Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 22 agosto 2018

Trump elimina gli aiuti economici per la Siria

La decisione del presidente Trump di azzerare i fondi destinati alla ricostruzione della Siria rischia di aprire nuovi scenari per il medio oriente, con ripercussioni anche sull’Europa ed il problema delle migrazioni. I finanziamenti, di circa tre miliardi di dollari, decisi da entrambi i partiti statunitensi,  erano diretti ad opere civili, come il ripristino degli acquedotti, la rimozione delle macerie e le operazioni di bonifica dagli ordigni, dei territori siriani settentrionali ed orientali; il fine era quello di cancellare la presenza dello Stato islamico e favorire il rientro dei profughi fuggiti in Europa. Pur non trattandosi di finanziamenti sufficienti per la ricostruzione di un paese appena uscito da un lungo conflitto, gli aiuti erano considerati un atto politico per contrastare l’influenza della Russia sul paese siriano e non lasciarne a Mosca la presenza esclusiva. Il ritiro degli aiuti è percepito come un tradimento, da quella parte di paese siriano che aveva lottato anche contro la dittatura di Assad e che aveva sperato in un sostegno, anche militare da parte di Washington, per potere insediare una democrazia. In realtà il tradimento americano era già iniziato con Obama ed il comportamento di Trump ne è una conseguenza. Trump, con questo provvedimento, intende però lanciare un segnale concreto del disimpegno americano verso quei scenari che non rientrano negli intreressi strategici dell’attuale amministrazione. Per ora si tratta di un allontanamento che riguarda gli aiuti economici, ma in futuro riguarderà l’impegno militare diretto. L’intenzione americana è quella di coinvolgere direttamente sul terreno gli stati che hanno interessi  in ambito regionale, in sostanza Trump afferma che gli USA non si impegneranno più in maniera diretta al posto di paesi alleati per tutelarne le ambizioni geopolitiche. Il caso contingente prevede che nel medio oriente il coinvolgimento riguardi gli eserciti dei paesi del Golfo, che pur restando alleati degli USA, devono rendersene indipendenti. Nel caso specifico sarà interesante vedere l’evoluzione di questa politica in un’area che ha come protagonista l’Iran, principale nemico dell’Arabia Saudita. La questione non è secondaria perchè gli equilibri che Trump vuole affidare ai paesi arabi riguardano anche Washington e le forze armate dei paesi del Golfo non sembrano certo all’altezza di potere gestire situazioni da cui gli stessi americani sono usciti con difficoltà. D’altra parte, però questa direzione del disimpegno rientra nei programmi elettorali che Trump ha enunciato ancora prima di diventare presidente. Anche verso l’Europa e nei confronti dell’Alleanza Atlantica il fastidio di Trump verso la scarsa collaborazione degli alleati, si è manifestata più volte. Bisogna riconoscere però, che fino ad ora, il sistema burocratico e militare americano aveva costituito una sorta di bilanciamento dei voleri del presidente, riuscendone a limitare l’azione. La sospensione degli aiuti verso la Siria non significa che Trump abbia vinto la sua battaglia imponendo totalmente la sua linea politica, ma segna però una significativa affermazione, perchè ha cancellato un provvedimento condiviso dai due schieramenti politici. Un aspetto non secondario, che sembra assumere connotati strategici, è rappresentato dalle ricadute che questo provvedimento assumerà per una Europa già dilaniata dalla discussione interna sulla questione migratoria. Uno dei possibili effetti degli aiuti era proprio quello di determinare il rientro dei profughi siriani verso il loro paese, alleggerendo così la pressione su paesi europei sempre più insofferenti verso gli immigrati. Negando gli aiuti Trump contribuisce alla divisione dell’Unione, un obiettivo che si è dato più volte per frantumare il soggetto economico ritenuto più pericoloso. Il presidente USA preferirebbe avere un maggiore potere contrattuale nelle trattative, negoziando con i singoli stati piuttosto che con Bruxelles; del resto questo obiettivo è condiviso da Putin, che dopo la decisione americana ha subito richiesto all’Unione un maggiore sforzo per sostenere la Siria, ben sapendo di suscitare la contrarietà dei populisti e dei paesi che appartenevano al blocco sovietico. Appare evidente da questi segnali, che l’Europa deve sempre più cercare un proprio ruolo autonomo sganciato dalla logica delle potenze esterne, nelle quali deve rientrare anche la Cina, che può andare bene soltanto come partner economico.   


