La decisione del presidente Trump di azzerare i fondi destinati alla ricostruzione della Siria rischia di aprire nuovi scenari per il medio oriente, con ripercussioni anche sull’Europa ed il problema delle migrazioni. I finanziamenti, di circa tre miliardi di dollari, decisi da entrambi i partiti statunitensi, erano diretti ad opere civili, come il ripristino degli acquedotti, la rimozione delle macerie e le operazioni di bonifica dagli ordigni, dei territori siriani settentrionali ed orientali; il fine era quello di cancellare la presenza dello Stato islamico e favorire il rientro dei profughi fuggiti in Europa. Pur non trattandosi di finanziamenti sufficienti per la ricostruzione di un paese appena uscito da un lungo conflitto, gli aiuti erano considerati un atto politico per contrastare l’influenza della Russia sul paese siriano e non lasciarne a Mosca la presenza esclusiva. Il ritiro degli aiuti è percepito come un tradimento, da quella parte di paese siriano che aveva lottato anche contro la dittatura di Assad e che aveva sperato in un sostegno, anche militare da parte di Washington, per potere insediare una democrazia. In realtà il tradimento americano era già iniziato con Obama ed il comportamento di Trump ne è una conseguenza. Trump, con questo provvedimento, intende però lanciare un segnale concreto del disimpegno americano verso quei scenari che non rientrano negli intreressi strategici dell’attuale amministrazione. Per ora si tratta di un allontanamento che riguarda gli aiuti economici, ma in futuro riguarderà l’impegno militare diretto. L’intenzione americana è quella di coinvolgere direttamente sul terreno gli stati che hanno interessi in ambito regionale, in sostanza Trump afferma che gli USA non si impegneranno più in maniera diretta al posto di paesi alleati per tutelarne le ambizioni geopolitiche. Il caso contingente prevede che nel medio oriente il coinvolgimento riguardi gli eserciti dei paesi del Golfo, che pur restando alleati degli USA, devono rendersene indipendenti. Nel caso specifico sarà interesante vedere l’evoluzione di questa politica in un’area che ha come protagonista l’Iran, principale nemico dell’Arabia Saudita. La questione non è secondaria perchè gli equilibri che Trump vuole affidare ai paesi arabi riguardano anche Washington e le forze armate dei paesi del Golfo non sembrano certo all’altezza di potere gestire situazioni da cui gli stessi americani sono usciti con difficoltà. D’altra parte, però questa direzione del disimpegno rientra nei programmi elettorali che Trump ha enunciato ancora prima di diventare presidente. Anche verso l’Europa e nei confronti dell’Alleanza Atlantica il fastidio di Trump verso la scarsa collaborazione degli alleati, si è manifestata più volte. Bisogna riconoscere però, che fino ad ora, il sistema burocratico e militare americano aveva costituito una sorta di bilanciamento dei voleri del presidente, riuscendone a limitare l’azione. La sospensione degli aiuti verso la Siria non significa che Trump abbia vinto la sua battaglia imponendo totalmente la sua linea politica, ma segna però una significativa affermazione, perchè ha cancellato un provvedimento condiviso dai due schieramenti politici. Un aspetto non secondario, che sembra assumere connotati strategici, è rappresentato dalle ricadute che questo provvedimento assumerà per una Europa già dilaniata dalla discussione interna sulla questione migratoria. Uno dei possibili effetti degli aiuti era proprio quello di determinare il rientro dei profughi siriani verso il loro paese, alleggerendo così la pressione su paesi europei sempre più insofferenti verso gli immigrati. Negando gli aiuti Trump contribuisce alla divisione dell’Unione, un obiettivo che si è dato più volte per frantumare il soggetto economico ritenuto più pericoloso. Il presidente USA preferirebbe avere un maggiore potere contrattuale nelle trattative, negoziando con i singoli stati piuttosto che con Bruxelles; del resto questo obiettivo è condiviso da Putin, che dopo la decisione americana ha subito richiesto all’Unione un maggiore sforzo per sostenere la Siria, ben sapendo di suscitare la contrarietà dei populisti e dei paesi che appartenevano al blocco sovietico. Appare evidente da questi segnali, che l’Europa deve sempre più cercare un proprio ruolo autonomo sganciato dalla logica delle potenze esterne, nelle quali deve rientrare anche la Cina, che può andare bene soltanto come partner economico.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
