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mercoledì 25 settembre 2019

La Cina esibirà la sua potenza militare nella parata per il 70° anniversario

La Cina si appresta a celebrare il settantesimo anniversario della sua creazione: nelle intenzioni della classe dirigente di Pechino dovrà trattarsi di una manifestazione dove esporre l’avanzamento del progresso cinese, attraverso la sfilata dei suoi armamenti più avanzati. Per alcuni analisti si tratterà di una vera e propria manifestazione di forza, diretta sopratutto agli Stati Uniti, con i quali la Repubblica popolare cinese ha, ormai un rapporto molto conflittuale. Ci saranno profonde differenze con la prima parata, che celebrava la nascita della Cina comunista: in quella manifestazione gli aerei che Pechino poteva fare sfilare furono soltanto 17. Il primo ottobre, invece, sfileranno 15.000 militari, circa 160 aerei e diversi armamenti, inclusi i droni ed i missili a lungo raggio. Malgrado le smentite, circa una dimostrazione contro gli Stati Uniti, sembra lecito credere, che la sfilata militare sia un avvetimento chiaro e deciso a chi vuole esercitare ingerenza in quelle zone che la Cina ritiene di sua esclusiva competenza ed anche contro chi vuole esercitare una pressione sulla sua economia e sulla garanzia di sfruttare le vie commerciali, in special modo quelle marittime. Esporre pubblicamente un razzo capace di portare una dozzina di testate nucleari ed in grado di coprire una distanza di 14.000 chilometri, sembra essere un chiaro atto politico, di politica internazionale, che risulta essere un avvertimento esplicito per dimostrare che Pechino è in grado di sostenere una dialettica impostata sulle minacce militari e mettersi in gioco, non solo come potenza economica, ma anche strategica. Questa esibizione di forza non giunge come una novità, le cifre dei grandi investimenti in armamenti, che la Cina ha sostenuto per creare una forza militare più moderna e dotata degli strumenti più avanzati, è risaputa, come è risaputo che questo sforzo sta andando avanti da molto tempo. L’esigenza di diventare una potenza mondiale globale è derivata dalla necessità di proteggere l’economia del paese e potere, quindi, dialogare alla pari con gli Stati Uniti, che sono il reale competitore nello scenario mondiale. La tappa dell’evoluzione dei propri armamenti è soltanto una parte del progetto cinese per competere nella leaderaship globale: i grandi investimenti sostenuti in Africa, Asia ed Europa manifestano una chiara volontà di recitare un ruolo sempre più importante nello scenario internazionale, anche se ciò comporta una avversione crescente, che si può definire naturale, alla presenza sempre più ingombrante del paese cinese. Il segnale di un peso maggiore delle forze armate non può non destare preoccupazione per i rischi sempre maggiori per la stabilità mondiale, tuttavia, per ora Pechino non ha mostrato segnali di volere abbandonare la sua abituale cautela in campo internazionale, anche se in zone di particolare interesse, come il Mare Cinese, la presenza militare cinese è cresciuta aumentando i rischi di potenziali incidenti. Sul piano interno la situazione resta complessa per la questione di Hong Kong, dove la celebrazione dell’anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, potrebbe essere l’occasione di manifestazioni e di conseguenti repressioni da parte del governo centrale. Sotto questo aspetto, Pechino è sotto esame da parte della comunità internazionale ed ogni eventuale esercizio di violenza potrebbe essere un motivo di attacco verso il governo cinese. La situazione dell’ex colonia britannica è sicuramente una prova per la Cina, perchè non può risolvere la ribellione con i metodi usati in altre zone del paese meno appariscenti, in altre parole la repressione esercitata contro i musulmani cinesi non può essere attuata ad Hong Kong, pena ritorsioni commerciali non irrilevanti per l’economia cinese. Quindi, aldilà, delle esibizioni di potenza militare, l’anniversario dei settanta anni della Repubblica Socialista cinese presenta delle considrazioni necessarie da parte dell’occidente, specie dell’Europa, circa i rapporti che intende intrattenere con un paese dove la democrazia non esiste e che intende esportare il proprio modello capitalistico nel mondo. 

China will exhibit its military power in the 70th anniversary parade

China is preparing to celebrate the seventieth anniversary of its creation: the intentions of the ruling class of Beijing will have to be an event where to expose the progress of Chinese progress, through the parade of its most advanced weapons. For some analysts it will be a real show of force, directed above all to the United States, with which the People's Republic of China has, by now a very conflicted relationship. There will be profound differences with the first parade, which celebrated the birth of Communist China: in that demonstration, the aircraft that Beijing could have paraded were only 17. On October 1, however, will parade 15,000 soldiers, about 160 airplanes and various armaments, including drones and long-range missiles. Despite the denials, about a demonstration against the United States, it seems legitimate to believe that the military parade is a clear and decisive apperance for those who want to exercise interference in those areas that China considers of its exclusive competence and also against those who want to exert pressure on its economy and on the guarantee of exploiting commercial routes, especially maritime ones. Publicly exposing a rocket capable of carrying a dozen nuclear warheads and capable of covering a distance of 14,000 kilometers, seems to be a clear political act, of international politics, which appears to be an explicit warning to show that Beijing is able to sustain a dialectic based on military threats and to get involved, not only as an economic power, but also strategically. This show of strength does not come as a novelty, the figures of the great investments in armaments, which China has supported to create a more modern military force and equipped with the most advanced instruments, is well known, as it is known that this effort is going on from a lot of time. The need to become a global world power is derived from the need to protect the country's economy and therefore be able to dialogue on a par with the United States, which is the real competitor on the world stage. The stage of the evolution of its armaments is only one part of the Chinese project to compete in the global leader: the large investments sustained in Africa, Asia and Europe show a clear desire to play an increasingly important role in the international scenario, even if this involves a growing aversion, which can be defined as natural, in the increasingly cumbersome presence of the Chinese country. The signal of a greater weight of the armed forces cannot but arouse concern for the ever-increasing risks for world stability, however, for now Beijing has not shown signs of wanting to abandon its habitual caution in the international field, even if in particular areas interest, like the Chinese Sea, the Chinese military presence has grown, increasing the risks of potential accidents. Internally, the situation remains complex due to the Hong Kong issue, where the celebration of the foundation of the People's Republic of China could be the occasion for demonstrations and consequent repression by the central government. In this respect, Beijing is under scrutiny by the international community and any possible violence could be a reason to attack the Chinese government. The situation of the former British colony is certainly a test for China, because it cannot resolve the rebellion with the methods used in other less flashy areas of the country, in other words the repression against Chinese Muslims cannot be implemented in Hong Kong , under penalty of commercial retaliation not irrelevant for the Chinese economy. Therefore, beyond the military power exhibitions, the seventy-year anniversary of the Chinese Socialist Republic presents the necessary considings on the part of the West, especially of Europe, about the relations that it intends to maintain with a country where democracy does not exist and which intends to export its capitalist model to the world.

China exhibirá su poder militar en el desfile del 70 aniversario

China se está preparando para celebrar el septuagésimo aniversario de su creación: las intenciones de la clase dominante de Beijing deberán ser un evento donde exponer el progreso del progreso chino, a través del desfile de sus armas más avanzadas. Para algunos analistas, será una verdadera demostración de fuerza, dirigida sobre todo a los Estados Unidos, con lo que la República Popular de China tiene, por ahora una relación muy conflictiva. Habrá profundas diferencias con el primer desfile, que celebró el nacimiento de la China comunista: en esa manifestación, el avión que Beijing podría haber desfilado solo tenía 17. El 1 de octubre, sin embargo, desfilará 15,000 soldados, alrededor de 160 aviones y varios armamentos, incluidos drones y misiles de largo alcance. A pesar de las negativas, acerca de una manifestación contra los Estados Unidos, parece legítimo creer que el desfile militar es una apariencia clara y decisiva para aquellos que desean ejercer interferencia en aquellas áreas que China considera de su competencia exclusiva y también contra aquellos que desean ejercer presión. en su economía y en la garantía de explotar rutas comerciales, especialmente las marítimas. Exponer públicamente un cohete capaz de transportar una docena de ojivas nucleares y capaz de cubrir una distancia de 14,000 kilómetros, parece ser un acto político claro, de política internacional, que parece ser una advertencia explícita para demostrar que Beijing puede sostener un dialéctica basada en amenazas militares y en involucrarse, no solo como potencia económica, sino también estratégicamente. Esta demostración de fuerza no viene como una novedad, las figuras de las grandes inversiones en armamentos, que China ha apoyado para crear una fuerza militar más moderna y equipada con los instrumentos más avanzados, es bien conocida, ya que se sabe que este esfuerzo está sucediendo desde mucho tiempo La necesidad de convertirse en una potencia mundial global se deriva de la necesidad de proteger la economía del país y, por lo tanto, poder dialogar a la par con los Estados Unidos, que es el verdadero competidor en el escenario mundial. La etapa de la evolución de sus armamentos es solo una parte del proyecto chino para competir en el líder mundial: las grandes inversiones sostenidas en África, Asia y Europa muestran un claro deseo de desempeñar un papel cada vez más importante en el escenario internacional, incluso si esto implica una creciente aversión, que puede definirse como natural, en la presencia cada vez más engorrosa del país chino. Sin embargo, la señal de un mayor peso de las fuerzas armadas no puede sino despertar preocupación por los riesgos cada vez mayores para la estabilidad mundial, por ahora Pekín no ha mostrado signos de querer abandonar su precaución habitual en el campo internacional, incluso en áreas particulares El interés, como el Mar de China, ha aumentado la presencia militar china, aumentando los riesgos de posibles accidentes. Internamente, la situación sigue siendo compleja debido al problema de Hong Kong, donde la celebración de la fundación de la República Popular de China podría ser la ocasión para manifestaciones y la consiguiente represión por parte del gobierno central. A este respecto, Beijing está bajo escrutinio de la comunidad internacional y cualquier posible violencia podría ser una razón para atacar al gobierno chino. La situación de la antigua colonia británica es sin duda una prueba para China, porque no puede resolver la rebelión con los métodos utilizados en otras áreas menos llamativas del país, en otras palabras, la represión contra los musulmanes chinos no se puede implementar en Hong Kong. , bajo pena de represalia comercial, no es irrelevante para la economía china. Por lo tanto, más allá de las exposiciones de poder militar, el setenta aniversario de la República Socialista China presenta las consideraciones necesarias por parte de Occidente, especialmente de Europa, sobre las relaciones que pretende mantener con un país donde la democracia no existe y que pretende exportar su modelo capitalista al mundo.

China wird seine militärische Macht bei der Parade zum 70-jährigen Jubiläum zeigen

China bereitet sich darauf vor, den siebzigsten Jahrestag seiner Gründung zu feiern: Die Absichten der herrschenden Klasse von Peking müssen ein Ereignis sein, um den Fortschritt des chinesischen Fortschritts durch die Parade seiner fortschrittlichsten Waffen aufzudecken. Für einige Analysten wird es eine echte Machtdemonstration sein, die sich vor allem an die Vereinigten Staaten richtet und mit der die Volksrepublik China inzwischen ein sehr konfliktreiches Verhältnis unterhält. Es wird tiefgreifende Unterschiede zur ersten Parade geben, die die Geburt des kommunistischen China feierte: In dieser Demonstration waren die Flugzeuge, die Peking hätte vorführen können, nur 17 Jahre alt. Am 1. Oktober werden jedoch 15.000 Soldaten, etwa 160 Flugzeuge und verschiedene Waffen, einschließlich, vorgeführt Drohnen und Langstreckenraketen. Trotz der Ablehnung einer Demonstration gegen die Vereinigten Staaten scheint es legitim zu sein zu glauben, dass die Militärparade eine klare und entscheidende Erscheinung für diejenigen ist, die in den Bereichen einmischen möchten, die China als ausschließliche Zuständigkeit ansieht, und auch gegen diejenigen, die Druck ausüben möchten auf seiner Wirtschaft und auf der Garantie der Ausbeutung von Handelswegen, besonders von Seewegen. Eine Rakete, die ein Dutzend Atomsprengköpfe tragen und eine Entfernung von 14.000 Kilometern zurücklegen kann, öffentlich zu zeigen, scheint ein klarer politischer Akt der internationalen Politik zu sein Dialektik auf der Grundlage militärischer Bedrohungen und sich nicht nur als Wirtschaftsmacht, sondern auch strategisch zu engagieren. Diese Demonstration der Stärke ist kein Novum. Die Zahlen der großen Rüstungsinvestitionen, die China unterstützt hat, um eine modernere Streitmacht zu schaffen und die mit den modernsten Instrumenten ausgestattet sind, sind allgemein bekannt, da bekannt ist, dass diese Bemühungen vonstatten gehen eine lange Zeit. Das Bedürfnis, eine globale Weltmacht zu werden, leitet sich aus dem Bedürfnis ab, die Wirtschaft des Landes zu schützen und daher in der Lage zu sein, mit den Vereinigten Staaten, die der wahre Konkurrent auf der Weltbühne sind, auf Augenhöhe zu kommunizieren. Das Stadium der Entwicklung seiner Rüstung ist nur ein Teil des chinesischen Projekts, um sich im globalen Wettbewerb zu behaupten: Die großen Investitionen in Afrika, Asien und Europa zeigen den klaren Wunsch, im internationalen Szenario eine immer wichtigere Rolle zu spielen, auch wenn dies einschließt eine wachsende Abneigung, die als natürlich bezeichnet werden kann, angesichts der immer schwerfälliger werdenden Präsenz des chinesischen Landes. Das Signal eines größeren Gewichts der Streitkräfte kann jedoch nur die Sorge um die ständig wachsenden Risiken für die Weltstabilität wecken. Derzeit hat Peking keine Anzeichen dafür gezeigt, dass es seine gewohnte Vorsicht im internationalen Bereich aufgeben will, auch wenn dies in bestimmten Bereichen der Fall ist Das Interesse am chinesischen Meer ist gewachsen, und das Risiko potenzieller Unfälle ist gestiegen. Intern bleibt die Situation aufgrund der Hongkong-Frage komplex, bei der die Feier der Gründung der Volksrepublik China Anlass für Demonstrationen und konsequente Unterdrückung durch die Zentralregierung sein könnte. In dieser Hinsicht wird Peking von der internationalen Gemeinschaft unter die Lupe genommen und jede mögliche Gewalt könnte ein Grund sein, die chinesische Regierung anzugreifen. Die Situation der ehemaligen britischen Kolonie ist sicherlich ein Test für China, da sie den Aufstand mit den in anderen weniger auffälligen Gebieten des Landes angewandten Methoden nicht auflösen kann, dh die Repression gegen chinesische Muslime kann in Hongkong nicht durchgeführt werden , unter Strafe der kommerziellen Vergeltung nicht irrelevant für die chinesische Wirtschaft. Über die militärischen Machtausstellungen hinaus zeigt das 70-jährige Jubiläum der Sozialistischen Republik Chinas die notwendigen Überlegungen des Westens, insbesondere Europas, über die Beziehungen, die es zu einem Land unterhalten will, in dem es keine Demokratie gibt, und das beabsichtigt, sein kapitalistisches Modell in die Welt zu exportieren.

