La conclusione dell’iter di adesione all’area di Schengen, iniziato nel 2016, termina un processo che è stato contraddistinto da crisi causate dall’attraversamento della via balcanica da oltre un milione di migranti. Il comportamento dei croati, particolarmente violento, ha provocato le critiche della Commissione europea, oltre che di numerose associazioni per i diritti umani. Zagabria deve controllare il secondo confine terrestre più esteso dell’Unione con mezzi limitati, ma questo non giustifica un approccio basato su metodi repressivi, che non giustificano, secondo ben otto organizzazioni non governative molto rilevanti, l’ammissione allo spazio di Schengen, inoltre viene condannata la scarsa sensibilità di Bruxelles per la protezione ed il rispetto dei diritti civili. L’ammissione all’area di Schengen dovrebbe portare benefici sostanziali nel campo del turismo e dei trasporti al paese croato e sarebbe auspicabile che la Commissione europea chiedesse espressamente, in cambio di queste facilitazioni un maggiore impegno nel campo della tutela dei diritti dei migranti ed anche una maggiore disponibilità verso l’accoglienza di quote di migranti, temi verso i quali Zagabria non si è mostrata troppo sensibile fino ad ora. Se la Croazia ha ottenuto la tanto agognata ammissione a Schengen, Romania e Bulgaria risultano ancora bloccate da veti determinati da motivi funzionali ad altri stati e che sono influenzati da esclusivi interessi di parte, mascherati da ragioni di interessi superiori. La Presidentessa del parlamento europeo e la Commissaria per gli affari interni si sono pronunciate in maniera molto delusa sull’esclusione di Bucarest dall’area di Schengen, richiesta dal paese romeno da undici anni. I grandi responsabili del rifiuto stanno a Vienna e a L’Aja, anche se l’Olanda sembrava più propensa ad un parere favorevole, poi negato all’ultimo. La Romania pareva soddisfare i criteri per l’ammissione a Schengen, come era stato, effettivamente giudicato dalla Commissione ed anche dai deputati del parlamento europeo. In realtà i veri motivi del rifiuto austriaco sarebbero economici, il governo di Vienna ha denunciato, già in passato, pressioni da parte delle autorità romene sulle aziende austriache ed anche la questione della compagnia di stato petrolifera di Bucarest, che appartiene alla compagnia austriaca è causa di tensione tra i due paesi. In realtà i motivi che sono stati presentati per giustificare il rifiuto di Vienna sono stati relativi ai migranti illegali presenti in Austria nel numero di 75.000, ina quantità dichiarata ingestibile; tuttavia i traffici migratori verso il paese austriaco arrivano per lo più da Croazia e d Ungheria, ma Romania e Bulgaria vengono incolpati per ragioni di politica interna, cioè per soddisfare l’elettorato di destra e per fare notare all’Unione che l’Austria ha molte più richieste di asilo di quante può sostenere. Ancora una volta, quindi, l’Austria si distingue per praticare una politica egoista, che rischia di compromettere i già precari equilibri della coesione europea, piegando gli interessi comunitari ai propri singoli tornaconto; così anche il veto alla Bulgaria, sempre responsabilità di austriaci ed olandesi, rischia di indirizzare il paese bulgaro verso posizioni sempre più vicine alla Russia. L’Olanda motiva il suo no per la mancanza delle condizioni minime del funzionamento dello stato di diritto, un difetto più volte rilevato e segnalato dagli olandesi, per cui l’opposizione all’ingresso della Bulgaria nell’area di Schengen, da parte di Amsterdam, era un fatto atteso; quasi inaspettato, al contrario, il veto proveniente dall’Austria, che ha associato le ragioni relative alle questioni migratorie valevoli per la Romania anche alla nazione bulgara. A questo rifiuto il governo di Sofia ha minacciato ritorsioni contro i due paesi, evidenziando, ancora una volta, come il meccanismo dell’unanimità sia oramai non solo superato ma evidentemente dannoso per la politica dell’Unione. Dal punto di vista strategico, la mancata ammissione della Bulgaria a Schengen, rappresenta un errore grossolano, perché avviene in un paese profondamente bloccato da una crisi istituzionale, dovuta al mancato accordo per la formazione del governo, fin dall’esito elettorale dello scorso ottobre, da parte delle forze di maggioranza filoccidentali e ciò non può che favorire le forze contro l’Unione Europea, che, nello stesso tempo, simpatizzano apertamente per Putin. Austria ed Olanda, quindi, con il rifiuto verso Bulgaria e Romania si assumono la responsabilità del rischio di fare diminuire le simpatie europee in territori contigui al conflitto: una conseguenza non valutata attentamente o soltanto superata da banali interessi di parte.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
giovedì 15 dicembre 2022
Per Schengen ammessa solo la Croazia, escluse Romania e Bulgaria
For Schengen only Croatia is admitted, excluding Romania and Bulgaria
The conclusion of the Schengen area accession process, which began in 2016, ends a process that was marked by crises caused by the crossing of the Balkan route by over a million migrants. The particularly violent behavior of the Croatians has provoked criticism from the European Commission, as well as from numerous human rights associations. Zagreb has to control the second largest land border of the Union with limited means, but this does not justify an approach based on repressive methods, which do not justify, according to eight very relevant non-governmental organizations, admission to the Schengen area, furthermore condemned the lack of sensitivity of Brussels for the protection and respect of civil rights. Admission to the Schengen area should bring substantial benefits in the field of tourism and transport to the Croatian country and it would be desirable for the European Commission to expressly request, in exchange for these facilitations, a greater commitment in the field of protection of migrants' rights and also a greater willingness to welcome quotas of migrants, issues towards which Zagreb has not shown itself to be too sensitive up to now. If Croatia has obtained the longed-for admission to Schengen, Romania and Bulgaria are still blocked by vetoes determined by reasons functional to other states and which are influenced by exclusive partisan interests, masked by reasons of superior interests. The President of the European Parliament and the Commissioner for Internal Affairs expressed their disappointment regarding the exclusion of Bucharest from the Schengen area, which the Romanian country has been requesting for eleven years. The main culprits for the refusal are in Vienna and The Hague, even if Holland seemed more inclined to give a favorable opinion, then denied at the end. Romania seemed to meet the criteria for admission to Schengen, as it had actually been judged by the Commission and also by the members of the European Parliament. In reality, the real reasons for the Austrian refusal would be economic, the Vienna government has already denounced, in the past, pressures by the Romanian authorities on Austrian companies and also the question of the state oil company of Bucharest, which belongs to the Austrian company, is the cause of tension between the two countries. In reality, the reasons that were presented to justify the refusal by Vienna related to the 75,000 illegal migrants present in Austria, in a quantity declared unmanageable; however the migratory traffic towards the Austrian country comes mostly from Croatia and Hungary, but Romania and Bulgaria are blamed for internal political reasons, i.e. to satisfy the right-wing electorate and to point out to the Union that Austria has many more asylum claims than it can handle. Once again, therefore, Austria stands out for practicing a selfish policy, which risks compromising the already precarious balance of European cohesion, bending Community interests to its own individual advantage; thus also the veto against Bulgaria, still the responsibility of the Austrians and the Dutch, risks directing the Bulgarian country towards positions ever closer to Russia. The Netherlands motivates its no due to the lack of minimum conditions for the functioning of the rule of law, a defect repeatedly noted and reported by the Dutch, for which the opposition to Bulgaria's entry into the Schengen area, by Amsterdam , it was an expected fact; almost unexpected, on the contrary, the veto from Austria, which associated the reasons relating to migration issues valid for Romania also to the Bulgarian nation. In response to this refusal, the government in Sofia has threatened retaliation against the two countries, highlighting, once again, how the unanimity mechanism is now not only obsolete but evidently harmful to EU policy. From a strategic point of view, the non-admission of Bulgaria to Schengen represents a gross error, because it takes place in a country deeply blocked by an institutional crisis, due to the lack of agreement for the formation of the government, since the electoral outcome of last October, by the pro-Western majority forces and this can only favor the forces against the European Union, who, at the same time, openly sympathize with Putin. Austria and Holland, therefore, with the refusal towards Bulgaria and Romania, assume responsibility for the risk of decreasing European sympathies in territories contiguous to the conflict: a consequence not carefully evaluated or only overcome by trivial partisan interests.
Para Schengen solo se admite Croacia, excluyendo Rumania y Bulgaria
La conclusión del proceso de adhesión al espacio Schengen, iniciado en 2016, pone fin a un proceso que estuvo marcado por las crisis provocadas por el cruce de la ruta de los Balcanes por parte de más de un millón de migrantes. El comportamiento particularmente violento de los croatas ha provocado críticas de la Comisión Europea, así como de numerosas asociaciones de derechos humanos. Zagreb tiene que controlar la segunda frontera terrestre más grande de la Unión con medios limitados, pero esto no justifica un enfoque basado en métodos represivos, que no justifican, según ocho organizaciones no gubernamentales muy relevantes, la admisión en el espacio Schengen, además Condenó la falta de sensibilidad de Bruselas por la protección y el respeto de los derechos civiles. La entrada en el espacio Schengen debería reportar beneficios sustanciales en el ámbito del turismo y el transporte al país croata y sería deseable que la Comisión Europea solicitara expresamente, a cambio de estas facilitaciones, un mayor compromiso en el ámbito de la protección de los inmigrantes' derechos humanos y también una mayor disposición a acoger cuotas de inmigrantes, cuestiones hacia las que Zagreb no se ha mostrado demasiado sensible hasta ahora. Si Croacia ha obtenido la ansiada admisión en Schengen, Rumanía y Bulgaria siguen bloqueadas por vetos determinados por razones funcionales a otros estados y en los que inciden intereses partidistas exclusivos, enmascarados por razones de intereses superiores. El presidente del Parlamento Europeo y el comisario de Asuntos Interiores expresaron su decepción por la exclusión de Bucarest del espacio Schengen, que el país rumano solicita desde hace once años. Los principales culpables de la negativa están en Viena y La Haya, aunque Holanda parecía más inclinada a dar una opinión favorable, luego negada al final. Rumanía parecía cumplir los criterios de admisión en Schengen, ya que en realidad había sido juzgado por la Comisión y también por los miembros del Parlamento Europeo. En realidad, los verdaderos motivos de la negativa austriaca serían económicos, el gobierno de Viena ya denunció, en el pasado, presiones de las autoridades rumanas sobre empresas austriacas y también la cuestión de la petrolera estatal de Bucarest, que pertenece a la austriaca. empresa, es la causa de la tensión entre los dos países. En realidad, las razones que se esgrimieron para justificar la negativa de Viena se relacionaban con los 75.000 inmigrantes ilegales presentes en Austria, en una cantidad declarada inmanejable; sin embargo, el tráfico migratorio hacia el país austriaco proviene principalmente de Croacia y Hungría, pero se culpa a Rumanía y Bulgaria por razones de política interna, es decir, para satisfacer al electorado de derecha y señalar a la Unión que Austria tiene muchas más solicitudes de asilo que él. puede manejar. Una vez más, por tanto, Austria destaca por practicar una política egoísta, que corre el riesgo de comprometer el ya precario equilibrio de la cohesión europea, doblegando los intereses comunitarios en su propio beneficio individual; así también el veto contra Bulgaria, todavía responsabilidad de los austriacos y los holandeses, corre el riesgo de dirigir al país búlgaro hacia posiciones cada vez más cercanas a Rusia. Holanda motiva su no por la falta de condiciones mínimas para el funcionamiento del estado de derecho, un defecto señalado y denunciado reiteradamente por los holandeses, por lo que la oposición a la entrada de Bulgaria en el espacio Schengen, por parte de Amsterdam, era esperada. hecho; casi inesperado, por el contrario, el veto de Austria, que asoció las razones relativas a las cuestiones migratorias válidas para Rumanía también a la nación búlgara. En respuesta a esta negativa, el gobierno de Sofía ha amenazado con tomar represalias contra los dos países, destacando, una vez más, cómo el mecanismo de unanimidad ahora no solo está obsoleto sino que es evidentemente perjudicial para la política de la UE. Desde un punto de vista estratégico, la no admisión de Bulgaria a Schengen representa un craso error, porque se produce en un país profundamente bloqueado por una crisis institucional, debido a la falta de acuerdo para la formación de gobierno, desde las elecciones resultado de octubre pasado, por parte de las fuerzas mayoritarias prooccidentales y esto sólo puede favorecer a las fuerzas contrarias a la Unión Europea, que, al mismo tiempo, simpatizan abiertamente con Putin. Austria y Holanda, por tanto, con la negativa hacia Bulgaria y Rumanía, asumen el riesgo de merma de las simpatías europeas en los territorios contiguos al conflicto: una consecuencia no evaluada con detenimiento o sólo superada por intereses partidistas triviales.
