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giovedì 6 agosto 2015
بالنسبة لأوباما، والولايات المتحدة، فإنه من الضروري التصديق على معاهدة إيران النووية
التوصل إلى اتفاق مع إيران للقضية النووية، هو الآن في طريق التصديق على معاهدة ما يدعو للقلق أوباما. يجب
على رئيس الولايات المتحدة أن تتعامل مع مجلسي الكونغرس، حيث الأغلبية
لصالح الحزب الجمهوري يعارض بشدة ما تم إنجازه في فيينا، لأنها تخشى تعزيز
إيران كقوة إقليمية وكقوة نووية جديدة . في
الواقع، وفقا لأوباما، وهي المعاهدة التي تهدف على وجه التحديد إلى تجنب
هذه الفرضية الثانية لمدة عشر سنوات على الأقل، وذلك بفضل الضوابط المقدمة
وقعت من قبل طهران. وبصرف
النظر عن عدم الثقة والتأثير الأيديولوجي للدولة الإسرائيلية على
الجمهوريين في مجلس النواب، وشروط معاهدة الواقع يظهر ضمان على المدى
القصير لمنع الانتشار النووي في البلاد من إيران، بينما على المدى الطويل،
في محاولة لتشجيع المزيد من الانفتاح ل إيران العالم، للترويج لتغيير سياسي في أقل تحفظا، والتي لم تعد قادرة على أن تكون خطرا في عشر سنوات. والهدف
من ذلك هو، وهذا هو، لفترة من الزمن طويلة بما فيه الكفاية للسماح جهة نظر
مختلفة إلى الشعب الإيراني وحكامها، عندما يمكن، إذا قرر القيام به، تصبح
طهران قوة نووية. تأجيل هذه المرة، وهو ما يعني لا تسمح بذلك الآن، مع تأثير لا يزال المحافظون قوية جدا والدينية على حساب نطاق أصغر من التقدميين. المنطق
هو خطية من أن يتناقض، لأسباب عملية وليس مبدأ أو حزب سياسي، لأنه يتم
التفكير في فرض عقوبات فعالة بالتأكيد إذا كانت طهران لكسر الاتفاقيات. أن
أحد أسباب رفض الجمهوري يكون لمنع انتصار أوباما في السياسة الخارجية
وحرمانه من نجاحا كبيرا عشية انتهاء ولايته، وهو عامل يمكن بعد ذلك أن
ينعكس في السباق إلى البيت الأبيض، وبالتالي تؤثر سلبا على المرشح
الديمقراطي الجديد. هذا
السيناريو هو ممكن، ولكن من شأنه أن يجعل عودة سيئة إلى الثقل السياسي
للولايات المتحدة، والحد، في الواقع، والمكانة الدولية، جعلت بسهولة للرئيس
الجديد، من أي طرف سيكون. وقلل
من مصداقيته كزعيم عالم الدبلوماسية يمكن أن يكون نتيجة لبعناية من قبل
الكونغرس، مع العديد من التحديات التي لا تزال مفتوحة وبعيدة عن الحل. إحباط
مهمة استمرت سنوات، والتي يمكن أن تسمح، من بين أمور أخرى، لكسر عزلة
إيران، للحصول على إعادته إلى الساحة الدبلوماسية، ستدرج في العالم الدولي،
وذلك إيذاء النفس خطير، لا علامة على وجود الدولة وليس تماسكا يمكن الاعتماد عليها في إدارة المشاكل الدولية. هذا
يمكن أن يؤدي إلى فراغ في السلطة من الصعب ملء لأن هناك فاعل على الساحة
العالمية في وضع يسمح لها تحل محل الولايات المتحدة باعتبارها القوة
الرئيسية. أوباما،
إذن، هو قوي هذه الحجج في محاولة لإقناع، وليس فقط الجمهوريين، ولكن أيضا
تلك الديمقراطيين الذين لم يقتنع الخير من الاتفاق. توفر
الآلية التشريعية الأميركية أنه في حال رفض الكونغرس، يمكن للرئيس حق
النقض، التي، مع ذلك، يمكن بدورها أن ترفض إذا ثلثي الغرف يصوتون ضد القرار
الرئاسي. أوباما لديه نطاق جيد للحصول على الفوز، ولكن ليس بشكل واضح جدا وتعمل الدعاية الإسرائيلية لجعل اتفاق تفشل. في
محاولة لطمأنة تل أبيب، وعد البيت الأبيض زيادة المساعدات للدفاع عن
البلاد، وخاصة في ضوء المناقشة تم تجديد اتفاقية لدعم الدفاع عن البلاد
اسرائيل، التي من المقرر أن تنتهي. فقط
فيما يتعلق بهذا الموضوع الجيش الإسرائيلي قد قدمت بالفعل طلبات محددة
للأميركيين، التي تتعامل في مجال الدفاع الصاروخي وتبادل المعلومات. مع
هذه القضايا في اللعب، سوف تل أبيب لا تذهب كثيرا ضد أهداف أوباما والجزء
الأكبر من الحزب الديمقراطي، لأنه، في الوقت الراهن، لا يبدو أن الجمهوريين
إلى المفضلة في السباق للبيت الأبيض. في أي حال، داخل إسرائيل هناك آراء مواتية للاتفاق، والتي تقوم مباشرة على أسباب أوباما.