La Chine exposera sa puissance militaire lors du défilé du 70e anniversaire

La Chine se prépare à célébrer le soixante-dixième anniversaire de sa création: les intentions de la classe dirigeante de Beijing devront être un événement permettant d'exposer les progrès du progrès chinois, à travers le défilé de ses armes les plus avancées. Pour certains analystes, il s'agira d'une véritable démonstration de force dirigée avant tout vers les États-Unis, avec lesquels la République populaire de Chine entretient désormais des relations très conflictuelles. Il y aura de profondes divergences avec le premier défilé, qui célébrait la naissance de la Chine communiste: lors de cette manifestation, l'avion que Pékin aurait pu défiler n'était que de 17 personnes. Le 1er octobre, cependant, 15 000 soldats, environ 160 avions et diverses armes défileront, dont drones et missiles à longue portée. Malgré les démentis, au sujet d'une manifestation contre les États-Unis, il semble légitime de croire que le défilé militaire constitue une apparence claire et décisive pour ceux qui veulent exercer une ingérence dans les domaines que la Chine considère comme relevant de sa compétence exclusive, mais aussi contre ceux qui souhaitent exercer des pressions. sur son économie et sur la garantie d’exploitation des voies commerciales, notamment maritimes. Dévoiler publiquement une fusée capable de transporter une douzaine d’ogives nucléaires et capable de parcourir une distance de 14 000 kilomètres semble être un acte politique clair de la politique internationale, qui semble constituer un avertissement explicite montrant que Beijing est en mesure de soutenir dialectique basée sur des menaces militaires et à s'impliquer, non seulement en tant que puissance économique, mais également de manière stratégique. Cette démonstration de force n’est pas une nouveauté. Les chiffres des grands investissements dans l’armement, que la Chine a appuyés pour créer une force militaire plus moderne et dotés des instruments les plus avancés, sont bien connus, car on sait que cet effort se poursuit depuis longtemps. La nécessité de devenir une puissance mondiale globale découle de la nécessité de protéger l'économie du pays et donc de pouvoir dialoguer sur un pied d'égalité avec les États-Unis, qui sont le véritable concurrent sur la scène mondiale. L’étape de l’évolution de ses armements n’est qu’un aspect du projet chinois visant à concurrencer le leader mondial: les investissements importants soutenus en Afrique, en Asie et en Europe montrent clairement le souhait de jouer un rôle de plus en plus important dans le scénario international. une aversion croissante, que l’on peut définir comme naturelle, dans la présence de plus en plus lourde du pays chinois. Le signal d'un poids accru des forces armées ne peut que susciter l'inquiétude face aux risques de plus en plus graves pour la stabilité mondiale. Cependant, pour l'instant, Pékin n'a montré aucun signe de volonté d'abandonner sa prudence habituelle sur le terrain international, même dans des domaines particuliers. intérêt, comme la mer de Chine, la présence militaire chinoise s'est accrue, augmentant les risques d'accidents potentiels. Sur le plan interne, la situation reste complexe en raison du problème de Hong Kong, où la célébration de la fondation de la République populaire de Chine pourrait être l'occasion de manifestations et de la répression qui en résulterait du gouvernement central. À cet égard, Beijing est sous la surveillance de la communauté internationale et toute violence éventuelle pourrait constituer une raison pour attaquer le gouvernement chinois. La situation de l'ancienne colonie britannique est certainement un test pour la Chine, car elle ne peut pas résoudre la rébellion avec les méthodes utilisées dans d'autres régions moins voyantes du pays. En d'autres termes, la répression contre les musulmans chinois ne peut pas être mise en œuvre à Hong Kong. , sous peine de représailles commerciales, non sans importance pour l'économie chinoise. Par conséquent, au-delà des expositions de puissance militaire, le 70ème anniversaire de la République socialiste chinoise présente les considérations nécessaires de la part de l’Occident, en particulier de l’Europe, sur les relations qu’elle entend maintenir avec un pays où la démocratie n’existe pas et qui a l'intention d'exporter son modèle capitaliste vers le monde.

China exibirá seu poder militar no desfile do 70º aniversário

A China está se preparando para celebrar o septuagésimo aniversário de sua criação: as intenções da classe dominante de Pequim deverão ser um evento para expor o progresso do progresso chinês, através do desfile de suas armas mais avançadas. Para alguns analistas, será uma demonstração real de força, dirigida sobretudo aos Estados Unidos, com os quais a República Popular da China tem, até agora um relacionamento muito conflitante. Haverá diferenças profundas com o primeiro desfile, que comemorou o nascimento da China comunista: naquela demonstração, a aeronave que Pequim poderia ter desfilado tinha apenas 17 anos. No entanto, em 1º de outubro, desfilarão 15.000 soldados, cerca de 160 aviões e vários armamentos, incluindo drones e mísseis de longo alcance. Apesar das negações, sobre uma manifestação contra os Estados Unidos, parece legítimo acreditar que o desfile militar é uma aparência clara e decisiva para aqueles que desejam exercer interferência nas áreas que a China considera de sua competência exclusiva e também contra aqueles que querem exercer pressão. em sua economia e na garantia de exploração de rotas comerciais, especialmente marítimas. Expor publicamente um foguete capaz de carregar uma dúzia de ogivas nucleares e capaz de percorrer uma distância de 14.000 quilômetros, parece ser um ato político claro, da política internacional, que parece ser um aviso explícito para mostrar que Pequim é capaz de sustentar um dialética baseada em ameaças militares e se envolver, não apenas como potência econômica, mas também estrategicamente. Essa demonstração de força não vem como novidade, são bem conhecidos os números dos grandes investimentos em armamentos, que a China apoiou para criar uma força militar mais moderna e equipada com os instrumentos mais avançados, pois se sabe que esse esforço está ocorrendo desde muito tempo. A necessidade de se tornar uma potência mundial global deriva da necessidade de proteger a economia do país e, portanto, poder dialogar em pé de igualdade com os Estados Unidos, que é o verdadeiro concorrente no cenário mundial. O estágio da evolução de seus armamentos é apenas uma parte do projeto chinês para competir no líder global: os grandes investimentos realizados na África, Ásia e Europa mostram um desejo claro de desempenhar um papel cada vez mais importante no cenário internacional, mesmo que isso envolva uma aversão crescente, que pode ser definida como natural, na presença cada vez mais complicada do país chinês. O sinal de um peso maior das forças armadas não pode deixar de despertar preocupação com os riscos cada vez maiores para a estabilidade mundial, no entanto, por enquanto, Pequim não mostrou sinais de querer abandonar sua cautela habitual no campo internacional, mesmo que em áreas específicas. interesse, como o Mar da China, a presença militar chinesa aumentou, aumentando os riscos de possíveis acidentes. Internamente, a situação permanece complexa devido à questão de Hong Kong, onde a celebração da fundação da República Popular da China pode ser a ocasião para manifestações e consequente repressão por parte do governo central. A esse respeito, Pequim está sob escrutínio da comunidade internacional e qualquer possível violência pode ser um motivo para atacar o governo chinês. A situação da ex-colônia britânica é certamente um teste para a China, porque não pode resolver a rebelião com os métodos usados ​​em outras áreas menos chamativas do país; em outras palavras, a repressão contra muçulmanos chineses não pode ser implementada em Hong Kong. , sob pena de retaliação comercial não irrelevante para a economia chinesa. Portanto, além das exibições do poder militar, os setenta anos da República Socialista Chinesa apresentam as considerações necessárias por parte do Ocidente, especialmente da Europa, sobre as relações que ele pretende manter com um país onde a democracia não existe e que pretende exportar seu modelo capitalista para o mundo.

Китай продемонстрирует свою военную мощь на параде, посвященном 70-летию

Китай готовится отпраздновать семидесятую годовщину своего создания: намерения правящего класса Пекина должны стать событием, где можно будет продемонстрировать прогресс китайского прогресса через парад его самых передовых вооружений. Для некоторых аналитиков это будет реальная демонстрация силы, направленная, прежде всего, на Соединенные Штаты, с которыми Китайская Народная Республика имеет к настоящему времени очень противоречивые отношения. С первым парадом, который праздновал рождение коммунистического Китая, будут глубокие разногласия: на этой демонстрации самолет, который Пекин мог бы показать, был только 17. Однако 1 октября будет проходить парад 15 000 солдат, около 160 самолетов и различных вооружений, в том числе беспилотники и ракеты большой дальности. Несмотря на опровержения в отношении демонстрации против Соединенных Штатов, кажется законным полагать, что военный парад является явным и решительным явлением для тех, кто хочет осуществить вмешательство в тех областях, которые Китай считает своей исключительной компетенцией, а также против тех, кто хочет оказать давление на его экономику и на гарантию использования коммерческих маршрутов, особенно морских. Публичное разоблачение ракеты, способной нести десяток ядерных боеголовок и способной преодолевать расстояние в 14 000 километров, представляется явным политическим актом международной политики, который, как представляется, является явным предупреждением о том, что Пекин способен выдержать Диалектика основана на военных угрозах и вовлекается не только как экономическая держава, но и стратегически. Это проявление силы не является новшеством, цифры великих инвестиций в вооружения, которые Китай поддержал для создания более современных вооруженных сил и оснащенных самыми передовыми инструментами, хорошо известны, поскольку известно, что эти усилия продолжаются с долго Необходимость стать глобальной мировой державой проистекает из необходимости защищать экономику страны и, следовательно, иметь возможность вести диалог наравне с Соединенными Штатами, которые являются реальным конкурентом на мировой арене. Стадия эволюции вооружений - это только одна часть китайского проекта, позволяющего конкурировать с мировым лидером: крупные инвестиции в Африку, Азию и Европу демонстрируют явное желание играть все более важную роль в международном сценарии, даже если это предполагает растущее отвращение, которое можно определить как естественное, в условиях все более обременительного присутствия китайской страны. Сигнал о большем весе вооруженных сил не может не вызывать беспокойства в связи с постоянно растущими рисками для стабильности в мире, однако, пока Пекин не продемонстрировал признаков желания отказаться от своей привычной осторожности на международной арене, даже если в отдельных районах Интерес, как и к китайскому морю, к китайскому военному присутствию возрос, увеличивая риски потенциальных аварий. Внутренне ситуация остается сложной из-за проблемы Гонконга, где празднование основания Китайской Народной Республики может стать поводом для демонстраций и последующих репрессий со стороны центрального правительства. В этом отношении Пекин находится под пристальным вниманием международного сообщества, и любое возможное насилие может стать причиной для нападок на правительство Китая. Ситуация в бывшей британской колонии, безусловно, является испытанием для Китая, поскольку она не может разрешить восстание методами, применяемыми в других менее ярких районах страны, иными словами, репрессии против китайских мусульман не могут быть осуществлены в Гонконге. Под угрозой коммерческого возмездия не имеет значения для китайской экономики. Поэтому, помимо выставок военной мощи, семидесятилетняя годовщина Китайской Социалистической Республики представляет необходимые соображения со стороны Запада, особенно Европы, об отношениях, которые он намерен поддерживать со страной, где демократии нет и которая намерена экспортировать свою капиталистическую модель в мир.

