am Limit sind diejenigen, die mehr Interesse haben, Tunesien, aus Gründen der Nachbarschaft und des wirtschaftlichen Austausches mit Algerien, aber die Größe des Stimmlandes ist zu gering, um Algier zu beeinflussen. Da es sich hierbei um einen isolierten Zirkel handelt, der nicht in eine breitere Bewegung eingebettet ist, wie dies bei den arabischen Quellen der Fall war, ist es notwendig, die knappe Neigung des algerischen Landes von äußeren Einflüssen zu beeinflussen, auch dank der Verfügbarkeit von Energierohstoffen und Kohlenwasserstoffen einen profitablen Handel mit westlichen Ländern ermöglichen. Darüber hinaus gibt es im Westen viel Vorsicht, die Medien verfolgen die Entwicklung der algerischen Krise, aber die Regierungen halten ein distanziertes Profil aufrecht und warten auf eine genauere Definition der Ereignisse: Die bedingungslose Unterstützung der arabischen Quellen hat einige Enttäuschungen hervorgerufen, weil Die unzulängliche demokratische Praxis der arabischen Bevölkerung, die zu lange unter diktatorischen Regimes stand, wurde nicht berücksichtigt. Gesellschaften, in denen die für politische Aktivitäten notwendigen sozialen Strukturen aufgelöst worden waren, hatten sie keinen kulturell notwendigen Hintergrund demokratisch. Die in Libyen und Ägypten entstandenen Misserfolge hatten Auswirkungen auf den europäischen Kontinent, auch aufgrund einer schlechten Koordination der Staaten des alten Kontinents, die damit beschäftigt waren, ihren eigenen besonderen Interessen nachzujagen, anstatt einen gemeinsamen Weg zu finden, der geeignet ist, sich dem Problem zu stellen. Die Aussicht auf einen Mangel an Stabilität im algerischen Land könnte neue Sorgen an die Südküste des Mittelmeers bringen, Algiers könnte die Auseinandersetzung mit Rabat wegen Hegemonie im Maghreb wiederaufnehmen, könnte aber vor allem zu einem weiteren Libyen für den Migrantenhandel werden, wodurch weitere Gefahren entstehen die Vermögenswerte in der Europäischen Union. Die Position des Militärs gegen den amtierenden Präsidenten scheint eine stabilisierende Rolle im Land einzunehmen, in der Hoffnung, dass dies nicht zu einer Invasion wie in Kairo führt.
La révolte algérienne n'est pas suivie par les gouvernements étrangers comme les ressorts arabes
Quelques années après les printemps arabes, la situation algérienne revient au sommet. La révolte populaire contre un président non capable semble ne toucher que les médias mais pas, du moins directement, les gouvernements voisins ou d'origine islamique. Il y a une différence avec les soulèvements de 2011, où certains États, également pour protéger leurs intérêts géopolitiques, ont ouvertement soutenu les manifestants: c'est le cas de la Turquie, qui poursuivait son projet d'influencer les territoires de l'ancien empire ottoman et il s'est appuyé sur la foi religieuse commune, comme moyen d'atteindre ses objectifs. Ainsi que Qatar, qui a voulu se présenter comme un allié, avec une vision moderne contrastant ouvertement avec les dictatures limitant les libertés. Actuellement, au niveau international, la prudence est de mise et les gouvernements, qui s’engageaient directement auparavant, font preuve de plus de prudence. La crainte la plus répandue est celle de soutenir une révolution qui peut devenir une matrice religieuse, capable d’apporter au gouvernement des mouvements tels que les Frères musulmans, où la connotation religieuse semble trop exagérée; c'est une crainte justifiée, étant donné que ces mouvements sont profondément enracinés dans les sociétés arabes, car ils couvrent le vide social causé par la répression contre les partis et les syndicats. Il convient également de rappeler que, lorsque les Frères musulmans étaient au pouvoir en Égypte, même s'ils avaient remporté les élections de manière démocratique, ils comprenaient la victoire électorale de manière exclusive, ne respectant pas les minorités et imposant la loi islamique sans aucun respect pour les partis laïques du pouvoir. entreprises. Cet état de fait a été suivi par le coup d'État qui a conduit le gouvernement égyptien au pouvoir en passant du pays de la dictature de Moubarak à la dictature religieuse pour se terminer par la dictature militaire. Cependant, la situation politique actuelle ne favorise pas les intérêts d'Ankara et de Doha: pour les Turcs, les priorités sont pour le moment d'autres priorités, telles que la question kurde à l'intérieur et à ses frontières, tandis que le Qatar est en conflit avec l’Arabie saoudite et ses alliés, qui ont isolé le pays, et le choix de maintenir une attitude défigurée apparaît comme obligatoire. Les monarchies du Golfe se limitent elles-mêmes à regarder avec suspicion la révolution algérienne, craignant uniquement de provoquer une dérive islamiste. Ceux qui sont le plus intéressés sont la Tunisie, pour des raisons de voisinage et pour les échanges économiques qu’elle a avec l’Algérie, mais la taille du pays tuning est trop petite pour influencer Alger. En tant que cirisi isolé et non inséré dans un mouvement plus large, comme ce fut le cas pour les sources arabes, il est nécessaire de prendre en compte la faible propension du pays algérien à être influencé par des ressources extérieures, grâce également à la disponibilité de matières premières énergétiques, d'hydrocarbures, permettre un commerce rentable avec les pays occidentaux. De plus, en Occident, il y a beaucoup de prudence, les médias suivent l'évolution de la crise algérienne, mais les gouvernements conservent un profil détaché dans l'attente d'une définition plus précise des événements: le soutien