mercoledì 5 agosto 2015
La Turchia come variabile nella guerra contro lo Stato islamico
La variabile turca è il vero interrogativo di questa fase della lotta allo Stato islamico. Per la Turchia gli obiettivi principali non sono coincidenti con quelli degli Stati Uniti e malgrado abbia permesso all’aviazione militare di Washington di bombardare il califfato partendo dalle proprie basi, in cambio sembra avere ottenuto il benestare per colpire le postazioni del Partito dei lavoratori curdi. Per Ankara la presenza dello Stato islamico è un fattore temporaneo, che non viene visto come destabilizzante sul lungo periodo, viene, cioè interpretato come perdente sul medio periodo. Per la Turchia gli obiettivi principali sono, prima di tutto scongiurare la creazione di uno stato curdo indipendente ed abbattere il regime di Assad, per instaurare una zona di influenza, fondamentalmente sunnita sulla Siria. Washington ha obiettivi differenti: il primo, innanzitutto è quello di debellare il califfato, che non viene valutato come un pericolo transitorio, ma capace di estendere in maniera sempre maggiore la sua sovranità nella regione mediorientale. La valutazione turca sembra viziata da motivi di opportunità, che non ne suggeriscono una percezione di alleato affidabile; il sospetto, infatti è che Ankara ritenga strumentale l’azione del califfato ai propri interessi. Lo Stato islamico è nemico sia di Assad, che dei curdi, gli stessi nemici della Turchia e da qui consegue la sostanziale benevolenza con cui lo stato turco ha trattato fino ad ora le forze integraliste sunnite. Pare evidente un reale calcolo politico e militare, che comprende la volontà di sfruttare i successi militari dei fondamentalisti, per poi, magari, combatterli in un momento successivo o comunque quando gli obiettivi turchi saranno facilmente raggiungibili. Fino ad ora, infatti, il comportamento di Ankara verso lo Stato islamico è stato molto ambiguo e fonte di preoccupazione da parte degli Stati Uniti, verso i quali la fedeltà è parsa allentata. La Casa Bianca ha fatto pressione sulla Turchia, perché uno schieramento esplicito contro il califfato presentava un duplice vantaggio: da un lato quello logistico, rappresentato dalla vicinanza dei suoi aeroporti militari alle posizioni degli islamisti, dall’altro lato di tipo politico, perché la Turchia è l’unico stato islamico presente nell’Alleanza Atlantica. Tuttavia il calcolo strategico politico di Washington non sembra avere tenuto conto della contropartita richiesta dal paese turco, rappresentata dalla lotta ai curdi. Occorre ricordare che i curdi, non solo fino ad ora ma ancora attualmente, sono ben più importanti della Turchia nell’economia della guerra allo Stato islamico, schierando, insieme agli iraniani, le uniche truppe di terra efficienti contro il califfato, fattore che ha permesso il presidio e la riconquista di diverse zone irakene e siriane. Con i bombardamenti turchi contro le formazioni curde del Partito curdo dei lavoratori, stretti alleati dei curdi irakeni, si rischia di innescare una guerra nella guerra, che può solo avvantaggiare sia lo Stato islamico, che la Siria di Assad. Sembra evidente che il calcolo del Pentagono sia stato quanto meno avventato, e rischi di essere aggiunto agli errori che hanno trascinato il medio oriente nella situazione attuale. Non si può non considerare l’attuale condotta della Turchia meno grave di come è stata gestita la situazione del paese irakeno, con il governo lasciato in mano esclusivamente agli sciiti e neppure della mancata reazione alle repressioni di Assad, che hanno dato il via alla guerra siriana, che avrebbe potuto indebolire da subito il regime favorendo l’opposizione laica. Analizzando il comportamento statunitense sembra che sia dettato da una approssimazione preoccupante derivante dalla mancanza di una accurata visione di insieme del quadro complessivo della situazione, a cui va aggiunta una immobilità militare, che si basa esclusivamente sull’uso dell’arma aerea, con l’impegno di qualche istruttore sul campo e forniture sempre più parsimoniose. In questo quadro, alienarsi la fiducia dei curdi appare un suicidio strategico difficilmente comprensibile. Sarebbe stato ben diverso se gli USA, prima di concordare l’uso delle basi turche, avessero profuso un impegno notevole nella ripresa e nello sviluppo del processo di pace tra Turchia e curdi. Deve essere specificato che Erdogan ha patito non poco l’affermazione del partito socialista curdo, votato anche dai turchi, che gli ha impedito di raggiungere la maggioranza assoluta e quindi di variare la costituzione. Questo fatto non è stato colto nella maniera adeguata dagli analisti americani, perché ha rappresentato una volontà di rivalsa del presidente turco, che si è materializzata con i bombardamenti delle basi curde. La valutazione di Erdogan come alleato, rappresenta un ulteriore punto debole nel quadro generale della lotta allo Stato islamico e nella definizione dello scenario del medio oriente: il presidente turco non può essere considerato affidabile, neppure in stato di emergenza, come deve essere stato considerato quello attuale dagli strateghi del Pentagono. Erdogan ha il solo obiettivo di raggiungere i suoi scopi e non è qualche sporadico bombardamento su postazioni periferiche del califfato a garantirne l’affidabilità; quindi la domanda è se ha senso mettere a rischio la forte alleanza con i curdi soltanto per usare basi militari più ravvicinate al territorio dello Stato islamico. Un ipotetica risposta può essere quella di avere elaborato un piano che preveda la creazione del Kurdistan soltanto sottraendo territorio all’Iraq, dove la comunità curda gode già di ampia autonomia ed esercita praticamente la propria sovranità, ma escludendo sicuramente le istanze curde nella Turchia e regolando, con dispositivi a favore di Ankara, la possibile divisione della Siria, da cui potrebbe derivare una zona di autonomia curda. Questa ipotesi sembra la più probabile, ma sottintende un lavoro diplomatico progressivo di cui i risultati non possono essere dati per acquisiti. Nel mentre la guerra contro il califfato continua e l’apporto delle truppe curde di terra rimane essenziale. Tuttavia c’è il rischio che i curdi turchi vengano distratti dai loro compiti contro lo Stato islamico per intraprendere azioni contro Ankara; questo pericolo è reale perché si è già verificato e rischia di allargarsi ancora. La Turchia sembra insistere su questa strada perché così facendo riduce la possibilità di una autonomia curda in Siria, che i curdi siriani senza l’appoggio di quelli turchi non possono raggiungere; ciò è ancora più motivato perché tra curdi e forze di Assad sarebbe in corso un tacito accordo di non aggressione per facilitare i combattimenti contro le milizie sunnite; un elemento in più per Ankara per combattere i curdi. Ma gli americani devono valutare bene questa situazione che indebolisce l’impianto militare contro il califfato, perché i combattenti laici siriani non sono giudicati pronti a condurre una lotta sul terreno contro lo Stato islamico e le forze regolari siriane, per cui l’unica strada sembra essere quella di favorire una pace o, almeno un dialogo tra Ankara ed i curdi, affinché i combattenti curdi continuino a lavorare per gli Stati Uniti sul terreno.
