Politica Internazionale

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mercoledì 8 gennaio 2020

L'Europa non può più limitarsi all'azione diplomatica sullo scenario internazionale

La recente azione militare americana, sul territorio irakeno, rappresenta soltanto l’ultimo episodio dell’evoluzione globale della politica internazionale, passata dall’uso preminente della fase diplomatica a quella militare  ed è la logica conseguenza dell’abbandono, di fatto, di una visione sovranazionale sopratutto circa la risoluzione delle crisi. L’affermazione degli interessi particolari su quelli generali è passata da una applicazione alla politica interna, sopratutto grazie alle visioni politiche sovraniste e relative a specifiche realtà bene individuabili territorialmente, alla politica estera con le modlità di soluzioni di conflitti attraverso gli interessi particolari di nazioni terze rispetto ad interessi particolari di singole entità statali, che non hanno la possibilità di risoluzione autonoma del problema contingente. Il caso più evidente, tra i tanti presenti sullo scenario internazionale, è stato quello siriano dove il governo in carica, ancorché espressione di una dittatura, ha potuto risolvere i suoi problemi grazie all’appoggio di Russia ed Iran, che sono intervenute a tutela dei propri interessi geopolitici. Il caso più recente ed attuale è quello della Libia, dove le due fazioni che si combattono sono appoggiate da attori esterni, attraverso l’uso della forza hanno praticamente sostituito le nazioni di riferimento, perchè queste si sono limitate ad una azione diplomatica, insufficiente contro gli interventi militari. L’orientamento verso queste soluzioni ed interventi appare una strada intrapresa dalle grandi potenze, si tratta, ormai, di un atteggiamento quasi globale del quale occorre prendere atto senza indugi, se si vuole avere ancora un ruolo rilevante nello scenario internazionale. Ciò è vero per organizzazioni sovranazionali come l’Unione Europea, sia per le organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite. Per quanto riguarda l’Europa appare chiaro che non è più sufficiente puntare all’esportazione di un modello democratico attraverso i propri valori e con il solo esercizio diplomatico e ciò è anche insuifficiente per tutelare i propri interessi sullo scenario internazionale, così come per evitare crisi umanitarie. Presi singolarmente gli stati europei hanno un bassissimo potere contrattuale, tra l’altro questo è un obiettivo principale di alleati, USA, ed avversari, Russia, neppure le nazioni più importanti come Germania e Francia possono opporre una strategia valida a questo stato di cose se agiscono da sole. La mancanza di obiettivi condivisi, in un quadro normativo insufficiente, pone l’Unione Europea in un stato di inferiorità rispetto alle sfide attuali ed in una posizione di inferiorità rispetto agli attori internazionali che hanno superato la fase diplomatica per la risoluzione delle crisi. L’assenza di una politica estera comune è il primo punto debole che si trascina da anni senza essere risolto. L’attuale situazione non è arrivata all’improvviso, ma ha avuto uno sviluppo nel tempo, che si è soltanto accelerato in maniera prevedibile. Il fatto che i membri dell’Unione siano divisi su materie fondamentali e Bruxelles non possegga gli strumenti per una azione incisiva, come l’esercito comune europeo, dimostra soltanto l’inadeguatezza dei processi decisionali, ormai inadatti e  troppo lenti per rispondere alle esigenze dello scenario mondiale. La sola potenza economica non giustifica più un ruolo diplomatico di primo piano ed, anzi, mancano  gli strumenti e le capacità per esercitare le prerogative da protagonisti internazionali è proprio il settore economico a registrare le perdite più immediate. In un contesto dove l’approvigionamento energetico costituisce uno scenario tra i più importanti, ma dove anche la questione migratoria è soggetta a strumento di controllo e ricatto, non essere in grado di rivendicare il proprio ruolo mondiale, provoca un arretramento di importanza e rilievo, che non può non riflettersi slle cause dell’alterazione degli equilibri interni. L’Europa, quindi, deve affrettarsi a recuperare il terreno perduto, lasciando da parte le nazioni ed i governi scettici ed incominciare a pensare anche ad una costituzione ad integrazione variabile sulla base delle finalità condivise, senza sprecare tempo e risorse con membri poco convinti e collaborativi circa una maggiore integrazione, fino ad immaginare a criteri di adesione profondamente cambiati, proprio in funzione delle nuove esigenze internazionali. La sola azione diplomatica non garantisce, al momento e per chi sa quanto, l’adeguata rilevanza internazionale, d’altra parte anche organizzazioni come l’Alleanza Atlantica appaiono, in  questo momento superate: occorre una autonomia continentale che appare sempre più necessaria da esercitare oltri i confini proprio per proteggerli.

