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mercoledì 16 settembre 2015
الأسد ابتزاز الاتحاد الأوروبي للاجئين
وعلى
الرغم من النكسات العسكرية، أدلى التكتيك الذي الأسد اتبعت حتى الآن، له
تحقيق هذا الهدف من خلال السلطة التي لا تزال لدينا دورا هاما في قضية
السورية. دمشق، في الواقع، كان دائما أساسيا في محاولة لكسب الوقت بطريقة وظيفية على أي تغيير يمكن أن تعود بالنفع على القوات النظامية. وعلى
الرغم من القيادة الاستراتيجية غير كافية إلى حد بعيد، نظرا إلى أن واحدة
من أفضل الجيوش وتسليحها مع توافر الطيران لم تكن قادرة على مكافحة فعالة
المعارضين، في البداية منقسمون جدا، الأسد، وهي موجودة أيضا مع انخفاض كبير
في الفضاء الذي يمارس اعماله السيادة،
إلا أنها ظلت عنصرا أساسيا في الإطار العام للصراع في سوريا، اكتشف لاول
مرة من قبل الولايات المتحدة باعتباره أهون الشرين مقارنة للدولة
الإسلامية، ويتمتع الآن بدعم من روسيا، وليس فقط أخلاقي، ولكن العسكري
والسياسي على وجه الخصوص. والكلمات
التي وجهها إلى الاتحاد الأوروبي من قبل ديكتاتور دمشق، أكملت الصورة
الانتقام للأسد، الذي يبدو أنه قد طبقت، وتدفقات اللاجئين، وهو مخطط سبق
اختباره من قبل القذافي، الذي، من خلال تنظيم تدفقات الهجرة المغادرين من ليبيا، ويتعرضون للابتزاز، في معظم الأحيان ذات الطابع الاقتصادي، ولكن أيضا السياسية، وخاصة إيطاليا وأوروبا من خلال ذلك. الأسد
قد اعترفت صراحة على أن القدرة على إبطاء تدفق اللاجئين، مما يعني أنه
يمكن أيضا زيادة نطاق، في مقابل الحصول على مساعدة لمكافحة الإرهاب،
باعتباره سببا رئيسيا من أسباب هجراتهم. سيكون
من القول واضح تقريبا أن العديد من الهاربين أصبحت هذه بسبب وحشية النظام
السوري، وجاء إلى استخدام الأسلحة الكيميائية والبراميل المتفجرة محشوة
بالمسامير على المدنيين الخاصة بهم والوحيدة ضحايا النزاع والأطراف
المعنية؛ ولكن
هذا لا يزال غير كاف لرسم بشكل صحيح الرقم الأسد، رئيسا للنزاع المدني،
وبالتالي لا يمكن الاعتماد عليها تماما وغير كافية لضمان مستقبل سلمي
للبلاد السورية. هذا
هو لأنه لا يمكن تصور سوريا لا تزال تحت نير نظام الليبرالي والمناهضة
للديمقراطية، والتي، مع الأسد الحاضر لا يزال، ستعود إلى نقطة البداية. يجب أن نتذكر أن بداية كل شيء كان من المقرر أن الطلب على المزيد من الديمقراطية وليس تدخلا الدين في الحياة السياسية للبلد. ومن
المؤكد أن القوى الديمقراطية التي بدأت التظاهرات ضد الأسد أثبتت ثم
أقلية، لأنها لم تكن ضرورية لبرامج الدول التي دعمت الأصوليين السنة وتمتعت
الدعم الأميركي، واشنطن وعدت سرا. من
المعروف أن أخطاء الولايات المتحدة، منذ بداية الصراع، والأسوأ هو موقف
المثابرة في الخطأ، وترك، في نهاية المطاف، أن مدخل السيناريو الروسي جاء
لتعطيل تماما على الوضع. الأسد،
ومع ذلك، لا يمكن الاعتماد على المساعدات الأميركية، ولكن يهتم في
الولايات المتحدة لا تغير موقفها من الجمود ومواصلة النظر فيه عدو وظيفية
لمحاربة الدولة الإسلامية، التي فازت الآن كل أفق البيت الأبيض، وتقييد الرأي العام بطريقة كبيرة. بدلا من المهتمين الأسد في العمل الأوروبي، وحث القيادة العسكرية من فرنسا وبريطانيا، في مقابل توفير الإغاثة في ضغط المهاجرين. هذا يمكن أن تسمح لندن وباريس لتصبح نجوم حلا أو جزءا من الحل للخروج الكتاب المقدس في أوروبا. وقال لإعطاء مصداقية إضافية لخطته الأسد، بدعم من بوتين انه كان على استعداد للدخول في حوار ضمن قوات سورية التي تقاتل ضد الإرهاب. ويبدو،
مع ذلك، تناقض في المصطلحات، لأن القوى العلمانية والديمقراطية هي أيضا
أعداء النظام السوري، وبالتالي ليس هناك أي قوات، باستثناء الواجهة، يمكن
إدراجها في أي عملية سلام. في
نهاية المطاف مشكلة الأسد، الذي يدير دائما للقضاء على الدولة الإسلامية،
التي هي أقل وضوحا، ولكن سيعود الى الواجهة وسوف يكون مصدرا للنزاعات
الدولية العميقة، في اقتراح تجدد المواجهة الرئيسية بين الغرب وروسيا. من الصعب التنبؤ المباراة النهائية.