中國將在建國七十週年大遊行中展示其軍事實力

中國正準備慶祝建國七十週年:北京統治階級的意圖必須是通過其最先進的武器遊行來展示中國進步進步的盛會。對於某些分析家而言,這將是一種真正的武力表現,首先是針對與中華人民共和國具有直接衝突的美國。與慶祝共產主義中國誕生的第一次閱兵會存在深刻的分歧:在這次遊行中,北京本來可以閱覽的飛機只有17架。但是,到10月1日,閱兵將有15,000名士兵,約160架飛機和各種裝備,包括無人機和遠程導彈。儘管否認了有關針對美國的示威遊行,但似乎有理由相信,對於那些希望在中國認為自己有專長的領域進行干涉的人,以及對於那些想施加壓力的人,軍事遊行是明確而決定性的外觀。在經濟上以及在開發商業路線,尤其是海上路線方面的保證。公開展示能夠攜帶十二枚核彈頭,能夠覆蓋14,000公里距離的火箭,似乎是國際政治上的明確政治行為,這似乎是明確警告,表明北京有能力維持和平發展。以軍事威脅為基礎的辯證法,並不僅作為經濟強國參與,而且在戰略上也參與。實力的展現並不是新奇的,眾所周知,中國大力支持的武器裝備巨大投資的數字,以建立一支更現代化的軍事力量並配備最先進的儀器,眾所周知,這種努力是從很久了成為全球世界強國的需要源於保護該國經濟的需要,因此有能力與美國進行對話,而美國是世界舞台上的真正競爭對手。軍備發展的階段只是中國爭奪全球領導者項目的一部分:在非洲,亞洲和歐洲進行的大量投資顯示出明確的願望,希望在國際形勢中發揮越來越重要的作用,即使這涉及隨著中國國家日益繁瑣的存在,越來越多的厭惡情緒可以說是自然的。武裝部隊人數增加的信號不禁引起人們對世界穩定不斷增加的風險的關注,但是,就目前而言,即使在特定地區,北京也沒有表現出放棄國際慣常謹慎的跡象。像中國海一樣,中國的軍事存在與日俱增,增加了潛在事故的風險。在內部,由於香港問題,局勢仍然複雜,慶祝中華人民共和國成立可能是遊行示威和中央政府隨後鎮壓之際。在這方面,國際社會正在對北京進行審查,任何可能的暴力行為都可能成為攻擊中國政府的原因。前英國殖民地的狀況無疑是對中國的考驗,因為它無法解決該國其他華而不實地區使用的方法所造成的叛亂,換句話說,對中國穆斯林的鎮壓無法在香港實施處以與中國經濟無關的商業報復處罰。因此,除了軍事力量展覽之外,中國社會主義共和國成立70週年還向西方,特別是歐洲方面,提出了關於它打算與一個不存在民主的國家保持關係的必要考慮。打算將其資本主義模式出口到世界。

中国は70周年記念パレードで軍事力を発揮します

中国は創立70周年を祝う準備を進めています。北京の支配階級の意図は、最も先進的な武器のパレードを通じて、中国の進歩の進展を明らかにするイベントでなければなりません。一部のアナリストにとって、それは何よりも米国に向けられた真の力のショーであり、中華人民共和国は現在、非常に相反する関係にあります。中国共産党の誕生を祝った最初のパレードには大きな違いがあります。そのデモでは、北京がパレードできた航空機はわずか17台でしたが、10月1日には15,000人の兵士、約160機の飛行機、ドローンと長距離ミサイル。否定にもかかわらず、米国に対するデモについては、軍事パレードは、中国が排他的な能力を考慮し、圧力をかけたい人々に対して干渉を行うことを望む人々にとって明確で決定的な外観であると信じることは正当なようですその経済と商業ルート、特に海上ルートの悪用の保証について。 12発の核弾頭を搭載でき、14,000キロメートルの距離をカバーできるロケットを公開することは、国際政治の明確な政治行為であるように思われます。軍事的脅威に基づいた弁証法であり、経済力としてだけでなく、戦略的にも関与することです。この力強さは目新しいものではなく、中国がより近代的な軍事力を生み出し、最先端の機器を装備するために支援した兵器への大きな投資の数字は、この努力が続いていることが知られているので、よく知られています長い間。グローバルな世界大国になる必要性は、国の経済を保護し、したがって、世界の舞台で真の競争相手である米国と対等に対話できるようにする必要性に由来します。その武装の進化の段階は、グローバルリーダーで競争する中国のプロジェクトの一部にすぎません。アフリカ、アジア、ヨーロッパで持続する大規模な投資は、たとえこれが関与していても、国際シナリオでますます重要な役割を果たしたいという明確な願望を示していますますます厄介な中国の存在下で、自然と定義できる嫌悪感の高まり。軍隊のより大きな重量の信号は、世界の安定に対する絶えず増大するリスクへの懸念を喚起せざるを得ないが、現在のところ、特定の分野であっても、国際的な分野での習慣的な注意を放棄したいという兆候を北京は示していない関心は、中国海のように、中国の軍事プレゼンスが成長し、潜在的な事故のリスクを高めています。内部的には、中華人民共和国の設立を祝うことが、中央政府によるデモとその結果の弾圧の機会となる可能性がある香港問題のため、状況は複雑なままです。この点で、北京は国際社会の監視下にあり、起こりうる暴力は中国政府を攻撃する理由になる可能性があります。元英国植民地の状況は確かに中国にとって試練です。なぜなら、それは国内の他のあまり派手でない地域で使われている方法で反乱を解決できないからです。言い換えれば、中国のイスラム教徒に対する抑圧は香港で実行できません、商業的報復のペナルティの下で、中国経済とは無関係ではない。したがって、軍事力の展示会を超えて、中国社会主義共和国の70年記念日は、民主主義が存在しない国と維持しようとする関係について、西側、特にヨーロッパ側に必要な配慮を提示します。資本主義モデルを世界に輸出しようとしています。

ستعرض الصين قوتها العسكرية في استعراض الذكرى السبعين

تستعد الصين للاحتفال بالذكرى السنوية السبعين لإنشائها: يجب أن تكون نوايا الطبقة الحاكمة في بكين مناسبة لفضح تقدم التقدم الصيني ، من خلال استعراض لأسلحتها الأكثر تطوراً. بالنسبة لبعض المحللين ، سيكون هذا عرضًا حقيقيًا للقوة ، يتم توجيهه قبل كل شيء إلى الولايات المتحدة ، التي تربطها بجمهورية الصين الشعبية ، علاقة متضاربة للغاية. ستكون هناك خلافات عميقة مع العرض الأول ، الذي احتفل بميلاد الصين الشيوعية: في تلك المظاهرة ، كانت الطائرة التي كان بوسع بكين أن تستعرضها هي 17 عامًا فقط. ومع ذلك ، في الأول من أكتوبر / تشرين الأول ، سوف تستعرض 15000 جندي ، وحوالي 160 طائرة وأسلحة مختلفة ، بما في ذلك طائرات بدون طيار وصواريخ طويلة المدى. على الرغم من النفي ، حول مظاهرة ضد الولايات المتحدة ، يبدو من المشروع الاعتقاد بأن العرض العسكري هو مظهر واضح وحاسم لأولئك الذين يرغبون في ممارسة التدخل في تلك المناطق التي تعتبرها الصين من كفاءتها الحصرية وأيضاً ضد أولئك الذين يريدون ممارسة الضغط على اقتصادها وعلى ضمان استغلال الطرق التجارية ، لا سيما الطرق البحرية. إن الكشف علنًا عن صاروخ قادر على حمل 12 رأسًا نوويًا وقادرًا على تغطية مسافة 14000 كيلومتر ، يبدو أنه عمل سياسي واضح ، للسياسة الدولية ، والذي يبدو أنه تحذير صريح لإظهار أن بكين قادرة على تحمل جدلية تقوم على التهديدات العسكرية والمشاركة ، ليس فقط كقوة اقتصادية ، ولكن أيضا من الناحية الاستراتيجية. إن هذا العرض للقوة لا يأتي كحداثة ، إن أرقام الاستثمارات الكبيرة في مجال التسلح ، والتي دعمتها الصين لإنشاء قوة عسكرية أكثر حداثة ومجهزة بأحدث الأدوات ، معروفة جيدًا ، حيث من المعروف أن هذا الجهد مستمر من وقت طويل. تستمد الحاجة إلى أن تصبح قوة عالمية عالمية من الحاجة إلى حماية اقتصاد البلاد ، وبالتالي تكون قادرة على الحوار على قدم المساواة مع الولايات المتحدة ، التي هي المنافس الحقيقي على الساحة العالمية. إن مرحلة تطور الأسلحة ليست سوى جزء واحد من المشروع الصيني للتنافس في الريادة العالمية: الاستثمارات الكبيرة التي تمت في إفريقيا وآسيا وأوروبا تظهر رغبة واضحة في لعب دور متزايد الأهمية في السيناريو الدولي ، حتى لو كان هذا ينطوي على النفور المتزايد ، الذي يمكن تعريفه على أنه طبيعي ، في الوجود المتزايد التعقيد للدولة الصينية. لا يمكن للإشارة إلى زيادة ثقل القوات المسلحة إلا إثارة القلق بشأن المخاطر المتزايدة للاستقرار العالمي ، ومع ذلك ، لم تظهر بكين حتى الآن علامات على الرغبة في التخلي عن حذرها المعتاد في المجال الدولي ، حتى لو كان ذلك في مناطق معينة الفائدة ، مثل البحر الصيني ، نمت الوجود العسكري الصيني ، مما يزيد من مخاطر الحوادث المحتملة. داخليا ، لا يزال الوضع معقدًا بسبب قضية هونغ كونغ ، حيث يمكن أن يكون الاحتفال بتأسيس جمهورية الصين الشعبية مناسبة للمظاهرات وما يترتب عليها من قمع من جانب الحكومة المركزية. في هذا الصدد ، تخضع بكين للتدقيق من قبل المجتمع الدولي وأي عنف محتمل قد يكون سببًا لمهاجمة الحكومة الصينية. وضع المستعمرة البريطانية السابقة هو بالتأكيد اختبار للصين ، لأنه لا يمكن حل التمرد بالطرق المستخدمة في المناطق الأخرى الأقل شدة في البلاد ، بمعنى آخر ، لا يمكن تنفيذ القمع ضد المسلمين الصينيين في هونغ كونغ. ، تحت طائلة الانتقام التجاري غير ذي صلة بالاقتصاد الصيني. لذلك ، إلى جانب معارض القوة العسكرية ، تقدم الذكرى السنوية السبعون للجمهورية الاشتراكية الصينية الاعتبارات اللازمة من جانب الغرب ، وخاصة أوروبا ، حول العلاقات التي تنوي الحفاظ عليها مع بلد لا توجد فيه ديمقراطية الذي يعتزم تصدير نموذجه الرأسمالي إلى العالم.

venerdì 20 settembre 2019

Esiste il pericolo di un conflitto globale in Medio Oriente?

Dopo l’attentato ai pozzi petroliferi in Arabia Saudita esiste un rischio di conflitto? I sauditi hanno definito l’accaduto ccme un atto di guerra ed, in realtà, è proprio quello che sembra, anche al di fuori delle considerazioni geopolitiche. D’altronde l’Arabia Saudita è realmente un paese in guerra, nello Yemen, contro i ribelli di religione sciita, per evitare una avanzata dell’Iran ai propri confini. Riad ha condotto questo conflitto in maniera violenta anche contro i civili, creando una situazione umanitaria gravissima, dove, dopo le armi, le condizioni sanitarie ed igieniche, provocate dal conflitto, hanno contribuito ad aumentare il numero delle vittime. In questo quadro una rappresaglia degli sciiti yemeniti, anche se deprecabile, rientra nella logica del conflitto, che, come riconosciuto dai generali sauditi interrogati sui massacri dei civili, hanno risposto che rientravano negli effetti collaterali di una guerra. Quindi l’Arabia Saudita non dovrebbe essere troppo sorpresa da un atto di ritorsione. Chi ha colpito gli impianti sauditi ha, però, allargato il conflitto ad obiettivi economici, che risultano anche simbolici. L’Arabia Saudita ha costituito tutta la sua ricchezza sulla produzione ed esportazione di greggio e colpire il suo impianto principale equivale a dire che le forze armate del paese sono troppo deboli per difendere l’economia saudita, cioè l’attentato ha dimostrato un paese che è una è potenza economica la cui forza militare è però poca cosa. Del resto la guerra contro i ribelli yemeniti sembra molto lontano dalla conclusione, malgrado gli sciiti dello Yemen non siano una forza regolare. Da qui si arriva direttamente a chi ha rivendicato l’attentato: gli stessi ribelli sciiti dello Yemen, che pure si sono dimostrati un nemico ostico nelle operazioni militari tradizionali, non sembrano essere attendibili come organizzatori di un atto di tale portata, almeno non da soli. Se l’Iran, che è il principale indiziato, si limitato a fornire il materiale e la consulenza per metterlo in pratica, lasciando l’attuazione pratica agli sciiti dello Yemen, non è rilevante. Una implicazione di Teheran mette veramente a rischio la pace in tutta la regione, con conseguenze sull’intero pianeta. L’Arabia Saudita, però, come abbiamo visto, non ha alcuna capacità militare di confrontarsi con Teheran e qui entrano in gioco gli Stati Uniti, nella scomoda posizione di maggiore alleato di Riad. Per Washington la questione centrale è non apparire debole di fronte agli alleati ed anche di fronte ai nemici. Un qualsiasi atto di rappresaglia contro l’Iran, anche un episodio isolato e dimostrativo, potrebbe scatenare un conflitto più ampio, sopratutto in sconsiderazione degli attuali difficili rapporti tra i due stati. Nonostante le pressioni arabe ed anche di Israele, l’atteggiamento americano appare improntato alla prudenza. La tattica di Washington potrebbe essere, inizialmente, quella di inasprire le sanzioni contro il paese iraniano, per poi procedere con una pressione diplomatica da parte di più paesi per arrivare ad una sorta di definizione della situazione. La Casa Bianca ha delle responsabilità indirette se dietro l’attentato ci fosse l’Iran: le sanzioni economiche hanno colpito specialmente le esportazioni del greggio iraniano ed hanno provocato una grave recessione economica; se si considerano tutti questi fattori l’attentato al centro petrolifero saudita assume un ulteriore valore simbolico. La situazione di tensione è stata creata dall’attuale presidente americano, che dietro le richieste di Arabia Saudita ed Israele, non ha mantenuto fede all’accordo firmato dal precedente presidente americano, sul nucleare iraniano. I presupposti di un conflitto ci sono tutti, tuttavia tutte le parti  in causa sono consapevoli delle conseguenze: per ora l’Iran, se non attaccato, eviterà altre dimostrazioni di forza, cercando di giocare a proprio vantaggio l’instabilità che si è venuta a creare per ottenere, almeno, minori sanzioni; gli Stati Uniti non hanno sicuramente interesse ad essere impegnati ad un ulteriore conflitto, ma di una portata ben peggiore di quelli in cui sono stati impegnati finora e cercheranno una via d’uscita diplomatica. Resta l’Arabia Saudita, la cui immagine e prestigio internazionale esce sensibilmente peggiorata e ciò potrebbe provocare risentimento contro gli Stati Uniti, che devono prestare attenzione ad un alleato che ha appoggiato più volte il fondamentalismo islamico, arrivando ad usarlo per i propri scopi.