Europe can no longer limit itself to diplomatic action on the international scene

The recent American military action, on Iraqi territory, represents only the last episode of the global evolution of international politics, passed from the pre-eminent use of the diplomatic phase to the military one and is the logical consequence of the abandonment, in fact, of a vision supranational especially on crisis resolution. The affirmation of particular interests over general ones has gone from an application to internal politics, above all thanks to the sovereign political visions and related to specific realities that are well identified territorially, to foreign politics with the modalities of solutions of conflicts through the particular interests of third nations with respect to particular interests of individual state entities, which do not have the possibility of autonomous resolution of the contingent problem. The most evident case, among the many present on the international scene, was the Syrian one where the government in office, although the expression of a dictatorship, was able to solve its problems thanks to the support of Russia and Iran, which intervened to protect the own geopolitical interests. The most recent and current case is that of Libya, where the two fighting factions are supported by external actors, through the use of force they have practically replaced the nations of reference, because these were limited to a diplomatic action, insufficient against military interventions. The orientation towards these solutions and interventions appears to be a road taken by the great powers, it is now an almost global attitude which must be acknowledged without delay, if you still want to play an important role in the international scenario. This is true of supranational organizations such as the European Union and international organizations such as the United Nations. As far as Europe is concerned, it is clear that it is no longer sufficient to aim for the export of a democratic model through one's own values ​​and with the mere diplomatic exercise and this is also insufficient to protect one's interests on the international scene, as well as to avoid crises. humanitarian. Taken individually, the European states have a very low bargaining power, among other things this is a main target of allies, the USA, and opponents, Russia, not even the most important nations such as Germany and France can oppose a valid strategy to this state of affairs if they act alone. The lack of shared objectives, in an insufficient regulatory framework, places the European Union in a state of inferiority with respect to current challenges and in a position of inferiority with respect to international actors who have passed the diplomatic phase for the resolution of crises. The absence of a common foreign policy is the first weak point that has dragged on for years without being resolved. The current situation did not come suddenly, but has developed over time, which has only accelerated in a predictable way. The fact that the members of the Union are divided on fundamental matters and Brussels does not have the tools for incisive action, such as the common European army, only demonstrates the inadequacy of the decision-making processes, now unsuitable and too slow to respond to the needs of the world scenario. The economic power alone no longer justifies a leading diplomatic role and, indeed, the tools and skills to exercise the prerogatives as international players are lacking, it is the economic sector that registers the most immediate losses. In a context where energy supply is one of the most important scenarios, but where the migration issue is also subject to an instrument of control and blackmail, not being able to claim its global role causes a setback of importance and importance, that cannot fail to reflect the causes of the alteration of the internal balances. Europe, therefore, must hurry to recover the lost ground, leaving aside the skeptical nations and governments and also start thinking about a constitution with variable integration on the basis of shared purposes, without wasting time and resources with unconvinced members and collaborative about greater integration, up to imagining deeply changed membership criteria, precisely in function of new international needs. The diplomatic action alone does not guarantee, at the moment and for those who know how much, the adequate international relevance, on the other hand even organizations such as the Atlantic Alliance appear, at this moment outdated: a continental autonomy is needed that appears increasingly necessary to exercise you go beyond the borders just to protect them.

