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lunedì 12 febbraio 2018

أسباب قلق إسرائيل بعد هدم طائرتها العسكرية

إن الحادثة الأخيرة في سوريا، التي شملت هدم طائرة عسكرية إسرائيلية متطورة، الأولى منذ عام 1982، تثير عدة تساؤلات حول مستقبل منطقة الشرق الأوسط وعلاقات القوة التي ستتخذ شكلها. الخلفية هي الانتقام الإسرائيلي للطائرة بدون طيار التي تعبر أراضي تل أبيب. لقد نفذت إسرائيل انتقاما، كما يحدث دائما، والذي يبدو غير متناسب مع الجريمة التي تعرض لها، ولكن بعد ذلك، تم اسقاط الطائرة بالفعل. وقد قصفت القوات الجوية الإسرائيلية القاعدة التي غادرت منها الطائرة بدون طيار، مما أدى إلى مقتل بعض السوريين، ولكن طائرة أسقطت من قبل مقاول الأسد. وتسلط القصة الضوء على بعض النقاط التي تعتبر ضرورية لتحليل معين. النقطة الأولى تتعلق العصبية إسرائيل، بسبب قربها من العدو الايراني الحالي في سوريا وفي لبنان من خلال الدعم المقدم لحزب الله: هذه اللحظة التاريخية هي التي عادة قوات العدو من إيران وإسرائيل قد حان ليكون أقرب. والنقطة الثانية هي فرضية ان تشعر بأن إسرائيل قد تم استدراجهم إلى فخ لإثبات أن قواته الجوية، واحدة أن سمح له التفوق العسكري دون منازع في المنطقة وفي الدفاع عن حدودها، ويمكن خدش الأسلحة الموردة إلى السوريين، من روسيا، الذين قدموا أنظمة صاروخية متطورة قادرة على إسقاط الطائرات مجهزة بأي تدابير مضادة إلكترونية؛ في الواقع، الطائرة التي تم اسقاطها هي نوع معين من F16، عززت بالمقارنة مع النماذج القياسية واعتبرت لا تقبل المنافسة من قبل الأسلحة حتى الآن التي يحتفظ بها جيش دمشق. أما العامل الثالث فيتعلق بإيران، التي هي باني الطائرات بدون طيار، التي كان من المفترض أن تكون لها مهام ضد الدولة الإسلامية والتي عبرت الحدود الإسرائيلية: هذه التظاهرة يمكن أن تكون موجهة ضد ترامب، تحذيرا مما يمكن أن يحدث إذا تريد الولايات المتحدة الانسحاب من الاتفاق النووي الإيراني، مما يجعل العقوبات أثقل ويتسبب في شل اقتصاد طهران، مع عواقب واضحة على المستوى الداخلي. وتريد الحكومة الايرانية تجنب هذا الاحتمال، كما يمكن قراءة المشاركة فى الاستفزاز ضد اسرائيل كتحذير لواشنطن. النقطة