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giovedì 31 ottobre 2019

L'azione giuridica tedesca, contro due torturatori siriani, può essere un esempio per l'Europa

In Germania, l’istituzione di un processo contro due torturatori siriani, potrebbe diventare una prassi rivoluzionaria per giudicare i crimini contro l’umanità, anche se commessi al di fuori dei confini nazionali. Anche in altre nazioni europee, come Francia ed Austria, si sono aperte istruttorie contro i crimini siriani, ma la particolarità del sistema tedesco può permettere un processo che si annuncia come una novità. In Germania  il sistema giudiziario non richiede che la vittima di un reato o l’indagato abbiano nazionalità tedesca, come condizione affinché possa esplicarsi l’azione giuridica. Le condizioni perchè si siano verificate queste circostanze sono dovute alla disponibilità tedesca ad ospitare i profughi siriani in fuga dalla guerra e dal regime sanguinario di Assad; ma, sebbene la maggioranza degli immigrati siriani siano stati vittime della repressione, sul suolo tedesco sono stati anche accolti esponenti del govero di Damasco. In particolare due funzionari dei servizi segreti siriani, che hanno dichiarato di avere disertato e per questa ragione di avere chiesto ospitalità alla Germania. Tuttavia i due sono stati riconosciuti da diversi profughi che ne hanno denunciato l’attività repressiva costituita da incarcerazioni arbitrarie ed atti di tortura particolarmente violenta, condotta fino dalle prime fasi della rivolta siriana, che si è poi trasformata in guerra civile. La quantità degli oppositori che sarebbero stati torturati con la complicità dei due imputati pare essere molto elevata, si parla di alcune migliaia di persone, tanto da giustificare l’incriminazione per crimini contro l’umanità. La Germania, oltre al caso dei due indagati che dovrebbe sfociare in un processo storico, sta investigando anche su altri 27 funzionari del regime siriano per motivi analoghi, mentre la Svezia sarebbero 25 procedimenti in corso,  in Austria 24 ed anche la Norvegia si appresterebbe ad aprirne uno. La portata di questo atto appare molto rilevante, sopratutto se estesa agli altri paesi dell’Unione mediante una direttiva da recepire nelle legislazioni nazionali. L’Europa potrebbe così recitare un ruolo di primo piano nella difesa dei diritti civili in maniera pratica e con effetti concreti, superando le numerose dichiarazioni di intenti a cui non è mai seguito nulla e che hanno reso l’azione di Bruxelles inefficace. I campi di applicazione di un tale intendimento potrebbero mettere l’Europa all’avanguardia nel contrasto dei soprusi arbitrari nei confronti dei diritti umani e nel loro mancato rispetto; tuttavia vi è bisogno di un’azione convinta degli stati europei nel loro insieme: la Siria ora è un soggetto che pare più facilmente vulnerabile, perchè non ha un potere contrattuale economico tale da condizionare l’attuale azione tedesca ed in futuro una potenziale azione europea o di singoli stati dell’Unione. Il principio con cui si muove la magistratura della Germania potrebbe anche venire applicato ad esempio all’Arabia Saudita, per la repressione nello Yemen o alla Cina, per la gestione della questione degli uiguri, i musulmani cinesi, o anche per la Turchia, membro dell’Alleanza Atlantica, per la questione curda. La riflessione, evidentemente, deve articolarsi su piani distinti ma contigui: il primo è di natura, appunto, di politica internazionale, perchè le eventuali condanne di esponenti di paesi più rilevanti di quello siriano, potrebbero innescare rappresaglie di tipo diplomatico; il secondo rientra nella gestione più pratica degli eventuali condannati e sulla effettiva legittimità di tali sentenze, non certamente dal punto di vista morale ma da quello giurdico, inoltre anche la custodia dei condannati o comunque l’esecuzione della pena sembrano essere una materia suscettibile di contrasti con i paesi di provenienza delle persone giudicate colpevoli, che potrebbero innescare ritorsioni su cittadini dei paesi che hanno emesso le condanne. Questi argomenti mettono in un’ottica differente anche l’azione tedesca, che è doverosa contro i funzionari siriani, ma che sarebbe stata probabilmente più cauta verso cittadini di altri paesi. Resta il fatto che per l’Europa, prendere spunto dalla Germania, potrebbe essere una occasione da non perdere per potere esercitare finalmente un ruolo da protagonista sul palcoscenico diplomatico, anche in considerazione delle mutate condizioni  internazionali, che vedono gli Stati Uniti, principale alleato europeo, alla ricerca di un progressivo isolamento, che richiede nuovi assetti e maggiore indipendenza di azione e di indirizzo dell’Unione Europea.

The German legal action, against two Syrian torturers, can be an example for Europe

In Germany, the establishment of a trial against two Syrian torturers could become a revolutionary practice for judging crimes against humanity, even if committed outside national borders. Even in other European nations, such as France and Austria, preliminary investigations have been opened against Syrian crimes, but the peculiarity of the German system can allow a process that is announced as a novelty. In Germany the judicial system does not require that the victim of a crime or the suspect have German nationality, as a condition for the legal action to take place. The conditions for these circumstances to occur are due to the German willingness to host Syrian refugees fleeing the war and Assad's bloody regime; but, although the majority of Syrian immigrants were victims of repression, exponents of the Damascus government were also welcomed on German soil. In particular, two Syrian secret service officials, who have declared to have deserted and for this reason have requested hospitality from Germany. However the two have been recognized by several refugees who have denounced the repressive activity consisting of arbitrary incarcerations and particularly violent acts of torture, conducted since the early stages of the Syrian uprising, which then turned into a civil war. The number of opponents who would have been tortured with the complicity of the two defendants seems to be very high, there is talk of a few thousand people, enough to justify the indictment for crimes against humanity. Germany, in addition to the case of the two suspects that should lead to a historical trial, is also investigating 27 other officials of the Syrian regime for similar reasons, while Sweden would be 25 proceedings in progress, in Austria 24 and also Norway would be preparing to open one. The scope of this act appears to be very relevant, especially if extended to other EU countries by means of a directive to be transposed into national legislation. Europe could thus play a leading role in the defense of civil rights in a practical manner and with concrete effects, overcoming the numerous declarations of intent to which nothing was ever followed and which made the action of Brussels ineffective. The fields of application of such an understanding could put Europe at the forefront in the fight against arbitrary abuses against human rights and in their non-compliance; however, there is a need for convinced action by European states as a whole: Syria is now a subject that seems to be more easily vulnerable, because it does not have such economic bargaining power as to condition the current German action and in the future a potential European action or individual states of the Union. The principle with which the German judiciary moves could also be applied for example to Saudi Arabia, for repression in Yemen or China, for the management of the Uyghur issue, Chinese Muslims, or even for Turkey, a member of the 'Atlantic Alliance, for the Kurdish question. The reflection, evidently, must be articulated on distinct but contiguous plans: the first is of a nature, in fact, of international politics, because the possible convictions of members of countries more relevant than the Syrian one, could trigger diplomatic reprisals; the second is part of the more practical management of any convicts and the actual legitimacy of such sentences, certainly not from the moral point of view but from the legal point of view, moreover the custody of the condemned or otherwise the execution of the sentence seem to be a subject susceptible to contrast with the countries of origin of the people found guilty, which could trigger retaliation against citizens of the countries that issued the sentences. These arguments also put the German action in a different perspective, which is a duty against Syrian officials, but which would probably have been more cautious towards citizens of other countries. The fact remains that for Europe, taking inspiration from Germany, it could be an opportunity not to be missed to finally be able to exercise a leading role on the diplomatic stage, also in consideration of the changed international conditions, which see the United States, the main European ally , in search of a progressive isolation, which requires new structures and greater independence of action and direction from the European Union.

La acción legal alemana contra dos torturadores sirios puede ser un ejemplo para Europa

En Alemania, el establecimiento de un juicio contra dos torturadores sirios podría convertirse en una práctica revolucionaria para juzgar los crímenes de lesa humanidad, incluso si se cometen fuera de las fronteras nacionales. Incluso en otras naciones europeas, como Francia y Austria, se han abierto investigaciones preliminares contra crímenes sirios, pero la peculiaridad del sistema alemán puede permitir un proceso que se anuncia como una novedad. En Alemania, el sistema judicial no exige que la víctima de un delito o el sospechoso tengan la nacionalidad alemana, como condición para que la acción legal tenga lugar. Las condiciones para que ocurran estas circunstancias se deben a la voluntad alemana de recibir refugiados sirios que huyen de la guerra y del sangriento régimen de Assad; pero, aunque la mayoría de los inmigrantes sirios fueron víctimas de la represión, los exponentes del gobierno de Damasco también fueron bienvenidos en suelo alemán. En particular, dos funcionarios del servicio secreto sirio, que declararon haber desertado y, por este motivo, solicitaron hospitalidad a Alemania. Sin embargo, los dos han sido reconocidos por varios refugiados que han denunciado la actividad represiva que consiste en encarcelamientos arbitrarios y actos de tortura particularmente violentos, llevados a cabo desde las primeras etapas del levantamiento sirio, que luego se convirtió en una guerra civil. El número de opositores que habrían sido torturados con la complicidad de los dos acusados ​​parece ser muy alto, se habla de unos pocos miles de personas, lo suficiente como para justificar la acusación por crímenes contra la humanidad. Alemania, además del caso de los dos sospechosos que deberían conducir a un juicio histórico, también está investigando a otros 27 funcionarios del régimen sirio por razones similares, mientras que Suecia tendría 25 procedimientos en curso, en Austria 24 y también Noruega se estaría preparando para abrir uno El alcance de esta ley parece ser muy relevante, especialmente si se extiende a otros países de la UE mediante una directiva que se transponga a la legislación nacional. De este modo, Europa podría desempeñar un papel de liderazgo en la defensa de los derechos civiles de manera práctica y con efectos concretos, superando las numerosas declaraciones de intenciones a las que nunca se siguió nada y que hicieron que la acción de Bruselas fuera ineficaz. Los campos de aplicación de tal entendimiento podrían poner a Europa a la vanguardia en la lucha contra los abusos arbitrarios contra los derechos humanos y en su incumplimiento; Sin embargo, existe la necesidad de una acción convencida por parte de los Estados europeos en su conjunto: Siria es ahora un tema que parece ser más fácilmente vulnerable, porque no tiene el poder de negociación económica que condicione la acción alemana actual y en el futuro una acción europea potencial. o estados individuales de la Unión. El principio con el que se mueve el poder judicial alemán también podría aplicarse, por ejemplo, a Arabia Saudita, a la represión en Yemen o China, a la gestión de la cuestión uigur, a los musulmanes chinos, o incluso a Turquía, miembro del Alianza atlántica, para la cuestión kurda. La reflexión, evidentemente, debe articularse en planes distintos pero contiguos: el primero es de naturaleza, de hecho, de política internacional, porque las posibles condenas de miembros de países más relevantes que el sirio, podrían desencadenar represalias diplomáticas; el segundo es parte del manejo más práctico de los condenados y la legitimidad real de tales sentencias, ciertamente no desde el punto de vista moral sino desde el punto de vista legal, además la custodia de los condenados o la ejecución de la sentencia parecen ser un tema susceptible de contraste con los países de origen de las personas declaradas culpables, lo que podría provocar represalias contra los ciudadanos de los países que emitieron las sentencias. Estos argumentos también colocan la acción alemana en una perspectiva diferente, que es un deber contra los funcionarios sirios, pero que probablemente habría sido más cauteloso con los ciudadanos de otros países. El hecho es que para Europa, inspirándose en Alemania, podría ser una oportunidad que no se puede perder para finalmente poder ejercer un papel de liderazgo en el escenario diplomático, también en consideración de las condiciones internacionales cambiantes, que ven a los Estados Unidos, el principal aliado europeo , en busca de un aislamiento progresivo, que requiere nuevas estructuras y una mayor independencia de acción y dirección de la Unión Europea.

