Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 25 luglio 2018

Il contrasto tra USA ed Iran e le sue implicazioni

La reazione iraniana alle minacce di Trump potrebbe essere quella di chiudere lo Stretto di Hormuz, attraverso il quale transita il 90% del petrolio della regione e, quindi, di circa il 20% del greggio globale; le conseguenze sarebbero un  innalzamento dei prezzi del settore energetico, con una pesante ricaduta sull’economia globale. Tuttavia la minaccia di Teheran, che poi sarebbe la risposta diretta ad un eventuale embargo statunitense sul petrolio iraniano, sembra di difficile attuazione, a causa della forte presenza delle forze armate americane nel Golfo Persico ed, anche, per la scarsa convenienza che avrebbero gli stessi iraniani a bloccare la principale via per esportare il proprio petrolio. D’altro lato ancheper gli USA, imporre l’embargo sul greggio di Teheran potrebbe avere effetti importanti: l’Iran attuale non è isolato perchè può godere degli accordi commerciali con la Cina e la Russia ed anche della volontà europea di non aderire alle disposizioni di Trump. La situazione di tensione tra i due paesi è dovuta al cambio alla Casa Bianca, con il nuovo inquilino che ha preso una direzione opposta a quella di Obama, anche in ragione di una maggiore vicinanza con i regni sauditi, di religione sunnita, e con Israele, che ritiene l’Iran il suo nemico più pericoloso. La questione diretta del contendere tra Washington e Teheran è l’accordo sul nucleare iraniano, che l’attuale amministrazione statunitense vede come troppo favorevole all’Iran ed anche potenzialmente in grado di permettergli di sviluppare l’arma atomica. Trump spinge per una revisione più stringente dell’accordo, che penalizzerebbe gli iraniani, ma il presidente americano è isolato tra i firmatari dell’accordo: infatti non è seguito dagli altri sottoscrittori del trattato, che si sono dichiarati al favore del mantenimento di quanto firmato e di conseguenza non seguiranno gli USA sulle sanzioni contro l’Iran. Washington resta così da sola, ad essere contro l’Iran, all’interno del panorama diplomatico più rilevante. Uno degli obiettivi degli americani, nei confronti di Teheran è quello di rovesciare il regime al comando del paese, ma questo proposito si scontra con lo stato attuale della società iraniana. Se nel 2009 i cittadini dell’Iran protestavano per ottenere maggiori diritti, attualmente scendono nelle strade per protestare contro una situazione economica sempre più difficile, dovuta, in parte alla corruzione sempre più estesa, che alla grande incompetenza dei governanti centrali e periferici: si è passati, cioè, da contestazioni sui principi a contestazioni su ragioni più pratiche ed oggettive. Questo non facilita chi vuole rovesciare un regime, perchè è più facile fomentare rivolte per diritti negati rispetto ad una cattiva amministrazione. Di questo è sembrato rendersi conto anche l’amministrazione americana, che si è pronunciata contro la classe politica iraniana, che, a causa della sua corruzione, rende difficile la vita del popolo dell’Iran. Quindi essere responsabili di un embargo in queste condizioni non può che peggiorare la percezione degli Stati Uniti, che diventerebbero colpevoli di peggiorare ulteriormente le condizioni dei cittadini iraniani. Paradossalmente sarebbe più facile favorire un cambio di regime in una situazione economica migliore, dove i temi dei diritti potrebbero tornare centrali in una eventuale protesta popolare. Anche una sfiducia verso il presidente iraniano in carica, Rohani, potrebbe accelerare la migrazione di una quota consistente di consenso, verso settori più tradizionalisti e meno moderati, il cui principale interesse resta quello di concentrare l’interesse nazionale verso  ai valori della rivoluzione khomeinista e quindi aggregare la popolazione contro il grande Satana, come vengono definiti ancora negli ambienti radicali gli Stati Uniti. Ciò potrebbe anche essere una tattica degli strateghi della Casa Bianca, favorire, anche indirettamente, il ritorno al potere della parte più conservatrice del paese iraniano, per avere delle ragioni tangibili nella presentazione del paese iraniano attraverso la peggiore percezione possibile. Potrebbe trattarsi di una ripetizione dello schema adottato con Kim Jong-un: provocare la massimo la controparte per raggiungere lo scopo voluto da Trump, ma l’Iran non è la Corea del Nord se ciò fosse vero, si tratterebbe di una tattica quasi suicida, perchè, se non raggiungesse lo scopo prefissato, avrebbe degli effetti negativi sull’economia, sulle relazioni internazionali e costringerebbe gli Stati Uniti all‘apertura di un nuovo fronte internazionale su cui concentrarsi, una eventualità, che se si verificasse, segnalerebbe l’ennesimo errore di valutazione da parte del presidente americano e del suo staff.