Is there a danger of global conflict in the Middle East?

After the bombing of oil wells in Saudi Arabia, is there a risk of conflict? The Saudis have defined what happened as an act of war and, in reality, it is exactly what it seems, even outside of geopolitical considerations. On the other hand Saudi Arabia is really a country at war, in Yemen, against the Shiite religion rebels, to avoid an advance of Iran to its own borders. Riyadh also led this conflict violently against civilians, creating a very serious humanitarian situation, where, after the weapons, the sanitary and hygienic conditions, caused by the conflict, contributed to increase the number of victims. In this context, a retaliation by the Yemenite Shiites, even if deplorable, is part of the logic of the conflict, which, as recognized by the Saudi generals questioned about the massacres of civilians, responded that they were part of the collateral effects of a war. So Saudi Arabia should not be too surprised by an act of retaliation. However, those who hit Saudi plants have widened the conflict to economic goals, which are also symbolic. Saudi Arabia has made up all its wealth on the production and export of crude oil and to hit its main plant is to say that the armed forces of the country are too weak to defend the Saudi economy, that is, the attack has shown a country that it is an economic power whose military strength is a small thing. After all, the war against the Yemenite rebels seems very far from the end, although the Shiites of Yemen are not a regular force. From here it comes directly to those who claimed responsibility for the attack: the Shi'ite rebels of Yemen, who have also shown themselves to be a hostile enemy in traditional military operations, do not seem to be reliable as organizers of an act of this magnitude, at least not alone . If Iran, which is the main suspect, merely provides the material and advice to put it into practice, leaving the practical implementation to the Shiites in Yemen, it is not relevant. A Tehran implication truly puts peace in the whole region at risk, with consequences for the entire planet. Saudi Arabia, however, as we have seen, has no military capacity to confront Tehran and here the United States comes into play, in the uncomfortable position of a major ally of Riyadh. For Washington, the central question is not to appear weak in the face of allies and even in the face of enemies. Any act of retaliation against Iran, even an isolated and demonstrative episode, could trigger a wider conflict, especially in disregard of the current difficult relations between the two states. Despite Arab and even Israeli pressure, the American attitude appears to be based on prudence. Washington's tactic may initially be to tighten sanctions against the Iranian country, to then proceed with diplomatic pressure from several countries to arrive at a sort of definition of the situation. The White House has indirect responsibilities if Iran were behind the attack: economic sanctions especially hit Iranian crude oil exports and caused a severe economic recession; if we consider all these factors, the attack on the Saudi oil center takes on a further symbolic value. The tense situation was created by the current American president, who behind the requests of Saudi Arabia and Israel, did not keep faith with the agreement signed by the previous American president, on the Iranian nuclear issue. The conditions of a conflict are all there, however all the parties involved are aware of the consequences: for now Iran, if not attacked, will avoid other demonstrations of force, trying to play to its advantage the instability that has come about create to obtain, at least, minor penalties; the United States certainly has no interest in being committed to a further conflict, but of a far worse magnitude than those in which they have been engaged so far and will seek a diplomatic way out. Saudi Arabia remains, whose image and international prestige is significantly worsened and this could provoke resentment against the United States, which must pay attention to an ally that has repeatedly supported Islamic fundamentalism, coming to use it for its own purposes.

¿Existe el peligro de un conflicto global en el Medio Oriente?

Después del bombardeo de pozos petroleros en Arabia Saudita, ¿existe riesgo de conflicto? Los sauditas han definido lo que sucedió como un acto de guerra y, en realidad, es exactamente lo que parece, incluso fuera de las consideraciones geopolíticas. Por otro lado, Arabia Saudita es realmente un país en guerra, en Yemen, contra los rebeldes de la religión chiíta, para evitar el avance de Irán hacia sus propias fronteras. Riad también dirigió este conflicto violentamente contra los civiles, creando una situación humanitaria muy grave, donde, después de las armas, las condiciones sanitarias e higiénicas, causadas por el conflicto, contribuyeron a aumentar el número de víctimas. En este contexto, una represalia por parte de los chiítas yemenitas, incluso si es deplorable, es parte de la lógica del conflicto, que, como reconocieron los generales saudíes cuestionados sobre las masacres de civiles, respondieron que eran parte de los efectos colaterales de una guerra. Por lo tanto, Arabia Saudita no debería sorprenderse demasiado con un acto de represalia. Sin embargo, aquellos que golpearon las plantas sauditas han ampliado el conflicto a objetivos económicos, que también son simbólicos. Arabia Saudita ha acumulado toda su riqueza en la producción y exportación de petróleo crudo y golpear su planta principal es decir que las fuerzas armadas del país son demasiado débiles para defender la economía saudita, es decir, el ataque ha demostrado que un país Es un poder económico cuya fuerza militar es algo pequeño. Después de todo, la guerra contra los rebeldes yemenitas parece estar muy lejos del final, aunque los chiítas de Yemen no son una fuerza regular. De aquí viene directamente a quienes se atribuyeron la responsabilidad del ataque: los rebeldes chiítas de Yemen, que también se han mostrado como enemigos hostiles en las operaciones militares tradicionales, no parecen ser confiables como organizadores de un acto de esta magnitud, al menos no solo. . Si Irán, que es el principal sospechoso, simplemente proporciona el material y el asesoramiento para ponerlo en práctica, dejando la implementación práctica a los chiítas en Yemen, no es relevante. Una implicación de Teherán realmente pone en riesgo la paz en toda la región, con consecuencias para todo el planeta. Arabia Saudita, sin embargo, como hemos visto, no tiene capacidad militar para confrontar a Teherán y aquí Estados Unidos entra en juego, en la incómoda posición de un importante aliado de Riad. Para Washington, la cuestión central es no parecer débil frente a los aliados e incluso frente a los enemigos. Cualquier acto de represalia contra Irán, incluso un episodio aislado y demostrativo, podría desencadenar un conflicto más amplio, especialmente sin tener en cuenta las difíciles relaciones actuales entre los dos estados. A pesar de la presión árabe e incluso israelí, la actitud estadounidense parece estar basada en la prudencia. La táctica de Washington puede ser inicialmente endurecer las sanciones contra el país iraní, para luego proceder con la presión diplomática de varios países para llegar a una especie de definición de la situación. La Casa Blanca tiene responsabilidades indirectas si Irán estuviera detrás del ataque: las sanciones económicas afectaron especialmente las exportaciones iraníes de petróleo crudo y causaron una severa recesión económica; Si consideramos todos estos factores, el ataque al centro petrolero saudí adquiere un valor simbólico adicional. La tensa situación fue creada por el actual presidente estadounidense, quien detrás de las solicitudes de Arabia Saudita e Israel, no mantuvo la fe con el acuerdo firmado por el anterior presidente estadounidense, sobre el tema nuclear iraní. Las condiciones de un conflicto están ahí, sin embargo, todas las partes involucradas son conscientes de las consecuencias: por ahora Irán, si no es atacado, evitará otras manifestaciones de fuerza, tratando de aprovechar su ventaja de la inestabilidad que ha surgido. crear para obtener, al menos, sanciones menores; Estados Unidos ciertamente no tiene interés en comprometerse con otro conflicto, pero de una magnitud mucho peor que aquellos en los que se han involucrado hasta ahora y buscarán una salida diplomática. Arabia Saudita permanece, cuya imagen y prestigio internacional empeoran significativamente y esto podría provocar resentimiento contra Estados Unidos, que debe prestar atención a un aliado que ha apoyado repetidamente al fundamentalismo islámico, llegando a utilizarlo para sus propios fines.

Besteht die Gefahr eines globalen Konflikts im Nahen Osten?

Besteht nach dem Bombenanschlag auf Ölquellen in Saudi-Arabien ein Konfliktrisiko? Die Saudis haben definiert, was als Kriegshandlung geschah, und in Wirklichkeit ist es genau das, was es scheint, auch außerhalb geopolitischer Erwägungen. Auf der anderen Seite ist Saudi-Arabien im Jemen ein echtes Kriegsland gegen die schiitischen Religionsrebellen, um ein Vordringen des Iran an seine eigenen Grenzen zu verhindern. Riad führte diesen Konflikt auch gewaltsam gegen die Zivilbevölkerung und schuf eine sehr ernste humanitäre Situation, in der nach den Waffen die durch den Konflikt verursachten gesundheitlichen und hygienischen Bedingungen dazu beitrugen, die Zahl der Opfer zu erhöhen. In diesem Zusammenhang ist eine Vergeltung durch die jemenitischen Schiiten, auch wenn sie bedauerlich ist, Teil der Logik des Konflikts, der, wie von den saudischen Generälen, die über die Massaker an Zivilisten befragt wurden, anerkannt wurde, dass sie Teil der Kollateraleffekte eines Krieges waren. Saudi-Arabien sollte sich also nicht zu sehr über einen Vergeltungsschlag wundern. Diejenigen, die saudische Werke getroffen haben, haben den Konflikt jedoch auf wirtschaftliche Ziele ausgeweitet, die auch symbolisch sind. Saudi-Arabien hat all seinen Reichtum für die Produktion und den Export von Rohöl aufgehäuft und um sein Hauptwerk zu treffen, muss man sagen, dass die Streitkräfte des Landes zu schwach sind, um die saudische Wirtschaft zu verteidigen, das heißt, der Angriff hat einem Land gezeigt, dass Es ist eine Wirtschaftsmacht, deren militärische Stärke eine kleine Sache ist. Schließlich scheint der Krieg gegen die jemenitischen Rebellen noch nicht zu Ende zu sein, obwohl die Schiiten im Jemen keine reguläre Streitmacht sind. Von hier geht es direkt zu denen, die die Verantwortung für den Angriff übernommen haben: Die schiitischen Rebellen des Jemen, die sich auch bei traditionellen Militäreinsätzen als feindseliger Feind erwiesen haben, scheinen als Organisatoren einer Handlung dieser Größenordnung nicht zuverlässig zu sein, zumindest nicht allein . Wenn der Iran, der der Hauptverdächtige ist, lediglich das Material und die Ratschläge zur Umsetzung bereitstellt und die praktische Umsetzung den Schiiten im Jemen überlässt, ist dies nicht relevant. Eine Implikation aus Teheran gefährdet wirklich den Frieden in der gesamten Region mit Konsequenzen für den gesamten Planeten. Saudi-Arabien hat jedoch, wie wir gesehen haben, keine militärischen Kapazitäten, um Teheran zu bekämpfen, und hier spielen die Vereinigten Staaten in der unbequemen Position eines großen Verbündeten von Riad eine Rolle. Für Washington ist es die zentrale Frage, sich Verbündeten und sogar Feinden gegenüber nicht schwach zu zeigen. Jeder Akt der Vergeltung gegen den Iran, selbst eine isolierte und demonstrative Episode, könnte einen größeren Konflikt auslösen, insbesondere unter Missachtung der derzeit schwierigen Beziehungen zwischen den beiden Staaten. Trotz arabischen und sogar israelischen Drucks scheint die amerikanische Haltung auf Vorsicht zu beruhen. Washingtons Taktik könnte zunächst darin bestehen, die Sanktionen gegen das iranische Land zu verschärfen und dann mit diplomatischem Druck von mehreren Ländern fortzufahren, um zu einer Art Definition der Situation zu gelangen. Das Weiße Haus hat indirekte Verantwortlichkeiten, wenn der Iran hinter dem Angriff steckt: Wirtschaftssanktionen haben insbesondere die iranischen Rohölexporte getroffen und eine schwere wirtschaftliche Rezession ausgelöst; Wenn wir all diese Faktoren berücksichtigen, erhält der Angriff auf das saudische Ölzentrum einen weiteren symbolischen Wert. Die angespannte Situation wurde vom gegenwärtigen amerikanischen Präsidenten geschaffen, der hinter den Forderungen Saudi-Arabiens und Israels das vom vorherigen amerikanischen Präsidenten unterzeichnete Abkommen über die iranische Atomfrage nicht einhielt. Die Bedingungen eines Konflikts sind allgegenwärtig, jedoch sind sich alle beteiligten Parteien der Konsequenzen bewusst: Der Iran wird, wenn er nicht angegriffen wird, andere Gewaltdemonstrationen vermeiden und versuchen, die entstandene Instabilität zu seinem Vorteil auszunutzen schaffen, um zumindest geringfügige Strafen zu erhalten; Die Vereinigten Staaten haben sicherlich kein Interesse daran, sich auf einen weiteren Konflikt einzulassen, aber in weitaus geringerem Ausmaß als diejenigen, mit denen sie bisher zu tun hatten und die einen diplomatischen Ausweg suchen werden. Es bleibt Saudi-Arabien, dessen Image und internationales Ansehen sich erheblich verschlechtert, und dies könnte zu Ressentiments gegen die Vereinigten Staaten führen, die auf einen Verbündeten achten müssen, der den islamischen Fundamentalismus wiederholt unterstützt und ihn für seine eigenen Zwecke einsetzt.