Die deutsche Klage gegen zwei syrische Folterer kann ein Beispiel für Europa sein

In Deutschland könnte die Einleitung eines Prozesses gegen zwei syrische Folterer zu einer revolutionären Praxis für die Beurteilung von Verbrechen gegen die Menschlichkeit werden, auch wenn diese außerhalb der Landesgrenzen begangen werden. Auch in anderen europäischen Ländern wie Frankreich und Österreich wurden Voruntersuchungen gegen syrische Verbrechen eingeleitet, aber die Besonderheit des deutschen Systems kann einen als Neuheit angekündigten Prozess ermöglichen. In Deutschland verlangt die Justiz nicht, dass das Opfer eines Verbrechens oder der Verdächtige die deutsche Staatsangehörigkeit besitzt, um rechtliche Schritte einzuleiten. Die Bedingungen für das Eintreten dieser Umstände sind auf die deutsche Bereitschaft zurückzuführen, syrische Flüchtlinge aufzunehmen, die vor dem Krieg und dem blutigen Regime von Assad geflohen sind. Obwohl die Mehrheit der syrischen Einwanderer Opfer von Repressionen war, wurden auch Vertreter der Damaskus-Regierung auf deutschem Boden begrüßt. Insbesondere zwei syrische Geheimdienstbeamte, die sich für verlassen erklärt haben und aus diesem Grund um Gastfreundschaft aus Deutschland ersucht haben. Die beiden wurden jedoch von mehreren Flüchtlingen anerkannt, die die repressive Tätigkeit anprangerten, die aus willkürlichen Inhaftierungen und besonders gewaltsamen Folterhandlungen bestand, die seit den Anfängen des syrischen Aufstands, der sich dann in einen Bürgerkrieg verwandelte, durchgeführt wurden. Die Zahl der Gegner, die mit der Komplizenschaft der beiden Angeklagten gefoltert worden wären, scheint sehr hoch zu sein. Es wird von einigen Tausend Menschen gesprochen, genug, um die Anklage wegen Verbrechen gegen die Menschlichkeit zu rechtfertigen. Neben den beiden Verdächtigen, die zu einem historischen Prozess führen sollten, ermittelt Deutschland aus ähnlichen Gründen gegen 27 weitere Beamte des syrischen Regimes, während in Schweden 25 Verfahren laufen würden, in Österreich 24 und auch in Norwegen öffne eins. Der Geltungsbereich dieses Gesetzes scheint sehr relevant zu sein, insbesondere wenn er durch eine Richtlinie, die in nationales Recht umgesetzt werden soll, auf andere EU-Länder ausgedehnt wird. Europa könnte somit eine führende Rolle bei der Verteidigung der Bürgerrechte auf praktische Weise und mit konkreten Auswirkungen spielen und die zahlreichen Absichtserklärungen überwinden, denen niemals gefolgt wurde und die das Vorgehen Brüssels unwirksam machten. Die Anwendungsbereiche eines solchen Verständnisses könnten Europa bei der Bekämpfung willkürlicher Verstöße gegen die Menschenrechte und bei deren Nichteinhaltung an die Spitze stellen. Es bedarf jedoch eines überzeugten Handelns der europäischen Staaten insgesamt: Syrien ist heute ein Thema, das anfälliger zu sein scheint, da es nicht die wirtschaftliche Verhandlungsmacht besitzt, die das derzeitige deutsche Vorgehen und künftig ein mögliches europäisches Vorgehen bedingt oder einzelne Staaten der Union. Das Prinzip, mit dem die deutsche Justiz umziehen könnte, könnte beispielsweise auch auf Saudi - Arabien, auf Repressionen im Jemen oder in China, auf die Bewältigung der Uigurenfrage, auf chinesische Muslime oder sogar auf die Türkei, ein Mitglied der, angewendet werden Atlantische Allianz für die Kurdenfrage. Die Überlegungen müssen offenbar auf getrennten, aber zusammenhängenden Plänen beruhen: Der erste betrifft die internationale Politik, da die möglichen Überzeugungen von Angehörigen von Ländern, die relevanter sind als die syrische, diplomatische Repressalien auslösen könnten; Das zweite ist Teil der praktischeren Behandlung von Verurteilten und der tatsächlichen Rechtmäßigkeit solcher Urteile, sicherlich nicht aus moralischer Sicht, sondern aus rechtlicher Sicht. Darüber hinaus scheint das Sorgerecht für die Verurteilten oder auf andere Weise die Vollstreckung des Urteils kontrastfähig zu sein mit den Herkunftsländern der Menschen für schuldig befunden, was Vergeltungsmaßnahmen gegen Bürger der Länder auslösen könnte, die die Urteile ausgestellt haben. Diese Argumente stellen auch die deutsche Aktion in eine andere Perspektive, was eine Pflicht gegenüber syrischen Beamten ist, aber gegenüber Bürgern anderer Länder wahrscheinlich vorsichtiger gewesen wäre. Es bleibt die Tatsache, dass Europa, das sich von Deutschland inspirieren lässt, die Chance haben könnte, endlich eine führende Rolle auf der diplomatischen Bühne zu spielen, auch unter Berücksichtigung der veränderten internationalen Bedingungen, unter denen die USA der wichtigste europäische Verbündete sind auf der Suche nach einer fortschreitenden Isolation, die neue Strukturen und eine größere Unabhängigkeit von der Europäischen Union erfordert.

L'action judiciaire allemande contre deux tortionnaires syriens peut être un exemple pour l'Europe

En Allemagne, la mise en place d'un procès contre deux tortionnaires syriens pourrait devenir une pratique révolutionnaire pour juger les crimes contre l'humanité, même s'ils sont commis hors des frontières nationales. Même dans d'autres pays européens, tels que la France et l'Autriche, des enquêtes préliminaires ont été ouvertes sur les crimes syriens, mais la particularité du système allemand peut permettre un processus annoncé comme une nouveauté. En Allemagne, le système judiciaire n'exige pas que la victime d'un crime ou le suspect soit de nationalité allemande, ce qui est une condition préalable à l'action en justice. Les conditions de cette situation sont dues à la volonté de l'Allemagne d'accueillir des réfugiés syriens fuyant la guerre et au régime sanglant d'Assad; mais, bien que la majorité des immigrants syriens aient été victimes de la répression, les représentants du gouvernement de Damas ont également été accueillis sur le sol allemand. En particulier, deux responsables des services secrets syriens, qui ont déclaré avoir déserté, ont demandé l'hospitalité de l'Allemagne. Cependant, ils ont été reconnus par plusieurs réfugiés qui ont dénoncé les activités répressives consistant en des incarcérations arbitraires et des actes de torture particulièrement violents, perpétrées depuis les débuts du soulèvement syrien, qui se sont ensuite transformées en guerre civile. Le nombre d'opposants qui auraient été torturés avec la complicité des deux accusés semble être très élevé, on parle de quelques milliers de personnes, suffisamment pour justifier l'acte d'accusation pour crimes contre l'humanité. L'Allemagne, outre le cas des deux suspects devant aboutir à un procès historique, enquête également sur 27 autres responsables du régime syrien pour des raisons similaires, alors que la Suède engagerait 25 procédures en cours, en Autriche 24 et que la Norvège se préparait à ouvrir un. Le champ d'application de cette loi semble être très pertinent, en particulier s'il est étendu à d'autres pays de l'UE au moyen d'une directive à transposer dans la législation nationale. L’Europe pourrait ainsi jouer un rôle moteur dans la défense des droits civils de manière concrète et avec des effets concrets, en surmontant les nombreuses déclarations d’intention auxquelles rien n’était fait et qui rendaient inefficace l’action de Bruxelles. Les champs d'application d'une telle entente pourraient placer l'Europe à l'avant-plan de la lutte contre les violations arbitraires des droits de l'homme et de leur non-respect; il est toutefois nécessaire que tous les États européens agissent de manière convaincante: la Syrie est désormais un sujet qui semble plus vulnérable, car elle n'a pas un pouvoir de négociation économique suffisant pour conditionner l'action allemande actuelle et, à l'avenir, une action européenne potentielle. ou des États individuels de l'Union. Le principe avec lequel l'action judiciaire allemande pourrait être appliquée pourrait également s'appliquer par exemple à l'Arabie saoudite, à la répression au Yémen ou à la Chine, à la gestion de la question ouïghour, aux musulmans chinois, ou même à la Turquie, membre du Conseil «Alliance atlantique, pour la question kurde. La réflexion doit évidemment s'articuler autour de plans distincts mais contigus: le premier est de nature politique en fait, car les convictions éventuelles de membres de pays plus pertinents que le pays syrien pourraient déclencher des représailles diplomatiques; la seconde fait partie de la gestion plus pratique de tous les condamnés et de la légitimité réelle de telles peines, certainement pas du point de vue moral mais du point de vue juridique; de ​​plus, la détention du condamné ou le contraire l'exécution de la peine semble être un sujet susceptible de contraste avec les pays d’origine des personnes reconnues coupables, ce qui pourrait déclencher des représailles contre les citoyens des pays qui ont prononcé les peines. Ces arguments placent également l'action allemande dans une perspective différente, ce qui constitue un devoir envers les autorités syriennes, mais qui aurait probablement été plus prudent envers les citoyens d'autres pays. Il n'en reste pas moins que pour l'Europe inspirée par l'Allemagne, cela pourrait être une occasion à ne pas rater pour enfin pouvoir jouer un rôle de premier plan sur la scène diplomatique, compte tenu également de l'évolution de la situation internationale qui fait des États-Unis le principal allié de l'Europe. , à la recherche d’un isolement progressif, qui nécessite de nouvelles structures et une plus grande indépendance d’action et de direction par rapport à l’Union européenne.

A ação legal alemã, contra dois torturadores sírios, pode ser um exemplo para a Europa

Na Alemanha, o estabelecimento de um julgamento contra dois torturadores sírios poderia se tornar uma prática revolucionária para julgar crimes contra a humanidade, mesmo se cometidos fora das fronteiras nacionais. Mesmo em outros países europeus, como França e Áustria, foram iniciadas investigações preliminares contra crimes sírios, mas a peculiaridade do sistema alemão pode permitir um processo anunciado como uma novidade. Na Alemanha, o sistema judicial não exige que a vítima de um crime ou o suspeito tenha nacionalidade alemã, como condição para a ação legal. As condições para que essas circunstâncias ocorram devem-se à disposição alemã de receber refugiados sírios que fogem da guerra e do sangrento regime de Assad; mas, embora a maioria dos imigrantes sírios tenha sido vítima de repressão, os expoentes do governo de Damasco também foram bem-vindos em solo alemão. Em particular, dois funcionários do serviço secreto sírio, que declararam ter desertado e, por esse motivo, solicitaram hospitalidade à Alemanha. No entanto, os dois foram reconhecidos por vários refugiados que denunciaram a atividade repressiva que consiste em encarceramentos arbitrários e atos de tortura particularmente violentos, realizados desde os estágios iniciais do levante sírio, que depois se transformou em uma guerra civil. O número de oponentes que teriam sido torturados com a cumplicidade dos dois acusados ​​parece ser muito alto, fala-se em alguns milhares de pessoas, o suficiente para justificar a acusação de crimes contra a humanidade. A Alemanha, além do caso dos dois suspeitos que deveriam levar a um julgamento histórico, também está investigando outros 27 funcionários do regime sírio por razões semelhantes, enquanto a Suécia continuaria com 25 processos em andamento, na Áustria 24 e na Noruega também estaria se preparando para abra um. O escopo deste ato parece ser muito relevante, especialmente se estendido a outros países da UE por meio de uma diretiva a ser transposta para a legislação nacional. A Europa poderia, assim, desempenhar um papel de liderança na defesa dos direitos civis de maneira prática e com efeitos concretos, superando as numerosas declarações de intenções às quais nada foi seguido e que tornaram a ação de Bruxelas ineficaz. Os campos de aplicação de tal entendimento poderiam colocar a Europa na vanguarda da luta contra abusos arbitrários contra os direitos humanos e sua não conformidade; no entanto, é necessária uma ação convencida dos estados europeus como um todo: a Síria agora é um assunto que parece ser mais facilmente vulnerável, porque não possui poder de barganha econômica que condicione a atual ação alemã e, no futuro, uma potencial ação européia ou estados individuais da União. O princípio com o qual o judiciário alemão também pode ser aplicado, por exemplo, à Arábia Saudita, à repressão no Iêmen ou na China, à administração da questão uigur, muçulmanos chineses ou mesmo à Turquia, um membro da 'Atlantic Alliance, para a questão curda. A reflexão, evidentemente, deve ser articulada em planos distintos, mas contíguos: o primeiro é de natureza, de fato, da política internacional, porque as possíveis convicções de membros de países mais relevantes que o sírio podem desencadear represálias diplomáticas; o segundo faz parte da gestão mais prática de qualquer condenado e da legitimidade real de tais sentenças, certamente não do ponto de vista moral, mas do ponto de vista jurídico, além disso, a custódia dos condenados ou a execução da sentença parece ser um sujeito suscetível de contraste com os países de origem das pessoas consideradas culpadas, o que poderia provocar retaliação contra os cidadãos dos países que emitiram as sentenças. Esses argumentos também colocam a ação alemã em uma perspectiva diferente, que é um dever contra as autoridades sírias, mas que provavelmente teria sido mais cauteloso em relação aos cidadãos de outros países. O fato é que, para a Europa, inspirando-se na Alemanha, pode ser uma oportunidade a não perder, para finalmente poder exercer um papel de liderança no cenário diplomático, também considerando as mudanças nas condições internacionais, que vêem os Estados Unidos, o principal aliado europeu , em busca de um isolamento progressivo, que requer novas estruturas e maior independência de ação e direção da União Européia.