Turkey as a variable in the war against the Islamic Republic
The variable Turkish is the real question of this phase of the struggle to the Islamic state. For
Turkey, the main objectives are not coincident with those of the United
States and despite having allowed the Air Force to bomb the Washington
Caliphate starting from their bases in exchange seems to have got the
green light to hit positions of the Kurdistan Workers Party. Ankara
for the presence of the Islamic state is a temporary factor, which is
not seen as destabilizing in the long term, is, that is interpreted as a
loser in the medium term. For
Turkey, the main objectives are, first of all prevent the creation of
an independent Kurdish state and to overthrow the Assad regime, to
establish a zone of influence, basically Sunni Syria. Washington
has different objectives: the first, first is to eradicate the
caliphate, that is not assessed as a danger transient but able to expand
in a growing its sovereignty in the Middle East. The assessment Turkish seems vitiated by reasons of expediency, which does not suggest a perception of reliable ally; suspect fact is that Ankara considers instrumental action of the caliphate of their own interests. The
Islamic State is the enemy of both Assad, that the Kurds, the same
enemies of Turkey and from there follows the substantial goodwill with
which the state turkish treated so far the Sunni fundamentalist forces. It
seems evident a real military and political calculation, which includes
the desire to exploit the military successes of the fundamentalists,
then, maybe, to fight them at a later time or when the Turkish targets
are within easy reach. Until
now, in fact, the behavior of Ankara towards the Islamic state has been
very ambiguous and a source of concern by the United States, to which
the faithful seemed loose. The
White House has lobbied on Turkey, because an array explicitly against
the Caliphate had a double advantage: on the one hand the logistics,
represented by the proximity of its military airfields to the positions
of the Islamists, on the other side of a political, because Turkey This is the only Muslim state in NATO. However,
the strategic calculus of political Washington does not seem to have
given the price charged by the turkish country, represented by the fight
against Kurds. It
must be recalled that the Kurds, not only far but still present, are
much more important in the economy of Turkey's war on the Islamic state,
deploying, along with the Iranians, the only ground troops efficient
against the caliphate, a factor that allowed the garrison and the recapture of several areas to Iraqi and Syrian. With
the Turkish bombardment against the Kurdish Kurdistan Workers Party,
close allies of the Iraqi Kurds, it is likely to trigger a war within a
war, which can only benefit both the Islamic state, which Assad's Syria.
It
seems clear that the calculation of the Pentagon was at least reckless,
and risks to be added to the errors that have dragged the Middle East
in the current situation. One
can not consider the actual conduct of Turkey not as bad as it was
handled the situation in the country of Iraq, with the government left
hand only to Shiites, nor any reaction to the repression of Assad, who
started the war Syria, which could weaken the regime immediately favoring the secular opposition. By
analyzing the behavior of the US it seems to be dictated by an
approximation of concern arising from the lack of an accurate overview
of the overall picture of the situation, to which must be added a
stillness military, which relies solely on the use of the weapon air,
with ' commitment of some teacher on the field and supplies increasingly parsimonious. In this framework, alienating the trust of the Kurds appears a strategic suicide hardly comprehensible. It
would have been very different if the US, before agreeing on the use of
Turkish bases, had lavished considerable effort in the recovery and
development of the peace process between Turkey and Kurds. It
must be specified that Erdogan has suffered not just the statement of
the Kurdish Socialist Party, also voted by the Turks, which prevented
him from reaching the absolute majority and therefore to change the
constitution. This
fact has not been caught in an appropriate manner by the American
analysts, because it represented a desire for revenge of President
turkish, which materialized with the bombing of Kurdish bases. The
assessment of Erdogan as an ally, is a further weakness in the general
framework of the fight against the Islamic state and the definition of
the scenario of the Middle East: President turkish can not be trusted,
even in a state of emergency, as it should have been regarded as current by Pentagon planners. Erdogan
has the only objective to achieve its purposes and not sporadic
bombardment of peripheral stations of the caliphate to ensure
reliability; so
the question is whether it makes sense to put at risk the strong
alliance with the Kurds only to use military bases are closer to the
territory of the Islamic state. A
hypothetical answer may be to have a plan that includes the creation of
Kurdistan only subtracting territory Iraq, where the Kurdish community
already enjoys considerable autonomy and exerts virtually its
sovereignty, but definitely excluding instances Kurdish in Turkey and
adjusting with devices in favor of Ankara, the possible division of Syria, which could result in a zone of Kurdish autonomy. This hypothesis seems the most likely, but implies a progressive diplomatic work whose results can not be taken for granted. Meanwhile the war continues against the caliphate and the contribution of troops to the Kurdish land remains essential. However
there is a risk that the Turkish Kurds are distracted from their duties
against the Islamic state to take action against Ankara; This danger is real because it has already occurred and is likely to widen again. Turkey
seems to insist on this path because doing so reduces the possibility
of a Kurdish autonomy in Syria, the Syrian Kurds without the support of
those Turks can not reach; This
is even more motivated because between Kurds and Assad's forces would
be going on a tacit non-aggression agreement to facilitate the arena
against Sunni militias; one more element for Ankara to fight Kurdish. But
Americans should properly evaluate this situation that weakens the
military facility against the caliphate, because the fighters lay
Syrians are not judged ready to lead a fight on the ground against the
Islamic Republic and the Syrian regular forces, so the only way seems be
to promote peace, or at least a dialogue between Ankara and the Kurds,
so Kurdish fighters continue to work for the United States on the
ground.