The contrast between the US and Iran and its implications

The Iranian reaction to Trump's threats could be to close the Strait of Hormuz, through which 90% of the oil in the region passes and, therefore, about 20% of global crude; the consequences would be an increase in the prices of the energy sector, with a heavy impact on the global economy. However, the threat of Tehran, which would then be the direct response to a possible US embargo on Iranian oil, seems difficult to implement, due to the strong presence of the American armed forces in the Persian Gulf and, also, for the lack of convenience that they would have the same Iranians block the main route to export their oil. On the other hand, even for the US, imposing the embargo on Teheran crude could have important effects: current Iran is not isolated because it can enjoy trade agreements with China and Russia and also the European will not to adhere to the provisions of Trump. The situation of tension between the two countries is due to the change in the White House, with the new tenant who took a direction opposite to that of Obama, also because of a greater proximity to the Saudi kingdoms, of Sunni religion, and with Israel , which considers Iran to be its most dangerous enemy. The direct question of the dispute between Washington and Teheran is the Iranian nuclear deal, which the current US administration sees as too favorable to Iran and also potentially able to allow it to develop the atomic weapon. Trump pushes for a more stringent review of the agreement, which would penalize the Iranians, but the American president is isolated among the signatories of the agreement: in fact it is not followed by the other treaty underwriters, who declared themselves in favor of maintaining the signed and as a result they will not follow the US on sanctions against Iran. Washington remains so alone, to be against Iran, within the most important diplomatic scene. One of the Americans' objectives for Tehran is to overthrow the regime under the command of the country, but this purpose clashes with the current state of Iranian society. If in 2009 the citizens of Iran protested to obtain more rights, they are currently going down in the streets to protest against an increasingly difficult economic situation, due, in part to the ever more extensive corruption, that to the great incompetence of the central and peripheral governors: it is passed, that is, from protests on the principles to disputes on more practical and objective reasons. This does not facilitate those who want to overthrow a regime, because it is easier to foment revolts for denied rights than maladministration. The American administration also seemed to be aware of this. It ruled against the Iranian political class, which, because of its corruption, makes the life of the people of Iran difficult. Therefore being responsible for an embargo under these conditions can only worsen the perception of the United States, which would become guilty of further worsening the conditions of Iranian citizens. Paradoxically, it would be easier to favor a change of regime in a better economic situation, where the issues of rights could be central again in a possible popular protest. Even a distrust of the current Iranian president, Rohani, could accelerate the migration of a substantial consensus, towards more traditionalist and less moderate sectors, whose main interest remains that of concentrating the national interest towards the values ​​of the Khomeinist revolution and then aggregating the population against the great Satan, as the United States is still defined in radical circles. This could also be a tactic of the White House strategists, favoring, even indirectly, the return to power of the most conservative part of the Iranian country, to have tangible reasons for presenting the Iranian country through the worst possible perception. It could be a repetition of the scheme adopted with Kim Jong-un: provoke the maximum counterpart to achieve the purpose intended by Trump, but Iran is not North Korea if that were true, it would be an almost suicidal tactic, because, if it does not achieve its intended purpose, it would have negative effects on the economy, on international relations and would force the United States to open a new international front on which to focus, an eventuality, if it occurred, would signal yet another mistake evaluation by the American president and his staff.