Trump eliminates economic aid for Syria

The decision by President Trump to cancel the funds destined for the reconstruction of Syria risks opening up new scenarios for the Middle East, with repercussions also on Europe and the problem of migration. The loans, of about three billion dollars, decided by both the US parties, were directed to civil works, such as the restoration of the aqueducts, the removal of the rubble and the reclamation operations from the ordnance of the northern and eastern Syrian territories; the aim was to cancel the presence of the Islamic State and encourage the return of refugees who had fled to Europe. Although not enough funding for the reconstruction of a country that has just come out of a long conflict, aid was considered a political act to counter Russia's influence on the Syrian country and not leave its exclusive presence in Moscow. The withdrawal of aid is perceived as a betrayal, from that part of the Syrian country that had also fought against the dictatorship of Assad and had hoped for a support, including military support from Washington, to be able to establish a democracy. In reality, American betrayal had already begun with Obama and Trump's behavior is a consequence. With this provision, Trump intends, however, to send a concrete signal of American disengagement towards those scenarios that do not fall within the strategic interests of the current administration. For now it is a move away from economic aid, but in the future it will concern direct military engagement. The American intention is to directly involve states that have interests in the region on the ground, in essence Trump says that the US will no longer engage directly in the place of allied countries to protect its geopolitical ambitions. The contingent case foresees that in the Middle East the involvement concerns the armies of the Gulf countries, which although remaining allies of the USA, must make them independent. In the specific case it will be interesting to see the evolution of this policy in an area that has Iran as its main enemy of Saudi Arabia. The question is not secondary because the balance that Trump wants to entrust to the Arab countries also concern Washington and the armed forces of the Gulf countries do not seem able to handle situations where the Americans came out with difficulty. On the other hand, however, this direction of disengagement is part of the electoral programs that Trump enunciated even before becoming president. Also towards Europe and towards the Atlantic Alliance, Trump's annoyance towards the lack of collaboration of the allies has manifested itself many times. It must be recognized, however, that until now, the American bureaucratic and military system had been a sort of balancing of the president's wishes, succeeding in limiting action. The suspension of aid to Syria does not mean that Trump has won his battle by totally imposing his political line, but it marks a significant affirmation, because it has canceled a provision shared by the two political parties. A non-secondary aspect, which seems to assume strategic characteristics, is represented by the effects that this provision will take on a Europe already torn apart by internal discussion on the migration issue. One of the possible effects of the aid was precisely that of determining the return of Syrian refugees to their country, thus easing the pressure on European countries increasingly impatient towards immigrants. By denying the aid, Trump contributes to the division of the Union, a goal which has repeatedly been set to break up the most dangerous economic entity. The US president would prefer to have more bargaining power in negotiations, negotiating with individual states rather than Brussels; moreover, this objective is shared by Putin, who after the American decision immediately requested the Union a greater effort to support Syria, knowing full well how to arouse the opposition of the populists and of the countries that belonged to the Soviet bloc. It is clear from these signs that Europe must increasingly look for its own autonomous role that is disconnected from the logic of external powers, which also includes China, which can only be used as an economic partner.