Für Schengen ist nur Kroatien zugelassen, ausgenommen Rumänien und Bulgarien
Der Abschluss des 2016 begonnenen Beitrittsprozesses zum Schengen-Raum beendet einen Prozess, der von Krisen geprägt war, die durch die Überquerung der Balkanroute durch über eine Million Migranten verursacht wurden. Das besonders gewalttätige Verhalten der Kroaten hat Kritik seitens der Europäischen Kommission sowie zahlreicher Menschenrechtsorganisationen hervorgerufen. Zagreb muss die zweitgrößte Landgrenze der Union mit begrenzten Mitteln kontrollieren, was jedoch kein auf repressiven Methoden basierendes Vorgehen rechtfertigt, das nach Ansicht von acht sehr relevanten Nichtregierungsorganisationen darüber hinaus keine Aufnahme in den Schengen-Raum rechtfertigt verurteilte die mangelnde Sensibilität Brüssels für den Schutz und die Achtung der Bürgerrechte. Die Aufnahme in den Schengen-Raum sollte dem kroatischen Land erhebliche Vorteile im Bereich Tourismus und Verkehr bringen, und es wäre wünschenswert, dass die Europäische Kommission im Gegenzug für diese Erleichterungen ausdrücklich ein größeres Engagement im Bereich des Schutzes von Migranten fordert. Rechte und auch eine größere Bereitschaft, Migrantenkontingente aufzunehmen, Themen, bei denen sich Zagreb bisher nicht allzu sensibel gezeigt hat. Hat Kroatien den ersehnten Beitritt zu Schengen erhalten, werden Rumänien und Bulgarien noch durch Vetos blockiert, die aus gegenüber anderen Staaten funktionalen Gründen bestimmt sind und die von ausschließlichen Parteiinteressen beeinflusst sind, maskiert von Gründen übergeordneter Interessen. Der Präsident des Europäischen Parlaments und der Kommissar für Innere Angelegenheiten drückten ihre Enttäuschung über den Ausschluss Bukarests aus dem Schengen-Raum aus, den das rumänische Land seit elf Jahren beantragt. Die Hauptschuldigen für die Ablehnung sind in Wien und Den Haag, auch wenn Holland eher geneigt schien, eine positive Meinung abzugeben, dann am Ende dementiert. Rumänien schien die Kriterien für die Aufnahme in Schengen zu erfüllen, da es tatsächlich von der Kommission und auch von den Mitgliedern des Europäischen Parlaments beurteilt worden war. In Wirklichkeit wären die wahren Gründe für die österreichische Weigerung wirtschaftlicher Natur, die Wiener Regierung hat bereits in der Vergangenheit den Druck der rumänischen Behörden auf österreichische Unternehmen und auch die Frage der staatlichen Ölgesellschaft von Bukarest, die den Österreichern gehört, angeprangert Unternehmen, ist die Ursache für Spannungen zwischen den beiden Ländern. In Wirklichkeit bezogen sich die Gründe, die zur Rechtfertigung der Weigerung Wiens angeführt wurden, auf die 75.000 illegalen Migranten, die sich in Österreich in einer für unüberschaubar erklärten Menge aufhalten; Der Migrationsverkehr in das österreichische Land kommt jedoch hauptsächlich aus Kroatien und Ungarn, aber Rumänien und Bulgarien werden aus innenpolitischen Gründen beschuldigt, nämlich um die rechte Wählerschaft zufrieden zu stellen und die Union darauf hinzuweisen, dass Österreich viel mehr Asylanträge hat als Österreich klar kommen. Österreich zeichnet sich also wieder einmal durch eine egoistische Politik aus, die Gefahr läuft, das ohnehin schon prekäre Gleichgewicht des europäischen Zusammenhalts zu gefährden, indem sie die Interessen der Gemeinschaft zu ihrem eigenen individuellen Vorteil verbiegt; somit riskiert auch das Veto gegen Bulgarien, das immer noch in der Verantwortung der Österreicher und der Niederländer liegt, das bulgarische Land auf immer näher an Russland gerichtete Positionen zu lenken. Die Niederlande begründen ihr Nein mit dem Fehlen von Mindestbedingungen für das Funktionieren des Rechtsstaats, ein von den Niederländern wiederholt festgestellter und gemeldeter Mangel, für den der Widerstand gegen den Beitritt Bulgariens zum Schengen-Raum von Amsterdam erwartet wurde Tatsache; fast unerwartet dagegen das Veto Österreichs, das die für Rumänien geltenden migrationsrechtlichen Gründe auch mit der bulgarischen Nation in Verbindung brachte. Als Reaktion auf diese Weigerung hat die Regierung in Sofia mit Vergeltungsmaßnahmen gegen die beiden Länder gedroht und erneut deutlich gemacht, dass der Einstimmigkeitsmechanismus jetzt nicht nur veraltet, sondern offensichtlich schädlich für die EU-Politik ist. Aus strategischer Sicht stellt die Nichtaufnahme Bulgariens in Schengen einen groben Fehler dar, da sie in einem Land stattfindet, das aufgrund der fehlenden Zustimmung zur Regierungsbildung seit den Wahlen durch eine institutionelle Krise zutiefst blockiert ist Ergebnis des vergangenen Oktobers durch die pro-westlichen Mehrheitskräfte, und dies kann nur die Kräfte gegen die Europäische Union begünstigen, die gleichzeitig offen mit Putin sympathisieren. Österreich und Holland übernehmen daher mit der Weigerung gegenüber Bulgarien und Rumänien die Verantwortung für das Risiko sinkender europäischer Sympathien in den an den Konflikt angrenzenden Gebieten: eine Folge, die nicht sorgfältig geprüft oder nur durch triviale Partisaneninteressen überwunden wird.
Pour Schengen, seule la Croatie est admise, à l'exclusion de la Roumanie et de la Bulgarie
La conclusion du processus d'adhésion à l'espace Schengen, entamé en 2016, met fin à un processus marqué par des crises provoquées par la traversée de la route des Balkans par plus d'un million de migrants. Le comportement particulièrement violent des Croates a suscité des critiques de la part de la Commission européenne, ainsi que de nombreuses associations de défense des droits de l'homme. Zagreb doit contrôler la deuxième plus grande frontière terrestre de l'Union avec des moyens limités, mais cela ne justifie pas une approche fondée sur des méthodes répressives, qui ne justifient pas, selon huit organisations non gouvernementales très pertinentes, l'admission à l'espace Schengen, de surcroît a condamné le manque de sensibilité de Bruxelles pour la protection et le respect des droits civiques. L'admission dans l'espace Schengen devrait apporter des avantages substantiels dans le domaine du tourisme et des transports au pays croate et il serait souhaitable que la Commission européenne demande expressément, en échange de ces facilités, un engagement plus important dans le domaine de la protection des migrants. droits et aussi une plus grande volonté d'accueillir des quotas de migrants, questions auxquelles Zagreb ne s'est pas montré trop sensible jusqu'à présent. Si la Croatie a obtenu l'adhésion tant attendue à Schengen, la Roumanie et la Bulgarie sont toujours bloquées par des veto déterminés par des raisons fonctionnelles aux autres États et qui sont influencés par des intérêts partisans exclusifs, masqués par des raisons d'intérêts supérieurs. Le président du Parlement européen et le commissaire aux affaires intérieures ont exprimé leur déception face à l'exclusion de Bucarest de l'espace Schengen, que le pays roumain demande depuis onze ans. Les principaux coupables du refus se trouvent à Vienne et à La Haye, même si Hollande semblait plus enclin à donner un avis favorable, puis démenti au final. La Roumanie semble répondre aux critères d'admission à Schengen, puisqu'elle a en fait été jugée par la Commission ainsi que par les membres du Parlement européen. En réalité, les vraies raisons du refus autrichien seraient économiques, le gouvernement de Vienne a déjà dénoncé, par le passé, des pressions des autorités roumaines sur des entreprises autrichiennes et aussi la question de la compagnie pétrolière étatique de Bucarest, qui appartient à l'Autrichien entreprise, est à l'origine de tensions entre les deux pays. En réalité, les raisons avancées pour justifier le refus de Vienne concernaient les 75 000 migrants illégaux présents en Autriche, en quantité déclarée ingérable ; or le trafic migratoire vers le pays autrichien provient majoritairement de la Croatie et de la Hongrie, mais la Roumanie et la Bulgarie sont mises en cause pour des raisons de politique interne, c'est-à-dire pour satisfaire l'électorat de droite et pour faire remarquer à l'Union que l'Autriche a beaucoup plus de demandes d'asile qu'elle peut gérer. Une fois de plus, donc, l'Autriche se distingue par la pratique d'une politique égoïste, qui risque de compromettre l'équilibre déjà précaire de la cohésion européenne, en pliant les intérêts communautaires à son avantage individuel ; ainsi aussi le veto contre la Bulgarie, toujours de la responsabilité des Autrichiens et des Néerlandais, risque d'orienter le pays bulgare vers des positions toujours plus proches de la Russie. Les Pays-Bas motivent leur non en raison de l'absence de conditions minimales pour le fonctionnement de l'État de droit, un défaut constaté et signalé à plusieurs reprises par les Néerlandais, pour qui l'opposition à l'entrée de la Bulgarie dans l'espace Schengen, par Amsterdam , c'était un attendu fait; presque inattendu, au contraire, le veto de l'Autriche, qui a associé les raisons relatives aux questions migratoires valables pour la Roumanie également à la nation bulgare. En réponse à ce refus, le gouvernement de Sofia a menacé de représailles les deux pays, soulignant, une fois de plus, à quel point le mécanisme de l'unanimité est désormais non seulement obsolète mais évidemment nuisible à la politique de l'UE. D'un point de vue stratégique, la non-admission de la Bulgarie à Schengen représente une grossière erreur, car elle intervient dans un pays profondément bloqué par une crise institutionnelle, due à l'absence d'accord pour la formation du gouvernement, depuis les élections résultat d'octobre dernier, par les forces majoritaires pro-occidentales et cela ne peut que favoriser les forces contre l'Union européenne, qui, dans le même temps, sympathisent ouvertement avec Poutine. L'Autriche et la Hollande, donc, avec le refus envers la Bulgarie et la Roumanie, assument la responsabilité du risque de diminution des sympathies européennes dans les territoires contigus au conflit : une conséquence mal évaluée ou seulement surmontée par des intérêts partisans futiles.