El contraste entre los EE. UU. E Irán y sus implicaciones

La reacción iraní a las amenazas de Trump sería cerrar el estrecho de Ormuz, a través de la cual pasa el 90% del aceite en la región y, por lo tanto, aproximadamente el 20% del petróleo crudo global; las consecuencias serían un aumento en los precios del sector energético, con un fuerte impacto en la economía global. Sin embargo, la amenaza de Teherán, que sería la respuesta directa a un posible embargo estadounidense al petróleo iraní, parece difícil de implementar, debido a la fuerte presencia de las fuerzas armadas estadounidenses en el Golfo Pérsico y, además, por la falta de conveniencia de que tendrían el mismo Los iraníes bloquean la ruta principal para exportar su petróleo. En el otro se queda laterales y los EE.UU., para imponer un embargo de petróleo crudo iraní podría tener efectos importantes: el Irán de hoy no es aislado, ya que pueden disfrutar de los acuerdos comerciales con China y Rusia, y también el deseo Europea no adherirse a las disposiciones de Trump. La situación de tensión entre los dos países se debe al cambio en la Casa Blanca, con el nuevo inquilino que ha tomado una dirección opuesta a la de Obama, también a causa de una mayor proximidad a los reinos saudíes del Islam sunita, y con Israel , que considera que Irán es su enemigo más peligroso. La emisión directa de la discordia entre Washington y Teherán es el acuerdo sobre el problema nuclear de Irán, que la actual administración estadounidense ve como demasiado favorable a Irán, y también, potencialmente, permitir que se desarrolle armas nucleares. Trump está presionando para una revisión más rigurosa del acuerdo, que penalizaría a los iraníes, pero el presidente de Estados Unidos está aislado entre los firmantes del acuerdo: no es seguido por los otros firmantes del tratado, que han declarado el apoyo de mantenimiento como firmado y como resultado, no seguirán a los Estados Unidos en cuanto a las sanciones contra Irán. Washington permanece tan solo, para estar contra Irán, dentro de la escena diplomática más importante. Uno de los objetivos de los estadounidenses hacia Teherán es derrocar al régimen en el control del país, pero en ello choca con el estado actual de la sociedad iraní. Si en 2009 los ciudadanos de Irán protestaron para obtener más derechos, actualmente están bajando a las calles para protestar contra una situación económica cada vez más difícil, debido, en parte, a la corrupción cada vez más extensa, que a la gran incompetencia de los gobernadores centrales y periféricos: pasó, es decir, de las protestas sobre los principios a las disputas por razones más prácticas y objetivas. Esto no facilita a los que quieren derrocar un régimen, porque es más fácil fomentar las revueltas por los derechos denegados que la mala administración. De esto parecía darse cuenta siquiera la administración estadounidense, que ha fallado en contra de la clase política iraní, que, debido a su corrupción, hace la vida más difícil para el pueblo de Irán. Por lo tanto, ser responsable de un embargo bajo estas condiciones solo puede empeorar la percepción de los Estados Unidos, que se volvería culpable de empeorar aún más las condiciones de los ciudadanos iraníes. Paradójicamente, sería más fácil favorecer un cambio de régimen en una mejor situación económica, donde los problemas de derechos podrían volver a ser centrales en una posible protesta popular. Incluso una desconfianza del presidente iraní, Rohani, podría acelerar la migración de una proporción significativa de consenso, hacia los sectores más tradicionales y menos moderados, cuyo principal interés es todavía para enfocar el interés nacional en los valores de la revolución islámica y luego agregando a la población contra el gran Satanás, ya que Estados Unidos todavía se define en círculos radicales. Esto también podría ser una táctica de los estrategas de la Casa Blanca, a favor, ni siquiera indirectamente, el retorno al poder de la parte más conservadora del país de Irán, para tener las razones tangibles en la presentación del país iraní a través de la peor percepción posible. Esto puede ser una repetición de la modalidad adoptada por Kim Jong-un: Máximo causa la otra parte para lograr el propósito deseado por Trump, pero Irán no es Corea del Norte, si esto fuera cierto, sería una táctica casi suicida, porque, si no llega a los fines previstos, que tendría efectos negativos sobre la economía, las relaciones internacionales y obligaría a los Estados Unidos en la apertura de un nuevo frente internacional para centrarse en, la posibilidad de que si lo hubiera, sería una señal de otro error evaluación por el presidente estadounidense y su personal.