mercoledì 22 agosto 2018
Trump eliminates economic aid for Syria
The
decision by President Trump to cancel the funds destined for the
reconstruction of Syria risks opening up new scenarios for the Middle
East, with repercussions also on Europe and the problem of migration. The
loans, of about three billion dollars, decided by both the US parties,
were directed to civil works, such as the restoration of the aqueducts,
the removal of the rubble and the reclamation operations from the
ordnance of the northern and eastern Syrian territories; the aim was to cancel the presence of the Islamic State and encourage the return of refugees who had fled to Europe. Although
not enough funding for the reconstruction of a country that has just
come out of a long conflict, aid was considered a political act to
counter Russia's influence on the Syrian country and not leave its
exclusive presence in Moscow. The
withdrawal of aid is perceived as a betrayal, from that part of the
Syrian country that had also fought against the dictatorship of Assad
and had hoped for a support, including military support from Washington,
to be able to establish a democracy. In reality, American betrayal had already begun with Obama and Trump's behavior is a consequence. With
this provision, Trump intends, however, to send a concrete signal of
American disengagement towards those scenarios that do not fall within
the strategic interests of the current administration. For now it is a move away from economic aid, but in the future it will concern direct military engagement. The
American intention is to directly involve states that have interests in
the region on the ground, in essence Trump says that the US will no
longer engage directly in the place of allied countries to protect its
geopolitical ambitions. The
contingent case foresees that in the Middle East the involvement
concerns the armies of the Gulf countries, which although remaining
allies of the USA, must make them independent. In
the specific case it will be interesting to see the evolution of this
policy in an area that has Iran as its main enemy of Saudi Arabia. The
question is not secondary because the balance that Trump wants to
entrust to the Arab countries also concern Washington and the armed
forces of the Gulf countries do not seem able to handle situations where
the Americans came out with difficulty. On
the other hand, however, this direction of disengagement is part of the
electoral programs that Trump enunciated even before becoming
president. Also
towards Europe and towards the Atlantic Alliance, Trump's annoyance
towards the lack of collaboration of the allies has manifested itself
many times. It
must be recognized, however, that until now, the American bureaucratic
and military system had been a sort of balancing of the president's
wishes, succeeding in limiting action. The
suspension of aid to Syria does not mean that Trump has won his battle
by totally imposing his political line, but it marks a significant
affirmation, because it has canceled a provision shared by the two
political parties. A
non-secondary aspect, which seems to assume strategic characteristics,
is represented by the effects that this provision will take on a Europe
already torn apart by internal discussion on the migration issue. One
of the possible effects of the aid was precisely that of determining
the return of Syrian refugees to their country, thus easing the pressure
on European countries increasingly impatient towards immigrants. By
denying the aid, Trump contributes to the division of the Union, a goal
which has repeatedly been set to break up the most dangerous economic
entity. The
US president would prefer to have more bargaining power in
negotiations, negotiating with individual states rather than Brussels; moreover,
this objective is shared by Putin, who after the American decision
immediately requested the Union a greater effort to support Syria,
knowing full well how to arouse the opposition of the populists and of
the countries that belonged to the Soviet bloc. It
is clear from these signs that Europe must increasingly look for its
own autonomous role that is disconnected from the logic of external
powers, which also includes China, which can only be used as an economic
partner.