Para Schengen, apenas a Croácia é admitida, excluindo a Romênia e a Bulgária
A conclusão do processo de adesão ao espaço Schengen, iniciado em 2016, põe fim a um processo marcado por crises provocadas pela travessia da rota dos Balcãs por mais de um milhão de migrantes. O comportamento particularmente violento dos croatas provocou críticas da Comissão Europeia, bem como de inúmeras associações de direitos humanos. Zagreb tem de controlar a segunda maior fronteira terrestre da União com meios limitados, mas isso não justifica uma abordagem assente em métodos repressivos, que não justificam, segundo oito organizações não governamentais muito relevantes, a admissão ao espaço Schengen, aliás condenou a falta de sensibilidade de Bruxelas para a proteção e respeito dos direitos civis. A admissão no espaço Schengen deverá trazer benefícios substanciais no domínio do turismo e dos transportes ao país croata e seria desejável que a Comissão Europeia solicitasse expressamente, em troca destas facilitações, um maior empenho no domínio da proteção dos migrantes direitos humanos e também uma maior disponibilidade para acolher quotas de migrantes, questões às quais Zagreb não se tem mostrado muito sensível até agora. Se a Croácia obteve a ansiada adesão a Schengen, a Roménia e a Bulgária continuam bloqueadas por vetos determinados por razões funcionais a outros Estados e que são influenciadas por interesses partidários exclusivos, mascarados por razões de interesses superiores. O Presidente do Parlamento Europeu e o Comissário para os Assuntos Internos manifestaram a sua decepção face à exclusão de Bucareste do espaço Schengen, que o país romeno reclama há onze anos. Os principais culpados pela recusa estão em Viena e Haia, ainda que a Holanda parecesse mais inclinada a dar um parecer favorável, depois negado no final. A Romênia parecia preencher os critérios de admissão a Schengen, pois havia sido julgada pela Comissão e também pelos membros do Parlamento Europeu. Na realidade, os verdadeiros motivos da recusa austríaca seriam económicos, o governo de Viena já denunciou, no passado, pressões das autoridades romenas sobre empresas austríacas e também a questão da petrolífera estatal de Bucareste, que pertence à Áustria empresa, é a causa da tensão entre os dois países. Na realidade, as razões que foram apresentadas para justificar a recusa de Viena diziam respeito aos 75.000 migrantes ilegais presentes na Áustria, em quantidade declarada incontrolável; no entanto, o tráfego migratório para o país austríaco vem principalmente da Croácia e da Hungria, mas a Romênia e a Bulgária são culpadas por razões políticas internas, ou seja, para satisfazer o eleitorado de direita e mostrar à União que a Áustria tem muito mais pedidos de asilo do que pode aguentar. Mais uma vez, portanto, a Áustria se destaca por praticar uma política egoísta, que arrisca comprometer o já precário equilíbrio da coesão europeia, dobrando os interesses comunitários em seu próprio benefício individual; assim também o veto contra a Bulgária, ainda da responsabilidade dos austríacos e holandeses, corre o risco de direcionar o país búlgaro para posições cada vez mais próximas da Rússia. A Holanda motiva o seu não pela falta de condições mínimas para o funcionamento do Estado de direito, deficiência reiteradamente apontada e denunciada pelos holandeses, pelo que a oposição à entrada da Bulgária no espaço Schengen, por parte de Amesterdão, era expectável facto; quase inesperado, pelo contrário, o veto da Áustria, que associou as razões relativas às questões migratórias válidas para a Roménia também à nação búlgara. Em resposta a esta recusa, o governo de Sofia ameaçou retaliar os dois países, destacando, mais uma vez, como o mecanismo de unanimidade é agora não só obsoleto, mas evidentemente prejudicial para a política da UE. Do ponto de vista estratégico, a não admissão da Bulgária a Schengen representa um erro grosseiro, porque ocorre num país profundamente bloqueado por uma crise institucional, devido à falta de acordo para a formação do governo, desde as eleições resultado de outubro passado, pelas forças majoritárias pró-Ocidente e isso só pode favorecer as forças contra a União Européia, que, ao mesmo tempo, simpatizam abertamente com Putin. A Áustria e a Holanda, assim, com a recusa face à Bulgária e à Roménia, assumem a responsabilidade pelo risco de diminuição das simpatias europeias em territórios contíguos ao conflito: consequência não avaliada criteriosamente ou apenas superada por triviais interesses partidários.
Для Шенгенской зоны допускается только Хорватия, за исключением Румынии и Болгарии.
Завершение процесса вступления в Шенгенскую зону, начавшегося в 2016 году, завершает процесс, отмеченный кризисами, вызванными пересечением балканского маршрута более чем миллионом мигрантов. Особо агрессивное поведение хорватов вызвало критику со стороны Европейской комиссии, а также многочисленных правозащитных ассоциаций. Загреб должен контролировать вторую по величине сухопутную границу Союза с ограниченными средствами, но это не оправдывает подход, основанный на репрессивных методах, которые, по мнению восьми очень важных неправительственных организаций, не оправдывают допуск в Шенгенскую зону, более того осудил отсутствие внимания Брюсселя к защите и уважению гражданских прав. Прием в Шенгенскую зону должен принести хорватской стране существенные преимущества в области туризма и транспорта, и было бы желательно, чтобы Европейская комиссия прямо потребовала в обмен на эти упрощения большей приверженности в области защиты мигрантов. права, а также большая готовность приветствовать квоты на мигрантов, вопросы, к которым Загреб до сих пор не проявлял особой чувствительности. Если Хорватия добилась долгожданного приема в Шенген, Румыния и Болгария по-прежнему заблокированы вето, обусловленными причинами, функциональными для других государств, и на которые влияют исключительные пристрастные интересы, замаскированные соображениями высших интересов. Президент Европарламента и комиссар внутренних дел выразили разочарование по поводу исключения Бухареста из Шенгенской зоны, о котором румынская страна просит одиннадцать лет. Главные виновники отказа находятся в Вене и Гааге, хотя Голландия и казалась более склонной дать положительное заключение, чем в конце концов отказала. Румыния, похоже, соответствует критериям для приема в Шенгенскую зону, как это было фактически оценено Комиссией, а также членами Европейского парламента. На самом деле, истинные причины отказа Австрии были бы экономическими, венское правительство уже осуждало в прошлом давление румынских властей на австрийские компании, а также вопрос о государственной нефтяной компании Бухареста, которая принадлежит австрийскому правительству. компании, является причиной напряженности между двумя странами. На самом деле причины, которые были представлены в оправдание отказа Вены, касались присутствия в Австрии 75 000 нелегальных мигрантов в количестве, объявленном неуправляемым; однако миграционный поток в австрийскую страну идет в основном из Хорватии и Венгрии, а Румынию и Болгарию обвиняют по внутриполитическим причинам, т.е. чтобы удовлетворить правый электорат и указать Союзу, что у Австрии гораздо больше ходатайств о предоставлении убежища, чем у нее. может справиться. Таким образом, еще раз Австрия выступает за проведение эгоистичной политики, которая рискует поставить под угрозу и без того ненадежный баланс европейской сплоченности, искажая интересы Сообщества в своих личных интересах; таким образом, и вето против Болгарии, за которое по-прежнему отвечают австрийцы и голландцы, рискует направить болгарскую страну на позиции, еще более сближающиеся с Россией. Нидерланды мотивируют свой отказ отсутствием минимальных условий для функционирования верховенства закона, дефект, неоднократно отмеченный и сообщенный голландцами, из-за которых противодействие вступлению Болгарии в Шенгенскую зону со стороны Амстердама было ожидаемым. факт; почти неожиданное, напротив, вето Австрии, которое связало причины, касающиеся вопросов миграции, действительных для Румынии, также с болгарским народом. В ответ на этот отказ правительство в Софии пригрозило отомстить обеим странам, еще раз подчеркнув, что механизм единогласия в настоящее время не только устарел, но и явно вреден для политики ЕС. Со стратегической точки зрения неприсоединение Болгарии к Шенгену представляет собой грубую ошибку, потому что это происходит в стране, глубоко заблокированной институциональным кризисом, из-за отсутствия согласия на формирование правительства, поскольку выборы Итоги прошлого октября прозападными силами большинства, а это может только благоприятствовать силам против Евросоюза, которые в то же время открыто симпатизируют Путину. Таким образом, Австрия и Голландия, отказавшись от Болгарии и Румынии, берут на себя ответственность за риск снижения европейских симпатий на территориях, прилегающих к конфликту: следствие, которое не было тщательно оценено или было преодолено только тривиальными пристрастными интересами.