Existe-t-il un danger de conflit mondial au Moyen-Orient?

Après le bombardement de puits de pétrole en Arabie saoudite, existe-t-il un risque de conflit? Les Saoudiens ont défini ce qui s'est passé comme un acte de guerre et, en réalité, c'est exactement ce qu'il semble, même en dehors de considérations géopolitiques. D'autre part, l'Arabie saoudite est vraiment un pays en guerre, au Yémen, contre les rebelles de religion chiite, pour éviter une avancée de l'Iran à ses propres frontières. Riyad a également mené violemment ce conflit contre des civils, créant ainsi une situation humanitaire très grave dans laquelle, après le démantèlement des armes, les conditions sanitaires et hygiéniques créées par le conflit ont contribué à accroître le nombre de victimes. Dans ce contexte, les représailles des chiites yéménites, bien que déplorables, s'inscrivent dans la logique du conflit qui, comme l'ont reconnu les généraux saoudiens interrogés au sujet des massacres de civils, a répondu qu'ils faisaient partie des effets collatéraux d'une guerre. L'Arabie saoudite ne devrait donc pas être trop surprise par un acte de représailles. Cependant, ceux qui ont frappé des usines saoudiennes ont élargi le conflit aux objectifs économiques, qui sont aussi symboliques. L’Arabie saoudite a accumulé toute sa richesse en matière de production et d’exportation de pétrole brut. Pour toucher son usine principale, c’est dire que les forces armées du pays sont trop faibles pour défendre l’économie saoudienne, c’est-à-dire que l’attaque a montré c'est une puissance économique dont la force militaire est une petite chose. Après tout, la guerre contre les rebelles yéménites semble très loin de la fin, bien que les chiites du Yémen ne soient pas une force régulière. Cela concerne directement ceux qui ont revendiqué la responsabilité de l'attaque: les rebelles chiites du Yémen, qui se sont également révélés être un ennemi hostile lors d'opérations militaires traditionnelles, ne semblent pas pouvoir compter sur l'organisation d'un acte de cette ampleur, du moins pas le seul. . Si l'Iran, qui est le principal suspect, se contente de fournir le matériel et les conseils pour le mettre en pratique, laissant la mise en œuvre pratique aux chiites du Yémen, ce n'est pas pertinent. Une implication de Téhéran met vraiment la paix dans toute la région en danger, avec des conséquences pour la planète entière. Comme nous l’avons vu, l’Arabie saoudite n’a pas la capacité militaire de faire face à Téhéran et c’est ici que les États-Unis entrent en jeu, dans la position inconfortable d’un allié majeur de Riyad. Pour Washington, la question centrale est de ne pas paraître faible face à ses alliés et même face à ses ennemis. Tout acte de représailles contre l’Iran, même un épisode isolé et démonstratif, pourrait déclencher un conflit plus vaste, en particulier au mépris des relations difficiles qui existent actuellement entre les deux États. Malgré les pressions arabes et même israéliennes, l'attitude américaine semble reposer sur la prudence. La tactique de Washington pourrait d’abord être de resserrer les sanctions contre le pays iranien, puis de procéder à des pressions diplomatiques de plusieurs pays pour parvenir à une sorte de définition de la situation. La Maison Blanche a des responsabilités indirectes si l'Iran était derrière l'attaque: les sanctions économiques ont particulièrement affecté les exportations iraniennes de pétrole brut et provoqué une grave récession économique; Si l’on considère tous ces facteurs, l’attaque du centre pétrolier saoudien revêt une valeur symbolique supplémentaire. La situation tendue a été créée par le président américain actuel, qui derrière les demandes de l’Arabie saoudite et d’Israël, n’a pas voulu croire à l’accord signé par le précédent président américain sur le dossier nucléaire iranien. Les conditions d'un conflit sont toutes réunies, mais toutes les parties impliquées sont conscientes des conséquences: pour le moment, l'Iran, s'il n'est pas attaqué, évitera d'autres démonstrations de force, en essayant de jouer à son avantage de l'instabilité qui s'est produite. créer pour obtenir, au moins, des pénalités mineures; les États-Unis n'ont certes aucun intérêt à être engagés dans un nouveau conflit, mais d'une ampleur bien pire que ceux dans lesquels ils se sont engagés jusqu'à présent et chercheront une issue diplomatique. L’Arabie saoudite reste, dont l’image et le prestige international sont considérablement dégradés, ce qui pourrait provoquer un ressentiment à l’encontre des États-Unis, qui doivent prêter attention à un allié qui a maintes fois soutenu le fondamentalisme islamique, en venant à l’utiliser pour ses propres fins.

Existe o perigo de conflito global no Oriente Médio?

Após o bombardeio de poços de petróleo na Arábia Saudita, existe o risco de conflito? Os sauditas definiram o que aconteceu como um ato de guerra e, na realidade, é exatamente o que parece, mesmo fora das considerações geopolíticas. Por outro lado, a Arábia Saudita é realmente um país em guerra, no Iêmen, contra os rebeldes xiitas, para evitar o avanço do Irã para suas próprias fronteiras. Riad também liderou violentamente esse conflito contra civis, criando uma situação humanitária muito séria, onde, após as armas, as condições sanitárias e de higiene causadas pelo conflito contribuíram para aumentar o número de vítimas. Nesse contexto, uma retaliação dos xiitas iemenitas, mesmo que deplorável, faz parte da lógica do conflito, que, como reconhecido pelos generais sauditas questionados sobre os massacres de civis, respondeu que eles eram parte dos efeitos colaterais de uma guerra. Portanto, a Arábia Saudita não deve se surpreender muito com um ato de retaliação. No entanto, aqueles que atingem fábricas sauditas ampliaram o conflito para objetivos econômicos, que também são simbólicos. A Arábia Saudita acumulou toda a sua riqueza na produção e exportação de petróleo e, para atingir sua principal fábrica, é dizer que as forças armadas do país são fracas demais para defender a economia saudita, ou seja, o ataque mostrou a um país que é uma potência econômica cuja força militar é pequena. Afinal, a guerra contra os rebeldes iemenitas parece muito distante do fim, embora os xiitas do Iêmen não sejam uma força regular. A partir daqui, chega diretamente àqueles que assumiram a responsabilidade pelo ataque: os rebeldes xiitas do Iêmen, que também se mostraram um inimigo hostil nas operações militares tradicionais, não parecem confiáveis ​​como organizadores de um ato dessa magnitude, pelo menos não sozinhos. . Se o Irã, principal suspeito, apenas fornecer o material e os conselhos para colocá-lo em prática, deixando a implementação prática para os xiitas no Iêmen, isso não é relevante. Uma implicação de Teerã realmente coloca em risco a paz em toda a região, com consequências para todo o planeta. A Arábia Saudita, no entanto, como vimos, não tem capacidade militar para enfrentar Teerã e aqui entram os Estados Unidos, na posição desconfortável de um grande aliado de Riad. Para Washington, a questão central é não parecer fraca diante dos aliados e mesmo diante dos inimigos. Qualquer ato de retaliação contra o Irã, mesmo um episódio isolado e demonstrativo, poderia desencadear um conflito mais amplo, especialmente em desconsideração das atuais relações difíceis entre os dois estados. Apesar da pressão árabe e até israelense, a atitude americana parece basear-se em prudência. A tática de Washington pode ser inicialmente reforçar as sanções contra o país iraniano, prosseguir com a pressão diplomática de vários países para chegar a uma espécie de definição da situação. A Casa Branca tem responsabilidades indiretas se o Irã estiver por trás do ataque: as sanções econômicas atingiram especialmente as exportações iranianas de petróleo e causaram uma recessão econômica severa; se considerarmos todos esses fatores, o ataque ao centro de petróleo saudita assume um valor simbólico adicional. A situação tensa foi criada pelo atual presidente americano, que por trás dos pedidos da Arábia Saudita e Israel, não manteve fé no acordo assinado pelo ex-presidente americano, sobre a questão nuclear iraniana. As condições de um conflito estão todas lá, no entanto, todas as partes envolvidas estão cientes das consequências: por enquanto, o Irã, se não for atacado, evitará outras demonstrações de força, tentando tirar vantagem da instabilidade que ocorreu. criar para obter, pelo menos, penalidades menores; os Estados Unidos certamente não têm interesse em se comprometer com um conflito adicional, mas de magnitude muito pior do que aqueles em que estiveram envolvidos até agora e buscarão uma saída diplomática. A Arábia Saudita permanece, cuja imagem e prestígio internacional pioram significativamente e isso pode provocar ressentimento contra os Estados Unidos, que devem prestar atenção a um aliado que apoiou repetidamente o fundamentalismo islâmico, passando a usá-lo para seus próprios fins.

Есть ли опасность глобального конфликта на Ближнем Востоке?

Есть ли риск конфликта после бомбардировки нефтяных скважин в Саудовской Аравии? Саудовцы определили, что произошло, как военный акт, и на самом деле это именно то, что кажется, даже вне геополитических соображений. С другой стороны, в Йемене Саудовская Аравия действительно находится в состоянии войны против шиитских мятежников, чтобы избежать продвижения Ирана к его собственным границам. Эр-Рияд также жестоко руководил этим конфликтом против гражданского населения, создавая очень серьезную гуманитарную ситуацию, когда после оружия санитарные и гигиенические условия, вызванные конфликтом, способствовали увеличению числа жертв. В этом контексте возмездие со стороны йеменских шиитов, даже если это прискорбно, является частью логики конфликта, который, как признали саудовские генералы, опрошенные по поводу массовых убийств гражданских лиц, ответил, что они являются частью побочных эффектов войны. Поэтому Саудовская Аравия не должна быть слишком удивлена ​​актом возмездия. Однако те, кто поражает саудовские заводы, расширили конфликт до экономических целей, которые также являются символическими. Саудовская Аравия накопила все свое богатство на добыче и экспорте сырой нефти, и удар по ее основному заводу означает, что вооруженные силы страны слишком слабы для защиты экономики Саудовской Аравии, то есть нападение показало, что страна это экономическая сила, чья военная мощь ничтожна. В конце концов, война против йеменских повстанцев кажется очень далекой от конца, хотя шииты Йемена не являются регулярной силой. Отсюда дело доходит до тех, кто взял на себя ответственность за нападение: шиитские повстанцы Йемена, которые также показали себя враждебным врагом в традиционных военных операциях, не кажутся надежными организаторами такого масштаба, по крайней мере, не в одиночку. , Если Иран, который является основным подозреваемым, просто предоставляет материал и советы для его применения на практике, оставляя практическое применение шиитам в Йемене, это не имеет значения. Тегеранские последствия действительно ставят мир во всем регионе под угрозу, что имеет последствия для всей планеты. Однако Саудовская Аравия, как мы видели, не имеет военного потенциала, чтобы противостоять Тегерану, и здесь Соединенные Штаты вступают в игру в неудобном положении главного союзника Эр-Рияда. Для Вашингтона центральный вопрос не должен казаться слабым перед союзниками и даже перед лицом врагов. Любой акт возмездия против Ирана, даже изолированный и демонстративный эпизод, может спровоцировать более широкий конфликт, особенно в игнорировании нынешних сложных отношений между двумя государствами. Несмотря на арабское и даже израильское давление, американская позиция, похоже, основана на осторожности. Первоначально тактика Вашингтона может состоять в том, чтобы ужесточить санкции против иранской страны, а затем продолжить дипломатическое давление со стороны нескольких стран, чтобы прийти к какому-то определению ситуации. У Белого дома есть косвенные обязанности, если за нападением стоял Иран: экономические санкции особенно сильно повлияли на экспорт иранской сырой нефти и вызвали серьезный экономический спад; Если учесть все эти факторы, атака на нефтяной центр в Саудовской Аравии приобретет еще одно символическое значение. Напряженная ситуация была создана нынешним американским президентом, который за просьбами Саудовской Аравии и Израиля не поддержал соглашение, подписанное предыдущим американским президентом, по ядерной проблеме Ирана. Условия конфликта все существуют, однако все вовлеченные стороны знают о последствиях: пока Иран, если не подвергнется нападению, будет избегать других демонстраций силы, пытаясь использовать в своих интересах возникшую нестабильность создать для получения, как минимум, незначительные штрафы; Соединенные Штаты, безусловно, не заинтересованы в том, чтобы быть приверженными дальнейшему конфликту, но гораздо худшего масштаба, чем те, в которых они участвовали до сих пор, и будут искать дипломатический выход. Остаётся Саудовская Аравия, чей имидж и международный престиж значительно ухудшаются, и это может спровоцировать негодование против Соединенных Штатов, которые должны обратить внимание на союзника, который неоднократно поддерживал исламский фундаментализм, и стал использовать его в своих целях.

中東是否存在全球衝突的危險?