Trump elimina la ayuda económica para Siria
La
decisión del presidente Trump de cancelar los fondos destinados a la
reconstrucción de Siria amenaza con abrir nuevos escenarios para Oriente
Medio, con repercusiones también en Europa y el problema de la
migración. Los
préstamos, de unos tres mil millones de dólares, decididos por ambas
partes de los Estados Unidos se dirigieron a la obra civil, tales como
la restauración de los suministros de agua, operaciones de remoción de
escombros y remoción de artefactos explosivos, los territorios del norte
y este de Siria; el objetivo era cancelar la presencia del Estado Islámico y alentar el regreso de los refugiados que habían huido a Europa. A
pesar de que no hay suficientes fondos para la reconstrucción de países
que salen de un largo conflicto, la ayuda se considera un acto político
para contrarrestar la influencia de Rusia en el país de Siria y no a
salir de Moscú la presencia exclusiva. La
retirada de la ayuda se percibe como una traición, ya que esa parte de
la tierra de Siria, que también había luchado contra la dictadura de
Assad y que había esperado de apoyo, incluidos los militares de
Washington para establecer un poder de la democracia. En realidad, la traición estadounidense ya había comenzado con Obama y el comportamiento de Trump es una consecuencia. Con
esta disposición, Trump tiene la intención, sin embargo, de enviar una
señal concreta de desconexión estadounidense hacia aquellos escenarios
que no entran dentro de los intereses estratégicos de la administración
actual. Por ahora es un alejamiento de la ayuda económica, pero en el futuro se tratará de un compromiso militar directo. La
intención estadounidense es participar directamente en los estados
fundamentales con intereses en la región, en cuanto al fondo Trump dice
que los EE.UU. no participar más directamente en lugar de los países
aliados para proteger las ambiciones geopolíticas. El
caso contingente prevé que en Medio Oriente la participación concierne a
los ejércitos de los países del Golfo, que aunque son aliados de los
Estados Unidos, deben hacerlos independientes. En
el caso específico, será interesante ver la evolución de esta política
en un área que tiene a Irán como su principal enemigo de Arabia Saudita.
La
pregunta no es secundaria porque el equilibrio que Trump quiere confiar
a los países árabes también concierne a Washington y las fuerzas
armadas de los países del Golfo no parecen capaces de manejar
situaciones en las que los estadounidenses salieron con dificultad. Por
otro lado, sin embargo, esta dirección de desvinculación es parte de
los programas electorales que Trump enunció incluso antes de convertirse
en presidente. También
hacia Europa y hacia la Alianza Atlántica, la molestia de Trump hacia
la falta de colaboración de los aliados se ha manifestado muchas veces. Debe
reconocerse, sin embargo, que hasta ahora, el sistema burocrático y
militar estadounidense había sido una especie de equilibrio de los
deseos del presidente, teniendo éxito en limitar la acción. La
suspensión de la ayuda a Siria no significa que Trump ha ganado su
batalla imponer totalmente su línea política, pero, sin embargo, supone
una declaración significativa, ya que ha despejado una medida compartida
por los dos campos políticos. Un
aspecto no secundario, que parece asumir características estratégicas,
está representado por los efectos que esta disposición tendrá en una
Europa ya desgarrada por una discusión interna sobre el tema de la
migración. Uno
de los posibles efectos de la ayuda fue precisamente el de determinar
el regreso de los refugiados sirios a su país, aliviando así la presión
sobre los países europeos cada vez más impacientes con los inmigrantes. Al
denegar la ayuda, Trump contribuye a la división de la Unión, un
objetivo que se ha establecido repetidamente para dividir a la entidad
económica más peligrosa. El
presidente de Estados Unidos preferiría tener más poder de negociación
en las negociaciones, negociando con estados individuales en lugar de
Bruselas; de
hecho esta es compartida por Putin, que inmediatamente después de la
decisión estadounidense llevó a la Unión un mayor esfuerzo para ayudar a
Siria, a sabiendas de despertar la oposición de los populistas y los
países que pertenecieron al bloque soviético. De
estos signos se desprende claramente que Europa debe buscar cada vez
más su propio papel autónomo que está desconectado de la lógica de los
poderes externos, que también incluye a China, que solo puede utilizarse
como socio económico.