Судебный иск Германии против двух сирийских мучителей может стать примером для Европы

В Германии начало судебного процесса против двух сирийских мучителей могло бы стать революционной практикой для оценки преступлений против человечности, даже если они совершены за пределами национальных границ. Даже в других европейских странах, таких как Франция и Австрия, было начато предварительное расследование преступлений против Сирии, но особенность немецкой системы может позволить процесс, который объявлен как новшество. В Германии судебная система не требует, чтобы жертва преступления или подозреваемый имели немецкое гражданство, как условие для судебного иска. Условия возникновения этих обстоятельств обусловлены готовностью Германии принять сирийских беженцев, спасающихся от войны, и кровавым режимом Асада; но, хотя большинство сирийских иммигрантов стали жертвами репрессий, на немецкой земле также приветствовались представители правительства Дамаска. В частности, два сотрудника сирийской спецслужбы, которые заявили, что дезертировали и по этой причине попросили гостеприимство из Германии. Однако эти двое были признаны несколькими беженцами, которые осудили репрессивную деятельность, состоящую из произвольных тюремных заключений и особенно насильственных пыток, совершенных с ранних стадий сирийского восстания, которое затем переросло в гражданскую войну. Число противников, которые были бы подвергнуты пыткам при соучастии двух подсудимых, кажется очень высоким, разговоров о нескольких тысячах человек достаточно, чтобы оправдать обвинение в преступлениях против человечности. Германия, в дополнение к делу двух подозреваемых, которое должно привести к историческому суду, также расследует 27 других должностных лиц сирийского режима по тем же причинам, в то время как в Швеции будет 25 судебных разбирательств, в Австрии 24, а также Норвегия будет готовиться к открыть один. Сфера действия этого акта представляется очень актуальной, особенно если она распространяется на другие страны ЕС посредством директивы, которая будет перенесена в национальное законодательство. Таким образом, Европа могла бы играть ведущую роль в защите гражданских прав на практике и с конкретными последствиями, преодолевая многочисленные декларации о намерениях, за которыми ничего не следовало и которые делали действия Брюсселя неэффективными. Области применения такого понимания могут поставить Европу на передний план в борьбе против произвольных нарушений прав человека и их несоблюдения; Тем не менее, существует необходимость в решительных действиях европейских государств в целом: Сирия сейчас является субъектом, который кажется более уязвимым, поскольку у нее нет такой экономической возможности для ведения переговоров, которая могла бы обусловить нынешние действия Германии и в будущем потенциальные действия Европы или отдельные штаты Союза. Принцип, по которому немецкие судебные решения могут быть применены, например, к Саудовской Аравии, для репрессий в Йемене или Китае, для управления уйгурским вопросом, для китайских мусульман или даже для Турции, члена «Атлантический альянс, за курдский вопрос. Очевидно, что отражение должно быть отражено в четких, но смежных планах: первое, по сути, носит характер международной политики, поскольку возможные убеждения членов стран, более важных, чем сирийская, могут вызвать дипломатические репрессии; вторая часть является частью более практического управления осужденными и фактической законности таких приговоров, безусловно, не с моральной точки зрения, а с юридической точки зрения, более того, содержание под стражей осужденного или иным образом исполнение приговора, по-видимому, подвержено контрастам со странами происхождения людей, признанных виновными, что может вызвать возмездие против граждан стран, вынесших приговоры. Эти аргументы также ставят действия Германии в ином свете, что является обязанностью сирийских чиновников, но, вероятно, было бы более осторожным по отношению к гражданам других стран. Факт остается фактом: для Европы, вдохновленной Германией, можно было бы упустить возможность окончательно играть ведущую роль на дипломатической арене, в том числе с учетом изменившихся международных условий, в которых Соединенные Штаты являются главным европейским союзником. В поисках прогрессивной изоляции, которая требует новых структур и большей независимости действий и направления от Европейского Союза.

德國針對兩名敘利亞酷刑者的法律訴訟可能是歐洲的一個例子

在德國,對兩名敘利亞酷刑者進行審判,即使是在國界以外進行的審判,也可能成為一種判斷危害人類罪的革命性做法。即使在法國和奧地利等其他歐洲國家,也已經開始針對敘利亞犯罪進行初步調查,但是德國系統的特殊性可以允許宣布這一過程為新穎性。在德國,司法制度不要求犯罪受害人或犯罪嫌疑人具有德國國籍,以此作為採取法律行動的條件。發生這些情況的條件是由於德國願意收容逃離戰爭的敘利亞難民和阿薩德的血腥政權。但是,儘管大多數敘利亞移民是鎮壓的受害者,但大馬士革政府的代表也受到德國領土的歡迎。特別是,兩名敘利亞特勤局官員已宣布離開,並因此要求德國招待。但是,這兩個人已得到幾名難民的承認,他們譴責了自敘利亞起義初期以來進行的任意監禁和特別是暴力酷刑行為的鎮壓活動,敘利亞起義後來演變為內戰。遭到兩名被告同謀折磨的反對者人數似乎很高,有數千人在談論,足以證明對反人類罪的起訴。德國除了應該進行歷史審判的兩名嫌疑人的案件外,出於類似的原因也正在調查敘利亞政權的其他27名官員,而瑞典將進行25項訴訟,奧地利24以及挪威將準備打開一個。該法案的範圍似乎非常相關,尤其是如果通過將指令轉化為國家立法的方式擴展到其他歐盟國家。因此,歐洲可以在實踐中並以具體的效果在捍衛民權方面發揮領導作用,克服無數的意圖宣言,這些宣言從未遵循,而且使布魯塞爾的行動無效。這種理解的應用領域可以使歐洲在反對任意侵犯人權和不遵守人權的鬥爭中處於最前沿;但是,整個歐洲國家都需要採取令人信服的行動:敘利亞現在似乎更容易受到攻擊,因為它沒有像現在這樣的經濟議價能力來限制德國目前的行動,而將來也可能成為歐洲的潛在行動或聯盟的各個州。德國司法移徙的原則也可以適用於沙特阿拉伯,例如在也門或中國鎮壓,管理維吾爾族問題,中國穆斯林甚至什至是土耳其(土耳其)的成員“大西洋聯盟,針對庫爾德人的問題。顯然,必須在不同但又連續的計劃上進行反思:首先,實際上是國際政治的性質,因為對成員國的可能比對敘利亞國家更重要的信念可能引起外交報復;第二個部分是對任何罪犯進行更實際管理的部分,以及此類刑罰的實際合法性,當然不是從道德角度而是從法律角度而言,此外,對被判罪的監護權或其他判決的執行似乎容易形成對比。那些被判有罪的原籍國可能會對發布判決的國家的公民進行報復。這些論點也使德國的行動有了不同的看法,這是對敘利亞官員的責任,但對其他國家的公民可能會更加謹慎。事實仍然是,從德國的靈感中汲取靈感的歐洲可能是一個不容錯過的機會,它終於可以在外交舞台上發揮領導作用,同時考慮到國際環境的變化,美國是歐洲的主要盟友尋求漸進的孤立,這需要新的結構,並需要更大的行動和方向獨立於歐盟的獨立性。

2人のシリアの拷問者に対するドイツの法的措置は、ヨーロッパの例となり得る

ドイツでは、2人のシリアの拷問者に対する裁判の設立が、国境の外で行われたとしても、人道に対する罪を判断するための革命的な慣行になる可能性があります。フランスやオーストリアなどの他のヨーロッパ諸国でさえ、シリアの犯罪に対する予備調査が開始されましたが、ドイツのシステムの特性により、新規性として発表されるプロセスが許可される場合があります。ドイツでは、司法制度は、法的措置の条件として、犯罪の被害者または容疑者がドイツ国籍であることを要求していません。これらの状況が発生する条件は、戦争とアサドの流血体制から逃げるシリア難民を受け入れるドイツ人の意志によるものです。しかし、シリアの移民の大半は弾圧の犠牲者でしたが、ダマスカス政府の指数もドイツの土地で歓迎されました。特に、脱走したと宣言したシリアの2人のシークレットサービス当局者は、この理由でドイツからのおもてなしを要求しました。しかし、この2人は、シリアの反乱の初期段階から内戦に転じたarbitrary意的な投獄と特に暴力的な拷問行為からなる抑圧的活動を非難した数人の難民に認められました。 2人の被告の共犯で拷問された相手の数は非常に多いようです。人道に対する罪の告発を正当化するのに十分な数千人の話があります。ドイツは、歴史的裁判につながるはずの2人の容疑者の事例に加えて、同様の理由でシリア政権の他の27人の役人も調査しているが、スウェーデンは25の進行中の手続であり、オーストリアは24、ノルウェーは開けてこの法律の範囲は、特に国内法に移行する指令によって他のEU諸国に拡大された場合、非常に関連性が高いと思われます。したがって、ヨーロッパは、実践的かつ具体的な効果で公民権の防衛において主導的な役割を果たし、何も従わず、ブリュッセルの行動を無効にする多数の意図の宣言を克服することができました。そのような理解の適用分野は、人権に対するarbitrary意的な虐待とその非遵守において、ヨーロッパを最前線に置く可能性があります。しかし、欧州諸国全体による確信した行動の必要性があります:シリアは現在のドイツの行動と将来の潜在的な欧州の行動を条件づけるほどの経済交渉力を持たないため、現在、より脆弱になりやすいと思われる主題ですまたは連合の個々の州。ドイツの司法の動きの原則は、例えばサウジアラビア、イエメンまたは中国の弾圧、ウイグル問題の管理、中国のイスラム教徒、さらにはトルコのメンバーであるトルコにも適用される可能性があります。 「クルド人の質問のための大西洋同盟。リフレクションは、明確ではあるが連続した計画に明確に示されなければなりません。最初のものは、実際には国際政治の性質のものです。シリアのものよりも関連性の高い国のメンバーの有罪判決が外交報復を引き起こす可能性があるためです。第二は、有罪判決者のより実践的な管理と、そのような文の実際の正当性の一部であり、道徳的な観点からではなく、法的観点から確かに、さらに被告人の監護またはそうでなければ文の実行は対照的な対象であると思われる人々の出身国が有罪となり、刑を発した国の市民に対する報復を引き起こす可能性があります。これらの議論はまた、ドイツの行動を別の視点に置いており、これはシリアの役人に対する義務ですが、おそらく他の国の市民に対してより慎重だったでしょう。ヨーロッパにとって、ドイツからインスピレーションを得て、ヨーロッパの主要な同盟国である米国を見る国際情勢の変化を考慮して、最終的に外交段階で主導的な役割を果たせる機会を見逃すことはできないという事実が残っています、進歩的な隔離を求めて、新しい構造と、EUからの行動と方向のより大きな独立性が必要です。

يمكن أن يكون الإجراء القانوني الألماني ، ضد اثنين من الجلادين السوريين ، مثالاً لأوروبا

في ألمانيا ، يمكن أن تصبح إقامة محاكمة ضد اثنين من الجلادين السوريين ممارسة ثورية للحكم على الجرائم ضد الإنسانية ، حتى لو ارتكبت خارج الحدود الوطنية. حتى في دول أوروبية أخرى ، مثل فرنسا والنمسا ، تم فتح تحقيقات أولية ضد الجرائم السورية ، لكن خصوصية النظام الألماني يمكن أن تسمح بعملية يتم الإعلان عنها كحداثة. في ألمانيا ، لا يشترط النظام القضائي أن يحمل ضحية الجريمة أو المشتبه فيه الجنسية الألمانية ، كشرط لاتخاذ الإجراءات القانونية. تعود ظروف هذه الظروف إلى استعداد ألمانيا لاستضافة اللاجئين السوريين الفارين من الحرب ونظام الأسد الدموي. ولكن على الرغم من أن غالبية المهاجرين السوريين كانوا ضحايا للقمع ، إلا أن الأسلاف من حكومة دمشق كانوا موضع ترحيب على الأراضي الألمانية. على وجه الخصوص ، طلب اثنان من مسؤولي المخابرات السورية ، اللذين أعلنا أنهما هربا ، ولهذا السبب ضيافة من ألمانيا. ومع ذلك ، فقد تم الاعتراف بهما من قبل العديد من اللاجئين الذين أدانوا النشاط القمعي الذي يتألف من السجن التعسفي وخاصة أعمال العنف العنيفة ، التي تمت منذ المراحل الأولى من الانتفاضة السورية ، والتي تحولت بعد ذلك إلى حرب أهلية. يبدو أن عدد المعارضين الذين تعرضوا للتعذيب بتواطؤ المتهمين مرتفع للغاية ، وهناك حديث عن بضعة آلاف من الأشخاص ، وهو ما يكفي لتبرير لائحة الاتهام بارتكاب جرائم ضد الإنسانية. ألمانيا ، بالإضافة إلى حالة المشتبه بهما اللتين يجب أن تؤدي إلى محاكمة تاريخية ، تحقق أيضًا مع 27 مسؤولًا آخر في النظام السوري لأسباب مماثلة ، في حين أن السويد ستكون هناك 25 دعوى جارية ، في النمسا 24 وكذلك النرويج تستعد ل فتح واحد. يبدو أن نطاق هذا القانون وثيق الصلة بالموضوع ، خاصة إذا تم توسيع نطاقه ليشمل دول الاتحاد الأوروبي الأخرى عن طريق توجيه يتم تحويله إلى تشريعات وطنية. وهكذا يمكن لأوروبا أن تلعب دوراً قيادياً في الدفاع عن الحقوق المدنية بطريقة عملية وبآثار ملموسة ، متغلبًا على التصريحات العديدة للنوايا التي لم يتبعها أي شيء والتي جعلت عمل بروكسل غير فعال. يمكن لمجالات تطبيق هذا الفهم أن تضع أوروبا في المقدمة في مكافحة الانتهاكات التعسفية لحقوق الإنسان وفي عدم امتثالها ؛ ومع ذلك ، هناك حاجة لاتخاذ إجراءات مقنعة من جانب الدول الأوروبية ككل: سوريا الآن موضوع يبدو أنه أكثر عرضة بسهولة ، لأنه ليس لديها قوة مساومة اقتصادية مثل شرط العمل الألماني الحالي وفي المستقبل عمل أوروبي محتمل أو الدول الفردية للاتحاد. يمكن أيضًا تطبيق المبدأ الذي يتخذه القضاء الألماني على المملكة العربية السعودية ، أو القمع في اليمن أو الصين ، لإدارة قضية الأويغور ، أو المسلمين الصينيين ، أو حتى بالنسبة لتركيا ، وهي عضو في التحالف الأطلسي ، من أجل المسألة الكردية. من الواضح أن التأمل يجب أن يتم التعبير عنه في خطط متميزة ولكن متجاورة: الأولى هي في الواقع ، في الواقع ، السياسة الدولية ، لأن الإدانات المحتملة لأعضاء الدول ذات الصلة أكثر من السورية ، يمكن أن تؤدي إلى أعمال انتقامية دبلوماسية ؛ والثاني هو جزء من الإدارة العملية لأي من المدانين والشرعية الفعلية لمثل هذه الأحكام ، وبالتأكيد ليس من وجهة النظر الأخلاقية ولكن من الناحية القانونية ، علاوة على ذلك فإن حراسة المدانين أو غير ذلك ، يبدو أن تنفيذ الحكم موضوع عرضة للتناقضات مع بلدان منشأ الأشخاص الذين ثبتت إدانتهم ، مما قد يؤدي إلى الانتقام من مواطني البلدان التي أصدرت الأحكام. تضع هذه الحجج أيضًا الإجراء الألماني في منظور مختلف ، وهو واجب ضد المسؤولين السوريين ، ولكن من المحتمل أن يكون أكثر حذراً تجاه مواطني البلدان الأخرى. تبقى الحقيقة أنه بالنسبة لأوروبا ، مستوحاة من ألمانيا ، قد تكون فرصة لا ينبغي تفويتها حتى تتمكن في النهاية من ممارسة دور قيادي على الساحة الدبلوماسية ، وكذلك في ضوء الظروف الدولية المتغيرة ، والتي ترى الولايات المتحدة ، الحليف الأوروبي الرئيسي بحثًا عن عزلة تقدمية تتطلب هياكل جديدة واستقلالية أكبر للعمل والتوجيه من الاتحاد الأوروبي.