在沙特阿拉伯轟炸油井之後,是否存在衝突風險?沙特人已經將發生的事情定義為戰爭行為,實際上,即使在地緣政治因素之外,它也正是如此。另一方面,沙特阿拉伯實際上是也門的一個國家,反對什葉派宗教反叛分子,以避免伊朗進入其邊界。利雅得還對平民進行暴力衝突,造成了非常嚴重的人道主義局勢,在武器之後,衝突造成的衛生和衛生條件有助於增加受害者人數。在這種情況下,也門什葉派的報復,即使是令人遺憾的,也是衝突邏輯的一部分,正如沙特將軍所質疑的那樣,對平民的大屠殺有所回應,他們回應說,這是戰爭的附帶影響的一部分。因此,沙特阿拉伯不應對報復行為感到驚訝。然而,那些襲擊沙特工廠的人已經將衝突擴大到經濟目標,這也是像徵性的。沙特阿拉伯在原油的生產和出口方面彌補了所有的財富,打擊其主要工廠就是說該國的武裝力量太弱而無法保衛沙特經濟,也就是說,這次襲擊顯示了一個國家它是一種經濟實力,其軍事力量是一件小事。畢竟,對也門人反政府武裝的戰爭似乎遠未結束,儘管也門的什葉派不是常規武力。從這裡直接來到那些聲稱對此次襲擊事件負責的人:也門的什葉派叛亂分子,他們也表現出自己是傳統軍事行動中的敵對敵人,作為這種規模的行為的組織者,似乎並不可靠,至少不是一個人。如果作為主要嫌疑人的伊朗僅提供將其付諸實踐的材料和建議,將實際執行權留給也門的什葉派,則無關緊要。德黑蘭的含義確實使整個地區的和平處於危險之中,對整個地球產生了影響。然而,正如我們所看到的那樣,沙特阿拉伯沒有軍事能力來對抗德黑蘭,而且在這裡,美國在利雅得的一個主要盟友的不利地位發揮作用。對於華盛頓來說,核心問題不是面對盟友,甚至面對敵人時顯得軟弱無力。任何對伊朗的報復行為,即使是孤立和示範的事件,都可能引發更廣泛的衝突,特別是無視目前兩國之間的困難關係。儘管存在阿拉伯甚至以色列的壓力,但美國的態度似乎是基於謹慎。華盛頓的策略最初可能是收緊對伊朗國家的製裁,然後由幾個國家的外交壓力來達成對局勢的某種定義。如果伊朗支持這次襲擊,白宮將承擔間接責任:經濟制裁尤其打擊伊朗原油出口並造成嚴重的經濟衰退;如果我們考慮所有這些因素,對沙特石油中心的襲擊將具有進一步的象徵價值。緊張局勢是由現任美國總統製造的,他在沙特阿拉伯和以色列的要求背後,並沒有對前任美國總統就伊朗核問題簽署的協議保持信心。衝突的條件都在那裡,但所有有關各方都知道後果:因為現在伊朗如果不受到攻擊,將會避免其他武力示威,試圖發揮其優勢所帶來的不穩定性創造以獲得至少輕微的懲罰;美國當然沒有興趣進行進一步的衝突,但其程度遠遠超過他們迄今為止的衝突,並將尋求外交途徑。沙特阿拉伯仍然存在,其形象和國際聲望嚴重惡化,這可能引起對美國的不滿,美國必須關註一個反复支持伊斯蘭原教旨主義的盟友,並將其用於自己的目的。

中東で世界的な紛争の危険はありますか?

サウジアラビアの油井の爆撃後、紛争のリスクはありますか?サウジアラビアは、起こったことを戦争行為と定義しており、実際には、地政学的な考察の範囲外であっても、まさにそれが見えるものです。一方、サウジアラビアは、イエメンの国境へのイランの進出を避けるために、シーア派の宗教反政府勢力に対するイエメンの戦争の国です。リヤドはまた、この紛争を民間人に対して暴力的に導き、非常に深刻な人道的状況を作り出しました。そこでは、紛争後の衛生状態と衛生状態が犠牲者数の増加に寄与しました。これに関連して、イエメンのシーア派による報復は、たとえ嘆かわしいとしても、紛争の論理の一部であり、サウジの将軍によって民間人の虐殺について質問されたように、彼らは戦争の付随的影響の一部であると答えた。したがって、サウジアラビアは報復行為にあまり驚かないはずです。しかし、サウジアラビアの工場を襲った人々は経済的目標への対立を拡大しており、これも象徴的です。サウジアラビアは、原油の生産と輸出ですべての富を作り上げており、その主力工場を攻撃することは、国の軍隊がサウジ経済を守るには弱すぎると言うことです、つまり、攻撃は国を示していますそれは軍事力が小さなものである経済大国です。結局のところ、イエメンの反政府勢力に対する戦争は、イエメンのシーア派が定期的な力ではないものの、終わりから非常に遠いようです。ここから、攻撃の責任を主張した人々に直接届きます。伝統的な軍事作戦で敵対的な敵であることを示したイエメンのシーア派反逆者は、少なくとも単独ではなく、この規模の行為の主催者として信頼できないようです。主な容疑者であるイランが、それを実践するための材料と助言を提供するだけで、実際の実施をイエメンのシーア派に任せている場合、それは関係ありません。テヘランの影響は、地域全体の平和を本当に危険にさらし、地球全体に結果をもたらします。しかし、私たちが見たように、サウジアラビアにはテヘランに立ち向かう軍事的能力がなく、ここで米国はリヤドの主要な同盟国の不快な立場にあります。ワシントンにとって、中心的な問題は、同盟国や敵にさえ弱いと思われないことです。孤立した実証的なエピソードでさえ、イランに対する報復行為は、特に現在の両国間の困難な関係を無視して、より広範な紛争を引き起こす可能性があります。アラブやイスラエルの圧力にもかかわらず、アメリカの態度は慎重に基づいているようです。ワシントンの戦術は、最初はイラン国に対する制裁を強化し、その後、いくつかの国から外交圧力を進めて、状況のある種の定義に到達することです。イランが攻撃の背後にあった場合、ホワイトハウスは間接的な責任を負います。経済制裁は特にイランの原油輸出に打撃を与え、深刻な景気後退を引き起こしました。これらすべての要因を考慮すると、サウジ石油センターへの攻撃はさらに象徴的な価値を獲得します。緊張した状況は、サウジアラビアとイスラエルの要求の背後にある現在のアメリカ大統領によって作成され、イランの核問題に関して、前のアメリカ大統領によって署名された合意を信じなかった。紛争の状況はすべてそこにありますが、関係するすべての関係者は結果を認識しています:今のところ、イランは攻撃されなければ、他の力のデモを避け、生じた不安定性を有利に活用しようとします少なくとも軽微な罰則を得るために作成する;米国は確かにさらなる紛争に関与することに関心はないが、これまでに関与してきた外交的な方法を模索している国よりもはるかに悪い規模である。サウジアラビアは依然としてそのイメージと国際的な名声を著しく悪化させており、これが米国に対するresを引き起こす可能性があります。米国はイスラム原理主義を繰り返し支持してきた同盟国に注意を払わなければなりません。

هل هناك خطر نشوب صراع عالمي في الشرق الأوسط؟

بعد قصف آبار النفط في المملكة العربية السعودية ، هل هناك خطر نشوب صراع؟ لقد حدد السعوديون ما حدث كعمل من أعمال الحرب ، وفي الواقع ، هو بالضبط ما يبدو ، حتى خارج الاعتبارات الجيوسياسية. من ناحية أخرى ، فإن المملكة العربية السعودية حقًا بلد في حالة حرب ، في اليمن ، ضد المتمردين الشيعة ، لتجنب تقدم إيران إلى حدودها. كما قادت الرياض هذا النزاع بعنف ضد المدنيين ، مما أوجد وضعا إنسانيا خطيرا للغاية ، حيث ساهمت الظروف الصحية والنظافة الناجمة عن النزاع بعد الأسلحة في زيادة عدد الضحايا. في هذا السياق ، فإن الانتقام من قبل الشيعة اليمنيين ، حتى لو كان من المؤسف ، هو جزء من منطق الصراع ، الذي ، كما اعترف الجنرالات السعوديون الذين سئلوا عن المذابح المدنية ، استجاب أنهم كانوا جزءًا من الآثار الجانبية للحرب. لذا يجب ألا تفاجأ المملكة العربية السعودية بفعل الانتقام. ومع ذلك ، فإن أولئك الذين ضربوا المصانع السعودية قد وسعوا الصراع إلى أهداف اقتصادية ، وهي أيضًا رمزية. المملكة العربية السعودية جعلت كل ثروتها على إنتاج وتصدير النفط الخام وضرب مصنعها الرئيسي هو القول إن القوات المسلحة في البلاد أضعف من أن تدافع عن الاقتصاد السعودي ، أي أن الهجوم أظهر دولة إنها قوة اقتصادية قوتها العسكرية شيء صغير. بعد كل شيء ، تبدو الحرب ضد المتمردين اليمنيين بعيدة عن النهاية ، على الرغم من أن الشيعة في اليمن ليسوا قوة نظامية. من هنا يتعلق الأمر مباشرة بأولئك الذين أعلنوا مسؤوليتهم عن الهجوم: المتمردون الشيعة في اليمن ، الذين أظهروا أنفسهم أيضًا كعدو عدائي في العمليات العسكرية التقليدية ، لا يبدون موثوق بهم كمنظمين لعمل بهذا الحجم ، على الأقل ليسوا وحدهم . إذا كانت إيران ، وهي المشتبه به الرئيسي ، تقدم فقط المواد والنصائح لوضعها موضع التنفيذ ، تاركة التنفيذ العملي للشيعة في اليمن ، فهذا ليس ذا صلة. إن الآثار المترتبة على طهران تعرض السلام في المنطقة بأكملها للخطر ، مع عواقب على الكوكب بأسره. لكن ، كما رأينا ، ليس لدى المملكة العربية السعودية قدرة عسكرية على مواجهة طهران ، وهنا تدخل الولايات المتحدة في موقف غير مريح لحليف رئيسي للرياض. بالنسبة لواشنطن ، فإن السؤال الأساسي هو ألا يبدو ضعيفًا في وجه الحلفاء أو حتى في مواجهة الأعداء. إن أي عمل انتقامي ضد إيران ، حتى لو كانت حلقة منعزلة وإثباتية ، يمكن أن يؤدي إلى نزاع أوسع ، خاصة في تجاهل العلاقات الصعبة الحالية بين الدولتين. على الرغم من الضغط العربي وحتى الإسرائيلي ، يبدو أن الموقف الأمريكي قائم على الحكمة. قد يكون تكتيك واشنطن مبدئيًا هو تشديد العقوبات ضد الدولة الإيرانية ، ثم المضي قدماً في الضغط الدبلوماسي من عدة دول للتوصل إلى نوع من التعريف للوضع. يتحمل البيت الأبيض مسؤوليات غير مباشرة إذا كانت إيران وراء الهجوم: العقوبات الاقتصادية أصابت صادرات النفط الخام الإيراني بشكل خاص وتسببت في ركود اقتصادي شديد ؛ إذا أخذنا في الاعتبار كل هذه العوامل ، فإن الهجوم على مركز البترول السعودي يأخذ قيمة رمزية أخرى. تم خلق هذا الوضع المتوتر من قبل الرئيس الأمريكي الحالي ، الذي لم يثق بالطلب الذي وقعه الرئيس الأمريكي السابق بشأن القضية النووية الإيرانية ، بناءً على طلبات المملكة العربية السعودية وإسرائيل. إن ظروف النزاع موجودة ، ومع ذلك ، فإن جميع الأطراف المعنية تدرك العواقب: في الوقت الحالي ، فإن إيران ، إن لم تتعرض للهجوم ، ستتجنب المظاهرات الأخرى للقوة ، وتحاول أن تستفيد لمصلحتها من عدم الاستقرار الذي حدث. إنشاء للحصول ، على الأقل ، على عقوبات بسيطة ؛ من المؤكد أن الولايات المتحدة ليس لديها مصلحة في الالتزام بمزيد من الصراع ، ولكن بدرجة أسوأ بكثير من تلك التي انخرطت فيها حتى الآن وسوف تسعى إلى مخرج دبلوماسي. لا تزال المملكة العربية السعودية ، التي تدهورت صورتها ومكانتها الدولية بشكل كبير ، وقد يثير هذا استياءها من الولايات المتحدة ، التي يجب عليها الانتباه إلى حليف أيد الأصولية الإسلامية مرارًا وتكرارًا ، لاستخدامها لأغراضها الخاصة.