inconditionnel accordé aux sources arabes a suscité plusieurs déceptions, car la mauvaise pratique de démocratie des populations arabes, maintenue trop longtemps sous des régimes dictatoriaux, n'a pas été prise en compte, sociétés où les structures sociales nécessaires à l'activité politique avaient été annulées avec pour conséquence l'absence de fond culturel nécessaire à la vie démocratique. Les échecs produits en Libye et en Égypte ont eu des répercussions sur le continent européen, en raison également d’une mauvaise coordination des États du vieux continent occupés à défendre leurs intérêts particuliers plutôt qu’à élaborer un moyen commun de faire face au problème. La perspective d'un manque de stabilité dans le pays algérien pourrait susciter de nouvelles préoccupations sur la rive sud de la Méditerranée. Alger pourrait reprendre les hostilités avec Rabat pour l'hégémonie au Maghreb, mais pourrait devenir avant tout une autre Libye pour le trafic de migrants, mettant en danger les actifs dans l'Union européenne. La position prise par l'armée contre le président en exercice semble assumer un rôle stabilisateur dans le pays, en espérant que cela ne conduira pas à une involution comme ce fut le cas au Caire.
A revolta argelina não é seguida por governos estrangeiros como as nascentes árabes
Alguns anos depois das nascentes árabes, a situação argelina volta ao topo. A revolta popular contra um presidente não-capaz parece afetar apenas a mídia, mas não, pelo menos diretamente, os governos vizinhos ou de origem islâmica. Há uma diferença com as revoltas de 2011, onde alguns estados, também para proteger seus interesses geopolíticos, abertamente apoiaram os manifestantes: foi o caso da Turquia, que estava seguindo seu projeto para exercer sua influência sobre os territórios do antigo Império Otomano e Ele se inclinou na fé religiosa comum, como um meio para alcançar seus fins. Bem como o Qatar, que queria se apresentar como um aliado, com uma visão moderna em franco contraste com as ditaduras que restringiam as liberdades. Atualmente, no nível internacional, há maior cautela e os governos, que antes se comprometiam diretamente, demonstram maior cautela. O medo mais difundido é o de apoiar uma revolução que pode se tornar uma matriz religiosa, capaz de trazer para o governo movimentos como a Irmandade Muçulmana, onde a conotação religiosa parece exagerada demais; isso é um medo justificado, dado que esses movimentos estão profundamente enraizados nas sociedades árabes, porque cobrem o vazio social causado pela repressão contra partidos e sindicatos. Também deve ser lembrado que quando a Irmandade Muçulmana estava no poder no Egito, mesmo tendo vencido as eleições de maneira democrática, eles compreenderam a vitória eleitoral de maneira exclusiva, não respeitando as minorias e impondo a lei islâmica sem qualquer respeito pelos partidos seculares do país. empresas. Este estado de coisas foi seguido pelo golpe de Estado que levou ao governo no Egito os militares, passando o país da ditadura de Mubarak para o religioso, terminando com a ditadura militar. No entanto, a situação política atual não favorece um interesse por parte de Ancara e Doha: para os turcos, no momento, as prioridades são outras, como a questão curda dentro e fora de suas fronteiras, enquanto o Catar tem uma disputa em andamento. com a Arábia Saudita e seus aliados, que isolaram o país, e a escolha de manter uma atitude desfilhada parece ser obrigatória. As próprias monarquias do golfo limitam-se a olhar com desconfiança para a revolução argelina, com o único temor de que ela produzirá uma tendência islâmica. No limite, aqueles que estão mais interessados são a Tunísia, por razões de vizinhança e pelo intercâmbio econômico que tem com a Argélia, mas o tamanho do país de ajuste é muito pequeno para influenciar Argel. Sendo uma circunvolução isolada e não inserida em um movimento mais amplo, como aconteceu com as nascentes árabes, é necessário considerar a escassa propensão do país argelino a ser influenciada por externalidades externas, graças também à disponibilidade de matérias-primas energéticas, hidrocarbonetos, que permitir um comércio lucrativo com os países ocidentais. Além disso, no Ocidente há muita cautela, a mídia segue a evolução da crise argelina, mas os governos mantêm um perfil destacado à espera de uma maior definição dos eventos: o apoio incondicional dado às nascentes árabes tem produzido várias decepções, porque as más práticas com a democracia das populações árabes, mantidas sob regimes ditatoriais por tempo demais, não foram levadas em conta, sociedades onde as estruturas sociais necessárias para a atividade política foram canceladas com a conseqüência da falta de um background cultural necessário à vida. democrática. Os fracassos produzidos na Líbia e no Egito tiveram repercussões no continente europeu, também devido a uma má coordenação dos estados do velho continente, ocupados em perseguir seus próprios interesses particulares, em vez de elaborar um caminho comum capaz de enfrentar o problema. A perspectiva de falta de estabilidade no país argelino poderia trazer novas preocupações para a costa sul do Mediterrâneo, Argel poderia retomar as hostilidades com Rabat para a hegemonia no Magreb, mas acima de tudo poderia se tornar outra Líbia para o tráfico de migrantes, colocando mais perigo os activos na União Europeia. A posição assumida pelos militares contra o presidente em exercício parece assumir um papel estabilizador no país, esperando que isso não leve a uma involução como aconteceu no Cairo.