martedì 29 ottobre 2019

Rischio attentati dopo la morte del leader dello Stato islamico

Secondo il presidente degli Stati Uniti, con la morte del  leader dello Stato islamico, il mondo dovrebbe essere più sicuro; tuttavia dallo scenario internazionale appare preoccupazione per le possibili ritorsioni e rapprresaglie del Califfato. Nei paesi occidentali il livelo di allerta è tra i più elevati, proprio per il timore di attentati che potrebbero vendicare il capo dello Stato islamico, ucciso nel raid americano. Infatti, se una risposta militare di tipo classico appare poco probabile, a causa della sconfitta sul campo delle forze del califfato, la possibilità di attentati è valutata in maniera molto seria. La tattica dello Stato islamico, che si è sviluppata parallelamente al presidio militare del territorio occupato, è stata quella di favorire una internazionalizzazione della jihad per esportarla fuori dai confini del califfato ed, allo stesso tempo, di semplificare le modalità dell’azione terroristica e facilitando l’immedesimazione con i soldati dello Stato islamico. Si è assistito a modalità terroristiche, che al di fuori della consuetudine, hanno utilizzato armi improprie come strumenti atti ad offendere e, quindi, più facilmente reperibili rispetto ad armi tradizionali o esplosivi. Inoltre la propaganda dal califfato ha favorito l’arruolamento a posteriori, permettendo a chiunque avesse compiuto un atto terroristico nel nome della jihad ad essere riconosciuto come un soldato dello Stato islamico. Per tutti questi motivi il livello di attenzione è elevato, proprio perchè il pericolo di atti ostili provenienti da singoli, e quindi impossibili da prevenire con la normale azione di intelligence, è una possibile reazione conseguenza emotiva dell’uccisione de leader del califfato. Anche le parole niente affatto sobrie e di dubbio gusto del presidente americano potrebbero favorire il risentimento contro gli occidentali, intesi come obiettivo di vendetta. Il pericolo di azioni singole è ritenuto più elevato rispetto ad una azione proveniente direttamente dal califfato, grazie alle maggiori informazioni a disposizione sulla struttura dello Stato islamico, inteso come formazione  ufficiale e non in un senso più ampio, comprendente anche gli aderenti non ufficiali e sconosciuti; anche perchè, in questa fase, il califfato potrebbe privilegiare una azione che abbia come obiettivo immediato la sicurezza dell’organizzazione, rispetto alla ritorsione. Dal punto di vista internazionale l’azione che ha portato alla eliminazione del leader del califfato è stata coordinata con la partecipazione di forze militari anche in contrasto tra di loro, come nel caso di turchi e curdi, entrambi ringraziati pubblicamente da Trump. Oltre ai curdi siriani anche gli iraniani ed appunto i turchi dicono di avere collaborato con le forze statunitensi; in special modo il ministro degli esteri di Ankara ha sottolineato come il ruolo turco sia stato importante per la riuscita dell’operazione. Le dichiarazioni ufficiale del rappresentante del governo turco, in coincidenza con le operazioni contro i curdi, sembrano mirare ad ottenere un riconoscimento internazionale in un momento di condanna quasi unanime della platea diplomatica. Un’altra ragione può essere la ricerca di un accredito, sopratutto americano, nel confronto che la Turchia ha portato avanti con la Siria e di cui necessita il sostegno in un momento di scontro con le forze di Assad intervenute nel quadro della nuova alleanza con i curdi. Occorre anche ricordare che la zona delle operazioni contro il leader del califfato e dove è morto anche il portavoce dello Stato islamico ricade in un territorio presidiato dalle milizie islamiste siriane, che sono sostenute dalla Turchia, sopratutto in funzione anti curda. Quanto dichiarato e rimarcato  dal ministro degli esteri turco potrebbe essere ance un tentativo di non accreditare ad Ankara la protezione dei terroristi dello Stato islamico, che la Turchia ha favorito ed usato contro Assad e le milizie curde.

Risk of attacks after the death of the Islamic state leader

According to the president of the United States, with the death of the leader of the Islamic State, the world should be safer; however, the international scenario appears to be a concern for the possible reprisals and retaliations of the Caliphate. In western countries the level of alert is among the highest, precisely because of the fear of attacks that could avenge the head of the Islamic State, killed in the American raid. In fact, if a classic military response seems unlikely, due to the defeat on the field of caliphate forces, the possibility of attacks is assessed very seriously. The tactic of the Islamic State, which developed in parallel with the military garrison of the occupied territory, was to promote an internationalization of the jihad to export it outside the confines of the caliphate and, at the same time, to simplify the methods of terrorist action and facilitating the identification with the soldiers of the Islamic State. We have witnessed terrorist modalities, which outside of custom, have used improper weapons as instruments to offend and, therefore, more readily available than traditional or explosive weapons. Furthermore, the propaganda from the caliphate has encouraged the recruitment a posteriori, allowing anyone who had committed a terrorist act in the name of the jihad to be recognized as a soldier of the Islamic State. For all these reasons the level of attention is high, precisely because the danger of hostile acts coming from individuals, and therefore impossible to prevent with the normal intelligence action, is a possible consequent emotional reaction to the killing of leaders of the caliphate. Even the words in no way sober and in the slightest taste of the American president could favor resentment against Westerners, intended as a goal of revenge. The danger of individual actions is considered higher than an action coming directly from the caliphate, thanks to more information available on the structure of the Islamic State, understood as official training and not in a broader sense, including also unofficial and unknown adherents ; also because, in this phase, the caliphate could privilege an action that has as immediate objective the safety of the organization, with respect to the retaliation. From the international point of view the action that led to the elimination of the caliphate leader was coordinated with the participation of military forces also in conflict with each other, as in the case of Turks and Kurds, both publicly thanked by Trump. In addition to the Syrian Kurds also the Iranians and precisely the Turks say they have collaborated with US forces; in particular, the foreign minister of Ankara underlined that the Turkish role was important for the success of the operation. The official statements of the representative of the Turkish government, coinciding with the operations against the Kurds, seem to aim at obtaining international recognition at a time of almost unanimous condemnation of the diplomatic audience. Another reason may be the search for an accreditation, above all American, in the confrontation that Turkey has carried out with Syria and which needs support in a moment of confrontation with Assad's forces intervened in the framework of the new alliance with the Kurds. It should also be remembered that the area of ​​operations against the leader of the caliphate and where the spokesman of the Islamic State also died falls within a territory presided over by the Islamist Syrian militias, which are supported by Turkey, especially in its anti-Kurdish function. What the Turkish foreign minister declared and remarked could also be an attempt not to credit Ankara with protecting the Islamic state terrorists, which Turkey favored and used against Assad and the Kurdish militias.

Riesgo de ataques tras la muerte del líder del estado islámico.

Según el presidente de los Estados Unidos, con la muerte del líder del Estado Islámico, el mundo debería estar más seguro; Sin embargo, el escenario internacional parece ser una preocupación por las posibles represalias y represalias del Califato. En los países occidentales, el nivel de alerta se encuentra entre los más altos, precisamente por el miedo a los ataques que podrían vengar al jefe del Estado Islámico, asesinado en la redada estadounidense. De hecho, si una respuesta militar clásica parece poco probable, debido a la derrota en el campo de las fuerzas del califato, la posibilidad de ataques se evalúa muy en serio. La táctica del Estado Islámico, que se desarrolló en paralelo con la guarnición militar del territorio ocupado, era promover una internacionalización de la yihad para exportarla fuera de los límites del califato y, al mismo tiempo, simplificar los métodos de acción terrorista y facilitar La identificación con los soldados del Estado Islámico. Hemos sido testigos de modalidades terroristas, que fuera de la costumbre, han utilizado armas inapropiadas como instrumentos para ofender y, por lo tanto, están más disponibles que las armas tradicionales o explosivas. Además, la propaganda del califato ha alentado el reclutamiento a posteriori, permitiendo que cualquiera que haya cometido un acto terrorista en nombre de la yihad sea reconocido como un soldado del Estado Islámico. Por todas estas razones, el nivel de atención es alto, precisamente porque el peligro de actos hostiles provenientes de individuos y, por lo tanto, imposible de prevenir con la acción de inteligencia normal, es una posible reacción emocional consecuente al asesinato de líderes del califato. Incluso las palabras de ninguna manera sobrias y con el más mínimo gusto del presidente estadounidense podrían favorecer el resentimiento contra los occidentales, con la intención de vengarse. El peligro de las acciones individuales se considera mayor que una acción que proviene directamente del califato, gracias a la mayor información disponible sobre la estructura del Estado Islámico, entendida como entrenamiento oficial y no en un sentido más amplio, incluyendo también adherentes no oficiales y desconocidos. ; también porque, en esta fase, el califato podría privilegiar una acción que tiene como objetivo inmediato la seguridad de la organización, con respecto a las represalias. Desde el punto de vista internacional, la acción que condujo a la eliminación del líder del califato se coordinó con la participación de las fuerzas militares también en conflicto entre sí, como en el caso de los turcos y los kurdos, ambos públicamente agradecidos por Trump. Además de los kurdos sirios, también los iraníes y precisamente los turcos dicen que han colaborado con las fuerzas estadounidenses; En particular, el ministro de Asuntos Exteriores de Ankara subrayó que el papel de Turquía era importante para el éxito de la operación. Las declaraciones oficiales del representante del gobierno turco, coincidiendo con las operaciones contra los kurdos, parecen apuntar a obtener el reconocimiento internacional en un momento de condena casi unánime de la audiencia diplomática. Otra razón puede ser la búsqueda de una acreditación, sobre todo estadounidense, en la confrontación que Turquía ha llevado a cabo con Siria y que necesita apoyo en un momento de confrontación con las fuerzas de Assad intervenidas en el marco de la nueva alianza con el kurdos. También debe recordarse que el área de operaciones contra el líder del califato y donde también murió el portavoz del Estado Islámico cae dentro de un territorio presidido por las milicias sirias islamistas, que cuentan con el apoyo de Turquía, especialmente en su función anti-kurda. Lo que el ministro de Asuntos Exteriores turco declaró y comentó también podría ser un intento de no acreditar a Ankara con la protección de los terroristas del estado islámico, que Turquía favoreció y usó contra Assad y las milicias kurdas.