對於申根,只有克羅地亞被接納,不包括羅馬尼亞和保加利亞
2016 年開始的申根區加入進程結束,結束了一個以超過 100 萬移民穿越巴爾幹路線造成的危機為標誌的進程。 克羅地亞人特別暴力的行為引起了歐盟委員會以及眾多人權協會的批評。 薩格勒布必須以有限的手段控制聯盟的第二大陸地邊界,但這並不能證明基於鎮壓方法的方法是合理的,根據八個非常相關的非政府組織的說法,這不能證明進入申根地區是合理的,此外譴責布魯塞爾在保護和尊重公民權利方面缺乏敏感性。 加入申根區將為克羅地亞國家的旅遊和交通領域帶來實質性好處,歐盟委員會最好明確要求,作為這些便利的交換,在保護移民領域做出更大的承諾權利以及歡迎移民配額的更大意願,薩格勒布迄今尚未表現出過於敏感的問題。 如果克羅地亞獲得了渴望已久的申根資格,羅馬尼亞和保加利亞仍然被否決權所阻止,這些否決權是由對其他國家有效的原因決定的,並且受到排他性黨派利益的影響,被優越利益的原因所掩蓋。 歐洲議會主席和內政事務專員對將布加勒斯特排除在申根區之外表示失望,羅馬尼亞國家已經要求十一年了。 拒絕的罪魁禍首是在維也納和海牙,即使荷蘭似乎更傾向於給出贊成意見,但最後還是被拒絕了。 羅馬尼亞似乎符合加入申根的標準,因為它實際上已經由委員會和歐洲議會的成員進行了判斷。 事實上,奧地利拒絕的真正原因是經濟上的,維也納政府過去已經譴責了羅馬尼亞當局對奧地利公司的壓力以及屬於奧地利的布加勒斯特國有石油公司的問題公司,是兩國關係緊張的原因。 實際上,為證明維也納拒絕的理由而提出的理由與目前在奧地利的 75,000 名非法移民有關,其數量被宣佈為無法控制; 然而,前往奧地利國家的移民主要來自克羅地亞和匈牙利,但羅馬尼亞和保加利亞因內部政治原因而受到指責,即為了滿足右翼選民並向聯盟指出奧地利的庇護申請比它多得多可以處理。 因此,奧地利再次脫穎而出,實行自私的政策,這種政策有可能破壞歐洲凝聚力本已不穩定的平衡,使共同體利益為自己的個人利益服務; 因此,對保加利亞的否決權仍然是奧地利人和荷蘭人的責任,有可能將保加利亞國家引向與俄羅斯更接近的立場。 荷蘭之所以拒絕,是因為缺乏法治運作的最低條件,這是荷蘭人反復指出和報告的一個缺陷,阿姆斯特丹反對保加利亞進入申根區,這是意料之中的事實; 相反,幾乎出乎意料的是,奧地利否決了與移民問題有關的原因,對羅馬尼亞也適用於保加利亞國家。 作為對這一拒絕的回應,索非亞政府威脅要對兩國進行報復,再次強調一致同意機制現在不僅已經過時,而且顯然對歐盟政策有害。 從戰略的角度來看,不讓保加利亞加入申根是一個嚴重的錯誤,因為它發生在一個深受制度危機阻礙的國家,由於缺乏關於組建政府的協議,自選舉以來去年 10 月的結果,由親西方的多數勢力所支持,這只能有利於反對歐盟的勢力,而歐盟同時公開同情普京。 因此,奧地利和荷蘭在拒絕保加利亞和羅馬尼亞的情況下,承擔了歐洲對沖突毗鄰領土上同情心減少的風險的責任:這種後果沒有經過仔細評估,或者只是被微不足道的黨派利益所克服。
ルーマニアとブルガリアを除く、シェンゲン協定の場合、クロアチアのみが許可されています
2016 年に開始されたシェンゲン協定加盟プロセスの終結により、100 万人を超える移民によるバルカン ルートの横断によって引き起こされた危機によって特徴付けられたプロセスが終了します。 クロアチア人の特に暴力的な行動は、欧州委員会や多くの人権団体からの批判を引き起こしました。 ザグレブは限られた手段で連合の 2 番目に大きい国境を管理する必要がありますが、これは抑圧的な方法に基づくアプローチを正当化するものではありません。市民権の保護と尊重に対するブリュッセルの配慮の欠如を非難した。 シェンゲン協定加盟国への入国は、クロアチアの国への観光と輸送の分野で実質的な利益をもたらすはずであり、欧州委員会がこれらの促進と引き換えに、移民の保護の分野でより大きなコミットメントを明示的に要求することが望ましいでしょう.ザグレブがこれまであまり敏感に感じていなかった問題である、移民の割り当てを歓迎する意欲の高まり。 クロアチアが切望されていたシェンゲン協定への加盟を獲得したとしても、ルーマニアとブルガリアは依然として、他の国にとって機能的な理由によって決定された拒否権によってブロックされており、それらは排他的な党派的利益によって影響を受け、優勢な利益の理由によって覆い隠されています. 欧州議会議長と内務委員は、ルーマニアの国が 11 年間要求してきたシェンゲン圏からのブカレストの除外について、失望を表明しました。 拒否の主な原因はウィーンとハーグにありますが、オランダの方が好意的な意見を述べる傾向があり、最後に否定されたとしても. ルーマニアは、委員会と欧州議会のメンバーによって実際に判断されたため、シェンゲン協定への加盟基準を満たしているように見えました. 実際には、オーストリアの拒否の本当の理由は経済的なものであり、ウィーン政府は過去にルーマニア当局によるオーストリア企業への圧力と、オーストリアに属するブカレストの国営石油会社の問題をすでに非難しています。会社、両国間の緊張の原因です。 実際には、ウィーンによる拒否を正当化するために提示された理由は、オーストリアに存在する75,000人の不法移民に関連しており、その量は管理不能であると宣言されています。 しかし、オーストリアの国への移住者のほとんどはクロアチアとハンガリーから来ていますが、ルーマニアとブルガリアは内部の政治的理由で非難されています.扱うことができます。 繰り返しますが、オーストリアは利己的な政策を実践していることで際立っています。これは、すでに不安定なヨーロッパの結束のバランスを危うくし、共同体の利益を自国の利益に曲げる危険を冒しています。 したがって、ブルガリアに対する拒否権は、依然としてオーストリア人とオランダ人の責任であり、ブルガリアの国をロシアにますます近い立場に向ける危険性があります。 オランダは、法の支配が機能するための最低限の条件が欠如しているため、その反対を動機付けています。この欠陥は、オランダによって繰り返し指摘され、報告されています。そのため、ブルガリアのシェンゲン圏への参入に対する反対は、アムステルダムによって予想されていました。事実; それどころか、オーストリアからの拒否権はほとんど予想外でした。この拒否権は、ルーマニアにとっても有効な移民問題に関連する理由をブルガリア国民にも関連付けました。 この拒否に応えて、ソフィアの政府は、両国に対する報復を脅かし、全会一致メカニズムが今や時代遅れであるだけでなく、EUの政策にとって明らかに有害であることを再び強調しています. 戦略的な観点から、ブルガリアがシェンゲン協定に加盟していないことは重大な過ちを表しています。なぜなら、選挙以来、政府の形成に関する合意が欠如しているため、制度上の危機によって深くブロックされている国で行われているからです。昨年10月の結果、親西側の多数勢力によるものであり、これは、プーチンに公然と同情していると同時に、EUに反対する勢力に有利に働くだけです。 したがって、オーストリアとオランダは、ブルガリアとルーマニアへの拒否により、紛争に隣接する地域でヨーロッパの共感を低下させるリスクの責任を負っています。その結果は慎重に評価されていないか、取るに足らない党派的利益によってのみ克服されています。
بالنسبة لشنغن ، يتم قبول كرواتيا فقط ، باستثناء رومانيا وبلغاريا
انتهت عملية الانضمام إلى منطقة شنغن ، التي بدأت في عام 2016 ، لعملية اتسمت بالأزمات الناجمة عن عبور طريق البلقان من قبل أكثر من مليون مهاجر. أثار السلوك العنيف بشكل خاص للكرواتيين انتقادات من المفوضية الأوروبية ، وكذلك من العديد من جمعيات حقوق الإنسان. يتعين على زغرب السيطرة على ثاني أكبر حدود برية للاتحاد بوسائل محدودة ، لكن هذا لا يبرر اتباع نهج قائم على الأساليب القمعية ، والتي لا تبرر ، وفقًا لثماني منظمات غير حكومية ذات صلة ، الدخول إلى منطقة شنغن ، علاوة على ذلك. أدان عدم حساسية بروكسل لحماية واحترام الحقوق المدنية. يجب أن يحقق القبول في منطقة شنغن فوائد كبيرة في مجال السياحة والنقل إلى الدولة الكرواتية ، وسيكون من المرغوب فيه أن تطلب المفوضية الأوروبية صراحة ، مقابل هذه التسهيلات ، التزامًا أكبر في مجال حماية المهاجرين. الحقوق وكذلك استعداد أكبر للترحيب بحصص المهاجرين ، وهي قضايا لم تظهر زغرب أنها شديدة الحساسية تجاهها حتى الآن. إذا كانت كرواتيا قد حصلت على القبول الذي طال انتظاره في شنغن ، فإن رومانيا وبلغاريا لا تزالان محظورتين بواسطة حق النقض الذي تحدده أسباب وظيفية لدول أخرى والتي تتأثر بمصالح حزبية حصرية ، مقنعة بأسباب المصالح العليا. أعرب رئيس البرلمان الأوروبي ومفوض الشؤون الداخلية عن خيبة أملهم فيما يتعلق باستبعاد بوخارست من منطقة شنغن ، وهو ما تطلبه الدولة الرومانية منذ أحد عشر عامًا. الجناة الرئيسيون في الرفض موجودون في فيينا ولاهاي ، حتى لو بدت هولندا أكثر ميلًا لإبداء رأي إيجابي ، ثم رفضت في النهاية. يبدو أن رومانيا تفي بمعايير القبول في شنغن ، حيث تم الحكم عليها بالفعل من قبل المفوضية وكذلك من قبل أعضاء البرلمان الأوروبي. في الواقع ، فإن الأسباب الحقيقية للرفض النمساوي ستكون اقتصادية ، فقد نددت حكومة فيينا بالفعل ، في الماضي ، بالضغوط التي تمارسها السلطات الرومانية على الشركات النمساوية وكذلك مسألة شركة النفط الحكومية في بوخارست ، التي تنتمي إلى الشركة النمساوية. الشركة ، هو سبب التوتر بين البلدين. في الواقع ، كانت الأسباب التي قدمت لتبرير رفض فيينا تتعلق بـ 75000 مهاجر غير شرعي موجودين في النمسا ، بكمية أعلن أنها لا يمكن السيطرة عليها ؛ ومع ذلك ، فإن حركة الهجرة نحو النمسا تأتي في الغالب من كرواتيا والمجر ، ولكن يتم إلقاء اللوم على رومانيا وبلغاريا لأسباب سياسية داخلية ، أي لإرضاء الناخبين اليمينيين والإشارة إلى الاتحاد أن النمسا لديها طلبات لجوء أكثر من ذلك بكثير. يمكن التعامل مع. لذلك ، تبرز النمسا مرة أخرى لممارستها لسياسة أنانية تخاطر بتعريض التوازن الهش بالفعل للتماسك الأوروبي للخطر ، مما يؤدي إلى ثني مصالح المجموعة لصالحها الفردية ؛ وبالتالي ، فإن حق النقض ضد بلغاريا ، الذي لا يزال مسؤولية النمساويين والهولنديين ، يهدد بتوجيه الدولة البلغارية نحو مواقف أقرب إلى روسيا. تحفز هولندا على رفضها بسبب الافتقار إلى الشروط الدنيا لعمل سيادة القانون ، وهو عيب لاحظه الهولنديون مرارًا وتكرارًا ، والذي كان معارضة دخول بلغاريا إلى منطقة شنغن ، من قبل أمستردام ، أمرًا متوقعًا حقيقة؛ غير متوقع تقريبًا ، على العكس من ذلك ، حق النقض من النمسا ، والذي ربط الأسباب المتعلقة بقضايا الهجرة الصالحة لرومانيا أيضًا بالأمة البلغارية. رداً على هذا الرفض ، هددت الحكومة في صوفيا بالانتقام من البلدين ، مسلطة الضوء ، مرة أخرى ، على أن آلية الإجماع الآن ليست فقط بالية ولكن من الواضح أنها ضارة بسياسة الاتحاد الأوروبي. من وجهة نظر استراتيجية ، فإن عدم قبول بلغاريا في شنغن يمثل خطأ فادحًا ، لأنه يحدث في بلد مسدود بشدة بسبب أزمة مؤسسية ، بسبب عدم الاتفاق على تشكيل الحكومة ، منذ الانتخابات. نتيجة أكتوبر الماضي ، من قبل قوى الأغلبية الموالية للغرب وهذا يمكن فقط لصالح القوى ضد الاتحاد الأوروبي ، الذين ، في الوقت نفسه ، يتعاطفون علانية مع بوتين. وبالتالي ، تتحمل النمسا وهولندا ، برفضهما تجاه بلغاريا ورومانيا ، المسؤولية عن مخاطر تناقص التعاطف الأوروبي في الأراضي المتاخمة للصراع: نتيجة لم يتم تقييمها بعناية أو التغلب عليها فقط من خلال المصالح الحزبية التافهة.