Алжирское восстание не сопровождается иностранными правительствами, такими как арабские источники
Спустя несколько лет после появления арабских источников ситуация в Алжире возвращается на самый верх. Народное восстание против неспособного президента, похоже, затрагивает только средства массовой информации, но не, по крайней мере, напрямую, соседние правительства или правительства исламского происхождения. Существует различие с восстаниями 2011 года, когда некоторые государства, также для защиты своих геополитических интересов, открыто поддерживали протестующих: это был случай Турции, которая осуществляла свой проект по оказанию влияния на территории бывшей Османской империи и он опирался на общую религиозную веру, как средство для достижения своих целей. А также Катар, который хотел представить себя в качестве союзника, с современным видением в прямом контрасте с диктатурами, которые ограничивали свободы. В настоящее время на международном уровне проявляется большая осторожность, а правительства, которые ранее обязались напрямую, проявляют большую осторожность. Наиболее распространенным опасением является поддержка революции, которая может стать религиозной матрицей, способной привлечь к правительственным движениям, таким как «Братья-мусульмане», где религиозный оттенок кажется слишком преувеличенным; это оправданный страх, учитывая, что эти движения глубоко укоренились в арабских обществах, потому что они охватывают социальную пустоту, вызванную репрессиями против партий и профсоюзов. Следует также помнить, что, когда «Братья-мусульмане» были у власти в Египте, несмотря на то, что они победили на выборах демократическим путем, они понимали победу на выборах исключительно, не уважая меньшинства и навязывая исламский закон без какого-либо уважения к светским партиям. компании. Это положение дел сопровождалось государственным переворотом, который привел к правительству в Египте военных, передавая страну от диктатуры Мубарака к религиозной, заканчивая военной диктатурой. Однако текущая политическая ситуация не способствует интересам со стороны Анкары и Дохи: для турков на данный момент приоритетами являются другие, такие как курдский вопрос внутри и на его границах, в то время как в Катаре идет спор. с Саудовской Аравией и ее союзниками, которые изолировали страну, и выбор сохранения дефилированного отношения представляется обязательным. Сами монархии Персидского залива ограничиваются тем, что с подозрением смотрят на алжирскую революцию, опасаясь, что она приведет к исламистскому дрейфу. В пределе те, кто более заинтересован в этом, - это Тунис по причинам соседства и экономического обмена, который он имеет с Алжиром, но размер настраивающейся страны слишком мал, чтобы влиять на Алжир. Будучи изолированным и не включенным в более широкое движение, как это произошло с арабскими источниками, необходимо учитывать ограниченную склонность алжирской страны к влиянию внешних раздражителей, в том числе благодаря наличию энергетического сырья, углеводородов, которые разрешить выгодную торговлю с западными странами. Более того, на Западе есть большая осторожность, СМИ следят за развитием алжирского кризиса, но правительства сохраняют независимый профиль, ожидая более четкого определения событий: безоговорочная поддержка арабских источников породила несколько разочарований, потому что плохая практика с демократией арабского населения, удерживаемая при диктаторских режимах слишком долго, не была принята во внимание, общества, где социальные структуры, необходимые для политической деятельности, были отменены из-за отсутствия культурного фона, необходимого для жизни демократичный. Неудачи, произошедшие в Ливии и в Египте, отразились на европейском континенте, в том числе из-за плохой координации государств старого континента, занятых охотой за своими собственными интересами, а не выработкой общего пути, способного противостоять этой проблеме. Перспектива отсутствия стабильности в алжирской стране может вызвать новые опасения на южных берегах Средиземного моря, Алжир может возобновить военные действия с Рабатом за гегемонию в Магрибе, но, прежде всего, он может стать еще одной Ливией для торговли мигрантами, что создает дополнительную опасность активы в Европейском Союзе. Позиция, занятая военными против действующего президента, похоже, играет стабилизирующую роль в стране, надеясь, что это не приведет к инволюции, как это произошло в Каире.
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