Europa ya no puede limitarse a la acción diplomática en la escena internacional

La reciente acción militar estadounidense, en territorio iraquí, representa solo el último episodio de la evolución global de la política internacional, pasó del uso preeminente de la fase diplomática a la militar y es la consecuencia lógica del abandono, de hecho, de una visión supranacional especialmente en resolución de crisis. La afirmación de intereses particulares sobre los generales ha pasado de una aplicación a la política interna, sobre todo gracias a las visiones políticas soberanas y relacionadas con realidades específicas que pueden ser bien identificadas territorialmente, a la política exterior con las modalidades de solución de conflictos a través de los intereses particulares de terceros países. con respecto a intereses particulares de entidades estatales individuales, que no tienen la posibilidad de resolución autónoma del problema contingente. El caso más evidente, entre los muchos presentes en la escena internacional, fue el sirio, donde el gobierno en el poder, a pesar de la expresión de una dictadura, pudo resolver sus problemas gracias al apoyo de Rusia e Irán, que intervino para proteger propios intereses geopolíticos. El caso más reciente y actual es el de Libia, donde las dos facciones combatientes son apoyadas por actores externos, mediante el uso de la fuerza prácticamente han reemplazado a las naciones de referencia, porque estas se limitaron a una acción diplomática, insuficiente contra intervenciones militares La orientación hacia estas soluciones e intervenciones parece ser un camino tomado por las grandes potencias, ahora es una actitud casi global que debe reconocerse sin demora, si todavía desea tener un papel relevante en el escenario internacional. Esto es cierto para las organizaciones supranacionales como la Unión Europea y las organizaciones internacionales como las Naciones Unidas. En lo que respecta a Europa, está claro que ya no es suficiente aspirar a la exportación de un modelo democrático a través de los propios valores y con el mero ejercicio diplomático y esto también es insuficiente para proteger los intereses de uno en la escena internacional, así como para evitar crisis. humanitaria. Tomados individualmente, los estados europeos tienen un poder de negociación muy bajo, entre otras cosas, este es un objetivo principal de los aliados, los EE. UU. Y los opositores, Rusia, ni siquiera las naciones más importantes como Alemania y Francia pueden oponerse a una estrategia válida a este estado de cosas si ellos actúan solos. La falta de objetivos compartidos, en un marco regulatorio insuficiente, coloca a la Unión Europea en un estado de inferioridad con respecto a los desafíos actuales y en una posición de inferioridad con respecto a los actores internacionales que han pasado la fase diplomática para la resolución de crisis. La ausencia de una política exterior común es el primer punto débil que se ha prolongado durante años sin resolverse. La situación actual no llegó repentinamente, sino que se desarrolló con el tiempo, lo que solo se aceleró de manera predecible. El hecho de que los miembros de la Unión estén divididos en asuntos fundamentales y que Bruselas no posee las herramientas para la acción incisiva, como el ejército europeo común, solo demuestra la insuficiencia de los procesos de toma de decisiones, ahora inadecuados y demasiado lentos para responder a las necesidades de los escenario mundial El poder económico por sí solo ya no justifica un papel diplomático de liderazgo y, de hecho, las herramientas y habilidades para ejercer las prerrogativas a falta de jugadores internacionales, es el sector económico el que registra las pérdidas más inmediatas. En un contexto en el que el suministro de energía es uno de los escenarios más importantes, pero donde el problema de la migración también está sujeto a control y chantaje, no poder reclamar su papel global provoca un retroceso de importancia e importancia, eso no puede dejar de reflejar las causas de la alteración de los equilibrios internos. Europa, por lo tanto, debe apurarse por recuperar el terreno perdido, dejando de lado a las naciones y gobiernos escépticos y también comenzar a pensar en una constitución con integración variable basada en propósitos compartidos, sin perder tiempo y recursos con miembros no convencidos y colaborativo sobre una mayor integración, hasta imaginar criterios de membresía profundamente cambiados, precisamente en función de las nuevas necesidades internacionales. La acción diplomática por sí sola no garantiza, en este momento y para aquellos que saben cuánto, la relevancia internacional adecuada, por otro lado, incluso organizaciones como la Alianza Atlántica aparecen, en este momento desactualizadas: se necesita una autonomía continental que parece cada vez más necesaria para ejercer vas más allá de las fronteras solo para protegerlos.

Europa kann sich nicht länger auf diplomatische Maßnahmen auf internationaler Ebene beschränken