Trump elimina la ayuda económica para Siria

La decisión del presidente Trump de cancelar los fondos destinados a la reconstrucción de Siria amenaza con abrir nuevos escenarios para Oriente Medio, con repercusiones también en Europa y el problema de la migración. Los préstamos, de unos tres mil millones de dólares, decididos por ambas partes de los Estados Unidos se dirigieron a la obra civil, tales como la restauración de los suministros de agua, operaciones de remoción de escombros y remoción de artefactos explosivos, los territorios del norte y este de Siria; el objetivo era cancelar la presencia del Estado Islámico y alentar el regreso de los refugiados que habían huido a Europa. A pesar de que no hay suficientes fondos para la reconstrucción de países que salen de un largo conflicto, la ayuda se considera un acto político para contrarrestar la influencia de Rusia en el país de Siria y no a salir de Moscú la presencia exclusiva. La retirada de la ayuda se percibe como una traición, ya que esa parte de la tierra de Siria, que también había luchado contra la dictadura de Assad y que había esperado de apoyo, incluidos los militares de Washington para establecer un poder de la democracia. En realidad, la traición estadounidense ya había comenzado con Obama y el comportamiento de Trump es una consecuencia. Con esta disposición, Trump tiene la intención, sin embargo, de enviar una señal concreta de desconexión estadounidense hacia aquellos escenarios que no entran dentro de los intereses estratégicos de la administración actual. Por ahora es un alejamiento de la ayuda económica, pero en el futuro se tratará de un compromiso militar directo. La intención estadounidense es participar directamente en los estados fundamentales con intereses en la región, en cuanto al fondo Trump dice que los EE.UU. no participar más directamente en lugar de los países aliados para proteger las ambiciones geopolíticas. El caso contingente prevé que en Medio Oriente la participación concierne a los ejércitos de los países del Golfo, que aunque son aliados de los Estados Unidos, deben hacerlos independientes. En el caso específico, será interesante ver la evolución de esta política en un área que tiene a Irán como su principal enemigo de Arabia Saudita. La pregunta no es secundaria porque el equilibrio que Trump quiere confiar a los países árabes también concierne a Washington y las fuerzas armadas de los países del Golfo no parecen capaces de manejar situaciones en las que los estadounidenses salieron con dificultad. Por otro lado, sin embargo, esta dirección de desvinculación es parte de los programas electorales que Trump enunció incluso antes de convertirse en presidente. También hacia Europa y hacia la Alianza Atlántica, la molestia de Trump hacia la falta de colaboración de los aliados se ha manifestado muchas veces. Debe reconocerse, sin embargo, que hasta ahora, el sistema burocrático y militar estadounidense había sido una especie de equilibrio de los deseos del presidente, teniendo éxito en limitar la acción. La suspensión de la ayuda a Siria no significa que Trump ha ganado su batalla imponer totalmente su línea política, pero, sin embargo, supone una declaración significativa, ya que ha despejado una medida compartida por los dos campos políticos. Un aspecto no secundario, que parece asumir características estratégicas, está representado por los efectos que esta disposición tendrá en una Europa ya desgarrada por una discusión interna sobre el tema de la migración. Uno de los posibles efectos de la ayuda fue precisamente el de determinar el regreso de los refugiados sirios a su país, aliviando así la presión sobre los países europeos cada vez más impacientes con los inmigrantes. Al denegar la ayuda, Trump contribuye a la división de la Unión, un objetivo que se ha establecido repetidamente para dividir a la entidad económica más peligrosa. El presidente de Estados Unidos preferiría tener más poder de negociación en las negociaciones, negociando con estados individuales en lugar de Bruselas; de hecho esta es compartida por Putin, que inmediatamente después de la decisión estadounidense llevó a la Unión un mayor esfuerzo para ayudar a Siria, a sabiendas de despertar la oposición de los populistas y los países que pertenecieron al bloque soviético. De estos signos se desprende claramente que Europa debe buscar cada vez más su propio papel autónomo que está desconectado de la lógica de los poderes externos, que también incluye a China, que solo puede utilizarse como socio económico.