الخامسة تتعلق بالسياسة الدولية ودور موسكو. بعد هدم الطائرة الإسرائيلية، قال بوتين، بالإضافة إلى الإعراب عن قلقه إزاء المخاطر التي سيخضع لها الجيش الروسي الموجود في سوريا، وهو ما يثير القلق الذي يخفف من أي تحذير محتمل ضد السياسة العسكرية الإسرائيلية. على دور البطولة في هذه القضية، والتوصية التعقل والاعتدال إلى الأطراف المعنية، ولكن إذا تريد موسكو تحتل نوع من دور الحكم، فإنه سيكون حكما معينا منحازة، لأن نظام الأسد وإيران وروسيا في الواقع حليفان دائما حتى لو لم تتقارب مصالح موسكو وطهران في تل أبيب على الإطلاق؛ في الكرملين يمكن أن ينطوي على استفزاز لإسرائيل كعمل غير مباشر ضد الولايات المتحدة، ولكن من بين جميع هذه الجهات الفاعلة على الساحة، فإن أفضل العلاقات هي العلاقات بين روسيا وإسرائيل. في العاصمة الإسرائيلي، ومع ذلك، يبدو أن الجيش اسقاط قد أثار مفاجأة غير متوقعة، لأنك لا تملك كاف تقييم توافر تحت تصرف سوريا، التي تم الحصول عليها من قبل الروس، ولكن الذي يمكن أيضا الوصول إلى الإيرانيين. وإذا كان من المؤكد تقريبا أن طهران وحزب الله ناهيك عن تعريض سلامة الدولة الإسرائيلية، وتشير هذه التطورات الجديدة أن كلا من إمكانية أعداء إسرائيل لإنشاء دولة قوية من التوتر على الوسائل العسكرية الكلاسيكية الخاصة بهم. ولا بد من إضافة هذا السيناريو إلى طريق مسدود للعلاقات مع الفلسطينيين الذين كانوا عالقين بعد قرار البيت الأبيض الاعتراف بالقدس عاصمة لإسرائيل. ويمكن أن يصبح الاستياء الواسع الانتشار الذي نشأ بين الفلسطينيين، سواء في الضفة الغربية أو في قطاع غزة، وبالتالي بين المعتدلين والجماعات الأكثر تطرفا، موضع اهتمام قوات العدو الإسرائيلي بفتح أطروحات داخلية، تجلب زعزعة الاستقرار في الدولة الإسرائيلية. أما بالنسبة لتل أبيب، فإن الوقت الذي يصعب فيه استخدام القوة سيكثف بقوة لاتخاذ مواقف دبلوماسية ومهددة أكثر، بدءا بالقضية الفلسطينية العمياء التي سيكون تغييرها جذريا أكثر من اللازم. وأخيرا، يبقى السؤال عن مجموعات الخلافة الموجودة في سيناء المصرية، التي تقاتلها القاهرة، ولكن لها أيضا غرض، لأسباب صورة، مهاجمة إسرائيل داخل أراضيها: عامل آخر يزيد من تفاقم الوضع العام.