Die jüngsten amerikanischen Militäraktionen auf irakischem Territorium stellen nur die letzte Episode der globalen Entwicklung der internationalen Politik dar, die von der herausragenden Nutzung der diplomatischen Phase zur militärischen Phase übergegangen ist und die logische Folge der Aufgabe einer Vision ist supranational vor allem auf Krisenbewältigung. Die Bekräftigung besonderer Interessen gegenüber allgemeinen ist von einer Anwendung auf die Innenpolitik übergegangen, vor allem dank der souveränen politischen Visionen und in Bezug auf spezifische Realitäten, die territorial gut identifiziert sind, zur Außenpolitik mit den Modalitäten der Konfliktlösung durch die besonderen Interessen von Drittstaaten im Hinblick auf bestimmte Interessen einzelner staatlicher Stellen, die nicht die Möglichkeit einer autonomen Lösung des Kontingentproblems haben. Der offensichtlichste Fall unter den vielen Anwesenden auf der internationalen Bühne war der in Syrien, wo die amtierende Regierung, obwohl Ausdruck einer Diktatur, dank der Unterstützung Russlands und Irans, die sich für den Schutz des Landes einsetzten, ihre Probleme lösen konnte eigene geopolitische Interessen. Der jüngste und derzeitige Fall ist der in Libyen, wo die beiden kämpfenden Fraktionen von externen Akteuren unterstützt werden und durch den Einsatz von Gewalt die Referenznationen praktisch abgelöst haben, weil diese auf eine diplomatische Aktion beschränkt waren, die nicht ausreicht, um dagegen vorzugehen militärische Eingriffe. Die Ausrichtung auf diese Lösungen und Interventionen scheint ein Weg der Großmächte zu sein, es ist heute eine fast globale Haltung, die unverzüglich anerkannt werden muss, wenn Sie im internationalen Szenario noch eine wichtige Rolle spielen wollen. Dies gilt für supranationale Organisationen wie die Europäische Union und internationale Organisationen wie die Vereinten Nationen. Für Europa ist klar, dass es nicht mehr ausreicht, den Export eines demokratischen Modells durch die eigenen Werte und durch die bloße diplomatische Ausübung anzustreben, und dies ist auch nicht ausreichend, um die Interessen auf der internationalen Bühne zu schützen und Krisen zu vermeiden. Menschenfreund. Alleine genommen haben die europäischen Staaten eine sehr geringe Verhandlungsmacht, dies ist unter anderem ein Hauptziel der Alliierten, der USA und der Gegner Russlands, nicht einmal die wichtigsten Nationen wie Deutschland und Frankreich können sich einer gültigen Strategie gegen diesen Sachverhalt widersetzen, wenn Sie handeln alleine. Das Fehlen gemeinsamer Ziele in einem unzureichenden Rechtsrahmen versetzt die Europäische Union in einen Zustand der Unterlegenheit in Bezug auf aktuelle Herausforderungen und in einen Zustand der Unterlegenheit in Bezug auf internationale Akteure, die die diplomatische Phase zur Lösung von Krisen durchlaufen haben. Das Fehlen einer gemeinsamen Außenpolitik ist die erste Schwachstelle, die sich seit Jahren ungelöst hinzieht. Die aktuelle Situation ist nicht plötzlich eingetreten, sondern hat sich im Laufe der Zeit entwickelt, die sich nur vorhersehbar beschleunigt hat. Die Tatsache, dass die Verbandsmitglieder in grundlegenden Fragen gespalten sind und Brüssel nicht über die Instrumente für einschneidende Maßnahmen wie die gemeinsame europäische Armee verfügt, zeigt nur die Unzulänglichkeit der Entscheidungsprozesse, die jetzt ungeeignet und zu langsam sind, um auf die Bedürfnisse der EU zu reagieren Weltszenario. Die Wirtschaftskraft allein rechtfertigt keine diplomatische Führungsrolle mehr, und in der Tat fehlt es an Instrumenten und Fähigkeiten, um die Vorrechte internationaler Akteure wahrzunehmen. Es ist der Wirtschaftssektor, der die unmittelbarsten Verluste verzeichnet. In einem Kontext, in dem die Energieversorgung eines der wichtigsten Szenarien ist, das Migrationsproblem jedoch auch einem Instrument der Kontrolle und Erpressung unterliegt, führt die Nichtbeanspruchung seiner globalen Rolle zu einem Rückschlag von Bedeutung und Wichtigkeit. das kann nicht scheitern, die Ursachen für die Änderung der internen Salden zu reflektieren. Europa muss sich daher beeilen, um den verlorenen Boden wiederzugewinnen, die skeptischen Nationen und Regierungen beiseite zu lassen und auch über eine Verfassung mit variabler Integration auf der Grundlage gemeinsamer Ziele nachzudenken, ohne Zeit und Ressourcen mit nicht überzeugten Mitgliedern und Bürgern zu verschwenden kooperativ über eine stärkere Integration, bis hin zur Vorstellung tiefgreifend veränderter Mitgliedschaftskriterien, genau in Abhängigkeit von neuen internationalen Bedürfnissen. Die diplomatische Aktion allein garantiert im Moment nicht die angemessene internationale Relevanz, und für diejenigen, die wissen, wie viel, erscheinen selbst Organisationen wie das Atlantische Bündnis in diesem Moment veraltet: Es wird eine kontinentale Autonomie benötigt, die für die Ausübung immer notwendiger erscheint du gehst über die Grenzen hinaus, nur um sie zu schützen.