Trump beseitigt Wirtschaftshilfe für Syrien
Die
Entscheidung von Präsident Trump, die Mittel für den Wiederaufbau
Syriens zu streichen, birgt die Gefahr, neue Szenarien für den Nahen
Osten zu eröffnen, die sich auch auf Europa und das Problem der
Migration auswirken. Die
Darlehen, von etwa drei Milliarden US-Dollar, die von den beiden
US-Parteien beschlossen wurden Bauarbeit gerichtet, wie die
Wiederherstellung der Wasserversorgung, die Beseitigung von Schutt und
Kampfmittelräumung Operationen, die nördlichen und östlichen syrischen
Gebiete; Ziel
war es, die Präsenz des Islamischen Staates zu beenden und die Rückkehr
von Flüchtlingen, die nach Europa geflohen waren, zu fördern. Obwohl
die Finanzierung für den Wiederaufbau eines Landes, das gerade aus
einem langen Konflikt herausgekommen ist, nicht ausreicht, wurde die
Hilfe als politischer Akt betrachtet, um Russlands Einfluss auf das
syrische Land zu bekämpfen und seine exklusive Präsenz in Moskau nicht
zu verlassen. Der
Abzug der Beihilfe wird als Verrat empfunden, da dieser Teil des
syrischen Land, das auch gegen die Diktatur des Assad gekämpft hatte und
dass er für die Unterstützung gehofft hatte, einschließlich der
militärischen von Washington eine Demokratie Macht zu etablieren. In Wirklichkeit hatte der amerikanische Verrat bereits mit Obama begonnen und Trumps Verhalten ist eine Konsequenz. Mit
dieser Bestimmung beabsichtigt Trump jedoch, ein konkretes Signal für
den Rückzug der USA in jene Szenarien zu senden, die nicht zu den
strategischen Interessen der derzeitigen Regierung gehören. Vorerst ist es eine Abkehr von der Wirtschaftshilfe, aber in Zukunft wird es um das direkte militärische Engagement gehen. Die
amerikanische Absicht ist, Staaten direkt einzubeziehen, die Interessen
in der Region vor Ort haben, im Wesentlichen sagt Trump, dass die USA
nicht mehr direkt in den verbündeten Ländern eingreifen werden, um ihre
geopolitischen Ambitionen zu schützen. Der
Kontingentfall sieht vor, dass die Beteiligung im Nahen Osten die
Armeen der Golfstaaten betrifft, die, obwohl sie noch Verbündete der USA
sind, sie unabhängig machen müssen. Im
konkreten Fall wird es interessant sein, die Entwicklung dieser Politik
in einem Bereich zu sehen, in dem der Iran der Hauptfeind
Saudi-Arabiens ist. Die
Frage ist nicht zweitrangig, denn das Gleichgewicht, das Trump den
arabischen Ländern anvertrauen will, betrifft auch Washington, und die
Streitkräfte der Golfstaaten scheinen nicht in der Lage zu sein, mit
Situationen umzugehen, in denen die Amerikaner Schwierigkeiten hatten. Auf
der anderen Seite ist diese Richtung der Abkopplung Teil der
Wahlprogramme, die Trump bereits vor seinem Amtsantritt formuliert
hatte. Auch
gegenüber Europa und gegenüber dem atlantischen Bündnis hat sich Trumps
Ärger über die mangelnde Zusammenarbeit der Alliierten mehrfach
manifestiert. Es
muss jedoch anerkannt werden, dass bis jetzt das amerikanische
bürokratische und militärische System eine Art Gleichgewicht zwischen
den Wünschen des Präsidenten darstellte und es ihm gelang, die Maßnahmen
einzuschränken. Die
Aussetzung der Hilfe für Syrien bedeutet nicht, dass Trump seinen Kampf
gewonnen hat, indem er seine politische Linie völlig durchgesetzt hat,
aber es markiert eine bedeutende Bestätigung, weil es eine Bestimmung
annulliert hat, die von den zwei politischen Parteien geteilt wird. Ein
nicht sekundärer Aspekt, der strategische Merkmale anzunehmen scheint,
wird durch die Auswirkungen dieser Bestimmung auf ein Europa
dargestellt, das bereits durch interne Diskussionen über das
Migrationsthema auseinandergerissen wurde. Eine
der möglichen Auswirkungen der Hilfe war genau die Bestimmung der
Rückkehr syrischer Flüchtlinge in ihr Land, wodurch der Druck auf die
zunehmend ungeduldigen europäischen Länder gegenüber Einwanderern
verringert wurde. Indem
Trump die Hilfe verweigert, trägt er zur Teilung der Union bei, ein
Ziel, das wiederholt dazu geschaffen wurde, die gefährlichste
Wirtschaftseinheit zu zerschlagen. Der
US-Präsident würde bei Verhandlungen lieber Verhandlungsmacht haben und
lieber mit einzelnen Staaten als mit Brüssel verhandeln. in
der Tat ist dies durch Putin geteilt, die nach der amerikanischen
Entscheidung unverzüglich der Union eine größere Anstrengungen
unternommen, um Syrien zu unterstützen, wohl wissend, den Widerstand der
Populisten und die Länder zu wecken, die dem Ostblock gehörte. Aus
diesen Zeichen geht klar hervor, dass Europa zunehmend nach einer
eigenen autonomen Rolle suchen muss, die von der Logik der externen
Mächte abgekoppelt ist, zu denen auch China gehört, das nur als
Wirtschaftspartner eingesetzt werden kann.