Turquía como una variable en la guerra contra la República Islámica
La variable turca es la verdadera pregunta de esta fase de la lucha por el estado islámico. Para
Turquía, los objetivos principales no son coincidentes con los de los
Estados Unidos ya pesar de haber permitido la Fuerza Aérea para
bombardear el Washington Califato a partir de sus bases a cambio parece
haber conseguido la luz verde para golpear las posiciones del Partido de
los Trabajadores del Kurdistán. Ankara
por la presencia del Estado islámico es un factor temporal, que no se
ve tan desestabilizador en el largo plazo, es decir, que se interpreta
como un perdedor en el mediano plazo. Para
Turquía, los principales objetivos son, en primer lugar evitar la
creación de un Estado kurdo independiente y derrocar al régimen de
Assad, para establecer una zona de influencia, básicamente sunita de
Siria. Washington
tiene diferentes objetivos: el primero, primero es erradicar el
califato, que no se evalúa como un transitorio peligro, pero capaz de
expandirse en un crecimiento de su soberanía en el Medio Oriente. La evaluación de Turquía parece viciada por razones de oportunidad, que no sugiere una percepción de aliado fiable; hecho sospechoso es que Ankara considera la acción instrumental del califato de sus propios intereses. El
Estado Islámico es el enemigo de ambos Assad, que los kurdos, los
mismos enemigos de Turquía y de allí sigue la buena voluntad sustancial
con la que el estado turco tratado hasta ahora las fuerzas
fundamentalistas sunitas. Parece
evidente un cálculo militar y político real, que incluye el deseo de
explotar los éxitos militares de los fundamentalistas, entonces, tal
vez, a luchar contra ellos en un momento posterior o cuando los
objetivos turcos son de fácil acceso. Hasta
ahora, de hecho, el comportamiento de Ankara hacia el estado islámico
ha sido muy ambiguo y una fuente de preocupación por parte de Estados
Unidos, a la que los fieles parecía suelto. La
Casa Blanca ha presionado a Turquía, ya que una serie explícita contra
el califato tenía una doble ventaja: por un lado, la logística,
representados por la proximidad de sus aeródromos militares a las
posiciones de los islamistas, en el otro lado de un político, porque
Turquía Este es el único estado musulmán en la OTAN. Sin
embargo, el cálculo estratégico de Washington política no parece haber
dado el precio que se cobra por el país turco, representada por la lucha
contra los kurdos. Hay
que recordar que los kurdos, no sólo ahora, pero sigue presente, son
mucho más importantes en la economía de guerra de Turquía en el Estado
islámico, el despliegue, junto con los iraníes, las únicas tropas
terrestres eficientes contra el califato, un factor que permitió la guarnición y la reconquista de varias zonas de Irak y Siria. Con
los bombardeos turcos en contra del Partido Kurdo de los Trabajadores
Kurdos, estrechos aliados de los kurdos iraquíes, es probable que
desencadenar una guerra dentro de la guerra, que sólo puede beneficiar
tanto al estado islámico, que Siria de Assad. Parece
claro que el cálculo del Pentágono era por lo menos imprudente, y los
riesgos que se añade a los errores que se han arrastrado el Medio
Oriente en la situación actual. No
se puede considerar la conducta real de Turquía no es tan malo como se
manejó la situación en el país de Irak, con el gobierno de la mano
izquierda sólo para los chiítas, ni ninguna reacción a la represión de
Assad, que comenzó la guerra Siria, que podría debilitar el régimen de inmediato a favor de la oposición secular. Al
analizar el comportamiento de los EE.UU. parece estar dictada por una
aproximación de la preocupación derivada de la falta de una visión
general precisa de la visión global de la situación, a la que hay que
añadir un militar quietud, que se basa únicamente en el uso del aire
arma, con ' compromiso de algún maestro en el campo y los suministros cada vez más parsimoniosa. En este marco, alienar la confianza de los kurdos parece un suicidio estratégico difícilmente comprensible. Hubiera
sido muy diferente si los EE.UU., antes de acordar el uso de bases de
Turquía, había prodigado un considerable esfuerzo en la recuperación y
el desarrollo del proceso de paz entre Turquía y los kurdos. Se
debe precisar que Erdogan ha sufrido no sólo la declaración del Partido
Socialista kurda, también votó por los turcos, que le impidió llegar a
la mayoría absoluta y por lo tanto para cambiar la constitución. Este
hecho no ha sido capturado de forma adecuada por los analistas
estadounidenses, porque representaba un deseo de venganza del presidente
turco, que se materializó con el bombardeo de bases kurdas. La
evaluación de Erdogan como un aliado, es una debilidad adicional en el
marco general de la lucha contra el estado islámico y la definición de
la situación del Medio Oriente: El presidente turco no se puede confiar,
incluso en un estado de emergencia, como debería haber sido considerada
como actual por los planificadores del Pentágono. Erdogan
tiene el único objetivo de lograr sus propósitos y el bombardeo no
esporádica de estaciones periféricas del califato para garantizar la
fiabilidad; así
que la pregunta es si tiene sentido poner en riesgo la fuerte alianza
con los kurdos sólo para usar bases militares están más cerca del
territorio del Estado islámico. Una
respuesta hipotética puede ser la de tener un plan que incluye la
creación de Kurdistán solamente restando territorio de Irak, donde la
comunidad kurda ya goza de una autonomía considerable y ejerce
prácticamente su soberanía, pero definitivamente excluyendo casos kurdos
en Turquía y el ajuste con
los dispositivos en favor de Ankara, la posible división de Siria, lo
que podría dar lugar a una zona de la autonomía kurda. Esta
hipótesis parece la más probable, pero implica un trabajo diplomático
progresiva cuyos resultados no se puede dar por sentado. Mientras tanto, la guerra continúa contra el califato y la contribución de tropas a la tierra kurda sigue siendo esencial. Sin
embargo, existe el riesgo de que los kurdos turcos se distraen de sus
funciones contra el Estado Islámico de tomar medidas contra Ankara; Este peligro es real, ya que ya se ha producido y es probable que ampliar de nuevo. Turquía
parece insistir en este camino ya que al hacerlo reduce la posibilidad
de una autonomía kurda en Siria, los kurdos sirios sin el apoyo de los
turcos no puede alcanzar; Esto
es aún más motivado porque entre kurdos y las fuerzas de Assad sería ir
en un acuerdo de no agresión tácita para facilitar la arena contra
milicias sunitas; un elemento más de Ankara para luchar kurda. Pero
los estadounidenses deberían evaluar adecuadamente esta situación que
debilita la instalación militar contra el califato, porque los
combatientes yacían sirios no son juzgados listo para liderar una lucha
en el suelo contra la República Islámica y las fuerzas regulares sirias,
así que la única manera parece sean
para promover la paz, o al menos un diálogo entre Ankara y los kurdos,
los combatientes kurdos lo siguen trabajando para los Estados Unidos en
el suelo.