venerdì 9 febbraio 2018

L'evoluzione internazionale del conflitto siriano

L’evoluzione della guerra siriana presenta delle varibili moto pericolose in grado di sviluppare confronti militari tra stati diversi, che cercano ancora di portare i propri interessi aldilà di una pacificazione che non arriva. Con la sconfitta dello Stato islamico la situazione siriana sembrava  avere un allentamento delle operazioni militari, ma la presenza nell’area di eserciti di nazioni diverse rischia di aprire una nuova fase che va oltre il confronto interno alle fazioni del paese, per diventare una sorta di confronto tra posizioni opposte all’interno dello scenario internazionale. Da un lato la presenza russa serve a mantenere Assad al potere: senza l’esercito di Mosca, Damasco avrebbe probabilmente subito una sconfitta. La Russia, fino dalle fasi iniziali della guerra civile è stata interessata a mantenere sotto la sua influenza la Siria e ciò ha provocato la sua entrata diretta nel conflitto, giustificata nominalmente dalla volontà di sconfiggere il terrorismo islamico di matrice sunnita. Per Teheran era altrettanto importante mantenere Assad al governo, di cui è sempre stato un alleato, grazie alla vicinanza religiosa e come argine contro i sunniti, anche in ragione della volontà di limitare l’espansionismo saudita. Gli Stati Uniti, hanno a lungo provato di delegare ad altri la soluzione della crisi siriana, sperando in un intervento inglese o europeo, che non è mai arrivato. Obama ha mantenuto un profilo basso limitandosi ad appoggiare la parte più debole della ribellione, le milizie laiche e democratiche che non hanno mai raggiunto un grado di autonomia sufficiente. La volontà di Trump, inizialmente sarebbe stata quella di delegare a Putin la soluzione della questione, preferendo dedicarsi alla realtà interna, tuttavia le pressioni del Pentagono hanno obbligato la Casa Bianca ad impegnarsi nella questione in modo più diretto, anche per proteggere i tradizionali alleati curdi. Oltre a queste tre potenze sta emergendo in maniera sempre maggiore il coinvolgimento della Turchia. Ankara sta adottando un atteggiamento ondivago: all’inizio del conflitto il suo interesse maggiore era quello di determinare la caduta di Assad, un interesse coincidente con quello delle monarchie del Golfo e per il quale, probabilmente si è voluto usare lo Stato islamico come strumento di contrasto, andando, di fatto, a determinare la crescita del terrorismo sunnita. Erdogan è da tempo alla ricerca di un ruolo importante per la Turchia e la sua ambizione, inizialmente, era quella di fare rivivere l’Impero ottomano in versione moderna; le modifiche fatte alla società turca in senso religioso e quelle costituzionali  hanno provocato un progressivo isolamento del paese ed una situazione interna sempre più difficile, culminata con il presunto tentativo di colpo di stato. Erdogan ha dimostrato una ossessione per il cosidetto pericolo curdo, che deve essere interpretato come occasione dell’annullamento del dissenso interno al paese e come fattore di distrazione dai problemi nazionali, per indirizzarli verso un nemico esterno. Tuttavia i curdi hanno dimostrato di essere essenziali per la strategia americana nella lotta allo Stato islamico, garantendo il presidio militare del territorio. In questa nuova fase della guerra siriana gli americani stanno difendendo militarmente i curdi e le forze democratiche ostili ad Assad, che occupano un territorio che comprende dei preziosi pozzi petroliferi, ragione che aggiunge un particolare interesse alla contesa. Gli sviluppi attuali dicono che è in corso un avvicinamento tra Russia ed Iran, già formalmente alleate, con la Turchia, che considera la sopravvivenza al potere di Assad oramai un dato acquisito in funzione anti curda. Questo fattore rischia di portare ad un confronto armato tra due paesi che sono entrambi all’interno dell’Alleanza Atlantica, generando una nuova fattispecie in grado di creare un precedente anche giuridico al suo interno. La situazione continua di possbile incidente militare, per la contiguità delle forze armate dei diversi paesi nelle zone della Siria, implica il potenziale accadimento di un incidente in grado di dare corso ad confronto diplomatico, che potrebbe avere conseguenze ancora più pericolose di un confronto militare limitato. Inoltre la presenza di milizie armate che agiscono per conto di paesi stranieri costituisce un ulteriore fattore in grado di fare ripartire il conflitto siriano su grande scala e questa volta con attori internazionali stranieri sempre più vicini.  