Der Kontrast zwischen den USA und dem Iran und seine Auswirkungen

Die iranische Reaktion auf Bedrohungen von Trump wäre, die Straße von Hormuz zu schließen, durch die Pässe 90% des Öls in der Region und damit etwa 20% des weltweiten Rohöl; Die Folgen wären ein Anstieg der Preise im Energiesektor mit starken Auswirkungen auf die Weltwirtschaft. Doch die Bedrohung durch Teheran, dann wäre die eine direkte Reaktion auf ein mögliche US-Embargo gegen iranisches Öl sein, so scheint es schwierig zu implementieren, aufgrund der starken Präsenz der US-Streitkräfte im Persischen Golf und auch für die Arme Bequemlichkeit, die die gleiche hätte Die Iraner blockieren die Hauptroute, um ihr Öl zu exportieren. Auf der anderen Seite bleibt und den USA ein Embargo für Rohöl aus dem Iran zu verhängen wichtige Auswirkungen haben könnte: Iran heute isoliert ist nicht, weil sie von Handelsabkommen mit China und Russland, und auch die europäischen Wunsch, nicht an die Bestimmungen zu halten genießen von Trump. Die Situation der Spannungen zwischen den beiden Ländern ist aufgrund der Änderung im Weißen Hause, mit dem neuen Mieter, der eine Richtung entgegengesetzt zu der Obama getroffen hat, auch wegen der größeren Nähe zu dem Saudis Reich des sunnitischen Islam, und mit Israel , der den Iran als seinen gefährlichsten Feind ansieht. Die direkte Ausgabe des Anstoßes zwischen Washington und Teheran ist die Einigung über die iranische Atomfrage, die die gegenwärtige US-Regierung als zu günstig Iran sieht, und auch möglicherweise erlaubt es, Atomwaffen zu entwickeln. Trump ist für eine strengere Überprüfung des Abkommens drängen, die die Iraner bestrafen würde, aber der amerikanische Präsident ist zu den Unterzeichnern der Vereinbarung isoliert: Es ist nicht von den anderen Unterzeichner des Vertrages folgt, die die Unterstützung der Aufrechterhaltung erklärt haben, wie unterzeichnet und als Folge werden sie den USA nicht bei Sanktionen gegen den Iran folgen. Washington bleibt so allein, um innerhalb der wichtigsten diplomatischen Szene gegen den Iran zu sein. Eines der Ziele der Amerikaner für Teheran ist es, das Regime unter dem Kommando des Landes zu stürzen, aber dieser Zweck kollidiert mit dem gegenwärtigen Zustand der iranischen Gesellschaft. Wenn im Jahr 2009 die iranischen Bürger für mehr Rechte protestieren, nehmen Sie zur Zeit auf die Straße, um gegen eine zunehmend schwierige wirtschaftliche Situation zu protestieren, was teilweise auf die zunehmend weit verbreitete Korruption, die der große Inkompetenz der zentralen und lokalen Regierungen: es ist bestanden, das heißt von Protesten gegen die Prinzipien zu Streitigkeiten aus eher praktischen und objektiven Gründen. Dies erleichtert nicht diejenigen, die ein Regime stürzen wollen, weil es leichter ist, Aufstände für abgelehnte Rechte als Misswirtschaft zu schüren. Auch die amerikanische Regierung schien sich dessen bewusst zu sein: Sie regierte gegen die iranische politische Klasse, die wegen ihrer Korruption das Leben der iranischen Bevölkerung erschwert. So verantwortlich für ein Embargo unter solchen Bedingungen kann nur die Wahrnehmung der Vereinigten Staaten verschlechtern, die schuldig geworden wäre ferner die Bedingungen der iranischen Bürger verschlechtern. Paradoxerweise wäre es leichter, einen Regimewechsel in einer besseren wirtschaftlichen Situation zu begünstigen, in der die Rechte in einem möglichen Volksprotest wieder im Mittelpunkt stehen könnten. Selbst ein Mißtrauen gegen den iranischen Präsidenten, Rohani, könnte die Migration eines signifikanten Anteil an Konsens, gegenüber traditionelleren und weniger moderaten Sektoren, deren Hauptinteresse ist es nach wie vor zu konzentrieren, um die nationalen Interessen in den Werten der islamischen Revolution beschleunigen und dann summiert sich die Bevölkerung gegen den großen Satan, wie die Vereinigten Staaten noch in radikalen Kreisen definiert werden. Dies könnte auch eine Taktik des Weißen Hauses Strategen, Gunst, auch indirekt, die Rückkehr an die Macht des konservativsten Teil des iranischen Landes, die konkreten Gründe in der Präsentation des iranischen Landes durch die schlechtestmögliche Wahrnehmung zu haben. Dies kann eine Wiederholung der von Kim Jong-un angenommen Muster sein: Maximum Ursache die andere Partei den Zweck von Trump Wunsch zu erreichen, aber der Iran ist nicht Nordkorea, wenn dies wahr wäre, wäre es eine Taktik fast selbstmörderisch, wenn sie nicht den beabsichtigten Zweck, weil nicht erreicht, würde es negative Auswirkungen auf die Wirtschaft, internationale Beziehungen haben und die Vereinigten Staaten bei der Eröffnung eines neuen internationalen Front zwingen würde, die Möglichkeit, sich auf, dass, wenn es, so würde das Signal noch einen weiteren Fehler Bewertung durch den amerikanischen Präsidenten und seine Mitarbeiter.