Die Türkei als Variable in den Krieg gegen die Islamische Republik
Die Variable Türkische ist die eigentliche Frage in dieser Phase des Kampfes um den islamischen Staat. Für
die Türkei sind die Hauptziele nicht deckungsgleich mit denen der
Vereinigten Staaten und trotz erlaubt die Air Force, um das Kalifat
Washington bombardieren ausgehend von ihren Basen im Austausch scheint
grünes Licht für die Positionen der Arbeiterpartei Kurdistans getroffen
bekommen haben. Ankara
auf die Anwesenheit des islamischen Staates ist ein temporärer Faktor,
der nicht als destabilisierend auf lange Sicht gesehen wird, ist, dass
wird als Verlierer auf mittlere Sicht interpretiert. Für
die Türkei sind die Hauptziele sind, in erster Linie verhindern, dass
die Schaffung eines unabhängigen kurdischen Staat und die Assad-Regime
zu stürzen, um eine Einflusszone, im Grunde sunnitische Syrien zu
etablieren. Washington
hat verschiedene Ziele: die erste, erste ist, das Kalifat zu
beseitigen, das ist nicht als eine Gefahr transiente beurteilt, aber in
der Lage, in einem wachsenden seine Souveränität im Nahen Osten zu
erweitern. Die
Beurteilung türkischen scheint von Gründen der Zweckmäßigkeit, die eine
Wahrnehmung von zuverlässigen Verbündeten nicht vorschlagen, sich
behaftet; Verdächtige Tatsache ist, dass Ankara hält instrumentalen Handelns des Kalifats von ihren eigenen Interessen. Der
islamische Staat ist der Feind sowohl Assad, dass die Kurden, die
gleichen Feinde der Türkei und von dort aus folgt der wesentlichen
Geschäfts- oder Firmenwerte, mit denen der Staat die Türkische
behandelt, soweit die sunnitisch-fundamentalistischen Kräfte. Es
scheint offensichtlich eine echte militärische und politische
Berechnung, die den Wunsch, die militärischen Erfolge der
Fundamentalisten nutzen schließt, dann, vielleicht, um sie zu einem
späteren Zeitpunkt zu kämpfen, oder wenn die türkischen Ziele sind
bequem zu erreichen. Bis
jetzt in der Tat, das Verhalten von Ankara auf die islamischen Staat
hat sehr zweideutig und eine Quelle der Besorgnis von den Vereinigten
Staaten, zu dem die Gläubigen schien lose gewesen. Das
Weiße Haus hat die Türkei auf Lobbyarbeit, denn ein Array explizit
gegen das Kalifat hatte einen doppelten Vorteil: auf der einen Seite die
Logistik, die durch die Nähe seiner Militärflugplätze, die den
Positionen der Islamisten, auf der anderen Seite des politischen, weil
die Türkei Dies ist die einzige muslimischen Staat in der NATO. Allerdings
ist das strategische Kalkül der politischen Washington nicht scheinen,
um den Preis von der türkisch Land aufgeladen werden, durch den Kampf
gegen die Kurden vertreten gegeben haben. Es
sei daran erinnert, dass die Kurden, nicht nur weit, aber noch
vorhanden ist, sind viel in der Wirtschaft der Türkei den Krieg auf dem
islamischen Staat wichtiger, Bereitstellung, zusammen mit den Iranern,
die einzigen Bodentruppen effizient gegen das Kalifat, ein Faktor, der
erlaubt die Besatzung und die Wiedereroberung von mehreren Bereichen, irakische und syrische. Mit
den türkischen Bombardierungen gegen die kurdische Arbeiterpartei
Kurdistans, enge Verbündete der irakischen Kurden, ist es
wahrscheinlich, um einen Krieg im Krieg, der nur sowohl den islamischen
Staat, der Assads Syrien profitieren können auslösen. Es
scheint klar, dass die Berechnung des Pentagon war mindestens
rücksichtslos, und Risiken, auf die Fehler, die den Nahen Osten in der
aktuellen Situation gezogen haben hinzugefügt werden. Man
kann nicht der Ansicht, das tatsächliche Verhalten der Türkei nicht so
schlecht, wie es die Situation im Land des Irak behandelt, mit der
Regierung der linken Hand nur Schiiten, noch eine Reaktion auf die
Unterdrückung der Assad, der den Krieg begonnen Syrien, das das Regime schwächen könnten sofort Begünstigung der säkularen Opposition. Durch
Analyse des Verhaltens des US scheint durch eine Näherung der Besorgnis
die aus dem Fehlen einer genauen Überblick über das Gesamtbild der
Situation vorgegeben wird, dem ein Stille Militär, die ausschließlich
auf die Verwendung der Waffe Luft beruht hinzugefügt werden müssen, die
mit ' Engagement einiger Lehrer auf dem Feld und liefert immer sparsam. In diesem Rahmen zu entfremden, das Vertrauen der Kurden scheint eine strategische Selbstmord kaum nachvollziehbar. Es
wäre ganz anders, wenn die USA gewesen, bevor sie sich auf den Einsatz
von türkischen Basen, hatte erheblichen Aufwand bei der
Wiederherstellung und Entwicklung des Friedensprozesses zwischen der
Türkei und Kurden überschüttet. Es
muss festgelegt werden, dass Erdogan hat nicht nur die Aussage der
kurdischen Sozialistischen Partei, die auch von den Türken, die ihn vom
Erreichen der absoluten Mehrheit verhindert und damit die Verfassung
ändern stimmten gelitten. Diese
Tatsache ist nicht in angemessener Weise von den amerikanischen
Analysten erwischt worden, weil sie einen Wunsch nach Rache von
Präsident türkisch, die mit der Bombardierung kurdischen Basen