The international evolution of the Syrian conflict

The evolution of the Syrian war presents some dangerous motorcycles capable of developing military comparisons between different states, which are still trying to bring their interests beyond a pacification that does not come. With the defeat of the Islamic State the Syrian situation seemed to have a loosening of military operations, but the presence in the armies of different nations risks opening a new phase that goes beyond the internal confrontation of the factions of the country, to become a sort of comparison of opposite positions within the international scenario. On the one hand, the Russian presence serves to keep Assad in power: without the Moscow army, Damascus would probably have suffered a defeat. Russia, up until the beginning of the civil war, was interested in keeping Syria under its influence and this provoked its direct entry into the conflict, nominally justified by the desire to defeat the Sunni-dominated Islamic terrorism. For Tehran it was just as important to keep Assad in government, of which he has always been an ally, thanks to his religious closeness and as a bank against the Sunnis, partly because of the desire to limit Saudi expansionism. The United States has long tried to delegate to others the solution of the Syrian crisis, hoping for an English or European intervention that has never arrived. Obama has maintained a low profile, limiting himself to supporting the weaker part of the rebellion, the secular and democratic militias that have never reached a sufficient degree of autonomy. Trump's will, initially, would have been to delegate to Putin the solution of the matter, preferring to devote himself to the internal reality, however the Pentagon pressures forced the White House to engage the issue more directly, also to protect the traditional Kurdish allies . In addition to these three powers, Turkey's involvement is increasingly emerging. Ankara is adopting a wavering attitude: at the beginning of the conflict its greatest interest was to determine the fall of Assad, an interest that coincides with that of the Gulf monarchies and for which, probably, we wanted to use the Islamic State as an instrument of contrast, going, in fact, to determine the growth of Sunni terrorism. Erdogan has long been looking for an important role for Turkey and his ambition was initially to revive the Ottoman Empire in a modern version; the changes made to the Turkish society in the religious sense and the constitutional ones have led to a progressive isolation of the country and an increasingly difficult internal situation, culminating in the alleged coup attempt. Erdogan has shown an obsession with the so-called Kurdish danger, which must be interpreted as the occasion for the annulment of internal dissent within the country and as a factor of distraction from national problems, to direct them towards an external enemy. However, the Kurds have proved to be essential for the American strategy in the fight against the Islamic State, guaranteeing the military garrison of the territory. In this new phase of the Syrian war the Americans are militarily defending the Kurds and the democratic forces hostile to Assad, who occupy a territory that includes precious oil wells, a reason that adds a particular interest to the dispute. Current developments say that an approach is already under way between Russia and Iran, already formally allied, with Turkey, which considers Assad's survival in power now a figure acquired as an anti-Kurdish function. This factor is likely to lead to an armed confrontation between two countries that are both within the Atlantic Alliance, generating a new case that can create a legal precedent within it. The continuing situation of possible military incident, due to the contiguity of the armed forces of the different countries in Syria, implies the potential occurrence of an incident capable of giving way to a diplomatic confrontation, which could have even more dangerous consequences than a limited military confrontation . Furthermore, the presence of armed militias acting on behalf of foreign countries constitutes a further factor capable of restarting the Syrian conflict on a large scale and this time with foreign international actors increasingly close.