Angriffsgefahr nach dem Tod des islamischen Staatsoberhauptes

Laut dem Präsidenten der Vereinigten Staaten sollte die Welt nach dem Tod des Führers des Islamischen Staates sicherer sein. Das internationale Szenario scheint jedoch Bedenken hinsichtlich möglicher Repressalien und Vergeltungsmaßnahmen für das Kalifat zu bereiten. In westlichen Ländern gehört die Alarmstufe zu den höchsten, gerade aus Angst vor Angriffen, die das Oberhaupt des islamischen Staates rächen könnten, der bei der amerikanischen Razzia getötet wurde. Wenn eine klassische militärische Reaktion aufgrund der Niederlage auf dem Gebiet der Kalifenstreitkräfte unwahrscheinlich erscheint, wird die Möglichkeit von Angriffen sehr ernsthaft eingeschätzt. Die Taktik des Islamischen Staates, die sich parallel zur militärischen Besatzung des besetzten Gebiets entwickelte, bestand darin, eine Internationalisierung des Dschihad zu fördern, um ihn außerhalb der Grenzen des Kalifats zu exportieren und gleichzeitig die Methoden der terroristischen Aktion zu vereinfachen und zu erleichtern die Identifikation mit den Soldaten des Islamischen Staates. Wir haben terroristische Modalitäten erlebt, die außerhalb der Sitte unsachgemäße Waffen als Instrumente zur Beleidigung eingesetzt haben und daher leichter verfügbar sind als traditionelle oder explosive Waffen. Darüber hinaus hat die Propaganda des Kalifats die Rekrutierung im Nachhinein gefördert und ermöglicht, dass jeder, der im Namen des Dschihad eine terroristische Handlung begangen hatte, als Soldat des Islamischen Staates anerkannt wird. Aus all diesen Gründen ist das Aufmerksamkeitsniveau hoch, gerade weil die Gefahr feindlicher Handlungen von Einzelpersonen ausgeht und daher mit der normalen nachrichtendienstlichen Aktion nicht zu verhindern ist, dass die Führer des Kalifats getötet werden. Sogar die Worte, die keineswegs nüchtern und im geringsten nach dem Geschmack des amerikanischen Präsidenten sind, könnten einen Groll gegen die Westler begünstigen, der als Ziel der Rache gedacht ist. Die Gefahr von Einzelaktionen wird als höher eingeschätzt als eine Aktion, die direkt vom Kalifat ausgeht, da mehr Informationen über die Struktur des islamischen Staates verfügbar sind, die als offizielle Ausbildung und nicht im weiteren Sinne verstanden werden, einschließlich inoffizieller und unbekannter Anhänger ; auch, weil das Kalifat in dieser Phase eine Aktion privilegieren könnte, die als unmittelbares Ziel die Sicherheit der Organisation in Bezug auf die Vergeltung hat. Aus internationaler Sicht wurde die Aktion, die zur Beseitigung des Kalifatsführers führte, unter Beteiligung von Streitkräften koordiniert, die auch im Konflikt miteinander standen, wie im Fall der Türken und Kurden, denen Trump öffentlich gedankt hatte. Neben den syrischen Kurden sagen auch die Iraner und genau die Türken, dass sie mit US-Streitkräften zusammengearbeitet haben; Insbesondere unterstrich der Außenminister von Ankara, dass die türkische Rolle für den Erfolg der Operation wichtig sei. Die offiziellen Erklärungen des Vertreters der türkischen Regierung, die mit den Operationen gegen die Kurden zusammenfallen, scheinen darauf abzuzielen, internationale Anerkennung in einer Zeit zu erlangen, in der das diplomatische Publikum fast einstimmig verurteilt wird. Ein weiterer Grund könnte die Suche nach einer vor allem amerikanischen Akkreditierung für die Konfrontation sein, die die Türkei mit Syrien geführt hat und die in einem Moment der Konfrontation mit Assads Streitkräften, die im Rahmen des neuen Bündnisses mit der Türkei intervenierten, Unterstützung benötigt Kurden. Es sei auch daran erinnert, dass das Gebiet der Operationen gegen den Führer des Kalifats, in dem auch der Sprecher des Islamischen Staates starb, in ein Gebiet fällt, das von den islamistischen syrischen Milizen geleitet wird, die von der Türkei insbesondere in ihrer antikurdischen Funktion unterstützt werden. Was der türkische Außenminister erklärte und bemerkte, könnte auch ein Versuch sein, Ankara nicht den Schutz der islamischen Staatsterroristen zuzuschreiben, die die Türkei gegen Assad und die kurdischen Milizen favorisierte und einsetzte.

Risque d'attaques après la mort du chef de l'Etat islamique

Selon le président des États-Unis, avec la mort du chef de l'État islamique, le monde devrait être plus en sécurité; Cependant, le scénario international semble préoccuper les représailles et représailles possibles du califat. Dans les pays occidentaux, le niveau d'alerte est parmi les plus élevés, précisément à cause de la peur d'attaques qui pourraient venger le chef de l'État islamique, tué lors du raid américain. En fait, si une réponse militaire classique semble peu probable, en raison de la défaite sur le terrain des forces du califat, la possibilité d'attaques est évaluée très sérieusement. La tactique de l'État islamique, qui s'est développée parallèlement à la garnison militaire du territoire occupé, consistait à promouvoir l'internationalisation du djihad afin de l'exporter hors des limites du califat et, dans le même temps, de simplifier les méthodes d'action terroriste et de faciliter les opérations terroristes. l'identification avec les soldats de l'Etat islamique. Nous avons été témoins de modalités terroristes qui, en dehors de la coutume, ont utilisé des armes inappropriées pour offenser et, par conséquent, plus facilement disponibles que les armes traditionnelles ou explosives. En outre, la propagande du califat a encouragé le recrutement a posteriori, permettant à quiconque ayant commis un acte terroriste au nom du djihad d'être reconnu comme soldat de l'État islamique. Pour toutes ces raisons, le niveau d'attention est élevé, précisément parce que le danger d'actes hostiles émanant d'individus, et donc impossible à empêcher avec l'action de renseignement normale, est une réaction émotionnelle consécutive au meurtre de dirigeants du califat. Même les mots, en aucune manière sobres et dans le moindre goût du président américain, pourraient favoriser le ressentiment contre les Occidentaux, destiné à être un objectif de vengeance. Le danger des actions individuelles est considéré comme plus élevé qu'une action venant directement du califat, grâce à plus d'informations disponibles sur la structure de l'Etat islamique, entendue comme un entraînement officiel et non dans un sens plus large, incluant également des adhérents non officiels et inconnus. ; également parce que, dans cette phase, le califat pourrait privilégier une action ayant pour objectif immédiat la sécurité de l'organisation, en ce qui concerne les représailles. Sur le plan international, l’action qui a conduit à l’élimination du dirigeant du califat a été coordonnée avec la participation de forces militaires également en conflit, comme dans le cas des Turcs et des Kurdes, tous deux remerciés publiquement par Trump. Outre les Kurdes syriens, les Iraniens et précisément les Turcs affirment avoir collaboré avec les forces américaines; En particulier, le ministre des Affaires étrangères d'Ankara a souligné que le rôle de la Turquie était important pour le succès de l'opération. Les déclarations officielles du représentant du gouvernement turc, qui coïncident avec les opérations contre les Kurdes, semblent viser à obtenir une reconnaissance internationale à un moment de condamnation presque unanime du public diplomatique. Une autre raison peut être la recherche d’une accréditation, avant tout américaine, dans la confrontation que la Turquie a eue avec la Syrie et qui a besoin d’être soutenue dans une confrontation avec les forces d’Assad intervenues dans le cadre de la nouvelle alliance avec le Kurdes. Il faut aussi rappeler que la zone d'opérations contre le chef du califat et où le porte-parole de l'État islamique est décédé tombe également sur un territoire présidé par les milices islamistes syriennes, soutenues par la Turquie, notamment dans sa fonction anti-kurde. Ce que le ministre turc des Affaires étrangères a déclaré et a fait remarquer pourrait également être une tentative de ne pas créditer Ankara de la protection des terroristes de l'État islamique, ce que la Turquie a favorisé et utilisé contre Assad et les milices kurdes.

Risco de ataques após a morte do líder estatal islâmico

Segundo o presidente dos Estados Unidos, com a morte do líder do Estado Islâmico, o mundo deveria estar mais seguro; no entanto, o cenário internacional parece ser uma preocupação pelas possíveis represálias e retaliações do califado. Nos países ocidentais, o nível de alerta está entre os mais altos, precisamente por causa do medo de ataques que possam vingar o chefe do Estado Islâmico, morto no ataque americano. De fato, se uma resposta militar clássica parece improvável, devido à derrota no campo de forças do califado, a possibilidade de ataques é avaliada com muita seriedade. A tática do Estado Islâmico, que se desenvolveu paralelamente à guarnição militar do território ocupado, era promover uma internacionalização da jihad para exportá-la para fora dos limites do califado e, ao mesmo tempo, simplificar os métodos de ação terrorista e facilitar a identificação com os soldados do Estado Islâmico. Testemunhamos modalidades terroristas que, fora do costume, usavam armas impróprias como instrumentos para ofender e, portanto, mais prontamente disponíveis do que armas tradicionais ou explosivas. Além disso, a propaganda do califado incentivou o recrutamento a posteriori, permitindo que qualquer pessoa que tivesse cometido um ato terrorista em nome da jihad fosse reconhecida como um soldado do Estado Islâmico. Por todas essas razões, o nível de atenção é alto, justamente porque o perigo de atos hostis vindos de indivíduos e, portanto, impossível de impedir com a ação normal da inteligência, é uma possível reação emocional conseqüente à morte de líderes do califado. Mesmo as palavras de forma alguma sóbrias e com o menor gosto do presidente americano poderiam favorecer ressentimentos contra os ocidentais, destinados como um objetivo de vingança. O perigo de ações individuais é considerado maior do que uma ação vinda diretamente do califado, graças a mais informações disponíveis sobre a estrutura do Estado Islâmico, entendidas como treinamento oficial e não em um sentido mais amplo, incluindo também adeptos não oficiais e desconhecidos ; também porque, nessa fase, o califado poderia privilegiar uma ação que tenha como objetivo imediato a segurança da organização, com relação à retaliação. Do ponto de vista internacional, a ação que levou à eliminação do líder do califado foi coordenada com a participação de forças militares também em conflito entre si, como no caso de turcos e curdos, ambos agradecidos publicamente por Trump. Além dos curdos sírios, também os iranianos e precisamente os turcos dizem que colaboraram com as forças americanas; em particular, o ministro das Relações Exteriores de Ancara sublinhou que o papel da Turquia era importante para o sucesso da operação. As declarações oficiais do representante do governo turco, coincidindo com as operações contra os curdos, parecem ter como objetivo obter reconhecimento internacional em um momento de condenação quase unânime da audiência diplomática. Outro motivo pode ser a busca de um credenciamento, sobretudo americano, no confronto que a Turquia realizou com a Síria e que precisa de apoio em um momento de confronto com as forças de Assad que intervieram no quadro da nova aliança com a Síria. curdos. Também deve ser lembrado que a área de operações contra o líder do califado e onde o porta-voz do Estado Islâmico também morreu se enquadra em um território presidido pelas milícias islâmicas da Síria, apoiadas pela Turquia, especialmente em sua função anti-curda. O que o ministro das Relações Exteriores turco declarou e observou também poderia ser uma tentativa de não creditar Ancara à proteção dos terroristas do Estado islâmico, que a Turquia favoreceu e usou contra Assad e as milícias curdas.

Риск нападений после смерти лидера исламского государства

По мнению президента США, со смертью лидера Исламского государства мир должен стать более безопасным; однако международный сценарий, как представляется, вызывает обеспокоенность по поводу возможных репрессий и мести Халифата. В западных странах уровень боевой готовности является одним из самых высоких именно из-за боязни нападений, которые могут отомстить главе исламского государства, убитому в ходе американского рейда. На самом деле, если классический военный ответ кажется маловероятным из-за поражения на поле сил халифата, возможность атак оценивается очень серьезно. Тактика Исламского государства, которая развивалась параллельно с военным гарнизоном на оккупированной территории, заключалась в том, чтобы содействовать интернационализации джихада с целью вывоза его за пределы Халифата и в то же время упростить методы террористических действий и содействовать идентификация с солдатами исламского государства. Мы были свидетелями террористических формальностей, которые вне обычая использовали неподходящее оружие в качестве инструментов для оскорбления и, следовательно, более доступны, чем традиционное или взрывное оружие. Кроме того, пропаганда со стороны халифата поощряла вербовку апостериорно, позволяя любому, кто совершил террористический акт во имя джихада, быть признанным солдатом Исламского государства. По всем этим причинам уровень внимания высок, именно потому, что опасность враждебных действий, исходящих от отдельных лиц, и, следовательно, их невозможно предотвратить с помощью обычных интеллектуальных действий, является возможной последующей эмоциональной реакцией на убийство лидеров халифата. Даже слова, ни в коем случае не трезвые и ни в малейшем вкусе американского президента, могут способствовать негодованию против жителей Запада, которые преследуют цель мести. Опасность отдельных действий считается более высокой, чем действия, исходящие непосредственно от халифата, благодаря большему количеству информации о структуре Исламского государства, понимаемой как официальная подготовка, а не в более широком смысле, включая также неофициальных и неизвестных сторонников. ; также потому, что на этом этапе халифат мог бы отдать предпочтение действиям, имеющим в качестве непосредственной цели безопасность организации, в отношении мести. С международной точки зрения действия, которые привели к устранению лидера халифата, координировались с участием военных сил, также находящихся в конфликте друг с другом, как в случае с турками и курдами, оба публично поблагодарили Трампа. В дополнение к сирийским курдам иранцы и именно турки говорят, что они сотрудничали с силами США; в частности, министр иностранных дел Анкары подчеркнул, что роль Турции важна для успеха операции. Официальные заявления представителя турецкого правительства, совпадающие с операциями против курдов, по-видимому, направлены на получение международного признания во время практически единодушного осуждения дипломатической аудитории. Другой причиной может быть поиск аккредитации, прежде всего американской, в противостоянии, которое Турция провела с Сирией и которое нуждается в поддержке в момент конфронтации с силами Асада, вмешивающимися в рамках нового альянса с курды. Следует также помнить, что район операций против лидера халифата, где также погиб представитель Исламского государства, находится на территории, контролируемой исламистскими сирийскими ополченцами, которые поддерживаются Турцией, особенно в ее антикурдской функции. То, что министр иностранных дел Турции объявил и отметил, также может быть попыткой не приписывать Анкаре защиту исламских государственных террористов, которых Турция поддержала и использовала против Асада и курдских ополченцев.