Trump beseitigt Wirtschaftshilfe für Syrien

Die Entscheidung von Präsident Trump, die Mittel für den Wiederaufbau Syriens zu streichen, birgt die Gefahr, neue Szenarien für den Nahen Osten zu eröffnen, die sich auch auf Europa und das Problem der Migration auswirken. Die Darlehen, von etwa drei Milliarden US-Dollar, die von den beiden US-Parteien beschlossen wurden Bauarbeit gerichtet, wie die Wiederherstellung der Wasserversorgung, die Beseitigung von Schutt und Kampfmittelräumung Operationen, die nördlichen und östlichen syrischen Gebiete; Ziel war es, die Präsenz des Islamischen Staates zu beenden und die Rückkehr von Flüchtlingen, die nach Europa geflohen waren, zu fördern. Obwohl die Finanzierung für den Wiederaufbau eines Landes, das gerade aus einem langen Konflikt herausgekommen ist, nicht ausreicht, wurde die Hilfe als politischer Akt betrachtet, um Russlands Einfluss auf das syrische Land zu bekämpfen und seine exklusive Präsenz in Moskau nicht zu verlassen. Der Abzug der Beihilfe wird als Verrat empfunden, da dieser Teil des syrischen Land, das auch gegen die Diktatur des Assad gekämpft hatte und dass er für die Unterstützung gehofft hatte, einschließlich der militärischen von Washington eine Demokratie Macht zu etablieren. In Wirklichkeit hatte der amerikanische Verrat bereits mit Obama begonnen und Trumps Verhalten ist eine Konsequenz. Mit dieser Bestimmung beabsichtigt Trump jedoch, ein konkretes Signal für den Rückzug der USA in jene Szenarien zu senden, die nicht zu den strategischen Interessen der derzeitigen Regierung gehören. Vorerst ist es eine Abkehr von der Wirtschaftshilfe, aber in Zukunft wird es um das direkte militärische Engagement gehen. Die amerikanische Absicht ist, Staaten direkt einzubeziehen, die Interessen in der Region vor Ort haben, im Wesentlichen sagt Trump, dass die USA nicht mehr direkt in den verbündeten Ländern eingreifen werden, um ihre geopolitischen Ambitionen zu schützen. Der Kontingentfall sieht vor, dass die Beteiligung im Nahen Osten die Armeen der Golfstaaten betrifft, die, obwohl sie noch Verbündete der USA sind, sie unabhängig machen müssen. Im konkreten Fall wird es interessant sein, die Entwicklung dieser Politik in einem Bereich zu sehen, in dem der Iran der Hauptfeind Saudi-Arabiens ist. Die Frage ist nicht zweitrangig, denn das Gleichgewicht, das Trump den arabischen Ländern anvertrauen will, betrifft auch Washington, und die Streitkräfte der Golfstaaten scheinen nicht in der Lage zu sein, mit Situationen umzugehen, in denen die Amerikaner Schwierigkeiten hatten. Auf der anderen Seite ist diese Richtung der Abkopplung Teil der Wahlprogramme, die Trump bereits vor seinem Amtsantritt formuliert hatte. Auch gegenüber Europa und gegenüber dem atlantischen Bündnis hat sich Trumps Ärger über die mangelnde Zusammenarbeit der Alliierten mehrfach manifestiert. Es muss jedoch anerkannt werden, dass bis jetzt das amerikanische bürokratische und militärische System eine Art Gleichgewicht zwischen den Wünschen des Präsidenten darstellte und es ihm gelang, die Maßnahmen einzuschränken. Die Aussetzung der Hilfe für Syrien bedeutet nicht, dass Trump seinen Kampf gewonnen hat, indem er seine politische Linie völlig durchgesetzt hat, aber es markiert eine bedeutende Bestätigung, weil es eine Bestimmung annulliert hat, die von den zwei politischen Parteien geteilt wird. Ein nicht sekundärer Aspekt, der strategische Merkmale anzunehmen scheint, wird durch die Auswirkungen dieser Bestimmung auf ein Europa dargestellt, das bereits durch interne Diskussionen über das Migrationsthema auseinandergerissen wurde. Eine der möglichen Auswirkungen der Hilfe war genau die Bestimmung der Rückkehr syrischer Flüchtlinge in ihr Land, wodurch der Druck auf die zunehmend ungeduldigen europäischen Länder gegenüber Einwanderern verringert wurde. Indem Trump die Hilfe verweigert, trägt er zur Teilung der Union bei, ein Ziel, das wiederholt dazu geschaffen wurde, die gefährlichste Wirtschaftseinheit zu zerschlagen. Der US-Präsident würde bei Verhandlungen lieber Verhandlungsmacht haben und lieber mit einzelnen Staaten als mit Brüssel verhandeln. in der Tat ist dies durch Putin geteilt, die nach der amerikanischen Entscheidung unverzüglich der Union eine größere Anstrengungen unternommen, um Syrien zu unterstützen, wohl wissend, den Widerstand der Populisten und die Länder zu wecken, die dem Ostblock gehörte. Aus diesen Zeichen geht klar hervor, dass Europa zunehmend nach einer eigenen autonomen Rolle suchen muss, die von der Logik der externen Mächte abgekoppelt ist, zu denen auch China gehört, das nur als Wirtschaftspartner eingesetzt werden kann.