Le contraste entre les Etats-Unis et l'Iran et ses implications

La réaction iranienne aux menaces de Trump pourrait être de fermer le détroit d'Ormuz, par lequel transitent 90% du pétrole de la région et, par conséquent, environ 20% du pétrole brut mondial; les conséquences seraient une augmentation des prix du secteur de l'énergie, avec un lourd impact sur l'économie mondiale. Cependant, la menace de Téhéran, alors ce serait une réponse directe à un éventuel embargo américain sur le pétrole iranien, il semble difficile à mettre en œuvre, en raison de la forte présence des forces armées américaines dans le golfe Persique et, aussi, pour la commodité pauvre qui aurait le même Les Iraniens bloquent la route principale pour exporter leur pétrole. D'un autre côté, même pour les États-Unis, imposer l'embargo sur le pétrole de Téhéran pourrait avoir des effets importants: l'Iran actuel n'est pas isolé car il peut bénéficier d'accords commerciaux avec la Chine et la Russie et les Européens de Trump. La situation de tension entre les deux pays est due au changement à la Maison Blanche, avec le nouveau locataire qui a pris une direction opposée à celle d'Obama, aussi à cause d'une plus grande proximité des royaumes saoudiens, de la religion sunnite, et d'Israël , qui considère l'Iran comme son ennemi le plus dangereux. La question directe du différend entre Washington et Téhéran est l'accord nucléaire iranien, que l'actuelle administration américaine considère comme trop favorable à l'Iran et potentiellement capable de lui permettre de développer l'arme atomique. Trump pousse pour un examen plus rigoureux de l'accord, qui pénaliserait les Iraniens, mais le président américain est isolé parmi les signataires de l'accord: il n'est pas suivi par les autres signataires du traité, qui ont déclaré le soutien de maintenir signée et par conséquent, ils ne suivront pas les États-Unis sur les sanctions contre l'Iran. Washington reste si seul, contre l'Iran, au sein de la scène diplomatique la plus importante. L'un des objectifs des Américains pour Téhéran est de renverser le régime sous le commandement du pays, mais cet objectif est en contradiction avec l'état actuel de la société iranienne. Si en 2009, les citoyens iraniens protestant plus de droits, prendre actuellement dans la rue pour protester contre une situation économique de plus en plus difficile, en partie à cause de la corruption de plus en plus répandue, que la grande incompétence des gouvernements centraux et locaux: il est passé, c'est-à-dire des protestations sur les principes aux disputes sur des raisons plus pratiques et objectives. Cela ne facilite pas ceux qui veulent renverser un régime, car il est plus facile de fomenter des révoltes pour des droits déniés que pour des cas de mauvaise administration. L'administration américaine semblait également en être consciente et elle a condamné la classe politique iranienne qui, à cause de sa corruption, rend la vie du peuple iranien difficile. Par conséquent, être responsable d'un embargo dans ces conditions ne peut qu'aggraver la perception des États-Unis, qui se rendraient coupables d'aggraver davantage les conditions des citoyens iraniens. Paradoxalement, il serait plus facile de favoriser un changement de régime dans une meilleure situation économique, où les questions de droits pourraient être centrales dans une éventuelle protestation populaire. Même une méfiance à l'égard du président iranien, Rohani, pourrait accélérer la migration d'une proportion importante de consensus, vers plus de secteurs traditionnels et moins modérés, dont l'intérêt principal est toujours de se concentrer l'intérêt national dans les valeurs de la révolution islamique et puis agrégeant la population contre le grand Satan, comme les États-Unis sont encore définis dans les cercles radicaux. Cela pourrait aussi être une tactique de stratégistes de la Maison Blanche, faveur, même indirectement, le retour au pouvoir de la partie la plus conservatrice du pays iranien, d'avoir des raisons tangibles dans la présentation du pays iranien par la pire perception possible. Cela peut être une répétition du motif adopté par Kim Jong-un: la cause maximum l'autre partie pour atteindre le but recherché par Trump, mais l'Iran n'est pas la Corée du Nord si cela était vrai, ce serait une tactique presque suicidaire, parce que, si elle n'atteint pas son but, cela aurait des effets négatifs sur l'économie, sur les relations internationales et obligerait les États-Unis à ouvrir un nouveau front international sur lequel se concentrer, une éventualité, si elle se produisait, signalerait une autre erreur évaluation par le président américain et son personnel.