伊斯兰国家领导人去世后遭受袭击的风险

根據美國總統的說法,隨著伊斯蘭國領導人的去世,世界應該更加安全。但是,國際形勢似乎是對哈里發的可能報復和報復的關注。在西方國家,警戒級別是最高的,這是因為擔心有人會襲擊在美國突襲中喪生的伊斯蘭國首腦。實際上,如果由於哈里發部隊的失敗而無法採取經典的軍事對策,那麼就很可能會評估襲擊的可能性。伊斯蘭國的策略是與被佔領土的軍事駐軍並行發展的,其目的是促進聖戰的國際化,以將其輸出到哈里發之外,同時簡化恐怖主義行動的方法並為之提供便利。與伊斯蘭國士兵的身份證明。我們目睹了恐怖形式,這種形式慣常地以不正當武器作為進攻手段,因此比傳統或爆炸性武器更容易獲得。此外,哈里發哈薩克斯坦人的宣傳鼓勵招募後驗者,使任何以聖戰為名實施恐怖行為的人都被確認為伊斯蘭國的士兵。由於所有這些原因,關注度很高,這恰恰是因為敵對行為的危險來自個人,因此無法通過正常的智力行動來預防,因此可能是對哈里發族領導人被殺的情感反應。甚至連美國總統絲毫不清醒,絲毫沒有品味的言論也可能會引起對西方人的不滿,這是報仇的目的。由於有更多關於伊斯蘭國結構的信息被理解為官方培訓,而不是廣義上的理解,包括非官方和不知名的信徒,個人行動的危險被認為高於直接來自哈里發的行動。 ;還因為在這一階段,哈里發可以對一項以報復為目的,以組織安全為直接目標的行動給予特權。從國際角度來看,導致消除哈里發領袖的行動與也相互衝突的軍事力量的參與相協調,例如特克斯和庫爾德人,特朗普都公開表示感謝。除了敘利亞庫爾德人之外,伊朗人,也就是土耳其人說,他們與美軍進行了合作。特別是安卡拉外交部長強調,土耳其的作用對行動的成功至關重要。土耳其政府代表的正式聲明與針對庫爾德人的行動相吻合,似乎旨在在幾乎引起外交聽眾一致譴責之時獲得國際承認。另一個原因可能是,在土耳其與敘利亞的對抗中,尤其是在美國方面,尋求認可,而在與阿薩德的部隊對抗時,需要支持,這是在與阿薩德的新聯盟框架內進行干預的時候庫爾德人。還應記住,針對哈里發的領導人的行動範圍以及伊斯蘭國發言人也喪生的地區都在伊斯蘭敘利亞民兵主持的領土內,該領土得到土耳其的支持,特別是在其反庫爾德職能方面。土耳其外交大臣宣布並發表的言論還可能是一種嘗試,即不讚揚安卡拉保護伊斯蘭國家恐怖分子,土耳其對此表示支持並使用它來打擊阿薩德和庫爾德民兵。

イスラム国家指導者の死後の攻撃のリスク

米国の大統領によると、イスラム国家の指導者の死により、世界はより安全になります。しかし、国際的なシナリオは、カリフ制の報復と報復の可能性に対する懸念のようです。西側諸国では、まさにアメリカの襲撃で殺されたイスラム国家の長を復させる攻撃の恐れのために、警戒のレベルは最高です。実際、カリフ軍の分野での敗北により、古典的な軍事的対応がありそうにない場合、攻撃の可能性は非常に深刻に評価されます。占領地の軍事駐rison地と並行して発展したイスラム国家の戦術は、ジハードの国際化を促進し、カリフ制の枠外でそれを輸出すると同時に、テロ行為の方法を簡素化し、促進することでしたイスラム国家の兵士との同一性。私たちは、習慣の外で、不適切な武器を攻撃するための道具として使用しているため、従来のまたは爆発的な武器よりも容易に入手できるテロリストの様式を目撃しました。さらに、カリフ制からのプロパガンダは、ジハードの名のもとでテロ行為を犯したすべての人がイスラム国家の兵士として認識されることを可能にする、後援の募集を奨励しています。これらすべての理由により、個人からの敵対的な行為の危険性があり、したがって通常の知能行動では防止できないため、カリフ制の指導者の殺害に対する感情的な反応が考えられるため、注意のレベルは高くなっています。決して冷静で、アメリカ大統領のわずかな味の言葉でさえ、復Westernの目標として意図された西洋人に対するresを好む可能性があります。個々の行動の危険性は、カリフ制から直接もたらされる行動よりも高いと考えられています。これは、イスラム国家の構造に関する詳細情報があり、非公式および未知の支持者も含めて、広義ではなく公式訓練として理解されている;また、この段階で、カリフ制は、報復に関して組織の安全性を即座の目的とする行動に特権を与える可能性があるためです。国際的な観点から、カリフ制指導者の排除につながった行動は、トランプによって公に感謝されたトルコ人とクルド人の場合のように、互いに対立する軍隊の参加と調整されました。シリアのクルド人に加えて、イラン人と正確にトルコ人は、彼らが米軍と協力したと言います。特に、アンカラ外相は、トルコの役割が作戦の成功にとって重要であると強調した。クルド人に対する作戦と一致するトルコ政府の代表者の公式声明は、外交聴衆のほぼ満場一致の非難の時に国際的な認知を得ることを目指しているようです。もう一つの理由は、トルコがシリアと行った対立における、とりわけアメリカとの認定の探求であり、アサド軍との新たな同盟の枠組みに介入した瞬間に支援を必要とするクルド人。また、カリフ制の指導者とイスラム国家のスポークスマンが死んだ場所に対する作戦の領域は、特に反クルディッシュ機能においてトルコによって支持されているイスラム主義シリア民兵が主preする領土内にあることを覚えておくべきです。トルコの外務大臣が宣言し、発言したことは、トルコがアサドとクルドの民兵に対して好んで使用したイスラム国家テロリストを保護するとアンカラを信用しない試みでもある可能性があります。

خطر الهجمات بعد وفاة زعيم الدولة الإسلامية

وفقًا لرئيس الولايات المتحدة ، ومع وفاة زعيم الدولة الإسلامية ، يجب أن يكون العالم أكثر أمانًا ؛ ومع ذلك ، يبدو أن السيناريو الدولي يمثل مصدر قلق لعمليات الانتقام والانتقام المحتملة للخلافة. في الدول الغربية يكون مستوى التأهب من أعلى المستويات ، على وجه التحديد بسبب الخوف من الهجمات التي قد تنتقم من رئيس الدولة الإسلامية ، الذي قُتل في الغارة الأمريكية. في الواقع ، إذا كان رد الفعل العسكري الكلاسيكي يبدو غير مرجح ، بسبب الهزيمة في مجال قوات الخلافة ، يتم تقييم إمكانية الهجمات على محمل الجد. كان تكتيك الدولة الإسلامية ، الذي تطور بالتوازي مع الحامية العسكرية للأرض المحتلة ، هو تشجيع تدويل الجهاد لتصديره خارج حدود الخلافة ، وفي الوقت نفسه ، لتبسيط أساليب العمل الإرهابي وتسهيل الهوية مع جنود الدولة الإسلامية. لقد شهدنا الطرائق الإرهابية ، التي تستخدم خارج العادة ، الأسلحة غير المناسبة كأدوات للإساءة ، وبالتالي ، فهي أكثر سهولة من الأسلحة التقليدية أو المتفجرة. علاوة على ذلك ، شجعت الدعاية من الخلافة على تجنيد خلفي ، والسماح لأي شخص ارتكب عملا إرهابيا باسم الجهاد بالاعتراف كجندي في الدولة الإسلامية. لكل هذه الأسباب ، يكون مستوى الاهتمام مرتفعًا ، على وجه التحديد لأن خطر الأعمال العدائية القادمة من الأفراد ، وبالتالي من المستحيل منعها من خلال الفعل الاستخباري العادي ، هو رد فعل عاطفي محتمل نتيجة لقتل قادة الخلافة. حتى الكلمات التي لا تكون رصينة بأي حال من الأحوال وبأدنى ذوق للرئيس الأمريكي قد تفضل الاستياء ضد الغربيين ، والمقصود كهدف للانتقام. يعتبر خطر الأفعال الفردية أعلى من الأفعال التي تأتي مباشرة من الخلافة ، وذلك بفضل مزيد من المعلومات المتوفرة عن هيكل الدولة الإسلامية ، ويُفهم على أنه تدريب رسمي وليس بمعنى أوسع ، بما في ذلك أيضًا أتباع غير رسميين وغير معروفين. . أيضًا لأنه في هذه المرحلة ، يمكن للخلافة أن تميز إجراءً له هدف فوري يتمثل في سلامة المنظمة ، فيما يتعلق بالانتقام. من وجهة النظر الدولية ، تم تنسيق العمل الذي أدى إلى القضاء على زعيم الخلافة بمشاركة القوات العسكرية أيضًا في نزاع مع بعضها البعض ، كما في حالة الأتراك والأكراد ، وكلاهما شكرهما ترامب علنًا. بالإضافة إلى الأكراد السوريين ، يقول الإيرانيون وبالتحديد الأتراك إنهم تعاونوا مع القوات الأمريكية. على وجه الخصوص ، أكد وزير خارجية أنقرة على أن الدور التركي مهم لنجاح العملية. يبدو أن البيانات الرسمية لممثل الحكومة التركية ، التي تتزامن مع العمليات ضد الأكراد ، تهدف إلى الحصول على اعتراف دولي في وقت يشجب فيه الجمهور الدبلوماسي بالإجماع تقريبًا. سبب آخر قد يكون البحث عن اعتماد ، قبل كل شيء أمريكي ، في المواجهة التي أجرتها تركيا مع سوريا والتي تحتاج إلى الدعم في لحظة المواجهة مع قوات الأسد التي تدخل في إطار التحالف الجديد مع الأكراد. يجب أن نتذكر أيضًا أن منطقة العمليات ضد زعيم الخلافة والتي توفي فيها الناطق الرسمي باسم الدولة الإسلامية تقع أيضًا داخل الأراضي التي ترأسها الميليشيات السورية الإسلامية ، والتي تدعمها تركيا ، وخاصة في وظيفتها المعادية للأكراد. إن ما أعلنه وزير الخارجية التركي وأعلنه يمكن أن يكون محاولة لعدم الفضل لأنقرة في حماية إرهاب الدولة الإسلامية ، وهو ما فضلته تركيا واستخدمه ضد الأسد والميليشيات الكردية.

giovedì 17 ottobre 2019

L'evoluzione della crisi siriana

L’evoluzione della crisi dei territori curdi in Siria, causata dalla Turchia, mette in rilievo, come è stato previsto, la crescita del ruolo della Russia nell’area. La nuova alleanza tra curdi e siriani ha portato le truppe di Assad sul terreno, pericolosamente vicino ai soldati turchi; formalmente le forze armate di Damasco stanno operando sul proprio territorio, mentre l’esercito di Ankara ha invaso un territorio straniero, senza, tuttavia, dichiarare guerra. Il presidente turco ha presentato l’operazione come una battaglia contro il terrorismo e con la necessità di ricollocare i profughi siriani, presenti in gran numero in Turchia e male sopportati dai cittadini turchi. Il crescente nazionalismo nel paese turco e, proprio la volontà di riportare i profughi siriani in patria, ha determinato il gradimento della popolazione e delle forze politche della Turchia, che appoggiano il presidente turco con una percentuale del 75% dei cittadini. Questo successo favorisce una ancora maggiore intransigenza del governo di Ankara a perseguire i suoi obiettivi, incurante delle sanzioni americane e degli ammonimenti europei. In questo scenario pericoloso Mosca gioca un ruolo determinante per evitare la possibilità dell’allargamento del conflitto su scala regionale. Le truppe russe hanno occupato le basi lasciate libere dai soldati americani e, di fatto, sono tra i militare turchi e quelli siriani; non bisogna dimenticare però che la presenza russa non è neutrale, ma va inquadrata nell’alleanza con Damasco, alleanza che ha permesso la permanenza al potere di Assad. Il dittatore siriano, tuttavia, non sembra più un soggetto autonomo, come prima delle rivolte siriane, ma un capo di stato ormai troppo dipendente da Mosca. Putin, oltre al prestigio internazionale, continua così a perseguire la sua strategia per la presenza sul Mediterraneo e nel medioriente, con la possibilità sempre crescente di aumentare il suo peso specifico nell’arena internazionale. I curdi, pur di evitare una strage, hanno accettato di allearsi con la Siria, sapendo che Damasco non è un alleato affidabile, che quasi certamente ridurrà l’autonomia della regione curdo siriana. D’altra parte i morti tra i civili sono già numerosi ed il numero delle persone costrette a lasciare i propri luoghi di residenza viene stimato in circa 190.000 persone di cui si crede che 70.000 siano minorenni.  La Turchia, quindi, sta provocando in queste zone  un nuovo disastro umanitario, che segue quelli provocati dallo Stato islamico e di cui Ankara è stata probabilmente complice. Di fronte a questi soprusi la comunità internazionale appare divisa ed incerta sulle risposte da dare ed ancora una volta l’inettitudine di Trump risalta nel teatro internazionale. Anche l’Europa offre una immagine penosa, immobile nella sua divsione ed incertezza, mentre le Nazioni Unite presentano le solite iniziative senza risultati, evidenziando per l’ennesima volta la loro inadeguatezza ed inutilità. Per contrastare Ankara bastava lasciare i soldati americani al proprio posto in Siria, ma anche senza questa presenza sarebbe sufficente sottoporre la Turchia ad un regime di sanzioni come quello applicato alla Corea del Nord o all’Iran; se non vengono adottate queste soluzioni è soltanto perchè siamo di fronte ai soliti interessi particolari contrastanti degli attori politici coinvolti nella regione ed anche su scala globale. Oltre queste considerazioni esiste il pericolo concreto della fuga dei terroristi del califfato, fino ad ora custoditi nelle prigioni curde: tra loro vi sono anche numerosi combattenti stranieri pronti a rientrare nei loro paesi d’origine, tra cui molti europei, con un bagaglio di conoscenze militari apprese sul campo e facilmente impiegabili in potenziali attentati. Questo deve essere inquadrato in un discorso più ampio che comprende la rinascita dello Stato islamico, impossibilitato, per ora ad azioni militari su grande scala e, proprio per questo obbligato a dimostrare la sua forza con azioni fuori dai territori mediorientali. Le responsabilità turche sono evidenti e, se la comunità internazionale non saprà andare oltre le dichiarazioni di facciata, altri dittatori saranno pronti a difendere i loro interessi senza alcun timore: questa crisi può essere l’occasione per ristabilire il diritto attraverso la pressione diplomatica, ma soltanto se almeno la gran parte delle nazioni riusciranno a superare loro differenze: requisito difficile da concretizzarsi.