martedì 3 settembre 2019

L'Inghilterra verso le elezioni

La crisi politica, interna al Regno Unito aumenta di intensità in maniera sempre più grave e potrebbe avere come risoluzione, una nuova competizione elettorale. C’è già una data ipotetica, che fisserebbe le nuove elezioni politiche per il 14 ottobre prossimo. Occorre ricordare che la data fissata per l’uscita dall’Unione del paese britannico è il 31 ottobre, risultato che il premier in carica vuole rispettare, per ascriversi una dubbia vittoria politica. L’intenzione del governo di Londra è quella di non chiedere ulteriori rinvii a Bruxelles e per scongiurare questa possibilità l’eventualità delle urne viene presentata come una sorta di ricatto per quei parlamentari conservatori, contrari all’uscita dall’Europa, sia in maniera ssoluta, che coni tempi ed i modi previsti dal governo in carica. Infatti il premier ha minacciato, in caso di adesione al progetto di legge laburista, che rinvierebbe di altri tre mesi l’allontanamento di Bruxelles, da parte di deputati conservatori, l’esclusione dalle liste elettorali del partito per le elezioni di ottobre. Il dibattito, quindi, assume una particolare rilevanza, prima di tutto, nel partito di governo, prima ancora che nella totalità delle forze politiche inglesi. La minaccia, infatti, va oltre l’esclusione dalle candidature, ma contempla, addirittura, l’espulsione dal partito conservatore, per tutti quei deputati dovessero unirsi al aprtito labutrista ed alle altre forze di opposizione, nella ricerca di un sistema di uscita dall’Europa, alternativo da quello previsto dal governo e, cioè, senza accordo con Bruxelles. Dopo la lacerazione del tessuto sociale inglese, praticamente diviso a metà sulla quastione dell’uscita dall’Europa, ora la scena politica della Gran Bretagna sta anadando incontro ad una lacerazione del suo territorio, per la questione scozzese, ma anche dello stesso maggiore partito del paese. Gli scenari che si aprono possono essere i più diversi, ma il partito conservatore, che ha dato il potere ad un tale premier, rischia un ridimensionamento mai visto nella sua storia. Prima della chiusura del parlamento, imposta per impedire la discussione circa la decisione sull’uscita dall’Unione, è prevista la riapertura del parlamento inglese ed in questa sede sarà discussa la proposta di legge per la richiesta di altri tre mesi di tempo a Bruxelles, proprio per evitare una uscita senza accordo; questa legge è stata definita, senza mezzi termini, una vera e propria questione di fiducia sul governo, che, se sconfitto, non avrebbe che altra strada per una nuova consultazione elettorale. Il premier ha ormai intrapreso una via di assoluta arroganza, che non contempla l’ascolto delle opinioni diverse, neppure all’interno del suo schieramento elettorale. I deputati conservatori, contrari alla linea del governo, sono di fronte ad una scelta se allinearsi alle posizioni del premier o del leader dell’opposizione, che rivendica un ruolo unificatore di tutti quanti, seppure di indirizzo politico differente, vogliano evitare l’uscita senza accordo, che provocherebbe danni ingenti all’economia del Regno Unito. Il comportamento del premier, già censurato per il rinvio dei lavori parlamentari, paragonato ad un vero e proprio colpo di stato, potebbe provocare una scissione all’interno del partito conservatore, che potrebbe presentarsi alle urne diviso tra i favorevoli all’uscita ed i contrari alla soluzione del premier. Ma sulle possibili elezioni ci sono remore anche da parte dei laburisti, che temono di non guadagnare consensi per le posizioni troppo timide sulla questione della Brexit, da parte del loro leader, un leader anche troppo identificato con la sinistra radicale per attirare consensi da campi politici differenti. Tuttavia, se la ragione delle elezioni non sarà, come non sarà, di natura generale, ma esclusivamente particolare, cioè incentrata sul tema dell’uscita dall’Europa, lo schieramento che si potrà formare contro il premier in circa, ancorchè eterogeneo, dovrebbe avere buone possibilità di vittoria. In questo caso, si potrebbe ridiscutere tutto, anche il risultato del referendum consultivo che blocca la politica inglese. Allora anche un nuovo referendum sulla permanenza in Europa avrebbe buone possibilità di vittoria, scongiurando una crisi economica per Inghilterra e Unione Europea.

England towards the elections

The political crisis, inside the United Kingdom, increases in intensity in an increasingly serious manner and could have as a resolution, a new electoral competition. There is already a hypothetical date, which would set the new political elections for next October 14th. It should be remembered that the date set for the exit of the British country from the Union is October 31st, a result that the current Prime Minister wants to respect, to ascribe a dubious political victory. The intention of the London government is not to ask for further referrals to Brussels and to avoid this possibility the possibility of the ballot boxes is presented as a sort of blackmail for those conservative parliamentarians, opposed to exiting Europe, either in an absolute manner , that with the times and the ways foreseen by the government in charge. In fact, the prime minister has threatened, in case of adherence to the Labor bill, which would postpone the expulsion of Brussels, by conservative deputies, from exclusion from the party's electoral lists for the October elections for another three months. The debate, therefore, assumes a particular relevance, first of all, in the ruling party, even before in the totality of the English political forces. The threat, in fact, goes beyond the exclusion from the candidacies, but it even contemplates the expulsion from the conservative party, for all those deputies should join the open-minded Labor and other opposition forces, in the search for a system of exit from the Europe, alternative from that provided by the government and, that is, without agreement with Brussels. After the tearing of the English social fabric, practically divided in half on the issue of leaving Europe, now the political scene in Great Britain is facing a laceration of its territory, for the Scottish question, but also of the same major party of the country. The scenarios that open up may be the most diverse, but the conservative party, which has given power to such a prime minister, risks a downsizing ever seen in its history. Before the closure of the parliament, imposed to prevent discussion of the decision on leaving the Union, the reopening of the English parliament is scheduled and the bill for the request for another three months in Brussels will be discussed here. just to avoid an exit without agreement; this law has been defined, in no uncertain terms, as a real question of trust in the government, which, if defeated, would only have another way for a new electoral consultation. The prime minister has now embarked on a path of absolute arrogance, which does not include listening to different opinions, even within his electoral camp. The conservative deputies, opposed to the government line, are faced with a choice whether to align themselves with the positions of the premier or the leader of the opposition, who claims a unifying role for everyone, even if with a different political orientation, they want to avoid leaving without agreement, which would cause significant damage to the UK economy. The behavior of the prime minister, already censored for the postponement of parliamentary work, compared to a real coup, could provoke a split within the conservative party, which could present itself at the polls divided between those in favor of leaving and those against it to the premier's solution. But on the possible elections there are also hesitations on the part of the Labor party, who fear not to gain approval for the too timid positions on the Brexit issue, from their leader, a leader also too identified with the radical left to attract consensus from political fields different. However, if the reason for the elections is not going to be, as it will not be, of a general nature, but exclusively particular, that is focused on the issue of leaving Europe, the formation that can be formed against the prime minister in about, even if heterogeneous, should have good chance of winning. In this case, we could re-discuss everything, even the result of the consultative referendum that blocks English politics. Then even a new referendum on staying in Europe would have a good chance of winning, avoiding an economic crisis for England and the European Union.

Inglaterra hacia las elecciones

La crisis política, dentro del Reino Unido, aumenta en intensidad de una manera cada vez más grave y podría tener como resolución una nueva competencia electoral. Ya existe una fecha hipotética, que establecería las nuevas elecciones políticas para el próximo 14 de octubre. Debe recordarse que la fecha fijada para la salida del país británico de la Unión es el 31 de octubre, un resultado que el actual Primer Ministro quiere respetar, para atribuir una dudosa victoria política. La intención del gobierno de Londres no es pedir más referencias a Bruselas y para evitar esta posibilidad, la posibilidad de las urnas se presenta como una especie de chantaje para aquellos parlamentarios conservadores, opuestos a salir de Europa, ya sea de manera absoluta. , que con los tiempos y las formas previstas por el gobierno a cargo. De hecho, el primer ministro ha amenazado, en caso de adhesión al proyecto de ley laboral, que pospondría la expulsión de Bruselas, por parte de diputados conservadores, de la exclusión de las listas electorales del partido para las elecciones de octubre por otros tres meses. El debate, por lo tanto, asume una relevancia particular, en primer lugar, en el partido gobernante, incluso antes en la totalidad de las fuerzas políticas inglesas. La amenaza, de hecho, va más allá de la exclusión de las candidaturas, pero incluso contempla la expulsión del partido conservador, ya que todos esos diputados deberían unirse a los laboristas de mente abierta y otras fuerzas de oposición, en la búsqueda de un sistema de salida de las candidaturas. Europa, alternativa a la proporcionada por el gobierno y, es decir, sin acuerdo con Bruselas. Después del desgarro del tejido social inglés, prácticamente dividido a la mitad sobre el tema de abandonar Europa, ahora la escena política en Gran Bretaña se enfrenta a una laceración de su territorio, por la cuestión escocesa, pero también del mismo partido importante del país. Los escenarios que se abren pueden ser los más diversos, pero el partido conservador, que ha dado poder a un primer ministro de este tipo, corre el riesgo de una reducción de personal jamás vista en su historia. Antes del cierre del parlamento, impuesto para evitar la discusión de la decisión de abandonar la Unión, la reapertura del parlamento inglés está programada y el proyecto de ley para la solicitud de otros tres meses en Bruselas se discutirá aquí. solo para evitar una salida sin acuerdo; Esta ley se ha definido, en términos inequívocos, como una verdadera cuestión de confianza en el gobierno, que, de ser derrotado, solo tendría otra forma de una nueva consulta electoral. El primer ministro ahora se ha embarcado en un camino de arrogancia absoluta, que no incluye escuchar opiniones diferentes, incluso dentro de su campo electoral. Los diputados conservadores, opuestos a la línea del gobierno, se enfrentan a la opción de alinearse con las posiciones del primer ministro o del líder de la oposición, que reclama un papel unificador para todos, incluso si tienen una orientación política diferente, quieren evitar irse sin acuerdo, que causaría un daño significativo a la economía del Reino Unido. El comportamiento del primer ministro, ya censurado por el aplazamiento del trabajo parlamentario, en comparación con un golpe de estado real, podría provocar una división dentro del partido conservador, que podría presentarse en las urnas divididas entre los que están a favor de irse y los que están en contra. a la solución del primer ministro. Pero sobre las posibles elecciones también hay dudas por parte del Partido Laborista, que temen no obtener la aprobación de su líder para las posiciones demasiado tímidas sobre el tema del Brexit, un líder también demasiado identificado con la izquierda radical para atraer el consenso de los campos políticos. diferente. Sin embargo, si el motivo de las elecciones no va a ser, como no será, de carácter general, sino exclusivamente particular, que se centra en el tema de abandonar Europa, la formación que se puede formar contra el primer ministro en cuestión, incluso si es heterogénea, debería tener Buena posibilidad de ganar. En este caso, podríamos volver a discutir todo, incluso el resultado del referéndum consultivo que bloquea la política inglesa. Entonces, incluso un nuevo referéndum sobre permanecer en Europa tendría una buena oportunidad de ganar, evitando una crisis económica para Inglaterra y la Unión Europea.

England in Richtung der Wahlen

Die politische Krise im Vereinigten Königreich verschärft sich zunehmend und könnte als Lösung einen neuen Wahlkampf zur Folge haben. Es gibt bereits einen hypothetischen Termin, der die Neuwahlen für den kommenden 14. Oktober vorsieht. Es sei daran erinnert, dass der Termin für den Austritt des britischen Landes aus der Union der 31. Oktober ist, ein Ergebnis, das der amtierende Ministerpräsident respektieren möchte, um einen zweifelhaften politischen Sieg zuzuschreiben. Die Londoner Regierung beabsichtigt nicht, um weitere Überweisungen nach Brüssel zu ersuchen, und um diese Möglichkeit zu umgehen, wird die Möglichkeit der Wahlurnen als eine Art Erpressung für die konservativen Parlamentarier dargestellt, die es ablehnen, Europa in absoluter Weise zu verlassen , dass mit den Zeiten und den von der zuständigen Regierung vorgesehenen Wegen. Tatsächlich hat der Premierminister gedroht, im Falle der Einhaltung des Arbeitsgesetzes, das die Ausweisung Brüssels durch konservative Abgeordnete aufschieben würde, für weitere drei Monate von den Wahllisten der Partei für die Oktoberwahlen auszuschließen. Die Debatte nimmt daher in erster Linie eine besondere Relevanz in der Regierungspartei ein, noch bevor sie in der Gesamtheit der englischen politischen Kräfte besteht. Die Bedrohung geht in der Tat über den Ausschluss von den Kandidaturen hinaus, aber sie sieht sogar den Ausschluss aus der konservativen Partei vor, denn all diese Abgeordneten sollten sich der aufgeschlossenen Labour-Partei und anderen oppositionellen Kräften anschließen, um ein System des Austritts aus der Partei zu suchen Europa, alternativ zu dem von der Regierung zur Verfügung gestellten und das heißt ohne Einigung mit Brüssel. Nach dem Zerreißen des englischen Sozialgefüges, das in Bezug auf die Frage des Verlassens Europas praktisch in zwei Hälften geteilt wurde, steht die politische Szene in Großbritannien nun vor einer Zerreißprobe seines Territoriums für die schottische Frage, aber auch für dieselbe große Partei der Vereinigten Staaten von Amerika Land. Die Szenarien, die sich eröffnen, mögen die vielfältigsten sein, aber die konservative Partei, die einem solchen Ministerpräsidenten die Macht verliehen hat, riskiert einen Rückgang, der jemals in ihrer Geschichte zu beobachten war. Vor der Schließung des Parlaments, die verhängt wird, um die Diskussion über den Beschluss zum Austritt aus der Union zu verhindern, ist die Wiedereröffnung des englischen Parlaments geplant, und der Gesetzentwurf für den Antrag für weitere drei Monate in Brüssel wird hier erörtert. nur um einen uneinigten Ausstieg zu vermeiden; Dieses Gesetz wurde ohne Zweifel als eine echte Vertrauensfrage in die Regierung definiert, die, wenn sie besiegt wird, nur einen anderen Weg für eine neue Wahlkonsultation bietet. Der Ministerpräsident hat nun einen Weg der absoluten Arroganz eingeschlagen, bei dem es nicht darum geht, auch innerhalb seines Wahllagers auf unterschiedliche Meinungen zu hören. Die konservativen Abgeordneten, die gegen die Regierungslinie sind, stehen vor der Wahl, sich den Positionen des Premierministers oder des Führers der Opposition anzuschließen, der eine einheitliche Rolle für alle beansprucht, auch wenn sie mit einer anderen politischen Ausrichtung aufhören wollen Vereinbarung, die der britischen Wirtschaft erheblichen Schaden zufügen würde. Das Verhalten des für die Verschiebung der parlamentarischen Arbeit bereits zensierten Premierministers im Vergleich zu einem echten Putsch könnte eine Spaltung innerhalb der konservativen Partei hervorrufen, die sich bei den Abstimmungen zwischen den Befürwortern des Austritts und den Gegnern äußern könnte zur Lösung des Premiers. Bei den möglichen Wahlen gibt es jedoch auch Zögern der Labour-Partei, die befürchtet, die zu schüchternen Positionen in Bezug auf die Brexit-Frage nicht zu billigen, und zwar von ihrem Führer, der sich auch zu sehr mit der radikalen Linken identifiziert, um auf politischem Gebiet einen Konsens zu erzielen anders. Wenn jedoch der Grund für die Wahlen nicht allgemeiner, sondern ausschließlich spezifischer Natur sein soll und sich auf die Frage des Austritts aus Europa konzentriert, sollte es eine Formation geben, die sich gegen den Premierminister in etwa bilden kann, auch wenn sie heterogen ist gute Gewinnchance. In diesem Fall könnten wir alles noch einmal diskutieren, auch das Ergebnis des Referendums, das die englische Politik blockiert. Dann hätte sogar ein neues Referendum über den Verbleib in Europa gute Gewinnchancen, um eine Wirtschaftskrise für England und die Europäische Union zu vermeiden.