L'Europe ne peut plus se limiter à une action diplomatique sur la scène internationale

La récente action militaire américaine, sur le territoire irakien, ne représente que le dernier épisode de l'évolution globale de la politique internationale, passée de l'usage prééminent de la phase diplomatique à la phase militaire et est la conséquence logique de l'abandon, en fait, d'une vision supranational en particulier sur la résolution des crises. L'affirmation d'intérêts particuliers sur des intérêts généraux est passée d'une application à la politique intérieure, surtout grâce aux visions politiques souveraines et liées à des réalités spécifiques bien identifiables territorialement, à la politique étrangère avec les modalités de règlement des conflits à travers les intérêts particuliers des pays tiers en ce qui concerne les intérêts particuliers des entités étatiques individuelles, qui n'ont pas la possibilité de résoudre de manière autonome le problème éventuel. Le cas le plus évident, parmi les nombreux présents sur la scène internationale, est celui de la Syrie où le gouvernement en place, bien que l'expression d'une dictature, a pu résoudre ses problèmes grâce au soutien de la Russie et de l'Iran, qui sont intervenus pour protéger la intérêts géopolitiques propres. Le cas le plus récent et le plus récent est celui de la Libye, où les deux factions combattantes sont soutenues par des acteurs extérieurs, par le recours à la force, elles ont pratiquement remplacé les nations de référence, car celles-ci se limitaient à une action diplomatique, insuffisante contre interventions militaires. L'orientation vers ces solutions et interventions semble être un chemin emprunté par les grandes puissances, c'est désormais une attitude quasi globale qui doit être reconnue sans délai, si vous voulez quand même avoir un rôle pertinent dans le scénario international. Cela est vrai des organisations supranationales telles que l'Union européenne et des organisations internationales telles que les Nations Unies. En ce qui concerne l'Europe, il est clair qu'il ne suffit plus de viser l'exportation d'un modèle démocratique à travers ses propres valeurs et par le simple exercice diplomatique, ce qui est également insuffisant pour protéger ses intérêts sur la scène internationale, ainsi que pour éviter les crises. humanitaire. Pris individuellement, les États européens ont un très faible pouvoir de négociation, entre autres c'est la principale cible des alliés, les États-Unis, et des opposants, la Russie, pas même les nations les plus importantes comme l'Allemagne et la France ne peuvent opposer une stratégie valable à cet état de fait si ils agissent seuls. L'absence d'objectifs partagés, dans un cadre réglementaire insuffisant, place l'Union européenne dans un état d'infériorité face aux défis actuels et dans une position d'infériorité vis-à-vis des acteurs internationaux qui ont franchi la phase diplomatique de résolution des crises. L'absence d'une politique étrangère commune est le premier point faible qui traîne depuis des années sans être résolu. La situation actuelle n'est pas venue soudainement, mais s'est développée au fil du temps, qui ne s'est accélérée que de manière prévisible. Le fait que les membres de l'Union soient divisés sur des questions fondamentales et que Bruxelles ne dispose pas des outils d'une action incisive, comme l'armée européenne commune, ne fait que démontrer l'insuffisance des processus de décision, désormais inadaptés et trop lents pour répondre aux besoins des scénario mondial. La puissance économique à elle seule ne justifie plus un rôle diplomatique de premier plan et, en effet, les outils et les compétences pour exercer les prérogatives comme les acteurs internationaux font défaut, c'est le secteur économique qui enregistre les pertes les plus immédiates. Dans un contexte où l'approvisionnement énergétique est l'un des scénarios les plus importants, mais où le problème de la migration est également soumis à un instrument de contrôle et de chantage, le fait de ne pas pouvoir revendiquer son rôle mondial entraîne un revers d'importance et d'importance, cela ne peut manquer de refléter les causes de l'altération des équilibres internes. L'Europe doit donc se dépêcher de récupérer le terrain perdu, en laissant de côté les nations et les gouvernements sceptiques et commencer à réfléchir à une constitution à intégration variable basée sur des objectifs communs, sans perdre de temps et de ressources avec des membres non convaincus et collaboration sur une plus grande intégration, jusqu'à imaginer des critères d'adhésion profondément modifiés, précisément en fonction des nouveaux besoins internationaux. L'action diplomatique à elle seule ne garantit pas, pour le moment et pour ceux qui savent combien, la pertinence internationale adéquate, en revanche même des organisations comme l'Alliance atlantique apparaissent, en ce moment dépassées: une autonomie continentale est nécessaire qui apparaît de plus en plus nécessaire à exercer vous allez au-delà des frontières juste pour les protéger.