Trump élimine l'aide économique pour la Syrie
La
décision du président Trump d'annuler les fonds destinés à la
reconstruction de la Syrie risque d'ouvrir de nouveaux scénarios pour le
Moyen-Orient, avec des répercussions également sur l'Europe et le
problème de la migration. Les
prêts, d'environ trois milliards de dollars, décidés par les deux
parties américaines, visaient des travaux de génie civil, tels que la
restauration des aqueducs, l'enlèvement des décombres et les opérations
de récupération des munitions des territoires syriens du nord et de
l'est; le but était d'annuler la présence de l'État islamique et d'encourager le retour des réfugiés qui avaient fui vers l'Europe. Bien
que le financement ne soit pas suffisant pour la reconstruction d'un
pays qui vient de sortir d'un long conflit, l'aide était considérée
comme un acte politique pour contrer l'influence de la Russie sur le
pays syrien et ne pas laisser sa présence exclusive à Moscou. Le
retrait de l'aide est perçu comme une trahison de la part du pays
syrien qui a également lutté contre la dictature d'Assad et qui espérait
un soutien, y compris un soutien militaire de Washington, pour pouvoir
établir une démocratie. En réalité, la trahison américaine avait déjà commencé avec Obama et le comportement de Trump est une conséquence. Avec
cette disposition, Trump a toutefois l’intention d’envoyer un signal
concret de désengagement des États-Unis vis-à-vis des scénarios qui ne
relèvent pas des intérêts stratégiques de l’administration actuelle. Pour le moment, il s’agit d’une dérogation à l’aide économique, mais à l’avenir, il s’agira d’un engagement militaire direct. L'intention
américaine est d'impliquer directement les États qui ont des intérêts
dans la région sur le terrain. En résumé, Trump affirme que les
États-Unis ne s'engageront plus directement à la place des pays alliés
pour protéger leurs ambitions géopolitiques. Le
cas contingent prévoit qu'au Moyen-Orient, l'implication concerne les
armées des pays du Golfe, qui, tout en restant alliées des États-Unis,
doivent les rendre indépendantes. Dans
le cas spécifique, il sera intéressant de voir l'évolution de cette
politique dans une région où l'Iran est le principal ennemi de l'Arabie
saoudite. La
question n’est pas secondaire car l’équilibre que Trump veut confier
aux pays arabes concerne également Washington et les forces armées des
pays du Golfe ne semblent pas en mesure de faire face aux situations où
les Américains sont sortis avec difficulté. Par
contre, cette direction de désengagement fait partie des programmes
électoraux que Trump a énoncés avant même de devenir président. De
même, vis-à-vis de l'Europe et de l'Alliance atlantique, l'agacement de
Trump face au manque de collaboration des alliés s'est manifesté à
maintes reprises. Il
faut cependant reconnaître que, jusqu'à présent, le système
bureaucratique et militaire américain avait été une sorte d'équilibre
entre les souhaits du président et avait réussi à limiter l'action. La
suspension de l'aide à la Syrie ne signifie pas que Trump a gagné sa
bataille en imposant totalement sa ligne politique, mais cela marque une
affirmation significative, car elle a annulé une disposition partagée
par les deux partis politiques. Un
aspect non secondaire, qui semble revêtir des caractéristiques
stratégiques, est représenté par les effets que cette disposition aura
sur une Europe déjà déchirée par un débat interne sur la question des
migrations. L’un
des effets possibles de l’aide était précisément de déterminer le
retour des réfugiés syriens dans leur pays, allégeant ainsi la pression
sur les pays européens de plus en plus impatients à l’égard des
immigrants. En
refusant l’aide, Trump contribue à la division de l’Union, un objectif
qui a été maintes fois assigné à briser l’entité économique la plus
dangereuse. Le
président américain préférerait avoir plus de pouvoir de négociation
dans les négociations, en négociant avec les États individuels plutôt
qu'avec Bruxelles; de
plus, cet objectif est partagé par Poutine qui, après la décision
américaine, a immédiatement demandé à l'Union un plus grand effort pour
soutenir la Syrie, sachant très bien comment susciter l'opposition des
populistes et des pays appartenant au bloc soviétique. Ces
signes montrent clairement que l'Europe doit de plus en plus chercher
son propre rôle autonome, déconnecté de la logique des puissances
extérieures, qui inclut également la Chine, qui ne peut être utilisée
que comme partenaire économique.