mercoledì 7 dicembre 2022
Il difficile processo di ammissione dei paesi balcanici nell'Unione Europea
La strategia dell’Unione Europea avanza piano e con diversi dubbi circa l’ammissione dei paesi balcanici all’interno della propria organizzazione. L’intenzione principale è quella di sottrarre le nazioni balcaniche dalla potenziale influenza russa, che costringerebbe l’Europa ad una ulteriore presenza di Mosca sui propri confini; dall’altro lato, però, continuano i dubbi sull’esistenza delle condizioni richieste da Bruxelles ed anche sulla reale opportunità di allargare i membri dell’unione a paesi non troppo convinti dei principi europei e ambiziosi principalmente di entrare nel mercato più ricco del mondo e di usufruire delle ricche sovvenzioni dell’Unione Europea. Il rapporto costi benefici dell’ammissione di Bosnia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia si concentra proprio sul dilemma tra l’esigenza di sottrarre all’influenza russa paesi dove la simpatia per Mosca è comunque presente ed elevata e la gestione di paesi che potrebbe assomigliare al rapporto con quelli del patto di Visegrad. Con le attuali norme europee basate sull’unanimità delle decisioni, consentire l’ingresso di nuovi membri, dei quali non si hanno le più complete garanzie, appare un rischio tale in grado di indebolire ancora di più i precari equilibri che governano l’Unione; diverso sarebbe il caso dove il criterio dell’unanimità fosse superata da quello della maggioranza, in grado di rendere impossibile il blocco delle decisioni e consentire una governabilità dell’ente sovranazionale più veloce e non bloccato da esigenze contingenti, anche e soprattutto politiche, dei singoli soggetti statali. Per il momento, quindi, si procede lentamente, con aiuti per combattere la crisi energetica ed altre concessioni pratiche, ma di importanza minore, come l’estensione del roaming telefonico; oltre ad una dichiarazione formale in cui l'Ue ha ribadito "il suo impegno totale e inequivocabile per la prospettiva europea di tutte le paesi dei Balcani occidentali». Tuttavia questi piccoli progressi devono essere visti con un’ottica positiva, perché il vertice tra i paesi candidati e la presidente della Commissione ha prodotto una intenzione di affrontare insieme le difficoltà prodotte dalla guerra ucraina e buone prospettive, seppure nel medio periodo, sul futuro dei rapporti tra le parti. Anche il Presidente del Consiglio europeo ha usato parole di ottimismo per l’entrata in Europa dei paesi baltici, ma con una tempistica non immediata, confermando ancora l’ipotesi di un iter non certo breve, ma, apparentemente, ineluttabile. Per alcuni paesi l’integrazione potrebbe essere più vicina ed, effettivamente, per Albania, Montenegro e Macedonia del Nord, il fatto di essere già membri dell’Alleanza Atlantica costituisce un fattore preferenziale per l’ammissione a Bruxelles, anche se sono ancora presenti ostacoli circa i requisiti richiesti dall’Unione e sui quali queste nazioni si sono impegnate a lavorare per raggiungere gli standard richiesti. Il percorso della Bosnia appare più lungo a causa della sua instabilità costituzionale, che ha assunto una cronicità, che costituisce un motivo di rallentamento decisivo per il percorso di ammissione. La questione del Kosovo risulta ancora più complicata, perché il paese balcanico al momento è conscio di non potere neppure avviare un processo di ammissione perché deve risolvere i problemi del riconoscimento internazionale per la sua dichiarazione di indipendenza unilaterale ed il mancato riconoscimento di Serbia, la Federazione Russa e, soprattutto di 5 membri dell'UE (Spagna, Cipro, Grecia, Slovacchia e Romania), e la Repubblica Popolare Cinese; in Europa l’ostacolo maggiore è rappresentato da Madrid, che rifiuta il riconoscimento paragonando la secessione del Kosovo a quella tentata dalla catalogna. Il caso più complesso è però rappresentato dalla Serbia, che afferma di volere procedere verso l’ammissione all’Unione, ma, nel contempo, mantenere i propri legami con la Russia, che non sono solo politici, ma anche culturali e religiosi. Con la svolta della guerra ucraina e l’atteggiamento già da lungo mantenuto da Putin, di profonda contrarietà nel rispetto dei diritti civili e politici ed il profondo contrasto al dissenso, per Bruxelles la condotta di Belgrado non è accettabile e la profonda distanza che si è creata tra l’Unione, profondamente filoatlantica, e la Russia, al momento appare come un ostacolo insuperabile. Senza un allineamento alla politica estera europea la Serbia non ha alcuna possibilità di entrare in Europa, ma questo risultato sarebbe fortemente sfavorevole per l’Unione, che potrebbe vedere sorgere nel centro del mare adriatico perfino una base per la flotta russa: cosa che non deve assolutamente accadere.
The difficult process of admission of the Balkan countries to the European Union
The strategy of the European Union is progressing slowly and with several doubts about the admission of the Balkan countries within its organization. The main intention is to remove the Balkan nations from the potential Russian influence, which would force Europe to have a further presence of Moscow on its borders; on the other hand, however, doubts continue about the existence of the conditions required by Brussels and also about the real opportunity to expand the members of the union to countries not too convinced of European principles and mainly ambitious to enter the richest market in the world and to take advantage of the rich subsidies of the European Union. The cost-benefit ratio of the admission of Bosnia, Kosovo, Montenegro, North Macedonia and Serbia focuses precisely on the dilemma between the need to remove from Russian influence countries where sympathy for Moscow is in any case present and high and the management of countries which might resemble the relationship with those of the Visegrad pact. With the current European rules based on unanimity of decisions, allowing the entry of new members, for whom we do not have the most complete guarantees, appears to be such a risk capable of further weakening the precarious balances that govern the Union; the case would be different where the criterion of unanimity was superseded by that of the majority, capable of making it impossible to block decisions and allow for faster governance of the supranational body and not blocked by contingent needs, also and above all political, of the individuals state subjects. For the moment, therefore, we are proceeding slowly, with aid to combat the energy crisis and other practical concessions, but of minor importance, such as the extension of telephone roaming; as well as a formal declaration in which the EU reaffirmed "its total and unequivocal commitment to the European perspective of all the countries of the Western Balkans". However, these small progresses must be viewed with a positive outlook, because the summit candidate countries and the President of the Commission has produced an intention to face together the difficulties caused by the war in Ukraine and good prospects, albeit in the medium term, on the future of relations between the parties. The President of the European Council also used words of optimism for the entry into Europe of the Baltic countries, but with a non-immediate timing, again confirming the hypothesis of a process that is certainly not short, but, apparently, inevitable. For some countries, integration could be closer and, indeed, for Albania, Montenegro and North Macedonia, the fact of being already members of the Atlantic Alliance is a preferential factor for admission to Brussels, even if I know There are still no obstacles regarding the requirements requested by the Union and on which these nations have undertaken to work to achieve the required standards. Bosnia's path appears longer due to its constitutional instability, which has taken on a chronic nature, which constitutes a decisive reason for slowing down the admission process. The issue of Kosovo is even more complicated, because the Balkan country is currently aware that it cannot even start an admission process because it has to solve the problems of international recognition for its unilateral declaration of independence and the non-recognition of Serbia, the Federation Russia and, above all, 5 EU members (Spain, Cyprus, Greece, Slovakia and Romania), and the People's Republic of China; in Europe the greatest obstacle is represented by Madrid, which refuses recognition by comparing the secession of Kosovo to that attempted by Catalonia. However, the most complex case is represented by Serbia, which claims to want to proceed towards admission to the Union, but, at the same time, maintain its ties with Russia, which are not only political, but also cultural and religious. With the turning point of the Ukrainian war and the attitude already maintained for a long time by Putin, of profound opposition to respect for civil and political rights and the profound contrast to dissent, Belgrade's conduct is not acceptable for Brussels and the profound distance that has created between the Union, deeply pro-Atlantic, and Russia, currently appears as an insurmountable obstacle. Without an alignment with European foreign policy, Serbia has no chance of joining Europe, but this result would be highly unfavorable for the Union, which could even see a base for the Russian fleet rise in the center of the Adriatic Sea: something that must not absolutely happen.
El difícil proceso de admisión de los países balcánicos a la Unión Europea
La estrategia de la Unión Europea avanza lentamente y con varias dudas sobre la admisión de los países balcánicos dentro de su organización. La intención principal es alejar a las naciones balcánicas de la potencial influencia rusa, lo que obligaría a Europa a tener una mayor presencia de Moscú en sus fronteras; por otra parte, sin embargo, continúan las dudas sobre la existencia de las condiciones exigidas por Bruselas y también sobre la oportunidad real de ampliar los miembros de la unión a países no demasiado convencidos de los principios europeos y principalmente ambiciosos de entrar en el mercado más rico del mundo. y aprovechar las ricas subvenciones de la Unión Europea. La relación coste-beneficio de la admisión de Bosnia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Norte y Serbia se centra precisamente en el dilema entre la necesidad de sustraer de la influencia rusa a países donde la simpatía por Moscú es en todo caso presente y alta y la gestión de países que podría parecerse a la relación con las del pacto de Visegrad. Con las actuales normas europeas basadas en la unanimidad de decisiones, permitir la entrada de nuevos miembros, para los que no tenemos las más completas garantías, parece ser un riesgo capaz de debilitar aún más los precarios equilibrios que rigen la Unión; diferente sería el caso donde el criterio de la unanimidad fuera superado por el de la mayoría, capaz de imposibilitar el bloqueo de decisiones y permitir un gobierno más rápido del órgano supranacional y no bloqueado por necesidades contingentes, también y sobre todo políticas, de la los individuos declaran sujetos. De momento, por tanto, vamos despacio, con ayudas para combatir la crisis energética y otras concesiones prácticas, pero de menor importancia, como la ampliación de la itinerancia telefónica; así como una declaración formal en la que la UE reafirmó "su compromiso total e inequívoco con la perspectiva europea de todos los países de los Balcanes Occidentales". Sin embargo, estos pequeños avances deben verse con una perspectiva positiva, porque los países candidatos a la cumbre y el presidente de la Comisión ha manifestado la intención de afrontar juntos las dificultades provocadas por la guerra de Ucrania y buenas perspectivas, aunque a medio plazo, sobre el futuro de las relaciones entre las partes.El presidente del Consejo Europeo también ha utilizado palabras de optimismo para la entrada en Europa de los países bálticos, pero con un calendario no inmediato, confirmando de nuevo la hipótesis de un proceso ciertamente no corto, pero, aparentemente, inevitable: para algunos países la integración podría ser más estrecha y, de hecho, para Albania, Montenegro y Macedonia del Norte, el hecho de ser ya miembros de la Alianza Atlántica es un factor preferente para la admisión en Bruselas, aunque sepa Todavía no existen obstáculos respecto a los requisitos solicitados por la Unión y sobre los cuales estas naciones se han comprometido a trabajar para lograr los estándares requeridos. El camino de Bosnia parece más largo debido a su inestabilidad constitucional, que ha adquirido un carácter crónico, lo que constituye una razón decisiva para ralentizar el proceso de admisión. El tema de Kosovo es aún más complicado, porque el país balcánico actualmente es consciente de que no puede ni siquiera iniciar un proceso de admisión porque tiene que resolver los problemas del reconocimiento internacional por su declaración unilateral de independencia y el no reconocimiento de Serbia, la Federación Rusia y, sobre todo, 5 miembros de la UE (España, Chipre, Grecia, Eslovaquia y Rumanía), y la República Popular China; en Europa el mayor obstáculo lo representa Madrid, que niega el reconocimiento comparando la secesión de Kosovo con la intentada por Cataluña. Sin embargo, el caso más complejo lo representa Serbia, que afirma querer avanzar hacia el ingreso en la Unión, pero, al mismo tiempo, mantener sus vínculos con Rusia, que no son solo políticos, sino también culturales y religiosos. Con el punto de inflexión de la guerra de Ucrania y la actitud que ya mantiene desde hace tiempo Putin, de profunda oposición al respeto de los derechos civiles y políticos y el profundo contraste con la disidencia, la conducta de Belgrado no es aceptable para Bruselas y la profunda distancia que ha creada entre la Unión, profundamente proatlántica, y Rusia, aparece actualmente como un obstáculo insalvable. Sin un alineamiento con la política exterior europea, Serbia no tiene ninguna posibilidad de incorporarse a Europa, pero este resultado sería muy desfavorable para la Unión, que incluso podría ver surgir una base para la flota rusa en el centro del mar Adriático: algo que no debe sucede absolutamente.