materialisiert vertreten. Die
Beurteilung der Erdogan als Verbündeten, ist eine weitere Schwäche in
den allgemeinen Rahmen der Bekämpfung des islamischen Staates und die
Definition des Szenarios im Nahen Osten: Präsident Türkisch nicht
vertraut werden kann, auch in einem Ausnahmezustand, wie es sein sollte,
wie angesehen worden Strom, der von Pentagon-Planer. Erdogan
hat das einzige Ziel, ihre Zwecke und nicht sporadische Bombardierung
von Peripheriestationen des Kalifats, um Zuverlässigkeit zu
gewährleisten erreichen; so
die Frage, ob es Sinn macht, gefährdet die starke Allianz mit den
Kurden stellen nur zu bedienen Militärbasen sind näher an das Gebiet des
islamischen Staates. Eine
hypothetische Antwort könnte sein, einen Plan, der die Schaffung von
Kurdistan nur Subtraktion Gebiet Irak, wo die kurdische Gemeinschaft
bereits über beträchtliche Autonomie und übt praktisch seine
Souveränität gehören, aber auf jeden Fall ohne Instanzen kurdischen in
der Türkei und Einstellung mit Vorrichtungen für Ankara, die mögliche Aufteilung von Syrien, die in einer Zone der kurdischen Autonomie führen könnte. Diese
Hypothese scheint die wahrscheinlichste, aber impliziert eine
progressive diplomatische Arbeit, deren Ergebnisse nicht als
selbstverständlich angesehen werden. In
der Zwischenzeit der Krieg geht weiter gegen das Kalifat und der
Beitrag der Truppen in den kurdischen Lande bleibt unerlässlich. Allerdings
besteht die Gefahr, dass die türkischen Kurden sind von ihren Pflichten
gegenüber dem islamischen Staat ablenken, gegen Ankara zu nehmen; Diese Gefahr ist real, weil es bereits aufgetreten ist und wird wahrscheinlich wieder zu erweitern. Türkei
scheint auf diesem Weg beharren, da dies die Möglichkeit einer
kurdischen Autonomie in Syrien, die syrische Kurden ohne die
Unterstützung jener Türken nicht erreichen können reduziert; Dies
gilt umso mehr motiviert, weil zwischen Kurden und Assads Truppen
würden auf einer stillschweigenden Nichtangriffsabkommen, um die Arena
gegen sunnitische Milizen zu erleichtern werde; ein weiteres Element für Ankara zu kämpfen Kurden. Aber
die Amerikaner sollten richtig zu bewerten, diese Situation, die die
militärische Anlage gegen das Kalifat schwächt, denn die Kämpfer lagen
Syrer sind nicht bereit, einen Kampf auf dem Boden gegen die Islamische
Republik und den syrischen regulären Streitkräfte führen beurteilt, so
dass der einzige Weg, scheint sein,
den Frieden zu fördern, oder zumindest ein Dialog zwischen Ankara und
den Kurden, so kurdische Kämpfer weiterhin für die Vereinigten Staaten
auf dem Boden zu arbeiten.
Turquie comme une variable dans la guerre contre la République islamique
La variable turque est la vraie question de cette phase de la lutte pour l'Etat islamique. Pour
la Turquie, les principaux objectifs ne coïncident pas avec ceux des
États-Unis et en dépit d'avoir permis à l'Air Force de bombarder le
Washington califat à partir de leurs bases en échange semble avoir
obtenu le feu vert pour frapper les positions du Parti des travailleurs
du Kurdistan. Ankara
pour la présence de l'Etat islamique est un facteur temporaire, qui ne
se voit pas comme déstabilisateur dans le long terme, est, qui est
interprété comme un perdant dans le moyen terme. Pour
la Turquie, les principaux objectifs sont, tout d'abord éviter la
création d'un Etat kurde indépendant et de renverser le régime d'Assad,
pour établir une zone d'influence, essentiellement la Syrie sunnite. Washington
a des objectifs différents: la première, d'abord est d'éradiquer le
califat, qui ne sont pas évalués comme transitoire de danger, mais
capable de se développer dans un croissant de sa souveraineté dans le
Moyen-Orient. L'évaluation de la Turquie semble viciée par des raisons d'opportunité, qui ne suggère pas une perception de allié fiable; fait suspect est que Ankara considère action instrumentale du califat de leurs propres intérêts. L'État
islamique est l'ennemi des deux Assad, que les Kurdes, les mêmes
ennemis de la Turquie et de là suit la bonne volonté substantielle avec
laquelle l'État turc traité jusqu'ici les forces fondamentalistes
sunnites. Il
semble évident un véritable calcul politique et militaire, qui comprend
le désir d'exploiter les succès militaires des fondamentalistes, alors,
peut-être, pour les combattre à une date ultérieure ou lorsque les
cibles turques sont facilement accessibles. Jusqu'à
présent, en effet, le comportement d'Ankara vers l'Etat islamique a été
très ambiguë et une source de préoccupation par les États-Unis, où les
fidèles semblait lâche. La
Maison Blanche a fait pression sur la Turquie, en raison d'un tableau
explicitement contre le califat avait un double avantage: d'une part la
logistique, représentés par la proximité de ses aérodromes militaires
sur les positions des islamistes, de l'autre côté d'une politique, car
la Turquie Ceci est le seul Etat musulman à l'OTAN. Toutefois,