venerdì 11 settembre 2015
Lo scenario siriano
L'ingresso in campo dei russi nella contesa siriana sta avvenendo in maniera morbida, una sorta di Crimea asiatica, ma che sembra presagire gli sviluppi più diversi. Mosca non ha mai smentito l’appoggio ad Assad, ma finora si era mantenuta lontana dal conflitto, in omaggio alla propria strategia in politica estera, che vieta l’intromissione negli affari di uno stato estero. Questo principio può, però, essere superato se il Cremlino individua interessi diretti per le proprie strategie. Certo i casi della Crimea e della zona orientale dell’Ucraina sono molto diversi, perchè in quel frangente Mosca le considerava, e le considera, zone di pertinenza esclusiva, per ragioni geopolitiche e per la presenza di cittadini di origine russa; non si può dire altrettanto della Siria nel suo complesso, ma soltanto per la base di Tartus, che è l’unico approdo navale della Russia nel Mediterraneo. Dal punto di vista strategico la presenza della flotta navale militare è per Mosca un punto sul quale non transigere: malgrado tutti gli spostamenti determinati dai nuovi equilibri mondiali, il mare Mediterraneo rappresenta ancora un punto centrale nella poltica estera degli stati che ambiscono a giocare un ruolo di primo piano nella politica internazionale. Ma soltanto questo aspetto non basta ad un impegno che sembra destinato a diventare importante e lasci intendere un coinvolgimento diretto in prima persona in una guerra, che minaccia di ritorcersi contro la leadership del Cremlino. Il punto centrale è che la Russia teme una scalata al potere nel paese siriano, una volta che, in qualche modo si dovesse riuscire a debellare lo Stato islamico, da parte delle formazioni laiche appoggiate dagli Stati Uniti. Questo cambiamento, se dovesse verificarsi, scenario dal quale si è molto lontani per il grave ritardo di preparazione militare delle milizie alle quali Washington fornisce assistenza, sposterebbe l’influenza sulla Siria, da Russia ed Iran verso l’occidente. Il problema a chi deve andare l’appoggio del paese siriano che si riuscirà a formare in futuro sta diventando sempre più evidente, più passa il tempo, in una situazione generale che pare caratterizzata dal tutti contro tutti, fattore che continua a favorire il controllo del territorio da parte del califfato. L’evoluzione della situazione siriana permette di individuare diversi soggetti interessati ad influenzare più o meno direttamente la Siria, considerata essenzialmente strategica nell’equilibrio regionale. Assad è la prima figura in questo contesto, gli è sfuggita di mano una situazione dalla quale poteva uscire in maniera dignitosa, allentando il ferreo controllo sul paese tramite concessioni poltiche attenuate che gli avrebbero consentito di mantenere il potere ed evitare la carneficina che sta andando avanti da quattro anni; poi ci sono i paesi sunniti, Turchia ed Arabia Saudita, per primi, che hanno cercato di sfruttare la guerra civile fin dall’inizio, favorendo le milizie integraliste, che poi si sono sottratte al loro controllo diventando lo Stato islamico. Le intenzioni dei paesi sunniti erano quelle di sottrarre all’influenza iraniana il paese siriano. Pur essendo alleati degli Stati Uniti hanno giocato e, per certi versi continuano a giocare una partita il cui obiettivo è molto distante da quello della Casa Bianca, Ankara, per di più usa la guerra al califfato per regolare i propri conti con i combattenti curdi. Questi ultimi sono, anch’essi, alleati degli americani, peri quali hanno finora svolto il lavoro sul terreno, in attesa della ricompensa della costituzione di una nazione curda sovrana. Sono stati traditi dal permesso e al silenzio statunitense, che ha preceduto i bombardamenti alle loro postazioni da parte dei turchi. L’Iran è l’alleato principale di Assad e quello maggiormente interessato a che la situazione non subisca variazioni politiche; è impeganto fin dall’inizio con i suoi effettivi nella repressione contro la rivolta democratica e successivamente contro gli integralisti islamici sunniti dello Stato islamico. In parte ha già fallito il proprio obiettivo di mantenere ad Assad il controllo su tutta la Siria, ma è stato fondamentale per impedirne la definitva uscita di scena. Dei russi si è già parlato, non restano che Francia e Regno Unito, che, sollecitate dal problema dei profughi provano ad entrare nel conflitto senza una adeguata visuale, che è comunque un dato comune a tutte le parti in causa. Per ultimi rimangono gli Stati Uniti, caratterizzati da una politica incerta, senza un progetto generale sulla Siria, hanno proceduto a tentativi frutto di improvvisazione, che non hanno conseguito alcun risutlato di rilievo. Obama in politica estera è stato debole, ma sulla Siria è stato tutt’altro che uno statista, limitandosi ad un ruolo assolutamente fuori scala per l’importanza che rivestono gli Stati Uniti. Resta pur vero però, che non ha potuto contare su alleati affidabili ele stesse Nazioni Unite sono state fallimentari nel trattare la questione siriana. Queste divisioni, che dovevano essere accantonate per lottare contro il terrorismo, hanno favorito l’avanzata dello Stato islamico e la fuga biblica dei civili siriani, costretti a subire lutti, violenze, carestie e gravi situazioni sanitarie, per il comportamento subito da tutte le parti in causa. Ora sembra che l’urgenza più importante sia sconfiggere il califfato e ciò ridà ad Assad la concreta possibilità di essere individuato come male minore e quindi gli permette di continuare a ricoprire un ruolo politico nella Siria. Se è comprensibile questo approccio, è anche vero che vuole dire rimandare un problema più che concreto perchè l’eventuale presenza di Assad renderà impossibile la pacificazione della Siria, che rischierà di trovarsi in un perenne stato caratterizzato dalla mancanza di equilibrio interno. In questo caso è valida più che mai la soluzione diplomatica, per raggiungere un compromesso tra tutti i soggetti internazionali che hanno contribuito a creare il conflitto civile siriano. Senza una forma di accordo dove tutti dovranno rinunciare a qualcosa si metterà in pericolo la stabilità regionale in un punto del mondo che è troppo importante che ritrovi il suo equilibrio per non intaccare quello mondiale.