A Europa não pode mais se limitar à ação diplomática no cenário internacional

A recente ação militar americana, no território iraquiano, representa apenas o último episódio da evolução global da política internacional, passada do uso preeminente da fase diplomática à militar, e é a consequência lógica do abandono, de fato, de uma visão supranacional, especialmente na resolução de crises. A afirmação de interesses particulares sobre os gerais passou de uma aplicação à política interna, sobretudo graças às visões políticas soberanas e relacionadas a realidades específicas que podem ser bem identificadas territorialmente, à política externa com as modalidades de solução de conflitos através dos interesses particulares de países terceiros. com respeito a interesses particulares de entidades estatais individuais, que não têm a possibilidade de resolução autônoma do problema contingente. O caso mais evidente, entre os muitos presentes no cenário internacional, foi o da Síria, onde o governo em exercício, embora expressando uma ditadura, conseguiu resolver seus problemas graças ao apoio da Rússia e do Irã, que interveio para proteger a interesses geopolíticos próprios. O caso mais recente e atual é o da Líbia, onde as duas facções combatentes são apoiadas por atores externos, através do uso da força praticamente substituíram as nações de referência, porque se limitavam a uma ação diplomática, insuficiente contra intervenções militares. A orientação para essas soluções e intervenções parece ser um caminho adotado pelas grandes potências; agora é uma atitude quase global que deve ser reconhecida sem demora, se você ainda deseja ter um papel relevante no cenário internacional. Isso vale para organizações supranacionais, como a União Européia, e organizações internacionais, como as Nações Unidas. No que diz respeito à Europa, fica claro que não é mais suficiente almejar a exportação de um modelo democrático por meio dos próprios valores e com o mero exercício diplomático e isso também é insuficiente para proteger os interesses da pessoa no cenário internacional, assim como para evitar crises. humanitária. Tomados individualmente, os estados europeus têm um poder de negociação muito baixo; entre outras coisas, esse é o principal alvo dos aliados, dos EUA e dos oponentes, da Rússia, nem mesmo das nações mais importantes, como Alemanha e França, que podem se opor a uma estratégia válida para esse estado de coisas. eles agem sozinhos. A falta de objetivos compartilhados, em um quadro regulatório insuficiente, coloca a União Europeia em um estado de inferioridade em relação aos desafios atuais e em uma posição de inferioridade em relação aos atores internacionais que passaram na fase diplomática para a resolução de crises. A ausência de uma política externa comum é o primeiro ponto fraco que se arrasta há anos sem ser resolvido. A situação atual não veio de repente, mas se desenvolveu ao longo do tempo, que só se acelerou de maneira previsível. O fato de os membros da União estarem divididos em questões fundamentais e Bruxelas não dispor de ferramentas para ações incisivas, como o exército europeu comum, demonstra apenas a inadequação dos processos de tomada de decisão, agora inadequados e lentos demais para responder às necessidades dos países. cenário mundial. Somente o poder econômico não justifica mais um papel diplomático de liderança e, de fato, as ferramentas e habilidades para exercer as prerrogativas em falta de atores internacionais, é o setor econômico que registra as perdas mais imediatas. Em um contexto em que o suprimento de energia é um dos cenários mais importantes, mas o problema da migração também está sujeito a um instrumento de controle e chantagem, não poder reivindicar seu papel global causa um revés de importância e importância, que não pode deixar de refletir as causas da alteração dos saldos internos. A Europa, portanto, deve se apressar para recuperar o terreno perdido, deixando de lado as nações e governos céticos e também começar a pensar em uma constituição com integração variável baseada em propósitos compartilhados, sem perder tempo e recursos com membros não-convencidos e colaborativo sobre uma maior integração, até imaginar critérios de associação profundamente alterados, precisamente em função das novas necessidades internacionais. A ação diplomática por si só não garante, no momento e para quem sabe, a pertinência internacional adequada; por outro lado, até organizações como a Aliança Atlântica aparecem, neste momento desatualizadas: é necessária uma autonomia continental que parece cada vez mais necessária para exercer você vai além das fronteiras apenas para protegê-las.