le calcul stratégique de Washington politique ne semble pas avoir donné
le prix pratiqué par le pays turc, représenté par la lutte contre les
Kurdes. Il
faut rappeler que les Kurdes, non seulement présent, mais toujours
présent, sont beaucoup plus important dans l'économie de la guerre de la
Turquie sur l'Etat islamique, le déploiement, avec les Iraniens, les
seules troupes terrestres efficaces contre le califat, un facteur qui a
permis la garnison et la reprise de plusieurs domaines pour irakienne et syrienne. Avec
les bombardements turcs contre le Parti des travailleurs du Kurdistan
kurde, proches alliés des Kurdes irakiens, il est susceptible de
déclencher une guerre dans la guerre, ce qui ne peut que profiter à la
fois l'Etat islamique, qui Syrie Assad. Il
semble clair que le calcul du Pentagone était au moins téméraire, et
les risques pour être ajouté aux erreurs qui se sont glissées au
Moyen-Orient dans la situation actuelle. On
ne peut pas considérer la conduite réelle de la Turquie pas aussi
mauvais que cela a été géré la situation dans le pays de l'Irak, avec le
gouvernement la main gauche seulement pour les chiites, ni aucune
réaction à la répression des Assad, qui a commencé la guerre Syrie, qui pourrait affaiblir le régime favorisant immédiatement l'opposition laïque. En
analysant le comportement des États-Unis, il semble être dictée par une
approximation de préoccupation résultant de l'absence d'une vision
précise de l'image globale de la situation, à laquelle il faut ajouter
un militaire immobilité, qui repose uniquement sur l'utilisation de
l'air de l'arme, avec ' engagement de certains enseignants sur le terrain et des produits de plus en plus parcimonieux. Dans ce cadre, aliéner la confiance des Kurdes apparaît un suicide stratégique peine compréhensible. Il
aurait été très différent si les Etats-Unis, avant de convenir de
l'utilisation des bases turques, avait prodigué des efforts
considérables dans la récupération et le développement du processus de
paix entre la Turquie et les Kurdes. Il
doit être précisé que M. Erdogan a souffert non seulement la
déclaration du Parti socialiste kurde, également voté par les Turcs, qui
l'a empêché d'atteindre la majorité absolue et donc de modifier la
Constitution. Ce
fait n'a pas été pris de manière appropriée par les analystes
américains, parce qu'il représentait un désir de vengeance du président
turc, qui matérialise avec le bombardement des bases kurdes. L'évaluation
des Erdogan comme un allié, est une autre faiblesse dans le cadre
général de la lutte contre l'Etat islamique et la définition du scénario
du Moyen-Orient: le président turc ne peut pas faire confiance, même
dans un état d'urgence, comme il aurait été considéré comme courant par les planificateurs du Pentagone. Erdogan
a le seul objectif à atteindre ses fins et des bombardements
sporadiques pas de stations périphériques du califat pour assurer la
fiabilité; Donc
la question est de savoir si il est logique de mettre en danger la
forte alliance avec les Kurdes seulement utiliser des bases militaires
sont plus proches du territoire de l'Etat islamique. Une
réponse hypothétique peut être d'avoir un plan qui comprend la création
du Kurdistan ne soustrayant territoire Irak, où la communauté kurde
bénéficie déjà d'une autonomie considérable et exerce pratiquement sa
souveraineté, mais en excluant définitivement les instances kurdes en
Turquie et en ajustant avec
des dispositifs en faveur d'Ankara, la division possible de la Syrie,
qui pourrait aboutir à une zone de l'autonomie kurde. Cette
hypothèse semble la plus probable, mais implique un travail
diplomatique progressive dont les résultats ne peuvent pas être pris
pour acquis. Pendant ce temps, la guerre continue contre le califat et de la contribution des troupes à la terre kurde reste essentielle. Cependant,
il ya un risque que les Kurdes turcs sont distraits de leurs fonctions
contre l'Etat islamique à prendre des mesures contre Ankara; Ce danger est réel, car il a déjà eu lieu et est susceptible de creuser à nouveau. Turquie
semble insister sur cette voie parce que cela réduit la possibilité
d'une autonomie kurde en Syrie, les Kurdes syriens sans le soutien de
ces Turcs ne peuvent pas atteindre; Cela
est encore plus motivé parce que entre les Kurdes et les forces d'Assad
serait aller sur un accord de non-agression tacite pour faciliter
l'arène contre les milices sunnites; un élément de plus pour Ankara pour lutter kurde. Mais
les Américains devraient évaluer correctement cette situation qui
affaiblit l'installation militaire contre le califat, parce que les
combattants gisaient Syriens ne sont pas jugés prêts à mener une lutte
sur le terrain contre la République islamique et les forces régulières
syriennes, la seule façon semble être
de promouvoir la paix, ou tout au moins un dialogue entre Ankara et les
Kurdes, les combattants kurdes donc continuer à travailler pour les
États-Unis sur le terrain.