La evolución internacional del conflicto sirio

La evolución de la guerra siria presenta algunas motocicletas peligrosas capaces de desarrollar comparaciones militares entre diferentes estados, que aún intentan llevar sus intereses más allá de una pacificación que no llega. Con la derrota del Estado Islámico, la situación siria parecía tener un aflojamiento de las operaciones militares, pero la presencia en los ejércitos de diferentes naciones es probable que abra una nueva fase que vaya más allá de la confrontación interna de las facciones del país, para convertirse en una especie de comparación de posiciones opuestas dentro del escenario internacional. Por un lado, la presencia rusa sirve para mantener a Assad en el poder: sin el ejército de Moscú, Damasco probablemente habría sufrido una derrota. Rusia, hasta el comienzo de la guerra civil, estaba interesada en mantener a Siria bajo su influencia y esto provocó su entrada directa en el conflicto, nominalmente justificada por el deseo de derrotar al terrorismo islámico dominado por los sunitas. Para Teherán era tan importante mantener a Assad en el gobierno, del que siempre ha sido un aliado, gracias a su cercanía religiosa y como banco contra los sunitas, en parte debido al deseo de limitar el expansionismo saudita. Estados Unidos ha tratado durante mucho tiempo de delegar en otros la solución de la crisis siria, con la esperanza de una intervención inglesa o europea que nunca ha llegado. Obama ha mantenido un perfil bajo, limitándose a apoyar a la parte más débil de la rebelión, las milicias seculares y democráticas que nunca han alcanzado un grado suficiente de autonomía. La voluntad de Trump, inicialmente, hubiera sido delegar en Putin la solución del problema, prefiriendo dedicarse a la realidad interna, sin embargo, las presiones del Pentágono obligaron a la Casa Blanca a abordar el tema de manera más directa, también para proteger a los aliados tradicionales kurdos. . Además de estos tres poderes, la participación de Turquía está emergiendo cada vez más. Ankara adopta una actitud vacilante: al comienzo del conflicto su mayor interés era determinar la caída de Assad, un interés que coincide con el de las monarquías del Golfo y para el cual, probablemente, queríamos utilizar el Estado Islámico como instrumento de contrastar, ir, de hecho, para determinar el crecimiento del terrorismo sunita. Erdogan ha estado buscando durante mucho tiempo un papel importante para Turquía y su ambición fue inicialmente revivir el Imperio Otomano en una versión moderna; los cambios hechos a la sociedad turca en el sentido religioso y constitucional han conducido a un aislamiento progresivo del país y una situación interna cada vez más difícil, que culminó con el presunto intento de golpe. Erdogan ha mostrado una obsesión con el llamado peligro kurdo, que debe interpretarse como una ocasión para anular la disidencia interna dentro del país y como un factor de distracción de los problemas nacionales, para dirigirlos hacia un enemigo externo. Sin embargo, los kurdos han demostrado ser esenciales para la estrategia estadounidense en la lucha contra el Estado Islámico, lo que garantiza la guarnición militar del territorio. En esta nueva fase de la guerra siria, los estadounidenses están defendiendo militarmente a los kurdos y las fuerzas democráticas hostiles a Assad, que ocupan un territorio que incluye valiosos pozos petrolíferos, razón que agrega un interés particular a la disputa. Los acontecimientos actuales dicen que ya se está aplicando un enfoque entre Rusia e Irán, que ya están formalmente aliados, con Turquía, que considera que la supervivencia de Assad en el poder es ahora una figura adquirida como una función anti kurda. Es probable que este factor lleve a un enfrentamiento armado entre dos países que se encuentran dentro de la Alianza Atlántica, generando un nuevo caso que puede crear un precedente legal dentro de él. La continua situación de posible incidente militar, debido a la contigüidad de las fuerzas armadas de los diferentes países en Siria, implica la posibilidad de un incidente capaz de dar paso a una confrontación diplomática, lo que podría tener consecuencias aún más peligrosas que una confrontación militar limitada . Además, la presencia de milicias armadas que actúan en nombre de países extranjeros constituye un factor adicional capaz de reanudar el conflicto sirio a gran escala y esta vez con actores internacionales extranjeros cada vez más cercanos.