The scenario Syrian
The
debut of the Russians in the conflict in Syria is taking place in a
soft, sort of Crimea Asian, but that seems to presage developments more
different. Moscow
has never denied support to Assad, but until now had kept away from the
conflict, in homage to its strategy in foreign policy, which prohibits
interference in the affairs of a foreign state. This principle can, however, be overcome if the Kremlin identifies direct interests for their own strategies. Some
cases of the Crimea and eastern Ukraine are very different, because at
that moment Moscow considered them, and considers areas of exclusive,
for geopolitical reasons and for the presence of citizens of Russian
origin; We
can not say the same of Syria as a whole, but only for the base of
Tartus, which is the only Russian naval landing in the Mediterranean. From
the strategic point of view the presence of the naval fleet for Moscow
is a point on which no compromise: in spite of all the movements
determined by the new world balance, the Mediterranean Sea is still a
central point in the foreign agriculture policies of states that aspire
to play a role prominent in international politics. But
only this aspect is not just a commitment that seems destined to become
important and lets on direct involvement in person in a war that
threatens to haunt the Kremlin leadership. The
central point is that Russia fears a rise to power in the country
Syria, once, somehow you were able to eradicate the Islamic state, by
the US-backed secular formations. This
change, if it occurs, from the scenery which is very far for the
serious delay of military training of the militia which Washington
assists, would shift influence on Syria, Russia and Iran to the West. The
problem for those who must go to the support of the Syrian village that
is able to form in the future is becoming increasingly evident as time
goes on, in a general situation that appears to be characterized by all
against all, a factor that continues to encourage control territory by the caliphate. The
evolution of the situation in Syria can find a variety of stakeholders
to affect more or less directly to Syria, considered essentially
regional strategic balance. Assad
is the first figure in this context, out of hand, a situation from
which he could get out in a dignified manner, loosening the iron grip on
the country through concessions attenuated agriculture policies that
would allow him to retain power and avoid the carnage that is going on for four years; then
there are the Sunni countries, Turkey and Saudi Arabia, for the first,
who tried to take advantage of the civil war from the start, helping the
fundamentalist militia, who then have escaped their control by becoming
an Islamic state. The intentions of the Sunni countries were to subtract the country to Iranian influence in Syria. Despite
being allies of the United States they have played and, to some extent
continue to play a game whose goal is very distant from that of the
White House, Ankara, for more uses war to the caliphate to adjust their
accounts with Kurdish fighters. The
latter, too, US allies, pear trees which have so far done the job on
the ground, waiting for the reward of the establishment of a sovereign
Kurdish nation. They have been betrayed by permit and US silence that preceded the bombing of their positions by the Turks. Iran is the main ally of Assad and the one most interested in the situation does not change policies; It
has committed itself from the beginning with its auditors in the
repression of the democratic uprising and later against the Islamic
fundamentalist Sunni Islamic state. In
part it has already failed in its objective of maintaining Assad
control over all of Syria, but it was crucial to prevent its only final
exit. Russians
have already been discussed, there are only France and the United
Kingdom, that, urged by the problem of refugees trying to enter the
conflict without a proper view, however, that is a common factor to all
stakeholders. For
the past remain the United States, characterized by political
uncertainty, without a general plan on Syria, they proceeded to attempts
result of improvisation, which have not reached any RESULT OF relief. Obama's
foreign policy has been weak, but Syria has been anything but a
statesman, merely a role totally out of scale for the importance of the
United States. It
remains true, however, that could not count on reliable allies ele
United Nations itself have been unsuccessful in dealing with the Syrian
issue. These
divisions, which were to be set aside to combat terrorism, have
fostered the advance of the Islamic state and the escape of biblical
Syrian civilians, forced to suffer grief, violence, famine and serious
health situations, the behavior immediately from all sides involved. Now
it seems that the urgency is more important to defeat the caliphate and
it gives back to Assad the real possibility of being identified as a
lesser evil and therefore allows him to continue to play a political
role in Syria. If
this approach is understandable, it is also true that means postponing a
problem that more concrete because the presence of Assad will make
impossible the pacification of Syria, that risk to be in a constant
state characterized by a lack of internal balance. In
this case applies more than ever the diplomatic solution, to reach a
compromise between all the international actors who helped create the
civil conflict in Syria. Without
some form of agreement where everyone will have to give up something
you will endanger regional stability somewhere in the world that is too
important to find its equilibrium not to affect the world.