Trump élimine l'aide économique pour la Syrie

La décision du président Trump d'annuler les fonds destinés à la reconstruction de la Syrie risque d'ouvrir de nouveaux scénarios pour le Moyen-Orient, avec des répercussions également sur l'Europe et le problème de la migration. Les prêts, d'environ trois milliards de dollars, décidés par les deux parties américaines, visaient des travaux de génie civil, tels que la restauration des aqueducs, l'enlèvement des décombres et les opérations de récupération des munitions des territoires syriens du nord et de l'est; le but était d'annuler la présence de l'État islamique et d'encourager le retour des réfugiés qui avaient fui vers l'Europe. Bien que le financement ne soit pas suffisant pour la reconstruction d'un pays qui vient de sortir d'un long conflit, l'aide était considérée comme un acte politique pour contrer l'influence de la Russie sur le pays syrien et ne pas laisser sa présence exclusive à Moscou. Le retrait de l'aide est perçu comme une trahison de la part du pays syrien qui a également lutté contre la dictature d'Assad et qui espérait un soutien, y compris un soutien militaire de Washington, pour pouvoir établir une démocratie. En réalité, la trahison américaine avait déjà commencé avec Obama et le comportement de Trump est une conséquence. Avec cette disposition, Trump a toutefois l’intention d’envoyer un signal concret de désengagement des États-Unis vis-à-vis des scénarios qui ne relèvent pas des intérêts stratégiques de l’administration actuelle. Pour le moment, il s’agit d’une dérogation à l’aide économique, mais à l’avenir, il s’agira d’un engagement militaire direct. L'intention américaine est d'impliquer directement les États qui ont des intérêts dans la région sur le terrain. En résumé, Trump affirme que les États-Unis ne s'engageront plus directement à la place des pays alliés pour protéger leurs ambitions géopolitiques. Le cas contingent prévoit qu'au Moyen-Orient, l'implication concerne les armées des pays du Golfe, qui, tout en restant alliées des États-Unis, doivent les rendre indépendantes. Dans le cas spécifique, il sera intéressant de voir l'évolution de cette politique dans une région où l'Iran est le principal ennemi de l'Arabie saoudite. La question n’est pas secondaire car l’équilibre que Trump veut confier aux pays arabes concerne également Washington et les forces armées des pays du Golfe ne semblent pas en mesure de faire face aux situations où les Américains sont sortis avec difficulté. Par contre, cette direction de désengagement fait partie des programmes électoraux que Trump a énoncés avant même de devenir président. De même, vis-à-vis de l'Europe et de l'Alliance atlantique, l'agacement de Trump face au manque de collaboration des alliés s'est manifesté à maintes reprises. Il faut cependant reconnaître que, jusqu'à présent, le système bureaucratique et militaire américain avait été une sorte d'équilibre entre les souhaits du président et avait réussi à limiter l'action. La suspension de l'aide à la Syrie ne signifie pas que Trump a gagné sa bataille en imposant totalement sa ligne politique, mais cela marque une affirmation significative, car elle a annulé une disposition partagée par les deux partis politiques. Un aspect non secondaire, qui semble revêtir des caractéristiques stratégiques, est représenté par les effets que cette disposition aura sur une Europe déjà déchirée par un débat interne sur la question des migrations. L’un des effets possibles de l’aide était précisément de déterminer le retour des réfugiés syriens dans leur pays, allégeant ainsi la pression sur les pays européens de plus en plus impatients à l’égard des immigrants. En refusant l’aide, Trump contribue à la division de l’Union, un objectif qui a été maintes fois assigné à briser l’entité économique la plus dangereuse. Le président américain préférerait avoir plus de pouvoir de négociation dans les négociations, en négociant avec les États individuels plutôt qu'avec Bruxelles; de plus, cet objectif est partagé par Poutine qui, après la décision américaine, a immédiatement demandé à l'Union un plus grand effort pour soutenir la Syrie, sachant très bien comment susciter l'opposition des populistes et des pays appartenant au bloc soviétique. Ces signes montrent clairement que l'Europe doit de plus en plus chercher son propre rôle autonome, déconnecté de la logique des puissances extérieures, qui inclut également la Chine, qui ne peut être utilisée que comme partenaire économique.