Trump elimina ajuda econômica para a Síria
A
decisão do presidente Trump de cancelar os fundos destinados à
reconstrução da Síria corre o risco de abrir novos cenários para o
Oriente Médio, com repercussões também na Europa e no problema da
migração. Os
empréstimos, de cerca de três bilhões de dólares, decididos por ambas
as partes norte-americanas, foram destinados a obras civis, como a
restauração dos aquedutos, a remoção dos escombros e as operações de
recuperação das artilharias dos territórios norte e leste da Síria; o objetivo era cancelar a presença do Estado Islâmico e incentivar o retorno de refugiados que haviam fugido para a Europa. Embora
não haja fundos suficientes para a reconstrução de um país que acabou
de sair de um longo conflito, a ajuda foi considerada um ato político
para conter a influência da Rússia no país sírio e não deixar sua
presença exclusiva em Moscou. A
retirada da ajuda é vista como uma traição, da parte do país sírio que
também lutou contra a ditadura de Assad e esperava por um apoio,
incluindo apoio militar de Washington, para estabelecer uma democracia. Na realidade, a traição americana já havia começado com Obama e o comportamento de Trump é uma consequência. Com
essa disposição, Trump pretende, no entanto, enviar um sinal concreto
de desmembramento americano em direção aos cenários que não se enquadram
nos interesses estratégicos da atual administração. Por enquanto, é um afastamento da ajuda econômica, mas no futuro ela se refere ao envolvimento militar direto. A
intenção americana é envolver diretamente os estados que têm interesses
na região, em essência Trump diz que os EUA não mais se envolverão
diretamente no lugar dos países aliados para proteger suas ambições
geopolíticas. O
caso contingente prevê que, no Oriente Médio, o envolvimento diz
respeito aos exércitos dos países do Golfo, que, embora permaneçam
aliados dos EUA, devem torná-los independentes. No
caso específico, será interessante ver a evolução dessa política em uma
área que tem o Irã como seu principal inimigo da Arábia Saudita. A
questão não é secundária porque o equilíbrio que Trump quer confiar aos
países árabes também diz respeito a Washington e as forças armadas dos
países do Golfo não parecem capazes de lidar com situações em que os
americanos saíram com dificuldade. Por
outro lado, no entanto, essa direção de desligamento faz parte dos
programas eleitorais que Trump enunciou antes mesmo de se tornar
presidente. Também
em relação à Europa e à Aliança Atlântica, o aborrecimento de Trump em
relação à falta de colaboração dos aliados manifestou-se muitas vezes. Deve-se
reconhecer, no entanto, que até agora, o sistema burocrático e militar
americano tinha sido uma espécie de equilíbrio entre os desejos do
presidente, conseguindo limitar a ação. A
suspensão da ajuda à Síria não significa que Trump tenha vencido sua
batalha impondo totalmente sua linha política, mas marca uma afirmação
significativa, porque cancelou uma disposição compartilhada pelos dois
partidos políticos. Um
aspecto não secundário, que parece assumir características
estratégicas, é representado pelos efeitos que esta disposição terá numa
Europa já dilacerada pela discussão interna sobre a questão da
migração. Um
dos possíveis efeitos da ajuda foi precisamente o de determinar o
retorno dos refugiados sírios ao seu país, diminuindo assim a pressão
sobre os países europeus cada vez mais impacientes em relação aos
imigrantes. Ao
negar a ajuda, Trump contribui para a divisão da União, uma meta que
foi repetidamente definida para romper a entidade econômica mais
perigosa. O
presidente dos EUA preferiria ter mais poder de barganha nas
negociações, negociando com estados individuais em vez de Bruxelas; Além
disso, este objetivo é compartilhado por Putin, que após a decisão
americana imediatamente solicitou à União um maior esforço para apoiar a
Síria, sabendo muito bem como despertar a oposição dos populistas e dos
países que pertenciam ao bloco soviético. Fica
claro, a partir desses sinais, que a Europa deve cada vez mais buscar
seu próprio papel autônomo, desconectado da lógica das potências
externas, que também inclui a China, que só pode ser usada como parceiro
econômico.