El escenario sirio
El
debut de los rusos en el conflicto en Siria está teniendo lugar en un
suave, una especie de Crimea asiático, pero que parece presagiar
acontecimientos más diferentes. Moscú
nunca ha negado apoyo a Assad, pero hasta ahora se había mantenido
alejado del conflicto, en homenaje a su estrategia en la política
exterior, que prohíbe la injerencia en los asuntos de un Estado
extranjero. Este principio puede, sin embargo, ser superado si el Kremlin identifica intereses directos para sus propias estrategias. Algunos
casos de Crimea y el este de Ucrania son muy diferentes, porque en ese
momento Moscú los consideraba, y considera las áreas de exclusiva, por
razones geopolíticas y de la presencia de ciudadanos de origen ruso; No
podemos decir lo mismo de Siria en su conjunto, pero sólo para la base
de Tartus, que es el único desembarco naval rusa en el Mediterráneo. Desde
el punto de vista estratégico la presencia de la flota naval de Moscú
es un punto en el que hay compromiso: a pesar de todos los movimientos
determinados por el nuevo equilibrio mundial, el Mediterráneo sigue
siendo un punto central en las políticas agrícolas extranjeras de
estados que aspiran a desempeñar un papel prominente en la política internacional. Pero
sólo este aspecto no es sólo un compromiso que parece destinada a ser
importante y deja en la participación directa en persona en una guerra
que amenaza con perseguir a los dirigentes del Kremlin. El
punto central es que Rusia teme un aumento de poder en el país de
Siria, una vez que, de alguna manera fueron capaces de erradicar el
estado islámico, por las formaciones seculares respaldados por Estados
Unidos. Este
cambio, si se produce, desde el paisaje que está muy lejos del retraso
grave de entrenamiento militar de la milicia que Washington asistencias,
se desplazaría influencia en Siria, Rusia e Irán a Occidente. El
problema para los que tienen que ir a la ayuda del pueblo sirio que es
capaz de formar en el futuro es cada vez más evidente a medida que pasa
el tiempo, en una situación general que parece estar caracterizada por
todos contra todos, un factor que sigue alentando el control territorio por el califato. La
evolución de la situación en Siria puede encontrar una variedad de
grupos de interés para afectar más o menos directamente a Siria,
considerada equilibrio estratégico esencialmente regional. Assad
es la primera figura en este contexto, de las manos, una situación de
la que podría salir de una manera digna, aflojar el férreo control sobre
el país a través de concesiones políticas agrícolas atenuadas que le
permitirían conservar el poder y evitar la carnicería que está pasando durante cuatro años; luego
están los países sunitas, Turquía y Arabia Saudita, para el primero,
que trataron de sacar provecho de la guerra civil desde el principio, lo
que ayuda a la milicia fundamentalista, que luego se han escapado de su
control al convertirse en un Estado islámico. Las intenciones de los países sunitas fueron restar el país a la influencia iraní en Siria. A
pesar de ser aliados de los Estados Unidos que han jugado y, en cierta
medida, siguen desempeñando un juego cuyo objetivo es muy distante de la
de la Casa Blanca, Ankara, para más usos guerra al califato para
ajustar sus cuentas con los combatientes kurdos. Esta
última, también, aliados de Estados Unidos, perales que hasta ahora lo
han hecho el trabajo sobre el terreno, a la espera de la recompensa de
la creación de una nación kurda soberano. Han sido traicionado por permiso y US silencio que precedió al bombardeo de sus posiciones por los turcos. Irán es el principal aliado de Assad y el más interesado en la situación de no cambiar las políticas; Se
ha comprometido desde el principio con sus auditores en la represión de
la revuelta democrática y más tarde contra el estado islámico sunita
fundamentalista islámico. En
parte, ya ha fracasado en su objetivo de mantener el control sobre toda
Assad de Siria, pero fue crucial para evitar que su única salida final.