A variável na guerra turco contra a República Islâmica
A variável turco é a verdadeira questão desta fase da luta para o Estado islâmico. Para
a Turquia, os principais objectivos não são coincidentes com os dos
Estados Unidos e apesar de ter permitido a Força Aérea para bombardear a
Washington Califado a partir de suas bases em troca parece ter
conseguido o sinal verde para acertar posições do Partido dos
Trabalhadores do Curdistão. Ankara
para a presença do estado islâmico é um factor temporário, que não é
visto como desestabilizador, a longo prazo, é, que é interpretado como
um perdedor, a médio prazo. Para
a Turquia, os principais objectivos são, em primeiro lugar, evitar a
criação de um Estado curdo independente e para derrubar o regime de
Assad, para estabelecer uma zona de influência, basicamente sunita da
Síria. Washington
tem objetivos diferentes: o primeiro, primeiro é erradicar o califado,
que não é avaliada como um transiente perigo, mas capaz de se expandir
em um crescimento da sua soberania no Oriente Médio. A avaliação turco parece viciada por razões de oportunidade, o que não sugere uma percepção de aliado confiável; fato suspeito é que Ancara considera a ação instrumental do califado de seus próprios interesses. O
Estado Islâmico é o inimigo de ambos Assad, que os curdos, os mesmos
inimigos da Turquia e de lá segue o ágio substancial com o qual o Estado
turco tratados até agora as forças fundamentalistas sunitas. Parece
evidente um cálculo militar e político real, o que inclui o desejo de
explorar os sucessos militares dos fundamentalistas, então, talvez, para
combatê-los em um momento posterior, ou quando os alvos turcos são de
fácil acesso. Até
agora, de facto, o comportamento de Ankara para o estado islâmico tem
sido muito ambígua e uma fonte de preocupação pelos Estados Unidos, para
o qual os fiéis parecia solta. A
Casa Branca tem feito lobby sobre a Turquia, porque uma matriz
explicitamente contra o califado tinha uma vantagem dupla: por um lado, a
logística, representadas pela proximidade de seus aeroportos militares
para as posições dos islamitas, do outro lado de um político, porque a
Turquia Este é o único estado muçulmano na Otan. No
entanto, o cálculo estratégico de Washington político não parece ter
dado o preço cobrado pelo país turco, representado pela luta contra
curdos. Recorde-se
que os curdos, não só agora, mas ainda presente, são muito mais
importantes na economia de guerra da Turquia sobre o Estado islâmico, a
implantação, juntamente com os iranianos, as únicas tropas terrestres
eficientes contra o califado, um fator que permitiu a guarnição ea recaptura de várias áreas para iraquiana e síria. Com
os bombardeamentos turcos contra o Partido dos Trabalhadores do
Curdistão Curdo, aliados próximos dos curdos iraquianos, é susceptível
de desencadear uma guerra dentro de uma guerra, que só pode beneficiar
tanto o Estado islâmico, que a Síria de Assad. Parece
claro que o cálculo do Pentágono foi, pelo menos, imprudente, e os
riscos a serem adicionados aos erros que se arrastam no Oriente Médio,
na situação actual. Não
se pode considerar o comportamento efectivo da Turquia não tão mau como
ele foi tratado a situação no país do Iraque, com o governo a mão
esquerda apenas para os xiitas, nem qualquer reação à repressão de
Assad, que começou a guerra A Síria, que poderia enfraquecer o regime imediatamente favorecer a oposição secular. Ao
analisar o comportamento de os EUA parece ser ditada por uma
aproximação da preocupação decorrente da falta de uma visão precisa do
quadro geral da situação, a que se deve acrescentar um militar quietude,
que depende, exclusivamente, a utilização do ar arma, com ' compromisso de alguns professores no campo e suprimentos cada vez mais parcimoniosa. Neste quadro, alienando a confiança dos curdos parece um suicídio estratégico dificilmente compreensível. Teria
sido muito diferente se os EUA, antes de concordar sobre o uso de bases
turcas, tinha esbanjado esforço considerável na recuperação e
desenvolvimento do processo de paz entre a Turquia e os curdos. Ele
deve ser especificado que Erdogan sofreu não apenas a declaração do
Partido Socialista curda, também votou pelos turcos, que o impediram de
alcançar a maioria absoluta e, portanto, mudar a Constituição. Este
fato não foi capturado de forma adequada pelos analistas americanos,
porque representava um desejo de vingança do presidente turco, que se
materializou com o bombardeio de bases curdas. A
avaliação de Erdogan como um aliado, é mais uma fraqueza no quadro
geral da luta contra o Estado islâmico ea definição do cenário do
Oriente Médio: o presidente turco, não pode ser confiável, mesmo em um
estado de emergência, como deveria ter sido considerado como atual pelos planejadores do Pentágono. Erdogan
tem o único objetivo de atingir os seus fins e não esporádica
bombardeamento de estações periféricas do califado para garantir a
confiabilidade; Portanto,
a questão é saber se faz sentido colocar em risco a forte aliança com
os curdos só para usar bases militares estão mais próximos do território
do Estado islâmico. A
resposta hipotética pode ser ter um plano que inclui a criação do
Curdistão única subtraindo território do Iraque, onde a comunidade curda
já goza de considerável autonomia e exerce praticamente a sua
soberania, mas definitivamente excluindo instâncias curdos na Turquia e
ajustando com dispositivos em favor de Ancara, a possível divisão da Síria, o que poderia resultar em uma zona de autonomia curda. Esta
hipótese parece ser a mais provável, mas implica um trabalho
diplomático progressiva cujos resultados não pode ser tomada como
garantida. Enquanto isso, a guerra continua contra o califado ea contribuição de tropas para a terra curda continua a ser essencial. No
entanto, há um risco de que os curdos turcos estão distraídos de suas
funções contra o Estado islâmico para tomar medidas contra Ankara; Este perigo é real porque já ocorreu e é provável que amplia novamente. Turquia
parece insistir neste caminho, pois isso reduz a possibilidade de uma
autonomia curda na Síria, os curdos sírios sem o apoio dos turcos não
pode alcançar; Isto
é ainda mais motivados porque entre curdos e as forças de Assad estaria
indo em um acordo de não-agressão tácito para facilitar contra as
milícias sunitas a arena; mais um elemento para Ankara para lutar curda. Mas
os americanos devem avaliar adequadamente esta situação que enfraquece a
instalação militar contra o califado, porque os lutadores jazia sírios
não são julgados pronto para liderar uma luta no terreno contra a
República Islâmica e as forças regulares sírias, então a única maneira
parece ser
o de promover a paz, ou, pelo menos, um diálogo entre Ancara e os
curdos, os combatentes curdos de modo continuar a trabalhar para os
Estados Unidos no chão.
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