Trump elimina ajuda econômica para a Síria

A decisão do presidente Trump de cancelar os fundos destinados à reconstrução da Síria corre o risco de abrir novos cenários para o Oriente Médio, com repercussões também na Europa e no problema da migração. Os empréstimos, de cerca de três bilhões de dólares, decididos por ambas as partes norte-americanas, foram destinados a obras civis, como a restauração dos aquedutos, a remoção dos escombros e as operações de recuperação das artilharias dos territórios norte e leste da Síria; o objetivo era cancelar a presença do Estado Islâmico e incentivar o retorno de refugiados que haviam fugido para a Europa. Embora não haja fundos suficientes para a reconstrução de um país que acabou de sair de um longo conflito, a ajuda foi considerada um ato político para conter a influência da Rússia no país sírio e não deixar sua presença exclusiva em Moscou. A retirada da ajuda é vista como uma traição, da parte do país sírio que também lutou contra a ditadura de Assad e esperava por um apoio, incluindo apoio militar de Washington, para estabelecer uma democracia. Na realidade, a traição americana já havia começado com Obama e o comportamento de Trump é uma consequência. Com essa disposição, Trump pretende, no entanto, enviar um sinal concreto de desmembramento americano em direção aos cenários que não se enquadram nos interesses estratégicos da atual administração. Por enquanto, é um afastamento da ajuda econômica, mas no futuro ela se refere ao envolvimento militar direto. A intenção americana é envolver diretamente os estados que têm interesses na região, em essência Trump diz que os EUA não mais se envolverão diretamente no lugar dos países aliados para proteger suas ambições geopolíticas. O caso contingente prevê que, no Oriente Médio, o envolvimento diz respeito aos exércitos dos países do Golfo, que, embora permaneçam aliados dos EUA, devem torná-los independentes. No caso específico, será interessante ver a evolução dessa política em uma área que tem o Irã como seu principal inimigo da Arábia Saudita. A questão não é secundária porque o equilíbrio que Trump quer confiar aos países árabes também diz respeito a Washington e as forças armadas dos países do Golfo não parecem capazes de lidar com situações em que os americanos saíram com dificuldade. Por outro lado, no entanto, essa direção de desligamento faz parte dos programas eleitorais que Trump enunciou antes mesmo de se tornar presidente. Também em relação à Europa e à Aliança Atlântica, o aborrecimento de Trump em relação à falta de colaboração dos aliados manifestou-se muitas vezes. Deve-se reconhecer, no entanto, que até agora, o sistema burocrático e militar americano tinha sido uma espécie de equilíbrio entre os desejos do presidente, conseguindo limitar a ação. A suspensão da ajuda à Síria não significa que Trump tenha vencido sua batalha impondo totalmente sua linha política, mas marca uma afirmação significativa, porque cancelou uma disposição compartilhada pelos dois partidos políticos. Um aspecto não secundário, que parece assumir características estratégicas, é representado pelos efeitos que esta disposição terá numa Europa já dilacerada pela discussão interna sobre a questão da migração. Um dos possíveis efeitos da ajuda foi precisamente o de determinar o retorno dos refugiados sírios ao seu país, diminuindo assim a pressão sobre os países europeus cada vez mais impacientes em relação aos imigrantes. Ao negar a ajuda, Trump contribui para a divisão da União, uma meta que foi repetidamente definida para romper a entidade econômica mais perigosa. O presidente dos EUA preferiria ter mais poder de barganha nas negociações, negociando com estados individuais em vez de Bruxelas; Além disso, este objetivo é compartilhado por Putin, que após a decisão americana imediatamente solicitou à União um maior esforço para apoiar a Síria, sabendo muito bem como despertar a oposição dos populistas e dos países que pertenciam ao bloco soviético. Fica claro, a partir desses sinais, que a Europa deve cada vez mais buscar seu próprio papel autônomo, desconectado da lógica das potências externas, que também inclui a China, que só pode ser usada como parceiro econômico.