Der schwierige Aufnahmeprozess der Balkanländer in die Europäische Union
Die Strategie der Europäischen Union schreitet langsam voran und mit einigen Zweifeln an der Aufnahme der Balkanländer in ihre Organisation. Die Hauptabsicht besteht darin, die Balkanstaaten vom potenziellen russischen Einfluss zu befreien, was Europa zu einer weiteren Präsenz Moskaus an seinen Grenzen zwingen würde; Auf der anderen Seite bestehen jedoch weiterhin Zweifel an der Existenz der von Brüssel geforderten Bedingungen und auch an der realen Chance, die Mitglieder der Union auf Länder auszudehnen, die nicht allzu überzeugt von europäischen Prinzipien sind und vor allem ehrgeizig sind, in den reichsten Markt der Welt einzutreten und die reichen Subventionen der Europäischen Union zu nutzen. Das Kosten-Nutzen-Verhältnis der Aufnahme von Bosnien, Kosovo, Montenegro, Nordmazedonien und Serbien konzentriert sich genau auf das Dilemma zwischen der Notwendigkeit, Länder aus russischem Einfluss zu entfernen, in denen die Sympathie für Moskau ohnehin vorhanden und hoch ist, und der Verwaltung von Ländern, die dies tun könnte der Beziehung mit denen des Visegrad-Paktes ähneln. Angesichts der derzeitigen europäischen Regeln, die auf einstimmigen Entscheidungen beruhen, scheint die Zulassung neuer Mitglieder, für die wir nicht die umfassendsten Garantien haben, ein solches Risiko zu sein, das die prekären Gleichgewichte, die die Union regieren, weiter schwächen kann; Anders verhält es sich, wenn das Kriterium der Einstimmigkeit durch das Kriterium der Mehrheit ersetzt würde, das eine Blockierung von Entscheidungen unmöglich macht und eine schnellere Führung der supranationalen Körperschaft ermöglicht und nicht durch eventuelle, auch und vor allem politische Bedürfnisse blockiert wird Einzelpersonen geben Themen an. Daher gehen wir derzeit langsam voran, mit Hilfen zur Bekämpfung der Energiekrise und anderen praktischen Zugeständnissen, aber von untergeordneter Bedeutung, wie der Ausweitung des Telefon-Roamings; sowie eine formelle Erklärung, in der die EU „ihr uneingeschränktes und unmissverständliches Bekenntnis zur europäischen Perspektive aller Länder des Westbalkans“ bekräftigt. Diese kleinen Fortschritte müssen jedoch mit positivem Ausblick betrachtet werden, da die Beitrittskandidaten für den Gipfel und Der Präsident der Kommission hat die Absicht, die durch den Krieg in der Ukraine verursachten Schwierigkeiten gemeinsam zu bewältigen, und gute Aussichten, wenn auch mittelfristig, für die Zukunft der Beziehungen zwischen den Parteien hervorgebracht.Der Präsident des Europäischen Rates äußerte sich auch optimistisch für den Beitritt der baltischen Länder zu Europa, aber mit einem nicht unmittelbaren Zeitpunkt, was wiederum die Hypothese eines sicherlich nicht kurzen, aber anscheinend unvermeidlichen Prozesses bestätigt.Für einige Länder könnte die Integration enger und tatsächlich für sein Albanien, Montenegro und Nordmazedonien, die Tatsache, dass sie bereits Mitglieder der Atlantischen Allianz sind, ist ein bevorzugter Faktor für die Aufnahme in Brüssel, auch wenn ich weiß Es bestehen weiterhin keine Hindernisse in Bezug auf die Anforderungen, die von der Union gefordert werden und an denen sich diese Nationen verpflichtet haben, zu arbeiten, um die erforderlichen Standards zu erreichen. Der Weg Bosniens erscheint aufgrund seiner chronisch gewordenen verfassungsrechtlichen Instabilität länger, was einen entscheidenden Grund für die Verlangsamung des Aufnahmeverfahrens darstellt. Die Kosovo-Frage ist noch komplizierter, weil sich das Balkanland derzeit bewusst ist, dass es nicht einmal ein Aufnahmeverfahren starten kann, weil es die Probleme der internationalen Anerkennung seiner einseitigen Unabhängigkeitserklärung und der Nichtanerkennung Serbiens, der Föderation, lösen muss Russland und vor allem 5 EU-Mitglieder (Spanien, Zypern, Griechenland, Slowakei und Rumänien) und die Volksrepublik China; in Europa stellt Madrid das größte Hindernis dar, das die Anerkennung verweigert, indem es die Sezession des Kosovo mit der von Katalonien versuchten vergleicht. Den komplexesten Fall stellt jedoch Serbien dar, das behauptet, den Beitritt zur Union vorantreiben zu wollen, gleichzeitig aber seine nicht nur politischen, sondern auch kulturellen und religiösen Beziehungen zu Russland aufrechtzuerhalten. Mit der Wende des Krieges in der Ukraine und der von Putin schon seit langem vertretenen Haltung des tiefen Widerstands gegen die Achtung der bürgerlichen und politischen Rechte und des tiefen Gegensatzes zum Dissens ist das Verhalten von Belgrad für Brüssel nicht akzeptabel und tiefgreifend Die Distanz, die zwischen der zutiefst proatlantischen Union und Russland entstanden ist, erscheint derzeit als unüberwindbares Hindernis. Ohne eine Angleichung an die europäische Außenpolitik hat Serbien keine Chance, Europa beizutreten, aber dieses Ergebnis wäre äußerst ungünstig für die Union, die sogar einen Stützpunkt für die russische Flotte im Zentrum der Adria sehen könnte, was nicht darf absolut passieren.
Le difficile processus d'adhésion des pays des Balkans à l'Union européenne
La stratégie de l'Union européenne avance lentement et avec quelques doutes sur l'admission des pays balkaniques au sein de son organisation. L'intention principale est de soustraire les nations des Balkans à l'influence russe potentielle, ce qui obligerait l'Europe à avoir une présence supplémentaire de Moscou à ses frontières ; d'autre part, cependant, des doutes subsistent sur l'existence des conditions requises par Bruxelles et aussi sur la réelle opportunité d'élargir les membres de l'union à des pays pas trop convaincus des principes européens et surtout ambitieux d'entrer sur le marché le plus riche du monde et profiter des riches subventions de l'Union européenne. Le rapport coût-bénéfice de l'admission de la Bosnie, du Kosovo, du Monténégro, de la Macédoine du Nord et de la Serbie porte précisément sur le dilemme entre la nécessité de soustraire à l'influence russe les pays où la sympathie pour Moscou est de toute façon présente et forte et la gestion des pays qui pourrait ressembler à la relation avec ceux du pacte de Visegrad. Avec les règles européennes actuelles fondées sur l'unanimité des décisions, permettre l'entrée de nouveaux membres, pour lesquels nous n'avons pas les garanties les plus complètes, apparaît comme un tel risque susceptible de fragiliser davantage les équilibres précaires qui régissent l'Union ; il en serait autrement si le critère de l'unanimité était supplanté par celui de la majorité, capable de rendre impossible le blocage des décisions et de permettre une gouvernance plus rapide de l'instance supranationale et non bloquée par des besoins contingents, aussi et surtout politiques, de la les individus déclarent des sujets. Nous procédons donc pour l'instant lentement, avec des aides pour lutter contre la crise énergétique et d'autres concessions pratiques, mais d'importance mineure, comme l'extension du roaming téléphonique ; ainsi qu'une déclaration solennelle dans laquelle l'UE a réaffirmé "son attachement total et sans équivoque à la perspective européenne de tous les pays des Balkans occidentaux".Cependant, ces petits progrès doivent être vus d'un œil positif, car les pays candidats au sommet et le président de la Commission a produit une intention d'affronter ensemble les difficultés causées par la guerre en Ukraine et de bonnes perspectives, bien qu'à moyen terme, sur l'avenir des relations entre les parties. Le président du Conseil européen a également tenu des propos optimistes pour l'entrée en Europe des pays baltes, mais avec un timing non immédiat, confirmant à nouveau l'hypothèse d'un processus qui n'est certes pas court, mais, apparemment, inévitable. Pour certains pays, l'intégration pourrait être plus étroite et, en effet, pour Albanie, Monténégro et Macédoine du Nord, le fait d'être déjà membre de l'Alliance atlantique est un facteur préférentiel pour l'admission à Bruxelles, même si je sais Il n'y a toujours pas d'obstacles concernant les exigences demandées par l'Union et sur lesquelles ces nations se sont engagées à travailler pour atteindre les normes requises. Le chemin de la Bosnie apparaît plus long en raison de son instabilité constitutionnelle, qui a pris un caractère chronique, ce qui constitue une raison décisive pour ralentir le processus d'admission. La question du Kosovo est encore plus compliquée, car le pays des Balkans est actuellement conscient qu'il ne peut même pas entamer un processus d'admission car il doit résoudre les problèmes de reconnaissance internationale de sa déclaration unilatérale d'indépendance et de non-reconnaissance de la Serbie, la Fédération la Russie et surtout les 5 membres de l'UE (Espagne, Chypre, Grèce, Slovaquie et Roumanie), et la République Populaire de Chine ; en Europe, le plus grand obstacle est représenté par Madrid, qui refuse la reconnaissance en comparant la sécession du Kosovo à celle tentée par la Catalogne. Cependant, le cas le plus complexe est représenté par la Serbie, qui prétend vouloir avancer vers l'adhésion à l'Union, mais, en même temps, maintenir ses liens avec la Russie, qui ne sont pas seulement politiques, mais aussi culturels et religieux. Avec le tournant de la guerre d'Ukraine et l'attitude déjà longtemps entretenue par Poutine, d'opposition profonde au respect des droits civils et politiques et de profond contraste avec la dissidence, la conduite de Belgrade n'est pas acceptable pour Bruxelles et la distance profonde qui a créé entre l'Union, profondément pro-atlantique, et la Russie, apparaît actuellement comme un obstacle insurmontable. Sans un alignement sur la politique étrangère européenne, la Serbie n'a aucune chance d'adhérer à l'Europe, mais ce résultat serait très défavorable à l'Union, qui pourrait même voir une base pour la flotte russe s'élever au centre de la mer Adriatique : ce qui ne doit pas arriver absolument.