Rusos
ya se han discutido, hay sólo Francia y el Reino Unido, que, instado
por el problema de los refugiados que intentan entrar en el conflicto
sin visualizar correctamente, sin embargo, que es un factor común a
todas las partes interesadas. Durante
el último siendo los Estados Unidos, que se caracteriza por la
incertidumbre política, sin un plan general sobre Siria, procedieron a
intentos resultado de la improvisación, que no han llegado a ninguna
RESULTADO DE alivio. La
política exterior de Obama ha sido débil, pero Siria ha sido otra cosa
que un hombre de Estado, más que un rol totalmente fuera de escala para
la importancia de los Estados Unidos. Sigue
siendo cierto, sin embargo, que no podía contar con aliados confiables
ele Naciones Unidas en sí han tenido éxito en el tratamiento de la
cuestión siria. Estas
divisiones, que debían dejarse de lado para combatir el terrorismo, han
fomentado el avance del estado islámico y la huida de civiles sirios
bíblicos, obligados a sufrir el dolor, la violencia, el hambre y las
situaciones graves de salud, el comportamiento inmediato de todas las
partes involucrados. Ahora
parece que la urgencia es más importante para derrotar el califato y da
vuelta a Assad la posibilidad real de ser identificado como un mal
menor y por lo tanto le permite seguir desempeñando un papel político en
Siria. Si
este enfoque es comprensible, también es cierto que significa posponer
un problema que más concreto porque la presencia de Assad hará imposible
la pacificación de Siria, que el riesgo de estar en un constante estado
caracterizado por una falta de equilibrio interno. En
este caso se aplica más que nunca la solución diplomática, para llegar a
un compromiso entre todos los actores internacionales que ayudaron a
crear el conflicto civil en Siria. Sin
algún tipo de acuerdo en que todo el mundo tendrá que renunciar a algo
que va a poner en peligro la estabilidad regional en alguna parte del
mundo que es demasiado importante encontrar el equilibrio para no
afectar el mundo.
Das Szenario in Syrien
Das
Debüt der Russen in den Konflikt in Syrien stattfindet, in einem
weichen, Art Krim asiatischen, aber das scheint presage Entwicklungen
mehr anders. Moskau
hat nie Unterstützung verweigert, um Assad, aber bis jetzt hatte sich
von dem Konflikt, ihre Strategie in der Außenpolitik, der Einmischung in
die Angelegenheiten eines anderen Staates verbietet gehalten in der
Ehrerbietung. Dieses Prinzip kann jedoch überwunden werden, wenn der Kreml identifiziert direkten Interessen für ihre eigenen Strategien. Einige
Fälle von der Krim und Osten der Ukraine sind sehr unterschiedlich,
weil in diesem Moment Moskau betrachtete sie, und ist der Auffassung
Bereichen exklusiv, aus geopolitischen Gründen und auf die Anwesenheit
der Bürger russischer Herkunft; Wir
können nicht das gleiche sagen, von Syrien als Ganzes, sondern nur für
die Basis von Tartus, die die einzige russische Marinelandung im
Mittelmeer ist. Vom
strategischen Standpunkt aus die Anwesenheit der Flotte für Moskau ist
ein Punkt, an dem keine Kompromisse: trotz aller von der neuen Welt
Bilanz bestimmt Bewegungen, ist das Mittelmeer noch immer ein zentraler
Punkt in der ausländischen Landwirtschaftspolitik der Staaten, die eine
Rolle spielen, streben prominent in der internationalen Politik. Aber
nur dieser Aspekt ist nicht nur eine Verpflichtung, die dazu bestimmt
scheint wichtig zu werden und können auf direkte Beteiligung an Personen
in einem Krieg, um die Kreml-Führung verfolgen droht. Der
zentrale Punkt ist, dass Russland fürchtet einen Aufstieg zur Macht im
Land Syrien, einmal, irgendwie hat man in der Lage, den islamischen
Staat zu beseitigen waren, die von den USA unterstützte weltliche
Formationen. Diese
Änderung, wenn sie auftritt, von der Landschaft, die sehr weit für die
erhebliche Verzögerung der militärischen Ausbildung der Miliz,
Washington unterstützt wird, würde Einfluss auf Syrien, Russland und dem
Iran in den Westen zu verlagern. Das
Problem für diejenigen, die die Unterstützung der syrischen Dorf, das
in der Lage, in der Zukunft bilden wird immer deutlicher, ist im Laufe
der Zeit, in einer allgemeinen Situation, die von allen gegen alle
charakterisieren scheint gehen müssen, ein Faktor, der weiterhin die
Kontrolle zu fördern Geltungsbereich des Kalifats. Die
Entwicklung der Lage in Syrien finden eine Vielzahl von
Interessengruppen, um mehr oder weniger direkt auf den Syrien, als
wesentlichen regionalen strategischen Balance. Assad
ist die erste Zahl in diesem Zusammenhang aus der Hand, eine Situation,
von der er in würdiger Weise bekommen konnten, Lösen der eisernen Griff
auf dem Land durch Zugeständnisse gedämpft Agrarpolitik, die ihm
erlauben, um Macht das Gemetzel, was los ist zu erhalten und zu
vermeiden für vier Jahre; dann
gibt es die sunnitischen Ländern, der Türkei und Saudi-Arabien, für die