The evolution of the Syrian crisis

The evolution of the crisis of the Kurdish territories in Syria, caused by Turkey, highlights, as has been expected, the growth of Russia's role in the area. The new alliance between Kurds and Syrians brought Assad's troops to the ground, dangerously close to the Turkish soldiers; formally the armed forces of Damascus are operating on their territory, while the army of Ankara has invaded a foreign territory, without, however, declaring war. The Turkish president presented the operation as a battle against terrorism and the need to relocate Syrian refugees, present in large numbers in Turkey and badly endured by Turkish citizens. The growing nationalism in the Turkish country and, precisely the will to bring back the Syrian refugees to their homeland, has determined the approval of the population and the political forces of Turkey, which support the Turkish president with a percentage of 75% of the citizens. This success favors an even greater intransigence of the Ankara government to pursue its goals, regardless of American sanctions and European warnings. In this dangerous scenario, Moscow plays a decisive role in avoiding the possibility of the widening of the conflict on a regional scale. The Russian troops have occupied the bases left free by American soldiers and, in fact, are among the Turkish and Syrian soldiers; it must not be forgotten, however, that the Russian presence is not neutral, but must be seen in the alliance with Damascus, an alliance that allowed Assad to remain in power. The Syrian dictator, however, no longer seems an autonomous subject, like before the Syrian uprisings, but a head of state now too dependent on Moscow. Putin, in addition to international prestige, continues to pursue his strategy for presence on the Mediterranean and in the Middle East, with the ever increasing possibility of increasing his specific weight in the international arena. The Kurds, in order to avoid a massacre, have agreed to ally with Syria, knowing that Damascus is not a reliable ally, which will almost certainly reduce the autonomy of the Syrian Kurdish region. On the other hand, deaths among civilians are already numerous and the number of people forced to leave their places of residence is estimated at around 190,000 people, of whom 70,000 are believed to be minors. Turkey, therefore, is causing a new humanitarian disaster in these areas, which follows those caused by the Islamic state and of which Ankara was probably complicit. Faced with these abuses, the international community appears divided and uncertain about the answers to be given and once again Trump's ineptitude stands out in international theater. Even Europe offers a painful image, immobile in its deviation and uncertainty, while the United Nations presents the usual initiatives with no results, once again highlighting their inadequacy and uselessness. To counter Ankara it was enough to leave the American soldiers in their place in Syria, but even without this presence it would be sufficient to subject Turkey to a regime of sanctions such as that applied to North Korea or Iran; if these solutions are not adopted it is only because we are dealing with the usual conflicting interests of the political actors involved in the region and also on a global scale. Beyond these considerations there is the real danger of the escape of the terrorists of the caliphate, until now kept in Kurdish prisons: among them there are also numerous foreign fighters ready to return to their countries of origin, including many Europeans, with a wealth of knowledge military learned in the field and easily usable in potential attacks. This must be framed in a broader discourse that includes the rebirth of the Islamic State, which has been prevented for now by large-scale military actions and, for this very reason, forced to demonstrate its strength with actions outside the Middle Eastern territories. The Turkish responsibilities are evident and, if the international community will not be able to go beyond the facade declarations, other dictators will be ready to defend their interests without any fear: this crisis can be an opportunity to restore the right through diplomatic pressure, but only if at least most of the nations will be able to overcome their differences: a difficult requirement to materialize.

La evolución de la crisis siria.

La evolución de la crisis de los territorios kurdos en Siria, causada por Turquía, destaca, como se esperaba, el crecimiento del papel de Rusia en el área. La nueva alianza entre kurdos y sirios llevó a las tropas de Assad al suelo, peligrosamente cerca de los soldados turcos; formalmente las fuerzas armadas de Damasco están operando en su territorio, mientras que el ejército de Ankara ha invadido un territorio extranjero, sin embargo, sin declarar la guerra. El presidente turco presentó la operación como una batalla contra el terrorismo y la necesidad de reubicar a los refugiados sirios, presentes en grandes cantidades en Turquía y maltratados por los ciudadanos turcos. El creciente nacionalismo en el país turco y, precisamente, la voluntad de devolver a los refugiados sirios a su tierra natal, ha determinado la aprobación de la población y las fuerzas políticas de Turquía, que apoyan al presidente turco con un porcentaje del 75% de los ciudadanos. Este éxito favorece una intransigencia aún mayor del gobierno de Ankara para perseguir sus objetivos, independientemente de las sanciones estadounidenses y las advertencias europeas. En este escenario peligroso, Moscú juega un papel decisivo para evitar la posibilidad de la ampliación del conflicto a escala regional. Las tropas rusas han ocupado las bases dejadas libres por los soldados estadounidenses y, de hecho, se encuentran entre los soldados turcos y sirios; Sin embargo, no debe olvidarse que la presencia rusa no es neutral, sino que debe verse en la alianza con Damasco, una alianza que permitió a Assad permanecer en el poder. Sin embargo, el dictador sirio ya no parece un sujeto autónomo, como antes de los levantamientos sirios, sino un jefe de estado ahora demasiado dependiente de Moscú. Putin, además del prestigio internacional, continúa con su estrategia de presencia en el Mediterráneo y Oriente Medio, con la posibilidad cada vez mayor de aumentar su peso específico en el ámbito internacional. Los kurdos, para evitar una masacre, acordaron aliarse con Siria, sabiendo que Damasco no es un aliado confiable, lo que seguramente reducirá la autonomía de la región kurda siria. Por otro lado, las muertes entre civiles ya son numerosas y el número de personas obligadas a abandonar sus lugares de residencia se estima en alrededor de 190,000 personas, de las cuales 70,000 son menores de edad. Por lo tanto, Turquía está causando un nuevo desastre humanitario en estas áreas, que sigue a los causados ​​por el estado islámico y de los cuales Ankara probablemente fue cómplice. Ante estos abusos, la comunidad internacional parece dividida e insegura sobre las respuestas que se darán y, una vez más, la ineptitud de Trump se destaca en el teatro internacional. Incluso Europa ofrece una imagen dolorosa, inmóvil en su desviación e incertidumbre, mientras que Naciones Unidas presenta las iniciativas habituales sin resultados, destacando una vez más su insuficiencia e inutilidad. Para contrarrestar a Ankara fue suficiente dejar a los soldados estadounidenses en su lugar en Siria, pero incluso sin esta presencia sería suficiente para someter a Turquía a un régimen de sanciones como el que se aplica a Corea del Norte o Irán; Si no se adoptan estas soluciones es solo porque estamos tratando con los intereses en conflicto habituales de los actores políticos involucrados en la región y también a escala global. Más allá de estas consideraciones existe el peligro real de la fuga de los terroristas del califato, hasta ahora mantenidos en las cárceles kurdas: entre ellos también hay numerosos combatientes extranjeros listos para regresar a sus países de origen, incluidos muchos europeos, con una gran cantidad de conocimiento. Aprendizaje militar en el campo y fácilmente utilizable en posibles ataques. Esto debe enmarcarse en un discurso más amplio que incluye el renacimiento del Estado Islámico, que ha sido impedido por ahora por acciones militares a gran escala y, por esta misma razón, obligado a demostrar su fuerza con acciones fuera de los territorios del Medio Oriente. Las responsabilidades turcas son evidentes y, si la comunidad internacional no puede ir más allá de las declaraciones de fachada, otros dictadores estarán listos para defender sus intereses sin ningún temor: esta crisis puede ser una oportunidad para restaurar el derecho a través de la presión diplomática, pero solo si al menos la mayoría de las naciones podrán superar sus diferencias: un requisito difícil de materializar.

Die Entwicklung der Syrienkrise

Die von der Türkei verursachte Entwicklung der Krise der kurdischen Gebiete in Syrien unterstreicht erwartungsgemäß die zunehmende Rolle Russlands in der Region. Das neue Bündnis zwischen Kurden und Syrern brachte Assads Truppen zu Boden, gefährlich nahe an den türkischen Soldaten. formell operieren die Streitkräfte von Damaskus auf ihrem Territorium, während die Armee von Ankara in ein fremdes Territorium eingedrungen ist, ohne jedoch den Krieg zu erklären. Der türkische Präsident stellte die Operation als Kampf gegen den Terrorismus und die Notwendigkeit der Umsiedlung syrischer Flüchtlinge dar, die in der Türkei in großer Zahl leben und von türkischen Bürgern schwer ertragen werden. Der wachsende Nationalismus im türkischen Land und genau der Wille, die syrischen Flüchtlinge in ihre Heimat zurückzuholen, haben die Zustimmung der Bevölkerung und der politischen Kräfte der Türkei bestimmt, die den türkischen Präsidenten mit einem Prozentsatz von 75% der Bürger unterstützen. Dieser Erfolg begünstigt eine noch größere Unnachgiebigkeit der Regierung von Ankara, ihre Ziele ungeachtet amerikanischer Sanktionen und europäischer Warnungen zu verfolgen. In diesem gefährlichen Szenario spielt Moskau eine entscheidende Rolle, um die Möglichkeit einer Ausweitung des Konflikts auf regionaler Ebene zu vermeiden. Die russischen Truppen haben die von amerikanischen Soldaten freigelassenen Stützpunkte besetzt und gehören in der Tat zu den türkischen und syrischen Soldaten. Es darf jedoch nicht vergessen werden, dass die russische Präsenz nicht neutral ist, sondern muss im Bündnis mit Damaskus gesehen werden, einem Bündnis, das es Assad ermöglichte, an der Macht zu bleiben. Der syrische Diktator erscheint jedoch nicht mehr wie vor den syrischen Aufständen als eigenständiges Subjekt, sondern als zu stark von Moskau abhängiges Staatsoberhaupt. Neben dem internationalen Prestige verfolgt Putin auch weiterhin seine Strategie der Präsenz im Mittelmeerraum und im Nahen Osten, wobei die Möglichkeit, sein spezifisches Gewicht im internationalen Bereich zu erhöhen, immer weiter zunimmt. Um ein Massaker zu vermeiden, haben sich die Kurden mit Syrien verbündet, da sie wissen, dass Damaskus kein verlässlicher Verbündeter ist, was mit ziemlicher Sicherheit die Autonomie der syrisch-kurdischen Region einschränken wird. Auf der anderen Seite sind bereits zahlreiche Zivilisten getötet worden, und die Zahl der Menschen, die gezwungen wurden, ihren Wohnort zu verlassen, wird auf rund 190.000 geschätzt, von denen 70.000 als Minderjährige gelten. Die Türkei verursacht daher in diesen Gebieten eine neue humanitäre Katastrophe, die der vom islamischen Staat verursachten Katastrophe folgt, an der Ankara wahrscheinlich beteiligt war. Angesichts dieser Missbräuche scheint die internationale Gemeinschaft gespalten und unsicher zu sein, welche Antworten zu geben sind, und erneut sticht Trumps Unfähigkeit im internationalen Theater heraus. Sogar Europa bietet ein schmerzhaftes Bild, unbeweglich in seiner Abweichung und Unsicherheit, während die Vereinten Nationen die üblichen Initiativen ohne Ergebnis präsentieren und erneut auf ihre Unzulänglichkeit und Nutzlosigkeit hinweisen. Um Ankara entgegenzuwirken, reichte es aus, die amerikanischen Soldaten an ihrem Platz in Syrien zu lassen, aber auch ohne diese Anwesenheit würde es ausreichen, die Türkei einem Sanktionsregime wie dem gegen Nordkorea oder den Iran zu unterwerfen. Wenn diese Lösungen nicht angenommen werden, dann nur, weil wir uns mit den üblichen Interessenskonflikten der in der Region und auch global beteiligten politischen Akteure auseinandersetzen. Abgesehen von diesen Überlegungen besteht die reale Gefahr der Flucht der Terroristen des Kalifats, die bisher in kurdischen Gefängnissen festgehalten wurden: Unter ihnen befinden sich auch zahlreiche ausländische Kämpfer, die bereit sind, in ihre Herkunftsländer zurückzukehren, darunter viele Europäer mit einer Fülle von Kenntnissen Militär gelernt auf dem Gebiet und leicht verwendbar bei möglichen Angriffen. Dies muss in einen breiteren Diskurs eingebettet werden, der die Wiedergeburt des islamischen Staates einschließt, der vorerst durch groß angelegte militärische Aktionen verhindert und aus diesem Grund gezwungen wurde, seine Stärke mit Aktionen außerhalb des Nahen Ostens unter Beweis zu stellen. Die türkische Verantwortung ist offensichtlich, und wenn die internationale Gemeinschaft nicht in der Lage ist, über die Fassadenerklärungen hinauszugehen, werden andere Diktatoren bereit sein, ihre Interessen ohne Angst zu verteidigen: Diese Krise kann eine Gelegenheit sein, das Recht durch diplomatischen Druck wiederherzustellen, aber Nur wenn zumindest die meisten Nationen in der Lage sind, ihre Differenzen zu überwinden. Eine schwierige Anforderung, die umgesetzt werden muss.