Die internationale Entwicklung des syrischen Konflikts

Die Entwicklung des syrischen Krieges zeigt einige gefährliche Motorräder, die in der Lage sind, militärische Vergleiche zwischen verschiedenen Staaten zu entwickeln, die immer noch versuchen, ihre Interessen über eine Befriedung hinaus zu bringen, die nicht kommt. Mit der Niederlage des Islamischen Staates der syrische Situation schien eine Lockerung der militärischen Operationen zu haben, aber die Präsenz in den Armeen verschiedenen Länder ist wahrscheinlich eine neue Phase zu öffnen, die zu den Fraktionen des Landes über den internen Vergleich geht, zu werden eine Art Vergleich der entgegengesetzten Positionen innerhalb des internationalen Szenarios. Auf der einen Seite dient die russische Präsenz dazu, Assad an der Macht zu halten: ohne die Moskauer Armee hätte Damaskus wahrscheinlich eine Niederlage erlitten. Russland war bis zum Beginn des Bürgerkriegs daran interessiert, Syrien unter seinem Einfluss zu halten, was seinen direkten Eintritt in den Konflikt provozierte, nominell gerechtfertigt durch den Wunsch, den von den Sunniten dominierten islamischen Terrorismus zu besiegen. Für Teheran war es ebenso wichtig, Assad in der Regierung zu halten, zu der er immer ein Verbündeter war, dank seiner religiösen Nähe und als Bank gegen die Sunniten, teilweise wegen des Wunsches, die saudische Expansion zu begrenzen. Die Vereinigten Staaten haben lange versucht, die Lösung der syrischen Krise an andere zu delegieren, in der Hoffnung auf eine nie erreichte englische oder europäische Intervention. Obama hat sich zurückgehalten und sich darauf beschränkt, den schwächeren Teil der Rebellion zu unterstützen, die säkularen und demokratischen Milizen, die nie einen ausreichenden Grad an Autonomie erreicht haben. Der Wunsch, Trump, zunächst zu Putin Beantwortung der Frage zu delegieren wäre, lieber sich innere Realität zu widmen, jedoch gezwungen, die Drücke des Pentagon, das Weiße Haus in der Ausgabe mehr direkt zu engagieren, auch traditionelle kurdische Verbündeten zu schützen . Neben diesen drei Zuständigkeiten zeichnet sich zunehmend das Engagement der Türkei ab. Ankara wird zu Beginn seines Interesses Konflikt ein Schwanken Haltung nehmen war der Sturz des Assad zu bestimmen, ein Interesse deckt sich mit dem der Golfmonarchien und für die Sie wahrscheinlich den islamischen Staat als Instrument verwendet werden soll von Gegensatz, in der Tat, um das Wachstum des sunnitischen Terrorismus zu bestimmen. Erdogan hat lange nach einer wichtigen Rolle für die Türkei gesucht und sein Ehrgeiz war es zunächst, das Osmanische Reich in einer modernen Version wiederzubeleben; Die Veränderungen der türkischen Gesellschaft im religiösen und konstitutionellen Sinn haben zu einer fortschreitenden Isolation des Landes und einer zunehmend schwierigen inneren Situation geführt, die in dem angeblichen Putschversuch gipfelte. Erdogan hat eine Obsession mit der sogenannten Kurden Gefahr gezeigt, die als die Aufhebung des Widerspruchs im Land und als Faktor der Ablenkung von inneren Problemen interpretiert werden müssen, so dass sie auf einem äußeren Feind zu lenken. Die Kurden haben sich jedoch als essentiell für die amerikanische Strategie im Kampf gegen den Islamischen Staat erwiesen, die die militärische Garnison des Territoriums garantieren. In dieser neuen Phase des syrischen Krieges verteidigen die Amerikaner militärisch die Kurden und die demokratischen Kräfte, die Assad feindselig gegenüberstehen, und besetzen ein Gebiet, das kostbare Ölquellen einschließt, ein Grund, der dem Streit ein besonderes Interesse verleiht. Aktuelle Entwicklungen besagen, dass zwischen Russland und dem Iran, die bereits formell verbündet sind, bereits ein Ansatz mit der Türkei im Gange ist, die das Überleben von Assad an der Macht nun als eine anti-kurdische Funktion betrachtet. Dieser Faktor wird wahrscheinlich zu einer bewaffneten Konfrontation zwischen zwei Ländern führen, die beide Teil des Atlantischen Bündnisses sind und einen neuen Fall hervorbringen, der einen rechtlichen Präzedenzfall in diesem Land schaffen kann. Die Lage ist weiterhin militärischen Unfall in der Nähe der Streitkräfte verschiedenen Länder in den Bereichen Syrien possbile, impliziert das mögliche Auftreten eines Unfalls in der Lage Wirkung zu diplomatischer Konfrontation zu geben, was noch gefährliche Folgen einer begrenzten militärischen Konfrontation haben könnte . Darüber hinaus stellt die Präsenz bewaffneter Milizen, die im Auftrag fremder Länder agieren, einen weiteren Faktor dar, der den syrischen Konflikt in großem Umfang wiederbeleben kann und dieses Mal mit ausländischen internationalen Akteuren zunehmend enger wird.