O contraste entre os EUA e o Irã e suas implicações

A reação iraniana às ameaças de Trump poderia ser fechar o Estreito de Ormuz, através do qual 90% do petróleo da região passa e, portanto, cerca de 20% do petróleo bruto mundial; as consequências seriam um aumento nos preços do setor de energia, com forte impacto na economia global. No entanto, a ameaça de Teerã, então isso seria uma resposta direta a um possível embargo dos EUA ao petróleo iraniano, parece difícil de implementar, devido à forte presença de forças armadas dos EUA no Golfo Pérsico e, também, para os pobres conveniência que teria o mesmo Os iranianos bloqueiam a rota principal para exportar seu petróleo. Por outro estadias laterais e os EUA, para impor um embargo ao petróleo iraniano poderia ter efeitos importantes: Iran hoje não é isolado porque eles podem desfrutar de acordos comerciais com a China ea Rússia, e também o desejo Europeia não aderir às disposições de Trump. A situação de tensão entre os dois países é devido à mudança na Casa Branca, com o novo inquilino que tomou uma direção oposta à de Obama, também por causa da maior proximidade com os reinos sauditas de islamismo sunita, e com Israel , que considera o Irã como seu inimigo mais perigoso. A questão direta da disputa entre Washington e Teerã é o acordo nuclear iraniano, que o atual governo dos EUA considera favorável demais para o Irã e também potencialmente capaz de permitir o desenvolvimento da arma atômica. Trump está empurrando para uma revisão mais rigorosa do acordo, que penalizaria os iranianos, mas o presidente americano está isolado entre os signatários do acordo: não é seguido pelos outros signatários do tratado, que declararam a favor da manutenção como assinado e como resultado eles não seguirão os EUA em sanções contra o Irã. Washington continua tão sozinho, a ser contra o Irã, dentro da cena diplomática mais importante. Um dos objetivos dos americanos para Teerã é derrubar o regime sob o comando do país, mas esse objetivo colide com o atual estado da sociedade iraniana. Se em 2009 os cidadãos iranianos protestando por mais direitos, atualmente tomar as ruas para protestar contra uma situação econômica cada vez mais difícil, em parte devido à corrupção cada vez mais generalizada, que a grande incompetência dos governos central e local: é passou, isto é, de protestos sobre os princípios a disputas por razões mais práticas e objetivas. Isso não facilita aqueles que querem derrubar um regime, porque é mais fácil fomentar revoltas por direitos negados do que má administração. A administração norte-americana também parecia estar ciente disso e decidiu contra a classe política iraniana, que, por causa de sua corrupção, dificulta a vida do povo iraniano. Portanto, ser responsável por um embargo sob essas condições só pode piorar a percepção dos Estados Unidos, que se tornariam culpados de agravar ainda mais as condições dos cidadãos iranianos. Paradoxalmente, seria mais fácil favorecer uma mudança de regime em uma situação econômica melhor, onde as questões de direitos poderiam ser centrais novamente em um possível protesto popular. Mesmo a desconfiança em relação ao atual presidente iraniano, Rohani, poderia acelerar a migração de um consenso substancial para setores mais tradicionalistas e menos moderados, cujo principal interesse continua sendo concentrar o interesse nacional nos valores da revolução Khomeinista. então agregando a população contra o grande Satã, como os Estados Unidos ainda são definidos em círculos radicais. Isso também poderia ser uma tática dos estrategistas da Casa Branca, favorecendo, mesmo indiretamente, o retorno ao poder da parte mais conservadora do país iraniano, para ter razões tangíveis para apresentar o país iraniano através da pior percepção possível. Poderia ser uma repetição do esquema adotado com Kim Jong-un: provocar a contraparte máxima para alcançar o objetivo pretendido por Trump, mas o Irã não é a Coréia do Norte se isso fosse verdade, seria uma tática quase suicida, porque, se não alcançar o objetivo pretendido, que teria efeitos negativos sobre a economia, relações internacionais e forçaria os Estados Unidos, na abertura de uma nova frente internacional para se concentrar, a possibilidade de que se houvesse, seria um sinal de mais um erro avaliação pelo presidente americano e sua equipe.