L'évolution de la crise syrienne

L'évolution de la crise des territoires kurdes en Syrie, causée par la Turquie, met en évidence, comme on s'y attendait, le développement du rôle de la Russie dans la région. La nouvelle alliance entre Kurdes et Syriens a amené les troupes d'Assad sur le sol, dangereusement proches des soldats turcs; les forces armées de Damas opèrent officiellement sur leur territoire, tandis que l'armée d'Ankara a envahi un territoire étranger, sans toutefois déclarer la guerre. Le président turc a présenté l'opération comme une bataille contre le terrorisme et la nécessité de reloger des réfugiés syriens, présents en grand nombre en Turquie et mal supportés par les citoyens turcs. Le nationalisme croissant dans le pays turc et, précisément, la volonté de ramener les réfugiés syriens dans leur pays d'origine ont déterminé l'approbation de la population et des forces politiques de la Turquie, qui soutiennent le président turc avec un pourcentage de 75% des citoyens. Ce succès favorise une intransigeance encore plus grande du gouvernement d'Ankara dans la poursuite de ses objectifs, indépendamment des sanctions américaines et des avertissements européens. Dans ce scénario dangereux, Moscou joue un rôle décisif en évitant l'éventualité d'un élargissement du conflit à l'échelle régionale. Les troupes russes ont occupé les bases laissées libres par les soldats américains et, en fait, font partie des soldats turcs et syriens; Cependant, il ne faut pas oublier que la présence russe n'est pas neutre, mais doit être vue dans l'alliance avec Damas, alliance qui a permis à Assad de rester au pouvoir. Le dictateur syrien ne semble toutefois plus être un sujet autonome, comme avant les soulèvements syriens, mais un chef d'État désormais trop dépendant de Moscou. Outre son prestige international, Poutine poursuit sa stratégie de présence sur la Méditerranée et au Moyen-Orient, avec la possibilité toujours croissante d'accroître son poids spécifique sur la scène internationale. Pour éviter un massacre, les Kurdes ont accepté de s'allier à la Syrie, sachant que Damas n'est pas un allié fiable, ce qui réduira presque certainement l'autonomie de la région kurde syrienne. En revanche, les décès parmi les civils sont déjà nombreux et le nombre de personnes obligées de quitter leur lieu de résidence est estimé à environ 190 000 personnes, dont 70 000 seraient des mineurs. La Turquie est donc en train de provoquer une nouvelle catastrophe humanitaire dans ces régions, à la suite de celles provoquées par l'État islamique et dont Ankara était probablement complice. Face à ces abus, la communauté internationale apparaît divisée et incertaine quant aux réponses à apporter et une fois encore, l’ineptie de Trump se fait remarquer sur le théâtre international. Même l’Europe offre une image douloureuse, immobile dans ses déviations et ses incertitudes, tandis que l’ONU présente les initiatives habituelles sans résultat, soulignant une fois encore leur insuffisance et leur inutilité. Pour contrer Ankara, il suffisait de laisser les soldats américains à leur place en Syrie, mais même sans cette présence, il suffirait de soumettre la Turquie à un régime de sanctions tel que celui appliqué à la Corée du Nord ou à l'Iran; si ces solutions ne sont pas adoptées, c'est uniquement parce que nous traitons les intérêts contradictoires habituels des acteurs politiques impliqués dans la région ainsi qu'à l'échelle mondiale. Au-delà de ces considérations, il existe un réel danger d’évasion des terroristes du califat, incarcérés jusqu’à présent dans les prisons kurdes: parmi eux se trouvent également de nombreux combattants étrangers prêts à retourner dans leur pays d’origine, y compris de nombreux Européens, dotés de vastes connaissances les militaires ont appris sur le terrain et sont facilement utilisables dans les attaques potentielles. Cela doit s'inscrire dans un discours plus large qui inclut la renaissance de l'État islamique, qui a été empêché pour l'instant par des actions militaires à grande échelle et, pour cette raison même, obligé de démontrer sa force par des actions menées en dehors des territoires du Moyen-Orient. Les responsabilités de la Turquie sont évidentes et, si la communauté internationale ne peut pas aller au-delà des déclarations de façade, d'autres dictateurs seront prêts à défendre leurs intérêts sans crainte: cette crise peut être l'occasion de rétablir le droit par la pression diplomatique, mais si au moins la plupart des nations seront en mesure de surmonter leurs différences: une exigence difficile à concrétiser.

A evolução da crise síria

A evolução da crise dos territórios curdos na Síria, causada pela Turquia, destaca, como era de se esperar, o crescimento do papel da Rússia na região. A nova aliança entre curdos e sírios levou as tropas de Assad ao chão, perigosamente perto dos soldados turcos; formalmente, as forças armadas de Damasco estão operando em seu território, enquanto o exército de Ancara invadiu um território estrangeiro, sem, no entanto, declarar guerra. O presidente turco apresentou a operação como uma batalha contra o terrorismo e a necessidade de realocar refugiados sírios, presentes em grande número na Turquia e sofridos pelos cidadãos turcos. O crescente nacionalismo no país turco e, precisamente a vontade de trazer de volta os refugiados sírios para sua terra natal, determinaram a aprovação da população e das forças políticas da Turquia, que apoiam o presidente turco com uma porcentagem de 75% dos cidadãos. Esse sucesso favorece uma intransigência ainda maior do governo de Ancara em perseguir seus objetivos, independentemente das sanções americanas e das advertências européias. Nesse cenário perigoso, Moscou desempenha um papel decisivo para evitar a possibilidade de ampliar o conflito em escala regional. As tropas russas ocuparam as bases deixadas livres pelos soldados americanos e, de fato, estão entre os soldados turcos e sírios; não se deve esquecer, no entanto, que a presença russa não é neutra, mas deve ser vista na aliança com Damasco, uma aliança que permitiu a Assad permanecer no poder. O ditador sírio, no entanto, não parece mais um assunto autônomo, como antes dos levantes sírios, mas um chefe de estado agora muito dependente de Moscou. Putin, além do prestígio internacional, continua a seguir sua estratégia de presença no Mediterrâneo e no Oriente Médio, com a possibilidade cada vez maior de aumentar seu peso específico na arena internacional. Os curdos, para evitar um massacre, concordaram em se aliar à Síria, sabendo que Damasco não é um aliado confiável, o que quase certamente reduzirá a autonomia da região curda síria. Por outro lado, as mortes de civis já são numerosas e o número de pessoas forçadas a deixar seus locais de residência é estimado em cerca de 190.000 pessoas, das quais 70.000 são consideradas menores. A Turquia, portanto, está causando um novo desastre humanitário nessas áreas, que segue as causadas pelo estado islâmico e das quais Ancara provavelmente foi cúmplice. Diante desses abusos, a comunidade internacional parece dividida e incerta sobre as respostas a serem dadas e, mais uma vez, a inaptidão de Trump se destaca no teatro internacional. Até a Europa oferece uma imagem dolorosa, imóvel em seu desvio e incerteza, enquanto as Nações Unidas apresentam as iniciativas usuais sem resultados, mais uma vez destacando sua inadequação e inutilidade. Para combater Ankara, bastava deixar os soldados americanos em seu lugar na Síria, mas mesmo sem essa presença, seria suficiente sujeitar a Turquia a um regime de sanções como a aplicada à Coréia do Norte ou ao Irã; se essas soluções não são adotadas, é apenas porque estamos lidando com os interesses conflitantes usuais dos atores políticos envolvidos na região e também em escala global. Além dessas considerações, existe o real perigo da fuga dos terroristas do califado, até agora mantidos nas prisões curdas: entre eles também existem numerosos combatentes estrangeiros prontos para retornar aos seus países de origem, incluindo muitos europeus, com uma riqueza de conhecimentos militares aprendidos no campo e facilmente utilizáveis ​​em ataques em potencial. Isso deve ser enquadrado em um discurso mais amplo que inclua o renascimento do Estado Islâmico, que já foi impedido por ações militares em larga escala e, por essa mesma razão, forçado a demonstrar sua força com ações fora dos territórios do Oriente Médio. As responsabilidades turcas são evidentes e, se a comunidade internacional não puder ir além das declarações da fachada, outros ditadores estarão prontos para defender seus interesses sem nenhum medo: esta crise pode ser uma oportunidade de restaurar o direito por pressão diplomática, mas somente se pelo menos a maioria das nações conseguir superar suas diferenças: uma exigência difícil de se materializar.

Эволюция сирийского кризиса

Развитие кризиса курдских территорий в Сирии, вызванное Турцией, подчеркивает, как и ожидалось, рост роли России в этом регионе. Новый союз курдов и сирийцев привел войска Асада к земле, в опасной близости от турецких солдат; формально вооруженные силы Дамаска действуют на их территории, в то время как армия Анкары вторглась на чужую территорию, однако не объявила войну. Президент Турции представил операцию как борьбу с терроризмом и необходимость переселения сирийских беженцев, которые в большом количестве проживают в Турции и плохо переносятся турецкими гражданами. Растущий национализм в турецкой стране и именно желание вернуть сирийских беженцев на родину определили одобрение населения и политических сил Турции, которые поддерживают турецкого президента с процентом 75% граждан. Этот успех способствует еще большей непримиримости правительства Анкары для достижения своих целей, независимо от американских санкций и европейских предупреждений. В этом опасном сценарии Москва играет решающую роль в предотвращении возможности расширения конфликта в региональном масштабе. Российские войска заняли базы, оставленные свободными американскими солдатами, и фактически являются одними из турецких и сирийских солдат; однако не следует забывать, что российское присутствие не нейтрально, а должно рассматриваться в союзе с Дамаском, союзе, который позволил Асаду остаться у власти. Сирийский диктатор, однако, больше не кажется автономным субъектом, как до сирийских восстаний, но глава государства теперь слишком зависим от Москвы. Путин, в дополнение к международному авторитету, продолжает придерживаться своей стратегии присутствия на Средиземноморье и на Ближнем Востоке, с постоянно растущей возможностью увеличить свой удельный вес на международной арене. Курды, чтобы избежать резни, согласились заключить союз с Сирией, зная, что Дамаск не является надежным союзником, что почти наверняка уменьшит автономию сирийского курдского региона. С другой стороны, число погибших среди мирного населения уже много, и число людей, вынужденных покинуть места своего проживания, оценивается примерно в 190 000 человек, из которых 70 000 считаются несовершеннолетними. Поэтому Турция вызывает новую гуманитарную катастрофу в этих районах, которая следует за теми, которые были вызваны исламским государством, и Анкара, вероятно, была замешана в этом. Столкнувшись с этими злоупотреблениями, международное сообщество выглядит раздробленным и неуверенным в отношении ответов, которые должны быть даны, и вновь неспособность Трампа выделяется на международном театре. Даже Европа предлагает болезненный образ, неподвижный в своем отклонении и неопределенности, в то время как Организация Объединенных Наций представляет обычные инициативы без результатов, еще раз подчеркивая их неадекватность и бесполезность. Чтобы противостоять Анкаре, достаточно было оставить американских солдат на их месте в Сирии, но даже без этого присутствия было бы достаточно подвергнуть Турцию режиму санкций, например, в отношении Северной Кореи или Ирана; если эти решения не будут приняты, то только потому, что мы имеем дело с обычными конфликтующими интересами политических субъектов, вовлеченных в регион, а также в глобальном масштабе. Помимо этих соображений, существует реальная опасность побега террористов из халифата, до сих пор содержащихся в курдских тюрьмах: среди них есть также многочисленные иностранные боевики, готовые вернуться в свои страны происхождения, в том числе многие европейцы, с богатым знанием военные учились в полевых условиях и легко использовались в потенциальных атаках. Это должно быть оформлено в более широком дискурсе, который включает в себя возрождение Исламского государства, которое на данный момент было предотвращено крупномасштабными военными действиями и по этой причине вынуждено было продемонстрировать свою силу действиями за пределами ближневосточных территорий. Обязанности Турции очевидны, и, если международное сообщество не сможет выйти за рамки деклараций, другие диктаторы будут готовы защищать свои интересы без какого-либо страха: этот кризис может стать возможностью восстановить права путем дипломатического давления, но только если хотя бы большинство стран сможет преодолеть свои разногласия: сложное требование материализуется.