O difícil processo de admissão dos países dos Balcãs na União Europeia
A estratégia da União Europeia avança lentamente e com várias dúvidas quanto à admissão dos países balcânicos na sua organização. A principal intenção é afastar as nações dos Bálcãs da potencial influência russa, o que obrigaria a Europa a ter mais presença de Moscou em suas fronteiras; por outro lado, porém, persistem as dúvidas sobre a existência das condições exigidas por Bruxelas e também sobre a real oportunidade de expandir os membros da união para países não muito convictos dos princípios europeus e principalmente ambiciosos de entrar no mercado mais rico do mundo e aproveitar os ricos subsídios da União Européia. A relação custo-benefício da admissão da Bósnia, Kosovo, Montenegro, Macedónia do Norte e Sérvia centra-se precisamente no dilema entre a necessidade de retirar da influência russa países onde a simpatia por Moscovo é de qualquer modo presente e elevada e a gestão de países que podem assemelhar-se à relação com as do pacto de Visegrado. Com as actuais regras europeias baseadas na unanimidade das decisões, permitir a entrada de novos membros, para os quais não temos as mais completas garantias, parece ser um tal risco capaz de fragilizar ainda mais os precários equilíbrios que regem a União; o caso seria diferente se o critério da unanimidade fosse suplantado pelo da maioria, capaz de impossibilitar o bloqueio de decisões e permitir uma governação mais célere do órgão supranacional e não bloqueado por necessidades contingentes, também e sobretudo políticas, do os indivíduos declaram sujeitos. Por enquanto, portanto, avançamos lentamente, com auxílios para combater a crise energética e outras concessões práticas, mas de menor importância, como a extensão do roaming telefônico; bem como uma declaração formal em que a UE reafirmou "o seu total e inequívoco compromisso com a perspectiva europeia de todos os países dos Balcãs Ocidentais". o Presidente da Comissão manifestou a intenção de enfrentar em conjunto as dificuldades causadas pela guerra na Ucrânia e as boas perspectivas, ainda que a médio prazo, sobre o futuro das relações entre as partes.O Presidente do Conselho Europeu também usou palavras de optimismo para a entrada na Europa dos países bálticos, mas com um timing não imediato, confirmando novamente a hipótese de um processo certamente não curto, mas aparentemente inevitável. Para alguns países, a integração poderia ser mais próxima e, de fato, para Albânia, Montenegro e Macedónia do Norte, o facto de já serem membros da Aliança Atlântica é fator preferencial de admissão em Bruxelas, ainda que saiba Ainda não há obstáculos quanto aos requisitos solicitados pela União e sobre os quais essas nações se comprometeram a trabalhar para atingir os padrões exigidos. O percurso da Bósnia parece mais longo devido à sua instabilidade constitucional, que tem vindo a assumir um carácter crónico, o que constitui um motivo decisivo para o abrandamento do processo de admissão. A questão do Kosovo é ainda mais complicada, porque o país dos Balcãs sabe neste momento que não pode sequer iniciar um processo de admissão porque tem de resolver os problemas do reconhecimento internacional da sua declaração unilateral de independência e do não reconhecimento da Sérvia, a Federação a Rússia e, sobretudo, os 5 membros da UE (Espanha, Chipre, Grécia, Eslováquia e Roménia), e a República Popular da China; na Europa, o maior obstáculo é representado por Madri, que recusa o reconhecimento comparando a secessão de Kosovo à tentada pela Catalunha. No entanto, o caso mais complexo é representado pela Sérvia, que afirma querer avançar para a adesão à União, mas, ao mesmo tempo, manter os seus laços com a Rússia, que não são apenas políticos, mas também culturais e religiosos. Com a viragem da guerra ucraniana e a atitude já há muito mantida por Putin, de profunda oposição ao respeito pelos direitos civis e políticos e o profundo contraste com a dissidência, a conduta de Belgrado não é aceitável para Bruxelas e o profundo distanciamento que tem criada entre a União, profundamente pró-atlântica, e a Rússia, apresenta-se atualmente como um obstáculo intransponível. Sem alinhamento com a política externa europeia, a Sérvia não tem chances de ingressar na Europa, mas esse resultado seria altamente desfavorável para a União, que poderia até ver uma base para a frota russa se erguer no centro do mar Adriático: algo que não deve absolutamente acontecer.
Сложный процесс приема балканских стран в Евросоюз
Стратегия Европейского Союза продвигается медленно и с некоторыми сомнениями относительно приема балканских стран в его организацию. Основное намерение состоит в том, чтобы вывести балканские народы из-под потенциального российского влияния, что вынудит Европу к дальнейшему присутствию Москвы на своих границах; с другой стороны, однако, сохраняются сомнения в наличии требуемых Брюсселем условий, а также в реальной возможности расширения состава союза за счет стран, не слишком убежденных в европейских принципах и в основном честолюбивых для выхода на богатейший рынок мира и воспользоваться богатыми субсидиями Европейского Союза. Соотношение затрат и выгод от принятия Боснии, Косово, Черногории, Северной Македонии и Сербии фокусируется именно на дилемме между необходимостью вывести из-под российского влияния страны, где симпатии к Москве в любом случае присутствуют и высоки, и управлением странами, которые может напоминать отношения с отношениями Вышеградского пакта. При нынешних европейских правилах, основанных на единогласии решений, разрешение вступления новых членов, для которых у нас нет самых полных гарантий, представляется таким риском, способным еще больше ослабить шаткое равновесие, управляющее Союзом; дело обстояло бы иначе, если бы критерий единогласия был заменен критерием большинства, способным сделать невозможным блокирование решений и обеспечить более быстрое управление наднациональным органом и не блокируемым случайными потребностями, в том числе и прежде всего политическими, лица, подданные государства. Поэтому на данный момент мы продвигаемся медленно, с помощью борьбы с энергетическим кризисом и других практических уступок, но второстепенного значения, таких как расширение телефонного роуминга; а также официальную декларацию, в которой ЕС подтвердил «свою полную и недвусмысленную приверженность европейской перспективе всех стран Западных Балкан». Однако эти небольшие успехи следует рассматривать с позитивной точки зрения, поскольку страны-кандидаты на саммит Председатель Еврокомиссии выразил намерение вместе преодолевать трудности, вызванные войной в Украине, и хорошие перспективы, хотя и в среднесрочной перспективе, на будущее отношений между сторонами, Президент Европейского Совета также выразил оптимизм для вхождения в Европу стран Балтии, но с не ближайшими сроками, еще раз подтверждая гипотезу о процессе, конечно, не скоротечном, но, по-видимому, неизбежном.Для некоторых стран интеграция могла бы быть более близкой и, действительно, для Албания, Черногория и Северная Македония, тот факт, что они уже являются членами Атлантического альянса, является предпочтительным фактором для поступления в Брюссель, даже если я знаю По-прежнему нет препятствий в отношении требований, запрошенных Союзом и над которыми эти страны обязались работать для достижения требуемых стандартов. Путь Боснии кажется более длинным из-за ее конституционной нестабильности, которая приобрела хронический характер, что является решающей причиной замедления процесса приема. Вопрос Косово еще более сложен, потому что балканская страна в настоящее время осознает, что она не может даже начать процесс приема, потому что она должна решить проблемы международного признания своей односторонней декларации независимости и непризнания Сербии, Федерации. Россия и, прежде всего, 5 членов ЕС (Испания, Кипр, Греция, Словакия и Румыния), а также Китайская Народная Республика; в Европе наибольшее препятствие представляет собой Мадрид, который отказывается признать, сравнивая отделение Косово с отделением Каталонии. Однако наиболее сложный случай представляет Сербия, которая утверждает, что хочет идти по пути вступления в Союз, но при этом сохраняет связи с Россией, причем не только политические, но и культурные, и религиозные. С поворотом войны на Украине и уже долгое время сохраняемой Путиным позицией глубокого противодействия уважению гражданских и политических прав и глубокого противопоставления инакомыслию, для Брюсселя поведение Белграда неприемлемо, а глубокая Дистанция, создавшаяся между глубоко проатлантическим Союзом и Россией, в настоящее время предстает как непреодолимое препятствие. Без согласования с европейской внешней политикой у Сербии нет шансов присоединиться к Европе, но этот результат был бы крайне неблагоприятным для Союза, который мог бы даже увидеть базу для российского флота в центре Адриатического моря: что-то, что не должно абсолютно случиться.