Трамп ликвидирует экономическую помощь Сирии

Решение президента Трампа об отмене средств, предназначенных для реконструкции Сирии, рискует открыть новые сценарии для Ближнего Востока, что также скажется на Европе и проблемах миграции. Кредиты в размере около трех миллиардов долларов, принятые обеими партиями США, были направлены на гражданские работы, такие как восстановление акведуков, удаление щебня и мелиоративных операций из боеприпасов северных и восточных сирийских территорий; цель заключалась в отмене присутствия исламского государства и поощрении возвращения беженцев, которые бежали в Европу. Несмотря на недостаточное финансирование для восстановления страны, которая только что вышла из долгого конфликта, помощь была признана политическим актом, направленным на противодействие влиянию России на сирийскую страну и не оставив ее исключительного присутствия в Москве. Изъятие помощи воспринимается как предательство, из той части сирийской страны, которая также боролась против диктатуры Асада, и надеялась на поддержку, в том числе военную поддержку со стороны Вашингтона, с целью установления демократии. На самом деле американское предательство уже началось с Обамы, и поведение Трампа является следствием. С этим положением Трамп намеревается, однако, направить конкретный сигнал об отстранении от участия США в отношении тех сценариев, которые не входят в стратегические интересы нынешней администрации. На данный момент это отход от экономической помощи, но в будущем это будет касаться прямого военного участия. Американское намерение состоит в том, чтобы напрямую вовлечь государства, которые имеют интересы в регионе на местах, по сути Трамп говорит, что США больше не будут участвовать прямо на месте союзнических стран для защиты своих геополитических амбиций. В условном случае предусматривается, что участие на Ближнем Востоке связано с армиями стран Персидского залива, которые, хотя и остаются союзниками США, должны сделать их независимыми. В конкретном случае будет интересно увидеть эволюцию этой политики в районе, где Иран является главным врагом Саудовской Аравии. Вопрос не вторичен, потому что баланс, который Трамп хочет возложить на арабские страны, также касается Вашингтона, и вооруженные силы стран Персидского залива, похоже, не справляются с ситуациями, когда американцы выходили с трудом. С другой стороны, однако, это направление разъединения является частью предвыборных программ, которые Трамп провозгласил еще до того, как стал президентом. Также к Европе и к Атлантическому альянсу раздражение Трампа к отсутствию сотрудничества союзников проявилось много раз. Однако следует признать, что до сих пор американская бюрократическая и военная система была своего рода уравновешиванием пожеланий президента, преуспевая в ограничении действий. Отстранение помощи Сирии не означает, что Трамп выиграл свою битву, полностью навязывая свою политическую линию, но это знаменует собой значительное подтверждение, поскольку оно отменило положение, разделяемое двумя политическими партиями. Не вторичный аспект, который, по-видимому, имеет стратегические характеристики, представлен эффектами, которые это положение возьмет на себя в Европе, уже раздираемой внутренней дискуссией по проблеме миграции. Одним из возможных последствий этой помощи было именно то, что определяло возвращение сирийских беженцев в их страну, что облегчало давление на европейские страны, все более нетерпеливые к иммигрантам. Отказавшись от помощи, Трамп вносит свой вклад в разделение Союза, цель, которая неоднократно ставилась перед тем, чтобы разбить наиболее опасное экономическое образование. Президент США предпочел бы иметь больше переговорных полномочий, вести переговоры с отдельными государствами, а не с Брюсселем; Более того, эту задачу разделяет Путин, который после американского решения немедленно попросил Союз усилить усилия по поддержке Сирии, прекрасно зная, как вызвать оппозицию популистов и стран, принадлежащих к советскому блоку. Из этих признаков видно, что Европа должна все чаще искать свою автономную роль, которая не связана с логикой внешних сил, в которую также входит Китай, который может быть использован только в качестве экономического партнера.