Контраст между США и Ираном и его последствиями

Реакция Ирана на угрозы Трампа может заключаться в том, чтобы закрыть Ормузский пролив, через который проходит 90% нефти в регионе и, следовательно, около 20% мировой нефти; последствиями будет повышение цен на энергетический сектор, что окажет сильное влияние на мировую экономику. Однако угроза Тегерана, которая была бы прямым ответом на возможное эмбарго США на иранскую нефть, представляется сложной задачей из-за сильного присутствия американских вооруженных сил в Персидском заливе, а также из-за отсутствия удобства, что у них будет то же самое Иранцы блокируют основной маршрут экспорта своей нефти. С другой стороны, даже для США введение эмбарго на сырую нефть Тегерана могло бы иметь важные последствия: нынешний Иран не изолирован, потому что он может пользоваться торговыми соглашениями с Китаем и Россией, а также европейский не будет придерживаться положений Трампа. Ситуация напряженности между двумя странами связана с изменением в Белом доме с новым арендатором, который принял направление, противоположное направлению Обамы, также из-за большей близости к саудовским королевствам, религии суннитов и Израиля , который считает Иран самым опасным врагом. Прямым вопросом спора между Вашингтоном и Тегераном является иранская ядерная сделка, которую нынешняя администрация США считает слишком благоприятной для Ирана, а также потенциально может позволить ей развивать атомное оружие. Трамп настаивает на более строгом пересмотре соглашения, которое будет наказывать иранцев, но американский президент изолирован от подписавших соглашение: на самом деле за ним не следуют другие андеррайтеры, которые заявили о себе в поддержку сохранения подписанного и в результате они не будут следовать США в отношении санкций против Ирана. Вашингтон остается таким одиноким, быть против Ирана, на самой важной дипломатической сцене. Одной из целей американцев для Тегерана является свержение режима под командованием страны, но эта цель сталкивается с нынешним состоянием иранского общества. Если в 2009 году граждане Ирана протестовали за получение большего права, они в настоящее время спускаются на улицы, чтобы выразить протест против все более сложной экономической ситуации, отчасти из-за все более масштабной коррупции, что к большой некомпетентности центральных и периферийных губернаторов: это то есть от протестов на принципах к спорам по более практическим и объективным причинам. Это не облегчает тем, кто хочет свергнуть режим, потому что легче разжигать восстания за отрицание прав, чем неправильное администрирование. Американская администрация также, похоже, осознавала это. Она выступала против иранского политического класса, который из-за его коррупции затрудняет жизнь народа Ирана. Поэтому ответственность за эмбарго в этих условиях может только ухудшить восприятие Соединенных Штатов, которые станут виновными в дальнейшем ухудшении условий жизни иранских граждан. Как это ни парадоксально, было бы легче поддержать изменение режима в лучшем экономическом положении, где проблемы прав могут снова стать центральными в возможном народном протесте. Даже недоверие к нынешнему иранскому президенту Рохани может ускорить миграцию значительного консенсуса в сторону более традиционалистических и менее умеренных секторов, основной интерес которых заключается в том, чтобы сосредоточить национальные интересы на ценностях хомейнистской революции и затем агрегирование населения против великого сатаны, поскольку Соединенные Штаты по-прежнему определяются в радикальных кругах. Это также может быть тактикой стратегистов Белого дома, способствующей, даже косвенно, возвращению к власти самой консервативной части иранской страны, чтобы иметь веские причины для представления иранской страны через наихудшее возможное восприятие. Это может быть повторение схемы, принятой с Ким Чен-ун: спровоцировать максимальную копию для достижения цели, намеченной Трампом, но Иран не является Северной Кореей, если бы это было так, это была бы почти суицидальная тактика, потому что, если он не достигнет намеченной цели, это будет иметь негативные последствия для экономики, международных отношений и заставит Соединенные Штаты открыть новый международный фронт, на котором можно сосредоточиться, вероятность, если это произойдет, сигнализирует еще одну ошибку оценка американским президентом и его сотрудниками.