L'évolution internationale du conflit syrien

L'évolution de la guerre syrienne présente des motocyclettes dangereuses capables de développer des comparaisons militaires entre différents états, qui tentent toujours de faire passer leurs intérêts au-delà d'une pacification qui ne vient pas. Avec la défaite de l'Etat islamique la situation syrienne semblait avoir un assouplissement des opérations militaires, mais la présence dans les armées des différents pays est susceptible d'ouvrir une nouvelle phase qui va au-delà de la comparaison interne aux factions du pays, pour devenir une sorte de comparaison de positions opposées dans le scénario international. D'une part, la présence russe sert à maintenir Assad au pouvoir: sans l'armée de Moscou, Damas aurait probablement subi une défaite. La Russie, jusqu'au début de la guerre civile, était intéressée à maintenir la Syrie sous son influence et cela a provoqué son entrée directe dans le conflit, nominalement justifié par le désir de vaincre le terrorisme islamique dominé par les sunnites. Pour Téhéran, il était tout aussi important de garder Assad dans le gouvernement, dont il a toujours été un allié, grâce à sa proximité religieuse et en tant que banque contre les sunnites, en partie à cause de la volonté de limiter l'expansionnisme saoudien. Les Etats-Unis ont longtemps tenté de déléguer à d'autres la solution de la crise syrienne, en espérant une intervention anglaise ou européenne qui n'est jamais arrivée. Obama a maintenu un profil bas, se limitant à soutenir la partie la plus faible de la rébellion, les milices laïques et démocratiques qui n'ont jamais atteint un degré d'autonomie suffisant. Le désir de Trump, serait initialement de déléguer à Poutine répondant à la question, préférant se consacrer à la réalité interne, cependant, les pressions du Pentagone ont forcé la Maison Blanche de se livrer à la question plus directement, même pour protéger les alliés kurdes traditionnels . En plus de ces trois puissances, l'implication de la Turquie émerge de plus en plus. Ankara prend une attitude chancelante au début de son conflit d'intérêt était de déterminer la chute d'Assad, un intérêt coïncide avec celui des monarchies du Golfe et pour lequel, vous voulez probablement utiliser l'Etat islamique comme instrument de contraste, allant, en fait, pour déterminer la croissance du terrorisme sunnite. Erdogan a longtemps cherché un rôle important pour la Turquie et son ambition était initialement de faire revivre l'Empire ottoman dans une version moderne; les changements apportés à la société turque dans le sens religieux et constitutionnel ont conduit à un isolement progressif du pays et à une situation interne de plus en plus difficile, aboutissant à la prétendue tentative de coup d'Etat. Erdogan a montré une obsession pour le soi-disant danger kurde, qui doit être interprété comme une occasion pour l'annulation de la dissension interne dans le pays et comme un facteur de distraction des problèmes nationaux, pour les diriger vers un ennemi extérieur. Cependant, les Kurdes se sont avérés essentiels pour la stratégie américaine dans la lutte contre l'État islamique, garantissant la garnison militaire du territoire. Dans cette nouvelle phase de la guerre syrienne, les Américains défendent militairement les Kurdes et les forces démocratiques hostiles à Assad, qui occupent un territoire qui comprend des puits de pétrole précieux, raison qui ajoute un intérêt particulier au conflit. Les développements actuels indiquent qu'une approche est déjà en cours entre la Russie et l'Iran, déjà formellement alliés, avec la Turquie, qui considère la survie d'Assad au pouvoir comme une fonction anti-kurde. Ce facteur est susceptible de conduire à une confrontation armée entre deux pays membres de l'Alliance atlantique, générant un nouveau cas pouvant créer un précédent juridique en son sein. La situation continue à possbile accident militaire à proximité des forces armées de différents pays dans les domaines de la Syrie, implique l'existence potentielle d'un accident en mesure de donner effet à la confrontation diplomatique, ce qui pourrait avoir des conséquences encore plus dangereuses d'une confrontation militaire limitée . De plus, la présence de milices armées agissant au nom des pays étrangers constitue un facteur supplémentaire capable de relancer le conflit syrien à grande échelle et cette fois avec des acteurs internationaux étrangers de plus en plus proches.