erste, die die Vorteile des Bürgerkriegs von Anfang an zu nehmen, die
Unterstützung der fundamentalistischen Miliz, die dann ihre Kontrolle,
indem er ein islamischer Staat entkommen versucht. Die Absichten der sunnitischen Ländern waren, das Land zu iranischen Einfluss in Syrien zu subtrahieren. Trotz
seiner Verbündeten der Vereinigten Staaten sie gespielt haben, und in
gewissem Maße auch weiterhin ein Spiel, dessen Ziel ist es, sehr weit
entfernt von dem des Weißen Hauses, Ankara, um weitere Verwendungen
Krieg auf das Kalifat auf ihre Konten mit kurdischen Kämpfern anzupassen
spielen. Letztere
auch die Verbündeten der USA, Birnbäume, die bisher getan haben, die
Arbeit auf dem Boden und wartet auf den Lohn der Errichtung eines
souveränen kurdischen Nation. Sie wurden von Genehmigung und US Schweigen, das die Bombardierung von ihren Positionen durch die Türken voran verraten worden. Iran ist der wichtigste Verbündete des Assad und der einen am meisten interessiert, die Situation nicht Politik zu ändern; Sie
hat sich von Anfang an mit seinen Wirtschaftsprüfern in der
Unterdrückung der demokratischen Aufstands und später gegen die
islamisch-fundamentalistische Sunniten islamischen Staat verpflichtet. Zum
Teil hat er bereits in seinem Ziel der Aufrechterhaltung Assad die
Kontrolle über ganz Syrien gescheitert, aber es entscheidend, seine
einzige abschließende Abfahrt zu verhindern war. Russen
haben bereits diskutiert, gibt es nur Frankreich und das Vereinigte
Königreich, dass von dem Problem der Flüchtlinge versuchen, den Konflikt
ohne eine richtige Ansicht geben Sie forderte, ist jedoch, dass ein
gemeinsamer Faktor für alle Beteiligten. Für
die Vergangenheit bleiben die Vereinigten Staaten, gekennzeichnet durch
politische Unsicherheit, ohne einen allgemeinen Plan zu Syrien, gingen
sie zu Versuchen führen der Improvisation, die kein Ergebnis der
Erleichterung nicht erreicht haben. Obamas
Außenpolitik war schwach, aber Syrien hat alles andere als ein
Staatsmann, lediglich eine Rolle völlig aus der Maßstab für die
Bedeutung der Vereinigten Staaten gewesen. Es
bleibt jedoch wahr, die nicht auf zuverlässigen Verbündeten ele
Vereinten Nationen zählen konnte selbst wurden im Umgang mit der
syrischen Frage erfolglos. Diese
Bereiche, die die Aufhebung der Bekämpfung des Terrorismus werden
sollten, haben den Vormarsch des islamischen Staates und das Entweichen
von biblischen syrischen Zivilisten das Verhalten sofort von allen
Seiten gefördert, gezwungen, Trauer, Gewalt, Hunger und schweren
gesundheitlichen Situationen leiden, beteiligt. Nun
scheint es, dass die Dringlichkeit ist es wichtiger, das Kalifat zu
besiegen und es gibt zurück zu Assad die reale Möglichkeit, als das
geringere Übel erkannt und daher erlaubt es ihm, auch weiterhin eine
politische Rolle in Syrien zu spielen. Wenn
dieser Ansatz ist verständlich, ist es auch wahr, dass ein Problem,
dass konkretere weil das Vorhandensein von Assad wird unmöglich, die
Befriedung von Syrien machen Verschiebung bedeutet, dieses Risiko in
einem ständigen Zustand gekennzeichnet durch einen Mangel an internen
Gleichgewicht muss stimmen. Im
Fall gilt dies mehr denn je die diplomatische Lösung, um einen
Kompromiss zwischen allen internationalen Akteuren, die schaffen den
Bürgerkrieg in Syrien geholfen zu erreichen. Ohne
irgendeine Form der Vereinbarung, wo jeder wird aufgeben müssen, etwas,
das Sie regionale Stabilität irgendwo auf der Welt, die zu wichtig ist,
um sein Gleichgewicht nicht, die Welt zu beeinflussen finden gefährden.
Le scénario syrienne
Les
débuts des Russes dans le conflit en Syrie se déroule dans un doux, un
peu de Crimée asiatique, mais qui semble présager des développements
plus différent. Moscou
n'a jamais nié le soutien à Assad, mais jusqu'à maintenant, avait tenu à
l'écart du conflit, en hommage à sa stratégie en matière de politique
étrangère, qui interdit l'ingérence dans les affaires d'un État
étranger. Ce principe peut, cependant, être surmontée si le Kremlin identifie les intérêts directs de leurs propres stratégies. Certains
cas de la Crimée et est de l'Ukraine sont très différentes, car à ce
moment à Moscou les considérait, et considère les zones d'exclusivité,
pour des raisons géopolitiques et pour la présence de citoyens d'origine
russe; Nous
ne pouvons pas dire la même chose de la Syrie dans son ensemble, mais
seulement pour la base de Tartous, qui est le seul atterrissage navale
russe en Méditerranée. Du
point de vue stratégique, la présence de la flotte navale pour Moscou
est un point sur lequel aucun compromis: en dépit de tous les mouvements
déterminés par le nouvel équilibre mondial, la mer Méditerranée est
toujours un point central dans les politiques agricoles étrangères des
États qui aspirent à jouer un rôle de premier plan dans la politique internationale. Mais