巴爾幹國家加入歐盟的艱難過程
歐盟的戰略進展緩慢,對巴爾幹國家進入其組織存在一些疑問。 主要目的是將巴爾幹國家從俄羅斯的潛在影響中移除,這將迫使歐洲在其邊界上有更多的莫斯科存在; 然而,另一方面,人們仍然懷疑布魯塞爾所要求的條件是否存在,以及是否有真正的機會將聯盟成員擴大到不太相信歐洲原則的國家,主要是雄心勃勃地進入世界上最富有的市場並利用歐盟的豐厚補貼。 波斯尼亞、科索沃、黑山、北馬其頓和塞爾維亞加入的成本效益比恰恰集中在需要從俄羅斯影響力國家中移除的兩難境地,這些國家在任何情況下都對莫斯科表示同情並且很高,而這些國家的管理可能類似於與維謝格拉德條約的關係。 根據目前基於一致決定的歐洲規則,允許新成員加入,而我們沒有為他們提供最完整的保障,這似乎是一種能夠進一步削弱管理聯盟的不穩定平衡的風險; 如果一致標準被多數人的標準所取代,則情況會有所不同,能夠使得無法阻止決策並允許超國家機構的更快治理,並且不受偶然需要的阻礙,尤其是政治需求個人國家主題。 因此,目前我們正在緩慢地進行,以幫助應對能源危機和其他實際的讓步,但不太重要,例如延長電話漫遊; 以及一份正式聲明,其中歐盟重申“其對所有西巴爾幹國家的歐洲觀點的全面和明確承諾”。然而,必須以積極的態度看待這些小進步,因為峰會候選國和委員會主席表示有意共同面對烏克蘭戰爭造成的困難和雙方關係未來的良好前景,儘管是在中期。歐洲理事會主席也使用了樂觀的措辭波羅的海國家進入歐洲,但時間不是緊迫的,這再次證實了一個過程的假設,這個過程當然不會很短,但顯然是不可避免的。對於一些國家來說,一體化可能會更緊密,而且,事實上,對於阿爾巴尼亞、黑山和北馬其頓,已經是大西洋聯盟成員的事實是進入布魯塞爾的優先因素,即使我知道 關於歐盟要求的要求以及這些國家已承諾努力達到所需標準的要求仍然沒有障礙。 波斯尼亞的道路由於其憲法不穩定而顯得更長,這種不穩定已經呈現出慢性的性質,這構成了放慢接納進程的決定性原因。 科索沃的問題更加複雜,因為這個巴爾幹國家目前意識到自己甚至無法啟動接納程序,因為它要解決其單方面宣布獨立和不承認塞爾維亞聯邦的國際承認問題俄羅斯,尤其是 5 個歐盟成員國(西班牙、塞浦路斯、希臘、斯洛伐克和羅馬尼亞),以及中華人民共和國; 在歐洲,最大的障礙是馬德里,它通過將科索沃的分裂與加泰羅尼亞的分裂進行比較來拒絕承認。 然而,最複雜的情況是塞爾維亞,它聲稱希望繼續加入聯盟,但同時與俄羅斯保持聯繫,這不僅是政治上的,而且是文化和宗教上的。 在烏克蘭戰爭的轉折點和普京長期以來一直保持的態度,強烈反對尊重公民權利和政治權利,與異議形成鮮明對比的情況下,貝爾格萊德的行為對於布魯塞爾來說是不能接受的,並且與已經存在的深遠距離相去甚遠。在極度親大西洋的聯盟和俄羅斯之間建立的聯盟,目前看來是一個無法逾越的障礙。 如果不與歐洲外交政策保持一致,塞爾維亞就沒有機會加入歐洲,但這一結果對歐盟來說非常不利,甚至可能會看到俄羅斯艦隊的基地在亞得里亞海中心崛起:這是絕不能絕對發生。
欧州連合へのバルカン諸国の入国の困難なプロセス
欧州連合の戦略はゆっくりと進行しており、バルカン諸国を組織内に受け入れることについていくつかの疑問があります. 主な意図は、潜在的なロシアの影響力からバルカン諸国を排除することであり、これにより、ヨーロッパは国境にモスクワをさらに存在させることになります。 しかし一方で、ブリュッセルが要求する条件の存在と、欧州の原則にあまり確信がなく、主に世界で最も裕福な市場に参入することを主に野心的な国に組合員を拡大する本当の機会についても、疑問が続いています。欧州連合の豊富な補助金を利用すること。 ボスニア、コソボ、モンテネグロ、北マケドニア、セルビアの加盟承認の費用便益比は、いずれにせよモスクワへの同情が存在し、高い国をロシアの影響力から排除する必要性と、それらの国々の管理との間のジレンマに正確に焦点を当てている。ヴィシェグラード協定との関係に似ているかもしれません。 決定の全会一致に基づく現在のヨーロッパの規則では、最も完全な保証がない新メンバーの加入を許可することは、EUを統治する不安定なバランスをさらに弱体化させる可能性のあるリスクであるように思われます。 全会一致の基準が多数決の基準に取って代わられ、決定を阻止することを不可能にし、超国家機関のより迅速な統治を可能にし、偶発的な必要性、そして何よりも政治的な必要性によって妨げられない場合、ケースは異なります。個人は主題を述べます。 したがって当面は、エネルギー危機と闘うための支援やその他の実際的な譲歩をゆっくりと進めていますが、電話ローミングの延長などの重要性は低いものです。 また、EU が「西バルカン諸国のすべての国の欧州的視点に対する全面的かつ明確なコミットメント」を再確認した正式な宣言も含まれています。欧州委員会の議長は、ウクライナでの戦争によって引き起こされた困難と、中期的ではあるが、当事者間の関係の将来に関する良好な見通しに共に立ち向かう意向を表明した.欧州理事会の議長はまた、楽観的な言葉を使用した.バルト諸国のヨーロッパへの参入のために、しかし即時ではないタイミングで、確かに短いわけではありませんが、明らかに避けられないプロセスの仮説を再度確認します. 一部の国では、統合はより緊密になる可能性があり、実際には、アルバニア、モンテネグロ、北マケドニア、すでに大西洋同盟のメンバーであるという事実は、私が知っていたとしても、ブリュッセルへの入学の優先要因です 欧州連合が要求し、これらの国々が必要な基準を達成するために取り組んでいる要件に関して、まだ障害はありません。 ボスニアの道のりは、慢性的な性質を帯びた憲法の不安定さのために長く見え、入国プロセスを遅らせる決定的な理由となっています。 コソボの問題はさらに複雑です。なぜなら、バルカン半島の国は現在、一方的な独立宣言の国際承認の問題と、連邦であるセルビアの非承認の問題を解決しなければならないため、入国手続きを開始することさえできないことを認識しているからです。ロシア、とりわけ EU 加盟国 5 か国 (スペイン、キプロス、ギリシャ、スロバキア、ルーマニア)、および中華人民共和国。 ヨーロッパでは、マドリッドが最大の障害であり、コソボの分離をカタルーニャが試みたものと比較して承認を拒否しています。 しかし、最も複雑なケースは、連邦への加盟に向けて前進したいと主張しているが、同時に、政治的だけでなく文化的および宗教的でもあるロシアとの関係を維持したいと主張しているセルビアに代表される. ウクライナ戦争の転機と、市民的および政治的権利の尊重に徹底的に反対し、異議を唱えることに徹底的に反対する、プーチン大統領がすでに長い間維持してきた姿勢を考えると、ベオグラードの行動はブリュッセルにとって受け入れられないものであり、大西洋を深く支持する連邦とロシアとの間で作成されたこの問題は、現在、克服できない障害のように見えます。 ヨーロッパの外交政策との連携がなければ、セルビアがヨーロッパに参加する可能性はありませんが、この結果は連合にとって非常に不利であり、アドリア海の中心にロシア艦隊の基地が建設される可能性さえあります。絶対に起こります。
العملية الصعبة لقبول دول البلقان في الاتحاد الأوروبي
تتقدم إستراتيجية الاتحاد الأوروبي ببطء ومع العديد من الشكوك حول قبول دول البلقان ضمن منظمته. الهدف الرئيسي هو إزالة دول البلقان من النفوذ الروسي المحتمل ، الأمر الذي سيجبر أوروبا على أن يكون لموسكو حضور إضافي على حدودها ؛ من ناحية أخرى ، تستمر الشكوك حول وجود الشروط التي تتطلبها بروكسل وأيضًا حول الفرصة الحقيقية لتوسيع أعضاء الاتحاد إلى دول غير مقتنعة تمامًا بالمبادئ الأوروبية وطموحة بشكل أساسي لدخول أغنى سوق في العالم والاستفادة من الإعانات الغنية التي يقدمها الاتحاد الأوروبي. تركز نسبة التكلفة إلى الفائدة لقبول البوسنة ، وكوسوفو ، والجبل الأسود ، ومقدونيا الشمالية ، وصربيا على وجه التحديد على المعضلة بين الحاجة إلى الاستبعاد من دول النفوذ الروسي حيث يكون التعاطف مع موسكو حاضرًا وعاليًا ، وإدارة الدول التي قد تشبه العلاقة مع تلك الموجودة في ميثاق فيزغراد. مع القواعد الأوروبية الحالية القائمة على إجماع القرارات ، فإن السماح بدخول أعضاء جدد ، الذين لا نمتلك لهم الضمانات الكاملة ، يبدو أنه يمثل مثل هذا الخطر القادر على زيادة إضعاف التوازنات غير المستقرة التي تحكم الاتحاد ؛ ستكون الحالة مختلفة حيث تم استبدال معيار الإجماع بمعيار الأغلبية ، مما يجعل من المستحيل عرقلة القرارات والسماح بحوكمة أسرع للهيئة فوق الوطنية ولا تعوقها الاحتياجات الطارئة ، وأيضًا وقبل كل شيء سياسي ، الأفراد رعايا الدولة. لذلك ، في الوقت الحالي ، نتقدم ببطء ، للمساعدة في مكافحة أزمة الطاقة وغيرها من التنازلات العملية ، ولكنها ذات أهمية ثانوية ، مثل تمديد خدمة التجوال الهاتفي ؛ بالإضافة إلى إعلان رسمي أعاد فيه الاتحاد الأوروبي التأكيد على "التزامه الكامل والصريح بالمنظور الأوروبي لجميع دول غرب البلقان". ومع ذلك ، يجب النظر إلى هذه التطورات الصغيرة بنظرة إيجابية ، لأن الدول المرشحة للقمة و وضع رئيس المفوضية نية لمواجهة الصعوبات الناجمة عن الحرب في أوكرانيا والتوقعات الجيدة ، وإن كان ذلك على المدى المتوسط ، بشأن مستقبل العلاقات بين الأطراف. كما استخدم رئيس المجلس الأوروبي عبارات التفاؤل لدخول دول البلطيق إلى أوروبا ، ولكن مع توقيت غير فوري ، مما يؤكد مرة أخرى فرضية عملية ليست قصيرة بالتأكيد ، ولكن ، على ما يبدو ، حتمية. بالنسبة لبعض البلدان ، يمكن أن يكون التكامل أقرب ، وفي الواقع ، من أجل ألبانيا والجبل الأسود ومقدونيا الشمالية ، حقيقة عضويتها بالفعل في الحلف الأطلسي هي عامل تفضيلي للقبول في بروكسل ، حتى لو كنت أعرف ولا توجد حتى الآن عقبات فيما يتعلق بالمتطلبات التي يطلبها الاتحاد والتي تعهدت هذه الدول بالعمل عليها لتحقيق المعايير المطلوبة. يبدو مسار البوسنة أطول بسبب عدم استقرارها الدستوري ، الذي اتخذ طابعًا مزمنًا ، مما يشكل سببًا حاسمًا لإبطاء عملية القبول. قضية كوسوفو أكثر تعقيدًا ، لأن دولة البلقان تدرك حاليًا أنه لا يمكنها حتى بدء عملية القبول لأنه يتعين عليها حل مشاكل الاعتراف الدولي لإعلانها من جانب واحد الاستقلال وعدم الاعتراف بصربيا ، الاتحاد. روسيا ، وقبل كل شيء ، 5 أعضاء في الاتحاد الأوروبي (إسبانيا وقبرص واليونان وسلوفاكيا ورومانيا) وجمهورية الصين الشعبية ؛ أكبر عقبة في أوروبا تتمثل في مدريد التي ترفض الاعتراف بمقارنة انفصال كوسوفو بتلك التي حاولت كاتالونيا. ومع ذلك ، فإن الحالة الأكثر تعقيدًا هي صربيا ، التي تدعي أنها تريد المضي قدمًا نحو الانضمام إلى الاتحاد ، ولكنها في الوقت نفسه تحافظ على علاقاتها مع روسيا ، والتي ليست سياسية فحسب ، بل ثقافية ودينية أيضًا. مع نقطة التحول في الحرب الأوكرانية والموقف الذي حافظ عليه بوتين لفترة طويلة من المعارضة العميقة لاحترام الحقوق المدنية والسياسية والتناقض العميق مع المعارضة ، فإن سلوك بلغراد غير مقبول بالنسبة لبروكسل والمسافة العميقة التي امتلكتها. بين الاتحاد ، المؤيد بشدة للأطلسي ، وروسيا ، يبدو حاليًا كعقبة لا يمكن التغلب عليها. بدون التوافق مع السياسة الخارجية الأوروبية ، ليس لدى صربيا أي فرصة للانضمام إلى أوروبا ، ولكن هذه النتيجة ستكون غير مواتية للغاية بالنسبة للاتحاد ، الذي قد يشهد حتى ارتفاع قاعدة الأسطول الروسي في وسط البحر الأدرياتيكي: وهو أمر لا يجب أن يكون كذلك. بالتأكيد يحدث.