Европа больше не может ограничиваться дипломатическими действиями на международной арене

Недавние американские военные действия на иракской территории представляют собой лишь последний эпизод глобальной эволюции международной политики, перешедший от преимущественного использования дипломатической фазы к военной и являющийся логическим следствием отказа, фактически, от видения наднациональный особенно в разрешении кризиса. Утверждение особых интересов над общими перешло от применения к внутренней политике, прежде всего благодаря суверенным политическим взглядам и связанным с конкретными реальностями, которые четко определены территориально, с внешней политикой с моделями разрешения конфликтов через особые интересы третьих стран. применительно к конкретным интересам отдельных государственных образований, которые не имеют возможности автономного решения условной проблемы. Наиболее очевидным случаем среди многих присутствующих на международной арене был сирийский случай, когда действующее правительство, хотя и являлось выражением диктатуры, смогло решить свои проблемы благодаря поддержке России и Ирана, которые вмешались, чтобы защитить собственные геополитические интересы. Самым последним и текущим случаем является случай Ливии, где две боевые группировки поддерживаются внешними действующими лицами, посредством применения силы они практически вытеснили эталонные страны, поскольку они были ограничены дипломатическими действиями, недостаточными против военные интервенции. Ориентация на эти решения и вмешательства, кажется, является дорогой, которую вели великие державы, теперь это почти глобальный подход, который должен быть признан без промедления, если вы все еще хотите играть важную роль в международном сценарии. Это верно для наднациональных организаций, таких как Европейский Союз, и международных организаций, таких как Организация Объединенных Наций. Что касается Европы, то ясно, что уже недостаточно стремиться к экспорту демократической модели через собственные ценности и просто дипломатическим упражнением, и этого также недостаточно для защиты своих интересов на международной арене, а также для избежания кризисов. гуманист. В целом, европейские государства имеют очень низкую рыночную власть, в том числе это является главной целью союзников, США и противников, России, даже самые важные страны, такие как Германия и Франция, не могут противопоставить действительную стратегию этому положению дел, если они действуют в одиночку. Отсутствие общих целей в недостаточной нормативно-правовой базе ставит Европейский Союз в состояние неполноценности по отношению к текущим вызовам и в положение неполноценности по отношению к международным субъектам, прошедшим дипломатическую фазу урегулирования кризисов. Отсутствие общей внешней политики - это первое слабое место, которое тянулось годами без разрешения. Нынешняя ситуация возникла не внезапно, а со временем, которая только предсказуемо ускорилась. Тот факт, что члены Союза разделены по фундаментальным вопросам, а у Брюсселя нет инструментов для резких действий, таких как общая европейская армия, лишь демонстрирует неадекватность процессов принятия решений, которые сейчас не подходят и слишком медлительны, чтобы отвечать потребностям мировой сценарий. Одна только экономическая мощь больше не оправдывает ведущую дипломатическую роль, и, наоборот, инструменты и навыки для осуществления прерогатив, поскольку международные игроки отсутствуют, - именно экономический сектор несет самые непосредственные потери. В условиях, когда энергоснабжение является одним из наиболее важных сценариев, но где проблема миграции также подлежит контролю и шантажу, неспособность заявить о своей глобальной роли приводит к снижению важности и важности, это не может не отражать причины изменения внутренних балансов. Поэтому Европа должна спешить восстановить утраченные позиции, оставив в стороне скептически настроенные страны и правительства, а также начать думать о конституции с переменной интеграцией, основанной на общих целях, не тратя время и ресурсы на неубежденных членов и совместная работа для большей интеграции, вплоть до представления глубоко измененных критериев членства, именно в зависимости от новых международных потребностей. Одни только дипломатические действия не гарантируют, в настоящее время и для тех, кто знает, сколько, адекватная международная значимость, с другой стороны, также кажутся устаревшими такие организации, как Атлантический альянс: необходима континентальная автономия, которая становится все более необходимой для осуществления Вы выходите за границы, чтобы защитить их.