seulement cet aspect est non seulement un engagement qui semble destiné
à devenir importante et permet sur la participation directe en personne
dans une guerre qui menace de hanter la direction du Kremlin. Le
point central est que la Russie craint une montée en puissance dans le
pays la Syrie, une fois, d'une certaine manière vous avez été capable
d'éradiquer l'Etat islamique, par les formations laïques soutenus par
les US. Ce
changement, si elle se produit, à partir de la scène qui est très loin
pour le sérieux retard de la formation militaire de la milice qui aide
Washington, se déplacerait influence sur la Syrie, l'Iran et la Russie à
l'Ouest. Le
problème pour ceux qui doivent aller à l'appui du village syrien qui
est capable de former à l'avenir est de plus en plus évident que le
temps passe, dans une situation générale qui semble être caractérisée
par tous contre tous, un facteur qui continue à encourager le contrôle territoire par le califat. L'évolution
de la situation en Syrie peut trouver une variété de parties prenantes à
affecter plus ou moins directement à la Syrie, considérée équilibre
stratégique essentiellement régional. Assad
est la première figure dans ce contexte, de la main, une situation dont
il ne pouvait sortir d'une manière digne, desserrer la poigne de fer du
pays à travers des concessions politiques agricoles atténués qui lui
permettrait de conserver le pouvoir et d'éviter le carnage qui se passe pendant quatre ans; puis
il ya les pays sunnites, la Turquie et l'Arabie Saoudite, pour la
première, qui ont essayé de profiter de la guerre civile depuis le
début, en aidant la milice fondamentaliste, qui a ensuite avoir échappé à
leur contrôle en devenant un Etat islamique. Les intentions des pays sunnites étaient pour soustraire le pays à l'influence iranienne en Syrie. En
dépit d'être des alliés des États-Unis, ils ont joué et, dans une
certaine mesure de continuer à jouer à un jeu dont le but est très
éloignée de celle de la Maison Blanche, Ankara, pour plus d'utilisations
guerre au califat pour régler leurs comptes avec les combattants
kurdes. Ce
dernier, aussi, alliés des États-Unis, poiriers qui ont jusqu'ici fait
le travail sur le terrain, en attendant la récompense de la création
d'une nation kurde souverain. Ils ont été trahis par un permis et des États-Unis le silence qui a précédé le bombardement de leurs positions par les Turcs. L'Iran est le principal allié d'Assad et le plus intéressé à la situation ne change pas politiques; Il
a lui-même commis depuis le début avec ses auditeurs dans la répression
du soulèvement démocratique et plus tard contre l'Etat islamique
sunnite fondamentaliste islamique. En
partie, il a déjà échoué dans son objectif de maintenir le contrôle
Assad sur l'ensemble de la Syrie, mais il était essentiel d'empêcher sa
seule sortie finale. Russes
ont déjà été discuté, il n'y a que la France et le Royaume-Uni, qui,
pressé par le problème des réfugiés qui tentent d'entrer dans le conflit
sans une vue correcte, cependant, qui est un facteur commun à toutes
les parties prenantes. Pour
le passé rester aux États-Unis, caractérisé par l'incertitude
politique, sans un plan général sur la Syrie, ils ont procédé à des
tentatives résulter de l'improvisation, qui ont pas atteint un résultat
de soulagement. Politique
étrangère d'Obama a été faible, mais la Syrie a été tout sauf un homme
d'État, mais simplement un rôle totalement hors d'échelle pour
l'importance des États-Unis. Il
reste vrai, cependant, qui ne pouvait pas compter sur des alliés
fiables des Nations Unies elle-même ont été infructueuses dans le
traitement de la question syrienne. Ces
divisions, qui devaient être mis de côté pour lutter contre le
terrorisme, ont favorisé l'avance de l'Etat islamique et la fuite des
civils syriens bibliques, forcé à souffrir la douleur, la violence, la
famine et les situations de santé graves, le comportement immédiatement
de tous les côtés impliquer. Maintenant,
il semble que l'urgence est plus important pour vaincre le califat et
il redonne à Assad la possibilité réelle d'être identifié comme un
moindre mal et donc lui permet de continuer à jouer un rôle politique en
Syrie. Si
cette approche est compréhensible, il est également vrai que le report
signifie un problème qui plus concret parce que la présence d'Assad va
rendre impossible la pacification de la Syrie, que le risque d'être dans
un état constant caractérisé par un manque d'équilibre interne. Dans
ce cas, applique plus que jamais la solution diplomatique, à parvenir à
un compromis entre tous les acteurs internationaux qui ont contribué à
créer la guerre civile en Syrie. Sans
une certaine forme d'accord où tout le monde va avoir à renoncer à
quelque chose que vous allez mettre en danger la stabilité régionale,
quelque part dans le monde qui est trop important de trouver son
équilibre pour ne pas affecter le monde.