Трамп ликвидирует экономическую помощь Сирии
Решение
президента Трампа об отмене средств, предназначенных для реконструкции
Сирии, рискует открыть новые сценарии для Ближнего Востока, что также
скажется на Европе и проблемах миграции. Кредиты
в размере около трех миллиардов долларов, принятые обеими партиями США,
были направлены на гражданские работы, такие как восстановление
акведуков, удаление щебня и мелиоративных операций из боеприпасов
северных и восточных сирийских территорий; цель заключалась в отмене присутствия исламского государства и поощрении возвращения беженцев, которые бежали в Европу. Несмотря
на недостаточное финансирование для восстановления страны, которая
только что вышла из долгого конфликта, помощь была признана политическим
актом, направленным на противодействие влиянию России на сирийскую
страну и не оставив ее исключительного присутствия в Москве. Изъятие
помощи воспринимается как предательство, из той части сирийской страны,
которая также боролась против диктатуры Асада, и надеялась на
поддержку, в том числе военную поддержку со стороны Вашингтона, с целью
установления демократии. На самом деле американское предательство уже началось с Обамы, и поведение Трампа является следствием. С
этим положением Трамп намеревается, однако, направить конкретный сигнал
об отстранении от участия США в отношении тех сценариев, которые не
входят в стратегические интересы нынешней администрации. На данный момент это отход от экономической помощи, но в будущем это будет касаться прямого военного участия. Американское
намерение состоит в том, чтобы напрямую вовлечь государства, которые
имеют интересы в регионе на местах, по сути Трамп говорит, что США
больше не будут участвовать прямо на месте союзнических стран для защиты
своих геополитических амбиций. В
условном случае предусматривается, что участие на Ближнем Востоке
связано с армиями стран Персидского залива, которые, хотя и остаются
союзниками США, должны сделать их независимыми. В
конкретном случае будет интересно увидеть эволюцию этой политики в
районе, где Иран является главным врагом Саудовской Аравии. Вопрос
не вторичен, потому что баланс, который Трамп хочет возложить на
арабские страны, также касается Вашингтона, и вооруженные силы стран
Персидского залива, похоже, не справляются с ситуациями, когда
американцы выходили с трудом. С
другой стороны, однако, это направление разъединения является частью
предвыборных программ, которые Трамп провозгласил еще до того, как стал
президентом. Также к Европе и к Атлантическому альянсу раздражение Трампа к отсутствию сотрудничества союзников проявилось много раз. Однако
следует признать, что до сих пор американская бюрократическая и военная
система была своего рода уравновешиванием пожеланий президента,
преуспевая в ограничении действий. Отстранение
помощи Сирии не означает, что Трамп выиграл свою битву, полностью
навязывая свою политическую линию, но это знаменует собой значительное
подтверждение, поскольку оно отменило положение, разделяемое двумя
политическими партиями. Не
вторичный аспект, который, по-видимому, имеет стратегические
характеристики, представлен эффектами, которые это положение возьмет на
себя в Европе, уже раздираемой внутренней дискуссией по проблеме
миграции. Одним
из возможных последствий этой помощи было именно то, что определяло
возвращение сирийских беженцев в их страну, что облегчало давление на
европейские страны, все более нетерпеливые к иммигрантам. Отказавшись
от помощи, Трамп вносит свой вклад в разделение Союза, цель, которая
неоднократно ставилась перед тем, чтобы разбить наиболее опасное
экономическое образование. Президент США предпочел бы иметь больше переговорных полномочий, вести переговоры с отдельными государствами, а не с Брюсселем; Более
того, эту задачу разделяет Путин, который после американского решения
немедленно попросил Союз усилить усилия по поддержке Сирии, прекрасно
зная, как вызвать оппозицию популистов и стран, принадлежащих к
советскому блоку. Из
этих признаков видно, что Европа должна все чаще искать свою автономную
роль, которая не связана с логикой внешних сил, в которую также входит
Китай, который может быть использован только в качестве экономического
партнера.
Iscriviti a:
Post (Atom)