A evolução internacional do conflito sírio

A evolução da guerra síria apresenta algumas motocicletas perigosas capazes de desenvolver comparações militares entre diferentes estados, que ainda tentam trazer seus interesses além de uma pacificação que não vem. Com a derrota do Estado islâmico, a situação síria parecia ter um afrouxamento das operações militares, mas a presença na área dos exércitos de diferentes países corre o risco de abrir uma nova fase que vai além do confronto interno das facções do país, para se tornar uma espécie de comparação de posições opostas no cenário internacional. Por um lado, a presença russa serve para manter Assad no poder: sem o exército de Moscou, Damasco provavelmente teria sofrido uma derrota. A Rússia, até o início da guerra civil, estava interessada em manter a Síria sob sua influência e isso provocou sua entrada direta no conflito, nominalmente justificada pelo desejo de derrotar o terrorismo islâmico dominado pelos sunitas. Para Teerã, era tão importante manter Assad no governo, do qual ele sempre foi um aliado, graças à sua proximidade religiosa e ao banco contra os sunitas, em parte devido ao desejo de limitar o expansionismo saudita. Os Estados Unidos há muito tentaram delegar a outros a solução da crise síria, na esperança de uma intervenção inglesa ou européia que nunca chegou. Obama manteve um perfil baixo, limitando-se a apoiar a parte mais fraca da rebelião, as milícias seculares e democráticas que nunca alcançaram um grau de autonomia suficiente. A vontade de Trump, inicialmente, teria sido delegar a Putin a solução do assunto, preferindo dedicar-se à realidade interna, no entanto, as pressões do Pentágono forçaram a Casa Branca a envolver a questão de forma mais direta, também para proteger os aliados curdos tradicionais . Além desses três poderes, o envolvimento da Turquia está emergindo cada vez mais. Ankara está adotando uma atitude vacilante: no início do conflito, seu maior interesse era determinar a queda de Assad, um interesse que coincide com o das monarquias do Golfo e para o qual, provavelmente, queríamos usar o Estado islâmico como um instrumento de contraste, indo, de fato, para determinar o crescimento do terrorismo sunita. Erdogan tem procurado um papel importante para a Turquia e sua ambição foi inicialmente reviver o Império Otomano em uma versão moderna; as mudanças feitas à sociedade turca no sentido religioso e as constitucionais levaram a um isolamento progressivo do país e a uma situação interna cada vez mais difícil, que culminou com a suposta tentativa de golpe. Erdogan mostrou uma obsessão com o chamado perigo curdo, que deve ser interpretado como uma ocasião para a anulação da dissidência interna no país e como fator de distração dos problemas nacionais, direcioná-los para um inimigo externo. No entanto, os curdos provaram ser essenciais para a estratégia americana na luta contra o Estado islâmico, garantindo a guarnição militar do território. Nesta nova fase da guerra síria, os americanos defendem militarmente os curdos e as forças democráticas hostis a Assad, que ocupam um território que inclui poços de petróleo preciosos, motivo que acrescenta um interesse particular à disputa. Os desenvolvimentos atuais dizem que uma abordagem já está em andamento entre a Rússia eo Irã, já formalmente aliada, com a Turquia, que considera a sobrevivência de Assad no poder agora uma figura adquirida como uma função anti-curda. Este fator provavelmente levará a um confronto armado entre dois países que estão dentro da Aliança Atlântica, gerando um novo caso que pode criar um precedente legal dentro dele. A situação contínua de possível incidente militar, devido à contigüidade das forças armadas dos diferentes países da Síria, implica a ocorrência potencial de um incidente capaz de dar lugar a um confronto diplomático, o que poderia ter consequências ainda mais perigosas do que um confronto militar limitado . Além disso, a presença de milícias armadas que atuam em nome de países estrangeiros constitui um fator adicional capaz de reiniciar o conflito sírio em grande escala e desta vez com os atores internacionais estrangeiros cada vez mais próximos.