O cenário síria
A
estreia dos russos no conflito na Síria está ocorrendo em um pano
macio, tipo de Crimea asiático, mas que parece pressagiar uma evolução
mais diferente. Moscou
nunca negou apoio a Assad, mas até agora tinha mantido longe do
conflito, em homenagem a sua estratégia na política externa, que proíbe a
interferência nos assuntos de um Estado estrangeiro. Este princípio pode, no entanto, ser superado se o Kremlin identifica interesses diretos para as suas próprias estratégias. Alguns
casos de Criméia e leste da Ucrânia são muito diferentes, porque
naquele momento Moscovo considerou-os, e considera áreas de exclusiva,
por razões geopolíticas e para a presença de cidadãos de origem russa; Nós
não podemos dizer o mesmo da Síria como um todo, mas apenas para a base
de Tartus, que é a única desembarque naval russa no Mediterrâneo. Do
ponto de vista estratégico, a presença da frota naval para Moscou é um
ponto sobre o qual nenhum compromisso: apesar de todos os movimentos
determinados pelo novo equilíbrio mundial, o Mar Mediterrâneo ainda é um
ponto central nas políticas agrícolas estrangeira dos Estados que
aspiram a desempenhar um papel proeminente na política internacional. Mas
só esse aspecto não é apenas um compromisso que parece destinado a se
tornar importante e deixa transparecer envolvimento direto em pessoa em
uma guerra que ameaça a assombrar a liderança do Kremlin. O
ponto central é que a Rússia teme uma ascensão ao poder no país Síria,
uma vez que, de alguma forma você foi capaz de erradicar o Estado
islâmico, pelas formações seculares apoiados pelos Estados Unidos. Essa
mudança, se ocorrer, a partir da paisagem que é muito longe para o
atraso grave de treinamento militar da milícia que auxilia Washington,
mudaria influência sobre a Síria, Rússia e Irã para o Ocidente. O
problema para aqueles que devem ir para o apoio da aldeia síria que é
capaz de formar no futuro é cada vez mais evidente à medida que o tempo
passa, a uma situação geral que parece ser caracterizado por todos
contra todos, um fator que continua a incentivar o controle território pelo califado. A
evolução da situação na Síria pode encontrar uma grande variedade de
interessados para afetar mais ou menos diretamente para a Síria,
considerada equilíbrio estratégico essencialmente regional. Assad
é a primeira figura neste contexto, fora de mão, uma situação da qual
ele poderia sair de forma digna, soltando a mão de ferro do país por
meio de concessões atenuadas as políticas agrícolas que lhe permitiriam
manter o poder e evitar a carnificina que está acontecendo para quatro anos; depois
há os países sunitas, Turquia e Arábia Saudita, para o primeiro, que
tentaram tirar proveito da guerra civil desde o início, ajudando a
milícia fundamentalista, que, em seguida, ter escapado de seu controle,
tornando-se um estado islâmico. As intenções dos países sunitas foram para subtrair o país a influência iraniana na Síria. Apesar
de serem aliados dos Estados Unidos, eles têm desempenhado e, em certa
medida, continuar a jogar um jogo cujo objetivo é muito distante do da
Casa Branca, Ankara, para a guerra mais usos para o califado para
ajustar suas contas com combatentes curdos. Este
último, também, os aliados dos EUA, pereiras que até agora têm feito o
trabalho no chão, esperando a recompensa de o estabelecimento de uma
nação curda soberano. Eles foram traídos pela autorização e silêncio dos EUA que precedeu o bombardeio de suas posições por parte dos turcos. O Irã é o principal aliado de Assad e um dos mais interessado na situação não mudar as políticas; Ele
comprometeu-se desde o início com os seus auditores na repressão da
revolta democrática e mais tarde contra o Estado islâmico sunita
fundamentalista islâmico. Em
parte, já fracassou em seu objetivo de manter o controle sobre toda
Assad da Síria, mas foi crucial para evitar a sua única saída final. Os
russos já foram discutidos, há apenas a França eo Reino Unido, que,
instado pelo problema dos refugiados que tentavam entrar no conflito sem
uma visão adequada, no entanto, que é um fator comum a todos os
interessados. Para
o passado permanecer nos Estados Unidos, caracterizada pela incerteza
política, sem um plano geral sobre a Síria, passaram a tentativas
resultar da improvisação, que não chegaram a qualquer RESULTADO DA
alívio. A
política externa de Obama tem sido fraco, mas a Síria tem sido tudo
menos um estadista, apenas um papel totalmente fora de escala para a
importância de os Estados Unidos. Continua
a ser verdade, no entanto, que não podia contar com aliados confiáveis
ELE Nações Unidas em si não têm tido sucesso em lidar com a questão
síria. Estas
divisões, que estavam a ser postas de lado para combater o terrorismo,
têm promovido o avanço do estado islâmico e a fuga de civis sírios
bíblicos, forçada a sofrer dor, violência, fome e situações graves de
saúde, o comportamento imediatamente de todos os lados envolvidos. Agora
parece que a urgência é mais importante para derrotar o califado e dá
de volta a Assad a possibilidade real de ser identificado como um mal
menor e, portanto, permite-lhe continuar a desempenhar um papel político
na Síria. Se
esta abordagem é compreensível, é também verdade que significa adiar um
problema que mais concreto, porque a presença de Assad vai fazer
impossível a pacificação da Síria, que o risco de estar em um constante
estado caracterizado por uma falta de equilíbrio interno. Neste
caso, aplica-se mais do que nunca a solução diplomática, para chegar a
um compromisso entre todos os atores internacionais que ajudaram a criar
o conflito civil na Síria. Sem
alguma forma de acordo onde todos terão que desistir de algo que você
vai colocar em risco a estabilidade regional em algum lugar no mundo,
que é muito importante encontrar o equilíbrio para não afetar o mundo.
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