L'Angleterre vers les élections

La crise politique, à l'intérieur du Royaume-Uni, s'intensifie de plus en plus sérieusement et pourrait avoir pour résolution, une nouvelle compétition électorale. Il existe déjà une date hypothétique, qui fixerait les nouvelles élections politiques pour le 14 octobre prochain. Il convient de rappeler que la date fixée pour la sortie du pays britannique de l'Union est le 31 octobre, un résultat que le Premier ministre actuel veut respecter, attribuer une victoire politique douteuse. L'intention du gouvernement de Londres n'est pas de demander de nouvelles références à Bruxelles et d'éviter cette possibilité, la possibilité d'urnes électorales est présentée comme une sorte de chantage pour les parlementaires conservateurs opposés à la sortie de l'Europe, soit de manière absolue. , cela avec les temps et les moyens prévus par le gouvernement en charge. En fait, le Premier ministre a menacé, en cas d'adhésion au projet de loi sur le travail, qui retarderait l'expulsion de Bruxelles, par les députés conservateurs, de l'exclusion des listes électorales du parti pour les élections d'octobre de trois mois supplémentaires. Le débat revêt donc une importance particulière, tout d’abord, dans le parti au pouvoir, même avant dans l’ensemble des forces politiques anglaises. La menace dépasse en réalité l'exclusion des candidatures, mais elle envisage même l'expulsion du parti conservateur, car tous ces députés devraient rejoindre les forces ouvrières et autres forces d'opposition, à l'esprit ouvert, dans la recherche d'un système de sortie du parti. Europe, alternative à celle fournie par le gouvernement et, donc, sans accord avec Bruxelles. Après la déchirure du tissu social anglais, pratiquement divisé en deux sur la question de la sortie de l’Europe, la scène politique en Grande-Bretagne est actuellement confrontée à une lacération de son territoire, pour la question écossaise, mais aussi pour le même parti majeur du parti. pays. Les scénarios qui s'ouvrent sont peut-être les plus divers, mais le parti conservateur, qui a donné le pouvoir à un tel Premier ministre, risque une réduction des effectifs jamais vue dans son histoire. Avant la fermeture du parlement, imposée pour empêcher toute discussion sur la décision de quitter l'Union, la réouverture du parlement anglais est prévue et le projet de loi prévoyant la demande de trois mois supplémentaires à Bruxelles sera discuté ici. juste pour éviter une sortie sans accord; cette loi a été définie, en termes non équivoques, comme une vraie question de confiance dans le gouvernement, qui, si elle était défaite, n'aurait qu'une autre manière de mener une nouvelle consultation électorale. Le Premier ministre s’est engagé dans une voie d’arrogance absolue, qui n’inclut pas l’écoute d’opinions différentes, même au sein de son camp électoral. Les députés conservateurs, opposés à la ligne gouvernementale, sont confrontés à un choix: s'aligner sur les positions du premier ministre ou du chef de l'opposition, qui réclame un rôle unificateur pour tous, même si l'orientation politique est différente, ils veulent éviter de partir sans accord, ce qui causerait des dommages importants à l’économie britannique. Le comportement du Premier ministre, déjà censuré pour le report du travail parlementaire, comparé à un véritable coup d'État, pourrait provoquer une scission au sein du parti conservateur, qui pourrait se présenter aux urnes divisé entre ceux qui sont en faveur du départ et ceux qui le souhaitent. à la solution du premier ministre. Mais sur les élections possibles, le parti travailliste hésite également à craindre de ne pas obtenir l'approbation des positions trop timides sur la question du Brexit, de la part de son chef, lui aussi trop identifié à la gauche radicale pour susciter un consensus des milieux politiques. différent. Toutefois, si la raison des élections n’est pas, comme elle ne le sera, pas de nature générale, mais exclusivement particulière, centrée sur la question de la sortie de l’Europe, la formation qui peut être formée contre le Premier ministre en général, même si elle est hétérogène, aurait dû avoir lieu. bonne chance de gagner. Dans ce cas, nous pourrions tout discuter à nouveau, même le résultat du référendum consultatif qui bloque la politique anglaise. Même un nouveau référendum sur le fait de rester en Europe aurait de bonnes chances de gagner, évitant ainsi une crise économique pour l'Angleterre et l'Union européenne.

Inglaterra rumo às eleições

A crise política, dentro do Reino Unido, aumenta de intensidade de maneira cada vez mais séria e pode ter como resolução uma nova competição eleitoral. Já existe uma data hipotética, que definiria as novas eleições políticas para o próximo dia 14 de outubro. Deve-se lembrar que a data prevista para a saída do país britânico da União é 31 de outubro, resultado que o primeiro-ministro quer respeitar, para atribuir uma vitória política duvidosa. A intenção do governo de Londres não é solicitar novas referências a Bruxelas e, para evitar essa possibilidade, a possibilidade das urnas é apresentada como uma espécie de chantagem para os parlamentares conservadores que se opõem à saída da Europa, de maneira absoluta. , que com os horários e as formas fornecidas pelo governo responsável. De fato, o primeiro-ministro ameaçou, em caso de adesão à lei trabalhista, que adiaria a expulsão de Bruxelas, por deputados conservadores, da exclusão das listas eleitorais do partido para as eleições de outubro por mais três meses. O debate, portanto, assume uma relevância particular, em primeiro lugar, no partido no poder, mesmo antes na totalidade das forças políticas inglesas. A ameaça, de fato, vai além da exclusão das candidaturas, mas até contempla a expulsão do partido conservador, pois todos esses deputados deveriam se unir ao Partido Trabalhista e a outras forças de oposição de mente aberta, na busca de um sistema de saída do partido. Europa, alternativa à fornecida pelo governo e, isto é, sem acordo com Bruxelas. Após o rompimento do tecido social inglês, praticamente dividido pela metade na questão de deixar a Europa, agora o cenário político na Grã-Bretanha enfrenta uma laceração de seu território, pela questão escocesa, mas também pelo mesmo grande partido do país. país. Os cenários que se abrem podem ser os mais diversos, mas o partido conservador, que deu poder a um primeiro-ministro, corre o risco de uma redução já vista em sua história. Antes do encerramento do parlamento, imposto para impedir a discussão da decisão de deixar a União, está agendada a reabertura do parlamento inglês e será discutido aqui o projeto de lei para o pedido de mais três meses em Bruxelas. apenas para evitar uma saída sem acordo; essa lei foi definida, em termos inequívocos, como uma verdadeira questão de confiança no governo, que, se derrotada, só teria outro caminho para uma nova consulta eleitoral. O primeiro-ministro agora embarcou em um caminho de arrogância absoluta, que não inclui ouvir opiniões diferentes, mesmo dentro de seu campo eleitoral. Os deputados conservadores, opostos à linha do governo, têm a opção de alinhar-se com as posições do primeiro-ministro ou do líder da oposição, que reivindica um papel unificador para todos, mesmo que com uma orientação política diferente, eles querem evitar sair sem acordo, o que causaria danos significativos à economia do Reino Unido. O comportamento do primeiro-ministro, já censurado pelo adiamento do trabalho parlamentar, em comparação com um golpe real, poderia provocar uma divisão dentro do partido conservador, que poderia se apresentar nas pesquisas divididas entre aqueles a favor de sair e contra. à solução do premier. Mas nas possíveis eleições também existem hesitações por parte do Partido Trabalhista, que temem não obter aprovação para as posições muito tímidas sobre a questão do Brexit, por parte de seu líder, um líder também identificado com a esquerda radical para atrair consenso dos campos políticos diferente. No entanto, se o motivo das eleições não for, como não será, de natureza geral, mas exclusivamente particular, focado na questão de deixar a Europa, a formação que pode ser formada contra o primeiro-ministro em torno de, mesmo que heterogênea, deve ter boa chance de ganhar. Nesse caso, poderíamos re-discutir tudo, até o resultado do referendo consultivo que bloqueia a política inglesa. Então, mesmo um novo referendo sobre a permanência na Europa teria boas chances de vencer, evitando uma crise econômica para a Inglaterra e a União Européia.

Англия к выборам

Политический кризис внутри Соединенного Королевства усиливается все серьезнее и может привести к новой конкуренции на выборах. Уже есть гипотетическая дата, которая назначит новые политические выборы на следующие 14 октября. Следует помнить, что дата выхода британской страны из Союза - 31 октября, результат, который нынешний премьер-министр хочет уважать, чтобы приписать сомнительную политическую победу. Намерение лондонского правительства не состоит в том, чтобы просить о дальнейших направлениях в Брюссель, и чтобы избежать этой возможности, возможность урн для голосования представляется как своего рода шантаж для тех консервативных парламентариев, которые выступают против выхода из Европы либо в абсолютной форме. , что со временем и способами, предусмотренными ответственным правительством. Фактически, премьер-министр пригрозил, в случае присоединения к законопроекту о труде, который отложит высылку Брюсселя консервативными депутатами от исключения из избирательных списков партии на октябрьские выборы еще на три месяца. Таким образом, дискуссия приобретает особую актуальность, прежде всего, в правящей партии, еще раньше в совокупности английских политических сил. Фактически, угроза выходит за рамки исключения из кандидатур, но она даже предполагает исключение из консервативной партии, поскольку все эти депутаты должны присоединиться к открытым рабочим и другим оппозиционным силам в поисках системы выхода из Европа, альтернатива тому, что предоставлено правительством и, то есть, без соглашения с Брюсселем. После разрыва английской социальной структуры, практически разделенной пополам по вопросу ухода из Европы, теперь политическая сцена в Великобритании сталкивается с разрывом своей территории, как по шотландскому вопросу, так и по той же главной партии страна. Сценарии, которые открываются, могут быть самыми разнообразными, но консервативная партия, которая дала власть такому премьер-министру, рискует сокращением, когда-либо замеченным в ее истории. До закрытия парламента, навязанного для предотвращения обсуждения решения о выходе из Союза, запланировано возобновление работы английского парламента, и здесь будет обсуждаться законопроект о запросе еще на три месяца в Брюсселе. просто чтобы избежать выхода без согласия; этот закон был недвусмысленно определен как реальный вопрос доверия правительству, которое, если его победить, будет иметь только другой путь для новой консультации по выборам. Премьер-министр теперь вступил на путь абсолютного высокомерия, которое не включает в себя выслушивание различных мнений, даже в его избирательном лагере. Консервативные депутаты, в отличие от правительственной линии, сталкиваются с выбором: присоединиться ли к позициям премьера или лидера оппозиции, которая претендует на объединяющую роль для всех, даже если с другой политической ориентацией они хотят избежать ухода без соглашение, которое может нанести значительный ущерб экономике Великобритании. Поведение премьер-министра, которое уже подверглось цензуре для отсрочки парламентской работы, по сравнению с реальным переворотом, может спровоцировать раскол внутри консервативной партии, которая может проявить себя на опросах, разделенных между теми, кто выступает за уход, и теми, кто против него. к решению премьера. Но на возможных выборах есть также колебания со стороны Лейбористской партии, которая боится не получить одобрения за слишком робкие позиции по вопросу о Brexit от своего лидера, лидера, также слишком отождествленного с левыми радикалами, чтобы привлечь консенсус в политических сферах разные. Однако, если причина выборов не будет, как это будет не быть, общего характера, а исключительно частной, которая сосредоточена на проблеме ухода из Европы, формирование, которое может быть сформировано против премьер-министра примерно, даже если оно неоднородно, должно иметь Хорошие шансы на победу. В этом случае мы могли бы пересмотреть все, даже результат консультативного референдума, который блокирует английскую политику. Тогда даже новый референдум о пребывании в Европе имел бы хорошие шансы на победу, избежав экономического кризиса для Англии и Европейского Союза.